Le mille sfumature di un arcobaleno di iesy55
Ripeto quello che dico sempre e ovunque: recensisco l'opera, non voi. Rileggete la frase dopo i due punti almeno dieci volte. Voi, casomai, entrate in discussione solo per il vostro legame con l'opera. Ho detto casomai con accento sul mai.
Partiamo.
Io non so perché, ma nella mia testa questa era una storia a tema LGTB. Letto il titolo e vista la copertina, la mia mente è volata subito a quel contesto particolare.
Sono fan delle storie LGTB? No
Sono rimasta soddisfatta nel vedere che non era una storia LGTB? No.
Perché? No.
Ah no, devo dare una risposta. No, non sono rimasta soddisfatta perché le mie aspettative si sono sentite tradite. Problema mio, direte voi. Va bene. Comunque volevo farvelo presente.
Partiamo, dicevo.
Problemi riscontrati? Molteplici. Li elencherò in serie tipo scariche di vomito. La classifica non è in ordine di importanza. Fornisco esempi casuali sia nel genere che nel numero.
1. Frasi oblunghe. Relative dentro relative dentro relative dentro relative dentro relative (elevare alla n) come cerchi concentrici sull'acqua dopo che ci hai buttato una pietra. Ma anche basta, dai.
Cap 6. "Ci disse che considerato il colore che avevamo scelto per pitturare la camera, pensando al film cinquanta sfumature, quel nome in mostra poggiato lì, avrebbe significato che qualcuno si dava da fare." Mi è venuta la labirintite. E mi è sfuggito il senso della frase e il motivo per cui mi inserisci tanti dettagli inutili. Sono già stanca.
2. Punteggiatura prezzemolata che spesso spezza frasi di senso compiuto in un numero maggiore di frasi di senso non compiuto. Il senso? Chiedetelo a Vasco, che ve lo dice lui.
CAp 1. "Sfilai dallo zaino la mia Canon che mi aveva regalato un anno fa al mio compleanno, la mia adorata nonna Kelly." Virgola che non ha ragione di essere. [sorvolo su "un anno fa" ma sappi che fa orrore.]
Cap 2. "Tra un po' sarebbe iniziato l'ultimo anno e l'unico modo per realizzare il sogno che avevo, era rimanere concentrato sull'obiettivo senza distrazione." La virgola anche qui, è messa a cazzo.
Cap. 6 "Ad ogni modo mentre trascorrevo quella estate movimentata. Le mie due amiche andarono in viaggio per l'Europa a divertirsi senza di me e nel frattempo però, io trovai lavoro." Punteggiatura che non ti sai spiegare come. Un punto che mozza una frase e una virgola che non serve. Fantastico.
Cap 9 "Capitano, come fai a non stare stanco", asserì il novellino: Julian Moore. Era sdraiato su una panca all'interno dei bagni: stremato.""
- A parte che stare stanco mi fa sanguinare le orecchie perché non ha senso in italiano - potrebbe averlo in qualche dialetto regionale o provinciale, ma NON in italiano - e trattengo un'imprecazione.
- A parte che la frase che inizia per "Capitano..." è una domanda e quindi mancano: nr. 1, il punto di domanda e nr. 2, il dichiarativo asserì (sin. affermare) è errato. Mi auguro di cuore che anche a te sia chiaro che questa è una domanda.
Ma che minchia mi stanno a significare quei due punti messi ad minchiam nelle frasi, dove invece ci andrebbe una "banalissima" virgola o un banalissimo niente? Boh.
3. Relazioni temporali prematuramente scomparse assassinate dai miei uomini (questa è una citazione altissima che capisco solo io probabilmente, ma mi diverte e quindi tenetevela!).
Cap 6. "La bionda l'aveva comprato in un mercatino dell'antiquariato. Per fortuna che fu della misura..." L'indicativo imperfetto. Questo sconosciuto.
