BY YOUR SIDE

🌏 Manama, Bahrein
📆 30/03/2019
🎧 Blood on blood - Bon Jovi


we cut each other's hands
and held tight to a promise
only brothers understand


Le nuvole sovrastano il circuito del Bahrein mentre le venti macchine in griglia sfrecciano a tutta velocità per superare il Q2 e accedere all'ultima fase delle qualifiche. Se Judith è abituata al rumore assordante dei motori, lo stesso non si può dire di Sonja. Ha le orecchie coperte dalle enormi cuffie ma ciononostante le sue mani premono su di esse per attutire qualsiasi suono fastidioso che proviene dalla pista. <<Come diavolo fate a vivere così?>> domanda la giovane modella a voce un po' troppo alta a Judith, che cerca di trattenere una risata nel vederla in difficoltà in un posto fin troppo familiare per lei. <<Guarda che ti sento benissimo, non c'è bisogno di urlare>> la prende in giro Judith mentre scarabocchia qualcosa sulla sua agenda. 

Lo sguardo di Sonja si posa sul profilo di Judith mentre prende appunti sul suo computer, gli occhiali da vista appoggiati sul naso ed i capelli raccolti disordinatamente in una coda. <<Che c'è?>> domanda Judith sentendo il peso degli occhi verdi di Sonja su di lei. La mora scrolla leggermente le spalle ma, dopo un primo momento di esitazione, decide di sputare il rospo. <<Okay, non ce la faccio>> sospira e si siede accanto all'amica, lontano da occhi e orecchie indiscreti. <<Volevo parlarti di Thomas>> dice a bassa voce tastando il terreno. Judith si toglie gli occhiali da vista e li posa sul tavolo, si porta le mani sul viso e si sfrega gli occhi con le dita, complice non solo la stanchezza ma anche la frustrazione.

<<Non mi va di parlare di Thomas, S>> la avverte la bionda fissando un punto indefinito davanti a sé. <<Non avete più parlato da settimana scorsa?>> domanda la mora appoggiandole una mano sulla gambe per rincuorarla. Judith scuote la testa mordicchiandosi l'interno della guancia per dissimulare la sua delusione. <<Max ha detto una cosa a Melbourne...>> inizia la più piccola dopo aver preso un respiro profondo, attirando l'attenzione dell'amica. <<Cosa ti ha detto?>> la incalza Sonja piegando la testa di lato. <<Forse Thomas non è il ragazzo giusto per me>> sospira Judith mentre si massaggia le tempie con le dita. Sonja apre la bocca per replicare ma Judith la blocca con un rapido movimento del braccio. <<Lo so cosa stai per dire>> Judith la guarda negli occhi mordicchiandosi il labbro inferiore dal nervosismo. <<Ma non lo farò>> taglia corto la bionda mettendo fine alla questione.  

<<Guarda il tuo ragazzo cosa sta facendo>> Judith la richiama all'attenzione facendo un cenno allo schermo posto sopra di loro, dove Charles sta tagliando il traguardo con il tempo migliore della giornata. Sonja inizia a saltellare euforica, noncurante degli sguardi accigliati degli ingegneri e meccanici Red Bull presenti nel box numero 33 di Max Verstappen. <<È pole position, no?>> domanda retorica Sonja con il labbro inferiore tra i denti e le mani sulle guance per provare a contenere l'emozione. <<Sì, è pole position>> le annuisce Judith, <<la prima della sua carriera>> continua con una punta di emozione per la sua amica mista ad un pizzico di delusione per la terza fila di Max. 

