Recensioni Tremende - Under the spotlights - Lista 5

Questa è la mia recensione dell'opera Under the spotlights scritta da laladreamer259

La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.

Let's go!

Allora la storia è la solita teen fiction supermega trita e ritrita e io temo di essere oramai fuori target per apprezzarla con gli occhietti a cuoricino. Devo però ammettere che nonostante le premesse, è scorrevole. Non abbastanza dal trattenere il mio cinismo, ma ho letto di molto peggio.

Grammatica/Ortografia/Sintassi. La grammatica è passabile. Ci sono talvolta periodi che si dilungano inutilmente.

Esempio una tantum:

"Sam dovette imporsi più di una volta di non fermarsi a fissare le vetrine luccicanti ed invitanti che erano li apposta per tentare di intrattenere i passeggeri... cancellazione." Questo periodo è troppo lungo – vedo circa 6/7 righe – davvero troppe (ma qui, ottimo uso della punteggiatura- yay!). In più se la vetrina è invitante è logico che attiri i passeggeri, quindi la parte "che erano lì apposta per intrattenere i passeggeri" risulta un tantino superflua. Piccola nota dell'autore. L'aeroporto di LA è uno dei peggiori aeroporti in cui io sia mai stata, confusionario e non particolarmente accogliente – e di aeroporti ne ho visti un discreto numero. Io di vetrine invitanti non me ne ricordo. Tanto più che di solito le vetrine sono nella zona delle partenze, più che in quella degli arrivi. Ma va beh, questa sono io che voglio fare la pignola.

E ci sono parti i cui verbi fanno a cazzotti con la consecutio temporum. Ti invito a rivederla bene.

Cap 1. "avrebbero vissuto lontano seppur si trattava di pochi chilometri" Trattasse porco becco, trattasse!

Cap. 2 "Forse se fingeva" Forse se avesse finto.

Occhio che ogni tanto ti perdi qualche maiuscola es: Nike, Natale.

E ogni tanto ti dimentichi qualche segno di interpunzione qua e là.

Cap 5 "... è stato bello conoscerti" Sam voleva..." E il punto dopo conoscerti? Perché il discorso diretto è autoconclusivo, infatti dopo non c'è il dichiarativo. Così senza punteggiatura tutto resta appeso come un salame al soffitto. Il parlato deve essere chiuso da un punto. Punto.

Cap 5 "..per favore?" Chiese... " Stesso discorso. Dopo una frase chiusa con punto interrogativo o esclamativo il dichiarativo va con la lettera minuscola. Occhio a queste cose.

Cap 6 refuso celo invece di cielo

Presentazionee sviluppo dei personaggi

Partiamo dai due protagonisti, cliché che straborda come un budino. Lui bad-pseudo-boy a cui vanno tutti dietro, veste più come un rocker emo che un dj che fa basi per il rap, ma ehi, chi sono io per giudicare i gusti di abbigliamento di chicchessia? Parte poi, il solito pippone della famiglia ricca che lo vorrebbe nell'attività di famiglia, e invece no! Lui è ribelle dentro e quindi deve inseguire il suo sogno. Ovviamente ha avuto una storia con la stronzona di turno (ovviamente bionda) che ci proverà fino alla morte, ha un migliore amico che fa lo scemo, il fratello perfetto che cerca sempre di tenergli la parte e magari finirà per venderlo per trenta denari o forse no, chi lo sa e chissenefrega (ho avuto reminiscenze mocciane che mi è salito un freddo su per la schiena, mannaggia!). Insomma, se dovessi prendere un elenco di tutti i luoghi comuni che accadono in qualsiasi teen fiction ambientata dove vi pare, che tanto non cambia una mazza, direi che hai raggiunto il jackpot. Ah, no, aspetta. Ha gli occhi verdi? No, azzurri. Ti sei salvata in corner.Quasi jackpot.