4. Personaggi? Più piatti del cartone. Anzi di un foglio A4, 75gr.
Abbiamo lei, bistrattata dalla vita, con un rapporto difficile con la madre da cui avrebbe voluto ricevere qualche carezza e invece no, e lui - che visto la frequenza con cui rimarca la parola scopare soprannomineremo Neanderthal - che invece ha un sogno ben chiaro nella testa. No, non è scopare. Cioè, anche quello. Però incidentalmente vuole giocare in NBA. E scopare. Almeno la seconda la momento la fa, come attività. Quindi non capisco perché si senta in dovere di rimarcare la cosa ogni due frasi, ma forse sono io che sono troppo vecchia per queste cose. Non per scopare, capiamoci. Ma per rimarcarlo continuamente come un timbro. Qualcuno, con due o tre studi di psicologia alle spalle, direbbe che o c'è un disturbo della sfera sessuale (cit. Io e le mie ossessioni), oppure tutto questo parlare troppo potrebbe essere sintomo di una frequenza di quagliatura ben inferiore a quanto millantato. Ma sembra che questo quagli, o meglio, tu autora lo fai quagliare e allora buon per lui. Meno per noi che dobbiamo subire la lettura dell'atto e di tutti i suoi pensieri attorno all'atto.
Incidentalmente Neanderthal è anche psicologo fisiognomista perchè ci dice che la protagonista "non mi sembrava una che ti scopava senza sentimenti" che il signor Lightman di "Lie to me" levate de torno (e anche tu signor Paul Ekman che sulle microespressioni ci hai costruito una carriera, fatti da parte, incompetente che non sei altro) e sa che l'amore è una grande fregatura. Esperienze amorose passate: -273. Valore dell'affermazione sull'amore in base a dio solo sa quale santo: non pervenuto.
In generale i tuoi personaggi sono tutti veramente monodimensionali. Parlano e parlano di come sono e come si sentono, ma resta solo rumore di sottofondo. Nulla arriva al lettore, perché nulla sa di vero. Come diceva il nostro amico Bersani, "sei solo la copia di mille riassunti."
Tutto è filtrato, tutto è colato attraverso quest'esigenza esplicativa che hai tu autora, che continui a mettere in bocca ai tuoi personaggi uno perenne stream of conscioussness sul niente, che, detto tra di noi, stufa parecchio. Non ci sono azioni che parlano di come si sentono i personaggi. Ci sono personaggi che annegano in parole che ci vogliono spiegare come si sentono. Senza riuscire.
Poi diciamo la verità, sti sbarbatelli di sticazzi che ci vengono a spiegare la vita hanno anche un po' rotto la minchia. O mi metti in campo le emozioni, vere e sanguinolente e ruvide, e me li rendi credibili, altrimenti francamente, la morale che la vadano a fare altrove.
5. Trama. Non pervenuta. La storia è ferma. Anzi si barcamena tra un elenco puntato di azioni in sequenza e scene che stanno tra l'improbabile e il WTF? WTF sta per What the fuck? Machecazz?
Prendiamo, ad esempio, l'incontro dei due protagonisti.
A parte la sagra del clichè che ci accompagna da High school musical passando per ogni storiella adolescenziale (wattpadiana) dalla profondità di una pozzanghera in agosto, possibile che alla tizia le arriva una pallonata nella nuca che la scartavetra per terra e questa non tira nemmeno un porcone a pieni polmoni? Che non si incazzi? Che non abbia mezza reazione di scazzo? Dai, ma non è credibili. Almeno un ohibò, un perbacco, un santi numi! No, lei sorride flebilmente. E a me viene da vomitare.
Ma ovviamente non può finire qui. Arriva il tizio, e vuoi che non sia il più figo e il più bello (sia mai che sia un ciospo, nei libri sono tutti fighi come i sudcoreani dopo la plastica) e che non la inviti ad un falò sulla spiaggia, così a caso? Ma alle protagoniste di queste storie la mamma non ha mai detto di non parlare con gli sconosciuti?
Mi viene da vomitare, di nuovo. Ma ti riconosco il merito di non avergli fatto gli occhi verdi. Questo va detto.
