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Sono passati due giorni dal fatidico bacio.
Oggi è la prima volta che rivedo Damiano.
Lo sto aspettando di fronte al tendone, dovremo fare la nostra solita passeggiata.
Arriva cogliendomi di sorpresa dalle spalle.
Si posiziona di fronte a me con un sorriso smagliante ed in mano un mazzo di ortensie azzurre, i miei fiori preferiti.

« non dovevi»

« si che dovevo» sorrido ed accetto i fiori prendendoli dalle sue mani
Cominciamo a camminare facendo il nostro solito tragitto fino alla panchina sulla quale ci sediamo sempre.

« bene... Volevo parlarti a proposito dell'altra volta»

« lo so è stato solo uno sbaglio» dico nervosamente

« no»

«no?»

« no, è stata una delle cose migliori che io abbia mai fatto in vita mia. Per te è stato veramente uno sbaglio..O...»

« non è stato uno sbaglio, avevo paura che tu dicessi che lo è stato»

« perché dovrei? Sono stato io a fare la prima mossa, mea culpa in ogni caso»

« grazie ancora per i fiori, sono bellissimi»

« no »

« cosa no?»

« non saranno mai belli quanto chi li tiene in mano» arrossisco e abbasso il capo « sarà difficile»

« cosa?»

« se mai decidessimo di avere una relazione... Sarà difficile nasconderlo, soprattutto prenderanno te come una "raccomandata" dato che sarai la fidanzata del giudice»

« riusciresti ad essere imparziale in qualunque caso
Se uscissi avremo più tempo per noi, se resto potrei vincere e coronare il mio sogno»

« uscendo vincitrice per due motivi»

« bravo»

« grazie»

« la modestia tu eh»

« quando mi è concesso» ride
La sua risata così bella, così sincera e piena di gioia
Si ferma di colpo e mi guarda negli occhi, siamo a meno di venti centimetri distanza, sento il suo respiro sul mio collo, il calore che emana il suo corpo, il suo profumo.
Mi bacia con la stessa dolcezza della prima volta, ad effetto sorpresa, esattamente come due giorni fa.

« dovresti avvertirmi mezzo secondo prima, sai, devo un pochino prepararmi»

« dove è il divertimento poi?»

« sei uno stronzo» ridacchiò e gli do una leggera spinta sul bicipite

« detto da te è il miglior complimento della mia vita»
Questa volta lo prendo alla sprovvista io
Rimane piacevolmente scioccato, un'espressione stupefatta.
Stendiamo a terra la nostra coperta e ci sediamo
Prende un fiorellino e lo mette fra i miei capelli.

« un poco sdolcinata come scena, non credi»

« già...» fa prima di buttarsi addosso a me facendomi cadere con la schiena contro l'erba.
Le sue braccia sono ai due lati della mia testa, il suo sorriso a qualche centimetro di distanza, l'aroma di cocco per via della torta mangiata in precedenza.
Le punte dei nostri nasi si toccano, i pensieri vagano per tutto il cervello senza una meta.
Altro che farfalle nello stomaco, io ho una mandria di bufali inferociti.
Sorridiamo entrambi, siamo come due bambini che hanno appena scoperto questo nuovo sentimento.
Si alza porgendomi un mano per aiutarmi.

« cosa farai una volta fuori di qui?»

« se vinco comincerò ad approfondire la pasticceria, magari col tempo darò vita ad una mia attività. Dedicherei più tempo a me stessa e magari fare qualcosa per aiutarmi a passare il mio stato di depressione»
Lo guardo con un mezzo sorriso « tu invece? »

« tornerò in America,continuerò la mia attività assieme a mio fratello e comincerò la nuova serie televisiva» « farai cose più interessanti di me, questo è sicuro » rido dopo ciò che ha detto

« non credo proprio» si stende mettendo le mani dietro la nuca

« vieni »
Appoggio la testa sul suo braccio e guardo anche io il cielo

« raccontami qualcosa su di te»

« tipo?»

« non so. Parlami del tuo passato»

« beh.. sono nato e cresciuto a Lucca, ho ereditato l'amore per la cucina da mia nonna» « ho sempre avuto un buon rapporto con il cibo»

« sapevi cucinare da piccolo?»

« no ma ero bravo a mangiare » ridiamo entrambi.

Passiamo un intero pomeriggio li, a parlare e a guardare il cielo.
Guardiamo esso infuocarsi.

« uno dei più bei tramonti  della mia vita» dice tenendo lo sguardo in aria, perso, e poi tornare a guardarmi

« già» « che ne dici se torniamo indietro? Si sta facendo buio»

« hai paura ?»

« di cosa?»

« del buio»

« no, ho paura di altro, nel buio ci sono stata per mesi» dico amaramente
Senza proferire parola mi abbraccia facendomi sentire tranquilla, a casa, confortata com non mi sono mai sentita.
Torniamo verso le nostre stanza e mi ci accompagna.

« che ne dici se stasera ceniamo da soli?»

« e dove vorresti andare?»

«un ristorante da queste parti ci deve pur esserci, no?»

« in effetti»

« bene.. allora era un si?»

« si »

« grazie a Dio, finalmente una ragazza che non mi dice di no ad un appuntamento»

« chiunque lo abbia fatto era.
Pazza» ridiamo guardandoci negli occhi

« bene,a più tardi, signorina» mi bacia la mano come suo solito, lo tiro verso di me e pongo fine a queste galanterie baciandolo.
Rimane un poco confuso e poi riprende suo solito sorriso per poi andarsene

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