Capitolo 28

Nella foto: Philippe Donovan


Ho vinto alla lotteria

Con quello che ho rinunciato per averlo, è stato agrodolce.
(The Monster, Eminem feat. Rhianna)


Kirsten POV

Sapete, l'ennesima volta che ti ritrovi in un posto che non conosci, legata e imbavagliata, dopo aver ricevuto una botta in testa, un po' ci fai l'abitudine. Ero appena uscita dalla doccia e mi ero rivestita, quando qualcosa mi ha colpito alla testa. Ho urlato, ma a quanto pare non è servito a nulla. Quei vampiri hanno i riflessi di una lumaca sotto al sole. Beh, visto che sono qui tanto vale scoprire il perché. Socchiudo gli occhi a causa della poca luce e mi guardo intorno, sperando di notare qualcosa di familiare. Nell'aria c'è un forte odore di chiuso, segno che nessuno apre le finestre da un po' di tempo, sempre che ci siano. Provo a muovere le mani, ma le catene mi scavano i polsi, facendomi male. Cosa?! Sono incatenata ad un muro? Neanche fossi un animale pericoloso, anche se adesso credo di esserlo. Dopo quello che è successo questa notte non so neanche cosa sono. Scuoto la testa, ricacciando indietro le lacrime che minacciano di fuoriuscire. Questo non è il momento per disperarsi. Devo mantenere la mente lucida. Do un ennesimo strattone alle lunghe catene, che tintinnano leggermente prima di ritornare al loro posto. Sconfitta, mi accascio vicino al muro e sbuffo. Mi tocco la bocca con la mano e provo a togliere il bavaglio, ma quando ci provo le catene mi tirano indietro, facendomi sbattere la testa contro le mattonelle. Fanculo. Sono catene incantate. Chi cavolo potrebbe avermi fatto tutto questo? La risposta arriva poco dopo, annunciata da passi poco pesanti e veloci. Guardo a terra, aspettando che si avvicini, finché non sento il ticchettio di qualcosa di metallico sulle sbarre.

"Kirsten, stai dormendo?" Questa voce. Il misto di dolcezza e sfottimento che la rende così unica e familiare. Zio! Provo a parlare, ma a lui arrivano solo suoni attutiti dal bavero. Forse mi libererà, anche se ne dubito. Che ci fa lui qui? "Oh, bene! Vedo che sei sveglia. Spero che Brooke non ti abbia fatto molto male. Gli ho detto di essere delicato, ma i cani sono stupidi." Brooke Wildwood? Cosa c'entra lui con questa storia? Quando capisce che non posso parlare scuote la testa e aggrotta le sopracciglia. "Dannazione. Ho detto che non serviva il bavaglio! Idioti." Dalla cintura dei pantaloni estrae un mazzo di chiavi e cerca finché non trova quella della mia cella. La serratura arrugginita fa un gran chiasso, ma poi si apre tranquillamente, lasciandolo entrare. Lo zio mi porta una mano dietro la testa e slega il nodo, togliendomi il pezzi di stoffa dalla bocca. Muovo la mascella, che aveva perso sensibilità, e continuo a guardarlo.

"Zio, che sta succedendo? Perché sono legata?" Provo a staccarmi ancora, mettendo più forza nelle ultime parole, ma è inutile. Zio Phil mi sorride e mi passa una mano tra i capelli, scompigliandoli come quando ero piccola.

"Avrai tutte le spiegazioni tra poco, non preoccuparti. Adesso che sei sveglia, possiamo iniziare." Sbarro gli occhi davanti a quelle parole, dette con tanta calma da farle sembrare irreali.

"Iniziare cosa?" Lui si limita a fissarmi e farmi l'occhiolino.

"Non sono mai stato più fiero di te." Dice, poi chiude la porta e se ne va, lasciandomi di nuovo sola. In passato avrei pagato oro per sentire quelle parole dalla sua bocca, ma adesso hanno un nonsoché di sbagliato. Sta per succedere qualcosa di grande, me lo sento nelle ossa. Guardo davanti a me e noto che la cella che mi sta di fronte è occupata da qualcuno, messo nelle mie stesse condizioni. Mi avvicino il più possibile alle mie sbarre e provo ad attirare la sua attenzione.

"Pss. Ehi, tu." Mi ci vogliono dieci minuti prima che quella si decida ad alzare la testa. Mi guarda con occhi semichiusi, come se fosse molto stanca. "Sai dove siamo?" Lei scuote la testa per riprendersi, poi si avvicina alle sue sbarre. Ha una lunga catena intorno al collo, ma non riporta gravi ferite. Eppure vedo con nitidezza il sangue che le sporca i vestiti. Annusa l'aria prima di rispondermi.

