Epilogo
In fondo lo avevo sempre saputo di essere una stupida e lo avevo dimostrato nuovamente, quando avevo deciso di presentarmi all'evento che mi avrebbe totalmente devastata.
In fondo ero sempre stata un'autolesionista e non facevo altro che accreditare quello che avevo sempre pensato di me stessa.
Perché mi ero presentata lì? Pensavo davvero che se avessi indossato un bel vestito ad Harry sarebbe magicamente ritornata la memoria e che magari sarebbe scappato via con me?
Pensai, mentre a stento riuscivo a trascinare lo strascico del vestito verde che avevo deciso di indossare.
La mia vista era appannata a causa delle lacrime e non riuscivo a vedere bene.
Tanto che ad un certo punto udii un leggero crack, e quando finalmente misi a fuoco, potei capire che lo strascico si era agganciato ad un ramo e si era strappato, rimanendo attaccato ad esso mentre il mio vestito si era accorciato contro il mio volere.
Rallentai il passo, consapevole di essere ormai lontana da quello scempio a cui avevo appena assistito, ritrovandomi in quel momento a camminare tra gli alberi del parco naturale adiacente al palazzo in cui si sarebbe svolto il tutto.
Non era stato affatto difficile trovare la location, anche perché l'avvenimento era stato pubblicizzato su tutti i telegiornali e su tutti i canali della televisione del Moonlight.
Ero stata una stupida ed un'incosciente.
Notai di fronte a me un piccolo ponte, e sotto di esso un fiume artificiale.
Era tutto così tranquillo, talmente tanto che per alcuni secondi riuscii davvero a calmare la tormenta che c'era dentro di me.
"Darcy" sentii urlare in lontananza.
E quando mi voltai, pensai di star per avere un infarto.
Lo shock era talmente grande che dovetti reggermi al corrimano del ponte per non cadere nell'acqua di sotto.
Harry stava correndo verso di me, mentre lo vedevo trafficare con la cravatta poco confortevole che gli stringeva il collo.
La slacciò e la buttò accanto ai suoi piedi, mentre continuava a correre nella mia direzione.
Indietreggiai di alcuni passi prima di perdere l'equilibrio e cadere a terra sul ponte.
"Cazzo!'" urlai frustrata, mentre contro tutte le aspettative cominciavo a ridere come una pazza.
Ero così distrutta che non riuscivo neanche a guardare di fronte a me.
Avevo bevuto, ed anche tanto.
Senza alcool in corpo molto probabilmente non avrei neanche avuto il coraggio di guardare il tutto in televisione, figuriamoci ritrovarmi di fonte ad Harry in quel momento.
Si abbassò mentre mi tendeva una mano e provava ad aiutarmi per rialzarmi, solo che io non lo volevo sentire il suo tocco bruciante sulla mia pelle, così poggiai le mani a terra e mi alzai da sola, senza il suo aiuto.
"Si può sapere cosa cazzo ci fai qui? Dovresti essere dall'altra parte" chiesi urlando, mentre lo spingevo leggermente per le spalle.
"Io, non posso Darcy!" urlò di rimando, prima di cominciare a stringermi i polsi per far sì che smettessi di spingerlo.
Ed eccoli i tanti temuti brividi accaparrare il mio corpo, facendomi capire che nemmeno quello mi apparteneva più.
Incastrò i miei occhi ai suoi prima di guardarmi serio.
"Hai appena commesso lo sbaglio più grande della tua vita" sussurrai, prima di lanciargli uno sguardo di sfida.
Lo vidi lasciare la presa sui miei polsi quando capì che non avrei più alzato le mani su di lui e si passò nervoso una mano tra i capelli.
Ci furono alcuni secondi di puro silenzio nel quale potemmo udire solo il fruscio delle foglie sugli alberi e l'acqua che scorreva sotto di noi.
"Mi sono ricordato del ballo a casa mia e di quando cantavamo canzoni a squarciagola in una macchina" sussurrò lui, mentre sul suo volto cominciava a regnare la tristezza più dolorosa che avevo mai visto.
Strabuzzai gli occhi una volta capito dove voleva arrivare, però era tutto troppo tardi.
"Io, devo andare..." sussurrai, prima di allontanarmi da lui e guardarlo un'ultima volta, per poi voltarmi ed andarmene da dove ero venuta.
"Darcy, fermati" sentii urlare, mentre Harry tagliava nuovamente le distanze tra di noi e mi prendeva nuovamente per il braccio.
Solo che quella volta sbattei contro il suo petto e senza più riuscire a trattenermi, cominciai a piangere tutto il dolore che stavo sentendo, nonostante avessi promesso a me stessa di non farlo, però non ero riuscita più a contenermi quando la sensazione familiare aveva attraversato il mio corpo.
Perché per me Harry sarebbe stato sempre la mia "Casa" e ogni qualvolta mi trovavo tra le sue braccia, sentivo che non ci fosse nessun'altro posto dove fossi mai appartenuta.
Avvolse le sue braccia intorno al mio corpo, mentre il calore ricominciava a riscaldarmi il cuore.
