1 - Blast-Ended Screw
La mano di Hermione si strinse attorno al foglio, i bordi si accartocciarono mentre il cuore le rimbombava nelle orecchie e la rabbia iniziava a consumarla. Poteva sentirla bruciare attraverso il corpo e ribollire nella parte posteriore della gola, mentre un sapore acido le riempiva la bocca. I suoi occhi scrutarono i segni rossi che punteggiavano la pagina davanti a lei, le parole le riecheggiavano nella testa mentre leggeva.
**Chiuderli in un recinto? Chiuderli in un RECINTO?! Mi prendi per il culo? E con cosa hai intenzione di recintarli, esattamente? Barre di metallo, forse? Un muro di cemento? Oppure no, aspetta, ecco un'idea migliore, molto più adatta al livello di impegno che hai messo in questa proposta: perché non sistemarli semplicemente dentro una staccionata di legno, dato che finiranno per esplodere lo stesso? Onestamente, pensavo fossi intelligente, almeno è quello che dicono sempre tutti, ma sto iniziando a dubitarne seriamente.**
Ma.
** Ti rendi conto che si tratta di creature allevate illegalmente, vero? E che la realizzazione di questa proposta costerà al Ministero il 25% del budget annuale del tuo dipartimento, che se ricordo bene è stato appena tagliato, giusto? Quindi, in effetti questo ti costerà circa il 50%. I calcoli sono giusti, no? Il tuo budget è stato dimezzato, ma la tua proposta ha ancora lo stesso costo. Dato che non vedo alcuno sforzo visibile da parte tua per cercare di ridurlo, significa che il tuo progetto costerà il doppio del budget di prima. Quindi, il 50%, giusto?**
Che.
**Hai detto che il terreno non è attualmente in uso, che è libero e in una buona posizione per il "rifugio" proposto. Quindi devo chiederti: sei mai stata veramente laggiù? Sei consapevole che quel terreno si innesca in un geyser naturale e che c'è una piccola sacca che sputa gas nell'angolo più settentrionale del lotto? Avrei pensato che, visto il tuo background, saresti stata in grado di comprendere almeno i principi base della combustione. Stai cercando di creare una bomba? O è solo un altro dettaglio trascurato dalla gloriosa Granger? Onestamente, ho consumato la mia seconda penna del cazzo, perché questa proposta è così dannatamente sbagliata che non c'è quasi nulla da non commentare. Il che significa che devo andare a prendere altre di queste stupide penne del cazzo dal magazzino, che, tra l'altro, è a venti minuti a piedi dal seminterrato, dato che gli ascensori non arrivano fin laggiù! Quindi, grazie non solo per avermi fatto sprecare tempo con la revisione di questa ridicola proposta, ma anche per gli inutili viaggi nell'umida cella frigorifera. Almeno sei riuscita a scrivere bene il tuo nome, questa volta.**
Cazzo.
"MI PRENDI PER IL CULO!" Hermione accartocciò il foglio che teneva in mano. Un ringhio le attraversò le labbra quando si alzò dalla scrivania, spingendo via la sedia con così tanta forza da farla cadere sul pavimento, prima di voltare l'angolo con rabbia cieca.
Spalancando la porta del suo ufficio, ignorò il tonfo che questa aveva prodotto sbattendo contro il muro, facendo saltare la sua segretaria dalla sedia. Almeno stavolta, Tracey non aveva urlato dallo shock. Piuttosto, Hermione intravide a malapena la ragazza alzare gli occhi al cielo prima di tornare a leggere la sua rivista aperta sulla scrivania.
Quattro mesi prima, un comportamento del genere sarebbe stato impensabile. Hermione Granger non aveva mai perso il suo contegno. Non aveva mai urlato, sbattuto i piedi, non si era mai infuriata o aperto le porte in modo così drammatico. Almeno fino a quando Draco Malfoy non era stato promosso a capo del nuovo Ufficio Protezione e Sicurezza Magica, o M-PaS in breve. Hermione era ormai costretta a consultarsi con lui per tutte le proposte lasciate all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, in cui lei dirigeva gli sviluppi della legge sulle creature magiche e sulla creazione di proposte per modificare i regolamenti.
