Recensioni Tremende - L'avvento dell'imperatrice Lista 1.3


Questa è la recensione dell'opera L'avvento dell'imperatrice di @fanwriter91

La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.

Let's go!

Fin dalle prime battute il testo appare ben impostato. È chiaro che c'è un'idea che sottende gli eventi e una direzione precisa, oltre che un traguardo definito. Tutto questo rende le azioni dei personaggi non casuali e nemmeno forzate. La storia deve arrivare a uno svolgimento preciso, ben chiaro nella testa dell'autore e questa chiarezza di fondo si percepisce dalla concatenazione logica delle scene. Direi un ottimo primo approccio.

Grammatica/Ortografia/Sintassi. Occhio all'uso delle caporali. Quando il discorso diretto costituisce la frase per intero, il punto finale va dentro e non fuori dalle caporali. Se invece il discorso diretto finisce con un punto esclamativo, dopo non ci va più nulla.

Esempio.

«Ho fame.» OK

«Ho fame». NO  ma Ha detto: «Ho fame». OK

«Ho fame!». NO

«Ho fame!» OK

Attenzione, perché già nel primo capitolo ho notato diverse imprecisioni in questo senso. Cerca su internet, o su una buona grammatica l'uso corretto dei vari segni di interpunzione quando c'è il discorso diretto. Ci sono articoli a bizzeffe che spiegano il giusto e lo sbagliato in maniera molto chiara e non credo che sarà difficile capire come sistemare le cose.

Per il resto grammatica e sintassi sono molto buone. Forse a volte c'è un eccesso di termini per descrivere cose o azioni che creano un effetto di pesantezza generale nella lettura. Capisco la volontà di dare alla scena la giusta ricchezza descrittiva, occhio però che strafare è un attimo. E sempre in questa ottica, accorcia i periodi. Mai più di due, massimo tre coordinate/subordinate perché altrimenti è il caos. Quindi attenzione alle virgole. Se in una frase hai più di cinque virgole, sappi che sono troppe. Spezza la frase o togli dei pezzi.

Esempio. Il primo paragrafo del primo capitolo. "Un gelido refolo del vento.... Preso un respiro profondo, il suo fiato si condensò ... venuta."

Refolo di vento. A meno che tu non voglia apporre una caratteristica specifica proprio a quel vento. Un refolo del vento di mezzogiorno... una cosa del genere, che definisce che è proprio quel vento lì e non un qualsiasi altro tipo di vento.

La parte Preso un respiro profondo, è superflua. La gente respira di default e sapere che il respiro è profondo qui, non serve a nulla. Serve sapere che fa freddo, quello sì, ma la condensa si forma a prescindere dal tipo di respiro.

Nel capitolo 2 ci sono uno spazio e un punto mancante appena prima delle parole Resta a terra.

In generale ti invito a prestare attenzione all'uso delle coordinate. Faccio un esempio preso dal capitolo 4.

Il giovane tossì, si pulì il viso e vide due fiamme amaranto. Capisco che le azioni siano oggettivamente in sequenza, però la coordinata qui indebolisce il ruolo di questi due individui che l'hanno appena svegliato con l'acqua gelata e sono qui a pigliarlo palesemente per il culo. Riformulerei, ipoteticamente in questo modo, per una migliore scioglievolezza sulla lingua: "Il giovane tossì e si pulì il viso. Due fiamme amaranto gli stavano davanti pronte a pigliarlo per il culo ..." Insomma, più o meno, ecco.

Capitolo 6. "Toccatosi e annusandolo, Ain lo riconobbe come sangue." Che modo contorto per dire che è sangue. Oltretutto l'odore del sangue,  soprattutto se sparso in quantità, non ha bisogno di essere toccato e annusato e tantomeno riconosciuto. Entra nelle narici senza invito. E uno che ha ricevuto l'addestramento da soldato, non dovrebbe nutrire dubbi a riguardo.

Presentazione e sviluppo dei personaggi. I personaggi appaiono ben tratteggiati, soprattutto Ain e Zadok, e anche i cattivi, tutti molto centrati. Le loro azioni e il modo in cui interagiscono con gli altri sulla scena sono chiari, coerenti e credibili. L'unica perplessità la nutro su Naos. Non perché sia un cattivo personaggio, ma trovo la sua caratterizzazione un po' superficiale, e per questo quando si arriva al momento del suo sacrificio, sembra che la decisione sia un po' campata per aria, nonostante il fugace momento introspettivo iniziato alla taverna delle allegre signorine. D'altra parte, non so nemmeno se sia necessario adottare il suo punto di vista o se invece, non sia meglio far vedere tutto attraverso gli occhi di Ain. Io credo preferirei la seconda opzione, per non creare troppi punti di vista che confondono – soprattutto se consideriamo che il personaggio esce di scena all'ottavo capitolo ovvero a cose praticamente appena cominciate, ma questa è una mia preferenza personale.

I cattivi per quello che ho avuto modo di vedere sono estremamente efficaci nell'ispirare antipatia e repulsione, anche se lievemente stereotipati, soprattutto il nipote incapace e arrogante, che rappresenta comunque un giusto contraltare alla testa calda che è Ain.

