Capitolo 20

Ho controllato il mio battito

A qualcuno potrà sembrare stupido

Svegliami o perdimi

L'ho incasinato, l'ho incasinato

Mi gira sottosopra

Questa ragazza

Mi gira dentro e fuori

Questa ragazza

Cosa vuoi che dica

L'ho incasinato, l'ho incasinato

Perché

Sono innamorato

(I'm in love, Ola)


Alex POV

Credo di essere impazzito. Mi sembra di essere finito in uno di quegli scritti di Kafka. Ho iniziato a camminare sempre più veloce, e poi, senza accorgermene, stavo correndo normalmente. Come se fossi un umano. Ho voglia di scappare. Allontanarmi il più possibile da quello che ho appena detto, ma quelle parole continuano a seguirmi. Mi piace Kirsten. Io sono un vampiro! Ho la mia dignità. Non mi piacciono gli umani. Sono buoni solo per mangiare. Mi ritrovo nel bosco e appoggio la schiena al tronco nodoso di un albero, battendoci la testa contro. Ma che cazzo! Ho voglia di spaccare qualcosa. Devo! Mi porto le mani tra i capelli ed inizio ad urlare a squarcia gola, facendo alzare uno stormo di uccelli neri dagli alberi quasi spogli. Tiro un pugno all'albero dietro di me, sentendolo affondare nelle schegge createsi. Quando lo ricaccio è completamente ricoperto dal mio stesso sangue. La apro e vedo le ferite rimarginarsi, ma il sangue rimane, nero e fitto, mentre cola a terra in piccole gocce. Il sangue di un vampiro è velenoso per quelli della sua specie. È un'arma per la sopravvivenza. In questo modo i vampiri non si estingueranno tra di loro. Continuo a guardarlo e me lo avvicino alla bocca, poggiandoci le labbra e leccandomele. Lo sapevo. Ha lo stesso, disgustoso sapore del sangue di Brooke. Allora è vero. E' diventato un vampiro, ma è anche un lupo mannaro. Da quello che ho capito, il mittente di Brooke potrebbe essere anche lo stesso che ha inviato Connor. Aveva un pugnale consacrato. È un'arma da professionisti. Striscio con la schiena contro il contro, ritrovandomi seduto sul tappeto di foglie secche.

"Alex." Alzo la testa dalle ginocchia, sentendo il mio nome in un eco. Posso vedere la voce rimbalzare tra gli alberi e tornare da me. "Alex. Sono qui." Ma...questa voce...

"Kirsten?" Mi alzo di nuovo, correndo verso la voce che mi chiama. Dov'è? Continuo a guardarmi intorno, ma niente.

"Alex." Potrebbe essere nella mia testa. Forse sono davvero impazzito. "Dietro di te." Sbarro gli occhi e mi giro un'ultima volta. Lei è lì. Vestita esattamente come due giorni fa. I capelli spettinati e rosso intenso che le vanno un po' davanti al viso, per colpa del vento. Strano. Avrei dovuto sentire i suoi passi.

"Stai bene?" chiedo. È l'unica domanda sensata che mi viene in mente, adesso. Potrebbe essere riuscita a scappare da sola da Brooke, ma non ha neanche un graffio. E poi... è strana. C'è qualcosa che non va.

"Mai stata meglio." Risponde, facendo un passo verso di me. Come pensavo. Non produce alcun rumore.

"Dove sei stata?" Lei inclina la testa e fa un mezzo sorriso.

"Ad aggiustarmi."

"Aggiustarti?" L'ho sempre detto che aveva bisogno di una sistemata, ma non credevo mi prendesse sul serio. "Che fine ha fatto Brooke?" Lei scuote la testa e alza le spalle.

"E' morto. Era una creatura sovrannaturale, e doveva morire." Vengo raggelato da quelle parole. Non è la prima volta che glielo sento dire, ma mai con questo tono. È così innaturale. Senza nessuna particolare emozione. Un orrendo dubbio mi passa nel cervello e provo a sentire il battito del suo cuore.

"Kirsten..." Ingoio un grumo di saliva, arretrando.

"Sì, Alexander?" La vedo portare una mano dietro la schiena, mentre si avvicina ancora. Sento le orecchie tendersi e l'aria farsi pesante. Il mio cervello continua a ripetere sempre la stessa parola. Allarme.

"Il tuo cuore... non batte." Balbetto, battendo la schiena contro un albero. Fine della corsa. Kirsten continua a camminare verso di me, fermandosi a pochi passi dal mio corpo. Strano. Continuo a sentire il suo calore, ma se Brooke l'ha trasformata in un vampiro, non dovrebbe essere così.

