Capitolo 6
Cicatrice, e poi la luce
Dolce ti si attinge
Tutto è un gioco
Tutto è fuoco
Sì, però all'inferno ci vai tu.
(Perverso, Tiziano Ferro)
Kirsten's POV
Esco fuori dalla doccia e mi do una veloce asciugata prima di andare a letto. Sono riuscita a fare i compiti per domani in poco tempo, così la mia facciata da dolce studentessa rimarrà inalterata.
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo. A dire il vero non so perché continuo a rimanere in questo buco dimenticato da Dio.
A quanto pare non posso uccidere Flinn, né divertirmi con nessuno dei suoi amichetti. Non ho capito bene il perché, ma l'unica cosa che so è che metterei in pericolo Tania. Lei è una sottospecie di amica per me... almeno credo. È da molto che non ho amici. Non mi sono mai fermata troppo in un luogo, ma adesso potrei prendere casa e godermi i miei diciassette anni. Non sarebbe male.
Prendo il paletto di pioppo, ancora incrostato di sangue secco. Ecco il motivo per cui non posso farlo. Questo sangue mi tiene ancorata qui. Sento che sono nel posto giusto, e al momento giusto. Mio zio me l'aveva detto, quando mi allenava per diventare quella che sono ora. La mia infanzia dopo la visita dell'Animale non è stata delle migliori, ma è grazie allo zio Philippe che ora sono quella che sono. La Cacciatrice. Il terrore dei vampiri.
Inizio a ridere senza un perché, immaginando gli occhi neri di Flinn prendere fuoco, mentre lascia finalmente questo mondo. Forse se lo ucciderò troverò di nuovo un po' di normalità. Mi guardo intorno, sentendo solo silenzio. A quest'ora della notte le strade sono deserte, e i vampiri escono a caccia. Mi affaccio alla piccola finestra nella mia camera, cercando con lo sguardo qualcosa che possa distrarmi dai miei pensieri.
Qualsiasi cosa.
Un rumore attira la mia attenzione. Proviene dalla fine della strada. Guardo pazientemente che il tizio si avvicini, studiandolo da capo a piedi. I capelli scuri, la pelle pallida, la mascella volitiva. Il pugnale quasi mi cade dalle mani quando scopro che il solitario che affronta la strada è Alexander.
Lo afferro per il rotto della cuffia, e corro fuori di casa, sentendo della musica molto zen provenire dall'appartamento accanto. Tania deve essere in fase yoga. Mi ha detto che l'aiuta a riunirsi all'universo.
Affari da streghe.
I miei piedi scendono veloci le scale, guidati da una crescente fibrillazione ed eccitazione. Perché sto correndo, se non posso ucciderlo? Ho solo questo pugnale, una boccetta di acqua santa e una siringa della mia speciale mistura nelle tasche del cappotto.
Una sferzata di vento insolitamente freddo mi congela le gambe scoperte e mi sferza i capelli ancora umidi. Il loro rosso è in contrasto con il buio spento e senza stelle che mi sta sopra. La sanguisuga sembra scomparsa. Mi trattengo dal battere un piede a terra, per non fare troppo chiasso. Non può sfuggirmi sempre così! Un altro rumore. Il calcio ad una lattina. La sento rotolare e fermarsi. Non deve essere molto lontano. Guardo in giro e lo vedo. È alla fine della strada e sta camminando da solo. Apparentemente non si è accorto di me, ma non si sa mai. Tengo la siringa stretta in mano e inizio a seguirlo il più silenziosamente possibile, ma lui sembra catapultato in un altro mondo.
Alexander's POV
"Tutto bene, Josh?" chiedo, entrando nella stanza del convalescente. Lo chiederei anche a Richard, ma è sotto la doccia da due ore per togliersi quella puzza di dosso. Il biondo si mette seduto, grattandosi la pancia.
"Più o meno. Ho rischiato la morte due volte in due giorni, sai com'è..."
"Veramente sei già morto." Lui agita una mano e alza gli occhi al cielo.
"Dettagli." Ride, per poi appoggiare la schiena alla testiera del letto. "Sai che sono più di duecentoundici anni che non sto a letto malato?"
"Perfetto. Prime impressioni?" Mi siedo sul letto e lui scuote la testa.
"E' una noia, anche se non mi dispiace avere voi quattro che mi servite e riverite. Come diceva Baudelaire: il più grande nemico di ogni essere vivente è la Suprema Noia!" Ride di gusto, facendo scintillare i canini bianchi e appuntiti. Faccio due calcoli e scopro che sono più di due secoli che non mi faccio una risata del genere, però ricordo quella testa calda di Baudelaire, conosciuto durante il nostro periodo nei café culturali parigini.
