le due campane

Il giorno dopo però eravamo già pronti, decidemmo di prendere le cose con calma, evitare di affrettare tutto quanto. La febbre bene o male mi era passata e sentivo d'aver recuperato quasi tutte le mie forze, non ero nella forma migliore ma quanto meno potevo combattere e farlo bene.

Chege rimase con noi per la notte ma per tutto il tempo si isolò in un angolo, spesso guardandoci in modo diffidente.

Non ero affatto contenta di averlo con noi, lo ritenevo più un peso che una risorsa e avrei voluto tanto che Glauco potesse partecipare al suo posto. Sarebbe stato perfetto.

Il ragazzo Partenopeo dal suo canto, si stava parecchio annoiando, del resto era recluso in una casa che non gli apparteneva tutto il giorno nel bel mezzo del niente senza poter muoversi da nessuna parte.

Aveva pienamente ragione ma doveva comunque resistere, presto se tutto sarebbe andato secondo i piani, saremmo tornati alla base dove sicuramente ci avrebbero rispedito a casa.

La nostra Task force era stata distrutta nell'incidente aereo, non fu difficile immaginare che quando quella disavventura sarebbe terminata avrebbero dato il compito ad altre squadre.

Riuscire a fare una chiamata di soccorso però stava nelle nostre mani, entrare in un villaggio difeso da uomini armati, sovvertire il loro potere solo per poter fare una chiamata.

Mi sembrava fin troppo assurdo ma ero lì, pochi metri prima del dirupo a sud di El Beru Hagia. Noi eravamo in attesa di udire i primi colpi di fucile per poter scendere dalla parete rocciosa, niente corde ad aiutarci. Un attesa straziante resa più tesa dal fresco del primo mattino. Udimmo un primo ticchettio lontano, trasportato dal vento e ne susseguirono poi altri sempre più frequenti.

l'attacco era dunque iniziato. Mi inginocchiai sull'orlo del dirupo e puntando il mio Ak47 coprii la discesa di Alyssa e Chege. Il primo arrivò in terra per primo, scendendo abilmente come fosse una scimmia. Fu il mio turno, sotto la copertura degli altri due e scesi il meno tempo possibile senza però fare passi falsi che mi avrebbero fatto fare una brutta caduta.

In poco eravamo dentro, si udì una sirena attivarsi e a qualche metro più in la udii la voce di alcuni uomini allontanarsi. Noi raggiungemmo immediatamente il sicuro riparo di una casa in legno.

Il villaggio era costituito più o meno da grandi quadrati o rettangoli, questi venivano formati dalle proprietà di ogni singolo residente che come a definirne i confini avevano fatto crescere delle piccole siepi alte non più di mezzo metro. Le strade erano poi di terreno battuto e si incrociavano tra loro in continui incroci. Avanzare fu piuttosto facile poiché il fulcro delle attenzioni nemiche era rivolto dall'altra parte del villaggio. Chege avanzava rapido così dovemmo muoverci per stargli dietro. Ciò che io e Alyssa temevamo di più, il fatto che avrebbe fatto ciò che gli passava per la testa, altro che starci dietro buono e quatto. Provai a chiamarlo ma si girò verso di me solo pochi istanti e poi continuò a camminare a passo lesto. Svoltando verso destra dovemmo poi tornare nascosti dietro l'angolo visto che una truppa stava percorrendo velocemente la strada a pochi metri da noi. Akilu avrebbe dovuto sbaragliare una sempre più forte difesa, iniziavo a dubitare che sarebbe durato molto ancora. Non appena la truppa sparì dietro una casa noi ci muovemmo rapidamente, ogni casa era desolata e una campana continuava a suonare. Intuii quindi che durante un attacco imponevano ai civili di stare chiusi in casa. Trovando riparo dietro un camion o meglio, della sua lamiera abbandonata. Mi sporsi per guardare la strada difronte, Chege invece avanzò facendoci cenno di seguirlo, si era girato con noi sbracciando con la destra ma un colpo risuonò colpendo i miei timpani e il ragazzo cadde di lato a peso morto dopo che un enorme schizzo di sangue esplode dal lato sinistro della sua testa.

