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"Mia madre e mio fratello sono stati uccisi da qualcuno e sono stata io a trovare i loro cadaveri, io..." provai a dire, mentre i ricordi dolorosi inondavano la mia mente, mentre confessavo uno dei pochi omicidi che New Orleans non era stato in grado ancora di risolvere.

Non lo avevo ancora guardato in faccia e inoltre non mi aspettavo che lui capisse, che mi capisse, non l'aveva mai fatto nessuno.

"Dopo l'accaduto accusarono me di averli uccisi, a causa di qualche rancore del passato a detta loro, la notizia girò tutta New Orleans in breve tempo e tutti cominciarono ad indicarmi come l'assassina spietata che aveva ucciso la propria famiglia." Mi voltai per guardarlo, dove trovai un'espressione neutra sul suo viso.

"Non avevo niente e nessuno, se non brutte voci di merda che giravano sul mio conto e così eccomi qui, questo è il mio segreto. È per questo che odio il silenzio, perché mi riporta troppo a quel giorno"

Una lacrima scese dal mio occhio, trovò fine sull'indice di Harry.

Lo guardai in viso, lacrime rigavano anche il suo di volto.

"Io ti credo Darcy. Credo al fatto che non sia stata tu ad ucciderli, infondo perché avresti dovuto?" Chiese, mentre tirava su col naso.

Perché avrei dovuto farlo? In realtà ci sarebbero stati migliaia di motivi, solo che lui non lo sapeva e di certo non gliel'avrei mai detto.

"Infatti" cercai di risultare credibile.

"Harry perché stai piangendo anche tu?" Chiesi, sforzando un piccolo sorriso.

"Perché ciò che hai passato è terribile, non oso immaginare ciò che hai provato e ciò che tutt'ora provi. Nonostante la mia famiglia non sia un granché, ammetto che senza di loro in qualche modo mi sentirei perso, non che ora non lo sia." rispose con la voce strozzata dal pianto.

Capii così che odiavo vederlo in quelle condizioni, mi faceva male il cuore quando soffriva.

Così in quello stesso momento, promisi a me stessa che mai lo avrei ferito.

"Harry smettila di piangere, se avessi saputo che sarebbe finita così, non avrei mai parlato" risposi abbracciandolo.

"Invece ti ringrazio, mi hai permesso di sapere molte cose su di te, dio sei fantastica Darcy." continuò a dire, quasi provando a scusarsi e a giustificare il suo comportamento.

"Sta zitto e abbracciami." Dissi, continuando a mantenere la testa nell'incavo del suo collo, anche se sapevo che non avrei voluto quello.

Volevo di più da Harry, ma non sarei mai stata disposta ad ammetterlo ad alta voce, così mi accontentai di quello.

"Scusami se te lo chiedo, ma tuo padre?" chiese curioso, ma non con quella curiosità che disturba.

"Mio padre? Beh mio padre non so dove sia, ci ha abbandonati alla mia nascita e ho ricevuto delle informazioni su dove trovarlo, anche se molto vaghe.
L'unica cosa che mi mancava per fare tutto ciò sono sempre stati i soldi. É per questo che non volevo accettare niente, capisci? Io me ne andrò, domani stesso e non so se mai ritornerò." mi fermai per riprendere fiato.

"Capisco se vorrai i tuoi soldi indietro ed è lecito però devi comprendere anche me, i miei bisogni. Ho davvero bisogno di sapere dove sia mio padre, è l'unico familiare che mi è rimasto al mondo e devo, necessito sapere perché se n'è andato" confessai, continuando a piangere.

Si staccò da me e pronunciò le parole che mai mi sarei aspettata uscissero dalla sua bocca.

"Vengo con te" disse sicuro.

"Come? Perché?" chiesi titubante, quasi non riuscendo a comprendere cosa aveva appena detto.

"Penso ti serva una mano no? E inoltre penso serva anche a me, staccare per un po' da tutto, soprattutto dal mio..." si bloccò.

Corrugai la fronte.

"Dal tuo cosa?" chiesi, curiosa di sapere da cosa voleva scappare.

"Dal mio...lavoro ecco, dal mio lavoro." Disse, però lo vidi che non era troppo convinto delle sue parole, infatti non convinse molto neanche me.

"Lo faresti davvero?" Chiesi nuovamente, riuscendo ad assimilare solo in quell'istante che non avrei dovuto affrontare quell'esperienza da sola, sorrisi perché finalmente riuscivo a sentire di non essere più sola al mondo.

"Certo" confermò lui sorridendo.

"Allora a domani la partenza" aggiunsi, battendo le mani felicemente.

"Quale è la meta?" Chiese, cominciando a togliersi la giacca di dosso.

"Australia, Sydney per la precisione" feci la stessa cosa fatta da lui e mi accomodai anche se a stento a gambe incrociate sul divano, presi il telecomando ed accesi il televisore.

