Capitolo 22
Nella foto: Cory Mason, Lican
Il mio ricordo ti verrà a trovare
Quando starai troppo male
Quando invece starai bene resterò a guardare
(Ed ero contentissimo, Tiziano Ferro)
Kirsten POV
Fisso gli occhi azzurrini del ragazzo seduto davanti a me, con le braccia portate all'indietro che sorreggono il peso del suo corpo e le gambe stese e divaricate, reduci dalla precedente caduta.
"Cosa ci fai tu qui?" chiedo, sentendo la mascella pesante. Non riesco a chiudere la bocca! Lui fa un mezzo sorriso, ma gli muore sulle labbra vedendo la mia espressione incavolata.
"Tu che ci fai qui!?"
"Non fare il pappagallo e rispondi." Ringhio, rialzandomi. Lui alza gli occhi al cielo e fa la stessa cosa, spolverandosi i jeans larghi con un gesto della mano.
"Gentile come al solito."
"Piantala, Mason." Cory socchiude gli occhi, riducendoli a fessura.
"Ma dai, so che sei felice di rivedermi." Dice in tono malizioso, e un brivido di collera mi percorre la schiena. Stringo i denti, sentendoli raschiare tra loro.
"Come sarei felice di vedere un brufolo sul naso il giorno del ballo." Credo che il paragone abbia reso l'idea, perché lui sbuffa e si sistema meglio il cappello.
"Noiosa."
"Coglione. Visto? Abbiamo opinioni simili."
"Io non direi." Mi sta facendo innervosire. Non vedo Cory Mason da anni, e non ho alcuna voglia di ripetere l'esperienza di quei tempi. Scuoto la testa e abbasso le spalle, sconfitta. Con lui è impossibile parlare. È bravo solo in una cosa, almeno per quanto ne so io. "Allora, come va la caccia ai vampiri?" Corro verso di lui e gli metto una mano sulla bocca, per farlo tacere.
"Sta zitto. Vuoi che ti senta tutta la scuola?" sussurro, guardandomi intorno. I corridoi sono ancora deserti. Meno male. Lui mi guarda sarcastico e alza un sopracciglio, afferrandomi il polso e togliendo delicatamente la mia mano dalla sua faccia.
"Perché? Credi forse che mi prenderebbero sul serio?" Vero.
"Tu non capisci. Ci sono dei licantropi in questa scuola, e mi stanno tenendo d'occhio da un po', quindi non scassare." L'ho capito da quando ho riconosciuto nel branco di Brooke dei miei compagni. In questi due giorni, con l'aiuto di Derek, ho stilato una lista dei soggetti "a rischio" e da cui cerco di mantenermi alla larga il più possibile.
"Licantropi? Allora non sbagliavo."
"Non provare a toccarli. Servono." C'è un motivo per il quale conosco Cory. Si è allenato con me quando eravamo piccoli. Lui non è orfano, ma i genitori fanno parte di qualche associazione ammazza-licantropi. Insomma, per farla breve: io caccio e uccido le sanguisughe per vendetta, lui i cani per divertimento.
"Non puoi rovinarmi la festa così. Sono venuto qui per un motivo, e credo che entrambi sappiamo quale sia."
"Questo è il mio territorio. Smamma." Mi allontano da lui con uno strattone e lo fulmino con lo sguardo. Non bastava Flinn. Adesso ci si deve mettere anche lui a complicarmi l'esistenza. Perché non me ne vado da questo buco di città?
"A te non interessano i cani, quindi non ci intralceremo a vicenda. Anzi, potremo riportare alla mente dei vecchi ricordi..." Mentre lo dice mi porta un dito sul collo e inizia a farlo scendere lungo la clavicola. Mi volto per morderglielo, ma lui è più veloce e lo allontana.
"Scordatelo, Cory. Non mi va." E poi mi fai schifo. Lui fa un finto broncio, poi alza le spalle.
"Mai dire mai, chérie." Fa un sorriso sornione e io scuoto la testa. Idiota.
"Sogna, accalappiacani." Ridacchia e poi controlla il foglio che portava in mano.
"Bene, adesso ho matematica. Sai che bello." Dice con una smorfia, cambiando totalmente discorso. Ci sono abituata. Da piccola credevo fosse un po' picchiatello, ma adesso so che è proprio scemo.