Hermione si precipitò in corridoio, ignorando i due stagisti che fuggirono in un ufficio vuoto e abbassarono la testa per evitarla. La carta continuava ad accartocciarsi nel suo pugno. Raggiunse l'ascensore e sbatté le porte di ottone. Respirava pesantemente, tutto il suo corpo tremava di rabbia mentre la piccola scatola metallica si spostava lentamente fino al terzo piano, verso il M-PaS, così che lei potesse strangolare Malfoy personalmente.
Non era esattamente orgogliosa del suo comportamento o del fatto che lei e Malfoy non fossero riusciti a lavorare insieme nemmeno un singolo giorno senza dare il via alla prima esplosione. Quattro mesi prima aveva partecipato alla riunione di dipartimento, la noiosa riunione del venerdì mattina che avveniva ogni mese, in cui i capi comunicavano le novità. Fu durante questo incontro che venne annunciato il nuovo ruolo di Malfoy. Hermione ricordava di avere alzato gli occhi al cielo all'idea: Malfoy responsabile della protezione e della sicurezza? Seriamente? Doveva essere un cazzo di scherzo.
Ma non lo era.
Malfoy aveva accettato il lavoro e si era subito fatto conoscere, ritardando gli emendamenti di legge, mettendo tutto in discussione e comportandosi da totale pomposo coglione. Lei aveva cercato di essere gentile. Aveva cercato di dimenticare i suoi vecchi sentimenti di rabbia e pregiudizio. Dopotutto, Harry, il suo migliore amico, aveva testimoniato all'udienza di Malfoy e aveva contribuito a far cancellare il suo nome e ridurre la sua condanna. Inoltre, lei non era del tutto insensibile. Sapeva che Voldemort aveva ordinato a Malfoy di uccidere Silente a soli sedici anni. Sapeva che Voldemort aveva vissuto a casa sua, perseguitando e tormentando la sua famiglia in ogni momento e che Malfoy si era sentito obbligato ad entrare in azione per proteggerla. Lei aveva compreso quella parte di lui. Lei stessa aveva cancellato i ricordi dei propri genitori per salvarli, e probabilmente avrebbe fatto di più se fosse stato necessario. Sapeva che lui all'epoca era solo un ragazzo e che le azioni di un sedicenne a cui era stato fatto il lavaggio del cervello, spaventato e insicuro, non definivano chi poteva diventare come uomo. Aveva fatto il suo tempo e si era di nuovo integrato nella società. Lo avevano accolto, e così avrebbe fatto anche lei.
Dopo la riunione, era quindi passata nel suo ufficio a salutarlo, con l'intenzione di lasciargli una bozza dell'ultima proposta, che era in fase di valutazione, offrendosi di dargli chiarimenti su qualsiasi cosa non gli fosse stata comprensibile. Aveva intenzione, come si suol dire, di seppellire l'ascia di guerra per creare un qualche tipo di rapporto lavorativo con lui, dato che ormai avrebbe dovuto includerlo alle solite riunioni e ottenere la sua approvazione su qualsiasi proposta, prima di farla procedere. Aveva sorriso quando aveva bussato alla sua porta già aperta, proposta alla mano, e aveva iniziato a parlargli solo per scoprire che lui la stava completamente ignorando. La testa abbassata, la penna d'oca in mano, stava analizzando qualcosa sulla sua scrivania. Poi, come se l'avesse fatto di proposito, e in effetti lei sapeva che l'avesse fatto di proposito, alzò lentamente la testa e la fissò con uno sguardo cupo.
"Granger? Hai detto qualcosa?"
Le sue parole l'avevano irritata. Stava cercando di provocarla? Invece di reagire, mantenne il controllo e impose un sorriso stretto ma deciso sulle labbra. Fece due passi dentro l'ufficio e lasciò cadere il documento sulla scrivania.
"Volevo solo farti le mie congratulazioni." Era risultata più fredda di quanto ne avesse avuto intenzione, ma ipotizzò che le vecchie abitudini fossero dure a morire. "Questo è l'ultimo fascicolo in fase di valutazione. I commenti devono essere presentati mercoledì prossimo e non credo che il signor Snarlof sia arrivato in tempo a farlo prima di andare in pensione. So che può essere difficile subentrare a metà progetto, quindi chiedi pure se hai qualche domanda."
Gli occhi di lui erano scesi brevemente sul fascicolo prima di fissarsi di nuovo su di lei con disprezzo.
