6 - A Dugbogless Party
Definire insoliti il giovedì pomeriggio e la sera di Hermione sarebbe un eufemismo incredibile.
Tornata a casa alle 16:15, lasciò cadere la borsa sul pavimento, chiuse a chiave il suo appartamento e andò dritta a farsi una doccia. Fece scorrere l'acqua bollente, si tolse i vestiti, li fece sparire e saltò dentro. Strofinò la pelle fino a farsi male, cercando di lavare via l'odore e la sensazione di Malfoy dal suo corpo, ma indipendentemente da quante volte l'avesse fatto, avrebbe continuato a sentirlo.
E sapeva nella sua anima che non sarebbe mai stata capace di liberarsi dalla sensazione di lui che si muoveva dentro di lei; la sensazione del suo grosso cazzo che si muoveva dentro e fuori dal suo corpo sarebbe rimasta per sempre radicata nella sua mente.
Rifiutava di pensarci mentre si lavava, mantenendo salde le pareti dell'Occlusione e spingendo i ricordi in fondo alla sua mente. Fu solo quando uscì dalla doccia e vide il proprio riflesso allo specchio e i lividi che le ricoprivano il corpo che le pareti alla fine cedettero, e i ricordi tornarono precipitosi. Gemette forte e si passò una mano sul viso; infilò le dita tra i capelli, in preda al panico, finendo per pensare alla sensazione di toccare i capelli di Malfoy, e arrossì di un nuovo desiderio. Il suo cervello faceva lo slalom tra innumerevoli emozioni. Non riusciva a elaborare quello che era successo e non aveva idea di come si sentiva al riguardo. L'unica cosa che sapeva era che il suo corpo era dolorante, soddisfatto e completamente ben fottuto.
Quel pensiero scatenò altri brividi lungo la sua schiena, intanto che si lavava i denti con foga. Non poteva più guardarsi allo specchio, si vergognava troppo.
Ma ciò che la stava divorando come acido alla bocca dello stomaco era il fatto che non si vergognava che fosse successo: si vergognava che le fosse piaciuto.
In che modo Malfoy, il ragazzo che l'aveva tormentata senza sosta per tutta la scuola e che le aveva rovinato la vita adulta, l'aveva fatta sentire così? Com'era riuscito a farla venire? Perché pensarci la faceva sentire contemporaneamente ansiosa ed eccitata?
Aveva sempre lottato per raggiungere l'orgasmo, eppure durante la prima volta con Malfoy – e l'unica, aggiunse mentalmente – era venuta così forte che il suo corpo non aveva ancora smesso di tremare. Mai in vita sua si era aggrappata a qualcuno in quel modo o scopato con qualcuno così duramente. Merlino, Hermione non aveva mai scopato con nessuno. Aveva sempre e solo fatto sesso all'interno delle relazioni, ed era stata sempre molto dolce. Super vaniglia. Non aveva esperienza con il sesso violento e aggressivo, eppure ora si ritrovava piena di lividi dopo aver scopato la persona che odiava più di ogni altra cosa; al lavoro.
Se Malfoy non avesse protetto l'ufficio qualcuno avrebbe potuto sentiti o sarebbe potuto entrare. Eppure durante l'atto, il pensiero non le era nemmeno passato per la mente. In effetti, non aveva pensato affatto. Il suo cervello si era del tutto spento e non aveva reagito a nient'altro che agli ormoni e al bisogno. Anche se il motivo per cui sentiva di aver bisogno di Malfoy non era comprensibile. Cercare di pensarci le provocò mal di testa e la lasciò ancora più confusa. Era incomprensibile, un enigma irrisolvibile.
Ciò che l'aveva scioccata quasi più di ogni altra cosa, però, era stato che, nonostante si sentisse spaventata e in preda al panico mentre si rivestiva con abiti comodi e inciampava su gambe tremanti, doveva ancora piangere. In effetti, non aveva affatto voglia di piangere. Lei era arrabbiata. Lo odiava. Era confusa e non capiva cosa fosse successo, ma non era turbata e scoprì che non riusciva nemmeno a convincersi di doversene pentire.
Era stata la cosa più stupida che avesse mai fatto in vita sua? Sì, senza dubbio. Era stato un terribile errore che poteva rovinare la sua carriera? Sì probabilmente. Ma si era pentita di averlo fatto, dell'esperienza in sè? No, perchè in quel momento lo aveva voluto; e sebbene il pensiero la terrorizzasse, non si pentiva di aver scopato con Malfoy.
Dopo essersi obbligata a mangiare un boccone, si sedette raggomitolata sul divano, le ginocchia al petto, in completo silenzio e fissando il muro per un'ora intera mentre la sua mente correva. Si sentiva come se dovesse urlare, inveire, correre e prendere a pugni qualcosa, eppure tutto ciò che poteva fare era starsene immobile come una statua. Come se fosse congelata in uno stato di negazione e la sua mente si rifiutasse di accettare ciò che aveva fatto.
Non lo aveva calcolato. Non si allineava con nessuno dei suoi comportamenti tipici. Aveva operato al di fuori dei suoi parametri e non riusciva a capirlo. Quindi, non fece altro che fissare il vuoto e permettere ai pensieri e ai ricordi di danzare nella sua testa mentre il suo corpo tremava.
Perché Malfoy mi ha scopato?
La domanda emerse nella sua mente dopo altri quindici minuti in cui era rimasta seduta come una statua. L'aveva pianificato? Perché aveva protetto la stanza? Perché l'aveva inseguita e trascinata in un ufficio vuoto? Sicuramente ricordava cos'era successo l'ultima volta che erano stati soli in una stanza chiusa a chiave. O era davvero così preso da rabbia cieca da non pensare e, in quel momento, aveva semplicemente voluto poterle urlarle addosso indisturbato?