"Meglio, così la smetterai di intralciarmi." Lo scosto malamente e imbocco la strada per dileguarmi. Cory si passa una mano tra i capelli biondi e sorride, inclinando la testa. La sua voce mi arriva schietta e derisoria alle orecchie.
"Ci vediamo a pranzo, Kirsty."
Grugnisco frustrata ed entro nell'aula. "Donovan, soltanto perché è qui da poco crede di essere esentata dalla campanella?" La signora (anche se non ho capito bene chi abbia avuto la capacità e lo stomaco di sposarla) Mackenzie mi aspetta davanti alla porta, con gli occhiali calati sul naso e un piede stretto nella ballerina nera, che batte a terra producendo l'unico rumore presente nell'aula.
"Mi dispiace tanto. Non succederà più." Queste parole mi suonano familiari. Come se le avessi già dette di questi tempi. Le uniche volte che l'ho fatto ero con mio zio, ma ancora non sono riuscita a ricordare cosa sia successo l'ultima volta che l'ho visto. Le immagini sono sfocate e si confondono tra loro.
"Sarà meglio, ma per adesso potrebbe sedersi e degnare di seguire almeno il resto della lezione, non crede?" Rimango impassibile e mi trascino sull'unico banco rimasto, in prima fila. Dannati studenti di liceo. Sempre ad accaparrarsi le ultime file. Mi guarda con soddisfazione e torna a scrivere la parola che aveva lasciato a metà sulla lavagna. Guardo distrattamente le lettere bianche comporre il nome di Enrico XVIII. Sbuffo e prendo il quaderno degli appunti e una matita. La Mackenzie inizia il suo lungo monologo sulla stirpe degli Enrichi, che tenne l'Inghilterra sotto scacco per anni, o almeno credo. Non sto ascoltando molto. Continuo a rivedere davanti a me l'immagine di Flinn, poi quella di mio zio che mi parla. Non so di cosa. Lo vedo solo muovere le labbra. Le lettere bianche sulla lavagna iniziano a contorcersi e cambiare aspetto, fino a formare un'altra parola. UCCIDILO. Scuoto la testa e sbatto le palpebre. Quando torno a guardare la lavagna, il nome del re svetta in maiuscolo sul nero. Devo essere più stanca di quel che pensassi. Guardo il mio quaderno e per poco non sobbalzo, vedendo ripetuta sempre la stessa parola in ogni pagina. Le giro tutte e vedo con orrore che i miei appunti sono cambiati. Adesso c'è solo quel comando imperioso che continua a ripetersi. Inizio a sentirlo anche nella mia testa, come se mi fosse sussurrato all'orecchio. Uccidilo. Uccidilo. Uccidilo. Lo chiudo di scatto, cercando di fare poco rumore. La Mackenzie non se ne accorge e continua a guardare il suo libro. Riapro il mio quaderno, e anche qui tutto è tornato normale. Prendo una matita per ricopiare lo schema che l'insegnante sta scrivendo alla lavagna e la porto sul foglio. Dalla punta appena temperata iniziano ad uscire piccole gocce di sangue rosso, che vanno a cadere sulla carta producendo dei ticchettii. Rimango ad osservarli per qualche secondo, come ipnotizzata, mentre la voce sibilante si insinua ancora dentro la mia testa. Uccidilo. Uccidilo. UCCIDI FLINN. Grido e butto la matita per terra, alzandomi dal banco e gettando via il quaderno. Respiro pesantemente e il cuore mi batte forte, ma riesco comunque a sentire i colpi di tosse infastiditi della mia prof. Quando mi guardo intorno scopro che non c'è traccia di sangue, né di altro. Guardo la Mackenzie aspettare una spiegazione e dico la prima cosa che mi viene in mente.
"Era un ape. Sono allergica." Dico con tono riparatore. La classe scoppia a ridere e io cerco di mantenere uno sguardo costernato. La Mackenzie scrive qualcosa su un foglietto rosa e poi me lo porge.
"Bene, vada ad iniettarsi una dose di antibiotico, e non si preoccupi di tornare per oggi." Mi sfotte, porgendomi il foglio. Perfetto. Sospesa per il resto della giornata. Per fortuna non ho genitori che mi possano scuoiare viva.