"Senti, riguardo a stamattina, ricordi qualcosa?" Lui ci pensa un po' su e una mano gli corre nel punto in cui abbiamo trovato il paletto.
"Ho sentito Rick urlare, poi dei passi e infine la porta si è spalancata e sono entrati tre tizi che non avevo mai visto. Non devono essere di queste parti. Ne ho morso uno, e l'altro mi ha ficcato il paletto nel cuore. Credevo di essere spacciato."
"Aspetta, ne hai morso uno?" Lui annuisce e io gli tiro una forte pacca sulla spalla. "Sei grande, amico!"
"Perché rimarchi l'ovvio?" chiede, inclinando la testa di lato. Se ne ha morso uno, devono esserci delle tracce ematiche da qualche parte. Il morso di un vampiro ci mette una settimana per uccidere un lupo mannaro. Mi alzo dal letto ed esco fuori, lasciando perdere il giubbotto.
"Ehi, dove vai?" Derek esce dalla cucina con un whisky in mano. Devo inventarmi una buona scusa.
"A mangiare. Ho voglia di qualcosa di fresco."
"Sicuro che sia una buona idea? Sai, con la Cacciatrice nei paraggi." Cazzo! Me ne ero completamente dimenticato. Non posso lasciare andare questa pista. Il sangue del lupo dovrebbe aver lasciato ancora qualche traccia di odore nell'aria.
"Anche se mi prendesse, non potrebbe farmi niente. Tu e Caleb tenete d'occhio i due invalidi, e vedi se riesci a rendere l'odore di Rick un po' più accettabile. Sono già morto, non voglio ripetere l'esperienza." Lui annuisce, poco convinto, poi mi lascia andare. Tanto lo avrei steso in poco tempo. Esco fuori e infilo le mani nelle tasche dei jeans. Vorrei una sigaretta, ma l'odore si cancellerebbe. Annuso un po' l'aria intorno a me, e i canini escono fuori da soli.
Trovato, ma è debole.
Lo seguo lentamente, cercando per terra qualche traccia secca, senza risultato. Poco male. L'odore mi porta nel bosco, e più precisamente davanti allo strapiombo che si getta sul fiume di Canton. Il rumore dell'acqua mi rimbomba nelle orecchie, ma l'odore adesso è più forte. Irresistibile. Scosto un mucchio di foglie del sottobosco, e trovo un cadavere nascosto. Ecco da dove arrivava l'odore. Vedo un morso sul collo dell'individuo, e poi un buco sul petto. Lo hanno freddato in fretta, con un solo colpo. Mi chino e lo volto a faccia in su, per memorizzare il volto del nostro nuovo nemico. Devono averlo ucciso e poi buttato qui. Tanto era già spacciato, e sarebbe stato solo di peso. È la legge del branco. I più deboli rimangono indietro. Questo non è molto vecchio. Mi raddrizzo e un rumore mi riscuote. Non ci posso credere!
"Stammi lontana." Dico, senza voltarmi. So già chi è, e tutto questo inizia a scocciarmi.
Kirsten's POV
"Non voglio farti del male, per ora." E' la verità. Cioè, in realtà non posso. Lui non sembra credermi.
"Getta le armi." Spalanco gli occhi. Come fa a sapere che sono armata? "Mi hai sentito? Buttale a terra. Non ti ucciderò."
"Certo, e io ti credo." dico sarcastica, facendolo voltare.
"Muoviti e vieni a vedere." Cosa? Che dovrei vedere? Alzo gli occhi al cielo e getto il pugnale a terra, vedendolo conficcarsi nel terreno molliccio. Faccio un passo in avanti, ma lui si volta, mostrandomi i canini. "Mi stai prendendo in giro? Io intendevo tutte le armi." Scuoto la testa e sbuffo violentemente, togliendomi di dosso il cappotto.
"Ecco. Soddisfatto?" esclamo, allargando le braccia. Lui annuisce e io mi avvicino. Vedo il cadavere ricoperto di sangue e non faccio una piega. Sono abituata a peggio, ma Flinn non è del mio stesso parere, perché sembra si stia trattenendo dal succhiare quel morto come un lecca-lecca. "Un cacciatore?" chiedo, ricordandomi delle parole di Tania.
"Un Lupo." mi corregge.
Oh, i miei nuovi idoli.
Inclino la testa di lato e storco la bocca.
"Lo avete ucciso voi?" cerco di scoprire, ma lui scuote la testa.
