9 - A Gathering of Horklumps

"Ginny, non mi metterò il vestito con le tette di fuori."

Hermione sedeva ai piedi del letto di Ginny, le braccia incrociate al petto, le gambe accavallate, fissando incredula la sua amica dai capelli rossi che le mostrava un vestito bianco-argento molto succinto, cercando di convincerla che fosse appropriato per la conferenza.

Lei ne dubitava.

Certo, il tessuto ricopriva tutte le parti intime, ma sembrava troppo provocante e audace per essere ammesso a un evento lavorativo.

Dopo essere uscita da lavoro il mercoledì sera, si era Materializzata direttamente a casa di Harry e Ginny. Aveva schivato l'interrogatorio dell'amica sul suo pessimo stato, poi insieme erano andate a Diagon Alley per cenare e fare shopping. Erano riuscite a trovare alcune cose, e Hermione si era concessa di comprare delle mutandine eleganti in pizzo e dei tacchi alti. Tuttavia, aveva trovato un solo vestito elegante che le piacesse e un unico set di abiti formali. Ma secondo l'itinerario che le aveva dato il signor Todgekins, non erano abbastanza.

Così, Hermione e Ginny avevano deciso di incontrarsi anche giovedì sera per scandagliare l'armadio di Ginny e recuperare i vestiti restanti. Dopo più di un'ora, Hermione riteneva di avere già abbastanza opzioni e di non avere bisogno del vestito succinto. Ginny l'aveva già convinta a infilare in valigia il costume da bagno che aveva comprato l'estate scorsa, il che era stupido, dato che non aveva alcuna intenzione di nuotare o di usare le strutture dell'hotel. Perciò era sufficiente; non avrebbe portato anche quel dannato vestito con le tette di fuori.

"Non è un vestito con le tette di fuori." Disse Ginny, roteando gli occhi e tirando fuori dall'armadio un altro vestito nero in cui c'era pochissima stoffa. "Questo è un vestito con le tette di fuori! Se volessi vestirti da squillo, ti manderei con la roba che è in fondo al mio armadio."

Gli occhi di Hermione si spalancarono al piccolo pezzo di tessuto nero che Ginny teneva in mano. "Quel coso è un vestito?"

Non era sicura di voler sapere cosa ci fosse in fondo all'armadio di Ginny.

"Sì." Rispose Ginny, sorridendole in modo malizioso prima di mostrarle di nuovo quello bianco-argento. "Ma questo è un abito, e sembra succinto solo perchè è appeso alla gruccia. Fidati di me: ti starà benissimo addosso e non è troppo osé per una serata di gala. Le serate di apertura di queste conferenze sono un'occasione per farsi notare..."

"Io non voglio farmi notare." Intervenne Hermione, ma Ginny la ignorò e continuò a parlare.

"Indosserai il tuo abbigliamento formale solo nei giorni della conferenza vera e propria. La serata di apertura e quella di chiusura sono tipo... pensale come uno spettacolo o come un evento da tappeto rosso più che come una conferenza." Disse Ginny, guardandola seriamente. "Un vestito più semplice non si adatterebbe all'intento della serata di apertura, di conseguenza non ti integrerai e finirai per attirare l'attenzione. Ironicamente, non facendoti notare sarai quella che tutti guarderanno e di cui parleranno."

Hermione fece una smorfia e guardò di nuovo il tessuto bianco-argenteo. Il suo naso si arricciò, analizzando la scollatura profonda.

"Sei seria?" Hermione chiese nervosa, la sua voce improvvisamente flebile.

"Molto seria." Ginny le rivolse uno sguardo compassionevole e si avvicinò a lei, posando i vestiti sul letto e prendendole entrambe le mani. "Hermione, io lo so che non ti senti a tuo agio con questo tipo di abbigliamento. Ti dò la mia parola che non ti chiederei mai di indossarlo se non fosse nel tuo interesse. Pensalo come a un travestimento per confonderti tra la folla e passare inosservata. Da sabato a martedì potrai indossare i tuoi completi e starai bene, ma martedì sera devi mettere quello blu. Guarda: segnerò il tuo itinerario e ti dirò quale vestito indossare in quale giorno, così non dovrai nemmeno preoccupartene e potrai concentrarti sul contenuto della conferenza."

Ginny si interruppe e si inginocchiò davanti a Hermione, appoggiando gli avambracci sulle sue cosce. Strinse le mani di Hermione e le lanciò uno sguardo triste.

"Le persone che partecipano a queste cose sono dei coglioni, Hermione. La maggior parte di loro non sono esperti nel campo, ma uomini d'affari. Non stai andando a un raduno per nerd; ci saranno persone molto ricche che vogliono sentirsi importanti. Sono lì per socializzare, fare affari e sentire le ultime novità. Inviteranno alcune persone, come te, che sanno effettivamente di cosa stanno parlando, ma li useranno per prendere decisioni d'affari migliori. Ma queste persone non vengono mandate da sole. Saranno lì con i loro direttori aziendali o con il capo del loro capo, e saranno a disagio e nervosi quanto te. Dovranno spiegare dei concetti a degli idioti che non li capiscono, solo perchè i ricchi possano diventare ancora più ricchi, ma anche loro saranno vestiti in modo elegante." Fece una pausa per un momento, guardando Hermione. "Sono molto sorpresa che il tuo capo vi stia mandando da soli. Si tratta di un grande impegno, è tutto un altro mondo lì dentro."

Hermione sospirò mentre guardava la sua amica. Era anche peggio di quanto credesse. Pensava di andare a una conferenza con un gruppo di Erborologi – si chiamava Raduno Annuale degli Specialisti della fottuta Associazione di Erbologia, ed era ospitato dall'Associazione di Erbologia, per l'amor di Merlino! Immaginava una stanza piena di nerd vestiti male che cercavano di essere eleganti mentre parlavano di lavoro.