"Sono sicuro che riuscirò a gestirlo, Granger." Il livore col quale aveva pronunciato il suo nome le fece socchiudere gli occhi, ma si rifiutò di abboccare e uscì di fretta dall'ufficio.
A mezzogiorno, Tracey aveva bussato alla sua porta, porgendole la cartella rossa che aveva lasciato a Malfoy quella mattina. Non aveva nascosto quanto fosse sorpresa per quel rapido ritorno e non fermò il piccolo sorriso sorto all'angolo delle sue labbra. Forse le cose non sarebbero andate così male, dopotutto. Forse Malfoy voleva solo tenere la testa bassa e fare il suo lavoro. Aveva ringraziato Tracey e l'aveva congedata dal suo ufficio. Era stata forse la mossa più intelligente che avesse fatto quel giorno perché, quando aveva aperto la cartella, si era trovata faccia a faccia con l'inchiostro più rosso che avesse mai visto in tutta la sua vita e si era resa conto che andare da Malfoy era stato un errore.
Aveva segnato ogni pagina. I margini ne erano stracolmi. Si era persino mischiato alla parte nera del testo. Girò il foglio quando si accorse di una freccia nell'angolo inferiore, solo per trovarvi un cazzo di tema. Non avendo più spazio per le sue note sul davanti, Malfoy aveva riempito anche il retro. Hermione aveva sfogliato le pagine, spalancando la bocca per i commenti maleducati, offensivi e assolutamente disgustosi disseminati nel documento. Curiosamente, soltanto l'ultima pagina non era stata riempita d'odio. Conteneva, invece, un solo filo di inchiostro rosso.
**Considerata la totale immondizia contenuta nelle pagine 1-6 di questa proposta, sempre se sia possibile chiamarla proposta, non ho intenzione di perdere altro tempo con questa porcheria.**
Era rimasta stordita sulla sedia, immobile, senza battere ciglio. Le pagine sporche di rosso caddero dalle sue mani fino al pavimento mentre si alzava dalla scrivania, la mano stretta al petto, per dirigersi alla porta. Aveva camminato in uno stato di torpore, troppo amareggiata per essere giustamente infuriata, fino a quando non si era ritrovata davanti alla sua porta. Senza prendersi la briga di bussare, entrò e lo trovò nella stessa posizione in cui lo aveva visto quella mattina, con la testa curvata sui suoi compiti.
"Davvero, Granger? Non sai applicare le buone maniere? Dopo avermi costretto a leggere spazzatura per tutta la mattina, entri pure nel mio ufficio come se niente fosse?"
Il suo stupore svanì in quel momento, mentre la rabbia più ardente e profondamente radicata che aveva sempre nutrito nei confronti di Malfoy si riaccendeva nel suo petto e il suo viso si contorceva di rabbia.
"Stavi cercando di fare il difficile, o semplicemente non vuoi che questa proposta vada a buon fine?"
"Stavo cercando di fare il mio lavoro, Granger. Non è colpa mia se la tua proposta fa acqua da tutte le parti."
"È una prima bozza, Malfoy", gli aveva spiegato, serrando la mascella. "La fase di commento dev'essere costruttiva, non un'opportunità per vomitare odio!"
"I miei commenti sono stati costruttivi. Ti ho detto in modo costruttivo che la proposta era spazzatura e di non farmi sprecare altro tempo con queste stronzate." L' aveva derisa, pungolandola, cercando di spingerla a reagire. "Se la prossima volta mi porterai qualcosa che non sia soltanto merda, ti darò un feedback costruttivo."
"Tu... sei un patetico coglione!"
Le parole le erano uscite di bocca prima di poterle fermare. Non aveva mai insultato un collega prima d'ora. Lui, in risposta, aveva inarcato un sopracciglio e lei si era voltata e se n'era andata bruscamente, consapevole che la sua segretaria doveva averli sentiti.
All'inizio aveva provato vergogna. Si erano comportati in modo del tutto irresponsabile e poco professionale, anche se restava convinta che non avrebbe potuto evitarlo. Per un po', aveva persino pensato di scusarsi e di rimediare ai propri errori. La conversazione le era rimasta in testa per tutto il fine settimana e l'aveva divorata. Non voleva lavorare in un ambiente di lavoro ostile e di certo non voleva essere parte dell'ostilità. Ma poi era arrivato il lunedì e Malfoy le aveva restituito le correzioni a un concept preliminare – nemmeno una proposta, un concept – e le sue note pungenti avevano mandato in frantumi qualsiasi proposito di fare ammenda.
