COLD WAR

🌍 Barcellona, Spagna
📆 19/02/2019
🎧 Fearless - Taylor Swift


and I don't know why
but with you I'd dance
in a storm in my best dress
fearless


Il sole di Barcellona illumina il circuito di Catalogna durante la prima settimana di test pre stagionali, il paddock è semi deserto quando Judith si incammina a passo svelto verso il box Red Bull con gli occhiali da sole a coprirle gli occhi, una felpa della scuderia aperta e un termos di caffè in mano. <<Mi fa strano non sentirti più dall'altra parte dei box>> dice prima di prendere un sorso mentre si gira alla sua sinistra. <<Non dirlo a me>> commenta Daniel con un sorriso tirato sulle labbra. 

Max e Daniel erano una combo perfetta, il mix perfetto di serietà e simpatia, follia e concentrazione. Non c'erano mai momenti vuoti con Max e Daniel perché il loro essere complici e quasi telepatici rendeva tutto il team più felice di lavorare. <<Com'è andata con Max invece?>> chiede l'australiano allacciandosi la tuta della Renault in vita. Judith prende un profondo respiro e guarda dritta davanti a sé facendo ordine nella sua testa. <<Non ci siamo ancora ammazzati, il che è positivo>> sospira la bionda accennando una risata. 

<<Ti ammiro, sai?>> domanda retoricamente il riccio mettendo un braccio attorno alle spalle di Judith, che risponde con il suo marchio di fabbrica: le sopracciglia aggrottate alla Verhalten. <<Intendo dire, Lewis ti offre un lavoro per la nuova stagione>> inizia il riccio, sistemandosi meglio gli occhiali da sole sul naso <<quindi vuol dire un sacco di soldi e meno seccature, invece tu rimani con Max>> alza le spalle, per poi aggiungere sottovoce e con una punta di ironia <<se non è amore questo...>> con un sorriso malizioso sulle labbra.

Judith gli dà una gomitata sul fianco e prende un altro sorso di caffè bollente, si ferma davanti al box Renault e si gira verso di lui. <<Non è amore, è masochismo fidati>> controbatte prima di dare un bacio sulla guancia a Daniel e riprendere a camminare verso il box Red Bull. Si volta un'ultima volta verso l'australiano a causa di una voce femminile che proviene dalle sue spalle e vede Victoria in fianco a Daniel, sorridente e spensierata come solo poche volte l'ha vista nella sua vita. Judith scuote leggermente la testa ed entra nel suo box, dove gli ingegneri ed i meccanici di Max sono già al lavoro sulla monoposto numero 33. 

<<Buongiorno a tutti, ciurma>> li saluta la giovane olandese mettendosi gli occhiali da sole sulla testa e appoggiando il termos mezzo vuoto sulla scrivania, non prima di aver preso un'altra dose di caffè. <<Dov'è Max?>> domanda di nuovo quando non vede il pilota nelle vicinanze. <<Abbiamo un'intervista tra mezz'ora>> sbuffa leggermente cercando di non perdere la calma e non peggiorare la precaria situazione in cui si trovano. 

<<Prova qua fuori, l'ho visto passare una decina di minuti fa>> risponde Christian Horner togliendo gli occhi dal suo computer il tempo necessario per dire quelle parole a Judith, dopodiché ritorna a fissare lo schermo. Judith lo ringrazia con una leggera pacca sulla spalla e, facendo molta attenzione a non far cadere nulla mentre si districa tra i vari set di gomme, esce dal box e si ritrova nella pit lane, a stento riconoscibile senza le macchine ferme con attorno i meccanici impegnati nel pit stop. 

Vede Max poco più avanti, riconosce il box McLaren dall'arancione delle pareti e dalle tute di alcuni ingegneri di passaggio. È di spalle e sta parlando con qualcuno, ma il corpo di Max impedisce a Judith di vedere il suo interlocutore. Si ferma a pochi metri da lui e si nasconde nel box Renault quando sente una voce irritante e scorge una chioma folta e castana davanti al suo migliore amico. Non riesce a capire di cosa stanno parlando e, per quanto si sforzi ad affinare il suo udito, percepisce soltanto un brusio incomprensibile e alcune risate di Addison. Nessuno sembra accorgersi di loro due tranne Judith: nonostante quello che le si para davanti agli occhi non sia un bello spettacolo, non riesce a staccare gli occhi da Max e Addison. Deglutisce sonoramente quando le braccia di Addison circondano il collo di Max e le loro labbra si congiungono. Judith chiude gli occhi per un istante, provando a cancellare dalla mente quell'immagine ma la bellezza del corpo umano sta proprio nel modo in cui lavora e quando i pensieri si insinuano nella testa non c'è modo di scacciarli via, si può solo assecondarli.

