11 - The Otter and The Dragon Part Three 🍋

Hermione vacillò: era rimasto in piedi a fissare la porta per decidere se entrare o meno?

Un unico, doloroso battito cardiaco passò tra loro mentre si fissavano l'un l'altro. L'espressione di Malfoy oscillava tra il sollievo, la sofferenza e l'incredulità.

Poi lei attraversò la porta e si schiantò contro le sue labbra. Impigliò una mano tra i suoi capelli, mentre con l'altra si aggrappava al suo collo. Le braccia di Malfoy la strinsero come un Tranello del Diavolo, poi le mani di lui furono ovunque. Sul corpo di Hermione, sotto la camicia, stringendola come se lei fosse l'ossigeno e lui stesse affogando.

Lei gemette nella sua bocca, incontrando la sua lingua e succhiando il suo labbro fino a quando quel profondo e familiare gemito sgorgò dalla bocca di Malfoy. Le sue mani le accarezzarono la schiena, poi la sollevò da terra. Lei gli avvolse le gambe intorno ai fianchi, e lui la trasportò con facilità in camera da letto, la depose sulla superficie e si distese sopra di lei - senza lasciare mai le sue labbra, consumandola disperatamente.

Hermione accarezzò il suo corpo fino alla cintura, ansimando sotto di lui mentre il calore andava a concentrarsi nel suo centro. Lei gli strappò i bottoni della camicia mentre lui si tirava via la cravatta e si tolse i pantaloni.

La sua pelle era in fiamme.

Lei fece scivolare le dita sulla superficie dura dei suoi addominali mentre cercava disperatamente di avvicinarlo. Gemette quando lui premette il suo pene contro di lei e pianse quando le sue labbra si mossero giù dal suo viso verso il collo. Era come nessun altro contatto che avesse mai avuto, e il piacere le attraversò la spina dorsale.

Sentì le sue mani muoversi verso i suoi pantaloncini, e lei sollevò i fianchi così da farli scivolare giù insieme alle mutandine.

Lo baciò così profondamente che non riusciva a respirare. Ogni mossa era urgente, ogni tocco caldo e desideroso - come se non avessero abbastanza l'uno dell'altro, come se lui fosse una droga e lei ne fosse dipendente.

Draco non era mai abbastanza vicino.

Hermione voleva sprofondare in lui.

Arcuò la schiena di piacere quando le sue dita scivolarono dentro di lei, premendo contro l'insieme di nervi morbidi, e gemette mentre lui l'accarezzava, sfregando i fianchi contro la sua mano mentre la tensione nel suo centro cresceva.

Voleva di più.

Aveva bisogno di sentire di più.

Il suo pollice le circondò il clitoride, e lei afferrò saldamente la sua camicia aperta, tirandola per portarlo ancora più vicino. Mosse le sue labbra giù fino al collo, succhiando l'attaccatura della sua spalla mentre lui gemeva. Lei fece scivolare la sua mano tra loro e gli afferrò il pene con forza - era così dannatamente rigido che fremette di elettricità.

Dio, era così bagnata, lo voleva così tanto.

Afferrò il suo membro vellutato e già lubrificato, e sapeva che lui anche lui la voleva. Draco gemette contro il suo collo, e la voglia di Hermione esplose. Tracciò la lingua su per il collo fino all'orecchio, godendo del delizioso sapore di lui. Poi udì le parole che uscire senza controllo dalla propria bocca:

"Ti prego, scopami".

Sentì Draco tremare sopra di lei. Gemette e poi le sue labbra erano sulle sue, baciandola così intensamente che lei ne fu persa. Le sue dita scivolarono fuori e lei sentì il suo cazzo strisciare tra le sue pieghe viscide. Inclinò i fianchi per lui e gemette nella sua bocca mentre lui entrava dentro di lei.

Cazzo, era così grosso.

La sua mente si svuotò di piacere; il modo in cui lui si muoveva dentro di lei la faceva sentire completamente piena. Era stretto, creava dipendenza - era perfetto. Lo strinse saldamente, aggrappandosi alle sue spalle mentre lui la scopava profondamente, la sua mano che le afferrava saldamente l'anca mentre lei ruotava i suoi fianchi contro i suoi.

Con ogni spinta profonda, la spirale al suo centro cresceva. Stava colpendo il suo punto G e il suo clitoride esattamente come prima, ma in qualche modo era ancora meglio. Le spinte, lunghe e profonde, erano beatitudine e dolore.

Ansavano l'uno sull'altra, inspirando aria mentre cercavano di consumarsi l'un l'altro. Lei si arcava verso di lui, tracciando le dita lungo la sua schiena e intrecciandole nei suoi capelli - completamente consapevole che era Malfoy che la stava scopando - e volendolo.

Amandolo.

Avendone bisogno.

Questa volta la sua mente non era vuota. Il suo cervello funzionava perfettamente nonostante l'alcool che abbassava le sue inibizioni. Voleva essere qui. Voleva essere sotto di lui, e in qualche modo, ogni tocco e ogni sensazione che attraversava il suo corpo era ancora più deliziosamente esasperante.

Sentiva tutto, e non voleva che smettesse.

