Schiava d'Egitto ✎

Ciao Stranier*,
benvenut* in questa nuova recentrixione, che arriva puntuale come un corriere dopo i giorni del black friday. L'Autrice che si è offerta volontaria come tributo è Scrittrice_sera e voglio avvisare lei e te, Stranier*, che oggi sarò stranamente breve e concisa. Saranno i quaranta gradi all'ombra? Sarà che una certa prima dose mi ha accorciato la lingua? Non lo so, fatto sta che oggi va così.

Iniziamo!

✎Copertina (4/5 punti)

La copertina di questa storia a me piace. Senza dubbio alcuno dà a primo impatto un'anteprima piuttosto precisa di ciò che ci si aspetterebbe dalla tua storia, Autrice. Il font arabeggiante del titolo è gradevole, mi disturba solo il colore che non si accorda con il resto della foto, ma l'insieme risulta comunque ben riuscito.

✎Titolo e descrizione (7,5/10 punti)

Il titolo è come la copertina: spiega già da sé l'argomento trattato dalla storia ed è promosso a pieni voti nella sua semplicità. Passiamo alla descrizione, di cui allego screen:

Concentrandomi solo sul contenuto – della forma parlerò tra qualche riga nella sezione della grammatica – direi che su questa descrizione ci si può lavorare. Secondo me funziona perché:
- presenti brevemente la protagonista;
- mostri la sua condizione di schiava;
- dai un'infarinatura del perché è stata resa tale.
Guarda tutti questi elementi insieme cosa diventano con un po' di copia e incolla (e qualche aggiustamento grammaticale):

"Sono una schiava, mi chiamo Adara. [Insieme ad altri schiavi] s̶t̶i̶a̶m̶o̶ sto camminando da ore per poter arrivare al fiume e trasportare l'acqua fino al castello del Dio Serpente. E̶r̶o̶ Sono in mezzo al deserto del Sahara, il posto più infernale al mondo. A ogni passo c̶h̶e̶ ̶f̶a̶c̶e̶v̶o̶ i crampi aumentav̶a̶no, a̶v̶e̶v̶o̶ ho sete, ma quello̶a per adesso non e̶r̶a̶ è la cosa più importante. Siamo incatenati l'uno all altro e fra le mani porto u̶n̶ il diario q̶u̶e̶l̶l̶o̶ con cui vi racconterò la mia storia."

Direi che si tratta di una descrizione niente male, che ha solo il forte bisogno di essere lavorata.

✎Grammatica (4,5/10 punti)

Autrice, una cosa la devo dire: la forma di questo racconto ha diversi problemi e ci sarebbe bisogno di rifinire diversi aspetti, che andrò a elencarti in seguito. Inizierò col dirti, Autrice, che già altri utenti hanno segnalato sviste grammaticali [che ho deciso di non riportare  di nuovo qui perché si trovano in linea nella tua storia] anche abbastanza importanti. Ho notato, però, che tutto quegli errori sono ancora lì. Tuttavia è possibile che tu stia partecipando a qualche concorso e non possa mettere mano all'opera, in tal caso mi rimangio tutto e mi limito a riportarti ciò che ho notato io. Ossia:
- mancano tantissime apostrofo;
- le lettere maiuscole o compaiono in parole a caso nelle frasi, oppure non vengono apposte a nomi propri e dopo i punti fermi;
- i numeri come 1, 5, 10 ecc. vanno scritti in lettere, per esteso (uno, cinque, dieci);
- per migliorare la leggibilità del racconto sarebbe buona norma andare a capo di tanto in tanto, per separare il testo in più capoversi, soprattutto quando ci sono i dialoghi di mezzo.

E qui apro una piccola parentesi sulla punteggiatura relativa ai dialoghi. Il trattino corto ( - ) dovrebbe essere sostituito dalla lineetta emme ( — ). E – come dicevo poc'anzi – sarebbe buona norma separare i dialoghi tra i personaggi andando a capo.
Il resto della punteggiatura è usata in modo perlopiù corretto. Certo a volte mancano delle virgole (soprattutto in prossimità delle congiunzioni) ma ho visto di peggio.

