19

Harry' s POV

Inutile ripetere che ero un idiota, tanto quello già lo sapevo.

L'avevo lasciata scappare via con l'idea che lei non contasse nulla per me, quando in realtà ero rimasto bloccato delle sue parole perché mi aveva confessato di avere bisogno di me, perché mi aveva confessato di volermi accanto.

Sapevo quello che le passava per la mente, ed io ero corso dietro di lei per spiegargli come in realtà fosse tutto il contrario, perché anche io la volevo accanto a me, perché anche io la volevo nella mia vita ed avevo bisogno di lei.

Ero stato uno stupido perché ero rimasto fermo mentre lei aveva aperto la porta ed era scappata lontano.

Quando ero uscito per cercarla, purtroppo non l'avevo vista, segno che si era allontanata.

Ad un certo punto però, dopo aver camminato per dei minuti buoni, avevo visto l'insegna di un bar, e quando avevo aperto la porta per vedere se fosse lì dentro, ero rimasto negativamente sorpreso nel vederla ubriaca fradicia, mentre ballava fuori tempo una canzone rock.

Gli sguardi di tutti gli uomini presenti nella stanza erano due di lei, ed io lo sapevo che era in grado di attirare l'attenzione senza far nulla, infondo era quello che aveva fatto anche con me, al Moonlight.

Perché io l'avevo sempre guardata, quando se ne stava assorta nei suoi pensieri e più che mangiare, giocava con il suo cibo.

L'avevo sempre osservata quando si soffermava a guardare verso il tavolo nel quale eravamo seduti io e Daisy, e non mi vergognava di ammettere che la conoscevo da più tempo di quanto avessi voluto ammettere.

L'avevo sempre vista e guardata ed in qualche modo mi ero sempre chiesto come sarebbe stato parlare con lei, essere amico di una persona come lei, perché sembrava così fuori luogo...sempre, ma in modo positivo.

Quello era uno di segreti che avrei portato con me nella tomba, molto probabilmente.

Rimasi sulla soglia della porta ad osservarla, mentre ballava sensualmente, mi risvegliai però dai miei pensieri, solo quando un tipaccio alto e robusto si era avvicinato a lei e aveva cominciato a toccarla.

Una scarica di nervi aveva attraversato il mio corpo, riconoscendola subito dopo come la spaventosa emozione "Gelosia"

Sentii le mani cominciare a tremare leggermente mentre una botta di adrenalina mi faceva tornare alla realtà, la realtà nella quale Darcy veniva molestata da quell'uomo.

La vidi provare e spingerlo per liberarsi dalla sua presa, però non ci riuscì ed in quel momento senza pensarci troppo intervenni io.

Spinsi l'uomo con tutta la forza che avevo in corpo per farlo allontanare da lei, la vidi finalmente notarmi e quando mi girai per guardarla, sentii essere strattonato prima che la mia faccia venisse girata dall'altra parte a causa di un pugno.

Altri due uomini cominciarono ad avvicinarsi a me e capii in quel momento che ero fottuto, visto che erano il doppio di me.

Tirai qualche pugno all'uomo che aveva molestato Darcy, subito dopo sentii una sedia volare verso di me, così all'ultimo secondo mi spostai, facendola cadere con un tonfo secco accanto a me.

A quel punto presi anche io una sedia e la lancia con tutta la forza che avevo, contro i due uomini che si erano messi a fare da scudo al terzo caduto a terra.

Rovesciai anche un tavolo ai loro piedi, prima di prendere la mano di Darcy e tirarla dietro di me, in una tentata fuga dall'ennesima rissa che io stesso avevo scatenato a causa della gelosia e del senso di protezione che sentivo per quella ragazza.

Cominciammo a correre, lei molto più lenta di me, ma infondo non la biasimavo, perché da quello che avevo potuto notare era ubriaca marcia.

E se fino a quel momento avevo avuto dubbi sul fatto che non sapevo se avevo fatto la scelta giusta, in quel momento, mentre correvamo per scappare dai tre uomini che ci stavano inseguendo, nulla mi fu più chiaro di così.

Mentre l'adrenalina pura attraversava il mio cuore, pensai che non avrei mai desiderato essere in un altro posto, se non lì, con Darcy mano nella mano mentre correvamo per salvarci da una buona dose di violenza.

Non mi ero mai sentito più vivo e libero in tutto i miei Ventisei anni di vita.

Capii così che il mio posto preferito era accanto a Darcy.

Aprii velocemente la porta della nostra stanza e la feci passare davanti a me, dove dopo averla richiusa, mi ero accasciato contro di essa e Darcy aveva fatto la stessa cosa, mentre provava a regolarizzare il suo respiro.

"Perché l'hai fatto?" Chiese lei, dopo svariati minuti, nei quali non ci eravamo mossi da quelle posizioni.

"Perché ti stava toccando dappertutto" risposi sinceramente, anche se non avrei raccontato dei nervi che avevo provato.

"Non dovevi salvarmi" sussurrò flebilmente mentre provava ad alzarsi da terra, ma a causa dei giramenti di testa, cadde nuovamente dopo aver fatto pochi passi.

"È mio dovere proteggerti" risposi, prima di alzarmi e mettermi seduto accanto a lei, che in quel momento si era distesa sul pavimento lercio di quella maledetta stanza.

"I-io pensavo..." cominciò a dire, per poi fermarsi e schiarirsi la gola.

"Io pensavo che le sentissi anche tu..." si fermò nuovamente, alla ricerca molto probabilmente delle parole più adatte da utilizzare.

"Queste sensazioni" confessò lei.