Sollevò i fianchi verso di lui finché il suo corpo non cominciò a tremare, e pensò che sarebbe andata in pezzi.

"Cazzo," ansimò mentre si inarcava indietro. "Oh cazzo - oh mio dio!"

Veniva forte, vedeva tutto bianco mentre la sua voce si bloccava e la sua bocca si spalancava. Un forte gemito rauco le sfuggì mentre lui la stringeva saldamente e continuava a muoversi dentro di lei. Onde di piacere si lavarono dal suo corpo mentre si tendeva e ansimava aria. Le sue braccia si irrigidirono intorno a lei, e gemette rumorosamente. Il suo corpo tremava, il suo orgasmo lo faceva tremare mentre grugniva e la teneva stretta. Lei girò i fianchi contro di lui nella beatitudine, prolungando il suo piacere fino a quando non collassò sopra di lei ansimando, il suo respiro fluttuando lungo la sua spalla. Tenne le braccia avvolte attorno a lui, e questa volta non lo respinse.

Sapeva che era lui.

Sapeva cosa aveva fatto - cosa avevano fatto.

Lottò contro il panico crescente che si irradiava al centro del suo petto, e si costrinse a tenere la mente aperta. Si costrinse a non nascondere le emozioni che la stavano attraversando. Giacque lì sotto di lui fino a quando il loro respiro si regolarizzò - fino a quando lui si mosse per primo.

Sentì i suoi muscoli tirarsi istintivamente, ma si costrinse a rimanere immobile mentre lui si appoggiava sul gomito e la guardava nella fioca luce.

I suoi capelli erano in disordine. La sua camicia aperta era piena di pieghe, ed entrambi erano annebbiati dalla lussuria e dall'alcol. Malfoy era dannatamente bello, e quel pensiero la colpì come un pugno nel petto. Lo fissò e deglutì. Non sapeva cosa fare. Non erano mai stati qui prima. Lei non lo aveva mai guardato mentre era dentro di lei, e non avevano mai fatto niente del genere.

Ancora non sapeva cosa volesse.

Aveva agito per impulso e dato libero sfogo al suo desiderio da ubriaca. Lo aveva voluto fisicamente, eppure non poteva negare che il suo rifiuto iniziale l'avesse ferita emotivamente. Non sapeva cosa che significato avesse tutto ciò, e di certo non aveva idea di cosa gli passasse per la mente.

Lui la guardò incuriosito, come confuso dal fatto che lei non fosse scappata. Poi, delicatamente, quasi esitante, portò la mano sul suo viso e fece scorrere il pollice sulla sua guancia. Lei deglutì, il suo corpo tremava per il suo tocco mentre i suoi occhi scendevano sul viso. Poi, lentamente, Malfoy portò le labbra alle sue e lei chiuse gli occhi.

La stava baciando.

Era cauto e lento, e lei si mosse contro le sue labbra delicatamente mentre il suo cuore le batteva nel petto come quello di un coniglio.

Quando si allontanò, respirarono nervosamente l'uno contro l'altro. Lei poteva vedere un flusso di emozioni iniziare a muoversi dietro i suoi occhi solitamente indifferenti o arrabbiati. Poi qualcosa che sembrava confuso - quasi angosciante - lo colpì, e con cura si estrasse da lei e rotolò alla sua destra.

Hermione si leccò le labbra.

Sapeva di lui.

Si costrinse a respirare.

Profumava di lui.

Era sopraffatta. Poteva sentire la sua mente ubriaca girare mentre il suo corpo continuava a tremare.

Deglutì a fatica, si tirò su con attenzione, indossò le mutandine e si appoggiò alla testiera del letto, ripulendo il suo corpo in silenzio. Era terrorizzata, ma non voleva andarsene - rifiutò di dimostrargli di avere ragione e di cadere sempre nelle stesse abitudini. Non voleva peggiorare le cose e impazzire. Voleva risolverle, ma non capiva lo sguardo che aveva visto nei suoi occhi.

Era contrariato?

Anche lui si era appoggiato alla testiera, in boxer e con la camicia stropicciata ancora appesa alle spalle.

"Perché non l'hai fatto?" domandò lei con voce bassa, i suoi occhi annebbiati si spostarono su di lui nervosamente.

Forse c'era una ragione per cui l'aveva respinta in un primo momento, e ora se ne pentiva.

"Perchè non ho fatto cosa?" chiese lui. La sua voce era stanca per ciò che avevano fatto, e il suo volto era arrossato quando si voltò a guardarla.

La tensione irrigidì Hermione prima di rispondere: "D-dopo che abbiamo ballato. Perchè non hai fatto niente?"

"Perchè non lo hai fatto tu?" Rispose, e la scrutò con attenzione.

"N-non lo so," rispose lei tranquillamente, sentendo il suo stomaco stringersi ancora.

Che cosa stava succedendo?

Perché la guardava così? Perché sembrava così arrabbiato?

Un lungo silenzio si allungò tra loro, lasciandola annaspare nel panico.

"Non so cosa vuoi," affermò Malfoy finalmente, ormai teso anche se il suo tono di voce restava tranquillo.

"Cosa?"

