MY PLACE IN THE WORLD
🌍 Montecarlo, Principato di Monaco
📆 05/04/2019
🎧 Love you goodbye - One Direction
unforgettable together
held the whole world in our hands
unexplainable
a love that only we could understand
La bellezza di Monaco, differentemente da ciò che tutti pensano, non è vivere nel lusso circondati da piloti e celebrità con un conto corrente a sei zeri. La bellezza di Monaco è riuscire a trovare un angolo lontano dai turisti, dagli arrampicatori sociali che vivono aldilà del confine che cercano disperatamente cinque minuti di notorietà con il cellulare sempre acceso a filmare qualsiasi cosa. Judith ha scoperto il suo angolo di pace ancora prima di sapere che lo sarebbe diventato. Due anni prima, appena trasferitasi a Montecarlo, odiava quell'ambiente fatto di apparenza ed esteriorità, così una sera aveva iniziato a camminare senza una meta precisa per le strade di Monaco, le cuffiette nelle orecchie e i piedi che si muovevano a ritmo delle canzoni in riproduzione casuale.
Senza nemmeno rendersene conto, si era trovata con le stringhe delle scarpe a penzoloni in una mano e con i piedi nudi sulla sabbia. Le dita si muovevano sentendo i granelli sotto i piedi, sensazione che la faceva sentire libera ed in pace con il mondo. Non aveva mai visto quella spiaggia e ci mise poco a capire il perché. Le luci della città erano lontane da lei, il rumore delle moto e delle macchine che sfrecciavano per le strade sembravano essere totalmente spariti, come se ci fosse solo lei in quella tiepida notte primaverile in tutto il Principato.
Si era seduta sulla sabbia con le ginocchia al petto a fissare un punto indefinito all'orizzonte, lì dove il mare sembrava fondersi con il cielo, entrambi di un intenso blu notte tendente al nero. Non c'erano lampioni nelle vicinanze né insegne di locali, l'unica fonte di luce erano i raggi della luna piena. Una lacrima salata si poggiò sulle labbra screpolate di Judith mentre i Coldplay cantavano nelle sue orecchie. Non si era nemmeno resa conto di star piangendo, persa com'era a fissare il vuoto e a farsi cullare dalle onde del mare che si infrangevano a pochi passi da lei.
Non era triste né arrabbiata, semplicemente aveva bisogno di un momento di pausa da quel mondo che ancora non le apparteneva. Max era uscito con la ragazza di turno - Dayana? Dilara? Deborah? non si ricordava nemmeno il nome - e non poteva aiutarla in un quel momento di sconforto. Ma presto si rese conto che uscire di notte senza neanche sapere dove si trovava non era stata la scelta più saggia che avesse preso nella sua vita. Max si sarebbe arrabbiato una volta tornato a casa? Ma soprattutto, sarebbe tornato a casa?
Qualcosa nella sua testa le diceva che no, Max sarebbe rimasto a dormire fuori quella notte perché aveva notato una leggerissima sfumatura nei suoi occhi quella sera prima di uscire. Erano sempre di un azzurro chiaro, così simili ai suoi, ma c'era una chiazza blu scura nelle sue iridi, quella sfumatura che appariva soltanto quando era davvero felice. Nessuno l'aveva mai notata, tutti dicevano che Max aveva gli occhi azzurri ma - per quanto fosse vero - era una descrizione superficiale. Judith invece ama le cose particolari, i dettagli che si celano sotto l'ovvio e le minuscole - quasi impercettibili - sfumature blu scuro negli occhi di Max.
Ripensa a quella sera di solitudine mentre è nello stesso posto, avvolta in un giubbotto della Red Bull con gli occhi bassi a fissare i suoi piedi nudi che camminano sulla sabbia tiepida. Interrompe la sua passeggiata sedendosi su un enorme sasso e si sistema in modo tale da essere comoda e riuscire a vedere il sole scomparire dentro il mare. Appoggia la scatola di latta che teneva in mano fino a quel momento in fianco a lei e si prende qualche minuto per contemplare le sfumature di rosa, viola ed arancione che dipingono il cielo di pennellate disordinate proprio come una tela di Kandinskij.