Era stato questo il punto di partenza dei successivi quattro mesi fatti di lettere furibonde, urla occasionali, porte che sbattevano e degli sguardi goffi ma divertiti dei colleghi. A sorprenderla, più di ogni altra cosa, era che non solo non finiva nei guai per il proprio comportamento, ma che nessuno facesse commenti. Messo da parte lo stupore iniziale per il suo cambio di comportamento o, nel caso di Tracey, l'urlo di terrore la prima volta che la sua porta si era spalancata sbattendo, a nessuno sembrava importare che si urlassero di continuo l'uno contro l'altra, e nessuno era mai intervenuto.
Lo aveva trovato fastidiosamente sconcertante fino a quando, un sabato sera, mentre cenava con Harry e Ginny, Harry si lasciò sfuggire che Malfoy era stato spostato dal suo precedente dipartimento perché nessuno riusciva a lavorare con lui. Lo avevano mandato di proposito a lavorare a stretto contatto con lei perché pensavano che soltanto Hermione sarebbe riuscita a mantenere la calma, grazie alla sua naturale professionalità. E sebbene si fossero sbagliati sulla parte della calma, in qualche modo, nonostante il caos turbolento del loro disfunzionale rapporto di lavoro, erano comunque riusciti a portare a termine gli incarichi. Inoltre, secondo Harry, l'aspetto più importante era che adesso i reparti erano in grado di lavorare con lui in modo efficiente, dato che tutta la sua ostilità sembrava essersi concentrata su di lei. Ecco perché i colleghi si erano astenuti dal commentare e non si erano mai lamentati dei loro litigi.
Hermione sgridò Harry per non averglielo detto prima.
Ginny era rimasta a sedere divertita e aveva lasciato che accadesse, mangiando sorridente la sua torta, mentre Hermione si infuriava e conficcava la bacchetta nel petto di Harry. Aveva minacciato di lasciare il lavoro, anche se sapeva che erano parole vuote. Amava il suo lavoro. Amava proteggere le creature che tutti gli altri ignoravano e sfruttavano, adorava aiutare i bisognosi e rendere il mondo un posto migliore. Harry gliel'aveva fatto notare durante il suo inveire – rinfacciandole il fatto che in realtà non si sarebbe mai licenziata – poi aveva dovuto abbassarsi rapidamente quando Hermione gli aveva lanciato una Maledizione delle Sardine in faccia.
Tra le invettive e gli sventolii della bacchetta, e mentre Ginny si versava una nuova tazza di tè solo per continuare a seguire lo spettacolo, Hermione aveva chiesto perché diavolo Malfoy non fosse stato licenziato se era davvero così difficile lavorare con lui.
La risposta, secondo Harry, era che Malfoy aveva effettivamente fatto un buon lavoro negli altri dipartimenti. E, cosa più importante, stava donando una notevole quantità di denaro annuale da destinare alla ricerca. Di conseguenza, il Ministero era obbligato a dargli un posto di lavoro in qualche piccolo ambito, essendo stata quella era la sua unica richiesta in cambio del denaro. E poiché erano riusciti a non darsi fuoco a vicenda e siccome stavano, di fatto, lavorando, il Ministero aveva ritenuto che tenerlo lì fosse la soluzione migliore per tutti.
E per tutti, si intendeva letteralmente tutti gli altri tranne lei. Chiaramente, a nessuno fregava un cazzo della sua salute mentale e, considerando i tagli al budget, non trovavano importante nemmeno la cura delle creature magiche.
L'ascensore suonò e Hermione mise da parte i ricordi mentre usciva e affrontava tre dipendenti seduti nei cubicoli al centro del grande dipartimento. Odiava il fatto che i loro volti si contorcessero in uno squilibrato senso di divertimento, mettendosi in bilico sul bordo delle sedie come se fossero ansiosi di assistere alla prossima esplosione. Come se si trattasse di uno spettacolo. Li ignorò, voltando velocemente a sinistra e marciando lungo il corridoio verso l'ufficio di Malfoy. Era collocato proprio al sopra del suo, a un piano di distanza, e spesso si chiedeva se potesse sentirla urlare di rabbia dal suo ufficio dopo averle rispedito una proposta cosparsa di rosso.