"In tutto questo," la interruppe, e i suoi occhi annebbiati si indurirono mentre la guardava. "Tu occludi tutto, e io non..."

Malfoy si fermò, e la sua mandibola si serrò mentre la guardava.

Anche lei lo fissò.

Sentiva il petto stringersi mentre l'aria intorno a loro diventava pesante. Voleva scappare.

"Tu non?" si costrinse a chiedere, mentre cercava di mantenere la sua voce a livello, anche se dentro si sentiva morire.

Nervosamente, Hermione si passò le dita tra i capelli, appoggiò il gomito sul ginocchio che aveva tirato verso il petto e poggiò anche la testa alla mano. Stava combattendo contro ogni istinto, ed era più difficile di quanto avesse mai creduto possibile. Poteva sentire la tensione salire lungo il collo mentre torceva i capelli con più forza.

Non si accorse che la manica larga del suo vestito si era scivolata giù dal braccio -- almeno non fino a quando gli occhi di Malfoy non caddero su di essa, e tutto il suo corpo si bloccò. Smise di respirare, in volto una strana espressione.

Confusa, Hermione si voltò a guardare. Poi, anche lei si bloccò. Non riusciva a respirare.

I suoi occhi si dilatarono, e rapidamente cercò di coprire il suo braccio per nascondere le orribili lettere, ma Malfoy fu più veloce. Le afferrò il suo polso, girando il suo avambraccio mentre una fiamma di rabbia gli investiva il volto.

"Malfoy, fermo!"

Cercò di liberare il braccio dalla sua presa, ma lui vinse facilmente i suoi sforzi. Si spostò in ginocchio con una gamba tra quelle di lei, le tirò il braccio rimosse l'intera manica con un solo movimento.

Hermione sentì i polmoni contrarsi mentre la sua mano tremante sfiorava le lettere.

Lui non aveva mai visto questa cicatrice.

Certo, forse sapeva che l'aveva, ma non l'aveva mai vista prima. Non aveva mai visto quanto fosse orribile. Probabilmente non sapeva quanto fossero profonde le lettere incise o quanto sembrassero rosse e arrabbiate, perché lei le nascondeva.

Sempre.

Costantemente.

Non aveva mai lasciato che qualcuno lo vedesse, e lui era probabilmente l'ultima persona al mondo a cui avrebbe voluto mostrarle.

"FERMO! Malfoy - FERMO!" La sua voce stava diventando un urlo disperato. "NON VOGLIO CHE LO VEDI!"

"HO VISTO QUANDO TI È STATO FATTO!" Urlò lui con la voce spezzata dall'ira mentre continuava a stringerle il polso.

Gli occhi di Hermione si dilatarono di orrore mentre la sua mano sinistra tremante si spostava dalle lettere sul suo avambraccio al colletto della sua camicia larga.

Stava per vomitare.

Gli afferrò il polso, ma non poteva impedirgli di tirare giù il tessuto che le copriva il collo e mettere in mostra la linea rossa e dentata alla base del collo dove sua zia l'aveva tagliata.

Lei si immobilizzò.

Il suo corpo si irrigidì, se non per il brivido che attraversò il suo collo quando il pollice di lui le toccò la pelle e i suoi occhi si bloccarono sul suo viso. Riuscì a vedere il dolore che gli si insinuava negli occhi mentre guardava il segno, prima che Malfoy incrociasse il suo sguardo con rabbia.

"Hai dimenticato che sono rimasto lì, A GUARDARTI mentre gridavi sul mio fottuto pavimento? Hai dimenticato che non ho fatto NIENTE?!" Le tirò il braccio in avanti; la sua voce furibonda esprimeva disgusto. "Questo è quello che non capisco! Come puoi lasciare che io ti tocchi?!"

La rabbia eruppe dal petto di lei, e si sporse contro di lui.

"LO SO COS'È SUCCESSO, CAZZO! ERO LÌ ANCH'IO!"

"Eppure mi hai permesso di scoparti!" La sua espressione si contorse di sofferenza. "Che cazzo, Granger?"

"Cosa vuoi che ti dica, Malfoy?! Che mi sono pentita di averti scopato? Ti ho già detto che non lo sono!" gridò lei, stringendo il suo braccio così forte che le unghie si conficcarono nella sua pelle. "Perché sei così arrabbiato?! Ti penti di averlo fatto - sei arrabbiato perchè abbiamo fatto sesso?!"

"Sono arrabbiato perché sono rimasto lì!" urlò lui, stringendo il polso della sua mano sinistra. "Come puoi sopportare di avermi intorno - lasciarmi scopare con te? Cosa pensavi, Granger? Lo hai infilato nella scatola e l'hai dimenticato, ed è per questo che non ti importa?!"

Hermione si bloccò.

E il suo corpo si raffreddò di una rabbia così profonda che si sentiva come se fosse stata gettata nel ghiaccio. Ritirò la sua mano dalla sua presa e lo spinse via più forte di quanto avesse mai fatto in vita sua. Le sue mani colpirono il suo petto, emettendo un suono sordo che echeggiò nella stanza - l'impatto così forte che certamente gli avrebbe lasciato un livido profondo.