"cazzo lo hanno abbattuto" esclamai sorpresa mentre un gruppo di uomini avanzava verso la nostra posizione, indirizzati dal gesto del ragazzino.

"via... andiamocene" sussurrò Alyssa, così restando basse ci nascondemmo alla loro vista grazie alla lamiera del mezzoe raggiunte le prime case ci infilammo in due vicoli diversi. Entrambe potevamo vederci ma poi lei indietreggiò e sdraiandosi mi fece cenno di andarmene da lì. Effettivamente aveva una Ghillie suite, io no e se gli uomini sarebbero passati in quella strada potevano benissimo accorgersi di me. La guardai disegnare un cerchio grande con l'indice. Percorsi così il vicoletto lungo tutto il fianco di un'abitazione in legno e raggiunta la strada parallela mi poggiai in un angolo così da non esser vista. Tenendo il fucile ad altezza uomo camminai a passo serrato facendo il giro della casa fin quando non tornai nella zona del camion, dall'altra parte Alyssa aveva fatto la stessa cosa. Il gruppo di uomini ci dava le spalle e come previsto, guardavano minuziosamente ogni vicolo.

Non costituivano più un problema ma a quel punto non avevamo idea di come raggiungere Lisimba. Non potevamo semplicemente avanzare sperando di trovarlo ma evidentemente al sergente venne in mente qualcosa perché mi fece cenno di seguirla. Sembrava tutto uguale, gli elementi per orientarci infatti erano scarsi e non c'era un edificio più alto degli altri dove magari fare un tentativo. Poteva essere davvero ovunque.

"mi è venuta in mente una brutta idea" mi sussurrò stando poggiate contro l'angolo di una casa al riparo dalla strada. Mentre attendeva una risposta mi guardò le braccia.

"hai tolto le toppe giusto? Non possiamo permettere di essere legate a qualsiasi stato, non dopo quello che stiamo per fare!".

Feci un sicuro cenno positivo mentre mi guardai a mia volta tanto per sicurezza anche se ero certa di aver tolto ogni toppa dall'uniforme.

Girato l'angolo io la coprii mentre lei si rivolse verso una porta che sfondò dopo due violenti calci.

Puntammo all'interno dell'abitazione ma trovammo solo una famiglia con tanti figli di diverse età.

I bambini scoppiarono a piangere mentre sia il padre che la madre si misero tra noi e i loro figli urlando parole incomprensibili.

" Lisimba!" disse dopo aver smosso il fucile contro l'uomo, lui sollevò le braccia ma ancora facevano troppo chiasso così Alyssa emise il tipico verso che richiedeva silenzio.

"Lisimba!" esclamò ancora per poi puntare il fucile verso sua moglie, non lo avrebbe mai fatto ma per quanto non era il più nobile dei gesti, servì al suo scopo.

l'uomo esclamò qualcosa in tono spaventato, mettendosi tra Alyssa e sua Moglie. Subito dopo uscì dalla sua casa e noi lo seguimmo; indicò un punto in linea retta, il tetto della sua casa e poi strattonò la sua maglietta rossiccia.

Il nostro target abitava quindi presumibilmente in una casa dal tetto rosso nella direzione indicata. Non era molto, anzi, non era niente ma sempre meglio che vagare in giro senza una meta.

Quanto quello che avevamo fatto a quella famiglia, cercavo semplicemente di non pensarci.

Fu crudele da parte sua, terrorizzare dei civili, alla fine noi come soldati dovevamo fare in modo che tutti si sentissero al sicuro e invece avevamo appena minacciato un intera famiglia, non vado per niente fiera di quel gesto.

Mentre camminavamo prestavamo attenzione ai tetti delle case, per lo più grigi o bluastri, dovemmo evitare una pattuglia composta da quattro uomini che parlavano tra loro con tono nervoso. La sparatoria all'entrata principale doveva esser terminata perché non si udivano più spari e questo significa soltanto che Akilu era stato sconfitto, Presto le strade si sarebbero riempite nuovamente di guardie. Per questo affrettammo il passo coprendo i rispettivi fianchi ogni volta che percorrevamo un incrocio. Effettivamente trovammo una casa con un tetto rosso e due guardie appostato alla destra di essa.