Alex POV
"Oscar Wilde nacque a Dublino nel 1854..." Che noia. Ma quanto parla questa donna? Ho già conosciuto Wilde, e ci ha provato con me, il che non mi sorprende. Modestia a parte, sono favoloso e lo ero anche due secoli fa. Comunque è rimasto affascinato da Josh e ne ha preso spunto per il personaggio di quel suo romanzo... come cazzo si chiamava? "... scrisse Il Ritratto di Dorian Gray."
"Sì!" urlo senza pensarci, ritornando con la mente in classe. È quello il romanzo.
"Signor Flinn ci può rendere partecipi del suo pensiero felice?" Guardo male la mia prof. di letteratura. Sembra che mi stia parlando come se fossi Peter Pan. Scuoto la testa e poi la poggio sul palmo della mano.
"Come, non lo sa? Il Manchester ha vinto contro la Francia ieri." Dico innocentemente, ringraziando mentalmente Rick e la sua fissazione morbosa per il calcio. Una risata si alza dalla classe e la Dominique alza gli occhi al cielo, tornando alla sua spiegazione.
"Leggerete questo romanzo. Tra un mese mi consegnerete il riassunto e la recensione." Tutti protestano, tranne me. La farò fare al biondino. Aspetto che la lezione finisca ed esco dall'aula al suono della campanella, dirigendomi fuori dall'edificio. Vedo che Rick e Josh sono seduti sul retro a parlare, quindi mi unisco a loro. È il momento di chiedergli il favore per letteratura.
"...e poi si è messa ad urlare come un'ossessa. Ha dato la colpa ad un ape, ma lei non è allergica. Vero?" Alzo un sopracciglio e mi intrometto nel discorso del riccio.
"Di chi state parlando?" Loro mi vedono e alzano una mano in segno di saluto, lasciandomi spazio per farmi sedere su uno degli scalini.
"Kirsten. Ho sentito la sua conversazione con la Mackenzie nell'aula accanto. ad un certo punto si è messa ad urlare e la strega l'ha sospesa. Cazzo, quanto mi piacerebbe dissanguare quel metro e venti di merda." Rick alza gli occhi verdi, trasognato. Sono un po' perplesso, ma un rumore strano mi distoglie dal parlare. Sembra come un guaito strozzato. Io e i ragazzi ci guardiamo a vicenda, prima di correre verso i parcheggi degli studenti. Arrivo per primo e mi trovo davanti ad un ragazzo biondo, che caccia un pugnale d'argento dal cuore di una ragazza. Lei cade a terra, strisciando la schiena contro una macchina e lasciando un rivolo di sangue sulla portiera. Sento i miei canini allungarsi, ma non credo che il tizio volesse solo procurarci un pasto.
"Ehi, tu!" lo chiama Josh e lui si gira, spalancando gli occhi non appena ci vede. Prova a scappare ma noi lo accerchiamo, togliendogli ogni possibilità di fuga. "Perché hai ucciso quella ragazza?" Non sembra spaventato dalla nostra super velocità, né dai denti insolitamente lunghi.
"Non lascio vivere i licantropi." dice, sputando sul corpo senza vita. Rick socchiude gli occhi, forse tentando di leggergli nel pensiero.
"Ah, quindi tu sei un Lican. Un cacciatore di lupi." Il ragazzo annuisce alla mia affermazione. E' strano vederne uno dal vivo. Ne ho sentito solo parlare. Sono prescelti, quindi rari. Molto più rari dei cacciatori di vampiri.
"Perspicaci. Di' al tuo amichetto di smetterla di provare a leggermi nel pensiero. Ho eretto delle barriere." Rick smette di aggrottare le sopracciglia e sbuffa, alzando gli occhi al cielo. "Come mai siete ancora vivi?" Alziamo tutti e tre un sopracciglio.
"Come scusa?"
"Siete vampiri, giusto?"
"Sì. Lo hai capito dai denti?" dico sarcastico, indicando uno dei miei canini. Il biondo si passa una mano tra i capelli e sbuffa sonoramente.
"Kirsten non vi ha ancora fatto fuori, a quanto pare. Si vede che sapete qualcosa sull'Animale." Sbarro gli occhi. Questo tizio conosce Kirsten, ma non sa nulla di me. Interessante.
"Chi sei tu?" Adoro sapere il nome delle mie prossime vittime. Lui fa una smorfia e sorride.
"Cory Mason, e voi?"
