Capitolo 26

E giro il mondo, e chiamerò il tuo nome
Per millenni
E ti rivelerai quando non lo vorrò più.
E non adesso qui su questo letto
In cui, tragico, mi accorgo
Che il tuo odore sta svanendo
Lento
(Per dirti ciao! Tiziano Ferro)


Caleb POV

Una goccia d'acqua mi cade sulle palpebre, facendomi svegliare. Apro lentamente gli occhi, sentendo ancora tutti i muscoli indolenziti. Dove sono? C'è un odore tremendo di muffa e... verbena. Cazzo! Provo ad alzarmi dalla mia posizione supina, ma le articolazioni rifiutano di muoversi. Mi guardo i polsi e le caviglie e li scopro assicurati alla lastra fredda sulla quale sono poggiato. Faccio forza per sradicare i bracci di metallo, ma non c'è verso. Devono aver usato la magia. Cerco di ricordare come abbia fatto a ritrovarmi in questa scomoda situazione, ma la fame mi impedisce di pensare bene. Mi passo la lingua sulle labbra secche, sentendo il bisogno di bere qualcosa. Allora, calmati Caleb! Devi pensare lucidamente! Mi guardo intorno, cercando di scoprire una via di fuga. L'unica cosa che noto è che mi hanno tolto i vestiti. Beh, almeno mi hanno lasciato i boxer. Sollevato dal fatto di non trovarmi nudo come un verme, scannerizzo le pareti in cerca di una porta o altro. Niente. Sono in una specie di bunker scavato nella roccia, completamente al buio. C'è il rumore di un interruttore che viene spostato, ed io vengo accecato da una luce bianca e lattescente, che però sembra illuminare solo me. L'odore di sangue vivo pervade l'aria, facendomi venire acquolina in bocca. Cibo. Ho fame. Un uomo si avvicina a me, trascinando qualcosa. Quando mi vede fa un sorrisetto compiaciuto e poi guarda quello che c'è a terra. Alzo il collo quel tanto che mi basta per vedere una ragazza mora, completamente insanguinata e con gli abiti strappati. Respira ancora.

"Allora, sanguisuga. Come va la vita?" Alzo un sopracciglio. Mi sta prendendo in giro?

"Lasciatemi andare." Provo di nuovo a muovere le braccia, ma i polsini di metallo mi scavano nella pelle, facendomi male. L'uomo ride divertito, poi sistema la ragazza ancora incosciente vicino al muro, attaccandole una catena al collo. Si avvicina al mio polso e caccia un coltellino dalla tasca dei jeans, per poi prelevarmi del sangue da dare alla mezza morta. "Cosa volete da me?" chiedo, sperando che mi risponda. L'uomo finalmente viene sotto la luce, mostrandomi i capelli rossi e gli occhi azzurri. E ti pareva. Dovevo essere catturato da Pel di Carota.

"Rilassati. Tra poco sarà tutto finito." Finito cosa?

"Volete uccidermi?" Non credo, altrimenti sarei già morto. Anche se questo tizio è vestito normalmente, so di essere nella Lega dei Cacciatori. Improvvisamente ricordo tutto. Il vicolo, i cacciatori, Alexander, Tania... Batto la testa per la frustrazione. Tania. Le ho detto delle cazzate, e adesso potrei anche non rimediare mai più.

"Tutto a suo tempo, vampiro. Per ora sei stato scelto per scopi più grandi."

"Perché io?" E' Alexander il più potente tra noi. Avrebbero dovuto prendere lui. L'uomo ride ancora, prendendo il coltello e provocandomi una lunga e profonda ferita sull'addome. Urlo per il dolore, ma lui sembra più interessato a guardare la mia pelle riformarsi pochi secondi dopo.

"Beh, non voglio essere disturbato da nulla, e credo che la tua ragazza sia troppo sconvolta per interferire con degli incantesimi. Dovevamo rendere la strega inoffensiva, anche se probabilmente sarà già morta. Victor ha la mano pesante. Ma meglio non correre rischi, giusto?" Digrigno i denti e tento di morderlo, in preda alla furia omicida.

