Tre


«Allora ragazzino, cosa pensi di fare ora?» chiese Jimin con fare divertito mentre gli porgeva la sua tazzina di caffè giornaliera. Anche quel giorno Jungkook era seduto al bancone del bar ed aspettava che il ragazzo-Red Velvet varcasse la porta del locale per ordinare la solita fetta di torta, al solito tavolino tondo posto al centro della sala. 

«Che cosa ti ha detto? Ha chiesto di me?» non ascoltava una singola parola di quella che gli rivolgeva il cameriere, era solo intento a ciondolarsi sullo sgabellino impaziente e in preda all'ansia.

«Ma no? Un tizio anonimo gli paga la consumazione e lui se va come se nulla fosse!» alza gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto.

«E dai! Qualche dettaglio in più! Ti è sembrato contento? Curioso? Infastidito?» solo in quel momento realizzò che quel gesto poteva essere interpretato anche in un altro modo: un atto di carità qualora avesse problemi di soldi, o peggio, uno stalker ossessionato giorno e notte a lui. Beh, forse un po' lo era, ma solo perché la sua bellezza lo aveva accecato talmente che non ne riusciva a fare a meno. 

Il ragazzo Red-Velvet era la parte migliore della sua giornata.

«Kookie non so cosa dirti, sembrava curioso, oserei dire lusingato, ma non ne sono sicuro»

In quel momento la porta del bar si aprì facendo suonare il campanellino sopra di essa, segno che era entrato un cliente. Jimin e Jungkook si voltarono.

Era lui. Puntualissimo nel solito cappotto marrone, lungo fino alle ginocchia, la borsa a tracolla del medesimo colore, gli occhi sottili e sognanti sotto gli occhiali fini da intellettuale, e un sorriso squadrato che rivolgeva sempre a tutti, ignaro dell'effetto benefico che aveva nei cuori delle persone. O almeno in quello di Jungkook.

«Jimin!» salutò il barista, ormai divenuto suo amico, mentre si dirigeva al solito tavolo con aria fiera e passo sicuro, come se avesse il mondo ai suoi piedi. Per tutto il tempo Jungkook lo seguì con lo sguardo per poi distoglierlo una volta seduto.

«Che fa? Che fa? L'ha visto?» bisbigliò insistentemente rivolgendosi a Jimin.

«Cosa? Cosa deve vedere?» chiese curioso e al contempo perplesso il cameriere.

Poi questi guardò oltre la schiena del ragazzino e vide Taehyung che girava e rigirava tra le mani un fogliettino di carta con aria divertita.

«Volevi sapere la mia prossima mossa? Eccola»

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