Hermione non poté fare a meno di sentire che quest'ultimo pensiero fosse la verità. Non c'era modo che Malfoy volesse scoparla. Dubitava che fosse attratto da lei. In effetti, probabilmente in quel momento era a casa a vomitare le budella e a bere fino a perdere i sensi. Probabilmente aveva dato fuoco ai vestiti e si era fatto il bagno nella candeggina. Onestamente, non si sarebbe sorpresa se il ricco idiota ci avesse riflettuto e avesse semplicemente deciso di rimuovere i ricordi dalla sua mente. Non sarebbe mai stato in grado di convivere con se stesso sapendo ciò che aveva fatto. Hermione aveva sentito il modo in cui Malfoy si era irrigidito tra le sue braccia quando aveva capito cos'era successo. Probabilmente aveva vomitato nell'istante stesso in cui lei aveva lasciato la stanza.
No, pensò mentre deglutiva a fatica, è stato un errore, non è possibile che l'abbia fatto apposta.
Ginny le aveva già descritto com'era fare del sesso violento, ma allora Hermione non lo aveva capito. Adesso invece sì. Malfoy la odiava profondamente, lei odiava lui, e si erano semplicemente odiati scopandosi a vicenda.
Questo era tutto.
Era semplice.
Poteva sentire il lato logico del suo cervello prendere il controllo e la sua postura si rilassò un po'.
Biologicamente, in un modo strano, aveva quasi un senso. L'attrazione e l'odio erano emozioni, segnali, che spesso si intrecciavano. Ad esempio, sono stati condotti studi che hanno dimostrato come gli esseri umani abbiano l'impulso di mordere qualcosa che ritengono troppo carino. Era un dato di fatto: se il tuo cervello non era in grado di gestire la carineria di qualcosa, quello ti segnalava di morderlo come contromisura.
Doveva essere così. Si odiavano talmente tanto che il loro cervello gli diceva di scopare. Ginny aveva detto che di scopare con odio capitava continuamente.
Deglutì, i suoi occhi si spostarono sulla fiala vuota sul bancone della cucina. Si erano odiati a vicenda senza pensarci due volte, e lui è venuto dentro di lei. Malfoy – Malfoy, il bastardo purosangue – era venuto in lei. Il suo cazzo era stato dentro di lei. Rabbrividì e represse quei pensieri in fondo alla sua mente, continuando a fissare la fiala.
C'erano due tipi di pozioni contraccettive nel Mondo Magico. Uno andava preso prima del sesso: aveva un buon sapore e poteva essere efficace per un massimo di sei mesi se preparato da un pozionista competente. L'altro andava preso dopo il sesso e sapeva di merda. Aveva preso quest'ultima pozione contraccettiva prima di mangiare. Era orribile, e aveva dovuto coprirsi la bocca per non vomitarla. Era il motivo per cui la maggior parte delle streghe prendeva regolarmente l'altra, ma Hermione non lo faceva perché non aveva in programma di fare sesso e si era dimenticata di prenderlo già da qualche mese perché il lavoro era stato impegnativo.
Ma lui come ha potuto farlo? Come ha potuto essere così maledettamente irresponsabile? Per quel che lui poteva saperne, magari io non avevo la pozione o non l'avrei presa in tempo!
Ciò sollevava un'altra serie di domande a cui era impossibile rispondere e che la fecero arrabbiare ancora una volta. Come avevano potuto essere così irresponsabile? Malfoy non doveva preoccuparsi della sua eredità e anche di quella Purosangue? Scopava regolarmente persone a caso? Era pulito?
Avrebbe eseguito alcuni test standard prima di andare a letto per essere sicura.
Continuò a sedere in silenzio per un'altra mezz'ora finché il suo corpo non smise di tremare. Non aveva senso continuare le infinite peregrinazioni mentali, non aveva risposte alle domande che le inondavano la testa e, alla fine della giornata, la vita continuava. Il mondo e il suo lavoro non le avrebbero regalato un giorno libero in cui fare i conti con l'accaduto e, dopo quello che era successo, non poteva davvero permettersi di perdere tempo. Aveva bisogno di fare il suo lavoro e di farlo bene.
Scelse di segregare i sentimenti e le domande in una piccola scatola ordinata nella parte posteriore della mente, bloccò ancora una volta la sua occlusione e si fece forza per alzarsi dal divano. Raccolse lo zaino da terra e si avvicinò al tavolo. Ignorò il grido indignato di Artemis mentre agitava la bacchetta per attivare una lista di brani di musica classica. Poi si sistemò al tavolo e iniziò a riversarsi nel suo lavoro. Tutto era cambiato, eppure nulla era cambiato.
Aveva bisogno del suo lavoro.
Meglio ancora, voleva il suo lavoro, e questo significava che doveva portare a termine quella proposta, e che doveva lavorare con Malfoy. Se fosse stata fortunata - e dubitava che lo sarebbe stata - lui si sarebbe licenziato. Forse scopare una Sanguesporco lo aveva scosso così nel profondo che alla fine si sarebbe arreso e sarebbe andato via. A lui un lavoro non serviva. Secondo Harry, lo voleva e basta. Sicuramente dopo quello che era successo l'avrebbe lasciata in pace. Sicuramente non avrebbe proseguito in un impiego in cui era costretto a interagire con lei su base settimanale se non giornaliera.
Il suo stomaco fece le capriole mentre ricordava di dover tornare al lavoro l'indomani, e sentì la sua occlusione vacillare. Avrebbe voluto chiamare Ginny e raccontarle cos'era successo, ma per nessun motivo al mondo avrebbe detto a qualcuno di aver scopato Malfoy. Per quanto i suoi amici lo avessero accolto in società come un uomo buono e ripulito, sarebbero impazziti se avessero saputo una cosa del genere. Non avrebbero capito. Nemmeno lei riusciva a capire. Non poteva negare il fatto che fosse successo o che l'avesse voluto e le fosse piaciuto. O il fatto che fosse stato incredibile, ma non poteva fare a meno di sentirsi male con se stessa.
Come aveva potuto fare sesso con un uomo così stronzo e meschino che la trattava come una merda?