Lei, castana occhi azzurri, spaesata, anche qui stereotipo vieni a me, ovviamente subito attira l'attenzione del bad boy emo. Allora se dovessimo metterli su un piatto della bilancia, risulta un sacco più scialba di lui, purtroppo. Almeno lui ha la classica famiglia stronza alle spalle, che lo farà tanto soffrire, si metterà tra loro fino alla fine, insomma, non è che sguazziamo nella profondità psicologica, ma ha almeno due millimetri di profondità. Lei, boh. Sta lì e aspetta che lui la venga a prendere? Non pervenuta. Zero conflitto, zero dramma. Boh. Un gambo di sedano praticamente.

Invece i personaggi di contorno sono tratteggiati molto meglio. Ho sbirciato un po' più avanti, sì. Sempre macchiette, e sempre stereotipi, però sulla carta hanno un po' più di guizzo. Anche la migliore amica del primo capitolo, talmente migliore amica che si sentono a telefono una volta e poi tanti saluti a casa, è meglio definita dei protagonisti.

Ma non ci allarghiamo. Profondità psicologica di tutti quanti ovviamente non pervenuta.

Descrizioni. Si, allora le descrizioni, ci sono, ma non è che siano proprio notevoli. Tutte sempre nella riga arata dello stereotipo, non c'è un dettaglio che mette un dito fuori dal solco, né nell'apparenza, né negli ambienti, né nei comportamenti. Un po' piatto, ecco. Credo ci sia un ampio spazio di miglioramento. Tra l'altro la città di Los Angeles sembra decritta in base alle foto viste su Google. Io capisco faccia figo piazzare il posto americano a caso, New York, Los Angeles, Vattelapesca, ma forse sarebbe il caso di avere più dettagli, qualcosa che vada oltre la cartolina delle vacanze. Piatto.

Sviluppo della trama. Nelle dieci parti che ho letto io, succede davvero poco. Questi due cristiani arrivano si vedono e colpo di fulmine. La domanda che rimane irrisolta è: Perché? Mistero. Dettaglio non indifferente. Lei vede lui per la prima volta mentre questo sta cercando di pestare un tassista, non so ecco, se fossi in lei girerei alla larga. A me personalmente quelli che mettono le mani addosso alle persone non è che mi muovano l'ormone. E invece lei no. Subito presa all'amo. Ma anche lui non è da meno. Vede lo sguardo di lei e forse per l'assonanza cromatica dei loro occhi, ecco che scatta qualcosa (non si sa cosa, gastrite forse), e anche lui preso all'amo. Due pesci lessi praticamente. Boh. Mi aspetto qualcosa di più. Così sembra che tu gli abbia piazzato due calamite sul petto e devono attrarsi per forza. Deludente. È che fin dalle prime battute non riesco a togliermi dalla testa il parallelismo con Hilary Duff nel film, cos'era? Nata per vincere? Ecco, idem con patate, fratello morto a parte.

Posso già immaginare come andrà a finire. Loro si mettono insieme, poi grande dramma (che in realtà sarà una minchiata, ma per loro sarà insormontabile) e si mollano. Buio, dilemma, depressione. Poi si rendono conto di essere stati due pirla e via che sfidano tutto e tutti e vissero insieme felici e contenti e amen. I dettagli sono secondari.

Lui parla poco e agisce per pensieri che ci vengono riportati in seconda mano. Si percepisce chiaramente l'autore che ci dice questo cosa pensa e – a discolpa dell'autore - lo deve fare per forza visto che questo è troppo occupato a essere scontroso e muto. Lei è addirittura ancora più scialba perché i suoi pensieri sono addirittura più rarefatti. Due spugne marine, praticamente.