"No. Tu sei umana." Sto per rispondere di sì, poi ripenso a quello che ho fatto ai tre vampiri in casa mia, e rimango a pensare.

"Credo, perché? Tu no?" Lei ridacchia e scuote la testa.

"Sono una licantropa, e non so perché mi abbiano rinchiusa qui insieme a questi fetidi esseri non-morti, ma almeno adesso ho qualcuno con cui parlare, sempre che ci lascino vivere abbastanza a lungo per avere una conversazione."

"Aspetta. Vuoi dire che sono in una prigione per vampiri?" Oh merda! È come se Batman si ritrovasse tutti i suoi nemici in una volta sola. Lei annuisce e io sento le forze venirmi meno, ma devo rimane calma.

"La volete piantare? Qui c'è gente che vuole dormire." La licantropa ringhia verso la sua destra.

"Sta zitto coglione, oppure vengo lì e ti mordo." Poi si rivolge a me "Guarda un po' dove sono finita. Stavo cacciando tranquillamente con il mio branco, quando quel coso peloso e indemoniato mi ha aggredito e..."

"Coso peloso e indemoniato? Sapresti spiegarti meglio?" la blocco. Alla faccia dell'essenziale. Lei prova a ricordare, poi mi guarda di nuovo.

"Era più alto di un licantropo medio, con quattro zampe e il pelo grigio. Aveva due grossi occhi gialli, ed era veloce. Molto. Ha fatto fuori un terzo del mio branco in pochi minuti, e poi mi ha preso." La mora porta le braccia al petto e le stringe a sé, tastandosi il collo con una mano.

"Scusa se te lo chiedo, ma questo coso aveva anche una macchia bionda sulla testa?"

"Sì. Lo hai mai visto?" Non le rispondo, mentre nella mia testa si forma un solo nome. Cory Mason. Sapevo che era lui. Quando eravamo piccoli si trasformava in continuazione e mi faceva i dispetti, nascondendosi sotto al mio letto. Ovviamente prima era un cucciolo alquanto adorabile, ma adesso non voglio pensare cosa deve essere diventato con il tempo.

"Lascia perdere. Mi dispiace per il tuo branco, ma vedrai che riusciremo ad uscire di qui." la rassicuro, vedendola leggermente spaventata. Lei per tutta risposta ride.

"Non credo, o almeno non io." Mi guarda sorridente, come se stesse su una spiaggia invece che in una cella umida e poco illuminata, stile Medioevo. "Sono Jennifer, e tu sei..."

"Kirsten."

"Ti ho vista a scuola. Sei quella che ha gridato durante l'ora di storia. Che coraggio." C'era anche lei in quell'aula. Certo che la mia capacità di relazionarmi con il mondo esterno equivale a zero.

"Quindi anche tu abiti a Canton?"

"Sì, e anche il vampiro che tengono legato nell'altra stanza. L'ho visto solo di sfuggita, ma sembrava ridotto maluccio." Ridacchia, facendo scatenare grida di ira nelle altre celle. Non credo che avrà l'opportunità di farsi degli amici, qui. A quelle parole aggrotto le sopracciglia, poi ho una specie di rivelazione e davanti ai miei occhi appare l'immagine di Tania in lacrime. Non ci posso credere. L'ho trovato. Provo a guardare fuori dalle sbarre, ma non ci arrivo e così rinuncio, facendo tornare la mia attenzione alla licantropa.

"Era per caso castano, un po' rasato, occhi marrone chiaro, fisico niente male?"

"Cazzo, non dirmi che conosci anche lui!"

"Purtroppo sì. E' uno dei Creed." Caleb. Jennifer sbarra gli occhi, intimorita da quel nome.

"Quindi Flinn sta perdendo colpi. Interessante. Nessuno di loro era mai stato scalfito prima, invece adesso quella sanguisuga è in fin di vita su un blocco di marmo." In fin di vita? Cazzo! Tania ne morirebbe. Non ho tempo di parlare, perché la porta principale si apre e il vociare viene interrotto da uno schiocco di frusta. Un uomo si mette davanti a me e Jennifer, bloccando il contatto visivo tra noi due. Ci squadra entrambe, poi apre la porta del lupo, che subito prova a saltargli addosso. Il cacciatore le attorciglia la frusta intorno al collo e tira forte, ordinandole di trasformarsi. Per tutta risposta lei gli sputa in faccia e lui stringe ancora di più, finché non sento i gemiti di dolore trasformarsi in guaiti sofferenti. L'uomo rimette la frusta alla cintola e stacca la catena dal muro, usandola come guinzaglio. Subito dopo vengo prelevata anch'io, ma in modo diverso. La porta si apre e due uomini con la stessa divisa mi liberano i polsi e mi afferrano per le braccia, facendomi camminare subito dietro a Jennifer.

