Capitolo 7

Ahimè, la spada 

ed il veleno, pieni di disprezzo, 

m'han detto: "Non sei degno che alla tua 

schiavitù maledetta ti si tolga, 

Imbecille!"

(Il vampiro, Baudelaire)

 

Kirsten POV

Riapro gli occhi e mi accorgo che il martello dentro la mia testa ha smesso di picchiettare sulle tempie. Provo a strofinarmi le palpebre con le dita, ma i miei polsi incontrano la resistenza ostinata della corda. Muovo le spalle in un vano tentativo di fuga, anche se più mi dimeno e più le corde mi tagliano. Giro la testa da una parte e dall'altra, senza capire bene dove sono. E' tutto completamente buio, e credo di essere legata a qualcosa. Una sedia? Di certo è scomodissima.

"Ehi, c'è qualcuno?" grido, non trovando soluzione migliore se non questa. E pensare che sono io la prima a prendere in giro le stupide che negli horror si mettono a frignare e a gridare questa frase. Dio, come sono caduta in basso! La mia voce rimbomba nel buio. La stanza deve essere senza finestre, e grande. Molto grande.

"Kirsten?" qualcuno mi chiama , ma la sua voce è talmente flebile che riesco a malapena a sentirlo. Drizzo le orecchie e cerco di capire la provenienza del mio nome. "Cretina, sono qui!" Cosa?!

"Flinn!"

"Oh, finalmente. Credevo che non ti svegliassi più."

"Beh, scusa tanto se ho fatto un volo di cento metri grazie al tuo amichetto." Sto parlando al vuoto. Non riesco a vedere dove sia, ma se è stato lui a portarmi qui, allora sono spacciata. No! Non può essere stato lui. Qualcosa nel mio cervello si attiva, ed io rivedo i miei ultimi istanti prima di svenire. La caduta, il bozzolo, il sangue nero sulle rocce e poi lui, steso a terra e sanguinante a pochi metri da me. Flinn mia ha... fatto da scudo. "Sai dove siamo?" chiedo, ma lui non risponde. "Flinn?" lo chiamo, ma niente. Eppure sono convinta che ci fosse, pochi secondi fa. "Alexander? Se è uno scherzo, non è divertente."

"Non è uno scherzo, Cacciatrice." Una porta davanti a me si apre, e la stanza viene illuminata da almeno cento fiaccole sanguigne. La luce illumina per metà il viso di un ragazzo di almeno vent'anni. La sua voce mi è familiare.

"Dove sono?" Voglio risposte. Adesso! Lui ridacchia, illuminando gli occhi dorati.

"Sei nel sotterraneo della Lega dei Cacciatori." Il giovane si avvicina a me, con la solita smorfia di superiorità. "Permettimi di presentarmi. Io sono Jason MacCan." Mi tende una mano, per prendermi in giro.

"In questo momento sono un pochino impossibilitata a muovermi" do uno strattone alle corde per rendere l'idea "ma se mi liberi, possiamo parlarne. Prendo il vampiro e me ne vado." In tutta risposta mi ride in faccia, e io stringo i denti per non sputargli su quel visino da finto angelo.

"Vuoi dire quello?" Mi prende il mento con la mano e lo ruota verso destra, mostrandomi quello che hanno fatto alla mia preda. Alexander è appeso per delle catene che gli sorreggono le braccia e tenuto prigioniero dea sbarre imbrattate di scritte che non ho mai visto. La testa è ripiegata in avanti e il ciuffo gli copre il viso, mentre il corpo penzola immobile. Sul petto noto numerose ferite tenute aperte, probabilmente da incantesimi appositi. Quando lo hanno ridotto così?

"Ehm, apprezzo che vogliate semplificarmi il lavoro, ma io preferisco il fai-da-te, quindi scusa se non vi ringrazio."

