Stile e registro

E adesso, che pofferbacco si è inventata questa?

Lo so, a me di natura, piace cercare il freddo per il letto. No, rifurmulo. A me piace capire il perchè. Che a volte è la stessa cosa.

Quindi perchè parliamo di stile e registro?

Stile e registro sono due aspetti strettamente connessi e molto importanti da tenere a mente quando si scrive, pena cose che non ti sai spiegare come.

Un registro, in linguistica , indica la varietà di lingue impiegate a seconda del tipo di rapporto psicologico e sociale sussistente tra i locutori, delle circostanze in cui avviene la comunicazione e del mezzo impiegato. cit. Wikipedia

In letteratura, lo stile è un insieme di tratti formali che caratterizza il linguaggio di un autore, di un'opera, di un genere letterario, e che risulta da una scelta consapevole che si allontana dall'uso o dalla norma corrente. cit. Wikipedia.

Semplifichiamo, che detto tra noi, di queste definizioni, non si capisce granchè.

A. IL REGISTRO

Il registro è la modalità comunicativa messa in atto a seconda delle circostanze, dell'ambiente e degli interlocutori. Quindi il modo in cui si parla a seconda del contesto (riduzione ai minimissimi termini, proprio!) e a chi ci si sta rivolgendo (ovvero i lettori).

Mai notato il linguaggio dei libri per bambini/ragazzi e quello dei libri per adulti/specialisti? Ecco sapere a chi si parla, fa tutta la differenza del mondo. Oppure più banalmente, se state parlando al vostro compagno di banco, userete un certo linguaggio. Se insieme al vostro compagno di banco c'è sua madre/sua nonna o vostra madre/vostra nonna, probabilmente il vostro modo di parlare cambierà (e se non lo fa, probabilmente dovrebbe, dico per dire).

Esistono, convenzionalemente, tre tipi di registro nella comunicazione:

- registro alto (aulico) o formale. È un registro tipico delle situazioni formali o di quando non si ha familiarità con l'interlocutore. Spesso è impiegato tra due soggetti che non sono allo stesso livello. Impiega termini ricercati, periodi articolati con subordinate, tecnicismi, e frasi complete, non frammentate;

- registro medio: è il registro della comunicazione quotidiana, con lessico semplice. Avviene tra soggetti di pari livello ed è caratterizzato dalla coordinazione e da una sintassi semplice, ma comunque organizzata;

- registro basso/informale o colloquiale. È il tipo di registro impiegato a livello parlato, con frasi frammentate, espressioni gergali, intercalari e lessico estremamente semplice e indicativo di un rapporto confidenziale.

B. STILE

Lo stile è l'insieme di strumenti e barbatrucchi (spesso caratteristici di ciascun autore) con cui viene dato vita a un particolare registro.


Quindi, riassumiamo ancora per sommi capi. La situazione (intesa come contesto e parti in causa) in cui è inquadrata la comunicazione determina il registro e si traduce in scelte stilistiche concrete.

Esempio:

A. Trovo il tuo atteggiamento quanto mai indisponente.

B. Sei irritante.

C. Hai rotto il cazzo!

Capirete senza bisogno di spiegazioni, che gli esempi B e C sarebbero davvero fuori luogo in un aula di tribunale, luogo quantomai formale e strutturato in cui non si può nemmeno parlare a meno che non ci venga data la parola (e se lo si fa ci sono conseguenze, di solito poco piacevoli) e quando si parla, va fatto in un certo modo.

Bene, e quindi a cosa mi serve sapere tutta questa montagna di dettagli?

Semplice. Quando decidete di scrivere, scegliete, spesso inconsapevolemente un tipo di registro. Non è importante quale, perchè sono tutti ugualmente validi. Ciò che è importante è mantenere il registro scelto, costante per tutta la durata della storia.

Mantenere la coerenza di registro, attraverso scelte stilistiche appropriate, aiuta a mantenere la coesione del testo e a non mandare in confusione chi legge. Questo vuol dire lavorare su due piani.

Il piano della narrazione e il piano dei dialoghi.

Questi due piani devono essere in armonia tra di loro, oppure no, dipende da voi. Però dovete sapere che la scelta di non metterli in armonia ha delle conseguenze. Non è che mi raccontate la storia di due balordi di strada con una sacco di termini ricercati e poi li fate parlare "Minchia fratello, che svalvolata!" Otterreste inevitabilemente un effetto comico dovuto alla differenza di registro tra i due livelli e potrebbe non essere quello che avevate in mente.

Ciò non significa però che i registri non si possano mescolare, soprattutto nei dialoghi. Tutt'altro. Mantenere sempre lo stesso registro a prescindere dal contesto appiattirebbe tutto in maniera deleteria. Come per qualsiasi altra cosa, quindi, prima si conosce e poi si usa.

Ciò a cui faccio riferimento quando dico di non mescolare  i registri ad minchiam è questo:

Esempio

Orsù dunque, Martino traversò quella landa desolata, laida di detriti abbandonati e si avventurò oltre il limitare delle case, ove pochi osavano a causa delle fetide esalazioni che impregnavano l'aria. A un tratto, un rumore, sordo, come di dolore che si risveglia dal petto. Si voltò e dinnanzi a lui, involto in panni sudici si stagliò un ribaldo sciamannato che lo guardava di sghimbescio.