Respira il profumo intenso di salsedine, le onde del mare la rilassano e la fanno sentire in pace con il mondo. Quando torna a Monaco durante la stagione le piace ritornare nel suo posto preferito al mondo, nel suo angolo felice lontano da tutto e tutti. Nemmeno Max sa dell'esistenza di quella spiaggia, non gliel'ha mai raccontato e forse è l'unica cosa che ha preferito tenere per sé stessa, invece di condividerla con lui. Prende un profondo respiro e posa gli occhi sulla scatola di latta alla sua destra, quella stessa scatola che ha trovato mesi prima sepolta sotto il suo maglione preferito in camera sua, a Rotterdam.
Toglie il coperchio della scatolina tra le sue mani e le scappa un sorriso quando vede tutti i pezzi di carta che è riuscita a portare via da casa sua prima dell'inizio del mondiale. Afferra un biglietto del cinema e per quanto si sforzi a leggere la data, l'inchiostro è talmente sbiadito che riesce a leggere soltanto l'anno. Il titolo invece è sopravvissuto all'usura del tempo e quando Judith legge Remember me si porta una mano sul cuore, ricordando perfettamente il groppo in gola che le era venuto in sala.
<<Sei un insensibile>> mormora Judith dando un colpo sulla spalla di Max mentre escono dalla sala cinematografica. Max cammina in fianco a lei con in mano i popcorn, prende quei pochi che sono rimasti e se li gusta con un ghigno sul viso. <<È una situazione assurda, dai>> sentenzia mentre apre la pesante porta anti panico con la schiena, il viso rivolto verso Judith che a stento riesce a trattenere le lacrime. <<Tutte le sfighe a Robert Pattinson così vendono più biglietti>> alza le spalle mentre esce con Judith dal cinema alla ricerca della macchina di Jos nel parcheggio.
<<La prossima volta andiamo a vedere Inception, basta con i film depressi>> sbotta Max buttando il cartone dei popcorn nel cestino più vicino prima di salire in macchina. <<Non voglio più vedere delle ragazzine in lacrime>> conclude dopo aver chiuso la portiera sul sedile del passeggero. Judith è sul sedile posteriore, saluta con un cenno Jos che le sorride dallo specchietto retrovisore ed alza gli occhi al cielo alla considerazione di Max. <<E va bene mister simpatia, ma solo perché c'è DiCaprio>> incrocia le braccia al petto e dà una ginocchiata intenzionale contro il sedile di Max.
Lui si volta rapidamente verso di lei ed alza le sopracciglia più volte, provando a fare l'espressione più maliziosa che un ragazzino di tredici anni ha nel suo repertorio. <<Sono più bello io di DiCaprio. Lui è vecchio>> afferma sarcastico inumidendosi le labbra con la lingua. Judith trattiene una risata con una mano davanti alla bocca ed aggrotta le sopracciglia senza sapere da dove iniziare per spiegargli il suo amore verso l'attore americano. <<Vecchio?>> lo riprende Jos, ferito nell'orgoglio, dato che lui ha due anni in più di Leonardo DiCaprio.
Judith piega leggermente la testa di lato, notando le sopracciglia aggrottate di Jos alla frase irriverente del figlio. <<Caro Emilian>> inizia Judith volendo provocare Max e, considerando i suoi occhi diventati una fessura, sa di aver fatto centro. <<Quando sarai più bello di DiCaprio te lo farò sapere>> gli dà una leggera pacca sulla spalla per poi tornare ad appoggiare la schiena contro il comodo sedile in pelle e a ridacchiare guardando fuori dal finestrino.
