L'ora della verità ✎
Ciao Stranier*,
come stai? Eeeeh? Mi chiedi come è andato il Natale?! Non offenderti se ti rispondo con una sonora risata, skippo la domanda e vado avanti come nei migliori quiz televisivi con i premi in gettoni d'oro.
È giunto il momento di presentarti l'anima pia che si è offerta volontaria come tributo per la recensione a venire, ossia Amigdala88.
L'Autrice qui presente non ha dovuto fare molto per convincermi a leggere la sua storia, perché questa si trova nella mia biblioteca già da un po', pronta a essere letta al momento opportuno che, a quanto pare, è arrivato.
Iniziamo!
✎Copertina (4/5 punti)
Autrice, io non apprezzo mai i bollini in copertina, è un mio difetto strutturale, come una trave di legno mangiata dai tarli [deformazione professionale, Stranier*]. Ho voluto togliermi subito il dente perché devo dirti che in verità la copertina non mi dispiace affatto. Finalmente un font chiaro, pulito e leggibile (aggettivo non troppo scontato da queste parti) sia per il titolo, che per il nome autore e finanche per la frase [miracolo dei miracoli]! I tre elementi che ho appena citato sono anche risaltati dal colore a contrasto e ben posizionati rispetto all'immagine che compone la copertina. L'unico appunto che mi sento di farti riguardo al font è l'accento di verità che va a coprire la "l" di "della", ma è una quisquilia, veramente. Te la segnalo solo perché è facilmente modificabile e magari nemmeno ci avevi fatto caso. L'immagine di New York in notturna è molto bella (non mi è sfuggita nemmeno la luna rossa, Autrice) ed essendo la città molto protagonista nella storia, è perfettamente lecito metterla in copertina.
L'immagine della statua credo sia collegata a un avvenimento dei primi capitoli, non lo citerò per non fare spoiler, ma sta molto bene nell'insieme.
✎Titolo e descrizione (8,5/10 punti)
Avrai imparato, Stranier*, che l'ordine non è il mio forte, per cui stavolta partirò dalla descrizione. Segue screen:
Bon [francese. Scusate, Stranier* e Autrice, oggi ho passato la giornata a scrivere un capitolo della mia storia "L'ancora" #adv e mi è rimasto il francese nella testa]. Io sono arrivata a leggere il capitolo ventidue, compreso il prologo (seguendo la numerazione dell'Autrice sono al numero 11) e posso dire senza ombra di dubbio che ci siano Too Much Information in questa descrizione. Rileggendola anche col senno di poi, mi accorgo che alcune cose non sono ancora successe, nonostante io sia a un terzo della storia pubblicata e questo mi fa gracchiare come un corvo in un campo di grano: "spoileeeeeeer, spoileeeeer"!
Vorrei parlare di due cose:
- di ciò che scopriamo di Amelia solo in questa descrizione:
A) è un detective privato;
B) è stata addestrata da Alec (chi è Alec, tra l'altro?);
C) ha un passato tormentato;
D) comprometterà le sue amicizie (e solo all'alba del ventunesimo capitolo, questo non sarà più uno spoiler);
E) è stata in terapia;
Senza girarci troppo intorno: per essere una presentazione sappiamo decisamente troppe cose di lei.
- della frase: "(...) grazie all'addestramento di Alec sa benissimo cosa si aggira tra i vicoli della sua città, ma streghe e vampiri sono solo la punta dell'abisso di mostri che realmente esiste." Non mi è dato sapere chi (o meglio, cosa) sia Alec, ma già so che ha addestrato Amelia, anche se non so a fare cosa. Presumibilmente qualcosa di correlato alle streghe e ai vampiri. Inoltre, se Amelia sa benissimo cosa si aggira in città, io sostituirei quel "ma" con un "e". Così sembra quasi che Amelia debba ancora scoprire l'abisso di altri mostri che abitano la città, il che andrebbe a cozzare con la frase precedente in cui affermi che lei li conosce benissimo. O l'una, o l'altra.
Concludo, Autrice, dicendoti che la frase finale è molto enigmatica e crea quella vena di suspence che un po' manca nel resto della descrizione. È proprio grazie a questa, poi, che riusciamo a capire a cosa si riferisca il titolo, cioè all'insieme delle verità che finora sono state nascoste alla protagonista. Ci fa capire che esse arriveranno tutte in una volta e che sarà un momento catartico, epico, di phàtos. Come quando Sheldon scopre che la sua ricerca è a un punto morto, insomma.