Ora però, autora mia, parliamo di verosimiglianza. Nella vita reale quante sono le probabilità che una cosa del genere accada, senza che la parte offesa se ne esca con almeno una frase tra:
- sì, ma chi cazzo sei?
-sì, ma chi cazzo ti conosce?
- sì, ma che cazzo vuoi?
Io sono sicuramente acida, ma uno scambio del genere non sta né in cielo né in terra a meno che i due protagonisti non abbiano un'età a una cifra e frequentino l'asilo.
Un incontro del genere, dicevo, non sta né in cielo né in terra. Sta solo nei film. O nelle storie di Wattpad. Certo, tu mi potresti controbattere - per la seconda volta - che questa è una storia di Wattpad, ma confido nella tua intelligenza e nel potere di leggere tra le righe.
E poi la contestualizzazione delle rispettive situazioni. Lei via di casa, che ce la deve fare da sola, ma vive con le amiche. Con il lavoro che fa riesce addirittura a mantenersi? A diciannove anni? Quando è praticamente poco meno di una stagista? La fantascienza, proprio.
Sorvolo sull'ambientazione americana, di cui mi sono più di una volta dichiarata scettica. Ma ti chiedo: perché? Hai esperienza diretta di come si stia vivendo all'estero, e negli Stati Uniti in particolare? La vaghezza dei particolari, mi urla di no da tutti gli angoli e allora rinnovo al domanda: perché?
Puntualizzo. Non c'è nulla di male a usare un'ambientazione che sia diversa da quella dove noi ci muoviamo abitualmente, ma allora ti fai il mazzo e me la studi l'ambientazione e me la rendi credibile. Non me la piazzi sullo sfondo come la mia Liguria a Sanremo che poi ci piazzano la Canalis a promuoverla che però, piccolo dettaglio, è sarda e vive a Los Angeles. Se vuoi usare un posto, non usi lo stereotipo che vedi nei film. Mi fai sentire la puzza di McDonald che domina le strade del centro. Non voglio la cartolina, voglio al full immersion.
5. Parole il cui significato non ti sai spiegare come. Perché significano quello che tu le vuoi far significare. Che spesso non coincide con il significato reale. Per dire.
Cap. 1 "Giorgia era strabuzzata sul divano..."
strabużżare v. tr. [alteraz. del gr. στραβίζω «guardare da strabico»]. – Stravolgere, stralunare, solo nell'espressione s. gli occhi, sbarrarli e stravolgerli per improvviso malore, per violenta emozione e sim.: strabuzzò gli occhi e cadde a terra svenuto; quando ... gli si avvicinò presentandosi strabuzzò gli occhi perché si credette spacciato (Tomasi di Lampedusa). cit. Treccani
Cap. 3 "Il cuore incalzò i battiti nel petto.."
incalzare (ant. incalciare) v. tr. [lat. *incalciare, der. di calx calcis «calcagno»; propr. «stare alle calcagna»]. – Inseguire da vicino, premere in forze contro l'avversario in fuga senza concedergli tregua: le truppe incalzarono il nemico fin oltre il fiume; anche assol.: il nemico incalza; un incalzar di cavalli accorrenti (Foscolo). Fig.: la morte incalza, il pericolo incalza, è imminente; gli avvenimenti incalzano, si susseguono rapidamente, con corso inarrestabile, obbligando perciò a pronte decisioni; i. qualcuno con richieste o sim., sollecitarlo con insistenza; rifl. recipr., incalzarsi, di fatti o notizie che si susseguono rapidamente. ◆ Part. pres. incalzante, con valore verbale, che incalza, che insegue da vicino: erano inseguiti dai nemici incalzanti; notizie incalzantisi senza tregua; come agg., che urge da presso e costringe ad agire, a provvedere rapidamente: pericolo, minaccia incalzante; o che si ripete con insistenza: sollecitare con domande, con richieste incalzanti. cit. Treccani
Se qualcosa deve incalzare qui, non è il cuore, ma i battiti. Per dire.