"Se solo ti azzardi a toccarla io..."

"Tu cosa? Non riesci neanche a muoverti, e tra poco sarai talmente disidratato che non riuscirai più a rimarginarti così in fretta. La strega è colpevole di un reato gravissimo. Immagina come reagirà il vostro Concilio quando lo saprà." Sbarro gli occhi al pensiero. A me non succederebbe nulla. I vampiri non possono attaccare i loro simili, ma a Tania...

"No, ti prego. Farò quello che vorrai, ma non farle del male." Pel di Carota ridacchia e pulisce il sangue nero sul mio addome con un dito.

"Io non farò niente. Ci penseranno i miei ibridi a far tacere lei e quel branco di assassini dei tuoi amici."

"Non ce la faranno mai." L'uomo mi guarda con sfida ed io ricambio. I miei compagni sono troppo forti per un mucchio di spostati, ma lui sembra essere convinto del contrario.

"Ah no? Allora mettiamoli alla prova."


Alex POV

Esco dal bagno, infastidito da Cory. Chi si crede di essere per venirmi a parlare in quel modo? Lui, ragazzino insignificante. Soltanto perché è un Lican crede di potermi sfidare apertamente. Lo ucciderò, ma non velocemente. Voglio che soffra talmente tanto che alla fine mi implorerà di spaccargli il cranio.

"Oh-oh." Alzo un sopracciglio e ritorno in me. Chi ha parlato? Socchiudo gli occhi e nell'oscurità vedo Josh, con una sacca di sangue e una cannuccia in mano.

"Mangi ancora?" mi stupisco, ma non capisco ancora il perché. Una volta ha fatto fuori un gruppo di turisti perché aveva un "languorino". Lui alza le spalle, poi torna a guardarmi, svuotando piano la sacca plasmatica.

"Hai lo sguardo da Animale." Dice, ignorando la mia domanda. Mi passo una mano sul viso e il mio sguardo cade sul letto disfatto. Le lenzuola sono gettate tutte dalla mia parte, ammucchiate tra loro. Questo mi riporta alla mente l'incubo che ho fatto, e adesso vedere Josh seduto in quella posizione mi fa quasi paura.

"E' per il Lican. Non mi piace."

"Se è per questo neanche a me. Derek dice cha ha un'aura negativa intorno a lui, ma non ci voleva un genio per capirlo."

"E tu?" chiedo, sedendomi sul bordo del letto "Hai qualche idea?" Josh lancia con precisione la sacca trasparente, che va a finire dritta nel cestino.

"Ho un cattivo presentimento, ma è una situazione che persiste da un mese. Più o meno da quando Kirsten mi ha impalato nel vicolo, a Londra." Rabbrividisco quando sento il nome della rossa, e una mano corre sul materasso sotto di me. "A proposito..." Oh merda! "Dov'è la Cacciatrice? Non è più scesa ieri sera. Non l'avrai mica uccisa?" chiede, allarmato. Sbarro gli occhi e scuoto la testa.

"No. Non sono scemo. L'ho mandata via dalla finestra." Non è una menzogna, ma detta così suona davvero stupida.

"Perché dalla finestra?" Ringrazio Tania per le camere insonorizzate. A quanto pare nessuno di sotto ha sentito nulla di quello che è successo questa notte.

"Sapeva che Coraline e Tania erano già andate via, e non voleva stare da sola con tutti quei vampiri." Alzo le spalle. "Donne. Sono strane." Josh ridacchia, poi il sorriso gli muore sulle labbra. Annusa l'aria, come se avesse sentito qualcosa di diverso.

"Odori di sesso e sensi di colpa. Che cazzo hai fatto?" Cavolo. Anche con la doccia l'odore di Kirsten mi è rimasto addosso. Alzo gli occhi al cielo. Negherò qualsiasi cosa mi dirà.