✎Grammatica (7,5/10 punti)
Autrice, ti prego, insegnami come fare per non lasciare virgole ballerine in giro, a non scrivere "s" al posto delle "d", a scrivere parole che ho messo nero su bianco solo nella mia mente.
Scherzi a parte, non ho trovato quasi nessun refuso e a livello grammaticale ho ben poco da segnalare. C'è un'ottima varietà di termini e, anche se il linguaggio è colloquiale, si nota che c'è una certa ricercatezza nel lessico.
In alcune occasioni ho trovato immotivata la presenza di alcuni verbi riflessivi nella frase, come negli esempi che seguono:
- 1. Ecco che va: "(...) appagata, ma turbata da quei loro incontri fugaci ai quali giurava di non prendervi più parte." Io avrei scritto "prendere".
- 7. Finché non molliamo: "(...) la detective non poté evitarsi di chiedersi (...)" Anche in questo caso io avrei scritto "evitare".
Anche alcune concordanze verbali non mi hanno convinta molto, ma te ne riporto solo una perché delle altre non sono sicura e vorrei evitare di dire castronerie [placida ammissione di ignoranza].
- 5.parte2: "La mail di Greg arrivò circa quarantacinque minuti dopo che Robin uscì, (...)" io userei il trapassato "era uscito".
Non so a te, Stranier*, ma a volte mi capita, quando leggo, di notare l'eccesso di un qualche elemento grammaticale in particolare. Generalmente si tratta degli avverbi, in questo caso dei gerundi.
Ora. Io sono fan dei gerundi, grande fan; se si spogliassero per me pagherei anche l'abbonamento su OnlyFans, ma è anche vero che, se usati in ingenti quantità e in frasi molto complesse (ne parleremo più avanti), appesantiscono parecchio la narrazione.
Per amore di brevità riporterò di seguito solo due passaggi emblematici:
- 5. parte 2: "Ci frugò dentro [al cassetto] non trovandola [l'agenda], chiudendolo di scatto e dedicandosi al secondo." In questo caso credo che quei due gerundi di seguito, riferiti a soggetti diversi peraltro, risultino particolarmente ridondanti.
- 6. Soldato: "Cliccò sui vari riquadri, spaziando lungo la 135esima fino all'incrocio con la Broadway, tornando indietro sulla Amsterdam, saettando lo sguardo (...)"
Rispetto alla punteggiatura, sono convinta che usi bene le virgole e la punteggiatura in generale. A volte, però, nel testo ci sono frasi molto lunghe con soggetti che cambiano ad ogni subordinata e coordinata, e i gerundi... Ah! I gerundi. Essendo il tuo un racconto molto serrato – in cui ogni particolare conta e il lettore deve sempre tenere alta l'attenzione – l'uso di qualche punto in più per spezzare le frasi avrebbe lo stesso effetto dello Brioschi Effervescente dopo il pranzo di Natale. Versione meno colorita: alleggerirebbe il testo. Segue esempio di mix letale di mancati punti e gerundio:
Infine (quasi) ho notato che usi i trattini corti come trattini medi. Il trattino corto si presenta sempre da solo e può essere usato per separare due parole, non due incisi.
"la lineetta [o trattino medio] può presentarsi da sola oppure, a differenza del trattino, in coppia, formando un segno composto da due elementi correlati, di cui il secondo può essere assorbito da un altro segno di interpunzione più forte (ad esempio il punto)." Ho riportato questo estratto dal Treccani perché ho notato anche che il secondo trattino è seguito quasi sempre dalla virgola. Teoricamente il trattino medio fa già le veci della virgola, quindi non c'è bisogno di far seguire al trattino la virgola, tranne in rari casi che non sto qui a elencare. [Sbaglio? Sono in errore? Sei liber* di contraddirmi, Stranier*]
Ultimixima cosa che vorrei segnalare è la seguente, randomica frase (da 2. parte2): "Cambiare sesso alle vittime?" Io metterei "delle", perché, detta così, sembra un po'... equivocabile.
✎Ambientazione (7/10 punti)
Vorrei iniziare dicendo che, anche se l'ambientazione newyorkese potrebbe sembrare un tantino mainstream, tu, Autrice sei riuscita a stupirmi in positivo. [E perché mi dirai tu, Stranier*, dare all'ambientazione del racconto solo uno striminzito sette?! Ci arrivo, ci arrivo.]
