Capitolo 24
Nei sogni cominciano le responsabilità
(Delmore Schwartz)
Alex POV
Corro a perdifiato, senza sapere dove andare. So solo che qualcuno mi sta inseguendo. Intorno a me non c'è niente, solo buio e ombre. Forse sono entrato nella mia testa. I miei passi non producono alcun rumore, mentre quelli del mio inseguitore sì. Li sento dietro di me, veloci e pesanti. Perché scappo? Non capisco. Dove sono gli altri? Sento gli occhi bruciare e li chiudo, strizzando le palpebre. Il vento mi colpisce le guance e decido di fermarmi, aprendo gli occhi e guardandomi intorno. Cosa?! Il buio è stato sostituito da dell'erba, e un cielo azzurro. Azzurro? Merda! C'è il sole. Guardo quella palla rovente che non vedo da secoli, se non quando è protetta da un fitto strato di nubi. Poso lo sguardo sulle mie braccia scoperte, aspettandomi di vederle sfrigolare e bruciare da un momento all'altro. Niente. Questo posto è sempre più strano.
"Ehi, amico!" Eh? Rick è seduto su una roccia, in costume da bagno, e alza una mano verso di me. "Dai, unisciti a noi. L'acqua è fantastica!" Lo guardo come se avesse sbattuto la testa da qualche parte. E' impazzito? C'è un tizio che mi sta inseguendo e... ehi! Dov'è andato? Sempre che ci sia mai stato. In fondo non l'ho visto. Avevo solo l'impressione che ci fosse. Ripensandoci, un bagno mi farà bene. Alzo le spalle e mi avvicino cauto al mio amico, che continua a sorridermi.
"Ce ne hai messo di tempo." Derek esce all'acqua, scuotendosi i capelli con la mano per togliere il liquido in eccesso. Anche lui è in costume, così come tutti gli altri. Li vedo scherzare, chiacchierare tranquillamente, tuffarsi dalla rupe che sovrasta lo specchio d'acqua. Tania è stesa su un asciugamano, insieme a Caleb.
"Cal! Stai bene!" Corro verso di lui, felice di vederlo sano e salvo. Lui mi guarda perplesso.
"Ehm... perché non dovrei? Hai fatto qualcosa al mio cibo?"
"Cosa? No! Ti avevano preso i cacciatori, e adesso sei qui sotto il sole e..."
"Alex, rilassati. Hai bisogno di un bel bagno." Mi indica il lago placido, dove Coraline e Simon si stanno facendo una nuotata. Tutto questo è assurdo, ma come si dice: se non puoi batterli, unisciti a loro. Mi tolgo la maglietta e mi butto nell'acqua gelida, riemergendo poco dopo. Sembrano tutti così tranquilli.
"Alex." Una ragazza ride e mi chiama. Mi volto verso la cascata, dalla quale esce una rossa in costume. Kirsten. Wow. Si tuffa e scompare sotto lo strato gelido, riemergendo proprio davanti a me. Sorride e mi mette le braccia intorno al collo, baciandomi. Spalanco gli occhi, preso alla sprovvista, poi le prendo i fianchi e ricambio, portandola sottacqua. All'improvviso sento l'acqua intorno a me cambiare temperatura e consistenza. I rumori che prima mi arrivavano attutiti adesso hanno smesso di esistere, ma Kirsten mi bacia ancora. Sento uno strappo all'altezza dell'ombelico, poi lei urla e si stacca, sparendo dalle mie braccia. Sbarro gli occhi ed entro nel panico quando non è più davanti a me. Guardo la superficie e la raggiungo, sentendo l'acqua pesare su di me. Adesso è come essere immersi nella melma. Il cielo è diventato rosso sangue e il verde intorno a me è sparito, lasciando posto a sterpaglie e desolazione. Esco dal lago e per poco non cado a terra, inciampando sopra qualcosa. Guardo a terra e un grumo di saliva mi si blocca in gola. Sono inciampato in un corpo seminudo. Lo giro con un piede e trovo Caleb che mi guarda, con gli occhi sbarrati e un paletto conficcato nel cuore. Inizio a respirare pesantemente, riconoscendo negli altri cadaveri tuti quelli che fino a poco fa stavano ridendo e scherzando. Tutti morti allo stesso modo e stesi sul terreno sterile. Corro verso un corpo più familiare, steso a pancia in giù e con un braccio leggermente piegato vicino alla testa. Cado in ginocchio e sento il dolore al petto aumentare enormemente. Lo ignoro e stringo i denti, prendendo l'esile corpo tra le mani.
