Capitolo 16

Quando hai pianto

Ho asciugato tutte le tue lacrime.

Quando hai urlato

Ho combattuto tutte le tue paure

(My immortal, Evanescence)

Alex POV


Torniamo al Rifugio nel più assoluto silenzio. Nessuno nella macchina osa proferire parola o guardare qualcuno in particolare. All'improvviso i sedili anteriori sono diventati la cosa più interessante del mondo. Volto la testa verso il finestrino, vedendo l'asfalto e gli alberi che sorpassiamo diventare un'unica macchia di colore indefinita. Ci sono delle persone che passeggiano per Green Fall. Il loro odore mi riempie le narici e una fame acuta pizzica il mio cervello, ma la ignoro, sentendola passare in secondo piano. L'incontro con Brooke mi brucia ancora. Quella merda me l'ha fatta, e ha preso Kirsten. Perché lo ha fatto? A cosa gli potrebbe servire? Un'idea mi passa per la mente, ma la accantono subito, mettendola accanto alla fame. Ci deve essere qualcosa di più che un semplice rapimento. Se fosse stata semplice vendetta, l'avrebbe uccisa senza pensarci un secondo, invece la dinamica è stata diversa. Lui l'ha attirata in una trappola, e poi l'ha semplicemente stordita. Voleva solo farmi credere che fosse morta, e anche quando stava per essere circondato dai vampiri non ha esitato a prendere quel corpo che lo avrebbe solo rallentato. Qualcuno deve volerla. Magari è la stessa persona che ha trasformato Brooke in un ibrido. Ho pensato alla Lega, ma non credo siano loro. Che motivo avrebbero avuto di creare un arma che gli si sarebbe ritorta contro? Scuoto la testa, come se stessi litigando con il mio cervello. Potrebbero ucciderlo una volta finito il lavoro. Questo spiegherebbe anche la venuta di Connor. Sicuramente, visto che lui aveva fallito, hanno ripiegato su un'altra trappola. Sbuffo, frustrato. Perché è tutto così maledettamente difficile?

"Alex?"

"Che c'è?" chiedo, senza spostare lo sguardo dal paesaggio, ormai fermo. Siamo arrivati. Sento il cuore di Tania aumentare i battiti e la sua voce incrinarsi.

"Cosa credi che le abbiano fatto?" Mi giro verso di lei, sentendo la domanda che mi ha tormentato tutto questo tempo diventare più concreta. È come se fino ad ora non fosse stata reale, ma adesso che la mora l'ha pronunciata, abbia preso corpo.

"Non lo so." Apro lo sportello e scendo, sbattendolo con un po' troppa forza.

"Stai bene?" Che domanda cogliona! Cerco di capire chi è il mittente di quella stupida frase, e mi stupisco incontrando gli occhi azzurro ghiaccio dell'italo-americano. Tutte le mie intenzioni di spaccargli il culo evaporano di colpo, ed io mi sento più leggero.

"Mi brucia l'orgoglio, niente di più." Liquido il discorso con un gesto della mano ed entro in casa, dove c'è Laurence in mutande che guarda delle vecchie repliche di un film porno asiatico. Quando ci vede sorride, ma torna serio una volta viste le nostre facce.

"Brutta serata?" Faccio una smorfia. Brutta è un eufemismo.

"Pessima." Rick poggia la giacca sull'attaccapanni, gettandosi sul divano con la spalla curva.

"Che è successo?" I presenti mi guardano, quindi anche Laurence fa lo stesso. Ficco le unghie nella carne delle mani, digrignando i denti.

"Cosa cazzo volete, eh? Perché mi guardate tutti?" urlo senza una ragione, sentendo la gabbia toracica esplodere.

"Ehi, amico. Calmati."

"Cosa cazzo vuoi tu?! Lasciami in pace." Spingo Caleb, che cade sul divano.

"Ma sei scemo? Cosa ti prende, ora?" grida Coraline, mentre Tania aiuta il suo ragazzo a rialzarsi. Che scena patetica!

"Sappiamo che sei preoccupato per Kirsten, ma vedrai che la ritroveremo." Faccio una smorfia divertita.