<<Guarda che non puoi stancarlo, ti avverto>> la ammonisce Judith togliendosi le cuffie dalle orecchie e uscendo dal retro dei box per raggiungere la zona stampa. Sonja copia i suoi gesti e la segue, cammina al suo fianco e sembra emanare felicità da tutti i pori. <<Sì, Charles mi ha accennato questa cosa...>> farfuglia Sonja infilandosi gli occhiali da sole e spostandosi i capelli su una spalla. <<Anche se non riesco a capire il perché>> aggiunge sottovoce abbassandosi quel poco che basta per parlare all'orecchio di Judith. A Judith scappa una risata e si copre la bocca con le mani, scuote la testa e si gira nella direzione della sua amica cercando le parole più appropriate da utilizzare. <<S, mi raccomando>> alza un sopracciglio con un dito puntato contro il suo viso. <<Per quanto io possa dirti di sfinirlo stanotte così domani arriva stanco e questo favorirebbe Max, non potete fare nulla>> alza il mignolo della mano destra e lo lascia sospeso tra di loro, in attesa che Sonja faccia lo stesso. 

Sonja arriccia le labbra in una leggera smorfia, sbuffa leggermente verso l'alto e allunga il suo mignolino verso quello di Judith. <<Hai promesso>> mormora la bionda con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso. <<Togliti quel sorrisetto dalla faccia>> Sonja le dà una leggera gomitata sul fianco mentre si incamminano verso il parco chiuso. Sonja prende Judith sotto braccio e poco prima di essere troppo vicine ai piloti, la mora si lascia andare ad un sospiro quando vede Charles togliersi il casco e la balaclava. <<Come si fa a non farci niente?>> domanda in un sospiro mordendosi il labbro inferiore e posando il suo sguardo sul corpo di Charles perfettamente fasciato dalla tuta rosso Ferrari. 

Judith ride sonoramente a quella domanda mentre passa lo sguardo dalla sua migliore amica a Charles, si alza leggermente sulle punte e mette un braccio attorno alle spalle di Sonja, per darle conforto. <<Resisti, S>> sussurra dandole un bacio sulla guancia. <<Ti rendi conto?>> piagnucola Sonja girandosi appena per incrociare lo sguardo divertito sul volto di Judith. <<Sì, in effetti non hai tutti i torti>> le dà man forte. <<Domani dopo la gara, dammi retta>> continua la bionda accarezzandole una spalla con le dita mentre scorge Max uscire dalla sua monoposto e allontanarsi dalla folla senza neanche togliersi i guanti ed il casco. 

<<Scusa S devo andare>> dice Judith staccandosi da Sonja. <<Vai, non ti preoccupare! Tu sei qui per lavorare, io...>> comincia, ma non riesce a finire la frase perché le braccia di Charles le circondano il bacino da dietro. Judith sorride nel vedere quel gesto romantico, piega la testa di lato quando Sonja gira il collo per congiungere le sue labbra con quelle del pilota monegasco mormorando un "Ohhh". Afferra il suo cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e scatta immediatamente una fotografia, non volendo dimenticarsi di quel momento. Erano anni che non vedeva Sonja sorridere così pensando a qualcuno, e sapere che quel qualcuno che la fa sentire così sia proprio Charles Leclerc non può che renderla felice a sua volta. 

<<Io me la cavo>> conclude Sonja dopo essersi staccata dalle labbra di Charles con le guance arrossate e le dita intrecciate a quelle di lui. <<La lasci in buone mani>> commenta il pilota Ferrari con un sorriso smagliante ad illuminare il suo viso mentre con un cenno del capo saluta Judith. Judith li saluta entrambi e si allontana da loro, cammina il più velocemente possibile per trovare Max, che sembra essersi volatilizzato. <<Dove cazzo sei andato, Max>> sbuffa e ripete tra sé e sé mentre chiede a qualche addetto del circuito se ha visto il pilota olandese da quelle parti. 

Spazientita, digita il numero 3 sulla tastiera del suo telefono e si appoggia contro il muro lontana dal chiasso del paddock. Difficilmente Max guarda il cellulare subito dopo una qualifica, ma tanto vale tentare. Al terzo squillo, una voce femminile arriva diretta all'orecchio di Judith. <<Cosa vuoi?>> domanda Allison con la sua voce irritante e fin troppo squillante per una ragazza di ventisei anni. <<Voglio parlare con Max, deve fare un paio di interviste con gli sponsor>> Judith prova a mantenere la calma e ad essere professionale, anche se il tono di Addison la indispone qualsiasi cosa dica. <<Max è già in hotel, gliele stavo facendo io le interviste fino a un minuto fa perciò tu fai il tuo lavoro che io faccio il mio>>. Judith non ha tempo di replicare perché Addison interrompe bruscamente la chiamata, lasciando gli insulti sospesi a mezz'aria.