"troviamo un'altra porta o sfondiamo?" domandai ad Alyssa che stava esaminando la situazione. Nascoste in un vicoletto potevamo vedere il fianco della casa. Le guardie appostate indicavano anche la posizione della porta probabilmente, non giravano lungo il perimetro anzi aspettando altri minuti da destra fecero capolino altre due guardie che invece camminavano, svoltarono agli angoli della casa dandoci poi le spalle.

"due ferme alla porta e due che girano lungo il perimetro, abbattiamo quelle che fanno ronda così non vedendole arrivare, quelle di picchetto si insospettiranno e una di loro si allontanerà per forza, che sia per cercarle la ronda o entrare dentro, togliamo di mezzo quella che resta e poi entriamo, una volta dentro dovremmo essere violente e rapide".

Restammo in ginocchio attendendo che le guardie di ronda compiessero un altro dei loro giri e quando tornarono con le spalle verso di noi avanzammo lentamente spostandoci sulla sinistra, il dietro della casa.

Alyssa afferrò il pugnale e io feci altrettanto, sparare significava attrarre su di noi tutte le attenzioni.

Raggiunti i due li potei sentir parlare tra loro, ridacchiavano almeno fin quando entrambe non li afferrammo da dietro, io presi quello a destra. Lo pugnalai alla gola due volte dopo avergli tappato la bocca per poi lasciarlo cadere per terra.

"perfetto, ora torniamo al punto precedente!" sussurrò affrettata e così rapidamente ripiegammo nel punto occupato qualche attimo prima, ben nascoste dall'ombra di quel vicolo.

Ormai Il sole si stava alzando nel cielo scaldando tutto l'ambiente quindi stare all'ombra risultava piacevole oltre che vantaggioso.

Come da lei previsto, quando la ronda tardò ad arrivare, uno dei due si allontanò sbraitando nomi e sparendo dalla parte opposta della casa, presto sarebbe stato visibile sulla sinistra ma noi avanzammo rapidamente e ancor prima che se ne potesse accorgere ci eravamo scagliate sull'unico rimasto di guardia, Alyssa gli squarciò la gola in modo che non potesse gridare e mentre lui cadeva al suolo agonizzante noi entrammo nella casa.

Fucili spianati e pronti questa volta a far scoppiare un inferno di piombo. Lei tenette la porta aperta e facendo irruzione entrai in contatto con due tango che subito dichiarai al sergente. Nonostante alcune pallottole si scagliarono nel muro dietro di me, fu facile abbattere entrambi. Gli spari rimbombarono in tutta la casa, chiunque sapeva del nostro arrivo. Mettendoci una dietro l'altra avanzammo verso la seconda stanza, non sembrava essercene altre oltre quella. Un piccolo bilocale. Non c'era una porta ma solo lo spazio dove poterla mettere coperto però da delle tendine che scendevano, composte da tanti fili su cui vi erano diverse perline di legno colorate. Dentro era scuro, tendente al verde e la stanza sembrava estendersi sulla sinistra rispetto la sua entrata.

"non ti è rimasto niente dopo l'incidente vero?" mi domandò Alyssa. Gettare una granata stordente era effettivamente la scelta migliore ma non ne avevo, gli fece no con la testa e lei quindi fece spallucce.

"faremo alla vecchia maniera!" mi disse facendomi cenno di seguirla. Ci poggiammo alla sinistra della porta ed in quel momento, da quella principale fecero irruzione due uomini. Questi non ebbero nemmeno il tempo di aprire il fuoco. Colpii il primo in faccia e il secondo tre volte sul petto.

"io tengo sotto tiro la porta" comunicai, così piegandosi s'affaccio appena e in quella stanza fu il caos totale, il suono dei colpi facevano tremare le pareti.

" ne ho visti tre, non ci sono ripari da qui a loro" mi spiegò.

