39
Stavo preparando dei pancakes nell'appartamento di Harry, ero stanca morta e non riuscivo neanche a ricordarmi in quale giorno della settimana ci trovassimo.
Ero così stanca di tutti quei spostamenti, volevo semplicemente vivere in pace, e magari passare un'intera giornata all'insegna del nulla più totale.
Desideravo ardentemente passare tutto il resto della giornata sul divano, abbracciata ad Harry mentre mi sussurrava cose sconce all'orecchio e io lo picchiavo per farlo stare zitto.
Harry era uscito per andare alla clinica, visto che i risultati erano arrivati ed io ero stata troppo codarda per andare a ritirarli, così si era offerto lui ed io non avevo obbiettato.
In quel preciso istante me ne stavo in cucina, intenta a provare a fare un pancake a forma di cuore per Harry, mentre muovevo i fianchi da un lato e dall'altro, con solo la maglietta di lui a coprirmi, la quale più o meno calzava come un vestito.
Canticchiavo, ballavo e facevo anche da mangiare quando ad un tratto il campanello del suo appartamento aveva cominciato a risuonare tra le varie stanze.
Era talmente forte da coprire anche la musica e senza pensarci troppo, rovesciai il pancake a forma di cuore su un piatto e corsi ad aprire la porta, sicura che si trattasse di Harry.
Quando di fronte a me trovai una ragazza, sentii quasi di morire dalla vergogna.
"Ehm, ciao?" Chiese titubante, prima di spingere leggermente la porta e farsi spazio dentro l'appartamento, come se fosse a casa sua.
Tirai il vestito più in basso che potevo, mentre il desiderio di sotterrarmi era forte e chiaro.
La guardai confusa mentre si toglieva le scarpe, senza badare troppo a me e mi ritrovai a chiedermi chi fosse quella ragazza dai tratti così familiari.
"Scusa, non mi sono presentata, sono Jenna, la sorella di Harry" disse lei, sorridendo e facendo comparire le fossette identiche a quelle di Harry.
Sospirai pesantemente, al pensiero che tutto mi sarei aspettata, meno che ritrovarmi con la sorella di Harry di fronte.
Quindi lei era la famigerata sorella di cui anche Liam mi aveva parlato.
"Io sono Darcy" spiegai velocemente, prima di tenderle la mano, solo che lei non la strinse e mi tirò a sé in un abbraccio riscaldante.
"Sono così emozionata in questo momento, dov'è mio fratello? Harry?" aveva iniziato ad urlare lei, prima di buttarsi sul divano.
"Dovrebbe ritornare tra poco" spiegai, prima di sparire nella camera da letto e vestirmi con un paio di leggings, per coprire le gambe un po' troppo nude.
Era ormai passata un'ora da quando Jenna aveva cominciato a parlare senza mai smettere, raccontandomi molti aneddoti su di Harry e com'era da piccolo.
Avevo anche riso a crepapelle ad alcuni di essi e si era mostrata una piacevole compagnia, solo che a differenza di quello che mi sarei aspettata, quando sentii il campanello suonare, non avevo provato alcun sollievo.
Poiché troppo ansiosa di scoprire la verità e vedere se la pista a cui io ed Harry avevamo pensato, fosse possibile o meno.
Harry's Pov
Quando avevo suonato al campanello, mi aspettavo di ritrovarmi di fronte a Darcy, una volta che la porta mi fu aperta però, sentii le mie gambe qualsiasi cedere quando avevo visto mia sorella al suo posto.
La busta che avevo tra le mani mi era scivolata tra le dita e mi ero dovuto sorreggere con una mano allo stipite della porta per non svenire da un momento all'altro.
Quale era il problema? vi chiederete voi.
Il problema era che Jenna conosceva molto bene quella che era stata la mia ragazza ed ero sicuro che quando aveva visto Darcy, per poco non aveva subito un infarto.
Anche se lei e Daisy non erano mai andate d'accordo, sapevo comunque che mi avrebbe rinfacciato quello che era successo, perché diciamo la verità, ero stato sul punto di sposarmi.
"Hey fratellino" aveva sussurrato lei, prima di stringermi in un abbraccio.
"Cosa ci fai qui?" chiesi spaventato, mentre la allontanavo leggermente da me ed osservavo la figura di Darcy, seduta sul divano del mio appartamento.
"Che c'è? non posso semplicemente venire a visitarti? Sei pur sempre mio fratello" mentì spudoratamente lei, e lo avevo capito perché aveva cominciato a giocare con il singolo anello che portava all'anulare, che gli era stato regalato da quello che presto sarebbe dovuto diventare suo marito.
Jenna era più grande di me di due anni, però tra i due io ero sempre stato quello con la testa apposto ed ero stato quello maturo.