Mi stupii nel vedere che il canale selezionato fosse Mtv, ma decisi comunque di non cambiare essendo la musica una delle mie passioni.

"Solo Sydney? Non sai altro?" Chiese sedendosi accanto a me.

"È già tanto se sono riuscita a trovare questa informazione Harry..." risposi sbuffando, ed era vero perché ci era voluto un sacco di impegno.

Avevo dovuto bussare a tutte le porte dei miei vecchi vicini, la maggior parte di loro non si erano degnati ad aprirmi, per paura molto probabilmente.

Lo aveva fatto però, un vecchio amico di mio padre che, anche se aveva avuto i suoi dubbi al principio, alla fine mi aveva detto dove lo avrei potuto trovare.

Dopo aver capito il mio stato di disperazione e la paura che io stessa avevo nei miei occhi, la paura di quando si è completamente soli e non si ha più nessuno accanto.

"Il nome? Come si chiama tuo padre? Magari riesco a rintracciarlo, ti stupirebbe scoprire quanti contatti ho in giro..." ammise, fiero di sé stesso.

"Oh non ho dubbi su questo, Richard Richards...non ridere." Lo avvertii subito dopo.

"Molta fantasia mi dicono" e lui ci provo davvero a non ridere, però, purtroppo non riuscì nel suo intento.

Gli diedi un piccolo colpo sulla spalla, in cambio lui si buttò sul divano come se gli avessi davvero fatto male.

Mi misi a cavalcioni su di lui.

"Ora penso proprio che ricambierò il favore dell'altra volta" dissi sorridendo maliziosamente, mentre le mie dita si abbassarono sui suoi fianchi e cominciarono a muoversi.

Vedevo che si stava trattenendo, sapevo per certo che non sarebbe resistito più di tanto, difatti poco dopo il suono della sua risata colpì le mie orecchie.

"I-io chiedo u-umil-umilmente perdono per..." disse lui, ma venne interrotto dalla sua stessa risata soffocata.

"Chiedi perdono per cosa?" Lo spronai a parlare.

"Per questo" disse lui, poi con un semplice gesto, trattenendomi per la vita, invertì la posizione e fui io quella a subire la mia stessa tortura.

"Non ti perdonerò..." dissi tra una risata e l'altra.

"Mai" continuai.

Sorrise, e per un attimo pensai che fosse la cosa più bella su cui i miei occhi si fossero mai poggiati.

Si fermò all'improvviso, intento ad ascoltare qualcosa.

Girò la testa di scatto verso la televisione e ci provai anche io, se solo non avessi avuto il suo corpo spiaccicato contro la faccia ci sarei di sicuro riuscita.

Si rigirò verso di me.

"Balla con me" disse a bassa voce.

"Cosa? No, non so ballare." Scossi la testa.

"Nemmeno io, ma chi se ne frega?" Chiese lui mentre si alzava dal divano e mi trascinava in piedi con lui.

"Suppongo non importi a nessuno" ammisi sorridendo leggermente.

"Appunto, segui la musica oppure segui me"

Disse, facendomi mettere una mano sulla sua spalla e l'altra nella sua mano.

Cominciammo a muoverci all'inizio con fatica, ma poco dopo, i nostri corpi si adattarono ai movimenti e al ritmo.

Ci muovevamo in sincrono, un mio passo avanti e un suo indietro, due miei a destra e uno suo a destra per raggiungermi.

Le note di Unconditionally attraversavano il mio cuore oltre che il mio corpo.

Feci una giravolta su me stessa mentre Harry mi afferrava la vita con l'altra mano, in poco tempo stavamo occupando tutto lo spazio disponibile con i nostri passi.

Quale magnifica sensazione di felicità e frivolezza.

Come precedentemente fatto, feci un'altra giravolta su me stessa ma quella volta girando verso sinistra.

Alla fine della piccola piroetta aimè, poggiai il piede male, infatti mi ritrovai ad afflosciarmi verso terra come un fiore appassito.

Quando ebbi realizzato la mia imminente fine però, una calda presa mi afferrò, non facendo così entrare la mia schiena a contatto con il duro pavimento.

Guardai le sue labbra per un paio di secondi, lui guardò le mie e successe.

Successe quello che mi ero promessa di non far accadere, però l'attrazione era troppo forte, il peccato era così invitante che non riuscii ad allontanarmi quella volta.

In una frazione di secondo le sue labbra furono sulle mie, e giurai di aver assaggiato per un singolo secondo una parte di paradiso.

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Chiedo umilmente perdono se i giorni a venire non riuscirò ad aggiornare, ma sto per finire di scrivere la storia e sono molto presa nel finire.

Vorrei solo sapere da voi se preferite magari aspettare una settimana o due per pubblicare tutti i capitoli in una sola volta o aggiornare giornalmente?
Grazie mille per il supporto.

Kisses

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