Ho notato spesso, invece, una problematica relativa ai tempi verbali. Riporto un solo esempio da 2. Una prigione: "I mercanti scendono dai cammelli e sgozzano la povera signora anziana davanti ai nostri occhi. Era brutto da dire ma alcune persone cercano la morte pur di non restare qua così a lungo. -Camminate- ci ordina il mercante. Era nuovo, mai visto. Una barba nera e folta ricopriva il suo viso. (...) Abbassai il volto (...)" Se il tempo verbale usato per la narrazione è il Presente Indicativo, significa che tutto ciò che Adara vede e vive al momento della narrazione deve essere accordato a verbi che siano al tempo presente. In questa scena Adara narra dell'uccisione dell'anziana donna, la vede accadere davanti ai suoi occhi, per cui c'è bisogno di usare il Presente. Se Adara raccontasse del ricordo dell'uccisione dell'anziana signora, allora il passaggio ai tempi al passato sarebbe giustificato, ma non è questo il caso.
Spesso – non solo in questo estratto – capitano questo genere di sviste, per cui una rilettura con annessa sistemata sarebbe cosa buona giusta, Autrice.

A livello sintattico, ci sono molte, molte frasi che mi hanno lasciata perplessa. Ne lascio alcune di seguito per farti capire di cosa parlo:
- da 1. Caro diario: "Se solo uno di noi prova a scappare, una dura punizione gli aspetta che può trasformarsi in morte. Gli verrà tolta ogni centimetro di pelle e dopo immerso nel sale da vivo e fatto guardare dagli alti in modo che imparino la lezione."
- da 2. Una prigione: "Nessuno di noi schiavi parla o ci si da una mano a vicenda"

Insomma, penso tu abbia capito che ci siano delle cosine da rivedere, Autrice, e io non mi dilungo oltre.

✎Ambientazione (6,5/10 punti)

Gli ambienti descritti in questo racconto sono resi abbastanza bene. Il deserto, le prigioni, l'ambiente angusto e oppressivo dove gli schiavi scontano la prigionia... Diciamo che sull'ambientazione non ho troppo da ridire.

C'è, però, un dubbio che mi assale, Autrice, e che non riesco a fugare, dopo aver letto sette capitoli della storia. L'universo da te creato sicuramente non corrisponde alla realtà, ma ancora non mi è chiaro se affonda le proprie radici nel fantasy. Non si capisce in che epoca vive Adara, se c'è o meno del progresso tecnologico, se si tratta di un passato recente o di un presente distopico. C'è il culto di questo Dio Serpente, che non si capisce chi sia, cosa voglia... È vero anche che i capitoli sono molto corti e che io ho letto molto poco, ma contestualizzare un minimo non guasterebbe affatto.

✎Caratterizzazione dei personaggi (6/10 punti)

La protagonista è l'unico personaggio degno di nota del racconto. Di lei si sa poco e più che le sue emozioni vengono raccontati gli eventi che lei vive (e quelli che ha vissuto) in prima persona. Del suo aspetto fisico si sa il giusto, della sua personalità si capisce poco, ma può darsi che il suo carattere venga fuori più avanti, visto che ho letto comunque molto poco del racconto.
Anche il suo aspetto fisico, ad esempio, resta molto all'immaginazione del lettore. Sostanzialmente di lei si sa solo che ha un volto da bambina e un fisico da donna, però questo non è molto...

Poi compare Alì che, a prescindere dal suo ruolo all'interno nella storia – di quello parlerò tra poco –, è un personaggio del quale non si sa nulla. È poco chiaro il suo ruolo, non è approfondito il suo aspetto fisico, non è chiara la sua personalità o quale sia il suo scopo.

Quello che mi sento di suggerirti dal basso delle mie incompetenze è di concentrati su di loro, su quello che provano, si quello che sentono, sulle cose che desiderano. Lascia da parte i fatti e fai emergere il carattere dei personaggi.