Eppure quello non sarebbe stato il nostro finale, per quanto mi fosse difficile ammetterlo, la nostra storia non era destinata a durare.
Lui apparteneva a Daisy ed io al mondo intero.
Lo sentivo nelle ossa che quello sarebbe stato il nostro addio, e forse è proprio per quello che lo strinsi più forte a me, come a voler fondermi nel suo corpo, come a voler diventare una sola persona con lui.
Sentii dei passi dietro di noi e decisi che era finalmente arrivato il momento di sciogliere il nostro abbraccio.
Quando mi voltai, mi ritrovai davanti Daisy.
Era così bella, Dio, la invidiavo così tanto in quel momento perché aveva preso il mio posto.
"Cosa sta succedendo?" Chiese lei, prima di avvicinarsi a noi pericolosamente ed allontanarmi da Harry.
Lo guardai per vedere il suo volto triste bagnato da tante lacrime mentre mi guardava chiedendomi scusa.
Altri passi cominciarono a sentirsi dietro di noi e notai Mery correre insieme a Jenna.
"Harry, andiamo" sussurrò Daisy, prima di prenderlo per mano e provare a trascinarlo dove lei desiderava andare.
Lo vidi sottrarre la presa dalla sua mano, sotto lo sguardo curioso di noi.
C'eravamo io ed Harry che ci guardavamo come se fossimo sul punto di crollare da un momento all'altro, mentre la consapevolezza che tutto quello che c'era stato tra di noi ormai era acqua passata.
Ci guardammo a lungo e nessuno osò fiatare.
In un'altra vita magari avremmo avuto il coraggio di affrontare le nostre paure, di affrontare il mondo intero e magari saremmo scappati da una situazione simile.
Avrei tanto voluto prenderlo per mano e urlargli di correre, proprio come lui aveva fatto con me quando eravamo in Australia ed io con lui quando Liam aveva cominciato a sparare, eppure quella volta non sembrava essere la cosa giusta da fare.
In fondo io ero sempre stata la seconda donna e gli errori di Harry per me erano imperdonabili.
Anche se desideravo ardentemente essere egoista e fare finta che tutto potesse andare bene tra di noi, non volevo distruggerlo.
Perché la fiducia tra di noi era crollata, perché trascinarlo via con me in quel momento significava rovinargli la vita.
E anche se per un certo verso se lo meritava, lo amavo troppo, talmente tanto da mettere la sua felicità al primo posto e rinunciare a lui in quel momento mi sembrò la cosa più corretta da fare.
Feci dei piccoli passi indietro, come a volermi totalmente dissociare da quello che stavo per fare.
Cominciai a camminare lentamente verso l'uscita del parco, non riuscii però a farne molti che sentii Mery urlare dietro di me.
"Dove stai andando Darcy?" Chiese lei.
Mi fermai sui miei stessi passi e mi voltai, le feci l'occhiolino mentre gli altri mi guardavano curiosi e stupiti nello stesso tempo.
Le lacrime continuavano a sgorgare sul viso di Harry e lo vidi crollare in ginocchio subito dopo, mentre provava a tranquillizzarsi.
Sorrisi, feci la cosa che mai avrei pensato di poter fare in quel momento.
Sorrisi perché mi ricordai di tutto quello che avevamo vissuto insieme e anche se alla fine dei conti mi ero ritrovata con niente, sarebbero rimasti eterni i ricordi che avevo di lui, di noi.
Speravo solo che un giorno fosse stato in grado di ricordare tutto quello che eravamo stati.
"Prenditi cura di lui" mimai a Daisy, prima di cominciare a camminare nuovamente.
"Dove vai?" urlò Jenna, per poi cominciare a correre verso di me.
Ma io fui più veloce e mi dileguai mentre urlavo un "Per il mondo" ed ero sicura che mi avessero sentita tutti.
Continuai a correre per tutto il parco, mentre le lacrime bagnavano la mia faccia.
Sentivo così tanto, tanto dolore tanto amore, ero a pezzi, ma almeno ero libera.
Quando capii di aver raggiunto la macchina, sorrisi leggermente prima di trascinare quello che ne era rimasto del mio vestito.
Misi in moto e partii sotto il cielo chiaro di Los Angeles, mentre pensavo che quella non fosse mai stata casa mia.
Giurai di non metterci mai più piede, mentre il vento che entrava dai finestrini abbassati mi faceva svolazzare i capelli in tutte le direzioni.
Ero finalmente libera, libera dal peso di quello che ero stata, libera dagli errori che avevo commesso, libera dall'unica cosa che mai avevo amato.
Sentivo la pazzia di chi aveva perso tutto e si sentiva finalmente libero.
Posai il mio piede sull'acceleratore, mentre respiravo profondamente e lasciavo dietro di me quello che ero sempre stata, per riabbracciare una nuova versione, di quello che molto presto sarei diventata.
La destinazione non mi era chiara e molto probabilmente non lo sarebbe stata mai, perché quella volta sarei partita per ritrovare me stessa.
Ero pronta per un nuovo viaggio, solo che quella volta Harry non sarebbe stato accanto a me.
FINE
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