la signora mc'kenzie

" Should I stay or should I go now?
Should I stay or should I go now?
If I go, there will be trouble
And if I stay it will be double
So come on and let me know "
quella era la musica che usciva da una piccola cassa collegata ad uno smartphone, questo era impolverato con vistose righe sullo schermo.
Poggiati entrambi su di un tavolino forato nel mezzo e trapassato dal palo di un ombrellone.
Tessuto bucato a spicchi Blu e bianchi sotto il quale comodi su delle poltrone logore vi erano tre uomini, ai loro piedi un numero imprecisato di bottiglie giacevano per terra, quando l'ennesima venne poggiata in terra cadette e pian piano rotolò per la pendenza del terreno, infatti quei tre erano nella piscina vuota all'interno del cortile dell'unico hotel presente a Salt lake city, un piccolo borgo sabbioso nell'estremo sud della California.
Non era affatto grande ma non le mancava nulla; un market aperto ventiquattro ore su ventiquattro con orribili muri verde pisello, una drogheria, un negozio di armi, una piccola banca, la centrale di polizia una stazione di servizio, un bar e una discarica. Quelle erano le uniche strutture solide costruite, per il resto del paese, dove non vi era una roulotte vi erano baracche o costruzioni che con difficoltà potevano essere ritenute case, fatta eccezione per quel grosso motel ormai dismesso.
Proprio lì, questa storia prende piede, tra la polvere, qualche carcassa e preservativi srotolati.
La cassa si spense di colpo facendo girare la testa a tutti e tre gli uomini che a giudicare dai loro visi non presero tanto bene la cosa.
<< maledetto figlio di puttana >> biascicò uno dei tre, il più magro e più basso.
Egli indossava un cappello metà bianco e metà blu con una scritta sulla parte frontale, la visiera era rotta e da essa usciva del cartone e spugna giallo scuro. I suoi occhi erano piccoli e ai lati aveva delle accentuate zampe di gallina.
I capelli rossi invece scendevano lungo il collo fermandosi in mezzo le spalle con due lunghe basette che si univano ai baffoni sul suo muso.
Diede un pugno alla cassa ma non accadde nulla, quindi la colpì una seconda volta fin quando non venne fermato da uno degli altri due.
Questo era tutto il contrario del primo, alto e grasso con le braccia completamente tatuate di vari disegni.
Del suo viso emergeva soltanto un naso a patata arrossato dal sole visto che una grossa barba nera irsuta scendeva quasi fino il petto mentre gli occhi erano celati da dei rayban neri.
In testa indossava una bandana dai colori patriottici mentre il resto veniva coperto da una maglia smanicata color senape e jeans che un tempo probabilmente erano blue.
<< fermati pezzo di diota, si è scarica... >> non fece in tempo di parlare perché quello dai capelli rossi colpì ancora la cassa, ma quella volta con il calcio del suo shotgun, frantumandola in mille pezzi.
Il colpo però fece partire un colpo che distrusse una porzione del tessuto dell'ombrellone e riecheggiò nell'aria.
Quello grosso per poco non cadette mentre il terzo invece si ritrovò ribaltato con le gambe all'aria.
<< pezzo di merda guarda che cazzo fai! >> esclamò l'omone mentre il rosso ridacchiò divertito.
<< dovreste guardare le vostre facce da finocchi in questo momento! >> rispose mentre il terzo si sollevò.
Questo indossava una maglia nera con un taglio sul colletto e dei pantaloni da lavoro marroni, il suo viso era scavato, tra le labbra e il naso era rosso e sulle braccia vi era come una costellazione di croste paonazze. Quando si sollevò sistemò la poltrona e si sedette.
<< se arriva la polizia gli spariamo contro? >> propose poi sorridendo divertito mentre gli altri lo guardarono storto.
<< vediamo di stare fuori nei guai almeno questa volta! >> rispose quello grosso.
<< Dale, ha ragione Earl, stiamo buoni, godiamoci le birre e... >> a quel punto venne interrotto da Dale che dopo essersi messo la mano nella tasca dei jeans tirò fuori dei cristalli di metanfetamina, li fece sbattere sul tavolo rotondo attorno il palo dell'ombrellone.