"È questo che pensi di me?" disse cupamente, la sua voce bassa e tremante mentre si inginocchiava sul letto di fronte a lui e il suo corpo tremava di rabbia. Lui cadde indietro sui suoi gomiti e le lanciò uno sguardo di sfida. "Pensi che abbia represso il fatto che eri lì quella notte - che l'unica ragione per cui sarei andata a letto con te è perché ho eliminato tutte le emozioni del passato che riguardano te?"

Malfoy non disse niente. Si alzò dal letto e continuò a fulminarla con lo sguardo.

"Bene, NON L'HO FATTO!" gridò lei, la sua voce così forte che lo fece sobbalzare. "L'unica cosa che ho eliminato di quella notte è stato il DOLORE! Come puoi pensarlo?! Non ho MAI cancellato il fatto che eri lì o le mie emozioni per te quando eravamo in guerra!"

"Cosa?!" Il suo volto si contorse in confusione. "Allora perché mi hai lasciato-"

"NON LO SO!" gli urlò contro, le pugni chiusi stretti ai suoi lati. "Non stavo pensando la prima volta che è successo. Non ho nemmeno capito cosa stava succedendo - è successo e basta! Ma cazzo, Malfoy - non ti biasimo per quello che è successo durante la guerra - e non ha niente a che fare con la mia fottuta Occlumanzia! Ti ho perdonato tutte le stronzate successe a Hogwarts e in guerra ANNI fa!"

"Cosa hai detto?" La sua voce uscì rauca, anche se non era stato lui a urlare.

"Ti ho perdonato anni fa", ansimò lei, la sua voce tesa e tesa. La sua mente era piena di emozioni, ma in qualche modo, nonostante le urla, le spintonate, il caos e la rabbia, improvvisamente si sentiva come se qualcosa stesse iniziando ad avere un senso. "Non ti ho MAI odiato per quello che è successo nel passato - ti odiavo perché ti comportavi come un coglione quando abbiamo iniziato a lavorare insieme. Non ho mai bloccato le mie emozioni per te, non fino al giorno in cui abbiamo fatto sesso - e l'ho fatto solo perché non riuscivo a capire cosa fosse successo e avevo bisogno di lavorare con te! Ma QUESTO è la PRIMA cosa che ho sistemato la scorsa settimana svuotando una scatola!"

La sua testa tremava mentre la guardava, come se non credesse a ciò che stava dicendo. Le orecchie le ronzavano per le urla precedenti e la sua mente sembrava un disastro totale. Respirò profondamente, forzando la voce a diventare più bassa e arretrando sui suoi talloni.

"Volevo ricominciare," disse più quietamente. "Quando sono venuta nel tuo ufficio per darti quella prima cartella, speravo che saremmo riusciti a lavorare insieme."

"Perché cazzo mi hai perdonato?" sussurrò quasi, la sua voce sembrava spezzata. "Ti ho tormentato - ti ho trattato come una merda, e non ho fatto nulla mentre la mia zia demente ti faceva a pezzi sul mio pavimento".

Hermione strinse le labbra, la sua fronte si corrugò.

"Eri solo un ragazzino, Malfoy - un ragazzino maledetto. Non c'era niente che potessi fare."

Lui serrò la mascella. "C'era molto che potevo fare".

"Molte persone avrebbero potuto fare molte cose in modo diverso, ma la guerra non è così semplice. Se avessi detto qualcosa quella notte, saresti stato sul pavimento accanto a me", disse Hermione lentamente. Non riusciva a smettere di guardare l'espressione sul suo viso. Era come niente di ciò che avesse mai visto prima. Aveva l'aria ferita. Spezzata. Era come se potesse vedere anni di rimpianto sparse in ogni centimetro di lui. "Non sono un'idiota, Malfoy. Allora, sapevo come funzionavano le cose in quel giro. I Mangiamorte non hanno esitato a torturare i propri compagni, quindi non mi aspettavo che tu intervenissi. Non mi aspettavo che mentissi per noi. Siamo stati fottuti dal momento in cui siamo stati catturati. Se avessi detto qualcosa, non sarebbe cambiato niente. Non ti biasimo per quello che è successo. Non era colpa tua - stavi solo cercando di mantenere in vita la tua famiglia."

Malfoy trasalì, la sua bocca si strinse in una riga cupa. "Sì, ok - come se lo meritassero."

Hermione sentì la sua faccia vacillare mentre un improvviso pensiero le balzò alla mente, e lei si increspò, la sua voce vacillante. "Quando - quando sono venuta nel tuo ufficio quel giorno. Eri ancora convinto che ti odiassi per quello che è successo?"

La mascella di Malfoy si contrasse, e guardò lontano. Poteva vedere il suo corpo diventare teso.

"È per questo che hai scritto quei commenti orribili?"

"Il contenuto di quei commenti era valido," disse Malfoy stringendo la mascella, ma si incontrò ancora una volta con il suo sguardo.

"Sì", disse Hermione con irritazione. Si sforzò contro i suoi istinti naturali di schiaffeggiarlo e si costrinse a respirare. "Ma li hai scritti come un coglione. Lo hai fatto perché eri arrabbiato - perché pensavi che ti odiassi ancora?"