Gemette e scosse la testa. Non avrebbe mai avuto una risposta e, in questo momento, aveva bisogno di concentrarsi sulla proposta da portare a termine. Prendendo un respiro profondo, espirò in modo basso e lungo e costrinse le sue spalle tese ad abbassarsi. Hermione raccolse ancora una volta la penna e costrinse anche la sua Occlusione a rimettersi a posto, poi iniziò a farsi strada attraverso i commenti di Malfoy. Alle 2:11 aveva terminato la proposta e aveva aggiornato gli incantesimi. Tornando in piedi con un gemito, mise il lavoro nella borsa e si diresse a letto, cercando per tutto il tempo di ignorare la tenerezza tra le sue gambe.
-xx-
"Hermione, mi dispiace così tanto. Ieri mi sono dimenticata delle appendici! Le avevo messe da parte mentre lavoravo e me ne sono dimenticata! Non erano nella cartella che ti ho dato." Tracey sembrava davvero angosciata.
Si era alzata dalla sua postazione nell'istante in cui aveva visto Hermione arrivare quel venerdì mattina, e non era affatto sorprendente. Hermione aveva già sentito negli ascensori che Daphne avesse sparso la voce per cui Malfoy si fosse arrabbiato talmente tanto con lei da averla inseguita fuori dall'ufficio. Anche se, per fortuna, nessuno sapeva dove fossero andati o cosa fosse successo dopo. Nessuno sapeva che avessero scopato in un ufficio vuoto in fondo al corridoio. Sapevano soltanto che quelle urla erano state le peggiori e le più micidiali che avessero mai sentito, tanto che stavolta molte persone stentavano a trovarlo divertente.
Le persone iniziavano a rendersi conto di quanto fosse terribile la sua dinamica con Malfoy.
Affascinante, aveva pensato seccamente Hermione, mentre usciva dall'ascensore. Apparentemente, ci sono voluti livelli da "scopata con odio" perché le persone si rendessero conto che il nostro comportamento non è uno scherzo.
"Va bene. Ieri sera ho preso le appendici mancanti dalla tua scrivania e ho rivisto tutti i commenti. Ieri avrei dovuto controllare quello che mi hai dato, ma apprezzo lo stesso le scuse." Disse Hermione, con un tono piatto, mentre apriva la porta dell'ufficio. "Tracey, puoi per favore prenotare la sala riunioni C al terzo piano e portare Anton? Ho bisogno che voi siate là dentro alle 10:30. Dì a Daphne che anche Malfoy deve essere presente. L'unico modo per concludere in tempo la proposta sui Dugbog è dare il massimo oggi, capito?"
"Sì assolutamente. Lo farò subito!" Tracey si mosse rapidamente intorno alla scrivania e si diresse verso gli ascensori a organizzare tutto.
Con l'aiuto dell'Occlumanzia, durante la notte Hermione era riuscita a farsi inglobare in una sorta di distacco. Al mattino, di nuovo sveglia e ancora confusa si era sentita lontana da se stessa e da quello che era successo. Sapeva che stesse segregando il ricordo in un cantuccio per non doversene occupare, ma non le importava. Non oggi. Avrebbe affrontato le conseguenze dell'Occludere delle sue emozioni in un altro momento, come aveva già programmato di fare. Al momento aveva bisogno di andare avanti e di ottenere la revisione da parte di Malfoy, così che entro la prossima settimana potesse concludere la proposta.
Inoltre, non sarebbe mai stata in grado di affrontare l'accaduto. Non c'era modo di affrontare il fatto di avere fatto sesso con il tuo nemico mortale. Era solo una cosa da seppellire in profondità, perché non esisteva un modo logico per elaborarla.
Malfoy si era presentato a lavoro? Si sarebbe mai preso il giorno libero? Forse si era licenziato, o forse si sarebbe rifiutato di venire alla riunione. Sbuffò al pensiero. Ovviamente quello stronzo si sarebbe fatto vedere.
Alle 10:30, Malfoy entrò in sala conferenze con Daphne alle calcagna. Sembrava lo stesso di sempre, capelli biondi perfetti, luminosi occhi grigio-blu, abito a tre pezzi stirato, espressione compiaciuta e odore allettante. Evitò di guardare Hermione e andò a sedersi in silenzio al lato opposto del tavolo. Daphne lasciò la stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Hermione prese un profondo respiro e rafforzò la sua Occlusione. Era ora di strappare il cerotto e finire quella roba.
"Ho esaminato i commenti che hai fatto sulla proposta." Iniziò Hermione, con tono fermo ma calmo. Era contenta che fossero presenti anche Tracey e Anton, o non sarebbe mai riuscita a guardare l'uomo di fronte a lei. Occlumanzia o meno, gli occhi di Malfoy erano sfrecciati nei suoi quando lei aveva iniziato a parlare, e questo le aveva fatto battere il cuore. Sembrava guardarla più attentamente del solito, come se fosse in cerca di una sua debolezza. "Mi scuso per aver dimenticato le appendici, ieri..."
"Mi dispiace, signore, è stata colpa mia," Disse Tracey a bassa voce, ma gli occhi di Malfoy non lasciarono mai quelli di Hermione.
Lei ignorò il commento di Tracey e continuò:
"Indipendentemente da com'è successo, ho esaminato i commenti che hai fatto e li ho incrociati con le appendici. La maggior parte dei commenti è già stata affrontata." Gli consegnò una copia della proposta aggiornata insieme a un foglio di riferimento che mostrava le sezioni che affrontavano le sue preoccupazioni. I suoi occhi si posarono brevemente sui fogli davanti a lui prima di tornare al viso di Hermione. Si sentiva nervosa sotto il suo sguardo. La stava guardando con la stessa espressione irritata e piena di odio di sempre, eppure lei non poteva fare a meno di sentire che ci fosse un accenno di qualcos'altro a indugiare dietro ai suoi occhi. "Quindi oggi vorrei finire di esaminare il resto dei commenti ancora aperti per portarci avanti. In questo modo, nei prossimi giorni finalizzeremo la proposta senza che ci siano sorprese per nessuno. L'approvazione definitiva sarà mercoledì, poiché so che hai un incontro con Harry giovedì e venerdì prossimi. Credi che possa funzionare, Malfoy?