"Secondo me hai bisogno di scopare un po'. Senti cose che non ci sono." Lui non è molto convinto, ma quando credo che stia per incastrarmi, si alza dalla sedia girevole ed esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Rimango sorpreso dalla sua reazione, ma ora sono troppo stanco per analizzarla. Devo dormire almeno un paio d'ore. Domani troveremo Liam, e dovrò essere in forze per fare il culo ai cacciatori. Risistemo le coperte e mi ci butto sopra, guardando il soffitto. Ho tanti pensieri per la testa, ma si annullano a vicenda, e la mia mente rimane vuota. Mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se non fossi stato morso. Avrei vissuto normalmente. Avrei ereditato il commercio da mio padre. Avrei sposato Margaret. Magari sarei stato padre e avrei visto le mie sorelle crescere e sposarsi a loro volta. Tutto come in un cerchio. Sarebbe stato bello, ma poi penso ai Creed e a Kirsten. I miei amici sarebbero rimasti quello che erano, lei adesso potrebbe essere una ragazza normalissima. Mi giro su un lato e chiudo gli occhi, immaginando quello che sarebbe potuto essere se solo io fossi morto in quel vicolo.


Kirsten POV

Non ci posso credere! Che ho combinato? Entro nel mio appartamento con il fiatone e trovo Coraline ad aspettarmi alzata, illuminata dallo schermo del televisore. Non appena mi vede sobbalza e spegne la TV, alzandosi e venendomi incontro.

"Si può sapere dove sei stata?" ringhia, guardandomi male. Non voglio pensarci. Scuoto la testa e mi mordo il labbro inferiore.

"Ho fatto un giro per la città. Dovevo pensare." Mento, dirigendomi verso il bagno. Ho bisogno di una doccia. Devo togliermi di dosso il suo odore, prima che lo senta Coraline. Mi scuso e corro nel mio angolino di privacy, chiudendo la porta a chiave e infilandomi sotto la doccia. Sfrego finché non mi si arrossa la pelle e piccoli puntini di sangue si sollevano dall'epidermide infastidita. L'acqua bollente mi brucia e il vapore mi annebbia la vista. Le gambe iniziano a tremarmi e cado in ginocchio, con il viso tra le mani. Gli occhi si inumidiscono e sento le lacrime scendere, unendosi alle numerose goccioline. Mi rannicchio su me stessa e lascio che l'acqua continui a scendermi sulla schiena. Sento di aver deluso tutti: la mia famiglia, lo zio. In qualche modo, mentre ero con Alex, mi sono sentita bene. Ero felice, ma io non posso essere felice. Non con lui. Non in questo modo. Sfioro con la mano i due morsi che mi ha lasciato. Non sanguinano, ma se qualcuno li vedesse capirebbe. Provo una sensazione di gelo ed aumento la temperatura dell'acqua, tornando a strofinarmi. Non serve a nulla. Lui c'è ancora sopra di me. Sconfitta, butto con rabbia la spugna gialla verso l'altra parte della doccia, trattenendomi dal gridare.

"Kirsten!" Coraline sfonda la porta di colpi, ed io chiudo il getto rovente, asciugandomi le guance.

"Che c'è?" Esco e mi avvolgo un asciugamano intorno al corpo e ai capelli, come se fosse un turbante. Vado ad aprire e Coraline mi trascina per un braccio, portandomi verso la camera degli ospiti. Tania dorme tranquillamente, con una mano sotto al cuscino e le guance bagnate di lacrime. Ha la faccia distrutta. Guardo Coraline e lei fa la stessa cosa con me. So cosa vuole chiedermi.