"Malfoy!" Irruppe Hermione attraverso la sua porta. Non si preoccupò di bussare, in primo luogo perché non le importava un cazzo di invadere il suo spazio personale o della sua privacy (se voleva tenere fuori le persone, poteva chiudersi a chiave e incantare la sua porta). In secondo luogo, perché sapeva che lui l'avesse già sentita arrivare. Il rumore delle sue scarpe contro il pavimento di pietra echeggiava forte nel suo reparto ogni volta che si avvicinava ed era inconfondibile. "Cosa cazzo è questo?!"
Sbatté la pagina accartocciata sulla sua scrivania; strinse forte la mascella mentre aspettava l'inevitabile sguardo lento che lui le avrebbe rivolto.
Alzò la testa lentamente, in modo prevedibile, fissandola in tensione.
"Ti manca proprio il senso delle buone maniere." disse, la sua voce cupa mentre i suoi occhi scivolavano verso il foglio sulla scrivania. "Per quanto io possa essere talentuoso, Granger, non parlo carta stropicciata. Quindi dovrai essere un po' più specifica".
Hermione si protese in avanti, afferrando la pagina e raddrizzandola. Le sue mani batterono rumorosamente contro la sua scrivania mentre la appiattiva, e poi indicò direttamente il foglio.
"Ho organizzato quattro incontri su questa proposta, Malfoy, quattro! E tu sei stato invitato a ognuno di questi, ma non ti sei mai degnato di presentarti. Questa proposta dovrebbe essere completata entro la fine della settimana! È il tipo di questioni che avremmo dovuto affrontare settimane fa! Non tre giorni prima della scadenza!"
"Finalmente siamo d'accordo," disse Malfoy con un sorrisetto, sedendosi allo schienale della sedia e guardandola torvo. "Avremmo dovuto affrontarli, eppure non l'abbiamo fatto."
"Capisci che queste note saranno registrate in modo permanente, giusto? Che questo documento resterà per sempre sempre negli archivi del Ministero e che qualcun altro oltre a me vedrà le cazzate che hai scritto? È del tutto inappropriato imprecare e fare commenti personali nelle note di revisione di una proposta!"
"Non è una buona osservazione, dato che hai quasi distrutto il documento con le tue mani sudate." I suoi occhi scivolarono di nuovo sul foglio davanti a lui, con disgusto. "Non puoi davvero aspettarti che creda a quanto tieni all'integrità del sistema di archiviazione, se è così che tratti i tuoi documenti."
"Perché non hai partecipato alle riunioni, Malfoy?" Hermione praticamente ringhiò, posando entrambe le mani sulla scrivania e sporgendosi in avanti. "Ho concordato la tua disponibilità con Daphne, ne ho organizzato persino una fuori orario solo per farti partecipare".
"A differenza di te, ho cose più importanti da fare che partecipare incontri in cui discutere della revisione di una stupida proposta sulla protezione degli Schiopodi Sparacoda!" Malfoy si sporse in avanti, la rabbia aumentava nella sua voce. "So che il signor Snarlof era il tuo tappeto personale e che sei abituata a fare quello che vuoi, ma io non posso approvare una proposta così piena di buchi."
"Per favore!" Hermione sbuffò, appoggiandosi allo schienale ancora una volta e alzando gli occhi al cielo. "Tu odi gli Schiopodi Sparacoda fin dai tempi di Hogwarts!"
"Sono una specie incrociata illegalmente, pericolosa e violenta! Pensi davvero che sia una buona idea rinchiuderli e dare loro un rifugio?!"
"Sono incrociati con una Manticora, Malfoy! Ed è stato dimostrato che possiedono non solo un comportamento senziente, ma anche una comprensione del linguaggio umano! Non è colpa loro se sono aggressivi, è nella loro natura! Ma gli studi di Luna hanno dimostrato che in realtà sono molto intelligenti e quindi, nonostante siano pericolosi, la loro classificazione è cambiata e vanno protetti!"
"Al costo del 50% del budget del tuo dipartimento? Cazzo, Granger! Sei più stupida di quanto pensassi. Si mangeranno l'un l'altro una volta che li avrai messi lì!"