"loro hanno visto te, esponiti, io farò la stessa cosa in ginocchio e cercherò di colpirli" Sussurrai rapidamente, non la guardavo, il mio sguardo era fisso sulla porta consapevole che avrei dovuto premere il grilletto se quella porta si sarebbe aperta ancora.

"mi stai praticamente usando come esca" rispose lei ridacchiando, non risposi perché ancora una volta non mi diede il tepo.

"ok; tre, due, uno..." Come si affaccio esponendosi solo con mezzo viso e il braccio, io mi inginocchiai affacciandomi dietro di lei, nel trambusto gli uomini non si accorsero della mia presenza, non subito e infatti il primo lo colpii con estrema facilità ma il secondo si abbassò dietro una grossa scrivania.

L'arredamento era davvero scarno e una delle pareti costituita da della vetroresina verdone. Avanzammo verso la scrivania pronte a sparare non appena il tale si fosse alzato ma raggiunto il posto lo vedemmo appollaiato, non si era nemmeno reso conto che noi avevamo avanzato e si spaventò.

Con lui c'era un altro uomo, questo ci stava fissando con fare stupito.

"voi non siete uomini di Akilu!" disse lui, parlò inglese e questo fece attirare la nostra attenzione.

"no, di al tuo uomo di lasciare il fucile o gli spariamo" rispose Alyssa e così dopo averlo sentito dire nella sua lingua, l'uomo depose l'arma che io afferrai. smontai il serbatoio e lo misi in una tasca del mio giubbotto tattico.

"voi chi siete allora?!". L'uomo sembrava piuttosto giovane, non superava la trentina, niente barba in volto e degli occhiali rettangolari appoggiati al naso, senza montatura sulle lenti.

Qualcuno entrò in casa così puntai il mio fucile alla porta con le tendine.

"di ai tuoi di abbassare le armi!" gridai.

Quelli appena arrivati erano uomini che avevano catturato Akilu e lo stavano portando via.

"Sei Lisimba, vero?" domandai al quattrocchi mentre i suoi uomini fecero entrare l'uomo con cui avevamo organizzato l'attacco. Ci guardò adirato, come se la sua cattura fosse colpa nostra.

"si io sono Lisimba e sono a capo di questo villaggio, qualche tempo fa un uomo bianco è venuto pretendendo dei miei uomini, li ha portati via, altri sono uniti a lui di loro spontanea volontà, questi qui ci attaccano per prendere le nostre cose, cercano di rubare qualsiasi cosa e non si fanno scrupoli nell'uccidere o rapire per chiedere riscatti" Lisimba sembrava parecchio adirato, s'avvicinò ad Akilu e gli diede un pugno in faccia.

Si era creata una situazione parecchio complicata. Chi stava dicendo la verità? Akilu sosteneva che Lisimba era un tiranno che teneva le cose solo per se mentre quest'ultimo ci aveva appena fatto capire che era lui la vittima, che subiva attacchi ingiustamente.

Akilu guardava noi e Lisimba si accorse di ciò.

"ora ho capito, voi siete soldati di quell'uomo bianco!" esclamò per poi estrarre una pistola, noi lo puntammo e i suoi uomini puntarono noi a loro volta.

La canna della Desert eagle di Lisimba si poggiò sulla testa di Akilu che dovette piegarla di lato.

"Fermo Lisimba, non sparare, noi non sappiamo chi sia questo uomo bianco, ho dei sospetti e se è chi penso ti posso giurare che non lavoriamo per lui"

" io come posso fidarmi?". Pensavo che da un momento all'altro la testa di Akilu sarebbe esplosa in mille pezzi. La desert Eagle era un arma davvero grossa del resto.

"è un uomo molto grosso, capelli brizzolati e occhi azzurri. ha un accento russo giusto?". L'arma di Lisimba si staccò da Akilu.

"come lo conoscete?"

"è il nostro obbiettivo, noi eravamo qui per ucciderlo, non ci siamo riuscite e poi il nostro aereo è stato abbattuto" Alyssa prese fiato per parlare mentre io tenevo d'occhio l'uomo e i suoi scagnozzi.