"Dove mi state portando?" Chiedo, guardando avanti. I due si scambiano uno sguardo divertito e rimangono muti, conducendomi nella stanza accanto. Questa è completamente buia, fatta eccezione per alcune luci bianche che illuminano solo alcuni punti: due sedie vuote e identiche, decorate in maniera molto barocca, due tavoli di marmo disposti dall'altra parte della sala, ad uguale distanza l'uno dall'altro e in mezzo a questo quadrato, un leggio con un libro. Ma che succede? I due energumeni mi fanno sedere su uno degli scranni, appoggiandomi al tessuto di velluto porpora. Le mie mani vengono assicurate ai braccioli con due polsini di metallo, così come i miei piedi. Rimango in silenzio ad osservare Jennifer che viene fata tornare umana e stesa su uno dei tavoli di marmo. Quello di fronte alla sedia accanto alla mia. Anche se è lontana vedo i polsi e le caviglie bloccate nel mio stesso modo. Non posso fare a meno che guardare il tavolo vuoto e macchiato di sangue che mi sta davanti. Gli uomini si dileguano ed una porta si apre di nuovo. Dall'oscurità emerge Cory, che mi saluta con la mano prima di sedersi nella volontariamente nella sedia accanto alla mia.

"Cosa sta succedendo?" chiedo, incazzata. Lui mi guarda sorridente, mentre anche lui viene assicurato alla sedia.

"Rilassati, Kirsty. Tra poco ti sentirai molto meglio. Faremo faville insieme."

"Cory, ti prego. Ragiona. Tutto questo non può essere giusto. Insomma, guardami. Sono qui contro la mia volontà, e poi lo zio è strano. Credo che collabori con questi svalvolati."

"So tutto, e sono d'accordo. È il nostro destino. Quello per il quale sono morti i tuoi genitori, e i miei mi hanno lasciato a Philippe." Cosa vuol dire per il quale sono morti i tuoi genitori? È stato Flinn ad ucciderli. Cory ride del mio sguardo spaesato. "Non te lo ha detto, eh? Strano. Credevo che lo avrebbe fatto. Anche io l'ho saputo da poco, ma a quanto pare il tuo destino è quello di rimanere all'oscuro. Fa finta che non ti abbia detto niente."

"All'oscuro di cosa? Cosa è successo hai miei? Parla, stupido cane malformato."

"Se me lo chiedi con tanta gentilezza allora..." Alza gli occhi al cielo e smette di guardarmi, più interessato a quello che sta succedendo davanti a noi. "Oh, guarda. Quello non è un tuo amico?" Sbarro gli occhi e vedo gli stessi uomini che prima mi hanno afferrato trascinare un corpo mezzo nudo e legarlo nel tavolo davanti a me. Lo riconosco. Caleb! Inizio a muovermi per liberarmi, senza successo. Il vampiro si passa la lingua sulle labbra e alza il collo, girandosi verso di me. Non appena mi vede i suoi occhi si sbarrano.

Kirsten. Ehi, lo sento. Sento i suoi pensieri. Credevo che solo Rick avesse questo potere, ma a quanto pare mi sbagliavo.

Liam. Stai bene?

No. Non mangio da giorni. Che sta succedendo?

Non lo so.

Kirsten? Alzo lo sguardo verso di lui e lo vedo sorridere a malapena. Una striscia rosso vivo gli parte dall'angolo dell'occhio e percorre lo zigomo, andando a cadere sul tavolo in marmo. Dille che la amo, e che mi dispiace. Tanto. Lui sta...piangendo? È impossibile. I vampiri non piangono. Ricordo il sangue rosso e salato sulle guancia di Alexander, quando ha fatto quell'incubo. Erano lacrime, e lui non se ne è neanche accorto.

Glielo dirai tu quando usciremo da qui! dico risoluta. Non può arrendersi così. Caleb si limita ad abbozzare un sorriso maldestro.

Da quando sei così ottimista?