"Kirsten." Un rivolo di sangue le scende dalla bocca, ed ha un buco nel petto, che la trapassa da parte a parte. Gli occhi riprendono a farmi male. Li sento pungere e diventare più gonfi. E' una sensazione vagamente familiare, ma che non provo da tempo. Non ricordo come si chiama. Pianto, credo. "Chi ha fatto questo?"
"Io." Lascio andare lentamente il corpo senza vita e mi volto, rimanendo interdetto. Muovo la testa da destra a sinistra. Ci vedo doppio.
"Ma tu... tu sei..."
"Morta? Non esattamente." Kirsten fa un sorriso cattivo, lanciando in aria e facendo roteare un paletto di legno, per poi riprenderlo in mano. E' vestita diversamente. Ha un'uniforme nera, che fa risaltare il rosso vivo dei capelli e degli occhi. Un momento. Kirsten ha gli occhi marroni. Li aveva rossi solo quando ha tentato di attaccarmi, nel bosco.
"Chi cazzo sei?" Lei inclina la testa, guardandomi con finta dolcezza.
"Sono Kirsten, in versione migliore."
"Hai fatto tu tutto questo?" Lei annuisce, sorridendo ancora. Un sorriso che non comprende lo sguardo.
"Sì, ed è stato divertente. Dovevi sentire come gridavano, soprattutto lei." Punta il suo corpo, buttato a terra in una pozza di sangue. "Debole. Non ce la facevo più a stare rinchiusa lì dentro."
"Me la pagherai." Caccio i canini, ma lei si porta una ciocca di capelli dietro la spalla e apre la bocca, imitandomi. Cosa?! Non me lo aspettavo.
"Si gioca in due a questo gioco, Animale." In un battito di ciglia è dietro di me, senza fare alcun rumore. Prende il corpo di Kirsten per i capelli e infila una mano nel petto, sfondandolo. Quando la ricaccia stringe qualcosa grande quanto un pugno, rosso e immobile. Il suo cuore. "Questo non le serve più..." La lascia andare e si volta verso di me "...e neanche a te." Mi si getta contro e infila i canini nel mio collo. La prendo per i capelli e la butto a terra, portandomi una mano sul collo. Lei si rialza, pulendosi un angolo della bocca.
"L'arma è quasi pronta. Sei finito, tesoro."
Kirsten POV
Alex si muove, continuando a mormorare frasi senza senso. Provo a svegliarlo, ma lui continua a dimenarsi tra le coperte e ad un certo punto grida. Vedo spuntare i canini e a questo punto gli prendo il viso tra le mani e lo scuoto.
"Svegliati, Flinn!" Lui sbarra gli occhi, guardandosi intorno. Le pupille si dilatano, segno che la sua lucidità sta tornando. Sembrava ancora bloccato nel suo sogno. Ha il fiatone, cosa strana per un vampiro. Deve essersi preso veramente un bello spavento. Se sapessi cosa ha sognato potrei fargli uno scherzo. Sai che risate. Scuoto la testa. Non è il momento di fare certi pensieri.
"Kirsten? Sei tu?"