" la nostra squadra è morta, le nostre radio andate, vogliamo solo chiamare casa, dire che stiamo bene in modo che possano venirci a prendere..." L'americana puntò poi l'arma contro Akilu.

" abbiamo trovato questo uomo, a detta sua, l'unico posto con della corrente elettrica nell'arco di chilometri è questo posto ma tu non permetti a nessun straniero di entrare, per questo lo stavamo aiutando a toglierti di mezzo".

Lisimba ridacchiò facendo cenno di no con la testa, la sua reazione mi spiazzò particolarmente.

" ragazze mie, vi siete fatte usare da questo uomo..." Smise di parlare e mettendosi una mano in tasca ci porse un telefono satellitare.

" volete chiamare casa? Prego! Fate pure".

Alyssa si fiondò sul cellulare e componendo un numerò andò in un angolo, restò in silenzio per qualche attimo e poi iniziò a parlare con voce sollevata, quasi incredula.

"dovrei farvi uccidere visto che voi avete ucciso dei miei uomini ma alla fine, è tutta colpa di questo uomo!" Akilu aveva gli occhi sbarrati, mi guardava quasi pregandomi, capivo dallo sguardo che voleva mi fidassi di lui.

"quindi vi lascerò andare, fate arrivare chi dovete e andatevene, non vi fermerò".

Subito dopo Sparò in testa ad Akilu, l'uomo s'accasciò per terra mentre Lisimba mostrò un sorrisetto quasi sadico.

A quel punto, chi ci stava davvero imbrogliando? Perché mi sentivo così stupida da non riuscire a capirlo?

Di certo Akilu non avrebbe potuto dire la sua, l'altro lo aveva appena ucciso, il colpo tra l'altro mi aveva stordito per quanto forte fu. Perfino Alysa dovette inventarsi qualcosa al telefono. Non prestai particolare attenzione a cosa stava dicendo. Ero più concentrata su Lisimba.

In un primo momento stavo quasi per mettermi dalla parte di quest'ultimo ma quel sorrisetto mi fece carpire una sfumatura molto sadica della sua persona e questo fece insorgere in me altri dubbi.

Ad esser morto, era l'uomo che aveva ragione o torto? Entrambe le loro versioni li portavano ad aver ragione ma uno dei due era per forza nel torto. In quella stanza Lisimba aveva fermato il capo di uomini che derubavano o invece aveva giustiziato chi era a capo di un gruppo di ribelli che lottava per liberare la città dalla sua presenza? Mentre il pavimento si macchiava lentamente di sangue, alcuni uomini portarono via il cadavere e colui che aveva sparato si sistemò il vestito. Uno di quelli leggeri variopinti.

Alyssa tornò tra noi, scioccata di quanto accaduto ma restituì il telefono al proprietario.

"hanno ricevuto la chiamata e stanno organizzando una squadra per il recupero" disse guardandomi.

"che fantastica notizia, se volet..." Lisimba si era intromesso ma Alyssa lo fermò bruscamente.

"perché gli hai sparato?". Alla domanda parve parecchio stranito, come se avesse fatto una cosa più che normale.

"se lo meritava, ora la mia gente vivrà in pace".

Aly non era convinta, glielo leggevo negli occhi. Annuì soltanto mentre fissandolo con sguardo di sfida se ne andò. Io la seguii e iniziammo a correre verso l'uscita del paese.

In quel momento temevo che ci avrebbero colpite alle spalle, non mi sentivo al sicuro e quando raggiunsi le torrette di vedetta il fiato mi si strozzò in gola.

Era pieno di cadaveri ridotti a brandelli sopra enormi pozze di sangue, fu una strage. Quello che più mi spaventò era che la scena non mi scandalizzò poi così molto, iniziavo ad abituarmi e questo era fonte di grossa preoccupazione.

"sali in macchina, ho come la sensazione che alla fine abbiamo permesso ad uno stronzo di uccidere un uomo che lottava per il bene della sua gente" Prendemmo uno dei diversi Pick up coi quali la squadra di Akilu era arrivata e percorremmo a tavoletta la strada per raggiungere Glauco, rimasto tutto il tempo da solo.

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