"Devi aiutarli a ritrovare Caleb." Io? Credo di essere la persona meno adatta, soprattutto adesso. Non voglio rivedere Alex per un po'. Ero dell'avviso di fare le valige e lasciare la città questa stessa notte, poi però ho pensato alle complicazioni con mio zio e tutto il resto. Coraline sembra leggermi nel pensiero, perché mi afferra una mano e la stringe. "Ti prego. Fallo per lei." Tania si agita sotto le coperte, e riprende a piangere anche nel sonno. È una scena che strazia il cuore. Non capisco come osa provare simili sentimenti per qualcosa che non la potrà mai ricambiare. E se invece non fosse così? Scuoto la testa e torno a guardare la mia amica. Muove le labbra, ma non ne esce alcun suono. Solo singhiozzi sconnessi. Mi siedo accanto a lei e l'abbraccio forte, svegliandola. Senza smettere di piangere si aggrappa con una mano alla mia asciugamano, schiacciando il viso contro di me.

"Non è giusto. Perché lui?" Coraline l'abbraccia da dietro e rimaniamo così per un po' di tempo, cercando di calmarla. Spero davvero che un giorno la rivedrò sorridere come il primo giorno, ma per farlo abbiamo bisogno di trovare il vampiro. Possibilmente ancora vivo.

Tania ha ripreso sonno e anche io mi sono calmata. Ho messo il pigiama lungo, in modo da coprire i due morsi che potrebbero tradirmi. Coraline è davanti a me, in shorts e canotta lilla, e continua a fissarmi.

"Credi che sia già morto?" chiedo a bruciapelo, e dal suo sguardo capisco che è lo stesso pensiero che stava avendo lei. Scuote la testa e la piega da un lato.

"Hanno detto che gli serve, quindi no. Ma non posso pensare a quello che starà subendo." Guardiamo entrambe in direzione della camera di Tania e sospiriamo.

"C'è qualcosa che non torna." Dico, torturandomi la pellicina di un unghia. Lei porta dietro alcuni capelli biondi e mossi, fissandosi le dita dei piedi. Sta per ribattere, poi alza la testa e sbarra gli occhi. Apro la bocca, ma llei si mete un dito sulle labbra, ordinandomi di tacere. "Cosa succede?" mimo con le labbra.

"C'è qualcuno in casa." Annuisco ed entrambe ci alziamo. Vado in camera mia e afferro la cintura dei cacciatori che tengo nascosta nell'armadio, infilandomela. Camminiamo per i corridoio, in posizione di guardia e con i nervi tesissimi. Giriamo ogni stanza, ma non c'è nulla. Dopo mezz'ora Coraline alza le spalle. "Peccato. Sarà stata solo una mia impressione." Sussurra, alzando le spalle. Scuoto la testa e sbuffo. Mi ha fatto prendere un colpo.

"No, signorina." Trasalisco e mi volto. Davanti a me ci sono tre tizi abbastanza alti e pallidi, con una tunica di seta nera e rossa.

"Chi siete?" ringhio, allargando le gambe e mettendo mano al paletto. Coraline caccia i canini e uno dei tre -quello al centro- ride, mostrando i medesimi denti.

"Siamo qui per Tania Bria Covach, a nome del Concilio." A quelle parole la vampira dietro di me arretra di scatto, e il paletto per poco non mi cade dalle mani.

"Andatevene da casa mia, prima che vi faccia fuori."

"Non vogliamo ricorrere alla violenza. Ci consegni la strega e noi ce ne andremo." Sembrano pacifici, ma i vampiri non lo sono mai. Punto il mio sguardo verso quello al centro, che si toglie il cappuccio, rivelando due profondi occhi neri. Deve essere per la relazione con Caleb. Invece di pensare a recuperare uno di loro, preferiscono punire una strega?

"Chi ve lo ha detto?" chiede Coraline, ritrovando un po' di sangue freddo. Ora tocca a quella a destra. ha lunghi capelli rossi che le cadono sulle spalle, proprio come i miei, solo più lisci.

"Questo non è importante. Caleb Poth e Tania Covach hanno infranto una delle nostre regole più giovani. Lei deve essere eliminata e lui rieducato. E' la legge." Eliminata. No!

