e la sabbia si tinse di rosso
Girai rapidamente la testa vedendo ai piedi del terreno scosceso, un gruppo di uomini, dopo averci abbattuto si volevano accertare che eravamo morti davvero. Erano una dozzina che paravano tra di loro e mentre spararono alla testa di un cadavere si allargarono guardandosi attorno. Stavano sicuramente cercando il fusto da noi sottratto probabilmente.
Mi stesi sperando di non esser vista, nessuno di loro sembrava interessato a venire verso la nostra direzione così cercando di non fargli male, scivolai dietro Gluaco in modo da coprimi dietro la sua ghillie suite e con un movimento lento, sollevai il cappuccio sulla sua testa.
"dobbiamo fare qualcosa elisa" mi sussurrò. Aveva ragione ma io da sola, ferita ad una gamba e disarmata come avrei potuto affrontare dodici uomini armati?
"siamo in alto, aspettiamo che vadano via" mormorai. Eravamo quasi abbracciati, uno accanto all'altra sulla sabbia.
"il mio fucile, deve essere qui da qualche parte".
Lo guardai con fare scettico ma poi rivolsi lo sguardo nella zona circostante, in cerca del fucile anche se non avrei sparato io, non ne ero in grado solo con qualche lezione privata di Alyssa.
Un conto erano dei bersagli ma con persone vere era tutta un'altra faccenda, non credevo di potercela fare. Trovai il fucile disteso a qualche metro da noi così strisciando come una serpe andai a prenderlo e nel tornare indietro nemmeno mi girai ritornando esattamente nella stessa posizione in cui mi trovavo prima, al suo fianco.
"tieni, nel caso di necessità spara" gli dissi ma lui restò zitto facendo cenno di no.
"con tutto il rispetto caporale, ma non sia stupida, con la gamba rotta non riuscirei a posizionarmi, nel caso di necessità spetterà a lei difenderci" ribattette lui facendo poi una piccola risata " e poi so che vuoi rubarmi il posto, ti ho vista mentre Il sergente Clovet ti insegnava, qualcosa avrai imparato".
Non mi lasciò quindi scelta e schiacciando la levetta apposita sul bipode per sollevarne le gambe che mi avrebbero consentito di mirare. Cercai nel terreno un sasso, in modo da avere un appoggio quanto più solido possibile anche se ero sicura che in caso di necessità non sarei riuscita a sparare nel modo corretto.
"rilassati ok? Rilassati, spara solo se lo credi davvero necessario, non siamo lontanissimi, saranno ad occhio e croce..." smise di parlare e piegò la testa verso il gruppo di uomini che giravano e sparavano ai cadaveri.
"... non più di cento metri e siamo più in alto di loro almeno di quindici, non sono tiri impossibili" cercò di rincuorarmi senza però riuscire.
Per i primi minuti sembrava non dovesse accadere niente, gli uomini parlavano tra loro urlando e più passava il tempo più si innervosivano. Attraverso l'iride dell'ottica guardai uno di loro sparire dalla mia visuale dietro un grosso pezzo di lamiera, così passai ad un altro.
Tenevo la mano sinistra sulla parte alta del calcio mentre con il mal di testa che mi stordiva cercavo di guardare all'interno dell'ottica senza vedere nessuna mezza luna nera, dovevo tenere l'occhio bene in centro.
Mi concentrai sul punto in cui le due linee di mira si incrociavano. Essendo un mirino balistico, in basso a destra vi erano i numeri per stimare la distanza.
Quando tenetti sotto tiro uno di loro, questo sembrava fissarmi, forse si era accorto della nostra presenza, stavo per premere il grilletto ma poi si udirono dei rapidi spari e l'uomo si girò in direzione di questi.
Anche io tolsi la testa dal reticolo e guardai cosa stava accadendo, vidi due uomini combattere per il possesso di un ak 47. Uno era un miliziano mentre l'altro faceva parte dei Delta force. Tra di loro si intromise qualcuno in Ghillie suite, prese il miliziano e lo trascinò di forza in terra così che l'americano potesse sparare al suo petto. La milizia fu allarmata da tutto quel casino e i due americani trovarono riparo dietro dei pezzi di lamiera. A quel punto dovevo fare qualcosa per proteggerli. Sparai ma il colpo fece sollevare della sabbia vicino il piede destro di uno dei bersagli.
"elisa, rilassati! So che è difficile in questo momento ma hai sparato senza nemmeno tenere il respiro, se devi sparare non sprecare colpi" mi rimproverò Gluaco.
