Recensioni tremende - Imperfect - Lista 6.2


Questa è la mia recensione dell'opera Imperfect scritta da theanonimegirl_

La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.

Let's go!

Io non sono una sensitiva (non sempre, a volte sì, mannaggia a me, ma sono una sensitiva Cassandra, mica la Patricia Arquette di Medium, giusto per capire), ma già dalla sinossi ho snasato che qualcosa non quadrasse. Vengono usati almeno quattro tempi verbali. In una sinossi.

Boh.

E il messaggio minatorio a piè pagina? Leggete tutto prima di giudicare? No. Se dopo tre capitoli non è aria, io me isco, voce del verbo ire, ito, ito. Ribadisco che il mio tempo è prezioso. Soprassiedo per lo stesso motivo sulla citazione di Oscar Wilde.

Ora, sono stata accusata di non essere gentile. Ma essere onesti e sinceri, non significa essere "non gentili." Del resto, lo diceva anche Caterina Caselli, la verità ti fa male lo so.

Quindi sarò gentilmente onesta, as usual.

Anche in questo caso non prenderò in considerazione le solite categorie (a questo giro mi sento ribelle dentro). Vado invece a illustrarti una serie di problematiche strutturali che ho identificato. Queste problematiche ovviamente copriranno in parte le sezioni che prendo in considerazione quindi, tranquilla. Non sarai risparmiata! Ghigno malefico.

Problema di realismo

1. Katherine per gli amici Kate, figlia di John e Meredith viene dall'Italia. Il primo problema è che in questa famiglia nessuno ha un nome italiano, anzi, nemmeno il cognome. Il secondo problema è che se i signori John, Meredith e Katherine Williams non sono italiani ma vengono dall'Italia, mi devi dire, uno di che nazionalità sono e due perché sono in Italia. Altrimenti la cosa non sta in piedi. Che male c'era a chiamarli Giovanni, Miranda e Caterina? Non si sa.

2. Katherine va in un McDonalds – parte prima. Katherine va in un McDonalds e viene servita al tavolo. McDonalds è un fast food. Anzi è IL Fast food. Servire al tavolo è la negazione del concetto di fast food (infatti si chiama slow food). Quindi non esiste McDonald al mondo che faccia servizio al tavolo. È più probabile trovare un vegano che mangia la carne, no vediamo se mi viene un esempio migliore, non mi viene, aiuto. Il servizio al tavolo è roba da ristorante. Mi viene un dubbio. Ma sei mai entrata da McDonalds?

3. Katherine va in un McDonalds – parte seconda. Katherine va in un McDonalds a New York e una tizia a caso le dice "Non ti ho mai visto qui." Ho fatto una piccola ricerca su Wikipedia. New York ha 8,4 milioni di abitanti e 65 milioni di visitatori all'anno (statistica 2018), che significa circa 180 mila (arrotondo per eccesso) visitatori al giorno. Praticamente la popolazione di Reggio Calabria. Quindi secondo te, considerando che ogni giorno a NY ci sono in giro gli autoctoni più tutti gli abitanti di Reggio Calabrria, da zero a niente, quanto è credibile una frase del genere? Senza contare che una che ti dice così dal nulla, mi odora di psicopatia da dietro il bancone. Run, baby, run!

4. Katherine va a Central Park (non al Central Parl o il Central Parl – inserisci parolaccia qui – mi è venuta una sincope quando l'ho letto) e un tizio X non solo le tira una pallonata addosso, ma poi si scusa e le attacca una pezza. Psicopatia numero due all'assalto. Io posso affermare con quasi certezza che tu non sia mai stata a Central Park. Perché in una situazione del genere si arriva fino alle scuse e poi ognuno se ne va e per i fatti suoi. Ricordati di Reggio Calabria. E basta.