"Quelli che ti uccideranno." La voce di Derek ci raggiunge e lui e Caleb fanno la loro comparsa alle spalle di Rick. Batto un piede a terra e li fulmino con lo sguardo.
"Uffa! Volevo dirla io!" mi lamento e Derek mi fa l'occhiolino.
"Sarà per la prossima, amico." Cory è in mezzo a noi e si guarda intorno, studiandoci bene. Adoro vedere la paura negli occhi del mio pranzo. Stiamo per avventarci contro di lui, quando una massa di capelli rossi e una di neri si mettono in mezzo, intralciandoci.
"Fermi!" Ma che cazzo...?
"Tania, levati." ringhia Caleb. È affamato, e si vede. Non le avrebbe mai parlato così, altrimenti. Lei non lo prende di buon occhio e volta la testa. Cal segue la traiettoria del suo sguardo e va a sbattere contro un'auto, attivando l'allarme. Kirsten scatta dietro le mie spalle e sento una puntura sul collo. I miei muscoli rimangono immobilizzati e lei mi fa sedere accanto al cadavere della ragazza.
"Ma che vi prende?" sbraito, provando a muovere un braccio. La vedo infilare repentinamente una siringa anche nel collo di Josh, mentre Tania fa venire un'emorragia agli altri, bloccandoli a terra per il dolore. Quando siamo tutti immobili le ragazze fanno un sospiro di sollievo, mentre Cory continua a ridere. Questa risata brucia più dell'acqua santa, e mi corrode dentro.
"Scusate, ma non potete ucciderlo." Borbotta Tania, guardando malissimo il biondino.
"Perché? È nella nostra zona e ha appena ucciso una ragazza, anche se licantropa." Kirsten sbarra gli occhi e solo adesso sembra accorgersi del corpo.
"Cory, che cavolo! Ti avevo avvertito di non fare stupidaggini." Urla, puntandogli un dito contro. Lui alza le mani in segno di resa, lasciando andare l'arma insanguinata.
"Ehi, mi aveva attaccato." Abbassa la maglietta e mostra un morso sulla sinistra, che gli prende tutta la spalla. Kirsten alza gli occhi al cielo e guarda Tania.
"Lo potresti aiutare?"
"Kirsty..."
"Ti prego." La guardo con occhi sbarrati, dimenandomi come se fossi legato. Tutto questo è assurdo. Lei fissa Tania con occhi imploranti e lei annuisce, cacciando qualcosa dallo zaino. Da qui riesco a vedere solo che è una bottiglia di plastica trasparente, con dentro una sostanza quasi fangosa. La porge al Lican, che la prende con la spalla sana e la beve tutto d'un sorso.
"Grazie, piccola." Dice, porgendola alla mora. Tania gliela strappa dalle mani e sento Caleb dietro di me, che freme per affondargli le zanne nel collo. Siamo in due!
"Ehm, detesto interrompere questi momenti, ma ci fareste la cortesia di SLEGARCI DA QUESTA POSIZIONE?!" grido le ultime tre parole e Tania schiocca le dita. Le nostre mani si liberano e io sento un formicolio lungo il corpo, simbolo che i miei muscoli hanno ripreso a lavorare. Mi rialzo e provo ad avventarmi contro Cory, ma Kirsten mi intralcia il percorso, mettendomi una mano sul petto per fermarmi.
"Non ti avvicinare, Alexander. Lascialo in pace."
"Perché lo difendi in questo modo?" Lei si volta per guardarlo, ma lui è più veloce e si avvicina, mettendole un braccio intorno al collo.
"In memoria dei vecchi tempi, vero amore?" Rimango pietrificato sul posto, con gli occhi sbarrati. Sento un'ennesima fitta acuta al petto, poi più niente. È stato solo un attimo. Ci metto qualche secondo per ritrovare la mia solita freddezza, ma quando ci riesco mi sento quasi più leggero. Tranquillo. Chiudo gli occhi e abbasso il dito che mi sono accorto di aver alzato.
"Vecchi amori?" chiedo, pragmatico. Non voglio sprecare troppe parole con questo stronzo. Kirsten gli prende il braccio e lo scosta malamente.
"Non sono affari tuoi." mi rimbecca, scostandosi da entrambi e andando verso l'uscita. Sembra frastornata, e questo non mi piace.