Ain, da parte sua, ha un difetto grave nel modo in cui si muove sulla scena. Sembra farsi da solo la telecronaca in testa di quello gli che succede attorno. Parla troppo tra sé e sé, e questo fiume di pensieri crea confusione. Non si capisce se borbotta, se è un pensiero muto, se fa la voce di uno che grida nel deserto, cosa? Mistero.

Esempio. Capitolo 3. "Traditore". A parte il punto nuovamente sbagliato, non si capisce come viene pronunciata questa frase, o se venga effettivamente pronunciata e non soltanto pensata. E se viene detta a voce, com'è la voce? La parola viene urlata? Mormorata? Cantata sulle note del Va pensiero? Mistero parte seconda. E questa è una parola sola! Nei capitoli successivi ci sono interi blocchi di stream of consciousness/flashback sulla sua disillusione riguardo al suo status e a quello che sognava quando si è arruolato, che rimangono nel limbo. Quindi o espliciti se queste sequenze sono pensieri pensati ad alta voce - o solo considerazioni mormorate, sussurrate, biascicate - oppure trovi il modo di far capire, magari anche graficamente, con un corsivo, o come vuoi tu, che sono pensieri pensati che non hanno mai incontrato il suono. Decidi tu cosa preferisci, ma trova il modo di renderli più chiari. E dato che ci sei, dai anche una sforbiciata all'eccesso di dettagli, perché rallentano un po' il ritmo.

Descrizioni. Le descrizioni sono molto particolareggiate ed esaurienti. A volte fin troppo particolareggiate, tanto da far perdere la tramontana al lettore.

Parto con un esempio, preso dal terzo capitolo, ossia la descrizione della torre - alta come quattro uomini e continuante nel sottosuolo (OMG – quel participio presente mi stronca... ma nel sottosuolo dove, cioè Wasat fa il buco???) - che viene eretta dopo la conclusione del duello d'onore. Ho letto circa tre volte i passaggi e non sono riuscita a visualizzare lo svolgersi degli eventi. Non riesco a capire dove sta Wasat. È sulla torre? Su una piattaforma rialzata? Parla dalla cima della torre? Perché ha eretto una torre? Ma poi parliamo di torre con tanto di merli e tutto il resto? Ma a che diavolo serve una torre in questa scena? OK, non sono io a dover decidere, ma non mi sembra che centri molto e in ogni caso non riesco a raccapezzarmi sul dove e sul come. Comunque lui e gli altri poi scendono. Ma scendono dove? Non erano in una radura/spiazzo/spianata? si parla del buco di cui sopra? Non capisco. Non riesco a visualizzare i particolari, i punti cardinali, i personaggi, etcetcetc perché ci sono un sacco di dettagli e minuzie (ma forse non troppo minuzie) che non tornano e il modo in cui è descritta la scena, purtroppo acuisce la mia confusione.

Trama. Intanto grazie. Grazie perché subito nel primo capitolo schiaffi un conflitto sufficiente per muovere tutto il meccanismo ovvero Ain VS Nipote ( di cui come vedi rifiuto di imparare il nome). Sembra semplice, ma a quanto pare non lo è. Quindi ottimo. In più questo conflitto, diciamo interno, è inquadrato nell'ambito di una guerra, un conflitto su scala macroscopica.

Solo che non si capisce bene contro chi sia la guerra, o cosa siano le fiamme, o chi è contro chi o quali sono gli animali fantastici e dove trovarli. Ho visto che nei capitoli finali, alla Newt Scamander maniera, hai fatto un piccolo glossario sulle creature fantastiche presenti nella storia. Ottimo, bene, bis. Ma perché non sprechi due stracce di parole per dirmi cosa sono all'interno della storia? Arrivano queste cose strane in scena e io non so come figurarmele. Vero, ci sono delle descrizioni di braccia, di corna, di zampe, ma cosa mi devo immaginare: una lucertola, un cinghiale, un orso polare? Posso cercare il significato di alcuni termini, perché, detto tra di noi, non avevo la benchè minima idea di cosa diavolo fosse una viverna, ma i dizionari sono accessibili al pubblico e io posseggo la prontezza di spirito di controllare se una parola esiste o meno. Se esiste, ok, me la metto via e cercherò la prima occasione per sfoggiare il nuovo sostantivo e vantarmi fino a scoppiare. Ma se non esiste, vedi cocito, che nella lingua italiana/ accezione mitologica ha un significato ben diverso, io povera lettrice ignorante cosa mi devo immaginare? Un lago/fiume che cammina?

Nel capitolo sei, fatico davvero a capire chi è contro chi. Orchi e angeli sono insieme? O no? Non si capisce, sembra, a un certo punto, che sia un tutti contro tutti. Forse una piccola mappa preventiva, sul chi è chi e con chi sta e per cosa esattamente stanno lottando, non sarebbe malvagia. Almeno aiuterebbe a orientarsi e ad avere chiare le formazioni in campo. E anche questo culto simil nazista verso la Dea, in cosa affonda le radici? Poco chiaro, ma vedo molta convinzione negli adepti. Di sicuro è preoccupante.