Hermione non poteva fare a meno di pensare che la mano di Malfoy si fosse contratta quando lei aveva pronunciato il suo nome, ma il movimento era stato così rapido che non poteva esserne sicura. Sentì uno strano battito caldo contro la sua mente, ma quando si concentrò su di esso fu come se non fosse mai esistito, quindi lo attribuì ai suoi nervi. Lo guardò mentre aspettava una risposta.
"Fallo martedì", Disse lui con scherno, gli occhi che si posavano di nuovo sui fogli davanti a lui mentre iniziava a leggere. "Mercoledì sarò impegnato a prepararmi agli incontri con Potter. Nonostante quello che dice il tuo foglio riassuntivo, non accetterò il suggerimento di etichettare i Dugbog, come hai delineato nell'Appendice E. È inefficiente e farà sì che altre persone oltre Anton si facciano sbranare le caviglie."
"Va bene." Disse Hermione, i suoi occhi che si stringevano. "Avremo la proposta finale pronta per martedì a pranzo, qualsiasi cosa prima di quell'orario non sarà pratico. Ma non rivedrò l'Appendice E finché non mi fornirai un suggerimento migliore. Dire questa è una stupida idea del cazzo non mi fa capire cosa c'è che non ti piace."
L'incontro andò avanti per tre ore. Durante quel periodo, Hermione si astenne dal lanciare qualsiasi cosa contro Malfoy perché Tracey e Anton erano nella stanza; anche Malfoy si astenne dal rovesciare acqua sul suo lavoro o di sbatterla contro qualsiasi muro. Pur restando immobili, urlavano, gemevano, insultavano, si alzavano, puntavano le dita e imprecavano come marinai. All'inizio, Tracey e Anton mostrarono di divertirsi come chiunque altro avesse sentito lei e Malfoy litigare. Tuttavia, col passare del tempo, il loro entusiasmo per lo spettacolo si esaurì visibilmente e divennero nervosi ed esausti.
A un certo punto della riunione, gli occhi di Anton si erano spalancati; Tracey si coprì la bocca per lo shock, e tutto il suo corpo sussultò quando Malfoy sbattè la cartella contro la scrivania e Hermione spezzò una penna per la rabbia.
Le persone avevano sempre ascoltato le loro discussioni, ma nessuno le aveva mai viste e, a quanto pareva, essere lì in prima persona, confinati nella stessa stanza per tre ore, era un'esperienza completamente diversa. Non era così divertente come credevano che fosse. In effetti, sembrava che lo odiassero.
Daphne aveva portato il caffè, ed Hermione spostò da un lato tre tazze per riuscire a stendere la mappa sul tavolo, sporgendosi per mostrare lo schema a Malfoy. Malfoy assunse una posizione simile sul lato opposto, sporgendosi verso il centro del tavolo e discutendo con lei sui confini del reparto mentre Tracey cercava disperatamente di stare il passo con gli appunti.
Anton aveva balbettato come un idiota sconvolto quando Malfoy gli aveva posto tre rapide domande e aveva poi lo rimproverato per la scarsa documentazione sul lato meridionale della palude. Tracey non era riuscita a trovare i registri della sua conversazione con il terzo proprietario della serra e aveva quasi pianto quando Malfoy aveva iniziato a urlare e l'aveva definita incompetente. Hermione aveva dovuto tirare fuori la sua documentazione dalla borsa per soddisfare le domande di Malfoy. Le ci volle tutta la propria forza interiore per non scaraventargli il documento in faccia, e invece lo sbattè con decisione sulla sua mano tesa con un forte tonfo. Lui l'aveva fissata con un'occhiataccia, ma alla fine avevano risolto il problema.
Quando raggiunsero un accordo su tutti i commenti, sia Hermione che Malfoy erano rimasti senza le giacche dell'abito, dopo averle tolte nel fervore della battaglia per poter discutere meglio. Stavano entrambi sudando e si aggrappavano al tavolo così forte che le loro nocche erano bianche. Il viso di Hermione era arrossato, le gambe le tremavano e ansimava per le urla. Sapeva che Malfoy potesse vederlo, e si chiese se stesse pensando a quanto era successo tre uffici più in là il giorno prima.
Sapevano entrambi che avevano dovuto nascondere i lividi e i segni dei morsi sotto degli incantesimi. Malfoy sapeva che le sue gambe tremanti non erano dovute alla rabbia; era dovuto allo sforzo del giorno prima, quando avevano scopato contro un muro. Proprio come lei sapeva che la sua camicia bianca a collo alto fosse stata accuratamente selezionata per nascondere i segni sul collo, quelli che l'incantesimo non aveva coperto del tutto. Proprio come lei aveva scelto di indossare una bella sciarpa autunnale per nascondere i suoi.
Ma nessuno dei due disse niente.
Hermione sapeva che fosse deluso dal fatto che lei era tornata al lavoro. Poteva sentirlo, proprio come sapeva che Malfoy non sopportava come lei si stesse comportando normalmente e non facesse un solo accenno all'accaduto.
Lui voleva che lei si rompesse per prima.
Lei si stava rifiutando.
Aspetterai a lungo, pensò sorridendo quando Malfoy alla fine accettò i confini del reparto, a condizione che lei acconsentisse alle sue modifiche all'etichettatura. Gli occhi di lei si strinsero e il suo sorriso si fece più profondo, potendo sentire lo sguardo di lui bruciarle dentro.
Era incazzato.
Quando l'incontro finalmente giunse al termine, Malfoy lasciò la stanza e Anton e Tracey emisero entrambi dei sospiri udibili prima di sprofondare nelle loro sedie. Anton abbassò la testa contro il grande tavolo, ed entrambe le sue braccia si afflosciarono. Rimasero seduti in silenzio per diversi lunghi minuti prima che entrambi si alzassero sulle gambe tremanti e aiutassero Hermione a raccogliere le carte dal tavolo.
