Raggiunto il limite

"che cos..." Alyssa dovette interrompere la sua curiosità quando sentimmo un blindato raggiungere la zona.
Tutti cercarono riparo mentre delle truppe nemiche uscirono silenziose, non capii chi fossero ma di sicuro, vestiti completamente di nero e coi volti coperti, non erano Jihadisti. Sentii il vetro del blindato dietro il quale avevo trovato riparo, rompersi.
Capii immediatamente cosa lo aveva colpito perché la sentii rimbalzare all'interno dell'abitacolo.
"granata..." in quel momento me la presi con la madonna mentre io e i ragazzi riparati dietro il blindato scappammo verso l'angolo dell'abitazione. I colpi ci sfioravano sibilando e colpendo il muro dietro di noi. Rispondemmo al fuoco mentre l'interno del blindato esplose facendo volare via pezzi di lamiera. Nell'altro blindato C'era Ayoub se lo avessero fatto saltare in aria sarebbe sicuramente morto.
Risposi al fuoco una volta trovato il riparo dietro la casa, chi era con me iniziò a fare il giro. Effettivamente girando lungo tutta la casa avremmo potuto colpirli sul loro fianco sinistro, ingaggiati dagli altri che avevano difronte. Ne colpii uno ma subito dopo un colpo fece esplodere una piccola porzione di muro e i frammenti colpirono i miei occhiali protettivi. Proprio in quel momento però dietro i Delta e Col moschin arrivarono altri nemici, quella volta Jihadisti. Un Delta fu colpito a morte mentre tutti gli altri furono costretti a ripiegare verso la casa. Era un casino, i colpi non esitavano un secondo e stretti da entrambi i lati, fummo costretti a ripararci dove prima avevamo assaltato.
"date noi valigia e noi cessare fuoco". Parlò inglese ma con un marcato accento russo. Cosa ci facevano i russi in quel posto? Perchè ci stavano attaccando invece che aiutarci coi Jihadisti. Oltretutto quelle indossate non erano divise della loro nazione.
E si sentì una voce al megafono. Io ero più scoperta rispetto gli altri, una volta raggiunto il blindato effettivamente avrebbero potuto vedermi e spararmi, non c'erano protezioni. Corsi rapidamente indietro ma nel frangete in cui mi guardai alle spalle. Notai che Gli uomini in ero avevano liberato Ayoub.
Qualcosa non tornava davvero.
"Elisa, rapporto passo" sentii dire Marti alla radio.
"probabilmente sono alle vostre ore nove, dietro il muro, Mario e Fabrizio sono dietro la casa, le vostre ore sei, c'è un modo per entrare, passo" Mentre comunicai intanto mi muovevo in quel corridoio tra il muro di mattoni e quello verde della casa, due uomini guardarono proprio verso di me, riuscii ad ucciderne uno che cadendo indietro fece barcollare il secondo, dandomi il tempo di trovare riparo dietro la casa.
"Sono elisa, ho avuto contatto diretto con due tango, mi sposto alle vostre ore sei, Mario, Fabrizio, alleata in arrivo a ore nove, non sparte. C'è un modo per entrare? Passo".
"Affermativo elisa, alcune finestre, ma i delta sono usciti a ore tre, lasciamoli entrare e li prendiamo da due lati, voi fuori unitevia a loro" esalò Marti e subito dopo Ricevetti conferma anche da Mario e Fabrizio.
guardai verso il fiume raggiungendo il retro della casa, questo era ad una ventina di metri dopo una spiaggia di sassi scoscesa. Li trovai e gli feci cenno dietro di me.
Quando il secondo s'affacciò oltre l'angolo si trovò faccia a faccia con fabrizio che con un colpo di Benelli lo scaraventò contro il muro alle sua spalle. Vidi una nube di sangue che andò a tingere il cemento e il terreno.
"contatti multipli all'entrata, fuoco!" Udii poi e dall'interno della casa si sentirono svariati colpi che ticchettarono ripetutamente. I vetri della finestra sotto la quale stavo passando esplosero ma continuai a camminare quatta dietro i due mie due compagni. Mentre loro avanzavano io camminavo a retroso controllando il punto da dove avevamo abbattuto il secondo nemico, nel frattempo guardavo anche verso la spiaggia.
Raggiunto l'altro angolo alzammo le mani ai Delta che ci riconobbero e ci fecero cenno di avvicinarsi.
Nel frattempo i colpi dentro non cessavano, più passava il tempo, più si faceva pericoloso. Oltre l'angolo c'era poco più distante uno dei blindati sui quali erano arrivati quei tipi in nero sembrava essere libero.