Da quando tu non lo sei più? La nostra conversazione a distanza viene interrotta da mio zio, che entra nella stanza seguito da quella strega che c'era nel suo appartamento. Crystal, se la memoria non mi inganna. Lui guarda me e Cory e sorride. Solo uno di noi ricambia.

"Liberami subito." Grido, con la voglia improvvisa di fargli del male. Lui lascia la strega davanti al libro e si avvicina a me. Quando è a pochi passi allunga una mano e mi tira uno schiaffo.

"Adesso basta lagnarsi. Questo è il motivo per cui sei stata allenata tutti questi anni. Non sei contenta? Finalmente diventerai forte come i vampiri, e potrai ucciderli tutti. Senza eccezione."

"Cosa hai fatto ai miei genitori?" Phil guarda male Cory, poi alza le spalle.

"Tuo padre ed io eravamo membri della Lega da giovani, ma quando ha sposato tua madre ha deciso di smettere. Aveva paura di mettere in pericolo la sua nuova famiglia. Comunque poi è nato James" rabbrividisco nel sentire il nome di mio fratello pronunciato da lui "e ho insistito affinché diventasse un cacciatore, ma tuo padre era una tale lagna. Ho rinunciato, finché non sei arrivata tu. L'ho sentito subito, e non potevo credere alla mia fortuna. Il contenitore di un Portatore di Luce proprio davanti a me, tra le mie braccia. Però i tuoi genitori non avevano intenzione di rivelarti nulla. Non volevano che tu fossi messa in pericolo, quindi ho dovuto reagire." Fa un cenno alla strega, che intanto si prepara per qualsiasi cosa debbano fare, poi torna su di me. "Non è stato facile soggiogare quel vampiro. Mi ci sono volute due streghe, ma alla fine sono riuscito a penetrare la sua barriera psichica. Sono io che gli ha ordinato di dirigersi a casa tua, sapendo che tu non eri in casa e che non ti avrebbe fatto nulla. Sono io che lo ha fatto entrare senza fare rumore. Sono io che ho rubato le armi di Ryan, in modo che non potesse difendersi."

"ERA TUO FRATELLO!" grido, sentendo lacrime di odio che mi bruciano le guance. "L'HAI UCCISO, E MI HAI CONVINTO PER ANNI CHE FOSSE SOLO COLPA DI ALEX! BASTARDO!"

"Ma è colpa di Alex, Kirsten. È lui che ha affondato i denti nel collo dei tuoi genitori e di tuo fratello. Io ho solo dato indicazioni." Tutto questo tempo, sprecato. Avrei dovuto perdonare. Sarei dovuta andare avanti con la mia vita, invece ho passato tutto questo tempo ad uccidere. Perché mi ha fatto questo? "Comunque adesso non ha più importanza, non credi? Il danno è fatto, e tra poco non conterà più il passato. Ci sarà solo il futuro. Un futuro per gli umani."

"Tu sei pazzo." Sibilo tra i denti "E io non ti aiuterò più. Ho finito di essere la tua pedina." Sento un dolore tremendo alle gengive e gli occhi mi bruciano. Phil arretra per un attimo, come spaventato, poi sorride e scoppia a ridere.

"Perfetto. Possiamo procedere." Si allontana da me e lo vedo avvicinarsi al libro, lasciando che la strega vada accanto a Jennifer. La vedo prendere un pugnale e toglierle la maglietta, lasciandola in reggiseno. Lei è svenuta, e sono contenta che non si accorga di nulla. Mio zio allunga una mano sul libro e chiude gli occhi. Le luci bianche si spengono e la stanza viene illuminata nuovamente dalle fiaccole sanguigne messe ai lati della stanza. Si sente un gran frastuono e delle grida provengono nel corridoio. All'improvviso la porta si spalanca ed entra l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.

"Alex!"


Alex POV

"Sicura che il posto sia questo?" chiedo a Tania, che rimane in piedi accanto a me. Siamo in mezzo al bosco, davanti ad una grotta che tante volte ho scambiato per la tana di un orso. Lei annuisce.

"I cristalli non mentono. Kirsten è lì, e c'è anche Caleb." Stringe i pugni e i ragazzi dietro fanno lo stesso. Non siamo tutti. Ci sono i Creed e poi Guido e Stefano, che dicono di conoscere bene gli ibridi. Gli altri sono a casa, casomai dovesse servirci aiuto dopo. Faccio un respiro profondo.