Hermione non si preoccupò di commentare il fatto che le mani di Tracey tremassero mentre raccoglieva i suoi documenti. Né fece notare ad Anton di avere il broncio come un cane al quale era stato detto: "cattivo". Forse era senza cuore, ma non si sentiva male per loro. Sapeva che Malfoy li avesse aggrediti più di quanto facesse di solito con le altre persone perchè c'era anche Hermione nella stanza e lui era furioso, ma lei riteneva che questo fosse un bene per loro. Ne avevano bisogno. Era solo un assaggio dell'inferno che lei aveva sopportato ogni giorno in cui aveva avuto a che fare con Malfoy, e forse li avrebbe aiutati a capire che il loro contributo era davvero importante, che avevano bisogno di darsi da fare.
La seguirono silenziosamente lungo il corridoio fino agli ascensori, con l'aria esausta. Fu solo quando la porta dell'ascensore si aprì al secondo livello che Tracey le chiese a bassa voce se lavorare con Malfoy fosse così "ogni volta". Hermione semplicemente fissò la ragazza, inarcando la fronte e poi disse: "Sì, ogni volta. Che cosa? Non l'hai trovato divertente?"
Forse era stato un colpo basso, ma era difficile fregarsene. Affrontare la tempesta di merda che era stata la sua vita non le lasciava spazio per compatire le persone che l'avevano aiutata a scavare la fossa in cui era precipitata. Tracey era sembrata ferita dalle sue parole, ma invece di lamentarsi, fare un'osservazione beffarda o difendersi, annuì soltanto, promettendo di completare le revisioni delle appendici entro le 15, poi si ritirò alla sua scrivania. Anton l'aveva solo guardata; la sua espressione era strana, e se Hermione non l'avesse saputo avrebbe pensato che lui la rispettasse.
Nonostante tutto, era contenta. Stanca ed esausta, si sentiva come se avesse corso una cazzo di maratona, sì, ma ce l'avevano fatta. La proposta era andata in porto; doveva semplicemente venire aggiornata e assemblata.
Trascorse il resto della giornata rinchiusa nel suo ufficio, lavorando alla proposta principale e completando le modifiche. Tracey, fedele alla sua promessa, lasciò cadere le appendici modificate e si rifiutò di lasciare l'ufficio di Hermione finché non avesse confermato che ci fosse tutto. Anton le portò un caffè alle 15:30 e si offrì di aiutarla a finire gli aggiornamenti agli incantesimi di reparto mentre Tracey completava un primo esame di passaggio sulle modifiche apportate da Hermione. Alle 18 erano tutti pronti per tornare a casa, e Hermione aveva un primo passaggio della bozza finale nella sua borsa, dopo aver ricontrollato tre volte con loro due di avere davvero tutto.
L'avrebbe rivisto sabato mattina e avrebbe ricontrollato i suoi appunti per assicurarsi che tutti i commenti di Malfoy fossero stati presi in considerazione. La proposta sarebbe andata a Tracey lunedì mattina per la formattazione e Hermione avrebbe ricontrollato tutto ancora lunedì pomeriggio. Martedì mattina avevano in programma di rivederlo un'ultima volta come gruppo e infine, incredibilmente, entro pranzo la proposta sarebbe stata pronta per essere firmata da Malfoy.
Sarebbe davvero riuscita a dormire nel fine settimana e l'indomani poteva partecipare al compleanno di Angelina.
Sembrava surreale.
Hermione emise un profondo sospiro mentre appoggiava la testa contro il muro dell'ascensore. Il suo zaino le pesava sulle spalle. Non vedeva l'ora di tornare a casa, togliersi gli incantesimi, farsi una doccia e andare a letto.
In qualche modo, nonostante fosse stata la settimana più incasinata della sua vita, le cose si stavano rimettendo a posto.
-xx-
"Hermione, sei venuta!" Lo strillo di eccitazione di Angelina fece piegare le labbra di Hermione in un sorriso.
La ragazza era sempre stata gentile con lei, ma da quando era rimasta incinta era diventata ancora più espansiva e aveva stretto Hermione in un forte abbraccio.
"Umpff." L'aria fu spremuta dai suoi polmoni quando il ventre rotondo della ragazza le colpì lo stomaco. "Certo che sono venuta, è il tuo compleanno!"
"Lo so, ma lavori sempre così tanto, e Ginny mi ha detto che questa settimana è stata particolarmente complicata per te, quindi non ero sicura che ce l'avresti fatta." Angelina si staccò e strinse entrambe le braccia di Hermione. "Sono davvero felice che tu ci sia riuscita, grazie per essere qui."
"Anche io sono felice." Hermione sorrise alla ragazza.
Lo era. Veramente.
Aveva bisogno di quella festa e si sentiva come se lo meritasse. Era tornata a casa dal lavoro il giorno prima alle 18:30, aveva ordinato cibo da asporto, aveva mangiato tutto ed era crollata prima delle 20:00. Sabato non si era svegliata prima delle 9 del mattino, passando mattina e pomeriggio a ricontrollare per bene la proposta e ad apportare alcune piccole revisioni. Così, quando si era fatta ora di prepararsi per la festa di compleanno, lo aveva fatto con entusiasmo.
Dopo una lunga doccia, si era messa i suoi migliori jeans attillati scuri, i tacchi e aveva tirato fuori il suo maglione preferito: una maglia grigia con la schiena aperta tenuta insieme in alto con una catena d'argento che penzolava lungo la spina dorsale. Non era mai stata grande nel mostrare molta pelle, ma le piaceva mostrare la schiena. Aveva anche usato il suo balsamo curativo più costoso per costringere i lividi dall'incontro con Malfoy a guarire e si era Materializzata alla festa con solo due incantesimi in attivo.
Si sentiva bene.
Si sentiva se stessa.
"Hai assaggiato la torta? Ho fatto promettere a George di non farci niente di strano."
"No, non ancora." Hermione sorrise, notando le persone alla loro destra che stavano aspettando di parlare con la festeggiata. "Ti lascio andare a salutare i tuoi ospiti e vado a prendere la torta."
"Bene." Angelina sorrise. "Oh, e vai a bere qualcosa! Io non posso, quindi devi farlo anche per me. Te lo meriti!"