Tra l'altro angeli e principati. E poi arriveranno troni, dominazioni, virtù e potestà? Non sono un asso nelle gerarchie angeliche in qualsivoglia tradizione, ma sono rimasta spiazzata leggendo che nel tuo glossario i principati sono delle navi...doh!

La scena della lotta contro l'angelo, sempre nel capitolo 6, è il caos. Fatico a capire qui più che mai chi è contro chi, e l'uso dei sinonimi non aiuta. A chi si riferisce la parola soldato? Ad Ain o all'orco che in principio di capitolo hai definito soldato di basso rango? Emerge in questo paragrafo, il problema dei periodi troppo lunghi in tutto il suo splendore. Perchè detta semplice, non si capisce una mazza. Spezza le frasi. Meno virgole, meno subordinate, meno coordinate. Con le frasi più corte e più incisive, si aumenta il ritmo della narrazione, il pathos, il coinvolgimento e in generale la qualità del testo.

Varie ed eventuali

Riprendo alcune cose che non mi tornano.

Capitolo 3. Perché Wasat si preoccupa quando Ain scaglia la lancia del destino contro il nipote? Non è a conoscenza che indossa la sottoveste di seta che essendo intessuta dalle fate...blablabla? La sua preoccupazione mi sembra strana e non congrua a uno che sta benedetta seta la indossa perennemente.

Capitolo 3. La sua voce era diventata più autoritaria. Più autoritaria di cosa? Di quando? Di chi?

Capitolo 4. Fragorosamente, gettarono l'equipaggiamento. Qui ho problemi con la punteggiatura, l'ordine delle parole e l'avverbio e il soggetto. La prima domanda è chi? Dove? Perché? Cosa? Ah, no sono quattro, e l'ultima tecnicamente viene soddisfatta. Restano le altre tre. Un cristiano normale direbbe Gettarono fragorosamente l'equipaggiamento oppure Gettarono l'equipaggiamento fragorosamente. Ma poi cosa vuol dire fragorosamente riferito al verbo gettare? Gli da una caratteristica che non gli è propria, perché il fragorosamente è più una conseguenza che una peculiarità, e crea quel gioco di significato proprio delle metafore. Nutro delle perplessità, ecco.

Cap. 6. "Non era la prima volta che uccidevano, ma non avevano mai affrontato i nemici in ottime condizioni." Errrr. Che significa? Non avrebbe più senso, dopo la carneficina appena avvenuta, sottolineare quanto la condizione della battaglia fosse ben diversa da qualsiasi allenamento mai provato? Qui sembra che si contraddica la crudezza stessa dello scontro. Io non capisco.

Non posso nasconderlo. Anche tu sei vittima dell'infodumping. La tua è una forma più subdola, perché si infiltra nei lunghi paragrafi di descrizione, con qualche proposizione qua e là che scavalla la collina del necessario. Non sono interi blocchi di testo (forse lo stream of consciousness è un pò borderline con l'infodumping, ma ti dò il beneficio del dubbio, visto la buona qualità generale), indigesti come il polpettone, ma sono piccole scosse di inutilità che si infiltrano come la muffa.

Un esempio su tutti nel primo capitolo. "intessuta dalle fate, meravigliose donne figlie della natura..." Eccola, l'informazione inutile. In ogni tradizione che si rispetti quelle sono le fate. Belle e legate visceralmente alla natura. Quindi la chiarificazione è superflua.

Capitolo 10 "Regor controllò il terreno e annusò l'aria. Era un ex cacciatore e per questo aveva molta esperienza nel trovare le tracce." MMM questa parte, unita al fatto che il tizio fa gli stessi gesti che compie qualsiasi altro cacciatore, o segugio umano in qualsiasi film (soprattutto sui pellerossa) rende un tantino ridondante l'informazione sull'esperienza del personaggio. Serve davvero sapere che è un ex cacciatore e ha esperienza? Lo sta facendo. Le sue azioni parlano per lui e per la sua esperienza, senza che ci sia bisogno di sottolinearlo.

E quell'accenno en passant alla lettura nel pensiero come opzione possibile nell'universo descritto? Aiuto. Globi, fiamme, seta delle fate, bestie fredde che non muoiono, magie di protezione a caso, una Dea che non si sa bene né come né quando né perché. A un certo punto, ho temuto che per me fosse troppo. Mi sovviene una domanda. Non c'è un libro prima di questo in cui viene spiegata la rava e la fava, vero?

Concludendo.

Il testo è comunque molto buono. Ci vuole un certosino lavoro di editing per togliere tutte le sbavature che lo rendono un po' pesante e a volte anche pedante. Il capitolo su Zadok (9) secondo me è il meglio riuscito e personalmente quello la cui lettura è risultata più scorrevole in assoluto. Hai centrato il giusto equilibrio tra descrizione e narrazione e nella sua interazione con gli altri personaggi buoni e cattivi, il personaggio esce in maniera autentica. Il quadro circostante è comprensibile e godibile, senza la necessità di pipparsi uno spiegone descrittivo di aggettivi su aggettivi.

Quindi. Rivedi, e taglia. E nel dubbio, taglia.

Fine

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