Judith fissa lo schermo del cellulare con una smorfia, con le sopracciglia aggrottate e con la voglia di lanciare il telefono il più lontano possibile. Si arma di pazienza e, evitando cautamente di incontrare qualsiasi persona, esce dal circuito e si dirige all'hotel dall'altra parte della strada. 

Quando torna in hotel dopo una pessima qualifica - così l'ha definita dopo aver visto il suo risultato - Max vuole solo togliersi la tuta, farsi una doccia ghiacciata e chiudere il resto del mondo fuori dalla sua stanza. Ma i suoi programmi vengono distrutti dalla presenza di Addison nella hall dell'albergo, intenta a sfogliare una rivista su una comodissima poltrona di pelle. <<Maxie!>> lo saluta lei andandogli incontro con un sorriso sulle labbra. Max prende un profondo respiro con gli occhi chiusi per non tirarle addosso il casco che ha ancora tra le mani, non volendo andare in carcere per aver sfogato la sua rabbia su una donna. 

Scuote la testa al solo pensiero, inorridito. Si gira verso di lei senza riuscire a mascherare il suo disappunto. <<Addison, non ora>> la liquida con un rapido gesto delle mani per non permetterle di avvicinarsi a lui. <<Invece no, ora>> si impunta lei con le braccia incrociate al petto mentre stringe un registratore tra le mani. <<Tu hai fatto il tuo lavoro, ora tocca a me>> riduce gli occhi ad una fessura e lo fissa con sguardo di sfida. Max si guarda intorno, vede alcuni flash in lontananza e si rende conto che non è mentalmente pronto per affrontare sia Addison sia tutta la stampa mondiale, perciò decide di concentrarsi sul problema più urgente: la giovane giornalista irriverente davanti a lui. <<Non qui>> bisbiglia mentre afferra la tessera della sua stanza, ringraziando velocemente il receptionist dell'hotel. 

Una volta in camera, Addison si siede immediatamente sulla sedia di fronte al letto e posiziona il registratore sul tavolino davanti all'ampia porta balcone. Max si porta una mano alla fronte e si massaggia le tempie, il mal di testa è talmente forte che potrebbe impazzire da un momento all'altro. <<Una cosa veloce però>> sbuffa lui appoggiando distrattamente le sue cose sul comodino e sedendosi sul letto con le maniche della tuta che sfiorano il pavimento coperto da una soffice moquette beige. 

<<Cosa puoi dirmi delle qualifiche di oggi?>> inizia Addison con lo sguardo puntato su di lui mentre estrae un piccolo taccuino dalla tasca dei jeans ed una penna per prendere appunti. <<Che ho fatto schifo, ecco cosa posso dirti>> risponde tagliente il pilota olandese, non nella posizione per parlare del suo deludente quinto posto sulla griglia di partenza. Addison però sembra non farci caso e continua imperterrita a fare domande su domande senza smettere di scrivere velocemente sul pezzo di carta che ha tra le mani. A Max non piace il suo atteggiamento di sfida, quel tono arrogante che usa per ottenere quello che vuole. Forse non le piace perché le ricorda troppo sé stesso, la parte più irascibile del suo essere Max Verstappen, Mad Max, il leone infuriato. 

<<Direi che abbiamo parlato fin troppo, devo farmi una doccia>> taglia corto Max dopo venti lunghissimi minuti passati a rispondere alle stesse domande a cui risponde da anni. È esausto e vuole solo risposarsi, chiudersi nella sua bolla e dormire il più possibile prima della gara di domani. <<Non abbiamo anc...>> inizia Addison con gli occhi sbarrati, delusa di non aver raccolto abbastanza dichiarazioni importanti. <<Invece sì, abbiamo finito>> risponde categorico Max alzandosi di scatto dal letto ed inchiodando la ragazza alla sedia con lo sguardo. 

