18
Harry's POV
"Daisy, non lo so" risposi io brevemente, mentre ascoltavo la voce di quella che avrebbe dovuto essere la mia futura moglie, parlare attraverso lo speaker del cellulare.
Ero uscito fuori dalla stanza perché Daisy non aveva smesso neanche per un minuto di fare squillare il telefono, ed io mi sentivo colpevole di quello che stava accadendo, mi sentivo colpevole perché stavo mentendo ad entrambe.
Ero un bastardo, ed ero sicuro che avrei pagato caro il prezzo di quello che stavo facendo.
Me ne stavo poggiato ad un muretto nel parcheggio quasi vuoto del Motel in cui eravamo, mentre fumavo una sigaretta, anche se quello non ero io, perché a me non era mai piaciuto fumare.
Però in quel momento quella mi era sembrata la cosa migliore da fare per calmare i miei nervi.
"Io non capisco perché tu te ne sia andato, così?" Chiese lei, mentre la sentivo singhiozzare a causa del troppo pianto.
"Ho bisogno di tempo" dichiarai sincero.
Perché era quello che avevo veramente bisogno.
Darcy era entrata nella mia vita perché io avevo scelto di farla entrare, e anche se ancora non volevo ammetterlo, probabilmente lo avevo fatto perché sentivo che mi mancava qualcosa, perché sentivo che il mio posto non era accanto a Daisy, per quanto quello mi feriva.
Perché odiavo vederla piangere, e sentendola così in quel momento, mi stava facendo pentire di aver lasciato tutto ed essere venuto con Darcy.
"Per favore non piangere più..." sussurrai mentre anche una lacrima fugace rigava il mio viso.
"Quanto Harry? Forse te lo sei dimenticato ma tra un mese ci sposiamo, a meno che tu non abbia cambiato idea..." disse lei quasi urlando, mentre sentivo qualcosa rompersi, segno che molto probabilmente aveva scaraventato qualcosa, rompendolo alla fine.
La confusione che stavo sentendo in quel momento era la sensazione più potente di tutta la mia vita, ero così confuso, così addolorato, che non riuscivo a dire nulla, non riuscivo a pensare a nulla.
Rimasi per un paio di minuti al telefono, mentre Daisy continuava a riversare la sua ira nei miei confronti, e non la biasimavo affatto.
Sapevo di star sbagliando, stavo mandando tutto a puttane e speravo solo che alla fine ne sarebbe valsa la pena.
Sentii la chiamata essere chiusa ed il senso di colpevolezza farsi spazio nuovamente tra le fibre del mio corpo.
Ero un fottuto idiota.
Così con il cuore tra i denti, ritornai in camera, per notare subito dopo che Darcy se ne stava dormendo beatamente, mentre un leggero russare usciva dalla sua bocca, eppure non era fastidioso.
Perché a me piaceva tutto di quella ragazza, anche le cose che normalmente non mi sarebbero mai piaciute.
Ma avevo potuto capire fin da subito che, lei era sempre stata l'eccezione per me, fin dal principio.
Perché con lei non era tutto mai facile, perché con lei ero sempre felice e sorridente, perché lei mi faceva amare la vita e sentire libero ogni volta che mi trovavo in sua vicinanza.
Perché lei era la cosa più bella che mi fosse capitata e pensai in quel momento che non avrei più dovuto avere dubbi.
Perché ero sicuro che un amore del genere non mi sarebbe mai più ricapitato tra le mani e sperai solo che non l'avessi mai persa, perché fino a quel momento ero riuscito a sopravvivere solo perché non l'avevo conosciuta.
Non volevo immaginare come sarebbe stata la mia vita senza di lei, perché aveva mandato a rotoli tutti i miei piani future e mi aveva messo sottosopra la vita.
Non sapevo se sarei riuscito a sopravvivere se lei mai sarebbe andata via.
Abbandonai quei pensieri tristi e mi coricai accanto a lei, che aprì di scatto gli occhi per guardarmi, e dopo aver capito che si trattasse di me, li aveva richiusi mentre poggiava la sua testa sul mio petto ed io cominciavo ad accarezzarle i capelli.
Darcy's POV
Non mi sarei mai aspettata niente di quello che stava per succedere, perché ormai sembrava che fossi guarita dai traumi passati, pensavo di esserlo del tutto, solo che quella sera purtroppo, cambiai idea.
"Darcy'" avevo sentito dire ad Harry, e quando avevo aperto gli occhi, avevo potuto osservarlo mentre mi guardava terrorizzato.
"Cosa è successo?" chiesi confusa, mentre mi alzavo dal letto ed accendevo la luce.
Corsi in bagno perché sentii una nausea improvvisa e cominciai a vomitare.
Sentii dei passi pesanti avvicinarsi al bagno ma con una mano tenni la porta chiusa, ed Harry, una volta capito che non lo volevo tra i piedi in quei momenti di totale oblio, non aveva più esercitato forza sulla porta e mi aveva facilitato il tutto.
Mi alzai per guardarmi nello specchio, guardai i miei occhi lucidi e le guance rigate dal pianto, eppure io non mi ricordavo di averlo fatto.
Ero quasi sicura di aver rivissuto uno dei tragici momenti di quando avevo ritrovato i cadaveri delle persone a cui avevo mai tenuto, sapevo per certo di aver vomitato a causa di tutto il sangue che mi ero ricordata di avere visto macchiare le mie mani e tutte le mura, quel giorno di due anni prima.