"Sparite, non ve lo ripeterò." Grido, cacciando un paletto. I tre arretrano, poi uno di loro mi punta e grida.

"E' un cacciatore."

"No. Sono la Cacciatrice." Lancio il paletto verso uno di loro e lo prendo ad una gamba. Quello urla e crolla a terra, cercando di toglierlo. La ragazza scompare e appare alle nostre spalle, rompendo il collo di Coraline. La vedo cadere svenuta e la rossa mi guarda, avvicinandosi a me. Mi giro e c'è l'altro alle mie spalle, con i canini in bella vista. Due vampiri anziani. Non ce la farò mai. Metto mano alle armi, poi la rossa alza un piede e tira un calcio a Coraline, mormorando qualcosa in un'altra lingua. Stringo i denti e qualcosa nella mia testa si rompe. Poi buio.


Alex POV

L'alba è appena sorta e io sono più in forma che mai... okay, sto mentendo. Mi sento uno schifo. Mi trascino lungo le scale e trovo tutti sul divano ad aspettarmi, come in una sorta di seduta di gruppo per alcolisti. Rick picchietta con la mano il posto vuoto accanto a lui.

"Siediti qui, amico." Alzo un sopracciglio, troppo stanco per obbiettare. Prendo posto e comincio a guardare tutte le facce che mi circondano.

"Che volete?" chiedo, senza molta cortesia.

"Ti sei scopato Kirsten." Dice Guido, poggiandosi allo schienale della poltrona e prendendo un sorso di whisky ambrato. Sbarro gli occhi, colto sul fatto. Devo chiudere i miei pensieri a causa di Richard, e questo mi richiederà un notevole spreco di energie che non ho, ma sarà solo per qualche minuto.

"E voi siete fumati." Ribatto, alzando gli occhi al cielo. Mi sento braccato, e una sensazione di inquietudine mi provoca fastidio allo stomaco. Mi chino leggermente su me stesso e sbuffo.

"Non provare a negarlo, oppure Simon sarà costretto a fare una visitina al tuo passato." Guardo il biondo, che ricambia scocciato.

"Non che mi vada tanto, ma mi sacrificherò se serve."

"Vi sembro il tipo che va a letto con la sua arci nemica? Grazie. Belli amici." Mi lamento, aggrottando le sopracciglia in una posa da offeso. Come cazzo hanno fatto a scoprire la verità?

"Non è una cosa brutta. Kirsten è un'assassina sexy e, sinceramente, me la farei anch'io. Vogliamo solo che tu sia sincero e che ci dica che non accadrà mai più." Dice Laurence, calmo. Oh no. anche loro con questa storia. Non accadrà mai più, okay? E' scontato. Allora perché non riesco a dirlo? La sensazione allo stomaco aumenta e all'improvviso ho bisogno di alzarmi per mangiare qualcosa. Senza dire nulla vado in cucina e apro il frigo, facendomi fuori tre sacche di fila.

"Alex, tutto okay?" la voce preoccupata di Derek mi arriva alle orecchie, ma io non rispondo. Ho solo fame. Tantissima fame. Mangio ancora fino a svuotare metà elettrodomestico, ma non mi basta mai. Che mi sta succedendo? Sento dei passi venire verso di me, ma li ignoro, senza voltarmi. Mi sembra che tutto stia diventando lontano. La casa, il frigo, il sangue. Tutto si confonde in un'unica pozza scura. Mi aggrappo al tavolo e cado in ginocchio, sentendo il petto scoppiare. Oh no. Ancora. Non ce la faccio più. Ci sono delle voci e delle mani mi aiutano ad alzarmi, ma io non sto bene. "Cazzo, aiutatemi." Grida ancora il mio amico. All'improvviso mi viene da ridere, e il dolore cessa. Il mio cervello viene preso da una piacevole e ossessiva voglia di sangue.


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