Hermione sorrise di nuovo e guardò la donna estremamente incinta dirigersi verso gli invitati che erano appena arrivati al Paiolo Magico e che stavano aspettando di salutarla. Si diresse verso il lato sinistro della stanza, salutando le persone che conosceva e fermandosi a chiacchierare con George vicino al tavolo della torta. Ne ha mangiato un pezzo; pur sapendo che fosse rischioso: promessa o non promessa, George non aveva mai rinunciato all'opportunità di uno scherzo. Poi ha parlato con Neville e sua moglie. Avevano assunto qualcuno per dirigere il loro pub quella sera in modo da poter partecipare alla festa, e Neville le raccontò del nuovo giardino che aveva installato nel vecchio cortile vuoto. Era stato incantato proteggere le piante ed era protetto da una password: gliela rivelò.
Dopo avere chiacchierato con Neville, era stata invitata da Ron a incontrare sua moglie. Ha seguito lo stesso schema di sempre. Lei e la moglie di Ron si fissavano a disagio mentre Ron continuava a blaterare su come lavorasse troppo e su quanto dovesse sentirsi sola. La invitò a cena. Andare a trovare i bambini sarebbe stato un bene per lei, e le disse che aveva bisogno di prendersi più cura di se stessa.
Proprio quando Hermione pensava che potesse davvero perdere la testa e maledire il ragazzo, Ginny intervenne in suo soccorso.
"Hermione! Oh, grazie al cielo, ascolta, Harry ha bisogno di parlarti della clausola 91-CB della legge sulla protezione. È coinvolto in un caso di creature di contrabbando... scusa, Ron! Stava dicendo che nel caso in cui gli animali fossero..." Ginny si guardò rapidamente alle spalle per constatare che Ron stesse ora litigando con la moglie, probabilmente a causa di Hermione, ma che non le stava più guardando. Poi portò Hermione attorno a un tavolo piuttosto affollato e fuori dalla vista. "Pensavo che avessi bisogno di essere salvata."
La rossa le fece l'occhiolino e bevve un sorso dal suo bicchiere di vino.
"Oh mio Dio, Ginny, grazie. Sei il mio cavaliere bianco." Hermione strinse la ragazza in uno stretto abbraccio e poi fece un passo indietro. "A proposito, per il futuro, la legge sulla protezione arriva solo alla clausola 87."
"Giusto, lo terrò a mente, ma in qualche modo dubito che Ron lo sappia." Ginny rise, ma le rivolse un sorriso genuino. "Hermione, sono così felice che tu sia venuta. Sei riuscita a portare a termine quella proposta, vero?"
"Sì, in realtà, volevo ringraziarti. Il tuo consiglio è stato davvero prezioso. Ho costretto tutti a riunirci venerdì e in qualche modo siamo riusciti a farcela." Hermione le sorrise. "Quindi, grazie per questo. La proposta è finita e io stanotte potrò dormire un po'."
"Bene! Ma prima di dormire, stasera puoi divertirti! Ugh, sono così felice che tu – oh merda – GEORGE! Dannazione, ha rovinato un lato della torta." Disse Ginny mentre allungava il collo per guardare una persona vicino al tavolo che stava diventando viola mentre le scintille uscivano dalla sommità della testa come una scintilla.
"Aspetta, da che parte?! L'ho mangiata anch'io!" Disse Hermione, il panico che le cresceva nello stomaco. Non voleva passare la sua serata libera trasformata in una scintilla umana.
"Hai mangiato la torta?! Dannazione, Hermione, cosa c'è che non va in te? Da quanto tempo fai parte della nostra famiglia? Era la parte destra, comunque... cazzo, ok, devo andare da Harry."
"Oh, grazie Merlino. Ok, sto bene, mi ha dato un pezzo da sinistra". Hermione si premette la mano sul petto ed emise un sospiro.
"Ho sempre saputo che gli piacevi di più. Vai a bere qualcosa, ci rivediamo più tardi. Devo picchiarlo a sangue e prendere l'antidoto prima che qualcosa vada a fuoco." Ginny rivolse a Hermione uno sguardo di scusa e sfrecciò verso la scena caotica davanti al tavolo della torta.
Dando un'ultima occhiata all'uomo scintilla, Hermione scosse la testa e si voltò verso il bar, facendosi strada tra la folla di persone che stavano guardando il caos svolgersi. Si infilò tra due sgabelli occupati e ordinò un bel bicchiere di brandy, non proprio buono come quello del Banchetto Annuale del Rimedio, ma comunque accettabile. Bevendo un lungo sorso, sorrise, tirò un profondo sospiro di sollievo e si voltò a guardare il trambusto: quasi si scontrò con un uomo alto e ben vestito.
"Forse dovresti astenerti dal bere, Granger, perché sembra che tu non sia capace di farlo senza inciampare ubriaca negli altri ospiti."
Gli occhi di Hermione si strinsero e fissò Malfoy. "Non sono ubriaca. L'ho appena preso e non l'ho ancora fatto cadere."
Poteva sentire la sua Occlusione scivolare via mentre i ricordi del loro incontro iniziavano a riversarsi nel suo cervello.
No non ora! Non adesso! Non osare reagire, cazzo, mantieni la tua faccia calma, dannazione! pensò disperatamente.
"Non ancora. Sono sicuro che è solo questione di tempo prima che tu lo faccia e rovini la serata di qualcuno." Malfoy le sogghignò, anche se non era stato del tutto capace di nascondere la sua sorpresa nel vederla. Sembrava più agitato del solito, la scrutava attentamente e il suo atteggiamento freddo sembrava scivolare via.
"Forse tu dovresti bere qualcosa. Potrebbe aiutarti a tirare fuori quel bastone dal culo. E non osare nemmeno pensare di rubare il mio drink!" Hermione scattò verso di lui, indietreggiando verso sinistra e allontanandosi dalla festa per guadagnare più distanza quando gli occhi di lui si erano lanciati sul drink che aveva in mano. "Questo è mio, sono sicura che tu puoi permetterti di comprarne uno tuo."