"Ma che domanda è?" Lui si mette seduto e si passa una mano tra i capelli sudati, continuando a guardarmi. Sembra che stia pensando a qualcosa. Quando torna a fissarmi ha gli occhi sbarrati e pieni di paura. D'istinto avvicino una mano, ma lui si ritrae, allontanandosi un po'. Forse ha capito che quello che abbiamo fatto è stato un errore, e adesso se ne pente talmente tanto che non vuole neanche che lo tocchi. Sospiro, sapendo che ha ragione. Sposto le coperte senza dire nulla e mi alzo, andando a rivestirmi per poi uscire. Mi sento afferrare un polso e strattonare di nuovo verso le coperte, per poi finire contro un corpo freddo e sudato. Alex mi mette una mano dietro la schiena e una dietro la nuca, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.
"Scusami. Per favore. Devi farlo." Sembra quasi implorante, e se non sapessi chi mi sta abbracciando direi che sta piangendo. Assurdo. I vampiri non possono piangere. I condotti lacrimali sono secchi e morti.
"Per cosa?" chiedo, leccandomi le labbra. Lui mi stringe ancora di più, e sento il suo respiro sul collo. Non mi sto sbagliando. Anche se è freddo come il vento di gennaio, i colpi d'aria che sento sul collo provengono proprio da lui. Non capisco.
"Non avrei dovuto farlo. Avevo fame e poi c'era quella voce nella mia testa. Ti ho rovinato la vita. L'ho rovinata a tante persone." E' così spaventato. Gli porto una mano sui capelli e inizio ad accarezzarli piano, bagnandomi la mano di sudore. Rimango in silenzio, rimuginando sulle sue parole. Perdonarlo dopo quello che mi ha fatto. Se me lo avessero chiesto un mese fa, sarei scoppiata a ridere. Invece adesso, con tutto quello che sta succedendo, mi sembra quasi una bella cosa. Insomma, guardate che situazione! Sono andata a letto con lui, e ora lo sto consolando. Io, la Cacciatrice, tra le braccia di un vampiro.
"Sshhh, va tutto bene adesso. Hai solo fatto un brutto sogno." Lui si stacca da me e guarda le coperte, mettendosi le mani sul viso e strofinandolo. Guarda in alto e scuote la testa. Forse è tornato in sé.
"Scusa, non sono più abituato agli incubi. Di solito noi non sogniamo." Faccio un respiro di sollievo e mi porto le gambe al petto, poggiando la testa sulle ginocchia.
"Deve essere stato traumatico? Cosa hai sognato?" Lui scuote la testa e prova a ricordare.
"Non lo so. Ricordo solo qualche immagine. C'era un lago, il sole, tutti che facevano il bagno e si divertivano. Poi è successo non so cosa e mi sono ritrovato in mezzo ai cadaveri. Credo che qualcuno mi abbia detto delle cose, tipo l'arma è quasi pronta o che so io." Lo guardo e noto una macchia rossa sulla guancia, vicino all'occhio. Ci metto il pollice sopra e questa viene via con un gesto.
"Cos'è questo?" Mi guardo il dito e lui fa lo stesso. I suoi occhi si allargano e lo mette in bocca, passandosi un dito sulle labbra.
"Sangue, ma non il tuo. Non ho mai sentito un sapore simile."
"Di cosa sa?"
"Non saprei. È salato." Si porta le mani all'altezza del volto e ne vede altro sui palmi. "Ma cosa...? Ah, non importa." Prende un fazzoletto dal comodino e si asciuga le mani. Scuote la testa e si alza, rivestendosi. Faccio la stessa cosa, evitando di guardarlo in faccia. Credo di avere le guance in fiamme.
"Kirsten?" Mi volto, finendo di allacciare il reggiseno.
"Sì?" Alex guarda fuori dalla finestra, poi si gira e sorride.
"Non è stato male, stanotte." Ridacchio senza un perché.
"Già."
Alex POV
Faccio scendere Kirsten dalla finestra. Non ho intenzione di rispondere alle domande dei vampiri che mi stanno aspettando sotto.