5. Katherine si trasferisce a NY dall'Italia e con la lingua come se la cava? Madrelingua subito? Su questo poi sono veramente una stracciamaroni, ma di quelle proprio con la carta vetro. Io ho una laurea in lingue. Ho vissuto e lavorato in Australia e in Canada e l'inglese lo parlo bene. Anzi, faccio la figa, molto bene. Non sono madrelingua, ma lo parlo bene. Ebbene ti posso assicurare che ci sono situazioni in cui io, che lo studio e lo uso da quando avevo dieci anni e l'ho praticato sul campo, non capisco una fava. Forse sono io che non lo so bene come credo? Possibile, non sarò certo io a negarlo. Ma a volte fatichi a capire la tua stessa lingua, quella che parli da prima di parlare (no, non è un gioco di parole), quindi io, mi chiedo, e me lo chiedo perché so di cosa parlo, questa è una madrelingua che torna a casa o ha una padronanza miracolosa di una lingua non sua, acquisita tramite il sacro crisma di Ferdinande de Saussure via wifi? Perchè se mai, mi ci attacco pure io che vorrei imparare il russo.

6. Katherine arriva a scuola e siccome il mondo è piccolo, ma NY di più, chi ci trova se non le uniche due persone, tra gli 8 e rotti milioni (più gli abitanti di Reggio Calabria) che la popolano? Ovvio, psicopatica 1 e psicopatico 2. Siccome, visti gli sbalzi d'umore della protagonista, ho dei seri sospetti che sia affetta da schizofrenia, mi è sorto il dubbio che invece che una scuola fosse un sanatorio, ma non approfondisco.

7. I genitori, due cartonati che mi viene voglia di prendere a schiaffi tanto sono molli e succubi nel rapporto con la figlia (ma ci torniamo poi) propongono di prendere alla ragazza una macchina. Quanti anni ha questa ragazza? Se sta iniziando il liceo (come dice psicopatica 1) dovrebbe avere 14 anni. E nella maggior parte degli stati USA fino ai 16 anni non se ne parla. Senza contare che fare la neopatentata a NY ... va beh, lasciamo perdere.

8. Katherine arriva a scuola e gira, comprensibilmente a vuoto per un po,' prima di trovare la segreteria. Per qualche motivo non hai messo il tizio sfigato che viene mandato sistematicamente a far fare il giro del pollaio al nuovo arrivo. Peccato. Comunque, la segreteria viene trovata con successo, l'orario delle lezioni viene consegnato e da lì in poi la nostra Katherine trova tutto in un batter d'occhio. Armadietti, aula di biologia, psicopatici a pacchi. Mi è venuto il dubbio che insieme all'orario le avessero scaricato nella memoria l'Intersect (cit.).

9. Un genitore che ti spinge a uscire con il primo che passa per me ha dei seri problemi. La madre sente Katherine parlare di psicopatica 1 e dice, "Che bello, hai trovato un'amica!" Certo, allora io sono amica di tutti quelli che mi hanno servito una pizza nella mia vita. Praticamente l'intero ammontare degli abitanti del Molise. E niente, non contenta, esce con l'allegra famigliola a mangiare una pizza (!) e incontra psicopatico 2 che fa ancora di più lo psicopatico stalker e di nuovo la madre, "È carino, dovresti uscirci!" Io sono basita. Ma che fine ha fatto l'antica massima, non parlare con gli sconosciuti? Sono davvero così vecchia, porco becco? Io boh. Nel frattempo uno psicoterapeuta per la madre che non mi sembra proprio a 100.

Problemi di continuità

Ci sono continui salti della quaglia, soprattutto nei primi capitoli in cui lei vaga come un'anima in pena per NY (tra l'altro senza che le venga una straccia di volta il mal di piedi – cosa assolutamente non credibile e che mi conferma che no, non sei mai stata a NY). Va via che è mattina, esce a caso, torna a casa che sembra pomeriggio e va a dormire. Si fa accompagnare a scuola, scassando i maroni alla madre che ha il colloquio della vita per essere accompagnata il primo giorno (ma invece di cazzeggiare prima, non ti potevi cercare gli autobus da pigliare per andare a scuola, lazzarona che non sei altro?) e poi, cambio scena, è già dentro la scuola e la madre ha fatto puff!. Sembra di stare sull'ottovolante. Invece di dirmi che va a farsi il bidet e che pur avendo l'armadio pieno (magia del trasloco lampo, vieni a me) pensa sempre di non avere vestiti (dettaglio totalmente irrilevante), stai attenta alla gestione dei cambi scena perché ogni volta è uno schiaffo in faccia al lettore, che tra una frase e l'altra si ferma a chiedersi se non si è perso qualche pezzo per strada.