"A te non deve fregare un cazzo del budget del mio dipartimento, Malfoy! In ogni caso, non cambia nulla! Da quando il lavoro di Luna è stato pubblicato e la loro classificazione è cambiata, sono considerati una specie in via di estinzione e io sono legalmente obbligata a proteggerli. Questa proposta deve essere approvata, altrimenti rischierei di violare il mio contratto e potrebbero aggiungersi degli obblighi morali! Se non faccio nulla, perderò il mio lavoro!"
"Quindi hai messo insieme una mezza proposta che è completamente sconsiderata e priva di ogni logica e ti aspetti che la approvi?" Malfoy si era alzato in piedi. Le sue mani erano piantate sulla scrivania e fissava Hermione ferocemente. "E il mio lavoro del cazzo?! Sono responsabile della firma sulla sicurezza del progetto e tu mi hai fatto una proposta che non ha considerato le fottute conseguenze del rinchiuderli vicino a una sacca di gas naturale!"
Si stavano urlando addosso a vicenda, Hermione ansimava e Malfoy sembrava pronto a sputare fuoco. Sarebbe stata costretta a bere un'altra dose disgustosa di "Mal di Gola Vai Via" quella sera, per riparare al danno che stava facendo alle sue corde vocali. Negli ultimi mesi, aveva speso una piccola fortuna per quella pozione.
La cosa peggiore, però, era che lei sapeva che in quel momento lo staff di Malfoy si stava divertendo a causa della loro discussione. Come se l'intera faccenda fosse una fottuta barzelletta. Questo in qualche modo alimentò la sua rabbia, e le sue mani si chiusero a pugno sul suo fianco.
"Non sapevo della sacca di gas naturale! Mi credi davvero così stupida?!"
"Beh, non mi stai dando molto altro da credere. Non hai fatto un geo-check?"
"No! Ovviamente no. Altrimenti, l'avrei considerato!" Ribolliva, rimettendo le mani sulla sua scrivania.
"Perché cazzo non l'hai fatto?! Avrebbe dovuto essere il tuo primo pensiero! Stai parlando di rinchiudere creature infiamma..."
"PERCHE' CI SONO DENTRO FINO ALLE FOTTUTE PALLE DEGLI OCCHI NELLE PROPOSTE, MALFOY!" Hermione spinse via la sua scrivania e gettò le mani lungo i fianchi per la frustrazione, prima di trascinarsele tra i capelli.
Il suo cuore batteva forte. Il respiro le era rimasto bloccato nel petto. Era così arrabbiata da riuscire a malapena a respirare. Cominciò a passeggiare nel suo ufficio davanti alla scrivania. Stava perdendo ogni minimo briciolo di compostezza che le era rimasto, anche se probabilmente non ne era rimasto più niente. Chi voleva prendere in giro? L'aveva abbandonata nel momento stesso in cui era venuta a urlare nel suo ufficio. Ma ora era sul punto di crollare, perché la verità era che Malfoy aveva ragione. Ogni singolo commento che aveva fatto, sebbene crudele e scortese, era stato corretto. La proposta aveva delle gravi carenze. Non aveva avuto il tempo di controllarla in modo adeguato ed era stata così irresponsabile da affidarsi al suo assistente.
Si odiava per questo, non era da lei. Il suo lavoro era diventato così faticoso ed estenuante che non poteva tenere il passo con tutto o supervisionare ogni rapporto. Stava interpretando il ruolo di tre persone. Il carico di lavoro del dipartimento era raddoppiato dalla fine della guerra, eppure il Ministero si rifiutava di assumere altro personale. Non c'era da stupirsi che il suo predecessore fosse morto per un attacco di cuore. Era così che aveva ottenuto questo incarico, e ora il lavoro stava uccidendo lentamente anche lei.
"Allora chiedi aiuto, altrimenti qualcuno finirà per essere UCCISO da uno di quei cosi!" Raccolse la carta accartocciata e la riaprì, lasciandola cadere di nuovo sulla scrivania con un rapido movimento.
"Io HO un aiuto," Gli sputò di rimando. "Ho mandato Anton a fare il controllo preliminare del terreno. Non è che non sapessi che doveva essere esaminato, ma io non potevo andarci e sono stata messa all'angolo con la scadenza del Regolamento sull'Inclusione dei Centauri. Quindi ho dovuto affidargli molti dei compiti di ispezione e, sfortunatamente, come puoi vedere, è uno stronzo incompetente!"