Max e Judith sono in camera di Max, nella speranza di riuscire a concentrarsi il più possibile per il test di matematica del giorno dopo. Judith è sempre stata una frana con i numeri mentre Max - inspiegabilmente - riesce a cavarsela con il minimo sforzo. <<Mi fai una rabbia che non ti immagini>> sbuffa la bionda con le mani tra i capelli legati in modo precario con un elastico e i gomiti appoggiati sulla scrivania. Max ridacchia nel vederla così e le dà una leggera spinta con la spalla riuscendo a strapparle un sorriso. <<Non è così difficile>> dice lui avvicinandosi a lei e provando a mettere in ordine i suoi conti sbagliati. 

<<La fai facile tu, tu studi un terzo di me e prendi voti migliori>> Judith aggrotta le sopracciglia e si tiene la testa con la mano destra mentre segue con gli occhi la matita tra le dita di Max che scorrono i vari passaggi di un'equazione per lei impossibile da risolvere. <<Questo è perché sono più intelligente di te>> la stuzzica il biondo facendole l'occhiolino e correggendo una serie di numeri sbagliati sul quaderno di Judith. <<Ma sentilo, solo perché abbiamo tutte professoresse donne frustrate che non scopano da dieci anni>> alza le spalle la ragazza buttandosi di peso contro lo schienale della sedia, sotto lo sguardo interrogativo di Max. 

<<Stai dicendo che sono bello per caso?>> Max ammicca nella sua direzione dopo aver posato la matita sulla scrivania con gli occhi fissi su Judith, che alza gli occhi al cielo e sbuffa annoiata. <<Lo sai cosa intendo>> minimizza lei con una scrollata di spalle mentre si dondola sulla sedia girevole. <<Jud volevo chiederti una cosa>> esordisce Max con i gomiti appoggiati sulla scrivania, di spalle a Judith che, nel sentire quelle parole, si avvicina immediatamente a lui e tenta in tutti i modi di capire qualcosa dal suo comportamento. 

<<Dimmi>> lo esorta Judith allargando le braccia, in attesa. Max non dice nulla, cerca di prendere tempo e prova a pensare ad un modo carino per dire quello che vuole alla sua migliore amica. Dopo una manciata di secondi si rende conto che non c'è un modo carino per chiedere quello che vorrebbe fare, perciò lascia che le parole gli scivolino sulle labbra e fuori dalla bocca. <<Mi piace una ragazza>> sussurra con le guance leggermente rosse mentre si tortura le pellicine dell'indice sinistro. Judith si porta una mano alla bocca e spalanca gli occhi. A stento riesce a trattenere un urlo per non farsi sentire da Jos, che accorrerebbe subito in camera di Max per paura di un loro disastro. 

<<Oddio non ci posso credere! Chi è?>> lo incita Judith, quasi supplicandolo, mentre si attacca al suo braccio e lo fa voltare verso di lei. Max scuote la testa vigorosamente senza la minima intenzione di rivelare il nome della ragazza che ha adocchiato tra i corridoi di scuola. Ha paura che Judith lo possa prendere in giro, dato che loro sono al primo anno di liceo mentre Linda è già al terzo. <<E dai, a me puoi dirlo>> piagnucola Judith facendo il labbruccio e gli occhi dolci cercando di intenerire Max. Lui sbuffa ed alza gli occhi al cielo, incerto sul da farsi. Prende un profondo respiro e si avvicina a Judith, per farle intendere che nessuno deve sapere chi gli piace. 

<<Linda Janssen>> sussurra al suo orecchio, ricevendo un urlo in risposta da parte della bionda. <<Stai scherzando spero>> boccheggia Judith in cerca di aria per riprendere fiato a causa della risata che non riesce a far smettere. Max la guarda con disappunto, conscio di aver sbagliato a confidarle un'informazione così importante. <<Se lo dici a qualcuno ti ammazzo, nana>> la minaccia con un dito puntato contro, il che fa alzare le mani a Judith in segno di resa. Riesce anche a fermare la risata incontrollata che ha riempito il silenzio della sua camera da letto, riprende fiato e si rivolge nuovamente a Max. 