✎Trama (4,5/10 punti)

Stranier*, lo ammetto, quando ho iniziato a leggere questo racconto mi aspettavo di trovare qualcosa di diverso. Mi affascina molto immedesimarmi in culture e modi di pensare che non mi appartengono, e tra gli altri ammetto di avere un debole per la "narrativa araba" – tanto che la mia libreria è piena di questo tipo di romanzi. Leggendo il titolo di questo racconto ho pensato di trovarmi di fronte a una storia  di questo  genere, ma non è stato così. E questa non è una mancanza dell'Autrice, che ha raccontato la sua storia, ma si è trattato di una mia leggerezza.

Di che parla di questo racconto, ti starai chiedendo tu, Stranier*? Ebbene Schiava d'Egitto parla di una ragazza venduta come schiava per qualche misteriosa ragione, che viene tenuta prigioniera in condizioni riprovevoli e che, non si sa come, riesce a scappare. A costo di essere brutalmente sincera [non saprei proprio come dirlo altrimenti] devo ammettere che la trama non si regge in piedi. Il motivo per cui ho dato fiato con così tanta sincerità a questa opinione è che nulla di ciò che succede è approfondito, motivato o spiegato nella storia. I prigionieri sono schiavi del Dio Serpente. Ok, ma perché? Che fa questo Dio Serpente? Gli schiavi servono solo a caricare l'acqua? Se sì perché Adara dice di essere uscita nel deserto a prenderla solo pochissime volte?
Adara ripete continuamente che è impossibile fuggire dalla prigionia, e poi rivela di essere comunque riuscita a scappare un paio di volte. Non solo, afferma ripetutamente di essere sola e che gli schiavi non si aiutano a vicenda, ma lei stessa afferma di essere tornata indietro dalle sue fughe precedenti perché non se la sente di lasciare gli altri schiavi al loro destino. Finché, di punto in bianco, non cambia idea con l'arrivo di Alì. **Spoiler** Questo ragazzo, un mercenario di quelli che sorvegliano i prigionieri, la porta via dalla residenza del Dio Serpente con la stessa facilità con cui io esco dal 495 quando vedo i controllori dell'Atac. **Fine Spoiler**

Bisognerebbe evitare come la peste di contraddirsi da soli nella costruzione della trama, altrimenti la storia diventa un cane che si morde la coda. Se io dico che odio i funghi e tre pagine dopo affermo di mangiare le tagliatelle ai porcini, stai pur certa, Autrice, che il lettore non si ricorderà nemmeno come mi chiamo, ma si ricorderà che ho detto di odiare i funghi.

Io, però, resto comunque convinta del fatto che il tuo racconto del potenziale ce l'abbia eccome. Devi solo lavorare per creare delle basi solide per la trama, approfondire i concetti, ideare bene questo culto del Dio Serpente e spiegarlo in modo più concreto al lettore. Insomma, la parola d'ordine per questa trama è: arricchire.

✎Parere personale e coinvolgimento (2/5 punti)

Autrice, siccome sono più curiosa di uno Snaso sono andata a sbirciare sul tuo profilo e ho constatato che sei una ragazza molto giovane. Spero che tu prenda le parole che ti ho detto con la giusta filosofia [a occhio e croce la filosofia giusta sarebbe mandarmi a cagare nel dialetto che conosci e mettendoci una pietra sopra]. Sono una tizia qualunque su Wattpad che ti ha dato la sua inutile opinione su una storia che hai scritto. Sappi solo che l'ultimo mio intento è quello di offenderti. Al contrario, spero che tra le inutili parole che ho messo insieme per questa recensione tu trovi qualcosa che ti possa spronare a migliorare.

Un suggerimento vero voglio lasciartelo, però, anche se potrebbe suonare scontato come uno yogurt scaduto ieri: leggi, leggi tantissimo e qualsiasi cosa che ti capiti a tiro.

E con questo credo di aver detto tutto.

✎PUNTEGGIO TOTALE: 35/60 punti

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