La guardai attentamente mentre il cuore sobbalzava, rendendomi conto che stava provando a dirmi qualcosa di molto importante.

"I brividi, la pelle d'oca, la felicità Harry..." concluse lei prima di alzarsi nuovamente e buttarsi nel letto, con ancora il giubbotto addosso.

Rimasi seduto per un altro paio di minuti, mentre pensavo a come avrei potuto spiegare le mie emozioni a parole, e quando finalmente riuscii a trovare le parole adatte, mi alzai e mi stessi vicino a lei.

Solo che per fortuna o sfortuna aveva già cominciato a russare leggermente, segno che era caduta in un sonno abissale.

Così dopo avergli tolto la giacca di dosso con delicatezza, che alla fine capii non servisse, visto che neanche la terza guerra mondiale avrebbe potuto svegliarla da quello stato comatoso, avvolsi un mio braccio attorno alla sua vita e mi addormentai addormentato ascoltando i battiti del suo cuore risuonare contro la mia cassa toracica.

Darcy' a POV

La testa mi stava letteralmente scoppiando e a stento riuscivo a differenziare la realtà dalla fantasia.

Mi strappai dalla forte presa di Harry, mentre vari flashback della notte passata mi attraversavano la mente, confondendomi più di quello già ero.

Mi alzai e corsi in bagno, mi lavai la faccia come avevo fatto la notte precedente e diedi uno sguardo al mio riflesso, capendo poco dopo che sembravo un fiore appassito.

Grandi occhiaie contornavano i miei occhi azzurri e i miei biondi capelli erano come spenti.

Senza pensarci troppo, camminai verso la mia valigia, dove cercai un'aspirina e da dove estrassi i vestiti che avrei indossato il giorno a venire.

Ritornai in bagno dove feci una breve doccia calda e presi l'aspirina senza neanche il bisogno di buttarla giù con dell'acqua.

Una volta sistemata, ritornai nella stanza, dove avevo potuto notare Harry rivestirsi, visto che come d'obbligo, aveva dormito solo coni boxer addosso.

"Buongiorno" avevo sussurrato, prima che lui mi notasse e si voltasse verso di me.

Lo vidi tirare un sospiro di sollievo, prima di posare la maglietta che avrebbe dovuto indossare nella valigia nuovamente, restando così mezzo nudo e con un paio di Skinny jeans neri addosso.

"Pensavo tu fossi scappata nuovamente" confessò, mentre si sedeva sul bordo del letto e mi scrutava attentamente con le braccia incrociate al petto.

"Non sono scappata, semplicemente sono voluta uscire a fare un giro" avevo sussurrato, mentendo senza pudore.

"Ah sì?" Chiese lui, alzando un sopracciglio, sapevo che non mi avrebbe mai creduta.

"Tu piuttosto, perché hai scatenato una rissa?" chiesi, sorridendo maliziosamente, sapendo di avere toccato un punto sensibile.

"Per te" disse sorridendo ed il mio di sorriso si spense, perché per la prima volta da quando lo conoscevo si era esposto in quella maniera.

"So badare a me stessa anche da sola, grazie" conclusi prima di aprire la porta ed uscire dalla stanza, o almeno quello era quello che avrei voluto fare.

Solo che ero stata trascinata dentro nuovamente ed ero pronta a ribattere, solo che le labbra di Harry si erano attaccate alle mie, mentre mi spingeva e intrappolava contro la porta che aveva chiuso dietro di me.

Sentii chiedere l'accesso che stupidamente gli concessi subito dopo, la sua lingua cominciò a danzare con la mia, lo sentii cominciare a sfiorare le mie guance, scendere fino alle spalle, toccare i miei fianchi, fino ad arrivare alle mie cosce, che con un movimento fermo aveva sollevato facendomi agganciare le gambe al suo bacino.

Sentii i famigerati brividi farsi spazio sulla mia pelle, mentre Harry si staccava da me e cominciava a raggiungere il mio collo, dove lasciò una scia di baci, prima di soffermarsi su un punto particolare, succhiando e facendomi rimanere il segno di uno dei suoi baci.

Gemetti lievemente, mentre sentivo di non riuscire a connettere più alcun pensiero razionale.

"Se continui così, mi farai impazzire" aveva sussurrato lui, prima di rialzarsi e mettere una mano dietro la mia nuca per avvicinarmi ancora di più a lui, mentre infilava la sua lingua nella mia bocca nuovamente.

Ed io sarei voluta rimanere in quella posizione per l'eternità, solo che qualcuno aveva bussato alla nostra porta ed Harry aveva finalmente lasciato la presa su di me.

"Siamo venuti per pulire" aveva urlato qualcuno dall'altra parte della porta, ed Harry dopo aver sbuffato sonoramente chiaramente infastidito che fosse stato interrotto, aveva comunque aperto la porta e si era diretto verso la sua valigia.

Dopo essersi messo la maglietta che aveva tirato prima ma che non aveva più indossato, prese in suoi occhiali da sole ed il portafogli.

Mi prese per mano ed insieme uscimmo dalla nostra stanza, e anche se sembrava brutto da dire, ero grata che ci avessero interrotti, perché ero sicura che la situazione sarebbe degenerata e non volevo ancora fare qualcosa di cui poi mi sarei pentita.

Perché per me Harry non sarebbe mai stato solo sesso, ed io volevo che fosse così anche per lui, perché il sesso lo avevo avuto con molti dei miei vecchi clienti.

Io morivo dalla voglia di fare l'amore per la prima volta, perché fare l'amore e fare sesso erano due cose completamente diverse, ed io avevo fatto sesso sì, ma l'amore mai.

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