Non aveva capito che sarebbe stato un evento aziendale su larga scala. Non c'era da stupirsi che il signor Todgekins avesse minacciato i loro posti di lavoro se non si fossero comportati bene. Non c'era da stupirsi che sembrasse incazzato all'idea di doverli mandare insieme. Di solito ci andava lui a questo genere di eventi per il loro dipartimento, ma non poteva parlare della proposta sui Dugbog o su qualsiasi altra cosa accadesse nel loro dipartimento. Non c'era da stupirsi che Malfoy le avesse detto di smetterla di disimballare i suoi cubi, dato che era un fottuto disastro quello che stava per accadere.

Perché cazzo il signor Todgekins non veniva con loro come supervisore? Come poteva credere che fosse una buona idea? Non gliene importava nulla? O pensava che sarebbe andata bene? Stava forse cercando una scusa per sbarazzarsi di loro due?

Non sapeva come partecipare a uno di questi eventi; non aveva buone maniere a tavola né sapeva come parlare ai ricchi uomini d'affari, ed era spesso schietta nelle sue risposte quando si trattava di questioni tecniche perché parlava di fatti, non cercava di piacere o di proteggere il fragile ego delle persone.

"Cazzo." Mormorò Hermione, mentre Ginny le dava un ultimo colpetto rassicurante sulle mani.

Entrambe le ragazze alzarono lo sguardo quando Harry entrò nella stanza. Aveva i capelli in disordine, le spalle ricurve, sembrava esausto.

"Ehi." Salutò lui soffocando uno sbadiglio, con gli occhi già socchiusi.

"Ehi." Rispose Hermione, il volto diviso tra un sorriso divertito e un'aria preoccupata.

Sembrava un capovolgimento di ruoli. Era così che lei era apparsa loro per tutto il tempo?

"Harry." Ginny sembrava esausta al posto suo. "Sei appena tornato?"

"Sì." Harry si avvicinò.

"Vuoi qualcosa da mangiare?"

"No, sono troppo stanco."

Si diresse verso il letto, alle spalle di Hermione, e crollò a pancia in giù, le gambe penzolanti vicino al comodino e con la testa rivolta verso di loro anche se gli occhi erano chiusi. Hermione vide il corpo dell'amico diventare molle nello stesso istante in cui toccava la superficie, e capì che si era addormentato.

"Sta bene?" Chiese Hermione a Ginny.

"Sì, è solo che non dormiva da 48 ore. Lo chiamiamo il tiro alla Granger." Ginny rivolse a Hermione un sorriso divertito. "Hanno trovato della roba oscura accumulata in una grotta, la scorsa settimana, e cercare di ripulire il posto è stato un incubo. Malfoy doveva aiutarli a lavorarci ora e nel fine settimana, ma hanno dovuto accelerare il programma a causa del RASAE. Qualche ora fa ho ricevuto il patronus di Harry, e sembra che ora l'abbiano messo abbastanza in sicurezza da poterci lavorare. Immagino che anche Malfoy sia mezzo morto."

"Oh." Esclamò Hermione in modo sommesso, mentre tornava a guardare Harry e le sue occhiaie scure sotto agli occhi. Ripensò a quella mattina di mercoledì, quando Malfoy era arrivato in ufficio incredibilmente presto e le aveva offerto il suo caffè anche se doveva lavorare a tutto questo.

Avvertì un nodo allo stomaco mentre ricordava le parole del signor Todgekins. Il capo aveva riorganizzato i loro programmi, il che significava rimandare la sua proposta, che non era quasi nulla, ma anche ridurre il programma di Harry e Malfoy.

Aggrottò le sopracciglia. Il suo capo era davvero uno stronzo.

"Pensi di riuscire a durare cinque giorni senza cercare di uccidere Malfoy?" Le chiese Ginny seriamente.

Hermione sentì il suo cuore sprofondare. Aveva l'impressione che il suo capo l'avesse solo mandata a fallire, e il suo fallimento avrebbe costretto Malfoy a perdere la carriera.

"Devo farcela." Rispose Hermione con fermezza. "Oppure rimarrò senza lavoro."

-xx-

Il venerdì pomeriggio arrivò in fretta.

Dopo aver impacchettato i vestiti presi in prestito, aver salutato Ginny e aver accarezzato il piede addormentato di Harry in segno di congedo, Hermione si era Smaterializzata in casa sua e aveva trascinato tutti i vestiti in camera da letto. Li aveva accuratamente riposti in valigia, usando l'incantesimo che le aveva insegnato Ginny e che serviva a prevenire le pieghe e a lasciare tutto nuovo e nitido. Poi aveva messo in valigia i trucchi, diverse paia di scarpe, il costume da bagno (a malincuore), i prodotti per i capelli, quelli per la pelle, shampoo e persino la sua vestaglia.

L'evento poteva essere formale, ma niente le avrebbe impedito di mettersi comoda almeno nella sua camera camera d'albergo.

Dopo essersi infilata il suo pigiama preferito, aveva preparato del cibo extra per Artemis e gli aveva spiegato che sarebbe stata via fino a martedì; lui se n'era andato poco dopo, probabilmente per raggiungere Luna, sapendo che quella strega di buon cuore lo avrebbe nutrito e fatto ingrassare ancora di più. Conoscendo Luna, Hermione si aspettava di dover andare a riprenderlo di persona, perchè sarebbe stato troppo grasso per tornare a casa volando. Scosse la testa al pensiero, poi si preparò per andare a letto, facendo del proprio meglio per ignorare i nervi e bevendo un piccolo sorso di pozione del Sonno Senza Sogni così da crollare all'istante. Il modo in cui Ginny le aveva descritto l'evento le aveva messo ansia. Ora era terrorizzata e aveva bisogno di riposare il più possibile.