"Stefano, perché dovrei essere preoccupato per quella stronza?" Ti prego, dimmelo! Il mio subconscio è attutito da uno strato di rabbia e odio, ma riesco comunque ad avvertire questo tipo di cazzate. Lui si scambia uno sguardo con il fratello e Laurence si alza dal divano, spegnendo la TV."Hanno preso Kirsten? Chi è stato?"

"Brooke Wildwood." Sputo quel nome cose se fosse fatto di fango.

"Wildwood? È un nome da lupo mannaro." riflette, ed io annuisco.

"Adesso è un ibrido, o almeno così dice lui. Ha preso Kirsten è l'ha portata via, ed io... io..."

"Un ibrido?" Coraline si porta una mano sul petto e sbatte gli occhi azzurri. Derek alza un sopracciglio.

"Sapete qualcosa di questi esseri?" Guido alza gli occhi al cielo e Stefano scuote la testa.

"Ne siamo praticamente sommersi, ma il loro creatore non può essere venuto fin qui." Stefano scuote la testa e anche Laurence fa lo stesso.

"No. Non può lasciare la città per ora. Deve esserci qualcun altro in grado di farlo." Scherzano? Sanno veramente qualcosa?

"Kirsten è stata rapita da un pazzo sclerotico, e voi pensate solo a chi potrebbe averlo trasformato in uno scherzo della natura?" Le urla incazzate di Tania si uniscono alle mie, facendoci zittire. La strega scende dai tacchi alti, lanciandomene contro uno. Lo schivo facilmente, ma quello va a colpire un quadro che cade a terra. "Avresti dovuto aiutarla! Lei lo ha fatto nei sotterranei della Lega!" Spalanco la bocca. Come fa a sapere della Lega? Non le ho detto niente. Deve averlo fatto Kirsten.

"Tania, calmati." Caleb prova a fermarla, ma lei lo guarda talmente male da costringerlo ad indietreggiare.

"Calmati un cazzo! Smettila di prendere le sue difese! E' solo un coglione!" Vorrei ribattere, invece rimango zitto, sentendo il peso di quelle parole che mi piomba addosso. È vero. sono stato un coglione, e non sono riuscito a salvare Kirsten. Qualcosa mi dice che avrei dovuto farlo. Anche se lei mi odia. Anche se io odio lei. Adesso che non c'è mi sento... vuoto. Molto più di prima. Tania mi tira una spallata e imbocca la porta, sbattendola violentemente dietro di lei. Coraline le va dietro, tentando di calmarla. Credo che non tornerà viva. Guardo Cal, che ricambia sofferente, prima di imboccare le scale e salire in camera sua. L'unico rumore che si sente è quello dell'ennesima porta chiusa.

"Vedo se riesco a ragionarci." Simon scompare al piano di sopra, e io sento il forte bisogno di uscire. Cosa sta succedendo? È come se tutto quello che ho costruito intorno a me si stesse sgretolando. È tutta colpa di Kirsten. Stavo bene prima che ci fosse lei. Senza accorgermene mi ritrovo seduto sulla ringhiera del balcone della mia camera, con le gambe a penzoloni verso il vuoto. Mi piacciono i posti alti. Mi danno un senso di onnipotenza. Ci sono solo io e nessun'altro. Il resto del mondo è solo un ammasso di formiche che mi cammina sotto i piedi. Sento la porta dietro di me aprirsi e chiudersi piano, e accanto a me viene a sedersi niente di meno che quel coglione fastidioso di Guido. È l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere, adesso.

"Se sei venuto a consolarmi, la porta è quella." Lui scuote la testa e fa una smorfia divertita, mostrandomi una bottiglia piena di whisky.

"Io a consolarti? Certo." Stappa la bottiglie con il pollice e tracanna due sorsi continui. Osservo svogliatamente le bolle d'aria che si formano all'interno del liquido dorato, prima di ritrovarmelo davanti agli occhi. "Prendilo. Aiuta un sacco." Alzo le spalle e seguo il suo esempio, bevendo a canna.

"Mi vuoi far ubriacare e poi buttarmi giù dal balcone?"

"Per quanto l'idea mi piaccia, no. Forse non ci crederai, ma so benissimo come ti senti." Oh no! non voglio fare questo tipo di discorsi con lui. E' più insensibile di me, alle volte.