<< ho portato anche questa, offre la casa! >> esalò.
<< io passo questa volta, più tardi ho da fare >> rispose Earl sistemandosi di poco la bandano sulla testa.
<< tu Cletus? >> domandò quindi al rosso con il fucile.
<< ma si! >> esclamò caricando la sua arma che poi poggiò per terra.
Presero quei piccoli cristalli trasparenti che riflessero la luce del cuocente sole e li prepararono in due siringhe diverse che Dale tirò fuori da un marsupio grigio tenuto con la sacca verso destra.
Earl fece un divertito cenno di no mentre i due si sparavano in vena per poi affondare sulle loro poltrone.
<< mio dio... che vita fantastica la nostra >> esalò con gli occhi persi e un sorriso confuso.
<< ci puoi giurare porca troia >> rispose Cletus sparando un colpo in cielo, seguito da un secondo.
Le orecchie di Earl presero a fischiare per i colpi ma guardò i suoi due amici fatti come zampogne, lo trovava divertente.
<< Avete notizie di Mike? >> domandò guardando i due.
<< so... so che tornato su a scoparsi quella troia di Stefany! >> esalò Dale per poi ridacchiare.
<< Dale, Stefany è morta! >> rispose stranito Earl.
<< beh pe... peggio ancora, non sapevo che il nostro Mike si scopa i morti, era sua moglie, un po di rispetto cazzo! >>
Earl si ritrovò a ridere della cosa anche se era in pensiero per il suo amico che da un po di giorni mancava, era andato ai funerali e perché doveva prendere il loro figlio visto che la madre era morta.
<< sapete cosa, io stefany me la sarei scopata, me la immagino a pecora mentre la tengo dai capelli e la sculaccio, ve lo dico io era una di quelle che adorava farsi sculacciare >> continuò a farneticare Dale, così Earl poggiò il piede sulla sua poltrona e lo spinse fino a farla ribaltare.
Cletus ridacchiando poggiò il fucile in terra mentre Dale cercava di alzarsi in modo piuttosto buffo.
Afferrò poi il fucile del suo amico, impegnato a vomitare tutte le birre poco prima bevute e parti del panino della sera prima.
<< ho bisogno di un'altra birra >> disse girandosi, si accorse quindi di Dale che aveva afferrato lo Shotgun ed era uscito dalla piscina, lo inseguì salendo dai gradini quasi del tutto ricoperti di terra.
Dale e Cletus oltre essere ubriachi e fatti, si stavano inseguendo litigando per un fucile.
Non bisognava essere laureati per capire che una situazione simile non poteva volgere in nessun modo a parte che male.
Earl quindi si alzò raggiungendo i due metri e dieci e li seguì cercando di farli calmare, ormai la discussione si era portata sul ciglio della strada e i due tenevano con entrambe le mani il fucile, tirando e insultandosi.
Alla fine Earl li raggiunse e mettendo una manona sul fucile cercò di toglierlo dalle mani di entrambi. Fu proprio in quel momento che partì un colpo, i tre furono momentaneamente assordati ma in quel frangente Earl riuscì ad impossessarsi del fucile.
Quello che vide poi successivamente lo fece bollire, la testa prese a girare vorticosamente e il cuore battendo fortissimo scaldò il suo petto.
La signora mc'kenzie giaceva a terra dall'altro ciglio della strada, da un sacchetto in terra rotolarono alcune lattine di tonno e salsa mentre sotto la povera anziana si stava lentamente formando una pozza di sangue.
<< merda! Merda! Merda! Abbiamo ammazzato la signora Mc' kenzie! Cazzo! >> urlò Cletus mettendosi le mani sul cappello.
<< cosa cazzo ci faceva qui, questa vecchia puttana?! >> controbatté Dale guardandosi attorno.
Per fortuna la strada era deserta, ma i continui spari avrebbero potuto attirare attenzione.
<< ok... io in prigione non ci torno, non per questo! Prendi il tuo pick up >> disse Earl infine, indicando Cletus.
<< merda... merda siamo dei fottuti idioti, cazzo! >> rispose però lui.
