La ragazza dagli occhi di ghiaccio ✎
Ciao Stranier*,
rieccomi con una nuova e poco professionale recensione di una nuova storia che è quella di [rullo di tamburi] Proxyla. Ad attirarmi, Autrice, è stato il titolo della tua opera, perché anch'io nel mio racconto [si intitola "L'ancora" #adv #advertising #sponsoredbyTrix #ad ] ho una ragazza dagli occhi di ghiaccio e ammetto senza vergogna che ho scelto la tua storia solo ed esclusivamente per questo motivo.
Troppo autopreferenziale? Probabilmente sì, ma no, non mi costa per niente ammetterlo, Stranier*; questo è un piccolo microcosmo a stampo dittatoriale e visto che sono io a comandare, stabilisco io i̶l̶ ̶c̶a̶o̶s̶.̶ ̶O̶ ̶m̶e̶g̶l̶i̶o̶ le regole [risata malefica].
Bando alle ciance, anche se la scelta può sembrare priva di qualsiasi raziocinio, alla fine si è rivelata più giusta di quella che ha preso Diana decidendo di sposare il principe Carlo [sì, sto guardando The Crown- Stagione Quattro].
Iniziamo!
✎Copertina (3,5/5 punti)
Fun fact [assolutamente non richiesta]: Autrice, io non ti seguivo prima di scegliere la tua storia tra quelle nel modulo, così, dopo averti inviato il messaggino privato, sbircio nel tuo profilo e trovo questa copertina qui:
Ritorno nel modulo, ricontrollo la crocetta che hai messo a "Genere della storia", rileggo la risposta alla domanda "Perché dovrei leggere la tua storia?" e ritorno nel tuo profilo.
Ti renderò partecipe del mio sgomento, Stranier*, ma procediamo con ordine.
La copertina mi piace molto: l'immagine è bella, il bordo nero sta particolarmente bene sia con l'immagine, sia con il testo, e la scelta di font molto semplici, eleganti ed efficaci, la avvicina molto alla copertina ideale... ma c'è un ma. Potrebbe essere la copertina perfetta per una ragazza che scopre di essere un'elfa, o una principessa delle fate, o Khaleesi madre dei draghi e io [non so tu, Stranier*] mi sarei giocata l̶e̶ ̶c̶h̶i̶a̶p̶p̶e̶ una pizza "da Michele" scommettendo di essere di fronte a una storia fantasy. Guardandola non avrei mai intuito che il tuo è un racconto d'azione, d'avventura, un mezzo giallo, un thriller, un poliziesco [qualunque cosa tu voglia, Autrice]. Per questo, solo per questo (scherzo, anche per il "by" in inglese che stona con il titolo e le altre scritte in italiano) non prende il massimo dei voti.
✎Titolo e descrizione (7/10 punti)
Il titolo, invece, è promosso a pieni voti perché tu, Autrice, lasci intendere che la ragazza dagli occhi di ghiaccio, ossia [lo dico, o non lo dico? Lo dico, o non lo dico? Lo dico.] Eve, riesca a comunicare il suo stato d'animo proprio grazie a essi. Credo, quindi, che sfruttare il titolo per sottolineare questa sua peculiarità sia molto azzeccato. Lo stesso non credo di poterlo dire per la descrizione. Ti lascio qui lo screen, Stranier*:
Prima di iniziare a leggere i capitoli della storia, generalmente passo dalla descrizione, per capire se l'idea che l'autore dà della storia è attinente con la stessa.
Questo è quello che ho pensato leggendo la tua descrizione, Autrice.
**Attenzione** [il sipario cala e parte la proiezione del mio cortometraggio mentale]
La fredda ragazza dal passato misterioso friendzona [voce del verbo friendzonare, indicativo presente, terza pers. sing.] il ragazzo con le grandi ambizioni; entrambi poliziotti, loro indagano insieme sul "killer dei killer", che nel frattempo uccide i malavitosi, mentre la ragazza dagli occhi di ghiaccio – che ha dei segreti da nascondere – si immischia nelle indagini, occultando e trafugando prove alla polizia [lo so, ho sbagliato tutto, nella vita dovevo fare la regista.].
Arrivata al ventiduesimo capitolo, posso darti un piccolo spoiler Stranier* dicendoti che niente di ciò che ho scritto qui sopra è giusto (a parte, forse, la friendzone).
Ridivento seria per un attimo, Autrice, per suggerirti di rivedere questa descrizione, perché così com'è genera un pochino di confusione. O, almeno, l'ha generata a me.