Il problema che emerge è il seguente: se i tuoi personaggi non parlano e non agiscono (perchè in effetti fanno davvero poco che li renda definiti), sembra che ci sia la famosa gelida manina che li fa muovere come su una scacchiera. Hanno la stessa volontà e profondità psicologica degli scacchi. Tu li muovi come ti pare e li fai andare dove ti pare per costruire la storia che ti pare. Storia che può essere bella o brutta, ma che si snoda sulle vicende di burattini non sulle vicende di personaggi pensanti. Un personaggio che ti entra dentro ha delle motivazioni reali in cui ti puoi immedesimare. Io, che ribadisco, c'ho una certa età, non mi immedesimo in un ragazzino ricco bello bello in modo assurdo che praticamente non parla (mi chiedo anche l'amico suo che ci stia a fare con uno con un grado di socialità pari a un freno a mano, ma forse sono io che mi faccio domande troppo difficili), se non lo vedo compiere azioni che hanno una certa risonanza con le mie emozioni. E meno ancora con la ragazzetta di turno tutta piena di talento che viene accettata alla scuola dei suoi sogni, praticamente la Julliard della West Side, e che vede uno e parte per la tangente senza fondamento alcuno. Io voglio dettagli, voglio motivi, voglio gente che si stropiccia per una ragione. Sono vecchia per il teatro dei burattini. Dai spessore a questi due polli per cortesia. Hai gettato le basi, si tratta solo di scavare di più.

Ripeto, i personaggi di contorno sono molto più tridimensionali. L'amico che probabilmente finirà con la migliore amica, in una degna controparte del trio Ron e Hermione (o forse è gay, o forse chissenefrega, le sue sorti sono assolutamente irrilevanti), l'amica che è super esuberante e senti senti, probabilmente avrà episodi di bullismo alle spalle. E la stronza, che essendo bionda, è stronza e viziata - praticamente c'è il pacchetto completo (non è una cheerleader solo perché non siamo più alle superiori, ma sicuramente in passato lo è stata). Hanno più motivi per le loro azioni dei due protagonisti. E questo è un problema da risolvere.

Varie ed eventuali

Parto con una domanda, che ovviamente è provocatoria. Quando scrivete che questa è la vostra prima storia, esattamente qual è il vostro scopo? Cosa volete ottenere?

Volete che la gente chiuda un occhio evitando di dirvi quello che pensa? Volete meno severità (che poi parliamone di cosa significhi severità, esattamente)? Cercate di fare i ruffiani? Perdona la franchezza, ma a me che mi frega che sia la tua prima storia o la centesima? Tu vuoi migliorare o sei venuta a cercare complimenti? A me queste cose, te lo confesso, mi fanno arricciare le unghie e incazzare come una biscia. È come volersi esporre, ma non del tutto, cercare sempre una scusa per pararsi il fonodschiena, invece di prendersi le proprie responsabilità. Se la storia fa schifo, io ti dico che fa schifo. E che sia la prima o la centesima che differenza fa? Lo dici per sentirti meglio con te stessa se ricevi critiche? Se la storia è bella, io ti dico che è bella, e che sia la prima o la centesima, che differenza fa? Ti senti sminuita se ti dico che è brutta? Ma allora perché cerchi una recensione? Probabilmente essendo io oramai anziana, sono uscita da questo circolo del "eh ma+scusa a caso" e ne sono felice. Da più giovani è più facile cadere nel tranello. Il punto è questo. Io ti faccio tutte le osservazioni che mi sento di fare. Poi tu le prendi e ci ragioni. Non prenderle sul personale, perché non ti sto dicendo che sei una capra, e mai te lo direi, e se qualcuno qui un giorno nel fare una recensione ti dirà che sei una capra o ti offenderà personalmente, leggi la recensione, vedi se c'è qualcosa di utile e poi mandalo a fanculo, che se lo merita. Qui parliamo di quello che hai fatto e se vuoi migliorare ti pigli tutto quello che ti viene detto a riguardo. Se qualcuno tira in ballo te come persona nella cosa, non è una recensione, è uno sfogo delle proprie frustrazioni su un altro. Non mi sembra il posto giusto. Io sto dando un giudizio a quello che hai scritto. Me lo hai chiesto tu. Sapere che è la tua prima storia, come dovrebbe inserirsi nel mio giudizio? Quale parte devo saltare in risposta alla tua puntualizzazione? Quale consiglio non ti devo dare per non urtare la tua sensibilità da prima storia? Me lo chiedo perché fatico a trovare il motivo per un'uscita del genere. Cosa vuoi, i complimenti perché hai scritto qualcosa o che io sia più magnanima? Non lo capisco, non lo capisco davvero. Se la tua prima storia è buona, bene. Se non lo è, bene lo stesso. Tanto, anche se è buona, dovrai comunque migliorare. Questa è la vera verità.