"Dove stai andando?" le urlo dietro, ma lei non si volta, e vedo i capelli rossi muoversi a ritmo con il suo passo.
" A casa. È stata una giornataccia." Volta l'angolo e scompare, diretta a casa sua. Sbuffo sonoramente e prendo il cadavere in spalla. almeno ho rimediato uno spuntino. Il sangue di licantropo è un po' speziato, ma buono. Magari lo lascerò a Niall, visto che adora i sapori forti. Tra poco usciranno gli altri studenti. Meglio andare via. Butto uno sguardo su Cory e faccio una smorfia. Mi avvicino a lui, in modo che gli altri non mi sentano.
"Sta lontano da lei." Sibilo minaccioso. Lo sento ridere vicino al mio collo.
"Non sai con chi hai a che fare. Sei praticamente morto, Animale." Mi tira una spallata e rientra nella scuola, lanciandomi un ultimo sguardo prima di sparire. Io rimango a guardare il portone ancora vuoto. Prima sembrava che non sapesse la mia identità, ma a quanto pare mentiva. Scrollo le spalle e passo il corpo ai ragazzi, permettendoli di spartirselo. Da quando vivere è diventato così complicato? Sono venuto in questo buco perché era tranquillo. Volevo rilassarmi un po' e stare tranquillo per controllare gli altri clan, invece mi ritrovo circondato da cacciatori, licantropi, Lican, clan stranieri e chissà cos'altro. in due settimane ho rischiato di essere fatto fuori molte più volte che in trecentonovantanove anni. non ne posso più. È il momento di iniziare a fare piazza pulita dell'immondizia. Stringo gli occhi a fessura e cerco con il pensiero il biondo all'interno dell'edificio. Lo trovo che svuota il suo armadietto, e prende un fazzoletto per pulire il sangue dal pugnale. Ho deciso. Lui sarà il primo a sparire.
Kirsten POV
Calcio un sassolino sulla strada, guardando a terra. Cory è tornato nella mia vita. Chi lo avrebbe mai detto. Per fortuna non ero ancora tornata a casa dopo l'episodio in classe, oppure Alex lo avrebbe bevuto fino all'ultima goccia di sangue. Lo so che non lo capisce, ma l'ho fatto per lui. Se un Lican muore per una mano sovrannaturale, l'uccisore farà la stessa fine. E' stato uno stregone ad imporre questa maledizione. L'ho letto in un libro che avevo rubato a Mason quando ci allenavamo insieme. Eravamo...amici, più o meno. Per un breve periodo siamo diventati qualcosa di più, ma lui voleva troppo e io avevo altre cose per la testa. Ci divertivamo. Punto. Non c'è mai stato niente. Non voglio che qualcuno si faccia male per colpa sua. Devo scoprire perché e qui, e poi dirgli di andarsene. Cory è come me. Non si ferma mai nello stesso posto, a meno che non ci sia qualcosa che lo trattiene. Forse è collegato con la storia degli ibridi. Potrei chiedere a mio zio. In fondo Cory è stato come un figlio per lui. Non appena è apparso sul ragazzino il marchio che contraddistingue i Lican, zio Philippe ci si è fiondato sopra come se fosse acqua per un assetato. Ricordo ancora il giorno in cui me lo ha presentato. Era la prima volta che maneggiavo un paletto. Stavo ancora lavorando sul mio vecchio amico di legno, quando la porta della cantina si è spalancata e mio zio è entrato trascinando un bambino biondo dorato per il braccio.