<<Scusa se te lo dico ma sei spacciato, Emilian>> calca sul suo secondo nome battendogli una mano sulla schiena per consolarlo mentre in risposta riceve soltanto uno sguardo di fuoco. <<E perché mai?>> risponde sostenuto lui mettendo su il broncio con le braccia incrociate strette al petto. <<Da cosa comincio?>> Judith si alza in piedi e fa avanti e indietro per la stanza contando metaforicamente con le dita man mano che le vengono in mente le ragioni per cui Linda possa rifiutare Max. <<Dunque, ha due anni in più di te, è la più figa della scuola nonché la più ricca di Rotterdam, il che non guasta>> aggiunge alzando le sopracciglia e facendo una piccola pausa, per poi continuare. <<Gira voce che si frequenti con un ragazzo di ventidue anni che studia economia alla statale, gioca nella squadra di calcio dell'università e a tempo perso fa il modello per GAP>> Max storce il naso nel sentire l'ultimo punto ma non riesce a trattenere un sorriso divertito nel vedere Judith così impegnata a distruggere tutte le sue speranze. <<Ah, e come dimenticare>> fa una pausa appoggiando le mani sui braccioli della sedia di Max. <<Dubito che Linda sia ancora vergine perché onestamente davanti ad uno così anche i ragazzi etero metterebbero in dubbio la loro sessualità>> dice in modo brutale, toccando Max nel vivo. 

<<Mentre tu mi sembra di ricordare che non l'hai neanche mai baciata una ragazza quindi...>> conclude guardando Max dall'alto. Lui sospira e si porta una mano sul viso a grattarsi il mento. <<Non fare l'esperta perché neanche te hai tutta questa esperienza quindi non parlarmi così>> Max fa valere le sue ragioni, leggermente agitato perché è arrivato finalmente il momento di fare quella domanda a Judith. Si limita a guardarla con uno sguardo indecifrabile, per quanto Judith lo conosca e provi a indovinare i suoi pensieri non ci riesce, le sue iridi azzurre sono un muro impenetrabile. È talmente abituata a capire Max semplicemente con uno sguardo che si spaventa quando non riesce a leggergli nella mente, ha paura di quello che possa avere in mente. 

<<Per quanto riguarda l'inesperienza>> comincia lui dopo un silenzio apparentemente interminabile <<ho bisogno di un favore>> deglutisce ed alza lo sguardo per incontrare i suoi occhi che lo fissano preoccupati e curiosi allo stesso tempo. <<Cosa stai cercando di dirmi?>> domanda sospettosa Judith senza sbattere le ciglia e muovere un muscolo. <<Stavo pensando che potremmo baciarci noi, sai com'è no? Ci conosciamo, non c'è quell'imbarazzo e possiamo fare pratica, no?>> domanda Max gesticolando molto più del solito. 

Judith rimane a bocca aperta senza la minima idea di cosa rispondere a una richiesta simile. Non ha mai pensato di baciare Max, non ha mai pensato a lui in quel modo e le sembra strano, come se dovesse baciare suo fratello - se ne avesse uno, sa per certo che le risulterebbe estremamente fuori luogo. <<Max, non credo che sia una buona idea>> è la prima risposta di Judith, piuttosto scettica all'idea, non tanto per Max ma quanto per il loro rapporto. 

<<Non ti sto chiedendo di sposarmi ma di baciarmi>> ora il tono di supplica è quello di Max, che la prega con le mani giunte davanti a sé. <<Non puoi infrangere la regola numero tre>> aggiunge Max alzando le sopracciglia, sapendo perfettamente che facendo leva sulle loro regole dell'amicizia Judith non può rifiutare. Non tradirebbe mai la regola "non si nega mai un favore in un momento di difficoltà" che loro stessi hanno scritto a dieci anni. <<Non ci posso credere che mi stai obbligando a fare questa cosa usando la regola numero tre>> Judith si appoggia contro la scrivania e si massaggia le tempie, improvvisamente nervosa e con le mani sudate. 