"com'è la situazione dall'altro lato?" mi sussurrò Alyssa.
"Abbiamo abbattuto due stronzi, non so ora".
Alyssa guardò i suoi uomini e diede l'ordine di andare dall'altro lato li avremmo schiacciati da tre lati diversi, spostandoci per non rischiare di ammazzarci a vicenda con le pallottole vaganti.
Mentre ci spostammo verso il blindato nemico trovammo due tre contatti riparati dietro di esso, stava per sparare all'interno dell'abitazione ma i Delta fecero cadere una pioggia di fuoco su di loro neutralizzandoli in men che non si dica. Dall'altro lato, il resto degli americano entrarono in contatto coi Jihadisti e dopo un breve scambio di colpi riuscirono a conquistare la posizione. A quel punto da circondati, eravamo riusciti a circondare. I tipi vestiti di nero non avevano più un posto dove nascondersi e in pochi secondi furono neutralizzati.
Alyssa sollevò il pugno destro ben chiuso e quasi come fossero d'accordo sentii in radio il "cessare il fuoco" ordinato dal Sergente Marti.
Sospirai come per scacciare la tensione, l'avevamo sfangata per davvero poco ma il problema più grande era capire chi ci aveva attaccato. Con cautela convergemmo davanti la porta d'ingresso e iniziammo a rimuovere i passamontagna ai cadaveri per poi perquisirli.
Non sembravano appartenere ad un esercito, probabilmente mercenari.
Tenemmo al sicuro il perimetro mentre controllammo ancora la valigetta, Ayoub era sparito ma eravamo riusciti a tenere la valigetta.
La missione era quindi da considerarsi fallita ma restava il mistero di quelle boccette rosse, le guardarono ancora una volta mentre contattarono la base.
"qui il pescatore, operazione pesca mattutina fallita, ripeto, operazione pesca mattutina fallita,siamo stati attaccati da forze sconosciute che hanno scortato il nostro vip. Hanno lasciato un pacco che dovete assolutamente vedere, passo" Il sergente Marti fece rapporto ed intanto mi guardavo attorno. Difronte a me vi erano dei piccoli negozi con le grate chiuse, sui loro tetti erano state messe delle piante agli angoli e alcuni tappeti poggiati sui parapetti. Messi lì probabilmente per asciugare.
La situazione era calma e il sole aveva già iniziato a picchiare, scaldandomi all'interno dell'uniforme.
Non essere riusciti ad uccidere Ayoub era fastidioso, il lavoro di tutti era andato in fumo e avremmo dovuto ricominciare da zero ma sarebbe stato più difficile, sicuramente dopo quella mattinata avrebbe prestato più attenzione nel nascondersi.
"va bene pescatore, torna a casa, passo e chiudo" risposero dalla base.
Stavamo per smontare e tornare quando mi accorsi di Alyssa che s'avvicinò, era nervosa ma mi abbracciò con il destro, dandomi un pugno sulla schiena.
" potevo cavarmela ma, grazie per avermi salvata prima" voletti ricambiare l'abbraccio ma si staccò prima facendomi il segno di vittoria con le dita.
Tornati sul Lince l'umore non era dei migliori, un certo nervosismo arieggiava tra tutti noi. Era sempre brutto fare un buco nell'acqua. Noi del nono tenevamo molto alla nostra reputazione e una missione fallita di certo non giovava. Al di là di valigette misteriose e del loro strano contenuto che per quanto ne potevamo sapere poteva solo essere una droga sintetica.
Tornando verse la città la trovammo già bella attiva; alcune macchine percorrevano le strade sabbiose e molti pedoni percorrevano i bordi di esse, schiacciandosi ai lati nel vederci arrivare.
Notai un muro imbrattato di sangue che copriva una scritta bianca, anche il terreno aveva diverse pozze, tutte in fila a testimoniare una probabile esecuzione di gruppo. Cercai di non guardare oltre restare con lo sguardo fisso in avanti, pensando costantemente a quanto lunga sarebbe stata quella giornata.
Sicuramente avrei spinto Il sergente Marti a chiedere informazioni riguardo quel liquido rosso a cui pensai per tutto il tempo.
"dobbiamo metterci a cercare da subito, cristo ci è scivolato dalle mani quel pezzo di merda" urlò Il sergente dando uno schiaffo al cruscotto.
Non parlai, non lo fece nessuno lasciando che sbollisse, non avevo voglia di parlare ed essere aggredita, non con quell'umore.