"E come mi sentirei? Vediamo." Lo sfido, e lui mi strappa la bottiglia di mano."Solo, confuso, probabilmente stai per impazzire. Ti senti implodere, sai di essere una merda, però non sai il perché. E posso anche dirti cosa succederà dopo." Rimango in ascolto, visto che per adesso ha indovinato ogni cosa. È possibile che noi due abbiamo una sottospecie di sintonia? Rabbrividisco al solo pensiero.

"Un giorno ti sveglierai e troverai la ragione di tutto proprio davanti a te, magari con un bel sorriso. Nel tuo caso è più probabile che abbia un paletto in mano." Spalanco gli occhi quando capisco cosa vuole intendere.

"Kirsten? Tu sei più svitato di quel che pensassi." Guido scuote la testa vedendomi bere ancora.

"Sto passando la stessa cosa, amico. Anche io amo una ragazza, anche se so che per me è sbagliata, ed ogni giorno mi sento una merda. A volte prego che questa sensazione se ne vada, e molte volte capita, poi però la rivedo mano nella mano con il mio fratellino, e allora mi viene una gran voglia di combinare cazzate. Così. Solo per farmi odiare."

"Ma con Kirsten è diverso. Lei non è la ragazza di mio fratello. Le ho ucciso i genitori, e lei mi vuole morto." Sorvolo sulla scoperta sconcertante che ho fatto sul moro, e cioè che sia in procinto di avere una tresca amorosa con la fantomatica ragazza di Stefano.

"Fidati, più o meno è uguale. Sembriamo entrambi senza speranza."

"Io non amo Kirsten." sibilo. È pazzo. Deve aver sbattuto la testa da piccolo.

"Anche io me lo ripetevo, e per un po' sono riuscito anche a convincermi, poi però si è aperto uno spiraglio e io ne sono stato risucchiato. È stato orribile. È come svegliarsi da un bel sogno." Guardo in avanti, e mi accorgo di star cercando Kirsten con il pensiero. No! Non può essere. Mi porto una mano sul petto, sentendolo ancora premere. Guido mi prende l'altra e la poggia sul suo, ed io sento dei flebili ticchettii sotto il palmo.

"Lo senti? Dalla tua faccia si direbbe che ti stia succedendo la stessa cosa." Ritraggo la mano come se la maglietta scottasse, e prendo un altro sorso di whisky.

"Come può essere?"

"E' il segno che qualcosa dentro di te sta tornando a funzionare. Sono dei segnali."

"Segnali per cosa?" chiedo, iniziando a spaventarmi.

"Che quello che stai provando non può essere spento come le normali emozioni. È troppo forte per essere soppresso, e ti divorerà vivo, giorno dopo giorno."

"Sto tornando umano?" dico, disgustato. Non voglio tornare un debole sacco di sangue. Quando sono diventato un vampiro ero terrorizzato all'inizio, poi però ci ho preso gusto, sono diventato forte. E mi piace da impazzire.

"No, tranquillo. Il processo inverso è impossibile, ma non riuscirai più a spegnere del tutto le emozioni. Fidati, ci ho provato. Avrai sempre quel maledetto tarlo del cervello, e inizierai a mettere lei prima di tutto. Anche prima del tuo culo." Faccio fatica a credergli, ma Guido sembra così maledettamente sconfitto. Non voglio finire così.

"C'è un modo per guarire?" Lui alza un sopracciglio, poi scoppia a ridere.

"L'ho chiesto anche io, ma a quanto pare no. Se sei fortunato, se ne andrà col tempo." Mi da la bottiglia mezza vuota, facendomi l'occhiolino e scendendo dalla ringhiera.

"Da quanto tempo ha ripreso a battere?" chiedo, indicandogli il petto. Guido ci pensa su, poi sorride.

"Tre anni." Esce dalla stanza, e una lingua di luce mi ferisce gli occhi. Quando torna il buio mi rilasso e svuoto la bottiglia, poggiandola sul comodino. Mi butto sul letto e ripenso alle parole del moretto. Io, innamorato di Kirsten Donovan. Perché, tra tutte le ragazze vive e non-morte che mi ronzano intorno, mi sono dovuto innamorare proprio di quella psicopatica?! Prendo il cuscino e me lo metto sulla faccia, poi inizio a gridare, sentendo il suono attutito dalle piume. Quando mi sono scaricato mi ricompongo davanti allo specchio e scendo le scale. L'aria è pesante e sento la tensione crescere e diventare quasi palpabile. Caleb non c'è. Me ne occuperò dopo, ma adesso c'è qualcosa di più urgente da fare. Guardo Guido, che finge indifferenza, ma lo vedo alzare un bicchiere pieno verso di me.