✎Grammatica (7/10 punti)
In genere per me questa sezione è sempre un vero r̶o̶m̶p̶i̶m̶e̶n̶t̶o̶d̶i̶c̶a̶.̶.̶.̶ ̶e̶h̶m̶,̶ incubo. Stavolta non ho trovato grandissimi errori, complice il fatto che la sintassi usata dall'Autrice qui presente è, il più delle volte, molto, molto semplice, come pure il lessico. Ci sono comunque alcune cose che ho notato, soprattutto per quanto riguarda la punteggiatura, e le riporterò qui di seguito.
A livello grammaticale non ho riscontrato grandi sviste, a parte qualche refuso di cui segnalo "alle sue calcagna" (capitolo 2 - la fuga) che personalmente io ho sempre usato senza il possessivo e "caffe" senza accento. Rispetto al lessico, invece, ho qualcosa da ridire, ma credo sia più calzante parlarne relativamente alla trama e, infatti, lo farò lì.
Le ripetizioni sono uno dei classici errori che faccio io quando pubblico un capitolo troppo velocemente, senza averlo letto abbastanza volte [per quanto mi riguarda almeno una ventina, rincuorami, Stranier*, dimmi che non sono la sola] e qui ne ho notate diverse, soprattutto nei capitoli iniziali. Ne riporto alcune:
capitolo 1 - il killer dei killer: "zuppo di sangue" o simili ripetuto più volte durante il capitolo;
capitolo 2 - la fuga: "moltitudine di cadaveri" e nella frase immediatamente successiva: "innumerevoli cadaveri";
Da amante e assoluta estimatrice degli avverbi, quando inizio a notarli durante la lettura significa che probabilmente devono essercene un po' troppi. Non sempre, ma a volte mi è capitato di notare anche due avverbi dal suffisso -mente nella stessa frase, o comunque in due frasi successive. Riporto esempi dal capitolo 4 - le maniere forti:
- "tremava vistosamente" e poi "tremava visibilmente" e ancora "tremando vistosamente" nel giro di qualche frase.
- "Non era sicura di poterli stendere contemporaneamente, uno avrebbe probabilmente avuto il tempo di reagire."
[E qui mi fermo con le ripetizioni, anche se potrei continuare.] Consiglio? Rileggere, rileggere, rileggere.
Le maiuscole. I capitoli (come ho riportato immediatamente sopra) sono scritti così come li vedi, in minuscolo. Mi sembra di aver letto a volte, rare volte – rarissime volte – dei libri in cui il titolo del capitolo fosse in minuscolo, ma credo di non essere in errore se affermo che la norma sia mettere la lettera maiuscola.
La punteggiatura. I tre puntini di sospensione... Ne ho visti più in questo racconto che in tutti i racconti che ho letto fino ad ora su Wattpad. Non nutro alcun risentimento verso di loro, Autrice, solo sono troppi! Quando nei dialoghi un personaggio interrompe un altro per prendere la parola [ok], per lasciare una frase in sospeso [ok, ma solo una volta ogni tanto], nei dialoghi per lasciare intendere che ci sia una pausa nel discorso [ok, ma non ripetutamente nello stesso dialogo]. Riporto screen per avvalorare la mia tesi:
Rispetto alla punteggiatura, Autrice, che ci tengo a sottolineare essere perlopiù corretta, l'altra cosa che ho notato è che spesso eviti di usare il punto quando serve. Esso viene sostituito nei modi più fantasiosi [vedi i puntini di sospensione], favorendo la creazione di frasi molto, molto lunghe ed elaborate che sarebbero, invece, perfette adoperando qualche punto qua e là, come nell'esempio che lascio di seguito.
✎Ambientazione (6,5/10 punti)
Autrice, si nota parecchio che ti senti molto a tuo agio a descrivere di ambienti chiusi, perché in ventidue capitoli che ho letto, non c'è un solo, singolo indizio che riconduca a qualche macro elemento dell'ambientazione. Sappiamo solo che all'inizio i personaggi sono in Italia e che poi si sposteranno negli Stati Uniti, ma non ci è dato sapere di una città, un quartiere, un panorama, nulla. Questa non vuole essere una critica, è solo l'osservazione di una lettrice che sarebbe stata molto curiosa di sapere che tipo di malavita è stata colpita, in che città si è svolto l'inseguimento sui tetti, e – perché no – anche dove si trova il quartier generale della CIA.