"È stato un errore stupido", disse lui rigidamente, serrando la mascella con forza. Sembrava stesse combattendo la sua rabbia e la confusione. Non sapeva cosa stesse accadendo nella sua testa, ma il suo conflitto interiore era ovvio. "C'erano altre cose che stavano accadendo quel giorno. Ero appena uscito da un'altra riunione e già ero irritato prima che tu entrassi nel mio ufficio. Ho usato il tuo rapporto come sfogo, non avrei dovuto farlo, ma era una proposta di merda, Granger. Non ho saputo cosa stesse accadendo nel tuo dipartimento fino a più tardi. Non ho realizzato che il tuo capo ti stava umiliando, ma tu hai presunto che io ti odiassi ancora e non hai esitato a scatenare la tua ira su di me.

Quindi ho pensato di avere ragione. Pensavo che tu mi odiassi ancora per tutto, il che è giusto, e poi sono stato un coglione perché eri amareggiato - perché sapevo di meritarmelo." I suoi occhi si strinsero di più, il dolore si irradiò da essi come pura agonia. "Perché ogni volta che ti ho visto - ogni volta che ti vedo - vedo i miei più grandi fallimenti. Come un costante promemoria di tutti i miei peggiori errori - un promemoria che ho gestito in modo innegabilmente scadente, ma che meritavo! Perché so che non c'è NULLA che possa fare per eliminare ciò che ti ho fatto, Granger!"

Il silenzio cupo risuonò tra di loro mentre i suoi occhi scendevano verso le sue ginocchia.

La sua presunzione non era del tutto sbagliata. Il tentativo di Hermione di voltare pagina con lui era stato poco convinto. Aveva pensato di essere andata avanti, di avere superato tutto, ma chiaramente non era così. Aveva avuto ragione quando erano nell'orto di Neville la scorsa precedente - portava con sé dei bagagli. Si era chiusa emotivamente e si era dissociata dalle situazioni difficili, senza elaborare completamente il trauma di ciò che era successo in quegli anni fa e poi era tornata alle vecchie supposizioni perché era più facile.

Aveva perdonato Malfoy per ciò che era successo in passato - per tutto, perché voleva andare avanti - ma non aveva fatto nulla per cambiare la sua percezione di lui e poco per cambiare il suo comportamento nei suoi confronti. Quindi il suo perdono non era stato evidente, e dubitava che lui le avrebbe creduto comunque. Non si era preoccupata di conoscerlo. Non aveva mai provato a conversare con lui. Non sapeva chi fosse veramente. Eppure assumeva che conoscesse le sue motivazioni e i suoi obiettivi, basati su informazioni superate. Presumeva che odiava ancora i babbani e che si considerava migliore degli altri.

Era caduta di nuovo nelle sue vecchie abitudini, i suoi vecchi comportamenti, e aveva prontamente battibeccato con lui proprio come Ginny aveva detto. Aveva presunto il peggio di lui, poi gli aveva permesso di essere lo sfogo di tutta la sua rabbia e frustrazione perché era facile e lui era il bersaglio perfetto. Perché era più facile che affrontare i veri problemi, come il suo abuso dell'occlumanzia o il fatto che il suo dipartimento fosse completamente disfunzionale e in macerie.

Entrambi avevano operato con la presunzione che l'altro li odiava ancora intensamente, avevano reagito con rabbia, e poi sorpresa-sorpresa - si erano ritrovati a odiarsi di nuovo perché erano entrambi così naturalmente testardi, determinati e implacabili a lavoro.

Non aveva lasciato andare la guerra in alcun modo.

Non aveva mollato niente, ma si era convinta di averlo fatto perché era più facile che farlo davvero.

"Mi dispiace", sussurrò, i suoi occhi scorrendo di nuovo su di lui.

"Non esserlo", disse, la voce serrata.

La fissò, i suoi occhi irradiavano dolore dalle sue parole. Poi il suo viso si contorse di dolore, e i suoi muscoli si contrassero con tensione appena contenuta.

"Meriteresti di meglio", sussurrò lui, la sua voce bassa spezzata mentre la guardava. Poteva vederlo stringere il piumino su entrambi i lati con forza. "Non merito te. Questo. Tutto questo. Io - non avremmo dovuto - non avrei mai dovuto toccarti."

Hermione sentì qualcosa di strano arricciarsi nel suo petto.

Adesso lo vedeva; era chiaro come il sole.

Lui si odiava fottutamente.

Si odiava più di quanto avesse mai odiato lei - più di qualsiasi altra cosa.

Si odiava probabilmente più di quanto lei si odiasse, e non capiva perché lo lasciasse toccarla. Lottava tra il suo apparente desiderio di volerla toccare e la sua colpa per averlo fatto. Era arrabbiato con lei, sì, ma in realtà, era arrabbiato con se stesso.

Ogni scoppio di collera lo corrodeva mentre lottava per capire la loro dinamica, cosa diavolo stesse succedendo o cosa potesse mai passare per la sua testa. Lui non capiva cosa lei volesse o cosa stesse pensando. Era così dolorosamente ovvio ora che i suoi sentimenti per lei erano complicati, così come la sua vita, una vita di cui lei ancora non sapeva assolutamente nulla.