"A differenza di te, io non affogo i miei problemi nell'alcol." Rispose cupamente, gli occhi che guizzavano tra il suo bicchiere e il suo viso.
"Sei proprio uno stronzo!" Gli sputò lei addosso, anche se con il trambusto vicino al tavolo della torta non importava cosa avesse detto o quanto lo avesse detto ad alta voce. Nessuno stava ascoltando, il che era positivo, perché il suo autocontrollo stava scivolando. "Non sto affogando i miei problemi, cazzo. Sto celebrando il fatto che oggi ho portato a termine la proposta, e che per una volta ho davvero una maledetta serata libera! A differenza di te, io mi sto divertendo."
Lei unì un sorriso alle sue ultime parole e prontamente girò sui tacchi.
Nonostante l'aspetto freddo e composto che riuscì in qualche modo a tenersi sulla faccia, vedere di nuovo Malfoy le aveva fatto formare un nodo allo stomaco. E all'istante, il suo desiderio di socializzare e di essere allegra era scomparso. I suoi muri di Occlusione erano crollati. Le sue emozioni imperversavano; i ricordi della sensazione delle sue mani sul suo corpo premevano in primo piano nella sua mente.
Lottò contro un brivido che minacciava di scorrerle lungo la schiena quando ricordò la sensazione di lui che si spingeva dentro di lei.
Aveva bisogno di stare da sola. Aveva bisogno di aria e spazio per poter respirare, bere il suo brandy e continuare a mantenere l'Occlusione. Non si era aspettata di trovarlo lì. Non sapeva che fosse stato invitato, e questo l'aveva completamente sbalordita, sconvolta fino in fondo. Si era preparata a incontrarlo venerdì, era pronta, ma non era attrezzata ad affrontarlo in quel momento.
Senza soffermarsi a pensare molto a dove stesse andando, si diresse verso il retro del bar, attraverso lo stretto corridoio, e uscì nel cortile aperto usando la password che le aveva dato Neville. L'aria era fresca e frizzante. Odorava di autunno, e il leggero accenno di mille piante e spezie diverse le riempì il naso. Facendo un passo avanti attraverso l'acciottolato, si precipitò lungo la fila di piante e colonne dall'aspetto particolare e sentì il suo cuore frenare un po'.
Neville aveva un talento eccezionale in Erbologia. Il posto era pieno di fiori e piante verdi dall'aspetto erbaceo. Fece un respiro profondo e ignorò il leggero tremore delle sue gambe ad ogni passo.
Respira. Rilassati. Bloccalo. Bloccalo.
Arrivò in fondo, vicino a una grande colonna, e bevve un altro sorso del suo drink, posandolo poi sul bordo del muro in pietra del giardino. A un tratto si sentì circondare da una barriera familiare. Il suo corpo si tese e la voce di lui risuonò nella notte direttamente alla sua sinistra.
"Che cazzo hai che non va, Granger? Giovedì ti ho scopato contro il muro di un ufficio e ora ti comporti come se nulla fosse successo. Quanto cazzo sei scollegata? Senti più niente?"
Hermione si voltò e vide Malfoy in piedi a solo un metro di distanza da lei. Non l'aveva sentito seguirla, e ora le stava bloccando l'uscita, in piedi davanti alla colonna. Hermione si trovava in fondo alla fila senza un posto dove andare; dietro di lei, solo il muro di mattoni.
Sembrava livido.
Gli ultimi resti del suo atteggiamento freddo dall'interno del bar erano andati in frantumi e i suoi occhi erano penetrati in lei. Rapidamente, Hermione si chiese come diavolo fosse riuscito ad entrare nel giardino, ma si rese subito conto che Neville doveva avergli dato la password. Del perché, non ne aveva idea.
Altre immagini di lui che spingeva sul suo corpo le riempivano la mente e lei rabbrividì quando si ricordò delle sue labbra sulla sua pelle. Era fottuta. Non c'era modo ormai di reprimere ogni cosa e tornare a fingere che non fosse successo niente. Stava uscendo tutto fuori e lei poteva sentire la rabbia aumentare mentre le sue parole le ronzavano nella testa.
Come cazzo osa! Pensò. Io mi sono comportata come se non fosse successo niente?! Neanche lui ha detto niente!
La sua mascella si strinse mentre lo fissava.
Era come se l'unico scopo di quest'uomo nella vita fosse renderla infelice.
Cosa diavolo voleva? Era arrabbiato perché non si era licenziata? Era arrabbiato perché avevano scopato? Si aspettava che lei piagnucolasse?
Perché non poteva lasciarla vivere in pace, fingere che non fosse successo niente e andare avanti con le loro vite? Era come se fosse determinato a rovinare qualsiasi briciolo di speranza o di felicità che lei avesse.
Le sue mani si serrarono in pugni stretti mentre i pensieri le giravano intorno alla testa.
Poi scattò.
"Mi stai prendendo in giro?! Tu non hai detto un cazzo! Sei stato seduto lì tutto il giorno e non hai detto una sola cazzo di parola! Cos'è che vuoi, Malfoy? Vuoi che esploda? Vuoi che urli?! Ti urlo addosso già ogni volta che ti vedo, quanta reazione in più vuoi?! Forse non ho detto niente perché faccio fatica ad accettare il fatto che ti ho lasciato scoparmi. Tu! Il ragazzo che è rimasto a guardare mentre venivo torturato sul pavimento del suo fottuto salotto, il ragazzo che mi ha tormentato a scuola e che ha reso il mio lavoro e la mia vita un vero inferno!" Urlò Hermione, avvicinandosi a lui e spintonandolo.
Fu sorpresa di vederlo inciampare all'indietro e colpire la colonna alle sue spalle. In qualche modo, questo la fece infuriare ancora di più, e si sentì furiosa.
Qual era il suo problema? Avevano scopato e ora lui si lasciava spintonare e basta? Aveva paura di interagire con lei, di toccarla di nuovo?
Merlino, lo odiava da impazzire.
Aveva rovinato tutto.