Venerdì mattina, si era costretta a fare colazione e a prendere un caffè prima di indossare uno dei suoi migliori completi color antracite e acconciare i capelli. Ginny le aveva detto di arrivare al Grand Hotel con un abbigliamento casual da lavoro, ma dato che la maggior parte dei suoi completi non era abbastanza elegante, l'amica le aveva imposto quello in particolare.

Hermione si assicurò di infilare in valigia anche i suoi appunti. Ginny le aveva scritto le istruzioni su quali abiti indossare in quali giorni, su come acconciarsi i capelli con ogni vestito e sul trucco. Aveva persino appuntato degli incantesimi molto utili che servivano a prevenire i segni del sudore sui vestiti, a rendere i suoi abiti impermeabili, a ridurre il dolore ai piedi mentre indossava i tacchi e persino un incantesimo che le avrebbe protetto i capelli dall'umidità.

Quella ragazza era eccezionale.

Ginny aveva più familiarità con questi eventi vista la posizione che suo padre ricopriva al Ministero, ma anche perchè vi aveva partecipato con Harry per il Dipartimento degli Auror.

Hermione le doveva molto.

Aveva passato la mattinata a lavorare sulla proposta dei Bicorni, lottando coi suoi nervi per mantenere la calma, ma l'ora di uscire di casa arrivò troppo in fretta, e lei venne presa dal panico. Il tempo le era completamente scivolato tra le dita e ancora non si sentiva pronta.

Tornò comunque nel suo ufficio, rimpicciolì la valigia in modo che entrasse nella tasca della giacca, si aggiustò i capelli, poi ripetendo a mente la lista e cercando di mantenere la calma si diresse verso gli ascensori. Aveva portato tutto l'occorrente, ne era sicura perchè l'aveva controllato circa dieci volte, e Ginny era persino passata a trovarla per un abbraccio veloce e un altro controllo. Malgrado ciò, Hermione si sentiva ancora completamente impreparata.

Quando scese dall'ascensore nell'atrio principale del Ministero per raggiungere il punto di apparizione, era così presa dai suoi pensieri da accorgersi che c'era qualcuno al suo fianco soltanto quando questo parlò.

"Dovresti davvero prestare attenzione quando cammini, Granger. Sei quasi finita addosso a quattro persone." La voce profonda di Malfoy risuonò accanto a lei. "Ti senti pronta?"

Hermione sobbalzò e si accigliò, voltandosi a guardarlo mentre camminavano. Malfoy indossava un abito grigio scuro e sembrava in gran forma. O era riuscito a dormire un po' dopo aver lavorato con Harry, o si era lanciato addosso un incantesimo eccezionale.

"No." Ammise controvoglia, abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro inferiore. Non aveva voglia di battibeccare, era troppo nervosa. "Insomma, ho tutto ciò di cui ho bisogno, ma non mi sento pronta. Ginny mi ha spiegato come funzionano questi eventi."

Non era sicura del perché glielo stesse dicendo o del perché le parole le uscissero di bocca così facilmente. Forse perché aveva così paura della conferenza da non avere tempo per sentirsi anche a disagio con lui. O forse era perché voleva davvero essere amichevole. O forse era dovuto al loro bizzarro cambiamento di dinamica.

Dovevano lavorare insieme nel fine settimana, o entrambi avrebbero perso il lavoro, e lei si sarebbe dannata se fosse stata la colpevole del fallimento. Quanto poteva essere difficile? Si erano già parlati almeno tre volte senza urlarsi in faccia; lui l'aveva vista nuda, dato che avevano scopato tre volte, quindi poteva funzionare.

Ma quei pensieri le fecero solo battere il cuore più velocemente e colorare le guance di rosso. Come diavolo avrebbe superato il fine settimana insieme a lui? Non capiva ancora cosa stesse succedendo tra loro. Anche quando cercavano di comportarsi civilmente, erano ancora due sostanze chimiche che potevano andare a fuoco se messe l'uno accanto all'altra. Malgrado ciò, Malfoy le aveva rivolto anche degli strani momenti di gentilezza.

Sospirò, mentre andavano a imbattersi nell'aria fredda di inizio inverno e percorrevano la breve distanza fino al punto di apparizione. Attesero in silenzio che si liberasse un'area, poi Hermione entrò nello spazio aperto. Sentì Malfoy muoversi con lei, e si voltò verso di lui confusa, perchè aveva pensato che si sarebbero Materializzati separatamente.

"Non è il caso che rischi di Spaccarti." Commentò Malfoy con aria furba, mentre si avvicinava a lei e le stringeva la mano. "È ovvio che sei distratta."

"Sto bene." Ribattè lei con fermezza. La sua mascella si serrò, ma non allontanò la mano.

"Veramente?" Lui inarcò un sopracciglio, sarcastico. "A me sembra che tu stia soffrendo. Dovrai impegnarti di più. Saprai che sorridere dà dei vantaggi in questo tipo di eventi, la Weasley te l'avrà detto."

Hermione lo guardò male e gli strinse forte la mano. "Sorriderò quando saremo lì."

Anche Malfoy la guardò male, ma non disse nulla. Hermione sentì il familiare strattone all'altezza dell'ombellico, mentre lui la faceva Smaterializzare e poi atterrare con delicatezza nell'atrio del Grand Hotel. Nell'istante in cui i piedi toccarono terra, lui lasciò andare la mano ed Hermione forzò uno sguardo passivo sul suo viso – usando le sue abilità di occlumanzia per calmare i nervi quel tanto che bastava per non rischiare di reprimere le sue emozioni. Era stato impegnativo. Poi i suoi occhi si spalancarono involontariamente, guardandosi intorno.