Le ambientazioni ci sono, sono presenti anche le descrizioni della stanza del massacro, della cella dove Eve viene imprigionata, del ristorante, dell'Arena. I luoghi sono descritti abbastanza dettagliatamente, ma il più delle volte sono parti a sé stanti del testo. Dal basso della mia ignoranza, non mi metto a usare termini tecnici p̶e̶r̶ ̶f̶a̶r̶e̶ ̶l̶a̶ ̶f̶i̶g̶a̶ ̶s̶e̶n̶z̶a̶ ̶a̶r̶t̶e̶ ̶n̶é̶ ̶p̶a̶r̶t̶e̶, ma credo che facendoti un esempio potrei riuscire lo stesso a farti capire ciò che intendo. Siamo nel capitolo 21 e parli dell'Arena:
Dovete sapere, Autrice e Stranier*, che da quando ho l̶e̶t̶t̶o̶,̶ ̶n̶o̶ ̶r̶e̶t̶t̶i̶f̶i̶c̶o̶,̶ ho provato a leggere Proust in quinto superiore, stano le parti descrittive dei testi che leggo allo stesso modo in cui Bellatrix stana Mezzosangue. Così, ho intuito subito che questo sarebbe stato uno di quei passaggi puramente descrittivi (come molti altri sparsi nel testo), che si discostano dalla narrazione solo per dare informazioni a noi lettori (in questo caso su com'è fatta l'Arena). So che è più un discorso da fare relativamente alla narrazione, ma per me ha senso parlarne qui [non chiedermi perché, Stranier*, sai che mi piace mescolare le carte in tavola]. *Spoiler* Immagina se questi stessi particolari li avessi integrati alla scena dell'azione: avresti potuto parlare della funzione dei due ascensori in modo molto più naturale facendo uscire Eve da uno e il samurai dall'altro; avresti potuto mostrarci il pavimento di piastrelloni bianchi quando Eve sbatte a terra il samurai durante il corpo a corpo; avresti potuto lasciare intendere che i due si sentono osservati da spettatori che non possono vedere perché nascosti dai vetri a specchio. *FINE Spoiler*
Insomma, il succo è integrare la descrizione degli ambienti nella narrazione per ottenere un risultato meno infodumposo [voce dell'aggettivo "l'ho appena inventato"].
✎Caratterizzazione dei personaggi (7/10 punti)
Sui personaggi partirò a gamba tesa, parlando prima di quelli secondari; il problema di questi è uno e uno solo: li hai tralasciati. Il Boss della malavita nel primo capitolo, ti giuro, l'ho confuso con il poliziotto grassoccio della prigione. I due poliziotti? Entrambi sullo stesso piano emotivo, spaventati e titubanti, spavaldi solo all'apparenza, indistinguibili se non per le loro caratteristiche fisiche. Lo stesso Graham, un personaggio che se sviluppato sarebbe potuto essere davvero interessante, è un po' insipido, come anche il capitano della polizia.
Via il dente, via il dolore. Passiamo alle cose belle.
Ray e Eve come protagonisti sono due personaggi interessanti, che hai sviluppato abbastanza bene. Lei, avvolta da questo alone di mistero, impenetrabile, sagace, sarcastica, tosta e un po' irriverente; lui (totalmente cotto a mio avviso) chiacchierone, socievole, belloccio, positivo. Quasi due opposti, che – a quanto pare – si attraggono in modo inevitabile, per un motivo o per un altro.
Anche le descrizioni fisiche dei personaggi sono azzeccate: non sono mai troppe o troppo poche e riescono a dare gli indizi che servono a noi lettori per figurarci ogni personaggio nella mente.
✎Trama (6/10 punti)
L'intreccio che tu, Autrice, hai architettato per raccontare le vicende dei tuoi personaggi è molto interessante, sprona noi lettori ad andare avanti con la storia in maniera del tutto naturale. *SPOILER* La storia inizia con questo killer che massacra un'intera stanza di malavitosi e, poi, tenta di fuggire dalla polizia, ma grazie a Ray viene catturato. Si scopre che il killer è una lei, una ragazza di poco più di vent'anni di nome Eve e durante la sua detenzione in prigione, inizierà a costruirsi uno strano rapporto di f̶r̶i̶e̶n̶d̶z̶o̶n̶e̶ amicizia con il poliziotto Ray. Si scoprirà che lei ha legami con la CIA, e tante altre cose belle e interessanti, leggete la storia per maggiori info. *FINE SPOILER*
La base c'è, però, devo dire che al tempo stesso ci sono anche tante cose su cui lavorare. In primis la veridicità. Essa dipende molto da chi legge e a cosa dà importanza, ma personalmente, durante la lettura di una storia ambientata in un mondo "canonico" (non fantasy, distopico, fantascientifico o che abbia a che fare col paranormale) io do moltissima importanza alla veridicità di ciò che sto leggendo. Durante la lettura della tua storia ho trovato una marea di elementi che mi hanno fatto alzare gli occhi al cielo come Sheldon ogni volta che sente Penny parlare di argomenti che si avvicinano alla scienza.