"Ehm, che facciamo ora?" chiede, giocando con una ciocca di capelli rossi. Kirsten imbarazzata. Questa non me la voglio perdere. Alzo le spalle. Non lo so. Consideriamo tutto come un incidente e torniamo ad odiarci amaramente? Credo sia impossibile.
"Tu vuoi che risucceda?" chiedo, guardandola negli occhi. Lei ci pensa su, strofinandosi il braccio.
"No." Ahi! Dannato cuore! Mi piego impercettibilmente su me stesso, poi annuisco.
"Okay, allora ci sopporteremo a vicenda?" Le porgo una mano e lei la guarda un po'. Alza il suo braccio e la stringe forte, agitandola.
"Ci sopporteremo a vicenda. Adesso dobbiamo pensare a liberare quel coglione del tuo amico e a capire cosa diavolo sta succedendo qui."
"Strano, ma sono d'accordo con te." Rimaniamo immobili. Aspetto che lei se ne vada, perché io non ci riesco. Kirsten si guarda le scarpe, ma non si muove. Perché cazzo non se ne va? Sento che sto per scoppiare. Fa due passi lunghi e la ritrovo più vicina. Si mette sulle punte dei piedi e mi bacia di nuovo, questa volta con più violenza di quanto mi sarei immaginato. Devo resistere. Non ti muovere, Flinn! Non. Muoverti... "Oh, fanculo." La sollevo da terra, in modo da farla arrivare alla mia stessa altezza. Sento i miei capelli tirare e la sbatto contro il muro, premendo su di lei. Il suo respiro si fa più pesante, e mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per staccarmi da lei.
"Hai sentito qualcosa?" chiede velocemente, come se non fosse ovvio.
"No." mento spudoratamente, scuotendo la testa e lasciandola andare.
"Neanche io."
"Bene."
"Bene." Si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi scansa, correndo lontano per le strade. Rimango a guardarla finché non sparisce, poi mi passo una mano tra i capelli. Ho bisogno di sedermi. Un lento applauso mi giunge alle orecchie e io mi volto, cercando nell'oscurità il mittente di tanto scherno. L'ultima persona che avrei voluto vedere esce dall'angolo, con una smorfia infastidita.
"Ma bravo, Animale. Sei riuscito ad allontanarla dal suo obbiettivo." Merda!
"Sparisci, Mason." Ringhio, pronto a saltargli addosso. Sembra disarmato, ma con i Lican non si può mai sapere. Cory viene verso di me con passo sicuro, scostandosi il ciuffo dalla fronte con una mano.
"Credi davvero che lei potrà mai provare qualcosa per te, diverso dall'odio?" Socchiude gli occhi. È geloso, e questo mi fa arrabbiare. Vuol dire che ha ancora delle mire su Kirsten.
"Non sono cazzi tuoi. Perché non fai i bagagli e ritorni da dove sei venuto? Qui ce la caviamo da soli."
"Non è così semplice sbarazzarsi di me, soprattutto se ho avvistato una preda. Quando completerò la mia missione sparirò, ma non ti posso assicurare che me ne andrò da solo." Stringo i pugni e socchiudo le labbra per far posto ai denti.
"Te l'ho già detto. Toccala con un dito e non vedrai la luce del sole."
"Quindi vuoi uccidermi, eh? Interessante, ma dimmi, chi si prenderà cura di Kirsten quando anche tu sarai trapassato?"
"Cosa dici? Sarai soltanto tu quello che morirà."
"Ti consiglio di fare delle ricerche su quelli come me. Siamo degli ossi duri."
"Meglio, sarà più divertente spezzarti." Cory alza le spalle con noncuranza.
"Rinuncia finché sei in tempo, Alexander. Lo dico per il tuo bene. Kirsten non è destinata a questo." Dice in tono accondiscendente, con una vena di ironia. Destinata? Pff. Come se credessi ancora a queste coglionate.
"E tu come fai a dirlo? Soltanto perché te la sei fatta qualche volta non hai la precedenza." Il suo sorriso scompare e ne sono felice. Finalmente l'ho colpito.