"chi cazzo erano quei bastardi" aggiunse ancora, guardai verso di lui e alla sua sinistra mi accorsi di un enorme blindato che ci stava per colpire sulla fiancata.
Mi mossi in avanti per indicarlo ma non mi diede il tempo di parlare.
Sembrava di essere dentro una lavatrice, non capii niente di ciò che stava accadendo e picchiai il corpo divrse volte.
Quando tutto si fermò mi trovai a testa in giù, con la testa schiacciata sul tettuccio mentre cadetti di lato.
Il respiro era affannato e sentii dolore lungo la spalla e la testa, li mossi per accertarmi che non fossero rotti mentre ancora cercavo di capire la situazione attorno a me. Tutti si lamentavano mentre fuori si sentivano colpi di arma da fuoco e urla.
È la fine, pensai. Quella sarebbe stata la mia fine. Se il mattino ero convinta che sarei tornata a casa, in quel momento pensavo che non sarei nemmeno mai uscita da quel blindato ribaltato.
Sarebbe bastato un colpo di RPG o una bomba a mano. Anche uno stronzo che abbassandosi avrebbe poi sparato dentro l'abitacolo ammazzandoci tutti.
Cercai il mio p90 mentre dall'altro blindato li sentii urlare alla base che eravamo caduti in un imboscata, eravamo sotto intenso fuoco diretto e che il blindato del sergente Marti, il nostro, si era ribaltato e non sapevano del nostro stato.
Tutti erano svegli, indolenziti ma comunque sani.
"Sono il caporale Mazzoli, stiamo bene" spiegai mentre tentai di uscire, puntai immediatamente la mia arma guardandomi attorno e a quel punto mi resi conto. Eravamo circondati senza protezioni utili, mi guardai alle spalle vedendo tutti i miei alleati che ormai non aprivano più il fuoco.
Ci furono addosso in pochi secondi, un uomo mi afferrò per la gola trascinandomi contro il muro, così come tutti gli altri. Era davvero la fine quella.
Sia noi Col moschin e Delta fummo messi in fila mentre altri vestiti di nero, frugarono nei blindati fin quando non trovarono le boccette.
A quel punto Scese Ayoub dal blindato che ci aveva investito insieme ad un tipo con la mascella squadrata e i capelli brizzolati. Mi guardò e io non abbassai lo sguardo, fissandolo i quei occhi azzurri e piccoli, circondati da alcune piccole rughe.
Lui avvicinandosi sollevò il suo piede e schiacciò la suola sul mio viso, non mi diede un calcio e non mi spinse. Semplicemente premette appena la suola sulla mia faccia. Probabilmente proprio perché lo guardavo.
"non mi piace che soldati mettono loro naso in miei affari" esclamò. Ci tenevano tutti sotto tiro e non potevamo andarcene.
Un jihadista continuava a riprendere continuando a ripetere che dio era grande nella sua lingua e nel frattempo, l'uomo russo prese un delta trascinandolo difronte a noi e con un colpo gli abbassò il caschetto.
"non che aiuta ma voglio mostrare voi". La sua voce era davvero grave e profonda, degna di un aspetto così burbero. Aprì la valigetta e dopo aver stappato una delle boccette ne rovesciò il contenuto sulla testa del povero uomo. Questo iniziò subito ad urlare, non chiusi gli occhi pietrificata da quello che stavo vedendo.
La testa dell'americano collassò su se stessa rientrando, gli occhi come la carne si sciolsero fumando copiosamente. Le mani di quello che ormai era un cadavere tremavano mentre la pelle di esse si aprì in diversi punti. Il corpo si sciolse così tanto rapidamente che in pochi attimi diventò una poltiglia di carne e sangue. La puzza era nauseante e poco dopo, del cadavere non era rimasto quasi niente, solo una traccia minima e di poche ossa.
Non avevo parole, restai ferma e zitta almeno fin quando uno degli arabi presenti abbassò la testa di Mario e sotto la telecamera di un suo amico, iniziò a tagliargli la testa. Lo vidi muovere violentemente il suo macete avanti ed indietro mentre il ragazzo, anche se solo per poco urlò scalciando. Sentii le ossa spezzarsi quando quel bastardo colpì il suo collo come un macellaio avrebbe fatto con delle bistecche.
Prese la testa di Mario dai capelli e la portò in favore della telecamera, parlò ma io guardai in basso verso quel povero corpo senza testa, per pochi secondi dal suo collo zampillò del sangue per poi smettere e gocciolare sul posto.
Quindi sarei morta in quel modo; avrei urlato scalciando come una matta sottoposta ad un atroce dolore ed una morte orribile. Avrebbe giocato con la mia testa umiliandomi.