<< ti vuoi calmare? >> ribadì imponendosi su di lui. Sudato ed evidentemente norvoso
<< si, si, prendo il pick up >>. Cletus corse a prendere il pick up, parcheggiato vicino l'hotel.
Restarono Earl e Dale, entrambi spaventati ma il primo avrebbe dovuto mantenere la calma per non finire in prigione, insomma, in assenza di Mike la combriccola era in mano sua.
<< adesso noi andiamo via, gettiamo il corpo nel mare, tu entra in casa, trova qualcosa per pulire questa merda intesi? >>
<< in mare?! Povera signora Mc'kenzie, non volevamo, se magari spieghiamo alla polizia... >>
Earl lo strattonò da entrambe le spalle.
<< cosa vuoi spiegare alla polizia? Che essendo strafatti di metanfetamina avete litigato per un fucile di contrabbando e che avete ucciso una povera vecchia di passaggio? >> domandò lui.
<< merda questa storia è troppo assurda anche per noi! >> rispose quasi capricciando ma a quella reazione venne colpito da una sberla in piena faccia.
<< se non vuoi tornare dentro datti una mossa, quando hai finito torna alla piscina >> rispose.
Cletus tornò col pick up in retromarcia.
I due quindi caricarono la povera signora nella parte posteriore e la coprirono con un telo usato da Cletus per coprire gli animali che ammazzava.
Il mare non distava tanto, dovevano girare subito a sinistra, andare avanti per due semafori e poi girare a destra, sarebbero arrivati in spiaggia.
Il piano era quello di gettarlo in mare ma bisognava prendere in "prestito" una dei pescherecci per raggiungere una buona altezza.
Raggiunsero il punto in cui la strada veniva sommersa dalla sabbia e iniziava la spiaggia ma proprio in quel momento vennero raggiunti da una volante della polizia, completamente bianca con le classiche sirene rosse e blu, emise due forti suoni per farli fermare.
Earl sprofondò sul sedile, non voleva credere a quanta sfortuna qual giorno stava avendo, di certo però non volevo finire in prigione, non con un accusa di omicidio e occultamento di cadavere.
Scesero entrambi i poliziotti, uno abbastanza giovane con i capelli biondo cenere laccati di lato e l'altro più anziano, pelato come Earl.
Fu quest'ultimo che si avvicinò mentre i due restarono immobili.
<< che facciamo Earl? Che facciamo? >>
<< non lo so cristo santo! Non lo so! >> rispose.
Intanto il poliziotto si affacciò al finestrino del pick up e sorrise.
<< patente e libretto, Cletus Wallace >> esalò con tono sarcastico guardando all'interno.
<< Earl! >> saluto nel frattempo l'altro.
<< agente >> rispose quindi l'altro non celando un tono sprezzante.

Intanto Cletus sbracciava come un matto cercando i documenti e una volta trovati li mosse a pochi centimetri dalla faccia dell'agente.
<< a lei, signore >> esalò divertito.
Lui li guardò e accertatosi che fosse tutto in regola restituì i documenti.
<< il foglio dell'assicurazione? >> domandò.
A quel punto Cletus sbuffò sollevando lo sguardo al cielo.
<< chi fa l'assicurazione in questo buco di culo di paese?! >> controbatté stanco e sopratutto spaventato dall'agente che avrebbe potuto scoprire in ogni momento cosa nascondesse il pick up.
Ci fu un attimo di silenzio che sembrò durare anni, Earl desiderava soltanto vedere quei due andarsene via.
L'agente chiuse un occhio per l'assicurazione, probabilmente non voleva avere gatte da pelare, fogli da scrivere e dover chiamare il carro attrezzi ma poco prima di andare via, nel momento in cui raggiunse il dietro del pick up, guardò dentro e notò che un telo bianco copriva qualcosa.
<< che hai nel bagagliaio? Un cojote? Magari un cucciolo di wapiti? >> domandò e a quel punto Cletus s'alzò restando vicino alla portiera.
Era fatta, l'agente di polizia aprì il telo e la sua faccia assunse un espressione schifata.
<< santo dio! >> esclamò, ma furono le ultime cose che disse visto che Cletus gli sparò in pieno facendolo stramazzare in terra.

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