Era facile per lui parlare, era la mia prima volta che cercavo di uccidere con un fucile di precisione.
Cercai comunque di controllare il respiro mentre sotto stava scoppiando l'inferno. Il pezzo di lamiera veniva fatto scintillare non appena uno degli americani si esponeva per sparare.
Mirai uno dei tanti che mi dava le spalle e vidi il suo sangue uscire con un grosso getto, lo colpii sulla zona lombare e cadde di schiena sulla sabbia, preda di violente convulsioni.
" gli avrai rotto la colonna vertebrale, morirà presto, mira verso altri bersagli" mi disse lui.
In un momento come quello non importava che stesse praticamente dando ordini ad un suo superiore, dovevo seguire le sue direttive se volevo essere utile ai ragazzi più in là.
Spostai la mira verso quello che precedentemente avevo mancato, intanto avevano capito che qualcuno li stava bersagliando perché cercarono di ripararsi ma alcuni di loro, non sapendo la mia posizione, si erano accucciati ma dal mio lato. Afferrai l'otturatore e girandolo lo tirai rapidamente verso di me per poi farlo scorrere nuovamente al suo posto.
Col nuovo colpo in canna colpii il mio bersaglio sul costato che picchiò violentemente contro il pezzo di lamiera cui era vicino.
Quel mio colpo però rivelò il mio lato e alcuni nemici si girarono.
"scusami" urlai a Glauco e afferrandolo mi ruzzolai sulla sabbia portandolo via dai colpi che fecero schizzare la sabbia vicina a noi. Alcuni granelli ci piovvero addosso. Lui urlò quando lo spostai così bruscamente ma se non lo avessi fatto sarebbe sicuramente morto.
"devi riposizionarti..." mi disse con voce indolenzita.
"cosa, non ti lascio qui"risposi a brucia pelo.
"se non ti sposti verrai uccisa appena ti affaccerai, io cerco di allontanarmi ma tu devi riposizionarti e attirare il fuoco da un'altra parte, cerca. Cerca di andare sul quel pezzo di lamiera" mi indicò quindi un pezzo di aereo sulla nostra destra. "se ci sali sopra avrai una buona visuale" aggiunse.
"ok, ma mi farò vedere per poco, così penseranno che qui non ci sia nessuno, non voglio che muoia anche tu e questo è un cazzo di ordine" ribattei e come annunciato, mi alzai mirai alla buona verso uno di loro e sparai un colpo. Fortuna volle che lo centrai al polso della mano che reggeva la canna. Lo sentii urlare e quindi tornando nascosta mi spostai verso le mie ore quattro mentre colpi a vuoto fischiavano nell'aria e altri colpirono dei pezzi di lamiera.
Corsi tenendomi abbassata più che potessi, facendo attenzione a non inciampare su un sasso o mi fare qualche passo falso nella sabbia. Tutta la zona ribolliva per le fiamme sparse in giro che facevano scoppiettare i pezzi di lamiera. Giunta verso quello che mi consigliò Glauco mi arrampicai nonostante il male alla coscia. Quel pezzo di metallo formava un angolo retto e stando in piedi su una staffa metallica, potevo sporgere metà busto e quindi sparare. Di certo non una delle posizioni più comode ma avevo diversi metri di manovra e in caso di necessità, facendo un passo indietro sarei caduta al riparo dietro la lamiera dell'aereo. Affacciandomi vidi il cecchino americano sollevare il fusto che avevamo sottratto e urlando lo lanciò quanto più lontano possibile, questo fece un piccolo volo ma impattò contro il mezzo col quale erano arrivati quei miliziani. Nel sentire l'urlo capii si trattasse di Alyssa perché la voce era femminile. L'altro Delta Force si espose e sparò al fusto, purtroppo però, un miliziano riuscì a raggiungerlo e facendo un volo all'indietro non si alzò più. Alyssa era rimasta sola e ben presto l'avrebbero circondata. Pregai me stessa di non sbagliare e tenendo il respiro mirai meglio che potevo, tenendo poggiata l'inizio della canna sul bordo della lamiera. Colpii un altro di loro dritto nel petto che scalciando volò all'indietro. Alyssa si accorse che qualcun altro lo avesse appena ucciso. Era disarmata e si guardava attorno per trovare una via di fuga.