"Certo che sei divertente." Fa un giro intorno alla sedia, mostrandomi il suo strano abbigliamento. Indossa una divisa blu notte, con una croce dorata cucita sul braccio. Quindi, se questa è la Lega, lui deve essere per forza uno di quei famosi cacciatori. Si ferma dietro lo schienale, e con un gesto slega i nodi che mi tengono legata. "Ecco, alzati." Faccio come mi dice, mantenendo la guardia alzata. Devono avermi tolto le armi, mentre Jason sembra esserne fornitissimo. "Vieni." Comincia a camminare verso la cella che contiene Alexander, muovendo un dito nella sua direzione per incitarmi a seguirlo.

"Cosa vuoi da me?" Lui si volta, smettendo di contemplare un punto fisso davanti a lui.

"Io niente, ma i miei superiori hanno saputo delle tue azioni in giro per l'Inghilterra, e vogliono che tu entri a far parte della Lega." Metto le mani sui fianchi e alzo un sopracciglio.

"Non mi interessa, grazie. Non voglio liberare il mondo dalla piaga dei vampiri. Mi interessa solo uccidere lui, e voglio farlo da sola."

"Ah sì? E come pretendi di poter uccidere Flinn con delle armi primitive come le tue?" Uffa! Ancora con questa storia! "Guarda qui." Jason stacca una palla delle dimensioni di un' arancia dalla sua cintura e me la lancia. La prendo al volo e la osservo bene, tastandone la superficie a guscio di tartaruga. "Granate alla polvere d'argento." mi spiega lui "Uccidono un lupo mannaro in pochi secondi." La guardo ammirata, come se avessi tra le mani una gemma rara. Mio zio me ne aveva parlato, ma io avevo declinato il discorso, visto che l'unica cosa che mi interessava era uccidere i vampiri. Mi bastava quello. Gli ridò la granata e Jason caccia dalla cintura un pugnale di legno identico al mio, ma con un incisione sopra. "Pugnale di pioppo consacrato. Proviene direttamente da Gerusalemme, più precisamente dal Calvario, il punto in cui Cristo fu crocefisso. Marchia i vampiri all'interno." Lascia perdere Alexander e si avvicina ad un'altra cella, dove una ragazza è nelle stesse condizioni del vampiro di prima, ma sveglia. Non appena vede Jason cerca di attaccarlo, ma è talmente sfibrata che le catene a malapena tintinnano. "Piccola dimostrazione." Senza fare una piega affonda l'arma nel braccio di lei, che prende ad urlare e ad agitarsi. Gli occhi azzurri di spalancano e le vene sotto gli occhi sono messe in risalto, prima che le parole incise sul pugnale si riflettano a fuoco sulla sua pelle bianca. A questo punto la vampira smette di contorcersi, e Jason la scioglie dalle catene. Lei rimane immobile, con lo sguardo puntato verso il niente.

"Gehorchen." Dice Jason, e lei annuisce.

"Cosa hai detto?" chiedo, rimanendo sempre fuori dalla porta. Lui fa una nuova smorfia e mi guarda.

"Le ho detto di obbedire. È tedesca." Mi spiega, indicandola. Rimango a bocca aperta. Quindi il pugnale piega un vampiro al proprio volere, quasi come la mia mistura. Le porge un paletto di legno. "Töten." ordina, e io la vedo prenderlo in mano.

"Ja, meister." sussurra lei, prima di ficcarsi il paletto dritto nel petto. Il suo corpo prende fuoco davanti ai miei occhi e lei scompare con un urlo. Le ha detto di uccidersi, e lei lo ha fatto.

"Visto? Non è una figata?" Mi porge il paletto consacrato e mi indica la cella di Alexander. "Perché non lo fai anche con lui?" Lo guardo sulla difensiva.

"Posso?" chiedo, senza una particolare espressione. Lui annuisce con un sorriso.