"Allora chiedi ALTRO aiuto! Avere un assistente incompetente non è una scusa per scrivere queste stronzate!"
"Non posso chiedere altro aiuto perché, come hai gentilmente sottolineato, i fondi per il mio dipartimento sono stati tagliati, ANCORA UNA VOLTA!" Tornò precipitosamente alla sua scrivania e sbatté nuovamente le mani sopra. "Tutti vogliono sentirsi fottutamente grandi nel correggere i torti di prima della guerra, ma nessuno vuole pagare per questo!"
"Allora perché non licenzi l'assistente che hai e ne trovi uno competente?" Malfoy la sfidò, lanciandole un'occhiataccia. Non sussultò alla sua vicinanza davanti alla scrivania e, se non altro, si sporse ancora di più come se cercasse di convincerla a fare marcia indietro.
"Ci ho provato," sospirò a denti stretti e lo guardò torvo con tutto l'odio che potesse raccogliere. "Ma il mio assistente non può essere trasferito da nessun'altra parte e, al momento, nessuno è interessato a unirsi al mio dipartimento."
"Beh, se questo non è un resoconto su di te e il tuo lavoro, allora non so cos'altro potrebbe esserlo." Disse lui, accompagnato dal suo solito ghigno di scherno arrogante e soddisfatto.
"Non si tratta di ME, pezzo di merda! Sei TU! Rovini tutte le mie riunioni, tormenti il mio staff e rendi il nostro dipartimento un vero inferno! Quindi ora sono bloccato con Anton, che non sa distinguere una dannata roccia da un Fiammagranchio, e che non ha pensato a completare un basilare geo-check del terreno!"
"Pftt." Malfoy la schernì in faccia. "Avrei pensato che l'avresti istruito meglio, Granger. Hai fatto un lavoro terribile. Come poteva non saperlo?"
"Probabilmente perché è un stronzo purosangue che mi odia! In realtà non si preoccupa del suo lavoro, perché è essenzialmente un bambino con un fondo fiduciario che non si è mai preso la briga di capire le basi della scienza, tipo la potenziale esplosione da parte di una sacca di gas naturale!"
"Wow." Sbuffò lui, appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia al petto. "E tu dici che io ho pregiudizi sul sangue."
"Arghh!!" Abbassò la testa verso la scrivania, le spalle accasciate mentre si mordeva la lingua per la rabbia. "Sei insopportabile!"
"Eppure, non mi sorprende di avere ancora ragione." disse con scherno, indicando la pagina spiegazzata sotto la sua testa penzolante. Poteva vedere la sua stupida mano perfettamente curata davanti a sé, che picchiettava la carta stropicciata sotto il naso. "Questa proposta è piena di problemi e io non la approverò".
Lo odio da morire.
Aveva voglia di piangere per l'esasperazione. Aveva voglia di tornare di corsa alla sua scrivania, raccogliere le sue cose e non tornare mai più. Lo odiava dannatamente. Bastardo. Odiava il fatto che avesse ragione. Era arrabbiata con se stessa e per la situazione in cui si trovava. Odiava che quella proposta di merda portasse il suo nome e che le fosse persino stato chiesto di scriverla. Proteggere gli Schiopodi Sparacoda con un recinto era l'idea più folle che avesse mai avuto, ma la mano era stata forzata dal suo capo.
"Cazzo, spero che la mano ti faccia male" Sospirò lei. Lo fissava con odio. "Spero che ti faccia male e che ti renda completamente inabile, dopo tutto quello che hai scritto."
"Riprova." sbuffò lui con derisione. "Le mie penne sono incantate per impedire esattamente che accada questo."
Si fermò, osservando gli occhi di Hermione che si allargavano un po' e il suo viso che si tingeva di un rosa più scuro. Sapeva cosa sarebbe successo.
Lui sorrise.
"Dovevo farlo. Vedendo la merda che hai cercato di fare approvare, era necessario."
Hermione esplose di rabbia. Poteva fisicamente sentirla bruciarle nelle vene. Afferrò violentemente la carta stropicciata dalla scrivania e, prima di fare qualcosa di cui si sarebbe veramente pentita, lasciò l'ufficio di Malfoy sbattendo la porta.
***
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