"Bene, allora che aspettiamo?" dice Rick, mettendosi accanto a me. Tania si mette davanti a noi e allunga una mano. Non l'ho mai vista così incavolata con qualcuno. Neanche con Richard.

"Allontanatevi." Facciamo due passi indietro e lei socchiude gli occhi. "Rescindo." Un lampo le parte dalla mano e la porta si disintegra in mille pezzi, con un rumore assordante. Un gruppo di cacciatori sono rimasti coinvolti nell'esplosione, e adesso giacciono a terra, mezzi bruciati.

"Wow, la ragazza ci sa fare." Si complimenta Guido, entrando. Lo seguiamo e io mi affianco a loro.

"Che il cielo ci protegga sempre da una Tania incazzata." mormoro. Vedo Derek e Josh fermarsi e guardarsi dietro. Da uno dei corridoi appaiono un branco di cacciatori, che si dirigono verso di noi.

"Che bello. Si mangia." Joshua si lecca le labbra e ci fa segno di andare, mentre loro due rimangono a lottare contro di loro. Dopo qualche ripensamento anche Rick rimane dietro, vedendoli in difficoltà.

"Voi quattro raggiungete la sala principale. Vi guiderà Tania. Sbrigatevi." Annuisco e lo guardo un ultima volta, facendogli l'occhiolino. Lui sorride e poi si butta nella mischia, afferrando un cacciatore e rompendogli il collo. Prendo Tania sulle spalle per essere più veloci. Vedo la porta che ci ha indicato prima, e da dove provengono delle urla incazzate.

"...mi hai convinto che per anni fosse solo colpa di Alex. Bastardo!" Questa è Kirsten. Bingo! Alle parole penserò dopo.

"Dove credete di andare?" Altri cacciatori si piazzano davanti. E che diamine. Guido guarda Stefano e si mette le mani nelle tasche.

"Che ne dici, fratello? Credi di poter fare uno strappo alla dieta?" Stefano socchiude gli occhi e allunga i canini.

"Con piacere." Lo vedo avventarsi su uno di loro e affondarci i denti, succhiando e spuntando sangue avvelenato. Guido si finge commosso e mi sorride, mettendomi una mano sulla spalla.

"Oh, il mio fratellone squartatore." Poi si butta nella mischia, aiutandolo. Tania scende dalla mia spalla e si piazza davanti alla porta, concentrandosi. Spalanca gli occhi e le porte si aprono con un botto, permettendoci l'accesso. La stanza è di un rosso sanguigno, e ci metto un po' ad ambientarmi. Tania mi segue subito dietro e i due fratelli ci raggiungono subito, con la bocca sporca di sangue e bava. Disgustoso, ma vero.

"Alex!" Sbarro gli occhi e mi volto.

"Kirsten! Stai bene?"

"Tu!" Mi volto verso il rosso al centro della stanza. Cosa vuole? "Prendeteli!" Tania mi tira per un braccio e mi indica un dei tavoli bianchi dall'altra parte della sala. Riconosco il ragazzo castano che è immobilizzato lì davanti. Okay, questo è troppo. Ora sono incazzato.

"Non so chi tu sia, ma stai per fare una brutta fine." Caccio i canini e gli soffio contro, ma la mia visuale viene interrotta da una massa di capelli neri. "Ci rincontriamo, Flinn." L'orgoglio inizia a bruciare e guardo malissimo l'ibrido davanti a me.

"Ehi, scherzo della natura. Come va?"

"Ti sembra questo il momento di fare dello spirito? Avanti, uccidiamolo e andiamocene da qui. C'è puzza di muffa." Sbotta Guido, facendo un passo avanti. In un battito di ciglia veniamo circondati da un branco di ibridi pronti ad uccidere. Ma non li danno da mangiare?

"Voi occupatevi degli altri, ma Brooke è mio." Mi rivolgo a Kirsten e Caleb, sorridendo ad entrambi. "Ehi, ci occupiamo di questi idioti e poi arriviamo. Vi dispiace aspettare?"

"Nessun problema, amico." Vedo la pelle del rosso diventare dello stesso colore dei suoi capelli, con qualche sfumatura violetta. Sta per esplodere?

"Brooke, allontanateli da qui. Ho bisogno di calma." Il moro annuisce e mi salta addosso, trasformandosi in lupo. Lo evito per un pelo, saltando all'indietro. Sono troppi, dannazione.

"Lascia. Stare. Caleb." Tania avanza in mezzo alla mischia e alza una mano verso il rosso, che ride guardandola.