L'atrio era enorme. C'erano ovunque maghi e streghe vestiti sia con un abbigliamento formale da lavoro sia con abiti da ballo, e nessuno indossava qualcosa di meno elegante che non fosse adatto a una cerimonia. Il soffitto si estendeva alto sopra di lei, i lampadari pendevano tramite candele scintillanti, e giovani maghi in divisa da cameriere portavano da bere agli ospiti o incantavano i loro bagagli. Hermione non aveva mai messo piede in vita sua in un posto così stravagante, e non si accorse nemmeno di essere rimasta a bocca aperta finché non ricevette una piccola spinta sulla schiena.

"Chiudi quella trappola, Granger. Stai boccheggiando come un pesce."

Hermione ringhiò e gli lanciò un'occhiataccia, ma si costrinse a chiudere la bocca e lo seguì fino al bancone. In qualche modo, era persino contenta che lui ci fosse: camminava con disinvoltura, il viso impassibile, il passo lungo e sicuro. Era completamente a suo agio in quell'ambiente, e questo le fece capire quanto le loro vite fossero diverse. Il signor Todgekins avrebbe potuto danneggiarla di più solo mandandola da sola. Giunti al bancone, Malfoy si appoggiò alla superficie e attirò l'attenzione dell'impiegato più vicino.

"Ah, signor Malfoy! È un piacere rivederla, signore." Il sorriso dell'uomo sembrava genuino, e quando i suoi occhi si posarono su Hermione si allargarono un poco e il suo sorriso accrebbe. "Scusi la sfacciataggine, ma lei non è mica la signorina Granger?"

"Uh... sì." Confermò Hermione, e il suo viso impassibile vacillò mentre guardava l'ometto dietro al bancone.

"Oh, che grande onore conoscerla! Grazie per il suo servizio durante la guerra." Le sorrise calorosamente prima che i suoi occhi saettassero tra loro due con curioso interesse. L'espressione sul suo volto le fece stringere lo stomaco, perchè si rese conto di cosa stava pensando. "Ora, come posso aiutarvi? Dovete fare il check-in, insieme?"

"Sì, abbiamo due camere prenotate. Siamo qui per il RASAE come rappresentanti del Ministero." Spiegò Malfoy, il volto ancora piacevolmente indifferente.

"Oh sì, ma certo." Disse l'uomo, annuendo in segno di comprensione, anche se i suoi occhi saettavano ancora tra di loro. Hermione ebbe la netta impressione che l'uomo sperasse proprio che sotto ci fosse dell'altro. Sentì la schiena irrigidirsi immaginando i pettegolezzi. "Ah sì. Le vedo qui."

Aveva picchiettato con la bacchetta sul suo registro, e due voci si erano accese di rosso.

"Ottimo. Sì, il Ministero ci ha già informato. Hanno prenotato due camere, senza specificare quali. Vi è stata assegnata l'ala est, ma è piuttosto scomoda per partecipare alla conferenza. Abbiamo sicuramente qualcosa di meglio, lasciatemi controllare."

L'uomo riprese a picchiettare il registro con la sua bacchetta.

"No, ascolti, va bene così, non c'è bisogno che..." La voce di Hermione si interruppe bruscamente e lei represse un gemito quando Malfoy le tirò un calcio sullo stinco. Si voltò a fissarlo e alzò le sopracciglia in un'espressione del genere che cazzo! mentre la sua bocca si spalancava per il dolore.

Lui rispose soltanto alzando un sopracciglio. Serrando forte la mascella, Hermione si voltò di nuovo verso il bancone per guardare l'ometto fissarli con aria divertita ma composta, come se sapesse cosa fosse successo e cercasse di restare serio.

"Oh, no, signora Granger, insisto. Non è affatto un problema." I suoi occhi tornarono al suo registro. "Ah sì, eccoci qui. Vi ho trasferito in due stanze adiacenti dell'ala ovest, cioè sopra le sale dedicate alla conferenza. Sarete anche più vicini alla nostra piscina sul tetto e al bar. Si trovano all'ultimo piano. Ecco le vostre chiavi."

L'uomo consegnò loro due chiavi dorate e il programma della serata, poggiandoli sul balcone.

"Vi ho registrato come presenti per la conferenza RASAE; ecco gli ultimi itinerari." Porse loro anche due spessi fogli di carta. "Si prega di notare che il gala di apertura inizia alle 19:00. Non verrà servita la cena, solo bevande e spuntini leggeri, quindi vi suggerisco di cenare prima di partecipare. Dato che i nostri ristoranti saranno pieni, potrete prenotare in anticipo. Per farlo, basterà posare la bacchetta sulla scatola accanto alla vostra porta. Allo stesso modo potrete ordinare anche del cibo in camera. O magari posso prenotarvi un tavolo adesso."

"No, grazie." Rispose Malfoy, prendendo la chiave e il programma dal bancone. "Non è necessario, non abbiamo ancora deciso."

Hermione seguì il suo esempio e afferrò i propri oggetti.

"Certo, signore." Disse l'ometto con un sorriso. "Gli ascensori per l'ala ovest sono sulla destra e i numeri delle camere sono sulle chiavi. Buon soggiorno al Grand Hotel."

"Grazie." Disse Hermione, rivolgendo all'uomo un sorriso genuino ma nervoso.

Anche Malfoy lo ringraziò e si allontanò dal bancone, dirigendosi verso gli ascensori. Hermione lo seguì, facendo del proprio meglio per non zoppicare. Una volta che furono al sicuro all'interno di un piccolo ascensore silenzioso, Hermione si voltò e lo fissò con rabbia.