<<Potrai chiedermelo anche tu quando il tuo Thomas si accorgerà della tua esistenza>> Max cerca ulteriormente di convincerla mentre sul suo viso si allarga un sorriso sempre più grande ogni secondo che passa. <<Non ti conviene fare lo spiritoso prima di chiedermi un favore del genere>> Judith gli fa il verso roteando gli occhi e si lascia andare ad un profondo sospiro. <<Solo perché sei tu>> aggiunge la bionda spostandosi una ciocca di capelli da un lato all'altro del viso. 

Sono seduti a gambe incrociate l'uno davanti all'altra, nessuno dei due parla ed entrambi non riescono a prendere sul serio la situazione. Judith rimane immobile, pensando che se è Max quello che deve fare pratica è lui quello che deve fare il primo passo. Max, d'altro canto, sente i palmi delle mani sudati e la bocca improvvisamente secca. Non ha mai baciato nessuno prima di quel momento e se qualcuno gli avesse detto che il suo primo bacio sarebbe stato con Judith si sarebbe messo a ridere per l'assurdità. 

Ma ora non sta ridendo, così come non sta ridendo Judith che lo guarda negli occhi con un sorriso sulle labbra. <<Max, domani abbiamo il test di matematica non abbiamo tutto il giorno>> lo incalza lei strofinando le mani sulle gambe, visibilmente nervosa anche se prova con tutta sé stessa a non darlo a vedere. <<Stai calma>> sbuffa Max leccandosi le labbra e avvicinando il viso a quello della ragazza. 

Si guardano negli occhi senza sbattere le palpebre, entrambi vogliono immortalare nella loro testa quel momento, vogliono ricordare ogni singola sfumatura delle loro iridi, come le pupille si dilatano man mano che si fanno più vicini. Judith si morde il labbro inferiore d'istinto a causa del nervosismo e lo sguardo di Max cade inevitabilmente su di esso. Le prende il mento tra il pollice e l'indice e poggia le labbra sulle sue. 

Chiudono gli occhi e rimangono attaccati per una manciata di secondi, dopodiché si staccano quasi in contemporanea. Scoppiano a ridere, la testa di Max appoggiata sulla spalla di Judith e la testa di Judith appoggiata sulla spalla di Max. Non parlano, rimangono in silenzio per un tempo che sembra infinito, un po' per non rovinare l'atmosfera e un po' per nascondere l'evidente imbarazzo che colora di rosso le loro guance. 

<<Pensi di baciarla così Linda?>> domanda retorica Judith quando trova il coraggio di tornare a guardare Max negli occhi. Quelli del ragazzo incontrano i suoi e la risposta irriverente che Max aveva sulla punta della lingua per rispondere a tono a Judith gli muore in gola. Spinto da un'improvvisa sicurezza si sporge di nuovo verso la sua migliore amica, animato da molta più sicurezza di prima. 

Judith, colta alla sprovvista, quasi sussulta quando sente di nuovo le labbra morbide e carnose di Max sulle proprie. Gli getta involontariamente le braccia al collo e lo lascia fare, apre la bocca quel poco che basta per lasciare libero accesso alla lingua di Max che non perde tempo e si intreccia con quella di Judith in una serie di movimenti un po' impacciati ma perfettamente coordinati. Max sposta delicatamente le mani tra i lunghi capelli biondi di Judith, in modo da farle piegare la testa di lato ed avere di conseguenza più spazio per esplorare quel territorio fino a quel momento ad entrambi sconosciuto.

<<Cosa stiamo facendo?>> esclama Daniel alle spalle di Judith, facendola sobbalzare sul posto mentre si porta una mano sul petto per lo spavento. Si gira di scatto e gli dà uno schiaffo sull'avambraccio che istiga una profonda risata nell'australiano. <<Sei impazzito? Mi fai morire così>> sbotta la ragazza appoggiandosi alla parete dietro di lei per riprendersi e fingere tranquillità. <<Chi stai spiando?>> insiste il pilota numero 3 corrugando la fronte e portandosi una mano tra gli indomabili ricci scuri. 

Judith alza le spalle e non risponde alla domanda, saluta velocemente Daniel e si dirige a passo svelto verso Max e Addison, ancora vicini e senza alcuna intenzione di staccarsi. <<Ehm Max>> esordisce la bionda alle spalle dell'olandese che si stacca bruscamente dalla giornalista come se fosse stato punto con uno spillo. <<Abbiamo un'intervista tra dieci minuti>> lo informa Judith provando a mantenere un tono di voce normale ed evitando il contatto visivo con Addison. 