"Dobbiamo trovare Brooke. Kirsten è con lui."

"Alexander, dovresti anche prendere in considerazione la possibilità che lei sia..."

"No!" blocco Rick con un gesto della mano, e il riccio si zittisce. Ricordo le parole della rossa, il giorno che mi ha salvato. Lo guardo dritto negli occhi, sentendo nelle orecchie il suono tenue e nuovo nel mio petto che mi da coraggio. "L'unica persona che può ucciderla, sono io."


Tania POV

Corro verso casa mia, sentendo gli occhi umidi e le lacrime che pungono. Kirsten è diventata la mia migliore amica in questi giorni, e adesso l'hanno presa, e a nessuno sembra importare. Neanche a Caleb. Prende sempre le difese dei suoi amici. Non so perché continuo a stare con lui. Porto le dita dietro l'orecchio, dove il tatuaggio che contraddistingue ogni strega riposa tranquillo. Io sono quello che sono. Dovrei aiutare Kirsten a sterminare i vampiri, non andarci a letto insieme. Se i miei mi vedessero adesso, mi riempirebbero di schiaffi. E forse me lo meriterei. Qualcuno mi afferra per la vita e mi alza da terra. Mi dimeno, ma so perfettamente di chi si tratta, riconosco il profumo di pulito e dopobarba sprigionato dal mio ragazzo, e la sensazione di gelo che qualche volta riesco ad ignorare."Lasciami andare!" sibilo tra i denti, in modo da non svegliare nessuno nelle vicinanze.

"Prima mi spieghi perché sei scappata in quel modo." Continuo a muovermi, anche se so che è inutile.

"Non ti devo nessuna spiegazione. Hai deciso di difendere il tuo amico, come al solito. Bene. Anch'io farò lo stesso. Troverò Kirsten da sola." Riesco a sgusciare fuori dalla sua presa, irrigidendogli le braccia con un incantesimo. L'acconciatura ormai è solo un ricordo, e ciocche di capelli lisci mi cadono sul viso, intralciandomi la vista.

"Tania..."

"No, Caleb. Io so perché non sei mai dalla mia parte. Perché non osi contraddire nessuno dei Creed." gli sputo in faccia, e lui sbarra gli occhi, lasciandomi continuare. "Sono solo una cosa temporanea per te." Grido, sentendo le lacrime che mi scorrono lungo le guance. "Tu rimarrai sempre così, mentre io invecchierò, e per quanto possa mantenermi giovane con gli incantesimi, morirò. Ma tu no. Tu sarai sempre il Caleb che conosco. E quando io me ne andrò tu..."

"Smettila." Mi interrompe, lasciandomi di stucco. Si avvicina a me, e in un lampo mi è proprio davanti, con sguardo arrabbiato. "Credi che io non ci pensi ogni giorno? Credi che ogni volta che ti veda, non pensi al fatto che un giorno dovrò abituarmi a passare un'eternità senza di te? Ho questo schifoso tarlo nel cervello da due mesi. La notte mi sveglio perché ho paura che tu non ci sia più. Che gli anni siano passati tutti in una notte e io mi ritrovi di nuovo solo. Ogni. Singola. Volta. Imploro qualsiasi entità ultraterrena che il tempo si fermi così com'è adesso!"

"Cal..."

"Lasciami finire. Ormai ho iniziato." Chiude gli occhi e scrolla le spalle, poi poggia la sua fronte sulla mia. "Ti aiuterò a trovare Kirsten. Farò qualsiasi cosa che possa renderti felice, perché ti amo, e tu lo sai. Quindi non azzardarti mai più a definirti un impiego temporaneo. Sono stato chiaro?" Mi poggia un palmo sulla guancia e mi asciuga una lacrima, che a contatto con il suo polpastrello scivola via. Annuisco e sospiro, mettendo una mano sulla sua.

"Anche io." Lui alza un sopracciglio, senza capire.

"Anche tu cosa?" chiede, ed io sorrido, dandogli un bacio sulle labbra.

"Anche io ti amo."

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