"I suoi simili, ma sarebbe morto tra qualche settimana." Indica con il dito due buchi insanguinati all'altezza del collo. Ho un déjà-vu che mi costringe ad allontanarmi di qualche passo. Flinn mi guarda con soddisfazione, cosa che mi fa imbestialire. "Cos'hai? Non mi dire che la grande Cacciatrice si schifa di un cadavere." Mi sfotte, girandosi e venendomi vicino. Non avrei dovuto lasciare tutte le armi. Dannazione!
"No." rispondo, non sapendo cos'altro dire. Lui fa ancora un passo verso di me, ed io arretro. Mi verrebbe voglia di saltargli addosso e staccargli personalmente la testa, poi ricordo che ho perso il mio adorato pugnale a casa di quel mostro. Era un regalo di mio zio. Mi ucciderà se lo verrà a sapere.
"E allora perché arretri? Hai paura di me?"
"Ce l'avevo." Quando avevo otto anni, e sono rientrata in una casa dove mi aspettavo di trovare dei genitori vivi.
Mia madre che preparava la cena.
Mio padre che urlava contro mio fratello.
Qualsiasi cosa, tranne quello che ho visto veramente. E adesso la stessa scena mi si presenta davanti dopo nove anni. Flinn vicino ad un cadavere squarciato, che guarda verso di me con occhi spenti. Anche allora mi ha fatto quella domanda. Hai paura di me?
"Si può sapere che ti ho fatto?" chiede, senza molta pazienza. Strano, credevo che gli immortali ne avessero di tempo da perdere. Lui alza un sopracciglio scuro vedendo che non rispondo, poi in un battito di ciglia è vicinissimo a me e abbassa la testa per guardarmi. Il freddo emanato dal suo corpo mi entra nelle ossa, e se avessi il mio cappotto mi ci stringerei dentro. Eppure sono sempre in contatto con vampiri, e nessuno di loro mi ha mai messa così a disagio. "Credi davvero che una mocciosa come te riuscirà a farmi fuori? Ho quasi quattrocento anni, e tu ne avrai sí e no sedici. Non ce l'hanno fatta neanche cacciatori espert..." Si ferma ed alza la testa, guardandosi intorno. "Cazzo." Sussurra, poi si allontana.
"Cosa c'è ancora?" chiedo spazientita, incrociando le braccia. Flinn mi guarda, sbarrando gli occhi. Dietro di me avverto uno spostamento d'aria, e poi le foglie si muovono. Mi volto spaventata, sentendo nelle orecchie solo la voce consapevole del vampiro.
"E' una trappola." Dalla radura spuntano fuori sei lupi giganteschi, con le zanne acuminate e i peli dritti sulla schiena.
Merda!
Io e Flinn rimaniamo immobili, senza dire nulla. Il mio cuore ha preso a battere velocemente, mentre quello della sanguisuga rimane fermo. Siamo praticamente circondati. Uno dei lupi si alza sulle zampe posteriori, avvicinandosi a noi. I peli si ritirano, lasciando il posto ad una capigliatura azzurra e folta e gli occhi gialli riprendono quello che doveva essere il loro colore naturale. Verde.
"Flinn." Saluta il vampiro accanto a me, ignorandomi.
"Brooke, avrei dovuto sapere che c'eri tu davanti a tutta questa messa in scena." Questi due svitati sembrano conoscersi. Come mai non c'ero arrivata prima? Brooke si avvicina a noi, staccandosi dal branco.
"Non è una messa in scena. Noi licantropi ci siamo stancati di avere così tanti di voi tra i piedi. Prima questa zona era nostra, finché non siete arrivati tu e il tuo clan."
"Non vi siete neanche difesi. Ve ne siete andati con la coda tra le gambe, e poi non ci siamo solo noi nei paraggi."
"Vero, ma gli altri sono tutti in contatto con te. Se eliminiamo i Creed, gli altri se ne andranno." Odio ammetterlo, ma ha ragione. Flinn e i suoi sono una specie di epicentro per gli altri clan, o almeno così ha detto Tania. Mi chiedo perché mi abbia dato così tante informazioni.
"Vuoi uccidermi anche tu? Mettiti in fila." Mi indica con lo sguardo, e solo adesso l'altro sembra accorgersi che ci sono anch'io. Un lampo gli guizza negli occhi, e fa un mezzo sorriso.
"E tu sei?"
"Cazzi miei." Non darò le mie generalità ad un cane, per quanto possa sembrarmi infastidito.
"Wow, non ci sono solo i vampiri a mordere qui." Una specie di risata si alza dagli altri lupi, che piano si raddrizzano tutti, diventando ragazzi e ragazze che mi era parso di scorgere a scuola. "Credo che tu sia la Cacciatrice. È un vero piacere conoscerti." Mi tende una mano, ma io la rifiuto.