<<Judith>> dice la giornalista americana a mo' di saluto con un tono di voce sprezzante. <<Addison>> replica Judith con la stessa sfumatura antipatica accompagnata da un'occhiata che di amichevole ha ben poco. Max, colto in flagrante, si porta una mano sulla nuca - come fa da sempre quando è a disagio e non sa cosa fare - e liquida velocemente Addison con un cenno della mano e un sorriso tirato sulle labbra leggermente screpolate. <<Jud...>> inizia lui, ma la bionda lo blocca con la mano sinistra mentre entrambi camminano velocemente verso la parte opposta del paddock. <<Non c'è bisogno di dire niente>> sospira fissando i suoi piedi macinare un passo dopo l'altro <<a me non va a genio Addison e a te non va a genio Thomas, direi che abbiamo altri problemi e non ho voglia di discutere ogni volta per ogni minima cosa>>.

Judith si stupisce di come le siano uscite quelle parole, non ha mai pensato che a un certo punto della sua amicizia con Max lei sarebbe diventata quella saggia e superiore. Max è altrettanto scioccato da quella frase e non può fare altro che annuire silenziosamente con le mani nei pantaloncini neri ed un ronzio incessante di pensieri nella testa. 

<<Judith! Judith!>> una voce disturba il flusso di coscienza di Judith mentre si incammina verso il suo motorhome nella zona riservata alla Red Bull. Si volta distrattamente e gli occhi verdi di Charles Leclerc incontrano quelli azzurri di lei. <<Charles, scusa ero sovrappensiero>> sorride al pilota monegasco mentre lui fa ancora qualche passo e si trova proprio davanti a lei, perfetto nella sua tuta rosso Ferrari che gli sta d'incanto. <<Mi dispiace per il casino che ho fatto ad Abu Dhabi, mi è scappato dell'offerta di Lewis e volevo sotterrarmi quando Max mi ha guardato come se volesse ammazzarmi>> si passa una mano tra i capelli castani e si bagna le labbra con la punta della lingua. 

Judith gli poggia una mano sulla spalla e gli sorride dolcemente, notando quei piccoli gesti che fanno impazzire migliaia di ragazze in tutto il mondo. Ora che lo guarda così da vicino capisce perché una ragazza indipendente come Sonja abbia perso la testa per Charles. Emana fascino allo stato puro ed è talmente bello che sembra scolpito nel marmo. <<Non ti preoccupare Charles, io e Max siamo due teste calde>> Judith alza le spalle minimizzando la situazione e riesce a percepire il sospiro di sollievo del pilota di Montecarlo anche se cerca di non dare a vedere il suo nervosismo. 

<<Solo una cosa>> aggiunge la bionda facendogli un cenno con la mano per fargli abbassare il viso alla sua stessa altezza in modo da poterlo guardare negli occhi. <<Non ti azzardare a trattare male la mia migliore amica o potrei farti scoppiare tutte e quattro le gomme durante un Gran Premio>> ammicca nella sua direzione, accertandosi che il messaggio sia ben recepito. <<Te l'hanno mai detto che sei inquietante quando fai quella cosa con le sopracciglia?>> Charles alza l'indice destro indicando il viso di Judith e lei ripete nuovamente quello strano movimento che non passa mai inosservato. <<Voi piloti avete talento su una macchina da corsa, gli altri si devono arrangiare con quello che hanno>> alza leggermente le spalle, si sporge verso di lui e dopo essersi salutati con un bacio sulla guancia entrambi riprendono a camminare verso i rispettivi motorhome. 

La luna è alta sopra Barcellona quando Max bussa al motorhome di Judith per non stare da solo a mangiare una triste insalata con petto di pollo, pomodorini e avocado. <<Max>> lo accoglie Judith con un sorriso ad incresparle le labbra, sorpresa nel trovarselo davanti. <<Se mangio da solo un'altra sera penso di impazzire>> ammette lui con la testa bassa entrando nel motorhome quando Judith si sposta leggermente per invitarlo silenziosamente ad entrare. Sembrano due vecchi compagni di classe che non andavano tanto d'accordo tra i banchi di scuola e dopo anni si trovano nel bel mezzo di imbarazzo e a corto di discorsi. 

