✎✎ Wattrix2020 ✎✎
Ciao Stranier*,
prima di parlare dell'argomento della settimana vai a dare uno sguardo alla recensione di "Dopo Tzar". Non essere timid*, puoi anche dirmi quando c̶a̶g̶o̶ ̶f̶u̶o̶r̶i̶ ̶d̶a̶l̶ ̶v̶a̶s̶o̶ dico cose fuori luogo.
Hai letto la recensione? Bene, ora possiamo parlare dell'argomento d̶e̶l̶l̶a̶ ̶s̶e̶t̶t̶i̶m̶a̶n̶a̶,̶ ̶d̶e̶l̶ ̶m̶e̶s̶e̶,̶ dell'anno:
I Wattys 2020 ossia WatTRIX 2020, ossia Il punto di vista di Trix sui Wattys 2020
La prenderò alla larga, Stranier*, sappilo. [uomo/donna avvisat*, mezzo salvat*]
È il luglio del nefasto anno corrente quando mi iscrivo a Wattpad, spinta principalmente da una pubblicità dei Wattys 2020 su un Social Network a caso. Leggere di questo concorso (per me totalmente sconosciuto fino a quel momento) mi ha dato un'ispirazione improvvisa e pazzesca, e mi sono detta: voglio di finire la storia che ho in sospeso da cinque anni [L'ancora ndr, #SuppliedByTrix #Ad #Adv #SpondoredBy] per partecipare a questi Wattys.
Cinque anni. [Non giudicatemi, sono nata così: male. Sagittario con Mercurio retrogrado della peggior specie:
- Progetti in cantiere: mille e uno;
- Progetti portati a termine: manco mezzo.]
In questi cinque, lunghi anni la mia storia mi è tornata in mente nei momenti più impensabili: l'ho sognata di notte, ne ho scritto spezzoni su quaderni a caso, ho scritto e cancellato, scritto e cancellato [in repeat] le stesse frasi un migliaio di volte. Poi, circa due anni fa, in treno mi si è scaricato il cellulare all'inizio del viaggio e nelle restanti due ore e mezza ho scritto tutto di colpo (senza un solo attimo di esitazione) la bozza del finale della storia. L'ho scritto su un biglietto ferroviario [di quelli grossi e rettangolari di Trenitalia] che poi ho dimenticato nella carrozza di quel vecchio treno puzzolente di gasolio che mi ha portata da Roma a Campobasso [non sto edulcorando, i treni che fanno quella tratta sono alimentati a gasolio ancora oggi. Modernità, questa sconosciuta]. Da quel giorno non ho mai più pensato alla mia storia. Era finita. Conclusa. Aveva trovato la sua pace, anche se solo nella mia testa. Fino a che, non mi è comparsa la pubblicità dei Wattys 2020.
In questi giorni mi è capitato di leggere pareri di ogni tipo sui Wattys, sui nebulosi metri di giudizio utilizzati per scegliere le storie vincitrici, su goblotti di ogni sorta e genere. E, poi, le lodi sperticate ai vincitori, vendicative frecciatine dei vinti, l'emozione di chi ne è uscito vittorioso e l'autocommiserazione dei perdenti. Personalmente ho dato uno sguardo alle storie vincitrici e molte sono di autori/autrici che conosco e che stimo. Alcune le ho lette e le ho trovate bellissime e meritevoli, altre... no! Sono curiosa, tu Stranier* come le hai vissute queste premiazioni?
E [non credo te lo stessi chiedendo, ma facciamo finta di sì] come ho vissuto io le premiazioni dei Wattys?
Come una magnifica possibilità.
Come il panorama che ammiro dal finestrino dell'aereo, come quando mi capita [capitava, prima delle mascherine] di ricambiare il sorriso di un* sconosciut* per strada, come quando impasto con amore la pizza del sabato sera. Come quando mi siedo davanti al computer ed è la storia a guidare le mie dita dove vuole lei.
La cosa bella, Stranier*, vuoi sapere qual è? È che io ai Wattys 2020 non ho nemmeno partecipato perché non avevo i requisiti di idoneità – menomale aggiungerei, visto che ho tante cose da migliorare. Sono, però, un sacco grata a questi Wattys per avermi fatto ritrovare di nuovo l'armonia con la mia storia che pensavo fosse andata persa per sempre.
[E per la Trix Production, ecco il film che aspettavi:] È un po' come se i Wattys fossero il mio personale Albus Silente che mi chiede: "Dopo tutto questo tempo?" e io Severus Piton che rispondo: "Always"!
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