Lei gli ringhiò addosso e colmò il divario tra loro, afferrandolo per la maglia e spingendolo ancora una volta contro la colonna. Al duro impatto, le mani di lui si alzarono per afferrarle i polsi, poi la fece girare su se stessa e la spinse con forza contro la fredda superficie della colonna di mattoni.
"Lasciami i polsi, Malfoy!" Urlò, scuotendo le mani e guardandolo torvo.
Chiaramente, si era sbagliata sul non toccare e non reagire, perché lui la stava fissando con un odio ardente che le suggeriva che sarebbe stato più che felice di affrontarla.
"Finalmente, cazzo! " Urlò Malfoy, combattendo contro i suoi tentativi di staccarsi. "Quindi riesci ancora comportarti come un vero essere umano. Pensavo non eri altro che il guscio freddo e vuoto di una persona incapace di provare emozioni!"
"Fottiti!" Sputò lei, barcollando forte contro la sua presa.
"L'hai già fatto!" Sogghignò, sbattendola forte contro la colonna ancora una volta e avvicinandosi di più. "Qual è il problema, Granger, hai paura di ammettere che ti è piaciuto? Ti vergogni di essere stata scopata da un bastardo purosangue? Hai paura che Potter e i tuoi Weasley ti scoprano e ti rinneghino?"
"Non proiettare le tue insicurezze su di me, Malfoy." Ribollò Hermione, lottando nella sua presa. Era profondamente consapevole del fatto che i loro corpi fossero di nuovo incollati l'uno all'altro nella fredda aria notturna, e che il suo viso fosse a pochi centimetri dal suo. Ma lo usò a suo vantaggio e lo guardò torvo mentre la sua voce si riduceva a un sussurro nauseante al suo orecchio. "Vuoi che ti dica che me ne pento per stare meglio con te stesso? Vuoi che ti dica che l'ho iniziato io, così non devi fsre i conti col fatto di avermi trascinato in quell'ufficio? Dimmi: quanto ti fa male, Malfoy? Sapendo che la tua famiglia ti rinnegherebbe perché ti sei scopato una Sanguesporco?"
"Non dire quella parola," Ringhiò lui, immobile contro di lei, mentre le sue mani andarono a stringerle più forte i polsi. Il calore del suo corpo faceva ribollire anche lei.
"È brutto, vero?" Disse Hermione, la sua voce era un sussurro basso, e si rifiutò di distogliere lo sguardo dai suoi occhi. "Nega quanto vuoi, ma è quello che sono. Hai scopato una Sanguespo..."
"Non dirlo, cazzo!" Malfoy la sbatté di nuovo contro il muro e le bloccò le mani contro il mattone, facendo pressione col suo corpo per tenerla ferma. Malfoy si chinò verso il suo orecchio, e parlò con sussurro aspro e profondo. "Non – dire – quella – cazzo – di – parola – di nuovo. Non sai un cazzo di me. Fingi di essere andata avanti, come se avessi superato la guerra, come se avessi cancellato ogni cosa. Fingi di essere disposta ad accettare le persone e a dare loro una seconda possibilità, ma è una cazzata. Ti stai solo aggrappando al passato come un topo, e ogni scusa è buona per tirarlo fuori."
"Non è vero!" Rotolò il suo corpo contro di lui, cercando di spingerlo via, ma lui mosse la testa indietro solo di pochi centimetri in modo che potesse vedere la sua faccia. Sembrava livido, la sua faccia era arrossata e i suoi occhi bruciavano. "Non parlare come se mi conoscessi! Io non mi sto aggrappando a nulla!"
"La più grande fottuta bugia del secolo." Le sogghignò in faccia.
"Tu mi hai molestato dal primo momento in cui sei arrivato in ufficio. Non hai fatto altro che continuare la stessa merda che avevi iniziato a scuola! Quindi non osare dire, cazzo, che sono io a rivangare il passato a te, stronzo!
"Ho criticato il tuo lavoro e tu sei esplosa, cazzo!" Malfoy ribolliva. "Tutto quello che ti ho detto su quel rapporto era giusto. Potrebbe essere difficile per te crederlo, Granger, ma in realtà io non odio i Babbani!"
Lei sbuffò e lo fissò, la sua voce che grondava di sarcasmo. "Quindi sono solo io? Non ha niente a che fare con la mia natura di Nata Babbana, mi odi e basta?"
"Cazzo, quanto sei stupida. Non ti odio perché sei una Nata Babbana!" Sembrava angosciato, come se non potesse gestire la rabbia che stava montando in lui. La sua voce era diventata ruvida, e ringhiò le sue parole successive a un centimetro dal suo viso. "Ti odio perché mi fai impazzire! Sei fastidioso, complicata, irrazionale, diretta, non hai buone maniere e non sei capace di accettare delle critiche senza convincerti che si tratti di un fottuto attacco personale! Sei agitata, piena di rabbia, irragionevole e impossibile da affrontare! Sei la persona più esigente ed estenuante che sia mai nata su questo pianeta dimenticato da Dio, e sei sempre così fottutamente sicura di te stessa e così fottutamente fiduciosa nella tua genialità che non pensi mai che potresti sbagliarti!"
Quando la baciò, le sue labbra bruciavano come fuoco.
Questa volta era inconfondibile: l'aveva iniziato lui.
Era abbastanza sicura essere stata lei a farlo nel suo ufficio, ma questa volta era partito del tutto da lui.
Era come se la odiasse così tanto da non riuscire più a tenerlo dentro, e l'odio era esploso in un'onda. La bocca di lei si aprì istintivamente e la sua lingua le inondò la bocca. Soffocava i suoi sensi. Aveva il sapore del paradiso. Lei gemette nella sua bocca mentre lui le prendeva il labbro tra il suo e lo succhiava.
Le faceva male, ma le piaceva. Lei lo desiderava. Sentì un'ondata di piacere scorrere attraverso il suo corpo mentre lui si premeva forte contro di lei e la presa sui suoi polsi si stringeva.
E, senza pensare, li ha smaterializzati nel suo appartamento.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top