Invece di cose in sospeso da dire ce ne sarebbero talmente tante che non sanno da dove cominciare. Mangiano uno di fronte all'altra nel piccolo tavolino della zona cucina del motorhome, nessuno dei due dice una parola e l'unico suono che riempie la stanza è l'irregolare stridio delle posate contro le ciotole dell'insalata. Max fa per aprire bocca, ma le parole gli muoiono in gola quando vede il cellulare di Judith illuminarsi sul tavolo rivelando sul display il nome di Thomas. 

Stringe i pugni sotto al tavolo, imponendosi di non fare scenate e trattenere la rabbia. Judith non ha battuto ciglio con Addison poche ore prima e lui non può fare il migliore amico geloso e protettivo come quando aveva quindici anni. Gli occhi di Judith schizzano dallo schermo del cellulare al viso di Max indecisa sul da farsi, ma ci pensa Max a scegliere per lei facendole un veloce cenno di assenso. 

<<Thomas>> Judith risponde al telefono mettendosi più comoda sulla sedia, sotto l'occhio attento di Max di fronte a lei che non si perde nemmeno una sfumatura del suo sguardo perso nel vuoto. Arriccia il naso quando vede la ragazza fare un sorrisino ebete con il labbro inferiore tra i denti mentre guarda distrattamente in basso. La reazione Thomas pensa tra sé e sé ed inspira profondamente per non prenderle il cellulare di forza e urlare qualche insulto in olandese al ragazzo dall'altra parte del telefono. <<Che significa che sei qui? Ma non eri a Boston?>> domanda Judith rizzando la schiena e fissando la porta del motorhome. 

Max si porta una mano sulla fronte e si massaggia le tempie con il pollice e l'indice per placare un improvviso ma fortissimo mal di testa. In verità non ha la minima voglia di vedere Thomas, sperava di poter scambiare due parole con Judith per iniziare la nuova stagione nel modo più tranquillo possibile e senza questioni in sospeso. Ma il belloccio senza palle - parole sue - ha deciso di rovinare tutto come sempre. Sbuffa appena con sguardo supplichevole mentre Judith si alza dal tavolo e va ad aprire la porta del motorhome. 

<<Baby>> Thomas è davanti a Judith con i capelli perfettamente pettinati con un po' di gel, un paio di jeans scuri che gli fasciano perfettamente le gambe toniche e una camicia bianca dal tessuto talmente leggero da far intravedere i suoi addominali scolpiti al di sotto. Indossa un paio di Ray-Ban neri che lo rendono ancora più affascinante e Judith non può fare a meno di saltargli addosso non appena se lo trova davanti, non riuscendo a pensare lucidamente in sua presenza. 

Max si sporge con il collo quanto basta per assistere alla scena e, a metà tra l'amareggiato e lo sconsolato, si alza in piedi e prende un respiro profondo con gli occhi chiusi. Non vuole prendere a pugni di nuovo Thomas come al liceo, non nel suo territorio, non quando la stagione è alle porte e lui non può permettersi un errore. Ne ha abbastanza di essere Mad Max perché le persone spesso se ne approfittano, danno la colpa a lui perché è la soluzione più facile. Ma quest'anno non vuole dargliela vinta, vuole crescere per sé stesso, per rendere fiero suo papà e soprattutto per dimostrare a Judith che non è più un ragazzino stupido e spericolato che tutto il mondo ha imparato a conoscere, aiutato sicuramente dal suo comportamento poco maturo. 

<<Io vado, ci vediamo domani>> annuncia alle spalle di Judith scendendo i due gradini del motorhome per tornare nel suo, dove sa già che non riuscirà a trovare né pace né sonno. Thomas si premura di togliersi gli occhiali e metterli sulla testa per essere sicuro che Max veda lo sguardo di fuoco che gli lancia mentre gli passa vicino. I due ragazzi mantengono il contatto visivo per marcare il territorio, un po' come se fossero due leoni nella stessa zona della savana. Due leoni non possono convivere, uno dei due deve mangiare l'altro in natura; nella vita reale uno dei due deve fare un passo indietro. 