"Certo. Così vedrai cosa si prova ad essere una di noi. Ti piacerà, vedrai." Con un sospiro prendo l'arma e mi dirigo verso la cella adiacente. Fermo il mio sguardo sulle parole incise anche sulle sbarre. Sembra la stessa lingua del pugnale. Faccio due più due e concludo che deve essere ebraico. Incredibile come, in un momento simile, riesca a pensare solo a che lingua abbiano usato come decorazione. Sto per realizzare il mio obbiettivo. Finalmente realizzerò quello per cui ho tanto lottato e poi... già... e poi? Cosa farò? Potrei andarmene e abitare da mio zio, o nella mia vecchia casa a Stratford. Vivrei come una normale adolescente. Magari mi troverò un ragazzo. Sembra una bella prospettiva. Allora perché non sento niente se non un profondo disagio? Apro la porta della cella e il cigolio fa svegliare Alexander. Il suo sguardo scuro incontra prima il mio, poi quello di Jason.

"E così sei passata dalla parte di questi maniaci." dice, con una punta di delusione.

"Non ancora." La mia voce è sorprendentemente incolore, e la mano stringe forte l'elsa del pugnale. Lo porto all'altezza del suo viso e lui sembra riconoscerlo, perché inizia a dimenarsi e a soffiare verso di me. Era quello che volevo, giusto? Che lui avesse paura, come io ne ho avuta di lui.

Alex POV

Non quel pugnale! Tutto tranne quello! Ho sentito quello che il cacciatore ha fatto alla vampira accanto alla mia cella, e non voglio fare la stessa fine. Ucciso per mia stessa mano! Dalla mia bocca escono soffi simili a quelli di un gatto, ma non riesco a fermarli come non fermo i canini che si allungano prepotentemente e mi feriscono il labbro inferiore. Prima d'ora non avevo mai preso in considerazione l'idea di morire. Non sono preparato a quello che mi aspetta al di là, e non ho intenzione di scoprirlo oggi.

"Kirsten, non farlo." Provo a tirare le catene, ma sono troppo debole. Quella strega ha drenato quasi tutto il mio sangue. La rossa davanti a me non fa una piega e il cacciatore ride. Credo che si chiami Jason. Deve avermi portato lui in questo posto. Anche l'aria puzza di verbena. Lei alza lo sguardo dal pugnale e lo punta nel mio. Sento un movimento all'altezza del petto, e mi piego in due dal dolore. È stato come un botto istantaneo, e mi ha lasciato senza fiato (si fa per dire).

"Andiamo Cacciatrice, prenditi la tua vendetta." La incita Jason. "Non avrai altre occasioni. Questo vampiro controlla i clan di Liverpool. Se non lo fai fuori, i vampiri elimineranno gli umani, proprio come lui ha fatto con i tuoi genitori." I suoi genitori? La mia mente collega tutto: l'Animale e gli assassini che ho compiuto nove anni fa. L'ultima casa che ho visitato era quella di una famiglia, ma non c'era una bambina. Ricordo di essere entrato dalla finestra ed essermi goduto i loro sguardi terrorizzati. Avevo fame, ma poi... buio. Non ricordo altro. Cosa cazzo è successo quel giorno?! Lei lo guarda, sempre con lo stesso sguardo spento.

"Che ne sai tu dei miei genitori?" Bella domanda.

"Sappiamo tutto di te, Kirsten Donovan. Ti teniamo d'occhio da un po'."

"Oh." commenta solamente, senza muoversi. A quanto pare è arrivata la fine. È in ritardo di qualche secolo, ma ce l'ha fatta a raggiungermi. Kirsten si avvicina a me e riesco a sentire il suo cuore che prende a battere più velocemente. Stringe l'elsa e lo solleva verso il mio cuore, caricando il colpo per colpirmi. Chiudo gli occhi e giro la testa, per non vedere quel coso che mi distruggerà la mente. Attendo il colpo, finché non sento un urlo non mio. Apro gli occhi e Jason è a terra, con il pugnale ficcato nel cuore. Kirsten lo guarda con occhi sbarrati, poi gli ruba la cintura con le armi e se la mette alla vita, prendendo una spada d'argento. Con un movimento fluido taglia entrambe le catene e io cado a terra. Non riesco neanche a reggermi in piedi. Sono troppo debole. Devo mangiare. Lei prende Jason per i capelli e me lo passa. "Non farmene pentire." Dice, prima che io affondi i denti nel collo del cacciatore, spremendolo come un chicco d'uva. Le ferite sul mio petto si rimarginano e sento una sensazione calda e familiare avvolgermi. Mi alzo e faccio scrocchiare le ossa del collo. Sono tornato!