"Cazzo sei?" disse Martino.

oppure:

Il fumo gli impediva quasi di vedere. Dopo qualche secondo gli occhi si abituarono alla penombra e riuscì a distinguere, stagliate contro il sudicime del pareti, delle figure avvizzite ai tavoli, ciascuna con una cicca in bocca e una bottiglia vuota davanti. Lo fissavano, malevoli. Seguivano ogni suo respiro e sapeva che erano pronti ad avventarsi su di lui, se solo avesse fatto la mossa sbagliata. Doveva restare calmo se non voleva morire in quella tana per topi.

Nonostante la gola gli bruciasse, si avvicinò al bancone per ordinare da bere.

"Buon uomo, di grazia, gradirei degustare del vino. Sarebbe quindi così gentile da versarmi un bicchiere di Pinot grigio del settantasei? Flute, per favore."

Capite anche voi che qui sopra c'è qualquadra che non cosa, vero?

Sia chiaro. Nessuno vi vieta di scrivere così, assolutamente nessuno. Siate però consapevoli dell'effetto che andate a creare. Se la cosa è voluta, avete la mia benedizione.

Come ho già detto altrove, prima si conoscono le regole e poi si possono stravolgere.

Quindi riassumendo. Il registro è determinato dalla circostanza e dagli interlocutori, e soprattutto per quanto riguarda i dialoghi può variare parecchio.

Ciascun registro come ho avuto modo di spiegare sopra, ha le sue caratteristiche; ma come si realizza uno stile definito?

Lo stile è un insieme di fattori che riguarda:

- la scelta delle parole. Parole auliche, parole semplici, parole usate e abusate. Ogni scelta che fate, concorre a definire il vostro stile. Un registro alto userà parole formali, un registro basso userà termini colloquiali, super semplici, a volte anche dialettali.

- i tempi verbali. Costruzioni semplici con indicativo o costruzioni più impegnative con il congiuntivo, il condizionale, i tempi indefiniti e subordinate a catinelle?

- il ritmo. Come scegliete di costruire la frase e i periodi. Hanno tante subordinate? Poche? Usate frasi brevi e telegrafiche? Il ritmo di cui parlo in questo caso, non è quello che segue gli eventi,  e di cui parlo nel capitolo Quando una storia funziona? Non del tutto. Potete comunicare paura, fretta, velocità anche con un registro formale. In questo caso non userete i puntini di sospensione, finirete sempre le frasi che avranno termini di un certo tipo (aulico, formale, appunto) e userete strutture per lo più complesse.

- uso degli aggettivi, anche qui stesso discorso, pochi/tanti, triti/ricercati. Ogni scelta che fate definisce il vostro stile. Se li mescolate troppo, esce un casino.

- dettagli e descrizioni: siete minuziosi, siete asciutti? Come procedete nelle vostre descrizioni? Fate lunghi voli pindarici andando nel super dettaglio? Mettete mezza metafora e la fate andare bene per tre pagine^

Si tratta di una lista estremamente sommaria, perchè i fattori che determinano lo stile sono molteplici. Ricordate comunque una cosa fondamentale. In nessun registro è contemplata la scorrettezza grammaticale e ortografica. Potete avere dei personaggi che dicono "Se io avrei..." nel discorso diretto. Se un personaggio accoltella la grammatica ogni volta che apre bocca, ok. Ma voi dovete scientemente sapere che lo sta facendo. È una sua caratteristica che veicolerà il modo in cui viene percepito. E non è che se prima dice "se io avrei" poi inzia a usarmi costruizioni astruse precise al congiuntivo, chiaro? E ripeto, per tornare a bomba, tutto ciò non sdogana gli errori grammaticali nel testo. In nessuna circostanza, chiaro?

Avrete notato che non vi ho fornito esempi. L'ho fatto per diverse ragioni. Primo perchè lo stile è un'espressione del tutto personale e non voglio fuorviarvi. Secondo perchè in questo capitolo in particolare, la mia intenzione è solo di fare luce su questo aspetto della scrittura, non farvi un corso a riguardo.

La definizione dello stile personale di scrittura è qualcosa a cui si arriva dopo tanti tentativi, tanta lettura e tanto tanto esercizio.

Per cui se dovessi farvi esempi concerti, andrei a mettere lo stile mio, o di qualcun altro. E no, non mi va.

Vi lascio con due infographics, pigliate dall'Internet. Easy peasy.

Dell'infographics qui sopra devo annotare che quello che loro definiscono registro, io l'ho chiamato stile. Spesso i due termini vengono usati in maniera intercambiabile (speravate fosse tutto semplice, vero?). Non è un errore. La parola stile copre un campo di significato piuttosto ampio e succede che il registro determinato dal contesto influenzi lo stile che nella sua espressione pratica esprime il registro stesso. Chiaro, no?

Praticamente un gatto che si morde la coda.

Esempio spiegante:

Aula di tribunale> Registro formale > stile forbito con parole auliche, espressioni di cortesia, struttura del periodo articolata

Aula di tribunale > stile forbito con parole auliche, espressioni di cortesia, struttura del periodo articolata > Registro formale

Quindi per sintetizzare REGISTRO <influenza/che influenza > Stile. Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Chiaro no?

E chiudo con la solita, trita, abusata, stantia raccomandazione.

Leggete. Leggete come se non ci fosse domani.

Cheers.

e.





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