Sentiva il cuore affondare mentre tutto cominciava a prendere forma nella sua testa, e si rese conto di non avere davvero una risposta per lui.

Non lo sapeva.

Non sapeva a cosa stesse pensando. Non sapeva perché lo trovava attraente, perché il suo tocco faceva bruciare la sua pelle di desiderio o cosa diavolo stesse succedendo, ma sapeva che voleva scoprirlo.

Sapeva di essere stanca di scappare da lui, dalla sua vita, dai ricordi della guerra, da tutto ciò che aveva bloccato per anni. Voleva vivere - interamente questa volta, con tutta se stessa. Non come il frantumato disordine in cui si era trasformata.

Senza esitare e pienamente consapevole del fatto che non aveva idea di cosa stesse facendo e senza comprendere completamente perché lo stesse facendo, avvicinò le distanze tra di loro e premette le labbra contro le sue. Lo sentì esalare profondamente mentre tutto il suo corpo si tendeva. Lei tracciò lentamente la lingua sulle sue labbra inferiori mentre portava le braccia tremanti intorno alle sue spalle.

Lui si sedette teso per il suo tocco. Lei poteva sentire la resistenza nel suo corpo mentre gli afferrava delicatamente il collo e si faceva più vicina.

Le labbra di lui si mossero appena accennate contro le sue.

Si strusciò sopra le sue ginocchia, cavalcando i suoi fianchi e lentamente abbassandosi per sedersi sopra di lui. Sentì le sue mani stringere il piumino su entrambi i lati mentre la sua schiena diventava rigida. Poi poggiò una mano tremante sul suo petto caldo e nudo e tracciò il pollice sulla sua pelle.

Malfoy stava lottando contro il suo corpo.

Hermione poteva sentire la tensione sui suoi muscoli mentre si costringeva a rimanere immobile sotto di lei, ma quando lei intrecciò l'altra mano nei suoi capelli e strinse leggermente la presa, lui cedette. Lo sentì gemere profondamente dalla gola.

La sua bocca si aprì e tracciò la lingua su quella di lei. Il movimento era lento e languido, come se stesse memorizzando la forma della sua bocca. Hermione lo spostò contro lo schienale del letto e scese lentamente sui suoi fianchi, sentendolo sul suo centro. Poi gli tracciò le dita lungo le spalle e gli strappò lentamente la camicia dalle braccia.

Senza esitazione, si tolse la maglietta dalla testa, gettandola da parte e catturando ancora le sue labbra in un bacio lento e costante. Trascinò le dita sulla sua pelle, e lui tremò sotto il suo tocco mentre lei si dondolava dolcemente contro di lui.

Poteva sentirlo diventare duro sotto i suoi boxer, e quando lei aderì più saldamente sul suo cazzo, lui gemette profondamente ancora una volta.

Abbandonò la presa sul piumino, e le mani scivolarono sul corpo di lei. Una mano si mosse verso l'alto, sul suo seno, mentre l'altra scendeva lungo la sua coscia in un movimento seducente. Lei abbassò le mani sui suoi boxer, li afferrò saldamente e poi si spostò in modo da poterli tirare giù dalle gambe. Lui la guardò mentre si muoveva sopra di lui, facendo scorrere le sue mani sul suo corpo fino alla vita, con i pollici sotto le sue mutandine prima di farle scivolare giù dalle anche. Lei li calciò via e tornò a sedersi sulle sue gambe, appoggiandosi contro il suo cazzo nudo e sentendo il suo cuore battere forte. Lo baciò ancora, lentamente, tracciando la lingua lungo la sua e gemendo mentre lui arrotolava delicatamente il suo capezzolo tra il pollice e l'indice.

Lei era bagnata e lui era incredibilmente duro.

Alzò i fianchi e si mise in linea con la sua lunghezza rigida; i suoi occhi socchiusi catturarono i suoi, e lo guardò negli occhi. La sua mano si impigliò nei suoi capelli mentre le sue mani afferravano i suoi fianchi, e lei scese. Sentì il respiro trattenuto mentre il suo cazzo rigido la riempiva. Guardò il piacere dilatarsi sul suo volto mentre la sua presa sui suoi fianchi si stringeva, e lui la guardava con un'espressione indecifrabile.

Aprì le gambe larghe, affondando profondamente e gemendo mentre la sensazione di stretto che lo teneva saldamente dentro lei faceva tremare il suo corpo. Si mosse contro di lui, le sue mani la tirarono giù per poterla premere più profondamente in lei. Lui le percorse la schiena con una mano, le sue dita bruciavano lungo la sua spina dorsale mentre si infilavano tra i capelli alla base del suo cranio. Le labbra si mossero sulla sua mascella, e lui le posò baci caldi e aperti sulla pelle, fino in fondo al collo, mentre lei gemeva e si sfregava contro di lui.

Poteva sentire la pressione crescere in lei ancora una volta, ma questa volta, in qualche modo, era molto diversa.

Questo non era scopare arrabbiati. Non era scopare affatto.

Era qualcosa di completamente diverso.