Judith sorride inconsapevolmente mentre prende il portafoglio ed infila quel biglietto nella tasca più interna, come a voler portare quel ricordo della sua adolescenza trascorsa con Max in giro per il mondo. Il foglio successivo è una pagina strappata di un quaderno, ripiegata almeno quattro o cinque volte su sé stessa. Judith la apre velocemente e inizia a leggere nella mente quello che c'è scritto. Riconosce la sua calligrafia ancora da bambina, piuttosto diversa dalla sua attuale ma chiaramente riconducibile a lei. Non c'è una data né un altro dettaglio che possa farle collocare quelle parole in un momento preciso della sua adolescenza.
Sono parole confuse, non c'è nemmeno tanta punteggiatura. Alcune righe si sono cancellate con il passare del tempo, soprattutto dove il foglio è stato ripiegato. Judith stringe gli occhi il più possibile e si sforza di capire quello che lei stessa ha scritto tanti anni fa. Fallisce miseramente, captando solo che in quel momento era delusa da qualcosa, o forse da qualcuno. Scuote la testa e ripiega il foglio, riponendolo dentro alla scatola di latta. In mezzo a tutta quella carta, i suoi occhi vengono catturati dall'unica chiazza di colori all'interno del piccolo contenitore.
Prende delicatamente la polaroid tra le mani, strabuzza gli occhi e mette a fuoco i due soggetti, anche se la foto è leggermente sfocata. Sullo sfondo si vede un albero di Natale e sulle pareti ai lati c'è una fila continua di lucine bianche natalizie. Ma quello che fa fermare il battito del cuore di Judith sono le due sagome in primo piano. Anche se chi ha scattato la foto non ha tenuto la mano ferma durante lo scatto, vede chiaramente che sono lei e Max. Si porta la foto più vicina al volto, per esaminare ogni singolo dettaglio dell'immagine. Sono vicini, molto vicini, si stanno baciando. E non come si sono baciati tante volte sulle guance, ma si stanno baciando per davvero.
<<Quando cazzo è successo...>> bisbiglia tra sé e sé, ed il silenzio che la circonda l'ha talmente inglobata che quasi si spaventa nel sentire la sua stessa voce tra le onde del mare a pochi metri da lei. Non ha memoria di quel bacio e per quanto si sforzi di ricordare, non le viene in mente nulla. Non riesce nemmeno a capire dove si trovavano, nella foto ci sono troppi pochi dettagli per farle scattare un vivido ricordo di quel posto che a prima vista può sembrare la casa di chiunque o un qualsiasi locale sotto il periodo natalizio.
Dimentica qualsiasi altro pezzetto di carta che aveva portato nel suo posto magico per rivivere i suoi ricordi e li ripone tutti quanti all'interno della scatola, si infila la foto nella tasca dei jeans e scende cautamente dalla cima del sasso sulla spiaggia. Cammina ancora per qualche minuto, fa avanti e indietro sulla riva, noncurante dell'acqua ghiacciata che le bagna i piedi nudi ad intervalli regolari. La sua mente è impegnata a scavare nei meandri della sua testa, a cercare quel bacio che non si ricorda di aver dato e ricevuto.
Prende a calci l'acqua salata quando - dopo venti minuti - ancora non è venuta a capo di quel dettaglio che non riesce a ricordare. È una sensazione strana per Judith: è sempre stata lei quella a ricordarsi ogni cosa, ogni minimo dettaglio, anche le cose più stupide; Max invece è quello sbadato che non si ricorda mai nulla, che ha bisogno che qualcuno gli rammenti che cosa deve fare ogni dieci minuti. Mentre ora si trova a fissare il vuoto con la sensazione di aver fatto qualcosa ma di non averne il ricordo.
Si rimette le scarpe e ritorna verso casa passeggiando più lentamente rispetto al solito, forse per favorire il flusso dei pensieri che si accavallano nella sua testa, ma nonostante tutto non le viene in mente nulla. Le è venuto persino mal di testa quando apre il portone di casa e sale le scale fino all'undicesimo piano senza neanche accorgersene. Non fa nemmeno in tempo ad entrare in casa che il suo telefono fisso inizia a squillare, cogliendola di sorpresa. Dà un calcio alla porta con il piede per farla chiudere e si affretta a raggiungere il telefono, con il giubbotto slacciato e la cuffia arancione ancora sulla testa.