Addison non risponde, forse impaurita dalle iridi chiare di Max che, quando si arrabbia sul serio, diventano scure e torbide, come se al loro interno ci fosse una tempesta in corso. <<Ora vado in bagno, quando esco non voglio trovarti qui altrimenti chiamo la sicurezza>> dice Max a denti stretti con il suo tono di voce calmo e tranquillo, il più pericoloso di tutti. 

Si chiude in bagno e si spoglia dei suoi vestiti, li lancia in un angolo e si getta sotto la doccia, trovando un incredibile sollievo sotto l'acqua fredda. L'acqua ha il potere di lavare via ogni cosa, ma al contempo non riesce a frenare i pensieri. Uno in particolare si fa spazio tra tutti quelli aggrovigliati nella sua memoria e lo fa sorridere in un pomeriggio da dimenticare come quello appena trascorso. 

<<Max ti prego non ce la faccio più!>> Judith picchia il pugno chiuso contro la porta del bagno saltellando sul posto. Max ride da dietro la porta mentre si infila sotto la doccia ed inizia a canticchiare una stupidissima canzone senza senso che viene trasmessa in radio ogni dieci minuti. <<Max ti giuro che ti buco le gomme del kart>> lo minaccia Judith, sapendo che per avere una reazione deve toccarlo dove più gli fa male. E non c'è niente a cui Max tiene di più al mondo del suo kart. <<Non ti azzardare!>> urla Max per farsi sentire da sotto il getto d'acqua. 

<<Certo che mi azzardo>> bofonchia Judith picchiando il palmo sul legno, convinta di non riuscire più a resistere. <<La colpa è di Jos per aver preso una casa con un bagno solo>> dice a mezza bocca mentre sente la serratura scattare. Senza farselo ripetere due volte, gira la maniglia e si infila in bagno. <<Giuro che se non aprivi facevo la pipì qui fuori>> mugugna Judith con un sospiro mentre si sposta i capelli dalla spalle destra a quella sinistra. 

<<Non sbirciare>> sussurra Max da dietro la sottile tenda della doccia mentre si insapona il corpo. A Judith scappa una leggera risata e, dopo essersi rivestita, abbassa il coperchio del water e ci si siede sopra. <<Io non devo sbirciare, eh?>> Judith alza le sopracciglia, si porta le ginocchia al petto e scuote la testa al solo pensiero. <<Beh si sa che sono io il bello tra noi due>> replica sostenuto il ragazzo ironicamente. Judith scoppia a ridere e allunga un braccio oltre la tenda per mostrare il dito medio a Max. <<Dovrei uscire ora>> Max si schiarisce la gola e spegne l'acqua, con una mano sulla tenda. <<Per me puoi uscire, non mi scandalizzo mica>> Judith abbozza un sorriso di sfida quando il viso di Max fa capolino da dietro la tenda. <<Non c'è niente che non abbia già visto>> aggiunge con un sopracciglio alzato, sostenendo lo sguardo intenso di Max.

<<Jud...>> inizia lui ma lei lo blocca subito parlandoci sopra. <<Tranquillo me ne vado, non vorrei mai che ti venissero in mente vecchi ricordi>> lo prende in giro lei passandogli una mano tra i capelli bagnati e spettinandoglieli. Lui la guarda arricciando il naso, alcune goccioline d'acqua gli cadono dai capelli sul viso e la sua mano stringe più che può la tenda per non scoprire più del dovuto. <<Non sono poi così tanto vecchi ora che ci penso>> continua Max posandosi l'indice sul mento, pensieroso. <<Sì ma non eri bagnato>> Judith apre la porta e si gira verso di lui facendogli l'occhiolino, esce dal bagno e lascia Max da solo con i suoi pensieri alla ricerca di un asciugamano da mettersi attorno alla vita. 