Afferrò saldamente le sue spalle, abbassò la fronte sulla sua e mosse i fianchi più velocemente. Lo baciò ancora, tracciando le sue labbra sulla mascella fino a raggiungere il lobo dell'orecchio, e lo prese in bocca. Lui gemette e si rotolò vigorosamente contro di lei, le sue mani la afferrarono saldamente, la schiena e il collo. La tirò verso il basso, più in profondità, più duramente, il suo respiro irregolare si fermò nell'orecchio e sembrava che l'elettricità stesse correndo attraverso di lei.

Con ogni movimento dei suoi fianchi, l'onda cresceva, e lei si sentiva sempre più disperata per il rilascio.

Si spingeva giù, aprendo le gambe più larghe, un gemito sordo le uscì dalla bocca mentre il suo corpo cominciava a tremare. Le labbra erano sulle sue; poteva sentire la sua urgenza. Lui era altrettanto disperato, ed era così vicino - poteva sentirlo diventare incredibilmente duro dentro di lei.

Lei aggrovigliò completamente le mani tra i suoi capelli, e lui la tirò contro il suo corpo. Il calore della sua pelle bruciava mentre si spingeva in lei con ogni sfregamento dei suoi fianchi, muovendosi insieme come un'unica entità mentre i loro gemiti riempivano l'aria.

Il respiro di Hermione diventò irregolare come il suo, la presa sul collo di Malfoy e sui suoi capelli divenne più stretta quando il suo orgasmo arrivò. Lei urlò, il suo forte gemito riempì la stanza e riecheggiò intorno a loro mentre Malfoy tratteneva il respiro e gemeva durante il rilascio. L'estasi si irradiò da lei, mentre le onde d'urto attraversarono il suo corpo. Le mani di lui si muovevano disperatamente sulla sua pelle, come se avesse paura di lasciarla andare.

Sentì la pressione della sua venuta riempire il suo canale. Le labbra di lui si schiacciarono contro di lei mentre le sue mani la toccavano disperatamente, e lui divorò i suoi gemiti mentre lei godeva del suo orgasmo e tremava tra le sue braccia. Lui la teneva saldamente, qualcosa di più fermo di un abbraccio umano, mentre lei si aggrappava a lui, respirandolo, scossa dalle ondate di piacere che ancora la attraversavano.

Non sapeva quanto tempo si fosse trovata lì seduta sulle sue cosce, con il suo cazzo ancora dentro di lei mentre si stringevano l'un l'altro, o quanto a lungo lui avesse continuato a toccarle il corpo e le labbra - ma sembrava che il tempo avesse cessato di esistere, e lei si era persa in lui. Non ricordava a che punto fosse scesa da lui e quando aveva deciso di coprirsi sotto il piumino o quanto a lungo lo aveva baciato profondamente, sdraiata e accoccolata tra le sue braccia.

Sapeva solo che il suo cuore improvvisamente era sembrato meno pesante e il suo corpo molto stanco.

***

Hermione si svegliò al suono sordo della sveglia mattutina che risuonava nella sua testa. Il suo corpo era pesante, come se improvvisamente pesasse di più di quanto non dovesse. Tuttavia, si sentiva incredibilmente comoda e al caldo. Fletté le dita dei piedi e emise un pesante sospiro, costringendosi ad aprire gli occhi e osservando intorno a sé un ambiente sconosciuto.

Ah, giusto...

Batté le palpebre e spostò lo sguardo verso destra, individuando il motivo per cui fosse così calda e per cui il suo corpo sembrava così pesante. Il viso di Malfoy era accoccolato sulla sua spalla, e il suo braccio e la sua gamba erano distesi sul corpo di lei, bloccandola sul letto mentre la stringeva. Apparentemente, era un dormiente laterale, e per ragioni che lei non avrebbe mai capito, sembrava non avere problemi a dormire con il viso sepolto nei suoi capelli.

Sentì il familiare bisogno di scappare mentre il suo corpo cominciava a diventare teso.

Ferma.

Sentì che si diffondeva lungo le sue spalle, quasi come una reazione allergica ai sentimenti stessi, o al trauma, o a qualsiasi verità difficile.

CAZZO, FERMA.

Serrò la mascella e inspirò profondamente, forzando le spalle indietro nel morbido materasso per cercare di alleviare parte della tensione dal suo corpo. Sapeva che sarebbe stata un'abitudine immensamente difficile da spezzare. Aveva permesso al suo corpo di fare questo per anni. Aveva formato un'abitudine, e ora improvvisamente gli si chiedeva di andare contro la sua natura.

Come cercare di smettere di fumare dall'oggi al domani... era difficile da morire.

"Puoi andare via se vuoi." La voce bassa e roca di Malfoy suonò accanto alla sua testa, e i suoi occhi si spostarono verso di lui.

A quanto pareva aveva il dono di essere sveglio pur lasciando il corpo completamente immobile, molle e rilassato come se fosse ancora addormentato. Sapeva che si riferiva a cosa era successo l'ultima volta che avevano dormito insieme, e che aveva cercato di scappare - ma non l'avrebbe fermata questa volta. La sua presa, pur essendo pesante e stretta, aveva una distinta morbidezza, e lei sapeva che poteva sfilarsi da sotto di lui se avesse voluto.