<<Sì?>> domanda affannata appena aperta la comunicazione. La voce squillante e preoccupata di Sonja giunge dall'altro capo del telefono, talmente forte che Judith deve allontanare il dispositivo dall'orecchio con una smorfia. <<Dove ti eri cacciata? Non rispondi al telefono da ore!>> la rimprovera la sua migliore amica. Judith non la può vedere ma capisce dal tono della sua voce che si è portata una mano sul petto ed ha chiuso gli occhi con la testa all'insù, come fa sempre quando è sollevata per qualcosa. <<Non ho guardato l'ora, ero in giro>> risponde semplicemente Judith incastrando il telefono tra l'orecchio e la spalla girovagando per casa mentre si toglie i pesanti vestiti. <<Perché mi chiami a casa? Che succede?>> continua la bionda appendendo il giubbotto all'attaccapanni vicino alla porta d'ingresso e camminando verso la cucina adiacente al salotto per prepararsi un caffè bollente.
<<Non rispondevi al cellulare>> il tono di Sonja è ancora leggermente infastidito, dato che di solito è lei quella a farsi desiderare e a non rispondere al telefono per mille ragioni. <<Io ero preoccupata e ho fatto preoccupare anche Charles, pensa te>> Judith sorride ed alza gli occhi al cielo prendendo una tazzina dalla lavastoviglie. <<Poi mi scrive Max perché aveva bisogno di non so cosa e figurati che mi ha chiamato anche quel defic...>> si interrompe bruscamente e si corregge all'istante. <<Anche Thomas mi ha scritto>> ritratta, deglutendo così sonoramente che il rumore arriva forte e chiaro all'orecchio di Judith.
Judith sta ancora pensando a quella foto che non ricorda di aver messo insieme agli altri fogli nella sua preziosissima scatola e non ha nemmeno la forza di reagire quando Sonja nomina Thomas nella conversazione. <<Mi dispiace avervi fatto preoccupare ma credetemi che so badare a me stessa>> risponde più sostenuta di quanto avrebbe voluto. Si pente subito dopo di aver utilizzato quel tono scontroso, che non sfugge alla giovane modella dall'altra parte del telefono. <<Cos'è successo?>> domanda Sonja sorvolando sulla risposta brusca di Judith, sapendo perfettamente che quando Judith risponde male c'è sempre un motivo più profondo sotto. <<Niente sono solo stanca, non volevo fare la stronza>> si scusa subito Judith appoggiandosi al bancone della cucina.
Come un gesto incondizionato, infila due dita all'interno della tasca posteriore dei jeans ed estrae la fotografia del bacio. La guarda senza dire nulla, con Sonja ancora in linea. <<Come va tra te e Charles?>> domanda di punto in bianco per spostare l'attenzione da lei alla sua migliore amica. Sonja ci mette poco più di un secondo a rispondere e Judith riesce a vedere il sorriso a trentadue denti sul suo volto anche se non è davanti a lei. <<Ci credi che sto diventando un'inguaribile romantica?>> domanda retorica Sonja scoppiando a ridere subito dopo e la sua risata scatena anche quella di Judith. <<Stai diventando un cliché, S>> la prende in giro Judith ridacchiando, pensando a come Charles abbia cambiato Sonja nel giro di poco tempo. Lei è sempre stata la ragazza inarrivabile, quella che tutti volevano ma che non si concedeva mai facilmente e questo suo atteggiamento la faceva desiderare ancora di più dagli uomini. A Judith sembra impossibile che sia cambiata così tanto ma in amore niente è scontato e tutto può succedere.
<<Non me lo dire J, probabilmente mi prenderei a schiaffi da sola se mi vedessi da fuori>> commenta la mora con un leggero sbuffo. <<Ci sentiamo più tardi, ora devo andare>> dice poco dopo. <<A dopo, S>> la saluta Judith terminando la chiamata e lasciando il telefono sul bancone della cucina. Versa il caffè bollente dentro una tazza e si sistema davanti alla sua porta balcone che regala una meravigliosa vista sulla città ormai immersa nell'oscurità, illuminata soltanto dalle luci dei locali del Principato e dai fari delle macchine che sfrecciano undici piani sotto di lei.
