18 (parte 1)
Mi raggiunge bloccandomi le mani a mezz'aria mentre non smetto di ridere.
«non si fa così eh»
« a volte ci sta» dico per poi lasciargli un bacio sulla punta del naso.
Poco dopo va in cucina a preparare la colazione.
« principessa, ti va di venire con me al pranzo con gli altri?»
« altri chi?»
« Ernst, Clelia, Benedetta e alcuni ragazzi dello staff»
« oh...certo »
« sono contento che tu abbia accettato» rientra nel salotto con la teglia in mano
« cosa desidera?»
«prendo la brioche con la marmellata alle pesche»
« tenga»
« grazie»
« a lei»
« vedo che il barista che c'è in te sta riemergendo» sorride
« è sempre stata lì» dice prima di prendere il cornetto al cioccolato e poggiare il vassoio sul tavolino
Si siede sul divano ed io corro ad accoccolarmi accanto a lui
« mi passi la tazza per favore?»
« con grandissimo piacere»
* Un paio d'ore dopo*
Se ci pensate bene è tipo la scritta che mettevano a Spongebob ;)
Del tipo * TWO HOURS LATER*
Mi sto vestendo per andare a questo fatidico pranzo.
Ernst e Clelia lo sanno ma Benedetta no. Tantomeno quelli dello staff.
Prendo un paio di jeans bianchi a vita alta ed un maglioncino corto, fino ai fianchi, a righe orizzontali bianche e azzurre
Ora potrò sfoggiare i miei tacchi dato che non metto mai scarpe scomode durante la gara.
Non mi trucco per pigrizia e faccio una treccia laterale.
Esco e mi ritrovo Damiano in jeans e t-shirt blu scuro.
I colori scuri gli stanno bene. Molto bene.
« ma come siamo belle oggi» mi guarda e mi cinge la vita « anche se lo sei sempre eh»
« tu non sei da meno»
« se lo dici tu...»
« mh, non lo dico solo io»
« ah sì giusto, lo dice anche mia madre»
« e tutte le donne che ti hanno visto»
« non esageriamo»
« e tu non fare il modesto » sorride
« dai andiamo che facciamo tardi»
Facciamo arrivare la macchina e ci carichiamo i bagagli.
Ci dirigiamo verso la pizzeria dove vi è il punto d'incontro
Scendiamo e vediamo fin da subito i tre davanti alla porta d'entrata. Scendiamo e cominciamo a camminare mano nella mano. L'imbarazzo ai fa sentire
« Alla buon ora!»
Dice Clelia
« dai su, che io ho fame» dice Ernst prima di fare da guida per entrare dentro il locale.
Ci sediamo al tavolo che era stato in precedenza prenotato.
Sento gli occhi puntati su di me anche se non è così.
« ragazzi tranqulli, mi hanno già raccontato tutto loro due» dice Benedetta vedendomi così preoccupata
« ah, va bene»
« scusa se lo abbiamo detto noi ma non volevamo che tu ti sentissi a disagio » dice Ernst
« figurati. Vi ringrazio anche perché non avrei mai avuto il coraggio di parlare per prima»
« perché hai paura?»
« non ho paura, piuttosto non volevo che si pensasse che ne usufruisco»
« ma no, l'amore è una delle cose più belle e strane a questo mondo, non c'è niente di cui aver timore»
« concordo con te Benedetta» interviene Damiano che mi rivolge uno sguardo dolce.
Avere delle persone attorno che apprezzano quel che fai ma soprattutto che non ti giudica è meraviglioso.
Sfortunatamente qualche mese fa non era così.
Dicevano che io mi lamentavo quando era colpa mia se ero sola, se mio figlio non era sano.
Dicevano che avevo dato al mondo un bambino che non doveva nemmeno nascere. Che era colpa mia se aveva quella patologia.
I primi a dire questo furono proprio i genitori di quel essere schifoso di Stefano.
Incolpavano me perché dicevano che non ero capace di dare alla luce figli sani. Che ero maledetta e cose così.
Non stavano bene mentalmente a quanto pare.
Si davano tanto in spettacolo ma alla fine non hanno fatto niente per aiutarmi.
Ma non per forza aiutare me, bensì loro nipote.
Con la mia famiglia è stato diverso, mi sono sempre stati accanto e mi hanno aiutato. Mia sorella maggiore aveva lasciato tutto per venire da me a darmi una mano.
È arrivata a casa mia esattamente una settimana dopo che Stefano se ne andò.
Placo i miei pensieri che ora mi farebbero solo soffrire e torno alla realtà. Stringo di più la mano di Damiano che mi guarda per qualche secondo
Sorrido e lui ricambia per poi tornare a parlare con Ernst
******************
Oggi niente today mood perché ho sonno.
Comunque, stavo pensando di cominciare a scrivere una storia
Non è una Fanfiction, bensì una storia Romantica/ Drammatica
Volevo cimentarmi in qualcosa di più difficile.
Cominciare ad espandere, diciamo, i miei orizzonti da scrittrice dei poveri.
Vorrei affrontare un argomento abbastanza complicato, la sindrome di tourette.
Per chi non lo sapesse è una patologia di sistema nervoso che consiste nel far procurare al soggetto spasmi involontari o produrre suoni, sempre involontari.
Perché, molti si chiederanno.
Semplicemente perché mi sono appassionata alla storia di due ragazzi.
(Quindi sono fatti realmente accaduti)
Lei conosce lui online, quando si incontreranno di persona lei troverà il coraggio di raccontargli del suo disturbo.
Lui dice che la ama comunque vada.
I genitori di lui, però, non accettano il fatto che questa malattia si ereditaria.
Ok la smetto di fare spoiler.
Ora vadooo
Un bacio,
La vostra
Bijou ❤
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