Dopo un tratto di strada fatto a piedi ci fermiamo di fronte ad un piccolo parco con una fontana al centro, illuminata da piccole lucine a led azzurre.
Sono avvolta nella giacca di Damiano assieme al suo ottimo profumo.

« se vuoi possiamo tornare Indietro»

« che ne dici se rimaniamo un po' qui?»

« ci vogliamo sedere su una panchina?»

« va bene»

Prendiamo posto su una panchina di fronte ad un cespuglio di rose.
Il suo braccio è steso dietro di me, sullo schienale della panchina.

« cosa pensi ci riserverà il futuro?»

« non ne ho la più pallida idea»
Lo guardo « secondo te?»

« un filosofo diceva che la vita non poteva essere ne compresa ne predetta. Non è stato in grado di prevederla nemmeno Dio, tantomeno un semplice uomo... Esso  non ci riuscirà mai» mi guarda « forse è meglio così... Almeno non ci si fanno tanti problemi... e si vive a pieno, ogni istante.»
Rifletto sulle parole che ha detto

« non aveva tutti i torti»

« perché dici?»

« sapere una cosa brutta in anticipo ti fa sentire impotente, non puoi far nulla per evitarla»

« perché devi sempre farti del male in questo modo, so che ti riferivi a tuo figlio. Non ne hai nessuna colpa, nessuno ne ha. »
Mi afferra la mano « evitare vuol dire non affrontare, non affrontare significa perdere senza averci provato, dare  forfè»

« lo so... Ma mi risulta impossibile non ricordami di tutto cio»

« non sto dicendo che dovresti dimenticare. Semplicemente ricordare i momenti più belli, non i peggiori»

« hai ragione, la sera sei più saggio del solito!»

« la solita simpatica »

« sempre.»

« grazie »

« per cosa?»

« per questa serata. Siamo due normali persone che sono uscite a cena, non i soliti sotto i riflettori»

« se ci pensi su non ci sono i riflettori »

« hai rovinato un momento profondo, brava eh »
Ridacchiò senza farmi sentire ma senza successo « ci ridi pure... Ora mi sono offeso» scuoto la testa divertita, afferro le sue guance e lo bacio.
Niente di malizioso, solo pieno di emozioni.

« ora possiamo tornare indietro» affermo sistemando la giacca sulle spalle
Si alza e cominciamo a camminare sulla stessa strada di prima.
Davanti al ristorante vi è la macchina che ci ha portato fino a qui. Mi fa salire e mi segue all'interno.

« che ore sono?»
Guarda l'orologio che ha al polso

« 23:49»

« mezzanotte meno dieci eh..»

« meno undici»

« precisino»

« faccio il pasticcere, dimmi tu»

« modestia al massimo »

« nah, solo realista »
« a mezzanotte dobbiamo essere al hotel»

« hai un coprifuoco o cosa»

« no no, devo dare il bacio di mezzanotte alla splendida ragazza che mi ha accompagnato stasera»

« e se lei non lo volesse?»

« mi prendi in giro? Ovvio che lo vuole»

« io dico di no»

« io dico di si»

« ah sì!?»

« sì»

« bene»

« perfetto»

« ottimo»

« meraviglioso»

« ho finito i sinonimi» dice ridendo.

« straordinario» dico facendogli l'occhiolino.

« uhm..Non ci avevo pensato»

Arriviamo e scendiamo dalla macchina
Si offre di accompagnarmi fino alla mia stanza.
Appena arrivati sulla soglia della stanza passo a Damiano la sua giacca con la sensazione di freddo sulla mia pelle, sentendo la mancanza di quel profumo afrodisiaco.
Fa un passo verso di me, mette una mano sul mio fianco, l'altra sulla guancia, le sue labbra sfiorano le mie in un gesto delicato. Approfondiamo il bacio fin quando non mi stacco indietreggiando con la testa, sorrido tenendo lo sguardo fisso nel suo perdendomi nelle sue iridi.
Due zaffiri immersi nei miei occhi.
Mi abbraccia stringendomi forte fra le sue braccia che tanto per la cronaca sono due volte la mia faccia.

« a domani allora..»
dico con aria triste

« già.. comunque dopo le riprese ci vediamo alle 4, no?»

« come sempre!»
Scioglie l'abbraccio allontanandosi di poco

« buonotte madame» dice con un sorriso smagliante

« buonanotte Damiano» mi da un ultimo bacio prima di allontanarsi a passo svelto verso le scale.
Si gira in secondo prima di cominciare a scendere
Entro e chiudo la porta alle mie spalle buttandomi nel mio letto di faccia ripensando ad ogni attimo passato in sua compagnia.