6. Gerundio ad minchiam. Prima o poi, più probabilmente poi, lo farò un approfondimento sul gerundio, dacché noto sempre più frequentemente un uso del tutto creativo di questo tempo verbale.
Cap. 9 "A volte ero stanco di dover vigilare sugli altri e in primis pagarne le conseguenze, proprio sul campo dovendo faticare di più per portare a casa il risultato." Questa frase ha talmente tante cose da sistemare (virgola che non ha senso, posizione delle parole casuale, relazione semantica tra le parti del discorso che fa acqua a ogni dove, uff - autora mia, io ho una certa età, abbi pietà di me) che, in apnea, mi concentrerò soltanto sul gerundio altrimenti si fa notte.
Il gerundio può svolgere molte funzioni tra le quali quella temporale che è la più frequente, es. Tornando a casa abbiamo visto l'arcobaleno, ma che qui non ci azzecca una fava. Nemmeno le altre meno frequenti, a dire il vero (modale, concessiva, causale). Forse, tirata per i capelli potrebbe calzare la funzione modale, ma la frase è annacquata in una tale costruzione contorta che nulla ha più senso. Per averlo, il gerundio andrebbe spostato direttamente dopo "pagando le conseguenze" in modo da esplicitare COME viene svolta l'azione di pagare, appunto, le conseguenze. Così com'è, onestamente, la frase è inutilmente oscura e il gerundio perde la sua ragione semantica d'essere.
Sempre più avanti nello stesso capitolo: "La prima sera ero andato a una festa e avevo scopato con una dell'ultimo anno tutta la notte, sballandoci..." No, Maria, io esco...
7. Infodumping. Ad esempio: Il capitolo due, ovvero la storia dei genitori di lui scaricata con la cariola, senza nessuna pietà. E a me sale, ancora una volta, la domanda: perché? O anche, che cazzo me ne frega, ma perché stava meglio. Se proprio mi devi rifilare il pippone, almeno mettimi uno straccio di emozione del protagonista, una frase del tipo: " non volevo fare come i miei che si erano conosciuti all'università e non si erano più lasciati." Una minchiata del genere, qualcosa che mi fa intravedere una parvenza di emozioni. E invece, no. Il protagonista è emotivamente afono. Che palle.
Non che lei sia tutto questo pozzo di sentimenti. Lei e le sue amiche sembrano praticamente dividersi un cervello, ma fanno tutte le superdonne. Es e leggo ancora una parola su quanto la protagonista debba faticare per vivere mi metto a cantare L'aria della Regina della Notte di Mozart a pieni polmoni, porco cazzo.
Concludo.
Dovrò essere brutalmente schietta. Questa storia è tremenda. Per forma, per contenuto, per costruzione (mancante) dei personaggi, per la totale assenza di un qualsivoglia appiglio emotivo. C'è davvero un lavoro enorme da fare, ma se tu ci credi e hai fiducia nelle potenzialità sia dei personaggi che di quanto vuoi raccontare, allora vai, senza guardarti indietro.
Ho stroncato la tua storia? Sì, l'ho fatto.
La tua storia ha speranze? Sì. La speranza, come ci insegna la nostra amica Pandora (che non è quella dei gioielli) è l'ultima a morire.
Devi iniziare a leggere come se non ci fosse domani. Devi fare indigestione di libri. Ma non qui su Wattpad, e non libri di influencer, te ne prego. Leggi i classici. Alcuni ti faranno cagare, ma almeno sono scritti come si deve e puoi solo imparare e trarne vantaggio. Segnati i passaggi che ti muovono le budella e ragiona sul perché e su come lo fanno. Ragiona sui modi di mostrare le emozioni, o su come ti arrivano senza che siano spiattellate. Studiati le descrizioni, i punti di vista. Leggi e fatti delle domande. Leggi e rifletti, leggi e rifletti. E poi leggi e rifletti.
E poi anche un bel ripassino alla grammatica, che fa sempre bene.
Buon lavoro.
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