Anche Max è assorto nei suoi pensieri quando il suo citofono suona all'improvviso facendolo sobbalzare leggermente. Si alza svogliatamente dal divano e spegne la televisione, si mette il telefono nella tasca dei pantaloni della tuta ed apre la porta di casa. <<Addison>> dice quasi in uno sbuffo, senza nemmeno preoccuparsi di nascondere la poca voglia che ha di vedere la giovane giornalista americana. <<Che ci fai qui? Non ti aspettavo>> continua subito dopo tenendo una mano sulla porta e l'altra contro lo stipite per impedire alla ragazza di entrare nel suo appartamento.
<<Ci beviamo un caffè?>> domanda Addison con un sorriso sghembo sulle labbra, dondolando leggermente sui talloni sulla soglia di casa Verstappen. <<Io non bevo caffè ma...>> Max non sa dirle di no, scrolla leggermente le spalle e si sposta quel poco che basta per farla passare. Chiude la porta alle sue spalle mentre Addison è già al bancone della cucina, dà le spalle a Max mentre appoggia il cappotto e la borsa sulla sedia. A Max non sfugge il suo comportamento insolito e stranamente tranquillo, non ha ancora fatto nessuna delle sue battutine maliziose e non gli ha ancora appoggiato le sue lunghe unghie smaltate sul corpo. Scuote la testa al solo pensiero e lo scaccia con un movimento della mano, convincendosi che forse anche lei deve aver capito che il loro rapporto non era nient'altro se non divertimento in giro per il mondo e nulla di più. Anche se Max in questo momento avrebbe voluto chiudere per sempre con lei perché il suo essere irriverente e seducente non lo trovava più così tanto eccitante come prima.
Armeggia qualche minuto con la macchina del caffè e porge la tazzina ad Addison che lo ringrazia con un sorriso stampato sul volto. <<Ecco il tuo caffè>> le dice Max deglutendo mentre appoggia le mani sul bancone e la guarda con un sopracciglio alzato, provando a leggere nella sua mente le sue vere intenzioni. <<Perché sei qui?>> le chiede nuovamente appoggiando il sedere al piano cucina alle sue spalle, le braccia incrociate al petto ed il piede sinistro che picchietta ritmicamente sullo scintillante pavimento di marmo.
<<Sono venuta in pace, non ti preoccupare>> Addison mette le mani avanti per tranquillizzare Max, il tutto accompagnato da un sorriso sul suo bel viso pallido. Max rimane a bocca aperta, non si aspettava una conversazione del genere con la giornalista seduta di fronte a lui. Le sorride comprensivo mentre i suoi occhi schizzano da una parte all'altra della stanza, per evitare il contatto visivo con Addison. Lei finisce il suo caffè in silenzio, ogni tanto si muove sullo sgabello come per trovare una posizione migliore e poi ritorna ferma immobile, ma soprattutto non dice una parola. <<Ora devo scappare, ero passata solo a salutare>> esordisce lei recuperando la sua borsa ed il suo cappotto dalla sedia accanto a lei e si avvia verso la porta d'ingresso.
Max non ha voglia di discutere e anche se trova il tutto surreale non dice niente, impaziente di vederla lasciare il suo appartamento. <<Ci vediamo in Cina>> mormora distratto Max mentre la segue alle sue spalle ma, appena prima che possa aprire la porta, una folta chioma bionda appare davanti a loro. Judith abbozza un sorriso imbarazzato mentre passa lo sguardo da Addison a Max e viceversa. <<Jud?>> domanda Max con una smorfia mentre si passa una mano tra i capelli, visibilmente nervoso dalla situazione.