"Non dire che non ti ho avvertito, e quando la perderai fammi un fischio. Vorrei assistere al tuo disfacimento."
"Aspetta e spera, Lican." Il tatuaggio sul suo braccio prende a pulsare e lui lo guarda.
"Oh, che peccato. Mi piacerebbe rimanere a chiacchierare con te, ma c'è un branco di cani che mi aspetta per essere decimato. Ci vediamo." Scompare dietro il palazzo ed io non lo seguo. Pallone gonfiato. Sbuffo e rientro nella mia camera. Mi tolgo di nuovo i vestiti e mi infilo sotto la doccia. Cazzo, non riesco a togliermi dalla testa le parole di Cory. Quello stronzo è riuscito a mettermi una cimice nell'orecchio. Batto forte la testa sulle piastrelle, lasciandoci un po' di sangue. E' così che mi calmo. Facendomi male. Non sono un autolesionista, o almeno credo. Visto che non mi rimangono cicatrici non mi sono mai considerato tale. Lo faccio solo per dimenticare il resto. Mi concentro sul dolore e quando non mi rimane neanche un segno mi sento invincibile. Perché lo sono. Io sono Alexander Flinn, e non mi lascerò mettere i piedi in testa da nessuno, benché meno da un ragazzino e dai suoi cani. Esco e mi asciugo, infilandomi i boxer. Poggio le mani sul lavandino e mi guardo allo specchio, rivedendo la stessa faccia che sono abituato ad avere davanti da secoli. Non sono cambiato di una virgola da quella notte di trecentottanta anni fa. Non una ruga. Non un segno di cedimento. Niente cicatrici o lividi, a parte quella piccola sui miei addominali. La sfioro con un dito e la mia mente torna indietro al giorno in cui me la sono provocata. Quella bambina è riuscita a procurarmela solo toccandomi. Scuoto la testa e ritorno in me, sospirando. D'istinto mi porto una mano sul petto e continuo a sentirlo battere. Spero che la smetta presto, prima che qualcuno se ne accorga.
Cory POV
Pezzo di merda, ma non ha capito con chi ha a che fare. Lo rovinerò, e mi divertirò nel farlo. Prendo il telefono dalla tasca e chiamo Philippe.
"Novità?" mi chiede, frettoloso. Alzo gli occhi al cielo e accarezzo il mio tatuaggio con lo sguardo.
"E' ancora vivo. Devono essere riusciti ad annullare l'effetto della pozione." Sento una risata soffocata dall'altra parte.
"Questo lo credi tu. La Lega ha catturato il vampiro che ci serviva. Tu prendi il lupo mannaro e portalo da me. Lo faremo domani."
"Sei sicuro che funzionerà?" Mi fido di lui, ma sono sospettoso. È un piano assurdo.
"Fidati, siete stati addestrati a questo fin da piccoli. L'arma è ancora dormiente in voi due. Quando il rito sarà completato, non ci sarà più nulla che non possiate fare insieme." Sorrido nel buio e sento un ululato lontano. È il mio momento.
"Avrai il tuo lupo mannaro."
"Vuoi che ti mandi uno degli ibridi?" Faccio una smorfia e scuoto la testa, ricordando che non può vedermi.
"No, mi fanno schifo. Non capisco perché tu li abbia creati."
"Così potrete far pratica insieme." Ride, facendomi rabbrividire. Gli ululati si fanno più vicini e il mio tatuaggio prende a bruciare.
"Adesso ti devo lasciare. Ci vediamo domani." Chiudo la chiamata e punto lo sguardo verso il bosco buio, sorridendo all'oscurità. Sento i muscoli gonfiarsi e i miei sensi si acuiscono. Apro la bocca, sapendo che non è più umana. Il bruciore cessa ed io prendo a correre verso le mie vittime, mangiando la strada con le mie nuove quattro zampe. L'oscurità diventa limpida attraverso i miei occhi gialli, e scompaio tra gli alberi, pronto ad uccidere.
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