"Perché cazzo mi hai preso a calci?"

"Perché in un posto del genere, se ti offrono di cambiarti la stanza, tu lo accetti, Granger. Rifiutare è essenzialmente un insulto." Malfoy la guardò male. "Le tue buone maniere sono come quelle di un cazzo di animale da stalla."

La mano di Hermione si strinse intorno alla chiave mentre i suoi occhi si socchiudevano. "A differenza di te, io non volevo ricevere alcun trattamento speciale per il solo motivo di essere stata riconosciuta."

"Non si tratta di ricevere un trattamento speciale, Granger." Gli occhi di Malfoy si strinsero, avvicinandosi a lei. "È quello che succede in posti come questi.. Fa parte della cultura dei maghi. Non importa come ti fa sentire, è così che funzionano le cose. Se avessi fatto la modesta e avessi rifiutato la stanza, avresti fatto incazzare un sacco di gente e il signor Todgekins ti avrebbe fatto il culo! Non so te, ma io vorrei tenermelo questo lavoro di merda."

Il campanello suonò e le porte si spalancarono. Hermione si rese conto che erano a meno di trenta centimetri di distanza e che Malfoy torreggiava su di lei. Seccata, uscì in corridoio con Malfoy al seguito. Le loro stanze erano in fondo, una accanto all'altra, e lei si bloccò quando la voce di lui risuonò di nuovo.

"Ci vediamo qui alle 19:30." Affermò Malfoy con fermezza, la mano appoggiata alla porta ora aperta.

"Ma inizia alle 19:00." Ribattè Hermione, ancora infastidita.

Un incantesimo di silenziamento ricadde su di loro.

"Fottuto Merlino, sarai la mia morte." Ringhiò Malfoy irritato, voltandosi a guardarla. "Sì, Granger. Inizia alle 19:00, ma noi ci non andremo fino a prima delle 20:00. Che tu ci creda o no, questo potrebbe essere l'unico argomento in cui ne so più di te! Ordina qualcosa da mangiare, indossa qualunque cazzata ti abbia detto la Weasley senza fare domande e cerca di essere pronta per le 19:30. E non osare anche solo pensare di andarci da sola."

Hermione lo fissò spingere la porta e infilarsi nella propria stanza, cercando con ogni evidenza di scappare da lei prima che la conversazione si tramutasse in un'altra discussione. 

L'incantesimo di silenziamento svanì e lei si accigliò.

"Coglione." Borbottò, accedendo anche lei alla propria camera.

-xx-

L'eleganza del corridoio era niente in confronto allo splendore della sua camera. Aveva trascorso un'ora a ispezionarla dopo aver lanciato un pesante incantesimo di silenziamento. Si trattava di una suite, non di una semplice stanza, essendo presente un'intera area salotto con un divano dall'aspetto costoso. La camera da letto era separata dal resto e ospitava un enorme letto ricoperto di più soffici cuscini del necessario. Il bagno era enorme. C'era una vasca e una grande cabina doccia, con il gabinetto e il lavandino in una stanza a parte. C'era anche un grande specchio con le luci e un bancone che Hermione ritenne utile per il trucco.

Un'altra porta in legno scuro lungo la parete di sinistra doveva condurre nella stanza di Malfoy. Hermione si assicurò che fosse chiusa a chiave e vi aggiunse una protezione. Poi c'erano le finestre; si estendevano dal pavimento al soffitto e offrivano una vista sulla valle e sul fiume sottostante. Aveva trovato la porta del patio ed era uscita nonostante il freddo per ammirare il panorama. Si accorse solo dopo essere rimasta là fuori per venti minuti che il balcone era collegato a quello di Malfoy, separato solo da una piccola ringhiera di ferro. Rabbrividendo, tornò dentro per disfare i bagagli.

Alle 15:00, i suoi nervi ebbero la meglio e lei decise di iniziare a prepararsi.

Dopo una lunga doccia, passò quasi un'ora a sistemarsi i capelli. Aveva ordinato la cena alle 17:30, ma dopo essere apparsa pochi istanti dopo era riuscita soltanto a mordicchiarla. Si mise poi a lavoro con il trucco, usando una combinazione tra prodotti babbani e gli incantesimi che Ginny le aveva insegnato. Agganciati i suoi appunti al grande specchio, li seguì attentamente come fossero state le istruzioni per smantellare una bomba, pregando di non fare qualcosa di sbagliato e di non esplodere.

Alle 19:00, indossando soltanto i tacchi e le nuove mutandine di pizzo, rimase a fissare con disprezzo il vestito color bianco-argento. Era con la schiena scoperta, il che significava che non poteva indossare il reggiseno e che avrebbe dovuto fare affidamento sugli incantesimi per tenere tutto al suo posto. Ma ciò che la faceva davvero impazzire era la scollatura pericolosamente bassa che le avrebbe esposto i seni. Continuò a fissarlo, ostinata a non indossarlo e incrociando le braccia al petto in segno di sfida.

Avrebbe preferito il suo abito nero, ma Ginny le aveva detto espressamente di tenerlo da parte per lunedì. Si torturò la fronte e il suo stomaco si strinse dalla disperazione.

"Perché non puoi essere più coprente?" Gemette al vestito. Poi si rese conto che erano le 19:15 e che il tempo per decidere era agli sgoccioli.

"Non voglio indossarlo." Piagnucolò ancora, chiudendo gli occhi e camminando avanti e indietro davanti al suo letto. I alti tacchi ticchettarono sul pavimento finché non si decise a fermarsi. Di nuovo davanti al vestito, poggiò le mani ai fianchi e si morse il labbro. "Che cazzo!"