<<Verstappen>> dice Thomas in un sibilo appena accennato con la mascella serrata ed un impercettibile cenno del capo. <<Van De Beek>> risponde nello stesso tono Max, con le mani strette a pugno all'interno delle tasche dei pantaloncini. Max si allontana ed entra velocemente nel suo motorhome tirando un pugno contro il mobile più vicino, rischiando di rompersi qualche osso e mordendosi la lingua per non farsi sentire da nessuno. 

Judith è ancora aggrappata a Thomas quando entrano nel motorhome della ragazza e chiudono distrattamente la porta alle loro spalle con un piede. <<Che ci fai qui?>> gli domanda Judith con le mani sul suo viso. Ha gli occhi lucidi e un sorriso che non riuscirà a togliersi per tutto il tempo che Thomas starà con lei. <<Ho pensato di fermarmi stanotte prima di andare a Boston per stare un po' insieme baby, che ne pensi? Sei contenta?>> Thomas sfrega il naso contro quello di Judith e la bacia con passione, intreccia la lingua con la sua e nel giro di due minuti la posa sul letto, ammirandola dall'alto a cavalcioni su di lei con le ginocchia ai lati del suo bacino. 

Thomas si toglie la camicia con movimenti fluidi e Judith si perde più del dovuto ad ammirare il suo fisico possente; il suo sguardo passa dai suoi occhi blu oceano alle vene del collo, dai pettorali pronunciati agli addominali scolpiti. Le loro labbra stanno per ricongiungersi quando la suoneria di un cellulare li disturba, rovinando l'atmosfera calda che si era appena creata tra i due. Judith balza sul letto e torna nel piccolo salotto del motorhome, cercando la fonte della suoneria fastidiosa. 

Trova il cellulare di Max per terra accanto alla sedia sulla quale era seduto poco prima e per quanto si sforzi di farsi gli affari suoi, non riesce a non guardare il mittente della chiamata sullo schermo. Alza gli occhi al cielo nel vedere il nome di Addison lampeggiare sul cellulare e frena la voglia di rispondere a quella chiamata ricoprendola di tutto quello che non le ha detto quella mattina, ma si morde la lingua e si scusa con Thomas. Esce velocemente dal motorhome e bussa più volte alla porta di Max, volendo soltanto consegnarli ciò che è suo e tornare nel proprio letto, dove un ragazzo bellissimo - il suo ragazzo - la sta aspettando mezzo nudo per continuare esattamente da dove hanno appena interrotto. 

<<Jud>> la faccia di Max fa capolino dietro la porta, lo sguardo indecifrabile dipinto sul volto. <<Hai dimenticato questo e...>> inizia Judith porgendogli il telefono <<penso che la tua scopata ti stia aspettando>> Judith si maledice mentalmente per le parole che le sono uscite senza il suo permesso ma ormai non può più rimangiarsele. Il danno è fatto e tutti i tentativi di mantenere un comportamento civile falliscono miseramente tra le sue mani. 

<<La tua scopata invece è arrivata direttamente come un pacco di JustEat>> replica Max con un sorrisino sarcastico sulle labbra. Blocca velocemente il cellulare, fregandosene della chiamata in arrivo di Addison. Il suo tono non è cattivo né tantomeno di sfida, è ironico. Il che è ancora peggio. <<Scusa>> è l'unica cosa che Judith riesce a dire mentre Max le sorride e la ringrazia per avergli riportato il telefono. L'olandese chiude la porta del motorhome e lascia Judith ad un bivio: bussare di nuovo alla porta di Max e darsi dell'idiota per la frase infelice che ha appena detto o tornare nel proprio motorhome dove la aspetta una straordinaria notte di sesso con Thomas? 


✨✨✨


Eccomi qui, un po' in ritardo ma ce l'ho fatta anche questa settimana!
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo perché l'ho scritto velocemente ma ad ogni parola me ne innamoravo sempre di più!
Lasciamo stare poi la canzone del capitolo che... oh mio dio quanti ricordi, la mia adolescenza 😍 dio benedica Taylor Swift e le sue canzoni che insieme formano la colonna sonora della mia vita in pratica
Vi aspettavate che Max e Judith fossero i loro rispettivi primi baci?
Vi ricordo il mio profilo Instagram (nowhereissafe_) per tantissime storie, scleri e aggiornamenti vari
Besosssss 🧡

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