Perciò capivo la sorpresa dei miei genitori e la sua, perché ero certo che loro le avessero raccontato della rottura tra me e Daisy.
"Dimmi cosa stai facendo qui, smettila di mentire..." sussurrai per non farmi sentire da Darcy ma quando la vidi avvicinarsi a noi, capii che non sarebbe stato tutto così semplice.
Potei notare Jenna farmi l'occhiolino prima di ritornare in salotto e lasciarmi solo con Darcy.
"Ehi" sussurrai piano, prima di passargli la busta e lasciargli un bacio sulle labbra.
"Ti ha detto qualcosa? Stai bene?" le chiesi preoccupato, perché Jenna aveva una lingua estremamente lunga ed era capace di dire e fare di tutto.
Speravo solo che almeno quella volta avesse tenuto chiusa quella sua bocca.
"Tutto bene, sembra addirittura in gamba" aveva confessato lei timidamente, e sapevo che quello non era nei suoi piani, perché in fondo non era stato neanche nei miei.
Sapevo che sarebbe stato estremamente difficile convincere i miei genitori ad accettare Darcy, ma ero sicuro che ad un certo punto avrebbero dovuto farlo.
Poiché se non sarebbero stati in grado di farlo, non gli avrei più rivolto la parola, e non mi importava neanche un po' di perderli.
Perché di una sola cosa ero sicuro e cioè che non avrei mai rinunciato a Darcy, non importava quanto la situazione sarebbe diventato difficile o quante volte avremmo potuto litigare.
Non potevo rinunciare così a lei, perché mi convinceva sempre di più che lei fosse la donna della mia vita e se fosse stato per me, le avrei proposto di prendere il primo volo per Las Vegas e sposarci in segreto, solo che quello non era il suo desiderio.
Mi ricordavo perfettamente quando dopo aver fatto l'amore per la prima volta mi aveva raccontato di come sognava un grande matrimonio, pieno di fiori e di divertimento, di come desiderasse ballare tutta la notte fino a morire dal dolore a causa dei tacchi.
Ed io avevo deciso di essere paziente e di aspettare, anche perché per la sua età era troppo presto anche solo per pensare ad una cosa del genere.
La guardai attentamente, capendo dai suoi sguardi che era abbastanza irritata dalla presenza di Jenna in quel momento, e come potevo biasimarla, infondo stavamo per scoprire se le nostre ipotesi fossero fondate.
Alla fine dei conti, anche io ero abbastanza scocciato della presenza di Jenna e desideravo solo trovare un pretesto per mandarla via.
Perché banche se non lo dava vedere, motivo dalla curiosità di sapere se quel bastardo di Liam fosse veramente il fratello di Darcy.
Per un certo verso, mi avrebbe tranquillizzato e avrei dormito meglio la notte, sapendo che non si sarebbe mai potuto avvicinare a lei in certi modi.
Ero così geloso di Darcy da fare spaventare anche me stesso, poiché io non ero mai stato il tipo, difatti ogni qual volta Daisy trovava degli spasimanti o veniva ammirata più del dovuto ci ridevo semplicemente su.
Darcy si allontanò da me e si avviò alla cucina, dove cominciò a fare qualcosa ed io approfittai della situazione per sedermi vicino a Jenna e cominciare a parlare con lei, visto che Darcy aveva alzato di qualche decibel il volume della musica ed ero sicura che non mi avrebbe sentito.
"Non hai niente di meglio da fare?" chiesi, senza girarci troppo intorno.
La vidi pensarci su prima di rispondermi tagliente, in perfetto stile Styles, visto che quella era stata un'eredità di famiglia.
"Adesso che ci penso dovrei andare ad un matrimonio, ah mi sono dimenticata che lo hai annullato" schizzò un sorriso malvagio e mi ritrovai a stringere i pugni a causa dei nervi, mentre sentivo le mie corte unghie infilzarsi nei palmi delle mie mani.
"Smettila" sussurrai a denti stretti.
"Se vuoi proprio il mio parere, preferisco Darcy a quella viziata del cazzo" ammise lei e sentii il mio corpo rilassarsi una volta capito che Jenna non sarebbe stata una minaccia.
"Però dovresti proprio dirglielo" continuò subito dopo, poi si alzò e si diresse verso Darcy.
La vidi scambiare un abbraccio con lei prima di farmi un breve cenno con la testa.
Ero stanco di sentire tutte le persone che mi spronavano a fare qualcosa che non volevo, perché ero un egoista del cazzo e stavo evitando tutta la mia famiglia pur di non dover riaprire quel discorso.
L'universo mi stava dimostrando che, purtroppo la menzogna che avevo creato non sarebbe durata a lungo e che ci stavano avvicinando sempre di più al momento della verità.
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