Quello che mi ha lasciato più perplessa in assoluto è l'atteggiamento da cugino r̶i̶t̶a̶r̶d̶a̶t̶o̶ scemo della polizia italiana di fronte ai fatti. Per quanto le istituzioni italiane non siano tra le più efficienti e dedite alla modernità del mondo, ci sono alcuni passaggi su cui non riesco proprio a prescindere. Per brevità [non ridere, Stranier*, ti sento] mi limiterò a parlare del periodo di detenzione di Eve in carcere.
- La cella in cui Eve viene rinchiusa. Presunta killer di chissà quanti uomini, non è verosimile che venga custodita dalla polizia in una cella strutturata così: A) porta dei locali che accedono alla cella che si chiude a chiave dall'interno; B) armeria (aka stanza delle torture) in una stanza adiacente alla cella; C) telecamere controllate da un computer immediatamente fuori della cella stessa.
- Libertà di azione. È altamente improbabile che una criminale venga lasciata libera di agire nel modo che più le aggrada, richiedendo qualunque cosa lei desideri (compreso uno scambio di ostaggi) senza il minimo tentativo di disturbo da parte della polizia (gas narcotico, intervento delle forze speciali, eccetera).
- L'acquario e il ritorno in cella. Scenografico che Eve venga calata in un acquario, certo, ma oltre all'aspetto pratico [con la mia forma mentis abituata a pensare all'atto pratico delle cose, ho continuato a chiedermi come fosse possibile calare una presunta criminale in un acquario profondo cinque metri], mi viene da pensare a un secondo aspetto, ben più importante: la polizia, senza ostaggi in pericolo, non avrebbe alcun motivo per assecondare le richieste assurde di Eve; in più non ci sarebbe alcuna spiegazione logica per cui venga consentito a Ray di tornare in cella per passare la notte con lei.
Mi fermo qui, ma potrei applicare questo stesso ragionamento a tanti altri particolari che risultano davvero poco verosimili.
Il narratore e la narrazione. Il narratore è una terza persona al passato, con focalizzazione variabile che rimbalza da Eve a Ray e il passaggio da un punto di vista all'altro è generalmente segnalato da un distanziatore. Ora, Autrice, il più delle volte padroneggi bene questo tipo di narratore, ma nelle scene di azione più pura (mi vengono in mente l'inseguimento sul tetto e il combattimento nell'Arena) tendi a cambiare punto di vista ogni due o tre frasi, il che rallenta moltissimo la narrazione, senza aggiungere assolutamente nulla alla lettura. Mi spiego. Il cambio del punto di vista da un personaggio X a un personaggio Y è efficace quando Y riesce a offrire un punto di vista esclusivo sulla narrazione che X, invece, non ha.
*Spoiler* L'inseguimento sul tetto, ad esempio, così com'è perde di efficacia perché i due personaggi stanno raccontando la stessa identica cosa. Pensa se fosse solo Ray a raccontare dell'inseguimento del killer, di come lo ritenga abile, ma riesca a stargli dietro; della sorpresa nello scoprire che sia una donna, del momento di esitazione che legge nei suoi occhi che consente al collega di colpirla con il taser (in barba alla veridicità: alle forze dell'ordine italiane non è stato ancora concesso di usare i taser).*Fine spoiler*
Altro elemento che non mi ha fatto impazzire nella narrazione sono stati i dialoghi, o meglio, il lessico di alcuni dialoghi. Soprattutto quello usato dai due poliziotti non mi ha convinta affatto. I ripetuti epiteti con cui appellano la killer (condivisibili o meno) sono troppo eccessivi (o ripetuti troppo spesso) e ne risente molto la credibilità del discorso. I dialoghi dovrebbero aggiungere qualcosa in più, dovrebbero dare al lettore informazioni difficilmente integrabili nella narrazione, dovrebbero marcare l'evolversi del rapporto tra i personaggi, quindi dovrebbero essere credibili.
Leggere ad alta voce potrebbe aiutare, anche io lo faccio [e a volte mi rendo conto che delle frasi che ho scritto non le direi mai e poi mai!].
✎Parere personale e coinvolgimento (3,5/5 punti)
Nonostante questa storia abbia qualche difettuccio, l'ho comunque divorata fino al ventiduesimo capitolo. Questo perché, Autrice, il punto di forza della tua scrittura è quello di creare suspence e curiosità, attirando noi lettori nella rete di misteri che orbita attorno a Eve. Io mi sono chiesta spesso chi sia lei, cosa l'abbia spinta a diventare una specie di ninja vendicatore a poco più di vent'anni, e sembra sempre esserci una risposta all'orizzonte, ma tu sei abile posticipare questo orizzonte sempre più, costringendomi ad andare avanti con la storia.
Per finire, credo che che il tuo racconto abbia del potenziale, ma è ancora essenziale che tu ci lavori su.
✎PUNTEGGIO TOTALE: (40,5/60 punti + 0 punti bonus)
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