<<Dov'è Max?>> la voce di Judith lo scuote mentalmente mentre il getto d'acqua gelata lo bagna completamente da sopra la testa. <<È sotto la doccia>> risponde Addison tenendo la porta semi aperta con le braccia incrociate al petto, lo sguardo fisso su Judith con atteggiamento di sfida. <<Fammi entrare>> dice la bionda tra i denti, la mascella serrata e i pugni serrati lungo i fianchi. Max si sporge il più possibile per sentire la conversazione, convinto che la soluzione migliore per lui sia restare il più possibile chiuso in bagno, lontano dai problemi. <<Torna più tardi>> taglia corto la mora mentre fa per chiudere la porta ma i riflessi di Judith sono più veloci e riesce a bloccare il movimento di Addison con un palmo della mano ed un movimento rapido del piede. 

<<Ragazze>> Max compare da dietro la porta del bagno, salvando la situazione. Non gli ci è voluto molto per capire che la situazione stava degenerando, è uscito in fretta e furia dalla doccia e si è precipitato fuori soltanto con un asciugamano bianco attorno ai fianchi, a torso nudo. <<Addison, devi andartene>> dice autoritario rivolto verso la giornalista, che si gira nella sua direzione e lo fulmina con gli occhi. Se il suo sguardo potesse parlare in questo momento urlerebbe parole colme di odio. Addison si avvicina al tavolo accanto alla finestra, recupera le sue cose e sorride nel vedere che il suo registratore ha registrato ogni cosa fino a quell'istante. Senza farsi vedere lo spegne e ritorna verso la porta, dà una spallata a Judith - ancora sulla soglia - e mormora <<Non finisce qui>> all'orecchio della bionda. 

Judith raccoglie tutta la pazienza di cui dispone e non risponde alla provocazione di Addison, si passa nervosamente una mano tra i capelli folti e spettinati e posa lo sguardo su Max, con i capelli bagnati ed alcune goccioline che scendono su tutto il suo corpo tonico, finendo sul bordo dell'asciugamano attorno ai suoi fianchi. <<Max>> sospira lei chiedendo implicitamente il permesso ad entrare, lui si sposta quel poco che basta e chiude la porta della stanza a chiave una volta che Judith è al suo interno. 

<<Non puoi fare così>> dice in un lungo sospiro con entrambe le mani sui fianchi, visibilmente esausta. <<Non puoi giocare a nascondino ogni volta che una qualifica va di merda, ti rendi conto?>> si siede di peso sul bordo del letto, parlando più a sé stessa che a Max. Max, in piedi a pochi passi da lei, non dice niente e si limita a guardarla. Sa di non essersi comportato nel migliore dei modi scappando dalle interviste post qualifica, ha visto Judith accanto al parco chiuso insieme a Sonja ma non aveva voglia di andare da loro quando ha visto Charles avvicinarsi. <<Lo so, sono un coglione e lo sai meglio di me>> dice a bassa voce dopo essersi passato una mano tra i capelli ancora umidi, cercando invano di dargli una forma decente. <<Devi parlarmi Max, altrimenti io non so come fare>> Judith si gira verso di lui e Max vede nei suoi occhi la stanchezza e la frustrazione. 

<<Odio non poterti parlare>> ammette Max in un sussurro, come se avesse avuto paura a pronunciare quelle parole fino a quel momento. Judith aggrotta le sopracciglia nel suo modo speciale e rivolge a Max uno sguardo interrogativo, il quale lo spinge a continuare il suo discorso. <<Perché ogni volta che proviamo a fare un passo avanti dopo ne facciamo due indietro, litighiamo sempre per le stesse cose e non mi va più di farlo. Contenta?>> sbotta, gesticolando animatamente con le braccia, per poi sedersi accanto a lei sul bordo dell'enorme letto matrimoniale. Judith si porta una mano sulla fronte e si stropiccia gli occhi, stanca tanto quanto Max di quella situazione di stallo in cui si trovano da troppo tempo. 