Ora passiamo ai punti in esame.

Tu non sai quante domande mi sono venute mentre leggevo. Ora te le vado a porre.

- Ma il riccastrello che vuole tanto inseguire i suoi sogni, come fa a mantenersi a Los Angeles? Perché se ha fatto infuriare il paparino, credo che quello per prima cosa gli potrebbe chiudere il rubinetto dei soldi. Me lo sono chiesto, perché io le bollette le devo pagare e è un dettaglio a cui sto attenta.

- Altra domanda. Ma uno che parla a monosillabi, ma chi cacchio se lo fila? Così, chiedo tanto per.

- Ma se sono californiani, tutti con nomi rigorosamente English, perché continuano a cucinare piatti italiani?

- Ma poi perché la California? Ci sei stata? La conosci? Che scuola c'è che da direttamente sulla spiaggia, come mi sembra di capire dal prologo dove lui la stalkera, talmente sono in rotta che lui la rincorre per tutto il campus e sta con lei – probabilmente tutta la notte... va bhe, soprassiedo... Da quello che mi ricordo io, le spiagge almeno quelle più frequentate sono accanto a uno stradone gigante, ma si chissenefrega. Vedi cosa intendevo quando parlavo delle descrizioni da cartolina?

- Lei come si mantiene? Borsa di studio? Boh. Dato non rilevato.

L'inizio ha un ritmo lento e i capitoli sono un po' scarni. Succede davvero poco. Se poi consideriamo che il punto di vista è splittato, la progressione degli eventi è davvero ridotta all'osso. Ci sono, inoltre, delle dilatazioni su dettagli poco interessanti, come il padre che perde le chiavi, il signore dell'aereo. I capitoli sono molto corti e con poca sostanza, e questi detour su cose poco rilevanti ai fini della trama, a me han lasciato un po' perplessa. Più ciccio please.

Occhio all'infodumping. Ovvero la presentazione di info ad minchiam in momenti non richiesti.

Cap. 1 "Sam lo sapeva che sotto quella facciata... questo suo lato il più possibile." E quindi?

Cap. 2 "Non per niente era il preferito di suo padre, non che la cosa lo infastidisse, ormai non ci faceva neanche più caso." Non infatti, gli dà talmente poco fastidio che lo dice in tre modi diversi.

Cap 3. "Aveva passato... ma era comunque snervante." Questa parte, in realtà, riporta delle informazioni che potrebbero essere interessanti. Il problema è che vengono presentate in pacco, scaricate come il letame con la cariola. Ci vuole più ritmo, più armonia. Non mi puoi sparare il pippone a tradimento. Abbi pietà di una povera vecchia.

Cap. 4 "Chris sapeva di non essere molto bravo... Solo poche persone riuscivano a scavalcarla e fra queste c'era Derek." Idem come sopra.

Cap 5 "un momento dopo mi sembravi piuttosto infastidito mi pare" chiese Sam." No. Non chiese. Chiese lo fa alla domanda prima. Se vuoi usare chiese la frase si deve concludere con un punto di domanda. Altrimenti disse.