"Kirsten, ti presento il tuo nuovo compagno. Cory, lei è Kirsty, la mia nipotina." E come dimenticarlo? È stata una delle poche volte in qui mi ha chiamata affettuosamente. Cory è stato bravo. Aveva una precisione non comune, come se fosse nato per lanciare armi. Facevamo sempre a gara a chi era più bravo. Era il nostro unico svago. Ovviamente vincevo io, ma ho sempre avuto il sospetto che mi lasciasse fare. Andava tutto bene, fino a quando a quindici anni non ha rischiato di staccarmi un orecchio durante un lancio di pugnali d'argento. Mi aveva fatto solo un graffio, fortunatamente, ma era talmente dispiaciuto che ho lasciato che mi curasse. Eravamo vicini, e lui mi ha baciato. Non mi è dispiaciuto, anzi... è stato bello. Faccio un mezzo sorriso, ma lo reprimo subito al ricordo di quello che è successo dopo. Siamo finiti a letto insieme. La cosa è andata avanti per tre mesi, poi il mio addestramento è terminato e io mi sono decisa ad andarmene. Lui non era molto d'accordo, e me ne ha urlate contro di ogni. Mi ha fatto talmente male che sono scappata subito, senza pensarci. Pochi giorni dopo ho saputo che era già andato con un'altra. Deprimente, vero? Da allora non l'ho più voluto vedere, e neanche lui felice di stare in mia compagnia. Allora mi chiedo: perché qui? Perché Canton? Arrivo senza accorgermene davanti al mio palazzo ed entro, salendo le scale per arrivare al mio appartamento. Quando apro la porta la musica calma di Ross Copperman mi raggiunge, e con essa anche la voce di Caroline che storpia la canzone. È sul suo letto e si sta mettendo lo smalto alle unghie. Il sacco plasmatico che deve aver usato come pranzo è ancora sulle coperte, ma quella è l'unica traccia che la potrebbe far credere un vampiro. Quando mi vede sorride e comincia ad agitare le dita blu.
"Ehi, sono appena tornata dal Rifugio. Simon sta meglio, anche se non credo che ti faccia piacere. Credo che Guido ti abbia messo gli occhi addosso. È un malato pervertito, ma è bravo. Lo so a mie spese. Se vuoi andarci okay, ma sapendo il tuo ribrezzo per i vampiri credo non lo farai. Però Alex non ti dispiacerebbe averlo sopra..."
"Caroline, per l'amor di Dio, smettila di parlare." la blocco, ignorando le sue ultime parole. Lei mi guarda e fa il broncio.
"Uffa, qualcuno si è alzato dalla parte sbagliata del letto." Magari fosse solo quello. Mi butto sul letto, con le braccia aperte a formare una stella.
"E' ricomparso un mio ex." Dico. Ho bisogno di parlare con qualcuno, e Tania non c'è.
"Wow. Scandaloso. E Alex che ne pensa?" Alzo le spalle.
"Perché? Quello pensa?" Caroline alza gli occhi al cielo e scuote la testa.
"Sei tremenda. Perché non ammetti di avere una cotta per quella sanguisuga?"
"Smettila di dirlo. Non è vero. Lo detesto. Lui è la creatura che ho imparato ad odiare per nove lunghi anni, in cui mi sono spaccata la schiena solo per vederlo bruciare davanti a me. Io non ho una cotta per quell'assassino." Sbotto, in preda ad una crisi di rabbia.
"Come vuoi. Io riferisco solo quello che vedo." Si alza ed esce dalla stanza, camminando sui talloni per non rovinare il suo lavoro ancora fresco. Perché l'ho accettata come coinquilina?
Il giorno passa veloce, ed io decido di non uscire dall'appartamento. Caroline ha deciso di farmi compagnia, quindi adesso siamo davanti al televisore a guardare un filmetto in bianco e nero che danno in seconda serata. Siamo arrivate alla parte principale, nella quale il vampiro illude la bella ragazza e poi la mangia. Caroline butta un popcorn sullo schermo a questa scena.
"Pallonari. Io non faccio così." Fa il broncio, incrociando le braccia. Ridacchio e muovo le dita dei piedi, che si stanno atrofizzando a furia di stare ferme. All'improvviso qualcuno bussa alla porta, ed io sbuffo. "Vai tu." Mi dice lei, mettendosi un popcorn in bocca e poi sputandolo subito. "Scusa, è l'abitudine." Annuisco e vado verso la porta, che sta per essere sfondata dai numerosi battiti.
"Un momento! Quanta impazienza!" Apro e mi si presenta davanti una Tania in lacrime, che tira su con il naso. "Tania, ma cosa..."
"Caleb." La faccio entrare e la guardo, cercando dei lividi.
"Ti ha fatto male? Ti ha picchiato?" Lei scuote la testa e scoppia a piangere ancora di più. "Cosa è successo? Avanti Tania, parla."
"I cacciatori. Lo hanno..."
"Hanno cosa?" Detesto cacciare le parole di bocca alle persone. Tania alza gli occhi, rossi e gonfi.
"Lo hanno preso, Kirsten. Lo hanno portato via da me."
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