Si gettò un potente incantesimo sul braccio e poi un altro alla base del collo per nascondere le cicatrici, perchè il vestito metteva in mostra tutto e lei non voleva che nessuno li notasse.

Piagnucolando come una bambina, indossò il vestito e lo allacciò al collo, aggiungendo un incantesimo per assicurarsi che i lacci non venissero via. Ne aggiunse altri due affinchè nemmeno la parte anteriore del vestito scivolasse via esponendo i suoi seni. Infine, legò la bacchetta al polpaccio. Prendendo un respiro profondo, si avvicinò allo specchio e a disagio si guardò riflessa allo specchio.

Non sembrava nemmeno se stessa, eppure lo era. Sembrava affascinante, il che era bizzarro perché non si sentiva affatto affascinante dentro di lei.

Si sentiva semplicemente se stessa.

La se stessa nervosa, testa calda, determinata, tipicamente coperta di inchiostro, e anche un'imbrogliona. I suoi capelli erano sciolti, ma i riccioli le ricadevano a spirale lungo la schiena grazie a un incantesimo, le unghie erano fatte, il trucco era semplice ma elegante e il vestito le pendeva in un modo che sembrava fatto apposta per lei. Si librava appena sopra il suolo, coprendole completamente le dita dei piedi ma perfettamente orlato da non farla inciampare. Quando si voltò, scoprì che lo spacco sulla schiena si apriva fino al coccige, e vedendolo rabbrividì.

Ginny aveva ragione: non sembrava una sgualdrina. Era troppo elegante. Ma si sentiva ancora immensamente esposta.

Controllando l'ora, si rese conto che erano le 19:29 e iniziò a farsi prendere dal panico. Lanciò rapidamente l'incantesimo sui talloni per proteggere le dita dei piedi e rimpicciolì la chiave della stanza così tanto da poterla attaccare alla catena d'argento che portava al polso. Poi si diresse verso la porta e la aprì in preda alla nausea.

Uscendo, quasi sbattè contro Malfoy.

Lui era in piedi proprio davanti alla sua porta, il braccio alzato e sul punto di bussare. Entrambi si bloccarono sul posto quando i loro occhi si incontrarono, separati da meno di trenta centimetri. Hermione si sentì senza fiato, mentre spostava lo sguardo dal suo viso fino al petto, fino alle scarpe e poi di nuovo in su. Sembrava uscito da un tappeto rosso, proprio come aveva detto Ginny.

Malfoy indossava sempre dei bei completi, ma lei non l'aveva mai visto con niente del genere. Il total black gli faceva risaltare i capelli e gli occhi. Sembrava che avesse incantato il completo per calzargli come un guanto, e lei rimase senza parole. Anche lui la stava fissando; i suoi occhi si erano spostati su e giù per tutto il corpo, e ora la stava guardando così intensamente che lei sentì la pelle formicolare. Il tempo sembrò allungarsi tra loro finché lui, finalmente, non abbassò il braccio.

"Sei in ritardo." Le disse con voce scontrosa.

"Mi dispiace." Hermione era ancora senza fiato e non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.

"Andiamo." Disse lui infine, allontanandosi rigidamente lungo il corridoio. Hermione richiuse la porta a chiave e lo seguì.

Si sentiva stordita mentre entrava nell'ascensore con lui. Quando le porte si chiusero, si rese conto che i loro abiti sembravano essere stati abbinati di proposito. Rimasero in silenzio, senza muoversi finché le porte non si aprirono, e lei seguì Malfoy in direzione della sala. Le grandi porte decorate si aprirono al loro arrivo, e Hermione si sentì congelare mentre i suoi occhi si spalancavano in soggezione. La stanza era enorme ed era piena di gente vestita in modo appariscente come loro. Quando avvertì una mano calda posarsi sulla parte bassa della sua schiena nuda, Hermione sobbalzò.

"Non possiamo stare sulla soglia, Granger." La voce di Malfoy era bassa e tesa, e lei lo sentì spingerla gentilmente all'interno, guidandola verso il bar sulla destra.

Si costrinse a chiudere la bocca e cercò di sembrare a suo agio mentre i suoi occhi saettavano per la stanza, catturando tutto rapidamente.

Era travolgente.

La pista da ballo a sinistra era piena di gente che volteggiava e si muoveva con un'eleganza che lei non possedeva. Grandi finestre si estendevano sul retro della stanza dietro un'orchestra che suonava, e lampadari decorati pendevano dal soffitto illuminando la stanza con una luce soffusa. Uomini in uniformi grigie servivano da bere, pochi altri scattavano delle foto: i flash illuminavano la stanza ogni pochi minuti e catturavano il momento surreale. Hermione non si rese conto che avevano smesso di muoversi fino a quando Malfoy non le si parò davanti, parandole completamente la visuale e nascondendola agli altri ospiti. Le afferrò delicatamente il polso e le mise in mano un bicchiere di liquido scuro.

"Grazie." Disse lei piano, costringendo gli occhi a guardarlo e ignorando i nervi che le attraversavano il corpo.

"La vuoi chiudere quella bocca aperta?" Sbottò in un sussurro, per poi bere un sorso dal suo bicchiere e inarcare un sopracciglio.

Sembrava sia agitato che preoccupato. Gli occhi di Hermione si strinsero su di lui. Era convinto che lei avrebbe rovinato tutto. Si impose un respiro profondo e raddrizzò la schiena.

"Sì." Rispose seccamente, andando a bere un sorso del suo drink e rendendosi conto che era brandy.

"Bene." Ribattè Malfoy, guardandola intensamente. "Perché questa è la parte in cui ci mischiamo alla folla, e ho bisogno che tu non sembri un pesce fuor d'acqua."