"Alyssa, di qua! Ti copro io!" le urlai caricando un nuovo colpo in canna, non ci pensò due volte e correndo si buttò di lato per afferrare l'ak 47 del miliziano defunto e girandosi pancia in su aprì il fuoco eliminandone due che la tenevano sotto tiro. Un terzo venne preso da me dopo un secondo colpo, il primo fece solo scintillare del metallo dietro di lui ma passandogli vicino lo assordì, per questo fu facile poi sistemare il tiro e colpirlo all'altezza della bocca. Mentre si copriva la fuga sparando, Alyssa raggiunse più velocemente possibile la mia posizione ma ad un tratto un esplosione fece tremare tutto quanto. Il fusto venne probabilmente raggiunto da un proiettile ed esplose. Il punto dell'esplosione venne immediatamente avvolto da una fitta nube rossa che si sparse lentamente verso l'esterno. Non avevo potuto notare se qualcuno fosse stato ucciso nell'esplosione ma la maggior parte dei miliziani era sparita all'interno della nube scarlatta. Questo diede la possibilità ad Alyssa di raggiungermi dietro il mio riparo e al sicuro si sette praticamente alla destra dei miei piedi.
"ragazza, mi hai appena salvato il culo" mi disse lei annaspando mentre si tolse il cappuccio della sua ghillie suite.
"ti sei salvata il culo da sola" risposi io scendendo dalla staffa metallica.
Effettivamente se sapevo usare un minimo i fucili di precisione lo dovevo solo a quella donna, capii cosa intendetti e mi abbracciò, le nostre fronti si premettero una con l'altra mentre poggiò la sua mano destra sulla mia nuca. Io feci la stessa cosa.
"meno male che stai bene, almeno tu" esalò mentre mi chiese, con un gesto delle mani, di porle il fucile, sicuramente in mano sua sarebbe stato più utile e così mi diede l'ak47 che reggeva in mano.
Così avremmo sicuramente avuto più opportunità di farcela.
"prendiamo il pick up con cui sono arrivati". Mentre lei parlava io però la trattenni dalla spalla e gli indica il punto dove in teoria Glauco era nascosto.
"Ho un uomo sopravvissuto lì, ha una gamba rotta!".
Non dovetti aggiungere altro, Alyssa sembrava voler seguirmi ma poi si fermò di colpo.
"aspetta, aspetta! Quando stavo affrontando quei tango ho notato la valigetta del medico, era cappottata con le cose sparse in giro ma magari trovo qualcosa per aiutare il tuo uomo" mi disse lei afferrandomi per la spalla, io feci la stessa cosa.
Entrambe confuse, affrettate dalla paura di venir attaccate ancora.
"va bene, vado a prenderlo, ci rivediamo qui" risposi mentre le colpii la spalla un paio di volte.
Risalii quindi quella collina rocciosa ma ogni passo in alto, scendevo di due e la coscia bruciava in maniera lancinante. Dovetti avanzare a carponi facendo rotolare in basso qualche sasso.
Arrivata in cima praticamente sdraiata mi rigirai, costringendomi ad alzarmi. Sentivo le energie che poco a poco mi abbandonavano ma da lontano vidi Glauco che ancora strisciava per terra.
"Glauco... Glauco fermati!" gli urlai e zoppicante mi avvicinai a lui, inciampai trovandomi ancora per terra mente lui si era rigirato nella mia direzione.
Imprecai e alzandomi l'ennesima volta lo raggiunsi lentamente.
"li abbiamo ammazzati" lo avvertii.
"li abbiamo? Tu e chi? Dov'è il mio fucile?" domandò lui spaesato. In tracolla avevo ancora l'ak47.
"il sergente Clovet e un suo sottoposto erano vivi, ora è rimasta solo il sergente ma siamo liberi, vieni dobbiamo andarcene"
Gli dissi afferrandolo come d'addestramento.
"piano, piano! Fa un male cane" mi avvertii ma come lui,anche io soffrivo per la gamba e iniziando a trascinarlo dalla manica sul colletto lo portai via. Cadetti due o tre volte picchiando i talloni su dei massi ma ogni volta mi rialzavo subito e continuavo a camminare.
Il mio pensiero andò a quando avrei dovuto trascinarlo lungo il dislivello ma arrivata al bordo vidi Alyssa muoversi verso di noi.
Io lo presi per le spalle mentre lei afferrò le gambe, lui urlò dal male ma era l'unico modo per farlo scendere.
Fu parecchio difficile trovare il posto giusto per mettere i piedi, un passo falso avrebbe fatto cadere e ruzzolare tutti e tre.
"guardalo, le donne si fanno il culo e lui resta sdraiato" La voce di Alyssa era affaticata anche se ridacchiò nel dire quella frase.