Cap. 5 "Non aveva mai visto nessuno di così arrogante." Eh già, perché basta una frase e già abbiamo l'etichetta pronta. Uff. Stronza ok, arrogante? Mmm, prematuro. La tizia tra l'altro espone un dato di fatto "tranquillamente." Che diventi arrogante poi non lo metto in dubbio. Ora qui, dopo una frase, le darei della stronza più che dell'arrogante. Ma va beh, punti di vista. L'atteggiamento spocchioso poi, da cosa è dato? Dagli abiti? Mi imbocchi dei preconcetti calcando scene già viste e riviste, ma i fondamenti per queste tue esternazioni non collimano del tutto con quello che mi racconti. Collimano con altre situazioni raccontate da altri a cui tu chiaramente fai riferimento. Praticamente mi stai dicendo questa è la stronzona di turno e tutto di lei è come avete già visto in altri n film/libri (l'accenno a Mean girls poi, va beh). Ma in realtà in questa scena, diciamolo, lei è un palo. Non fa praticamente niente, vive di rendita sugli stereotipi di altri. Boh. Uno sforzo? Che so un sopracciglio alzato, una battuta acida, un commento malvagio. No, lei è bionda e quindi è la barbie malefica. Prendi e porta a casa, questo è il tuo ruolo. Non devi fare nient'altro. Scusa la domanda, ma mi pigli per il naso? (per non dire altro).

Cap 6 Altro infodumping gentilmente offerto dagli effetti calmanti del mare. Altra botta di orginalità che mi ha steso nelle scarpe. Lo so che il concetto di base è vero. Io stessa sono una che sta bene dove c'è acqua. Lo capisco l'effetto rilassante. Ma cacchio due grammi di brio in questa descrizione, ti prego. Qualcosa che esca dal già detto. Detto dagli altri.

Poi un due etti di pippe mentali sempre per procura, perché questo non parla ad alta voce neanche con sé stesso. Io boh. Gli insegniamo la lingua dei segni?

E il tassista che problema ha esattamente? Scusa, uno lo tampona gli dice che si sistema tutto e questo continua a inveire? Ma dove stai di casa? Va bene lo shock, va bene l'incidente, ma a un certo punto dacci un taglio. Tra l'altro se ne esce con una serie di banalità assurde che mi ha fatto salire il crimine a me... boh.

Cap7 Ovvero raccontiamoci la storia della nostra vita dopo esserci conosciuti da 30 secondi. Credibilità... n.p.

E finalmente scopriamo perché lei parte per la tangente. Aveva qualcosa di ipnotico... cosa?? Io voglio sapere cosa. Non puoi dirmi una, passami il termine, cagata del genere, e sperare che me la beva! Io ho un cervello pensante. Voglio qualcosa di più di un generalissimo "qualcosa di ipnotico che non vuol dire una cippa di niente!" E la scossa poi? Ma veramente? Elabora questa cosa, affinché non resti un dettaglio trash che dovrebbe far scattare la classica storia d'amore basata sul niente che più niente non ce n'è. Uffa. Poi tra l'altro, lei talmente colpita che poi si addormenta. Ah, ecco spiegato il qualcosa di ipnotico. La catalessi.

E ma poi nel capitolo 8 anche lui ha sentito il contatto. Meno male che per lui non è stato ipnotico altrimenti immaginati che incidenti. Oltretutto guidare a LA è un vero incubo, non oso nemmeno pensarci. No, lui si è arrovellato su quello che lei potrebbe pensare. Lui che è quello che se ne fotte di quello che pensano gli altri, vorrei ricordarlo, qui con un inciso. Due secondi prima è incazzato con il padre e poi pensa allo sguardo... si va beh... boh.

Cap. 8 altro infodumping sull'armadio di lui (WTF?) e le cene di famiglia di cui sinceramente chissenefrega... e via.

Quindi.

Io direi questo. Continua a scrivere. Te l'ho detto stereotipi stampinati a caso, che sono fisiologici quando si prova a stendere qualcosa di proprio, quello che hai creato non è male. Devi fare pratica. Devi leggere. Leggi come se non ci fosse domani. Amplia il tuo bagaglio letterario il più possibile. Leggi classici, leggi romanzi di gente che sa scrivere, leggi tutto quello che ti capita a tiro. Affinare il gusto ti farà capire cosa funziona e cosa meno. Ti farà capire come entrare nella psicologia del personaggio e renderla su carta. Io vedo del potenziale da sviluppare - oltre ai superpoteri di saper leggere le istruzioni di un servizio di recensioni e rispettare i requisiti, ovvio.

In bocca al lupo!

Fine.

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