Tornò al suo fianco e le posò ancora una volta la mano sulla parte bassa della schiena, chiaramente a suo agio non solo in sala ma anche con la loro vicinanza mentre la spostava, e andarono a incontrare diverse persone. Il calore della mano di Malfoy bruciava contro la pelle di Hermione e le faceva contorcere lo stomaco. Doveva lottare contro l'impulso di arrossire ogni volta che lui la toccava. Sembrava che molti uomini scortassero le donne in giro, a meno che la donna non fosse da sola o talmente sicura di sè da non essere necessario.

Comprese dolorosamente che Malfoy lo stesse facendo perchè non si fidava di lei e perché sembrava mite, piccola e a disagio. Ciò era un sollievo e un motivo di rabbia al contempo. Ma represse la sua irritazione e permise a Malfoy di continuare a prendere l'iniziativa.

Aveva bisogno di superare il fine settimana ed era determinata a non fallire già alla prima fottuta notte.

Era determinata a non fallire affatto.

Hermione face del suo meglio per sorridere e per comportarsi educatamente, bevendo un sorso di brandy ogni volta che non era sicura di cosa fare con le sue mani. Malfoy la presentò a diverse persone, ma ogni conversazione era leggera e futile, e lei iniziò a rendersi conto che era questo ciò che lui intendeva con l'essere circondati da un mucchio di fottuti idioti.

Alcuni di loro conversavano e basta, altri facevano complimenti ambigui. La maggior parte cercava di allacciare contatti di lavoro, discutendo di nuovi prodotti o idee e prendendo impegni per il finanziamento.

Hermione riuscì presto a distinguere da questi gli esperti più tecnici. Di tanto in tanto, i suoi occhi incrociavano quelli di un altro individuo, coi quali condivideva uno sguardo di disagio e comprensione finchè uno di loro non veniva strappato al momento di solidarietà per essere costretto a portare avanti la conversazione successiva.

Aveva visto un uomo goffamente nervoso venire trascinato in giro come un automa: rispondeva a strane domande e guardava costantemente il suo capo con la coda dell'occhio per assicurarsi di star facendo un buon lavoro. Almeno Malfoy la trascinava come fosse una vera ospite, o almeno ci provava, dato che lei era goffa e rigida rispetto a lui.

Distolse lo sguardo da certi uomini più anziani che le fissavano apertamente il seno, ritrovandosi ad avvicinarsi inconsapevolmente a Malfoy ogni volta che accadeva. Se anche lui se ne accorgesse o gli importasse, non diceva nulla e continuava semplicemente a trascinarla tra la folla. Hermione si accorse che anche alcune donne indirizzavano lo sguardo su di lei: alcune erano amichevoli e genuine, ma altre apparivano scortesi e passavano lo sguardo sprezzante tra lei e Malfoy con disgusto.

Ciò la portò a chiedersi quante persone partecipassero a questi eventi per ragioni alternative.

Tutti quelli con cui parlavano erano persone che Malfoy conosceva o che sembravano conoscerlo, e la maggior parte di essi erano dei coglioni. Il disagio di Hermione cresceva a ogni interazione e di conseguenza le sue risposte forzate divennero sempre più brevi e serrate.

"Malfoy!" Risuonò una voce imponente, e loro si fermarono non appena videro arrivare un uomo alto e grosso. Indossava un vestito molto elegante e appariva affascinante come tutti gli altri, ma Hermione non poté fare a meno di rabbrividire quando lo sguardo dello sconosciuto scivolò sul suo corpo.

Sembrava viscido e istintivamente non le piaceva.

"Signor Beckish." Malfoy si voltò verso l'uomo, e Hermione non poté fare a meno di pensare che si fosse messo un passo avanti a lei di proposito, prima di stringergli la mano.

"E chi abbiamo qui?" La voce del signor Beckish era modulata in un modo che le faceva accapponare la pelle.

"Hermione Granger." Rispose lei con riluttanza, accettando la sua mano e sforzandosi di sorridere, prima di fare uso della sua frase preferita: "Malfoy e io siamo qui come rappresentanti del Ministero".

"Caspita, che splendida giovane donna sei diventata! Le fotografie non ti rendono giustizia." Affermò quello sorridendo, mentre il pollice andava a tracciarle il dorso della mano prima di lasciarla andare. Hermione si sforzò di sorridergli educatamente e combatté l'impulso di mollargli un pugno. "Per favore, dimmi che non hai permesso a quest'uomo di annoiarti a morte per tutta la sera con le sue.chiacchiere d'affari, signorina Granger. Malfoy sa essere incredibilmente noioso a queste riunioni. Sicuramente vorresti una compagnia migliore. Non credo di averti ancora visto in pista, forse saresti così gentile da concedermi un ballo."

"In realtà, stavamo proprio scendendo in pista." Rispose Malfoy, togliendole di mano il bicchiere di brandy quasi vuoto e passandolo al signor Beckish insieme al suo. Le mani dell'uomo scattarono istintivamente per afferrare i due bicchieri, mentre il suo viso si contorceva per la sorpresa. Malfoy gli rivolse un ghigno. "Se vuoi scusarci."

Prese il braccio di Hermione, e si girò velocemente per portarla alla pista da ballo.

"Hai bisogno di rilassarti, cazzo, Granger." Le disse mentre si muovevano tra la folla.

Sapeva che fosse irritato con lei: il suo lavoro dipendeva dalla capacità di Hermione di superare la conferenza, ma lei si sentiva già un fallimento. Certo, non si erano ancora urlati o picchiati, ma sospettava che il signor Todgekins li avrebbe licenziati se si fossero comportati male in qualsiasi circostanza. Ed era sicura che il suo sguardo truce e il disagio che aveva provato nei confronti del signor Beckish fossero stati evidenti.