"Tutto tuo. Ti stai intromettendo nei miei affari." Rimango impassibile e cerco di guardare qualsiasi punto che non siano quelle pozze verdi arrabbiate.
"Affari?"
"Sì, Flinn è mio." Lui scuote la testa, divertito.
"Oh, ma adesso non è solo lui il nostro obbiettivo. Sai, gira voce che la Lega dei Cacciatori pagherebbe per avere te." Deglutisco e sbarro gli occhi, ma non ho tempo di muovere un muscolo che Brooke mi afferra i capelli e mi sbatte a terra. "Uccidete il vampiro." Gli altri cinque riprendono la loro forma animale e si avventano su Alexander, che inizia a schivarli per scappare. Le mie armi sono troppo lontane per prenderle, e Brooke continua a sovrastarmi.
"Kirsten!" Giro la testa e vedo Flinn che butta a terra un cadavere, con la bocca piena di sangue. Nella mano ha il mio pugnale di legno. "Prendi!" Me lo lancia e io lo afferro al volo, piantandolo del braccio del licantropo. Brooke grida e molla la presa, iniziando ad imprecare contro di me. Approfitto della situazione per alzarmi e spingerlo a terra, dandogli un'altra pugnalata nello stomaco.
"Stronza!" grida, tenendosi una mano sulla ferita aperta.
"Non. Toccarmi. Più. I capelli." Gli tiro un altro calcio, poi corro verso la massa di peli e denti che ha accerchiato Flinn. Riesco ad ucciderne uno, mentre lui ne dissangua un altro. Faccio un passo indietro e i miei piedi toccano l'aria. Quando mi volto vedo lo strapiombo che sbocca sul fiume e mi manca l'aria. Flinn è a pochi metri da me, alle prese con i due licantropi. Faccio per aiutarlo, quando una figura alta e insanguinata mi si para davanti.
E' ancora in grado di muoversi?
Brooke mi guarda furioso, poi mi prende la maglietta, mordendomi il braccio che tiene l'arma. Urlo per il dolore e la lascio andare, sentendola cadere leggera sulle rocce.
"Fanculo la Lega. Se la caveranno anche senza di te." Mi solleva in aria, poi mi fa l'occhiolino. "Salutami i tuoi genitori, Cacciatrice." dice maligno, poi mi scaraventa nel vuoto.
Per un attimo mi sembra quasi di poter volare, poi il mio corpo riacquista la pesantezza e cade giù.
Vedo Brooke allontanarsi sempre di più, poi chiudo gli occhi, aspettando di morire. All'improvviso qualcosa di freddo e morbido mi avvolge, chiudendosi a bozzolo su di me. Mi aggrappo con tutte le mie forze e tengo la testa bassa, avvertendo a malapena i colpi che ricevo, attutiti dal corpo estraneo. La corsa si arresta e io rotolo fuori dal bozzolo, battendo la testa su una roccia. Apro gli occhi e il sole quasi inesistente mi ferisce lo sguardo, che faccio muovere intorno a me. Vedo il fiume a pochi passi dal mio corpo ammaccato e sento le gocce d'acqua schizzarmi il viso. Sono ancora viva, ma come? Ho fatto un volo di almeno cento metri. C'è qualcosa, a pochi metri da me. Allungo una mano per toccarla, ma è troppo lontana. Ci metto qualche minuto a capire cos'è, poi un conato di vomito mi sale su per la gola.
"A-Alexander." lo chiamo, ma non risponde. Ha la testa insanguinata e la gamba non dovrebbe essere in quella posizione. Ha una frattura esposta, e tiene gli occhi chiusi. Avrà perso i sensi. Mi ha fatto da scudo, perché quando riguardo le rocce dove devo aver sbattuto, noto che sono macchiate di sangue nero. Perché lo ha fatto?
"Jason! Guarda qui." Una voce che non conosco mi perfora le orecchie, e io cerco di rialzarmi, senza successo.
"Alexander." Ancora non si muove. La caduta deve averlo frastornato. Le voci si avvicinano di più e io mi trascino verso di lui, cercando di afferrargli il giubbotto. Una fitta acuta di dolore mi blocca dove sono, e la testa si riversa ancora sulle rocce, troppo pesante. Sento dei passi. Sono due persone che si avvicinano.
"Cazzo. Ma questo è un vampiro." Ormai sento solo dei suoni, e la voce di un altro che dice "Portiamoli con noi." poi tutto si spegne, e svengo.
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