"Tu sei una Covach. Lavorare per i vampiri non è un granché per una stirpe come la tua. Il tuo potere mi farebbe molto comodo." Tania non dice neanche una parola, limitandosi a camminare verso di lui. I cacciatori fanno un passo, ma l'uomo li ferma con una mano.

"Non mi interessa lavorare per i pazzi."

"Che peccato. Vorrà dire che il tuo ragazzo non sarà l'unico a morire, oggi." Non riesco a seguire bene la discussione, impegnato a tenere lontana la bocca di Brooke dalla mia faccia. Le mani affondano nel pelo irto, ed io cerco di spezzargli il collo, senza successo.

"Pronto a trapassare, Flinn?" ringhia, ancora lupo. La sua bava mi cola sulla faccia. No! I capelli no!

"Non prima di te, Wildwood." All'improvviso gli occhi del lupo si sbarrano, e lui cade di peso su di me, ritornando alla sua forma umana. Lo scosto con un gesto e noto il paletto che gli trapassa la schiena e il cuore. Il corpo prende subito fuoco e scompare dalla mia vista. Chi è stato? Guardo in aria e Josh mi tende una mano, sorridendo.

"Ti siamo mancati?" Rido e la afferro, rialzandomi. Guardo gli altri e noto con piacere che la maggior parte degli ibridi sono bruciati in una nuvola di fumo.

"Più di quanto immagini."

"No! I miei ibridi! Ora basta, ho tollerato fin troppo questa pagliacciata." Il rosso prende Tania per il collo e la scaraventa sul muro, vicino a Caleb, che guarda la scena senza poter fare niente. La strega lascia una scia di sangue dietro di sè e poi crolla su pavimento, svenuta.

"Zio, basta! Fermati!" grida Kirsten. Cosa? Questo è suo zio? Quello che l'ha cresciuta? Bel modo di educare una ragazza. Com'è che si chiamava? Ah già, Philippe. Il tizio esce dal disegno fatto per terra e mi viene incontro lentamente, con una calma innaturale.

"Sono contento che tu e i tuoi amici siate qui. I Portatori avranno qualcosa di fresco per esercitarsi." Gira la testa verso la strega bionda che non avevo notato prima. "Crystal, te ne occupi tu?" La bionda sorride e muove i lunghi capelli lisci, portati da un lato.

"Con piacere." Ha una voce talmente delicata da farmi quasi ridere, ma poi avverto una pressione forte alla testa, e vedo i miei compagni piegarsi su se stessi, fino a cadere a terra in preda ai dolori. Non è possibile. Come fa a superare le difese di Tania? Il dolore è troppo forte, e anche io cado, incapace di reggermi più in piedi.

"Non volevo arrivare a tanto, ma non mi avete lasciato scelta. Legateli al muro. Voglio che assistano."

"E degli altri che ne facciamo? Hanno decimato il lato sud." Philippe alza gli occhi al cielo.

"Portateli qui. Più sono, meglio è." Qualcuno mi afferra per il collo e mi assicura a delle catene, lasciandomi appeso al muro insieme agli altri. Non doveva finire così. Non avevamo calcolato la strega. Come ho potuto essere così cieco? Anche Derek, Josh e Rick vengono trascinati e appesi vicino a noi, proprio davanti allo guardo soddisfatto dello zio di Kirsten. "Uno, due, tre, quattro, cinque, sei. Contenta Kirsten? Avrai sei giocattoli per iniziare." Guardo la ragazza attaccata alla sedia, che si dimena e urla. Stanno per far uscire il Portatore di Luce, ed anche Cory sembra agitato, oppure è semplicemente eccitato all'idea di uccidermi. Kirsten ricambia il mio sguardo, con le lacrime agli occhi.

Mi dispiace, Alex. Sento i suoi pensieri e vorrei urlare. Non ce l'ho fatta. Non sono riuscita a proteggerla, e adesso ho messo anche gli altri nella stessa situazione.

Ehi, amico. Stammi a sentire. Smettila di incolparti. Non è colpa tua. È questo pazzo furioso che ha deciso di atteggiarsi a D... mi hai capito. Ricordati che siamo una squadra, e che ti vogliamo bene, qualsiasi cosa succeda. Quindi su con la vita e pensa ad una soluzione. Io voglio spaccare qualche culo. Guardo verso Caleb, che ricambia con gli occhi pieni di voglia di vendetta, così come gli altri. Philippe si piazza in metto alla stanza e si ricompone, allungando una mano sul libro.

"Bene, possiamo dare inizio al rito."


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