Loro sono sempre stati i due che vivevano insieme, non dovevano nemmeno parlare perché si capivano al volo; e quando litigavano urlavano entrambi, si sfogavano e poi le cose tornavano come prima in poco tempo. Loro non sono quelli delle vie di mezzo, non sono abituati alle mezze misure perché loro sono o tutto o niente. <<Mi manchi Max>> sussurra Judith quasi sull'orlo delle lacrime, complice la stanchezza e la quasi litigata con Addison. <<Mi manca il mio migliore amico>> aggiunge girandosi verso di lui, trovandolo già intento a guardarla con gli occhi lucidi. <<Manchi anche a me>> confessa Max allungando una mano tra di loro, aspettando che Judith la stringa nella sua. <<Sì ma non piangere però>> lo prende in giro Judith allungando la mano e facendo intrecciare le loro dita. <<Che quando piangi sembri pazzo>> continua lei guardandolo negli occhi prima che le braccia di Max la stringano contro il suo corpo. 

Stanno in silenzio per qualche minuto, gli unici rumori sono i loro sospiri mentre si stringono forte, si aggrappano l'uno all'altra come se ne dipendesse la loro vita. Ed in fondo è così. Con il viso nell'incavo del collo, Max ancora mezzo nudo e Judith con gli occhi chiusi a respirare di nascosto il suo dopobarba, che le inebria le narici come la prima volta. <<Perché litighiamo così tanto?>> domanda Max dal nulla, soffiando sul collo di Judith mentre attorciglia una ciocca dei suoi capelli biondi tra le dita. <<Perché siamo due teste di cazzo>> mormora in riposta Judith accarezzandogli i capelli corti alla base del collo. Soffocano entrambi una risata, sapendo che le parole di Judith non sono una bugia, ma Max non demorde. <<No, dico sul serio>> si schiarisce la voce ed appoggia la fronte sulla spalla dell'amica. <<Perché?>> domanda nuovamente staccandosi per incontrare i suoi occhi azzurri. 

<<Perché a te non piace il mio ragazzo e a me non piace la tua ragazza>> risponde Judith allargando le braccia, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo. Max si gratta la nuca ed arriccia le labbra carnose, che si piegano in una strana smorfia che fa sorridere genuinamente Judith. <<Addison non è la mia ragazza>> controbatte. Il suo tono è a metà tra lo schifato e il disperato. <<Gli piacerebbe essere la mia ragazza, te lo dico io>> aggiunge alzando le spalle e, contemporaneamente, aggrotta le sopracciglia in un'espressione maliziosa. Judith gli dà un leggero pugno sulla spalla nuda, indugia qualche secondo di troppo sulla sua pelle calda e morbida scuotendo la testa e sorridendo alle parole di Max. 

<<Lei pensa di esserla però da come si comporta>> gli fa notare Judith piegando leggermente la testa di lato. Max scuote la testa e si passa una mano sulla mascella, non volendo intavolare una discussione su Addison. <<Per quanto mi riguarda lei è un'ottima scopata, è un modo per non pensare ad altro e distrarmi>> mormora Max fissando il lenzuolo candido del letto matrimoniale. <<E onestamente pensavo fosse così anche per lei, non so cosa le sia venuto in mente... anche oggi per esempio, me la ritrovo in hotel che mi vuole intervistare>> alza gli occhi al cielo, rendendosi conto - forse per la prima volta - di essersi cacciato in una situazione più grande di lui. <<Devi dirglielo, non penso che scopiate e basta altrimenti se ne sarebbe già andata, non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima>> Judith prova a farlo ragionare, cerca di mettere insieme i pezzi del puzzle nel caos di pensieri nella testa di Max. 

<<No di certo>> Max ammicca verso Judith e le fa l'occhiolino, alludendo alle sue numerose avventure sessuali. Si alza dal letto e va verso il comodino, recupera il caricatore e controlla qualche notifica sul cellulare con una mano ad accarezzarsi la pancia. Judith si stende a pancia in giù sul letto e gioca con le federe dei cuscini, attorciglia le piccole frange tra le dita mentre pensa alla sua relazione. <<Ho pensato molto a quello che mi hai detto a Melbourne>> sussurra Judith dal nulla senza staccare gli occhi dal cuscino che ha tre le mani, ma la frase attira l'attenzione di Max che blocca lo schermo del cellulare con un dito e recupera un paio di boxer puliti dalla valigia aperta abbandonata sul parquet. 