"Sei un vampiro?" Domanda necessaria. Almeno prendo tempo. Lei alza un sopracciglio e scoppia a ridere, poi il suo sguardo torna serio, trapassandomi con odio.

"Io non potrei mai essere uno scherzo della natura come te. Mi odierei, e probabilmente mi ucciderei. No, Flinn. Non sono un vampiro, ma tu sì, quindi devi morire."

"Ma se mi uccidi, farai del male anche a Tania." Cerco di convincerla a ragionare, senza successo.

"Niente è più importante del mio obbiettivo... e il mio obbiettivo sei tu." All'improvviso vedo davanti a me le immagini confuse del mio sogno. Anche lì Kirsten cambiava, e io mi ritrovavo nella stessa situazione, con le spalle al muro e lei di fronte a me. Purtroppo la fine non mi aggrada.

"Perché non hai battito?" Trattienila con delle domande, Flinn. Provo ad inviare un segnale ai ragazzi, sperando che arrivino. Kirsten fa un mezzo sorriso e si scosta una ciocca di capelli dalla spalla, continuandomi a guardare con occhi vitrei.

"Il cuore rallenta. Niente emozioni. Solo l'obbiettivo. Niente è più importante dell'obbiettivo." Continua a ripetere queste parole, proprio come faceva Connor nella cella. Ora che ci penso hanno lo stesso sguardo perso. Lo stesso di burattini che mio padre costruiva quando ero piccolo. Lui tirava i fili e quelli si muovevano a suo piacimento. Mio padre li faceva parlare, facendoli diventare tristi o felici, ma il loro sguardo... quello rimaneva sempre inalterato. Ecco cosa mi sembra Kirsten. Un burattino, e qualcuno ne sta tirando i fili. Brooke? No, è troppo stupido. La Lega? Forse. Oppure quell'uomo che Simon ha descritto.

"Kirsten, guardami."

"Solo l'obbiettivo è importante." Muove lentamente il braccio destro da dietro la schiena, cacciando un paletto di legno appuntito. Sbarro gli occhi, ma non mi muovo. Questa non è Kirsten. Il Grande Capo mi perdoni per quello che sto per dire, ma questa non è la mia Kirsten!

"Kirsten, ti prego. Riprenditi."

"L'obbiettivo. Devo centrare l'obbiettivo." Alza il paletto, stringendolo talmente forte da far diventare le nocche bianche. In una frazione di secondo lo cala su di me, ma io riesco ad afferrarle il polso, fermando la punta a pochi millimetri dal mio sterno.

"Non sono più io il tuo obbiettivo." Cerco di rammentarle, ma lei sembra non ascoltarmi. Continua ad esercitare pressione per colpirmi, ed io faccio fatica a mantenerla ferma. "Non voglio farti del male."

"Lo hai già fatto. Devo eliminare l'Animale." Uso la super velocità e la sbatto contro un altro tronco, facendola sussultare. Non volevo arrivare a tanto, ma spero almeno che funzioni. La guardo negli occhi e allargo le pupille.

"Torna da me!" Le ordino. È da tanto che non uso il mio potere, ma se ne prendo solo una piccola parte non dovrebbe farmi molto male. Posso assoggettare chi voglio, in qualsiasi condizione. Questo sicuramente il mittente di Kirsten non lo sapeva. Non importa quanto possa averla imbottita di verbena o magia. Lei sbatte velocemente le palpebre e sento i muscoli del suo braccio rilassarsi. Apre le dita della mano che le sto tenendo ferma in alto e il paletto cade a terra, spezzando qualche foglia. Lo allontano con un calcio e allento piano la presa. Kirsten continua a guardarmi, ma il suo sguardo sembra riprendere consapevolezza. Aggrotta le sopracciglia e si guarda intorno.

"Alex? Che ci fai a Londra?" Sorrido e scoppio a ridere per il sollievo, ignorando quello che ha detto. Ci penserò dopo.


Kirsten POV

Uccidilo. Uccidilo. Uccidilo. Il dolore svanirà, dopo. Uccidi il tuo obbiettivo. Non devi mancare il tuo obbiettivo.

"Torna da me!" Il buio nella mia testa si dirada, ed è come se qualcuno avesse aperto delle sbarre. Mi alzo dal cantuccio freddo in cui mi ero nascosta. Volevo sfuggire alle ombre. Erano dappertutto, e volevano me. Non sono stata brava abbastanza. Hanno smesso di sussurrare e io torno a vedere il mondo che mi circonda. La prima cosa che mi ritrovo davanti è la faccia di Flinn.