"È solo un riflesso", rispose lei con voce bassa, prendendo un'altra lenta inspirazione e sentendo una piccola quantità della tensione alleviarsi dal suo corpo. Era ancora nervosa. Ancora confusa. La sua mente era pesante con emozioni complicate, e non aveva idea di come gestire gli eventi della notte prima, ma anche così, si sentiva di dire: "Non voglio andare via."

Era la verità.

Sentì un dito della sua mano sulla sua costola contrarsi, ma non disse niente. Nemmeno lei. Non sapeva nemmeno da dove iniziare, e apparentemente neanche lui. Il silenzio si allungò tra loro quando rimasero lì sdraiati finché la seconda sveglia di Hermione non suonò venti minuti dopo.

“Devo andare a prepararmi”, disse piano prima di cominciare a liberarsi dalle sue membra.

Lui gemette in risposta e scostò il braccio e la gamba in modo che potesse allontanarsi più facilmente. Anche se continuò a stare lì immobile dopo aver rotolato sullo stomaco, con il viso affondato sui cuscini, mentre lei raccoglieva i suoi vestiti dal pavimento e faceva ritorno nella sua suite.

Era un modo incredibilmente strano di cominciare la giornata, ma Hermione si sforzò di rimanere calma mentre si preparava. Non aveva tempo per pensare a quello che era successo o per discuterne con lui. Si lavò, si pettinò e truccò e poi indossò il suo nuovo abito da sera verde ricco. Aveva la sensazione che la cravatta di Malfoy sarebbe probabilmente abbinata.

Era così.

Lo incontrò nel corridoio alle 10:00 come avevano pianificato il giorno prima, e sentì un rossore imbarazzante salire sul suo viso mentre camminavano in silenzio lungo il corridoio. Lui sembrava quasi uguale, quasi un tipico Malfoy, eppure era completamente diverso. Lei era completamente diversa. Loro erano completamente diversi.

Il cambiamento nella loro atmosfera era colossale. Era monumentale, come un'altra grande meraviglia del mondo. Lei poteva sentirlo. Era ancora teso, ancora confuso e ancora intrecciato con sentori di rabbia, ma adesso era anche calmo, profondo, stratificato, passionale e qualcos'altro di indefinito.

Anche se nessuno dei due disse niente.

Cosa ci si può dire dopo un'esplosione come quella della notte prima?

Aveva distrutto da sola tutto ciò che aveva creduto di sapere su quell'uomo, e l'aveva lasciata allo stesso tempo spezzata e rimarginata. Lui aveva lasciato che lei lo vedesse vulnerabile - le aveva detto che si odiava, che pensava di meritarsi tutto ciò che c'era di terribile al mondo e di non meritarla. Che non avrebbe dovuto toccarla, e ora sapeva che era per questo che l'aveva lasciata andare dopo che avevano ballato insieme. Perché era confuso su quello che stava succedendo, e stava cercando di controllarsi.

Ma riconoscerlo significava che doveva ammettere che un po' di lui la voleva. Lei non sapeva in che modo o in che misura.

Non dubitava neanche un attimo che il suo crollo dopo l'ultima volta che avevano scopato l'avesse mandato in tilt. Probabilmente pensava che molte delle emozioni e dei ricordi che le affollavano la mente riguardassero lui - che l'attacco di panico fosse stata colpa sua. In un certo senso, lo era stato, ma non per le ragioni che lui pensava.

Non aveva mentito la notte prima. Non aveva mai bloccato i ricordi che aveva di lui sul passato - aveva solo bloccato il fatto di scopare e baciarsi perché non sapeva come gestirlo, e anche in quel caso, aveva solo bloccato le emozioni, non i ricordi.

Si morse il labbro stando accanto a lui nell'ascensore, una strana sensazione di formicolio le creava sulla pelle qualcosa di bizzarro

Che succederà ora?

Quello che era successo quella notte non era stato scopare con odio - ma non riusciva a spiegarsi cosa fosse. Alla fine della fiera, non era sicura che il nome avesse importanza, dato che non sapeva ancora quello che voleva. Non era sicura di come si sentiva. Capiva la rabbia e l'odio - capiva come fossero arrivati al punto da scopare con odio, e capiva anche come avessero raggiunto il punto in cui erano ora.

Ma poi, cosa sarebbe successo dopo?

In che modo la voleva? Era attratto da lei? La trovava desiderabile e temeva di non meritarla? Cosa voleva Malfoy?

Dal modo in cui lui la toccava, la baciava, la... interruppe i suoi pensieri quando un rossore le risalì su per il collo.

Era chiaro che la voleva in un modo che non era solo scopare, ma adesso non era il momento di pensarci. Doveva rimanere calma e superare la giornata. Doveva mettere in pratica tutti i consigli che lui le aveva dato e dimostrare di potercela fare. La loro drammatica situazione personale poteva essere un casino, ma dovevano ancora finire una conferenza, o sarebbero rimasti entrambi senza lavoro.

Seguendo Malfoy nell'ascensore, fece il suo ingresso nella grande sala conferenze che era stata allestita per il brunch.

***

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top