Accesi il rubinetto e lasciai scorrere dell'acqua fredda sul mio viso, mi lavai i denti ed aprii la porta per ritornare a letto, anche se sapevo che ci avrei messo molto per riaddormentarmi, perché ero terrorizzata all'idea di avere nuovi incubi.
"Stai bene?" Chiese Harry, mentre si avventava su di me e mi tirava in un abbraccio, probabilmente spaventato da quello a cui aveva assistito.
Eppure quello non mi succedeva da molti mesi, era tanto tempo che non avevo avuto episodi simili.
"Harry, non è niente di che...ho solo avuto un incubo" chiarii, mentre lo spingevo leggermente, per farlo staccare da me.
"Non sembrava fosse niente di che, Darcy..." cominciò lui a dire.
"Non ne voglio parlare" conclusi io, prima di spegnere la luce e coricarmi nuovamente a letto, dopo aver capito che ancora fosse notte.
Al contrario di quello che mi sarei aspettata, la luce si accese nuovamente, segno che Harry non era d'accordo con quello che avevo voluto fare.
"Stavolta no, Darcy" aveva detto lui prima di avvicinarsi a me e girare il mio volto verso il suo, affinché lo guardassi in faccia.
"Per favore..." sussurrai, tentando di trattenere le lacrime che minacciavano di abbandonare i miei occhi.
"Non mi avevi mai detto di avere incubi..." aveva chiarito lui mentre spostava una ciocca di capelli che mi era ricaduta in faccia, dietro l'orecchio.
"Forse perché non me l'hai mai chiesto..." conclusi prima di prendere un bel respiro.
"Sono stato così egoista, mi dispiace tanto Darcy, ho sempre pensato che i miei problemi fossero i peggiori" confessò lui mentre mi asciugava una lacrima, che era caduta a causa delle troppe emozioni che sentivo in quel momento.
"Fa niente Harry, l'unica cosa che importa è che adesso tu sia accanto a me." sussurrai velocemente, prima di rendermi conto che lo avevo detto ad alta voce e non lo avevo solo pensato.
Mi irrigidii subito dopo, quando mi resi conto che avevo appena esposto gran parte dei miei sentimenti per sbaglio.
E anche se per un momento, avevo pensato alla sensazione di libertà che avevo sentito una volta che avevo esposto il mio pensiero più segreto, il silenzio di Harry mi aveva fatto cambiare completamente idea.
Era un silenzio che faceva più rumore di tutto quello che c'era intorno a noi, per quanto possa sembrare, quello era un silenzio assordante.
Mi liberai velocemente dalla sua presa, anche perché lui dopo aver sentito quelle parole uscire dalla mia bocca, aveva mollato a sua volta la presa su di me e non mi aveva più stretta a sé come se avesse paura che gli fossi scivolata te le mani.
Capii in quel momento che probabilmente per lui era stato tutto un gioco, fino a quando quella sentenza aveva abbandonato involontariamente la mia bocca.
E infondo non ne ero sorpresa, perché proprio come mi aveva raccontato settimane prima, per lui la cosa bella era il percorso per ottenere la cosa che desiderava, ed avevo capito che una volta ottenuta, non era più entusiasmato.
Capii in quel momento, che una volta essersi reso conto di avermi ottenuta, probabilmente il suo interesse era crollato, proprio come il mio cuore in quell'istante.
Presi la giacca e le scarpe in fretta e furia, non mi importava se fossi in pigiama, non mi importava di nulla.
Non mi importava se la mia valigia sarebbe rimasta lì, presi anche la borsa ed uscii sbattendo la porta dietro di me con forza.
Ero ancora in pigiama e sicuramente sarei sembrata una pazza a chiunque mi avesse vista in quelle condizioni, eppure non me ne importava minimamente.
Cominciai a camminare verso una meta sconosciuta, camminai per una decina di minuti, fino a quando notai l'insegna di un bar sopra la mia testa.
E cosa c'era di meglio da fare in quel momento se non berci su?
Erano ormai ore che canticchiavo e ballavo in pigiama in mezzo alla sala da ballo di quel piccolo bar.
Avevo attirato l'attenzione di molti uomini e non mi dispiace affatto essere al centro dell'attenzione in quel momento, avrei fatto di tutto pur di dimenticare il viso di Harry, i suoi baci ed i suoi occhi.
Stavo bevendo l'ultimo short di tequila per quella serata, perché la mia mente aveva cominciato a giocarmi brutti scherzi, perché un uomo molto più vecchio di me si era avvicinato a me e mi aveva palpato il sedere.
Quando avevo cominciato a piangere perché aveva cominciato a toccarmi dappertutto, mi era stato strappato di dosso con una violenza mai vista e nei miei occhi si era materializzato Harry.
Lo vidi dare pugni a destra e manca, visto che gli amici dell'uomo si erano avventati su di lui, e io per paura mi ero accasciata a terra.
Avevano cominciato a volare sedie e tavoli in tutte le direzioni, e quando tutto sembrava andare per il peggio, Harry prese la mia mano e mi trascinò fuori dal locale.
"Corri" aveva urlato prima di trascinarmi dietro di sé.
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