Pensai ai miei giorni passati a scuola, alla spiaggia rosa poi a Pedro egli altri, Matteo... perfino Riccardo e soprattutto Enrico.
Pregai, non per la salvezza, pregai che in nessun modo mia madre vedesse quel video, ogni tanto giravano, lo sapevo perché io ne avevo visti alcuni, speravo quindi che mai e poi mai mia madre avrebbe visto quel video.
Essere così vicini alla morte non è come ci si aspetta, non piansi e non mi disperai. Sfruttai gli ultimi istanti della mia vita per pensare a tutte le mie cose.
Questo fin quando non mi sollevarono e mi resi conto che mi spinsero vicino ad Alyssa mentre un altro dei delta venne giustiziato, lo sentii lamentarsi e grugnire mentre gli venne staccata la testa a colpi di machete.
Dei bastardi mi strapparono lo chignon sciogliendo i miei capelli e lo fecero anche al Sergente dei Delta.
Subito dopo li sentii strapparmi l'uniforme, mi spogliarono difronte la telecamera.
Ridevano,ridevano e scherzavano tra loro, io chiusi gli occhi mentre sentii una viscida mano stringermi il seno destro così tanto forte da farmi male. Mi vennero abbassati anche i pantaloni e a quel punto tentai di muovermi, per non farmi toccare e a quel punto sentii il metallo del machete toccarmi la gola. Un po di sangue colò dalla mia gola verso il basso. Alyssa li malediceva imprecando, io non volevo aprire gli occhi. Avrei preferito morire e basta. Invece l'umiliazione non ebbe fine. Mi sentii uno schifo e a quel punto volevo, desideravo di morire.
Quelle mani nelle mie mutande mi fecero serrare le cosce e non mi vergogno di ammetterlo.
Iniziai a piangere, non volevo in nessun modo passare gli ultimi istanti della mia vita stuprata da dei puzzolenti porci mentre i loro alleati macellavano i miei alleati. Mi spinsero per terra, ero pancia in giù ma subito dopo fui girata, mi furono aperte le cosce mentre altri stringevano le mie spalle per tenermi ferma.
Non avrei lasciato che mi facessero proprio quello, ma per quanto potevo sforzarmi erano troppi e in poco tempo mi stancai.
Ma proprio in quel momento, come un intervento divino o qualcosa di simile. Sentii dei colpi e aprii gli occhi. Appena in tempo per vedere Alyssa dare un calcio in faccia all'uomo che voleva stuprarla.
I rinforzi chiamati all'inizio dell'imboscata erano arrivati davvero. Gli jihadisti, impegnati a giustiziare o tentare di stuprare me e Alyssa, furono travolti. Restai in terra per evitare di esser raggiunta da qualche pallottola. Nel frattempo sollevai i pantaloni e abbottonai l'uniforme coi bottoni che non erano saltati.
L'uomo che parlava russo non c'era. Tanto meno quelli vestiti di nero.
Solo gli jihadisti erano rimasti lì. Alcuni di loro, tre per l'esattezza, si arresero inginocchiandosi e sollevandole mani in alto. Notai dei soldati ammanettarli mentre io cercai il mio giubbotto tattico.
"Elisa aspetta"esclamò Il sergente Marti ma lo ignorai. A passi lesti raggiunsi il giubbotto ed estrassi la pistola.
"Elisa sono stati arrestati, fermati" Continuò.
"non mene frega un cazzo" fu la mia risposta e avvicinandomi ad uno dei tre, gli diedi un calcio in faccia e e puntando ai suoi genitali sparai senza pensarci. Lo sentii urlare, piangere e lamentarsi e senza pensarci passai al secondo, poi al terzo. Lasciandoli lì, agonizzanti e probabilmente coi loro membri distrutti.
"di ora che il tuo dio è grande" urlai ad uno sputandogli in faccia, successivamente svuotai l'intero caricatore su loro tre. Ogni colpo emetteva uno schizzo di sangue e faceva traballare i loro corpi martoriati.
Continui a premere il grilletto anche quando la pistola iniziò ad emettere il classico click di quando scarica e dopo mi lasciai cadere in terra.
Marti Si abbassò prendendo mi per le spalle ma le scrollai per non farmi toccare così lui si staccò appena.
"Cristo Mazzoli, uccidere in quel modo dei prigionieri, cosa mi invento col Maggiore?" esalò lui.
"non ti preoccupare, non è mai successo" Disse il soldato di un'altra compagnia.
Facendomi intendere che se volevamo, potevamo infangare quel mio gesto.

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