"Alex? Che ci fai a Londra?" Dov'è mio zio? E la strega? Non ci sto capendo più niente. Lui sorride e poi si mette a ridere come un cretino, senza rispondermi. "Ehi! Terra chiama vampiro. Che ti pren..." Non finisco la frase, perché un corpo freddo come l'Antartide viene a contatto con il mio, refrigerandolo in maniera piacevole. Alexander mi sta...abbracciando? Non posso muovere le braccia, strette nella sua morsa, ma non mi dispiace. È piacevole, in fondo. Era da tanto che non venivo abbracciata in questo modo.

"Come sono finita qui?" chiedo. Alex alza le spalle e mi racconta velocemente quello che ho fatto. Sembra un po' a disagio durante il racconto, ma forse è per il fatto che ho tentato di ucciderlo. Non che sia niente di nuovo, ma non farei mai del male a Tania, e in qualche modo lei e i Creed sono collegati.

"Kirsten?"

"Mmh?" mormoro, distolta dai miei pensieri. Alzo lo sguardo dal tappeto multicolore delle foglie e incontro quello di Flinn, che mi fa l'occhiolino, provocandomi altri brividi lungo la spina dorsale. Questi non sono di paura, però.

"Sono contento che tu sia ancora qui." sussurra, come se non volesse essere sentito. Avvampo fino alla punta delle orecchie, ma non posso fare a meno di rispondere.

"Anche io sono felice che tu non sia scappato." E' fatta. Ho detto una cazzata.

"Ehi, Alexander Flinn..."

"Sì si, lo so. Non scappa." Gli tiro un pugno sul braccio e ridacchio, poi faccio il giro e gli monto sulle spalle, avvolgendo le braccia intorno al suo collo.

"Che stai facendo?" Alzo le spalle, anche se non mi può vedere.

"La strada è lunga e non ho intenzione di farmela a piedi. Sono distrutta." Gli dico nell'orecchio. Lo sento irrigidirsi sopra di me, poi voltarsi.

"Fanculo, Donovan." Gli scompiglio i capelli come un bravo cane, poggiando la guancia sulla sua schiena e chiudendo gli occhi.

"Mi è mancato farti incazzare." Alex fa un mezzo sorriso e parte spedito, portandomi con lui. Il mio orecchio contro la sua schiena non è disturbato da nessun rumore particolare provocato dalla respirazione, ma solo da un piccolo e flebile ticchettio, come di una mini-bomba. Deve essere solo la mia immaginazione. Decido di rilassarmi e cercare di ricordare l'accaduto, stringendo ancora di più la presa intorno al collo freddo.


Alex POV

Le metto le mani sotto le ginocchia per non farla cadere e continuo a correre. Le mie gambe hanno preso il tragitto più lungo per arrivare al Rifugio, e il mio ritmo è leggermente più lento delle altre volte. Mi piace sentirla contro la mia pelle. Lei è calda e morbida, cosa che io ormai non sono più. Mi fermo davanti alla casa e busso, aspettando che qualcuno mi venga ad aprire. Kirsten si è addormentata, e le sue braccia ricadono molli in avanti. Sento dei rumori all'interno, poi viene ad aprire Stefano, con una faccia poco rassicurante. Quando vede Kirsten rimane per un attimo interdetto, poi mi fa cenno di entrare. Io però rimango sulla difensiva, stringendo inconsapevolmente la presa su di lei.

"Cosa è successo?" Lui scuote la testa, e quando torna a guardarmi i suoi occhi sono lucidi. Merda! "Stefano, cazzo, parla."

"E' meglio se entri." Tolgo Kirsten dalla mia schiena e gliela consegno tra le mani. La casa sembra in ordine, così come l'ho lasciata qualche ora fa, fatta eccezione per un gruppo di persone radunata intorno ad un divano. Mi avvicino e i ragazzi mi fanno strada, lasciandomi intravedere quello che è riverso sui cuscini. Serro la mascella e i miei canini spuntano fuori alla vista del sangue che esce fuori dall'unica ferita aperta sul cadavere. Grande, all'altezza del cuore. Quando riconosco la ragazza la mascella quasi mi cade sul pavimento, e volto lo sguardo verso Liam, che sta stringendo tra le braccia il corpo tremante di Tania.

"Ma questa è..."

"Sì, la cugina di Tania. A quanto pare qualcuno ha pensato di darle un caloroso benvenuto." dice Guido, carico di rabbia.

"Chi è stato?" Rick alza un sopracciglio e mi allunga un biglietto, sporcato con qualche goccia di sangue rosso puro. Ne leggo il contenuto e una gran rabbia mi monta in corpo.


I PROSSIMI SIETE VOI

-BROOKE-

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