<<Oh scusate, non volevo interrompere>> borbotta Judith con le guance rosse e gli occhi persi. <<Me ne vado subito>> taglia corto girandosi di spalle per tornare nel suo appartamento e rimandare la conversazione con Max. <<Non ti preoccupare, io stavo andando via>> è Addison a parlare e, cogliendo sia Max sia Judith di sorpresa, le rivolge un sorriso ed esce da casa di Max diretta verso l'ascensore. Recupera una valigia dal pianerottolo ed entra nel piccolo abitacolo salutandoli gentilmente.
Non appena la sagoma di Addison sparisce dentro l'ascensore, Judith si volta di scatto verso Max con le sopracciglia più aggrottate che mai, un braccio sospeso in aria con l'indice puntato dove fino a pochi secondi fa Addison le sorrideva senza averla prima insultata o fulminata con lo sguardo. <<L'hai visto anche tu vero?>> domanda retorica senza capacitarsi alla scena appena vissuta. <<Sì, non chiedermi cosa sia successo perché non saprei darti una spiegazione logica>> risponde Max altrettanto titubante.
Scrolla leggermente le spalle come per allontanare il ricordo di Addison e tira Judith per un braccio per farla entrare in casa sua. Judith quasi inciampa nei suoi stessi passi e si aggrappa a Max per non cadere per terra. <<Scemo, mi fai cadere così>> gli dà uno schiaffo sul braccio e lo spintona subito dopo per vendicarsi. <<Dove sei finita oggi?>> domanda Max subito dopo sedendosi sul divano invitandola a fare lo stesso accanto a lui per non stare in piedi entrambi davanti alla porta d'ingresso, a metà tra il bancone della cucina ed il salotto.
<<Ero in giro>> Judith alza le spalle sedendosi sulla comoda poltrona in pelle, piega le gambe e si porta le ginocchia al petto, girata verso Max poco distante da lei. Abbassa leggermente lo sguardo sulla tasca dei jeans, lì dove c'è ancora la foto di loro due che si baciano qualche anno fa. L'ha esaminata di nuovo una volta a casa ed è arrivata alla conclusione che quella fotografia non può essere stata scattata più di due anni fa. Ma il suo ultimo bacio con Max risale a molto prima, perlomeno quello che si ricorda.
<<Che c'è?>> domanda Max grattandosi un braccio mentre si sistema più comodo sul divano. Judith si alza e fa per tirare fuori la fotografia ma poi ci ripensa, non vuole rovinare il rapporto appena recuperato e decide di tenere quel segreto per sé. Si avvicina al divano, si corica con la testa appoggiata alle gambe di Max e lo guarda dal basso, facendo incontrare i loro occhi così simili nel colore da essere quasi uguali. <<Possiamo stare qui a fare niente come quando eravamo piccoli?>> domanda Judith quasi pregandolo con la voce.
Max non se lo fa ripetere due volte e si sistema più comodo sul divano, accende la televisione e fa zapping per qualche minuto alle spalle di Judith che guarda lo schermo senza però vedere nulla. <<A te la scelta>> mormora Max con il mento appoggiato sulla spalla di Judith, entrambi sdraiati sul fianco sinistro. Il primo film che le viene in mente è Remember me ma le labbra si muovono senza tener conto del cervello. <<Inception>> mormora contro il suo avambraccio con un sorriso dipinto sul volto. La risata gutturale di Max le vibra per tutta la schiena mentre lui fa partire il film, si sistema meglio dietro di lei e le circonda il bacino con un braccio. <<Ce la facciamo finalmente a vederlo?>> domanda ironico Max. Judith non risponde, chiedendosi se riusciranno a vedere quel film con Leonardo DiCaprio che avrebbero dovuto vedere tanti anni fa al cinema per accontentare Max.
✨✨✨
BUON ANNO A TUTTI! 🎊
Ecco il mio modo per augurarvi un buon 2021, sperando che sia nettamente migliore del 2020.
Fatemi sapere come sempre che ne pensate, io sono particolarmente affezionata a questo capitolo (sono sentimentale, ormai lo sapete bene) 🙈
Vi aspetto sempre su Instagram (nowhereissafe_) così chiacchieriamo insieme di tutto 🎈
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