"Così va meglio." dico, guardandomi intorno per cercare un' uscita. Kirsten riprende il pugnale dal corpo di Jason e lo punta contro di me. "Prova ad attaccarmi e non sarò più così caritatevole." Per tutta risposta faccio una smorfia.

"Grazie."           

"Per cosa?" chiede, incrociando le braccia.

"Per non avermi ucciso."

"Non ti esaltare. Mi servi per uscire da questo posto." Ma a chi vuoi darla a bere? C'è un altro motivo, così come c'è un motivo se ti ho fatto da scudo nella caduta. Spero che lei lo trovi, perché io non ci sono ancora arrivato. Eppure non sono stupido! Chiudo gli occhi e provo a mandare un segnale agli altri.

 ALEX! DOVE TI SEI CACCIATO? La voce di Rick mi trapana il cervello.

Sono nei sotterranei della Lega. Di a Tania di trasportarci via!

 Cosa ci fai lì? Datti una mossa!

Te lo spiego dopo. Muoviti. Grazie a D... sì va beh, Lui, Rick ha un ottimo tempismo. Kirsten mi guarda stranita e io alzo le spalle.

"Cosa vuoi?" Lei mi fa la linguaccia e torna a tastare le pareti in cerca di un uscita. Sento dei passi provenire dal corridoio e la porta si apre di nuovo, questa volta mostrando un gruppo fornito di cacciatori armati fino ai denti. Kirsten si volta e io faccio lo stesso. Merda! Non ne posso più di imboscate e attacchi di gruppo. Prima Brooke e adesso questi invasati. Perché a me? Sento la mia pelle pizzicare, e piano inizio a dissolvermi. Non ho detto a Tania di trasportare anche Kirsten. Non sanno che è con me! "KIRSTEN!" Lei vede il mio corpo dissolversi e rimane pietrificata, mentre i cacciatori capiscono che è opera di una strega. "Afferrami la mano!" E' troppo lontana, ma dovrei riuscire ad usare la super velocità. Corro verso di lei e le prendo la mano tesa, un secondo prima di vedere il paesaggio intorno a noi sparire.

Mi ritrovo sbattuto sul divano del Rifugio, con Kirsten addosso.

"Levati di mezzo." La spingo via e lei si rialza, incontrando l'abbraccio di Tania. Faccio un sospiro di sollievo e mi lascio andare sullo schienale. I miei compagni sono intorno a me, e mi guardano come se fossi un fantasma.

"Sei vivo?" chiede Derek, incredulo mentre mi esamina con lo sguardo azzurro. Gli tiro un calcio, ma lui lo schiva. Sono ancora troppo stanco per fargliela pagare. Penserò ad una vendetta più tardi.

"Sì, e anche stanco. È stata una nottataccia."

"Guarda che sono le sei di pomeriggio." Cosa?! Ho perso un intera giornata in quel postaccio? Chiudo gli occhi e li massaggio con due dita. Quando li riapro vedo Tania che sta sommergendo di domande Kirsten, però lei non le presta molta attenzione. Sta guardando me. Faccio una smorfia e lei ricambia, mentre quel dolore al petto ritorna. È peggio di un infarto!

"Ehi, cos'hai?" Josh mi poggia una mano sulla spalla, ma io scuoto la testa.

"Niente, sono solo un po' indolenzito." rispondo, sperando che sia vero.

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