Si allontana di qualche passo, quanto basta per essere in bagno, togliersi l'asciugamano attorno ai fianchi ed infilarsi i boxer, senza neanche preoccuparsi di chiudersi la porta alle spalle. Ritorna immediatamente da Judith e indossa un paio di pantaloncini grigi della tuta. <<Dimmi>> si sdraia sul letto a pancia in su, la schiena appoggiata alla parete, un braccio dietro la nuca e le gambe distese una sopra l'altra. <<C'è poco da dire, mi hai sbattuto in faccia la realtà>> borbotta Judith alzando gli occhi per incrociare quelli di Max, rivolti verso il basso nella sua direzione. <<Jud, lo sai che non sono bravo con le parole ma non ho mentito su Thomas>> inizia Max muovendo il braccio sinistro continuando ad alzarlo e abbassarlo sul suo torace. <<Sono anni che vi conoscete e non l'ho mai sentito chiamarti per nome, non è una cosa normale>> gesticola ancora di più ma mantiene un tono di voce pacato, che si scontra con le parole appena pronunciate. 

<<Sì, hai ragione>> commenta Judith facendo il broncio ed arrampicandosi per essere alla stessa altezza di Max. <<C'è solo un piccolo problema>> mormora appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo, che abbassa il collo per scrutare il suo viso dall'alto. <<Cioè?>> domanda curioso piegando una gamba sul materasso. <<Che mi manda a puttane il cervello>> Judith sbuffa e si stropiccia gli occhi, le sfugge uno sbadiglio e si accoccola ancora di più contro il corpo del suo migliore amico. <<Questo lo si sapeva già, nana>> commenta sarcastico il pilota lasciandole un bacio sui capelli. Si sistema meglio sul cuscino e sposta il braccio che aveva dietro la nuca attorno alle spalle di Judith per abbracciarla e stringerla di più a sé. 

A Judith scappa un sorriso mentre chiude gli occhi, le mani sul petto di Max ed il viso sulla sua spalla. Il contatto delle sue piccole mani con la sua pelle nuda la fa star bene, la fa sentire al sicuro e si rende conto che tra le braccia del suo migliore amico non pensa a Thomas, a quanto sia incasinata la loro situazione e a tutto quello che dovrebbero dirsi ma che non appena si vedono rimandano sempre, complici l'attrazione sessuale e gli ormoni impazziti. Judith vorrebbe replicare al nomignolo di Max ma si rende conto che non è poi così tanto inappropriato, ora che vede i loro corpi distesi l'uno accanto all'altro. 

<<Buonanotte nana>> bisbiglia lui e la voce arriva alle orecchie di Judith come un suono lontano. Non riesce ad aprire gli occhi, è troppo stanca e troppo felice di aver recuperato il suo migliore amico, la sua persona. <<Buonanotte Emilian>> lo prende in giro soffocando una risata contro la sua pelle. Max non ha la forza di farle il solletico né di farle uno stupido dispetto. Gli mancava la sensazione di avere la sua amica accanto nella sua vita, nei momenti belli ma anche in quelli brutti, come oggi dopo una brutta qualifica. Si limita a ridacchiare silenziosamente ma il suono gutturale fa vibrare tutto il suo corpo e, in contemporanea, anche quello di Judith. 


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BUON NATALE A TUTTI 🎄🍾🎁🎊
Questa settimana sono in ritardo perciò ho voluto omaggiarvi in questo giorno di Natale strano e particolare un po' per tutti!
Spero che il mio regalo vi piaccia, fatevi ovviamente sapere che ne pensate.
Vi lascio il profilo Instagram perché è lì che parliamo di più
(nowhereissafe_)
Vi aspetto piccoli pupazzetti di neve ☃️

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