Sì, perché è più forte di me, Stranier*, ogni volta che leggo di un'ambientazione americana mi viene voglia di fare come Jessica Jones quando qualcuno sottolinea un'ovvietà [per quanti non lo sappiano: alzerei gli occhi al cielo in modo teatrale e prolungato, da Drama Queen quale sono]. Eppure stavolta mi sono dovuta rimangiare tutto. L'Autrice qui presente, Stranier*, mi ha fatto venire una voglia matta di vedere New York con gli stessi occhi adoranti con cui la vede Amelia. Chapeau a te, Autrice!
Voglio aprire, però, una piccola parentesi rispetto alle descrizioni, non solo dei luoghi, ma anche in generale di avvenimenti, personaggi e azioni. E ne parlo qui e adesso per tacere dopo, perché è un po' un argomento che si può estendere a tutto il racconto.
Premessa: il tuo modo di scrivere, Autrice, tende ad approfondire molto le descrizioni e il più delle volte (nonostante io non sia una loro grande fan, non è un segreto) sono integrate molto bene nel testo, riescono a coinvolgere anche i lettori con gravi cali di attenzione come la sottoscritta.
Ci sono stati comunque alcuni passaggi del testo che ho trovato troppo ricchi, troppo carichi di informazioni futili. E, Stranier*, mi potresti dire che questa mia avversione alle descrizioni minuziose potrebbe essere una mera questione di preferenza personale. Pertanto, per dare una parvenza di oggettività alla mia opinione, in genere, mi pongo sempre queste domande: la seguente parte descrittiva è utile al testo? Sono informazioni fine a se stesse, o arricchiscono la narrazione di informazioni utili per la storia?
**Spoiler** Mi viene in mente la scena in cui Amelia arriva alla cena di prova di Robin. Lì il narratore elenca quasi tutti gli outfit dei presenti al ristorante quella sera. Interessante, per carità, ma magari per un personaggio, due, tre. Dalla descrizione del quarto vestito in poi i miei occhi hanno iniziato a rotolare come una pallina in Pinball Arcade. **Fine Spoiler**
Faccio un esempio più pratico e senza spoiler con due passaggi che si trovano proprio uno di seguito all'altro nel testo.
Amelia entra in un negozio di vestiti e per quanto esso possa essere grandiosamente sfarzoso – in pieno stile americano – il lettore si è già figurato che lei sia circondata da vestiti, manichini, scarpe e scaffali. Per me questo passaggio descrittivo non aggiunge nulla alla lettura, ma la rallenta. A differenza, invece di quello che metterò di seguito, che serve a dare tridimensionalità al contesto.
Consiglio non richiesto di giornata: occhio all'infodump.
✎Caratterizzazione dei personaggi (9/10 punti)
Il punto focale di questo racconto sono senz'altro i suoi personaggi. Il lavoro di caratterizzazione che hai fatto, Autrice, è impressionante e mi ha davvero affascinata.
Costruire un personaggio come Amelia non è affatto semplice. L'hai resa incredibilmente umana, mettendo in risalto i suoi continui passi falsi e le sue fragilità, senza sforzarti di renderla a tutti i costi l'eroina che non è. Sei riuscita a rendere alla perfezione che la corazza impenetrabile con la quale lei affronta il mondo esterno, in realtà è solo un modo per proteggersi da dolore, sofferenza, rimpianti, rabbia, incertezze.
Mi sono piaciuti molto anche i vari rapporti che hai intessuto tra Amelia e gli altri personaggi, in primis quello con Robin, poi quello conflittuale con la madre. E un altro personaggio che ho apprezzato è stato Chuck, **Spoiler** ma ho come il sentore che Amelia lo userà come zerbino per la porta dell'ufficio non appena Alec comparirà di nuovo. **Fine Spoiler**
Non è facile, poi, inserire nel racconto un personaggio che in realtà non esiste più e tu con Michael ci sei riuscita alla perfezione. La sua presenza è tangibile, viva; nonostante lui sia morto riesce a creare scompiglio, a essere parte integrante del racconto stesso.
I personaggi sono anche descritti molto bene a livello fisico e mi complimento anche per gli aesthetics che hai creato ad hoc per loro. Davvero belli!