Lui rise mentre riuscimmo finalmente a portarlo sulla superficie piana dove lo poggiammo.
Nel frattempo, Alyssa guardò la mia coscia e abbassandosi verso la valigia mi lanciò una boccia di mercurio cromo con due blister di pastiglie e delle bende. Lasciai cadere in terra le prime due afferrando al volo le bende .
Le pastiglie erano antidolorifici e antibiotici per evitare che il taglio si infettasse.
Così mentre io mi auto medicavo, lei pensò a Glauco.
Dovette riposizionare l'osso della sua gamba ma lo fece senza nemmeno avvisarlo. Mi spaventai perfino io nel sentire l'orrendo suono di ossa muoversi all'interno della sua gamba. Un suono davvero disgustoso, doveva fare un male porco.
"a fess e sort" inveì contro Alyssa che mi guardò confusa.
"che mi ha detto?" domandò.
Io intanto strozzai un urlo tra i denti quando il mercurio cromo si posò sulla ferita causandomi un intenso bruciore.
"ha nominato la vagina di tua sorella" ridacchiai.
"si usa al sud Italia quando ci si arrabbia con qualcuno".
Alyssa fece una faccia piacevolmente sorpresa e poi con un cenno di no con la testa continuò a medicarlo.
"scusami" gli disse anche.
La gamba di Glauco, non avendo di meglio, fu steccata alla buona con delle fasce pieghevoli di plastica dura azzurra tenute insieme da abbondante fasciatura.
Io intanto avevo preso sia l'antidolorifico che l'antibiotico. Passai i blister a Glauco e la mia borraccia con cui trangugiò entrambe le pastiglie.
"dobbiamo andarcene da qui". Il tono di Alyssa era severo e prendendo la borsa medica si guardò attorno. Cercò con l'auto con la quale erano arrivati quella della milizia ma si dovette fermare impietrita.
Dove era esploso il fusto, un fumo rosso si era erso nel cielo come una densa nuvola che lentamente si muoveva in direzione del vento, avviluppandosi su se stessa senza sosta.
La sabbia sottostante invece era diventata rossa e più brillante, un po ovunque si potevano intravedere resti umani in orribili condizioni ma la cosa più impressionante fu accorgersi che il muso dell'auto era liquefatto. Tutta intatta fino le portiere. Avvicinandoci ci accorgemmo che il metallo del muso era sparso sulla sabbia, sembrava liquido grigio scuro e da esso alcuni pezzi meccanici emergevano, esattamente come le ossa dei cadaveri.
Io e alyssa che ci avviammo in quel punto ma non osammo calpestare la sabbia tinta di rosso che una folata di vento ne potrò via un po facendole fare un mulinello scarlatto.
"cosa cazzo è?" domandò lei. In evidente stato apprensivo.
"non ne ho la più pallida idea, mai vista una cosa simile".
Lei annuì e voltandosi afferrò un un pezzo di lamiera con due mani per poi lanciarlo sulla sabbia rossa.
Inizialmente non accadde niente ma poi sembrava come se il terreno stesse inghiottendo quel pezzo di metallo. In realtà lo stava sciogliendo e ci accorgemmo di ciò quando vedemmo il metallo corroso, quasi liquefatto estendersi all'esterno e fumare di rosso.
"porca troia" pigolai spaventata.
"già porca troia..." anche il Sergente Clovet era allibita. Mi prese il braccio e dando le spalle a quella cosa mi strattonò per dirmi di seguirla.
anche Glauco aveva visto tutto, lo capii dai suoi occhi.
"ti dobbiamo tirare su" disse Alyssa che lo issò senza troppi complimenti. Forse in maniera fin troppo rude.
Mi affrettai per raggiungerli in modo da aiutarla, lo tenevamo con un braccio sulle nostre spalle e lui si aiutava con la gamba buona.
Eravamo però nel mezzo di un deserto in un paese estero e ostile. Senza un mezzo, poca acqua e niente da mangiare.
Le cose si sarebbero messe male rapidamente e lo sapevamo.
"ci verranno a prendere no? Quanto meno verranno a controllare, siamo stati abbattuti, qualcuno dovranno mandare!" la guardai dopo aver detto quella frase aspettando una sua risposta.
"certo, ma se Chatov ha mandato la milizia ne manderà altri quando capirà che cosa è successo, non possiamo affrontarne altri, non in questo stato" dopo avermi risposto si guardò attorno e con il braccio libero indicò il sole.
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