E ora le cose stavano per peggiorare...

"Non so ballare." Sibilò Hermione, abbassando la testa verso di lui mentre il panico le si insinuava in corpo.

Stava per deluderlo.

Non poteva farlo.

"Cosa?" La voce di Malfoy era bassa, così che nessuno potesse sentire, ma la sua agitazione era evidente. "Non sei mai stato a niente di lontanamente simile a un ballo? Nemmeno al tuo banchetto?

"No." Sussurrò Hermione, irritata. Odiava trovarsi lì. Voleva andarsene, e odiava sapere di non poterlo fare. "Di solito è il signor Todgekins che partecipa a questo genere di eventi. E non era il mio banchetto, era il Banchetto Annuale della Riparazione. Non ho ballato perché non era necessario. Malfoy, io non ho idea di cosa sto facendo!"

"Che cazzo, certo che no." Sussurrò Malfoy in risposta, la sua voce bassa e intrisa di agitazione. "Ovviamente il signor Todgekins è talmente un idiota che ti ha mandato qui completamente impreparata ad affrontare un mucchio di fottuti Schifostrigni [N.d.T, Horklump in originale]. D'altronde tu sei solo la persona che fa tutto il fottuto lavoro, nascosta in quel seminterrato di merda. Porco Merlino, Granger, non ti importa che metta il suo nome su tutto ciò che fai e si prenda tutto il merito?"

Hermione bloccò un passo a metà e lo tirò più vicino, fissandolo.

"Non faccio questo lavoro perchè voglio fare carriera o attirare l'attenzione. Lo faccio perché ci tengo a fare la differenza! Io non appartengo a questo posto, Malfoy. Non voglio partecipare ad altri eventi come questi." Sibilò lei con rabbia, mantenendo anche la voce bassa  così che gli ospiti che si muovevano intorno a loro non sentissero.

Finora, nessuno li aveva notati nella luce fioca delle finestre, e prese mentalmente nota di ringraziare Ginny per averla aiutata a mimetizzarsi.

"Beh, odio dirtelo, Granger, ma devi saperlo." Sussurrò lui, attirandola ancora più vicino e abbassando la testa così che le sue parole le riecheggiassero nell'orecchio. "Il mondo non è gestito da brave persone come te, ma da stronzi come questi che si preoccupano soltanto di fare soldi, quindi se vuoi essere d'aiuto e fare la differenza, devi vendere loro i tuoi progetti. Hai bisogno che questa gente sostenga il tuo lavoro col denaro o esprimendo interesse, perchè solo così il Ministero ti darà dei finanziamenti, e l'unico modo per riuscirci è ottenere attenzioni e resistere in un posto come questo.
Perché pensi che il tuo dipartimento sia così incasinato?! Il tuo capo è un idiota che non sa nemmeno cosa fai tutto il giorno: fa il conto alla rovescia dei giorni che mancano alla pensione e viaggia sul treno del tempo libero. Non gliene frega niente di te o del tuo dipartimento, come dimostra il fatto che ti ha mandato qui senza alcuna preparazione. Non gli importa se lascia col culo per terra perché lui se ne andrà tra cinque anni. Fino ad allora, continuerà a partecipare a questi eventi, senza preoccuparsi di lavorare veramente, e tutto questo mentre tu ti massacri di lavoro come il tuo predecessore che è morto!"

Hermione si irrigidì.

La mano di Malfoy le stringeva il braccio, non abbastanza forte da ferirla ma abbastanza da tenerla inchiodata al suo corpo duro, sussurrandole aspramente all'orecchio. Tutto quello che riusciva a vedere era la sua giacca e il fazzoletto da taschino nero, piegato in modo netto, che gli spuntava dalla tasca. Il suo profumo allettante le inondava il naso e le fece contorcere lo stomaco, mentre le sue parole le cadevano pesanti nello stomaco come pietre. Sentì le sue labbra sfiorarle l'orecchio mentre la attirava più vicina e abbassava la voce in un sussurro più cupo.

"Possibile che non ti sei mai chiesta perché il tuo dipartimento è nel caos, anche se lavori così duramente? Proposte di merda a parte, nessuno lavora così tanto se non ha qualcosa da dimostrare. O sei davvero stupida o ti sei aggrappata ad aspettative sbagliate che ti rovineranno la carriera e ti lasceranno senza niente, perché non hai idea di come cavartela in quest'ambiente."

Il corpo di Hermione avvampò di rabbia, e cercò di allontanarsi da lui, ma lui le afferrò la nuca con la mano opposta e la tenne ferma. Poteva sentire il suo avambraccio premere lungo la sua spina dorsale mentre le sue dita le si annodavano tra i capelli cercando di tenerla ferma. La sua schiena si inarcò, quasi incollata a lui.

"Sei stupida, Granger?" Il suo sussurro basso e oscuro le rimbombò lentamente nell'orecchio mentre il suo corpo si irrigidiva. Le sue mani erano serrate lungo i fianchi, desiderando così tanto tirargli un pugno che tremavano.

"No!" Affermò a denti stretti.

"Bene." Ringhiò lui contro al suo orecchio. "Perché non voglio perdere il lavoro solo perché quello stronzo del tuo capo ti ha mandato qui per vederti fallore, quindi rimetti un fottuto sorriso su quel viso, renditi affascinante e vieni a ballare con me."


***

Lo so, speravate in qualcosa di più hot, ma purtroppo servono anche capitoli come questi per dare più senso alla trama!

Comunque, lo spicy ritornerà presto  abbiate fede XD

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