✎Trama (8,5/10 punti)
Stranier*, so che, memore della descrizione che ti ha fornito l'Autrice, ti stai chiedendo quando arriva la parte paranormale. Ebbene, la cosa che non troverai in questo racconto è un'eclatante immersione nel genere. La componente paranormale fa un po' da contorno senza mai rendersi protagonista, per ora.
Il mondo paranormale, il passato di Amelia, il suo rapporto con Alec, un intrigato susseguirsi di vicende del presente e del passato, tutto questo e anche di più viene centellinato nella narrazione dall'Autrice, che gioca con noi lettori come Pollicino con le molliche di pane nel bosco. Lascia pochi indizi alla volta sul suo intricato sentiero e noi lettori siamo costretti a seguirla con l'acquolina in bocca, raccogliendo una mollica alla volta, sempre legati alla famelica voglia di ottenere una briciola in più, per placare una fame che non accenna a diminuire.
Questo intricato gioco, Autrice, ti riesce bene, ma ha anche un effetto collaterale, che non definirei negativo (assolutamente no), ma che io ho notato comunque durante la lettura. L'ho già detto in precedenza e lo ripeto, la narrazione del tuo racconto è molto serrata, pregna di informazioni, di indizi, disseminata di piccoli particolari. Noi lettori veniamo messi di fronte a un puzzle difficile ,̶ ̶d̶i̶ ̶q̶u̶e̶l̶l̶i̶ ̶d̶a̶ ̶d̶u̶e̶m̶i̶l̶a̶ ̶p̶e̶z̶z̶i̶,̶ che sono avvincenti ed emozionanti, ma che richiedono anche una certa dedizione, una certa attenzione nella lettura.
Oserei dire che l'avvenimento su cui ruoterà la trama, oltre al sentimento che lega Amelia ad Alec, è proprio la morte di Michael **Spoiler** correlata alla figura del Macellaio. Hai messo troppa enfasi su questo serial killer (o questi serial killers) perché la sua morte non sia collegata al Macellaio, e ho anche una mezza idea di chi questi possa essere [quando finirò di leggere la storia mi dirai se ho ragione o no, Autrice], **Fine Spoiler** . I temi trattati, quindi, sono soprattutto quelli della perdita di un genitore e dell'abbandono e non mi dilungo a dire che li hai affrontati molto bene, come già ho accennato parlando del personaggio di Amelia.
Una cosa di cui vorrei parlare, però, Autrice, è il rapporto di Amelia con la pistola. Capisco che tu volessi rendere la paranoia che la detective prova nei confronti del mondo paranormale, ma quella dannata pistola sembra l'undicesimo dito delle mani di Amelia. Si sveglia di soprassalto? La prima cosa che fa è afferrare la pistola. Cammina per strada? La pistola è nella sua borsa. Entra in una stazione di polizia? Porta con sé la pistola. È adirata con qualcuno? Vorrebbe sparargli. Ho trovato questa presenza un tantino ingombrante e non mi ha fatto impazzire nemmeno il messaggio che ne viene fuori, ossia che per sentirsi al sicuro bisogna avere un'arma in mano. **Spoiler** Considerando, poi, che Amelia con la pistola ha anche ucciso una persona per errore, **Fine Spoiler** personalmente ho trovato che tu abbia calcato un po' troppo la mano su questo aspetto. Ma è un mio pensiero.
Ultimissssssima cosa: il narratore. Il narratore è in terza persona e, per adesso, si focalizza solo su Amelia. La narrazione, invece, è al passato, ma a volte ho notato dei refusi in cui i tempi verbali sono al presente. Ho segnato questi due:
- 4. New York: "Non si capisce mai davvero quanti siamo al mondo finché non si viene a New York."
- 6. Soldato: "occhi che la inchiodano e mani esperte che se ne approfittavano(...)"
✎Parere personale e coinvolgimento (4/5 punti)
Per concludere [stavolta sarò breve davvero, Stranier*, non crederai ai tuoi occhi]: ho trovato il racconto molto interessante. Credo proprio che proseguirò la lettura con più calma perché sei riuscita, Autrice, a farmi appassionare alle vicende di Amelia e ora sono curiosa di scoprire come si metteranno le cose e chi è il colpevole degli omicidi in città, e voglio piangere tutte le mie lacrime quando Amelia farà soffrire Chuck (non è uno spoiler, è una supposizione, ma io me lo sento).
✎PUNTEGGIO TOTALE: 48,5 punti
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top