Problema di ritmo

Non succede nulla. Te lo riassumo in una frase. Una con un trauma non meglio identificato si trasferisce a NY e incontra due psicopatici, logorroici. Direi troppo poco per dieci capitoli. Anzi, due psicopatici e un masochista, che c'è l'amico di psicopatico 2 a cui piace farsi prendere a male parole, con cui probabilmente lei intrallazzerà perchè le ha offerto il fazzoletto, e si sa che il fazzoletto è da sempre un pegno d'amore. Preso.

La voce della coscienza crea davvero molta confusione, oltre ad essere estremamente antipatica. Ogni volta che entra in scena ci sono delle pause astronomiche (quando si capisce che in effetti parla lei, perchè a volte resta il dubbio). Mettila in corsivo, così si capisce che sono dialoghi interiori. Dialoghi interiori che mi portano al quesito successivo: nel frattempo le persone che ha intorno che fanno? Si congelano aspettando che lei termini di bisticciare con se stessa tipo Mannequin Challenge?

Problema di grammatica e sintassi

Ci sono verbi che fanno a pugni con la consecutio. Livello rissa dei peggiori bar di Caracas. Non puoi mescolare ad minchiam il tempo verbale della narrazione, fai venire il mal di mare a chi legge.

Cap. 1 "Vengo chiamata Kate ... nessun altro si era permesso..." No, infatti. Perché dopo aver letto questa frase è morto. Scusa questa era un'uscita poco gentile e sai perché? Perché da leggere è davvero tremenda. A parte l'uso del passivo che è sconsigliato perché crea distanza e da l'idea di subire un'azione (passivo, appunto), non puoi mescolarmi un presente e un imperfetto in questo modo. Fanno a pugni. Scegli un tempo e stacci attaccata con la colla. E poi il corsivo del primo capitolo, dopo tutto il pippone mentale? Non l'ho capito. Ah, e nel frattempo siamo passati al passato remoto. Come già preannunciato nella sinossi ci troviamo nel mezzo di un minestrone di tempi verbali. E no, non è una cosa buona. Né giusta.

Oddio, il corsivo è il flashback. E il passato remoto... Niente. Corsivo opinabile, passato remoto ancora di più. Tant'è che resta, quindi confermo il minestrone. Non buono.

Cap 2. "Mi è venuta voglia di andare a vedere per la prima volta il Central Park" Punteggiatura giustiziata e a "il Central Park" come detto, sono morta io. Ma se ti sei letta così tanti libri su NY possibile che non abbia mai sentito parlare del b*****p Central Park senza il b***************p articolo determinativo?

Ci sono parole inserite il cui significato è sbagliato. Cos'è una persona invasiva? Invasivo significa "che penetra in maniera diffusa provocando danni irreversibili." Perdonami non ti dico cosa ho pensato, che siamo in fascia protetta. Credo che la parola intesa fosse invadente ovvero che invade, termine usato per definire le persone non le procedure mediche come quello usato.

Ci sono anche parole scritte in maniera scorretta a dosso è addosso, diamine. Qui basterebbe un dizionario, però, poco becco.

Problema di trama

Come detto per il ritmo, non succede nulla, e in effetti è difficile dare ritmo al niente. Nei primi capitoli lei si trasferisce e incontra gente a caso, che farebbero scappare chiunque a gambe levate da tanto si appiccicano e inizia la scuola comportandosi come una perfetta schizofrenica che ha atteggiamenti al limite del disturbo di personalità. Atteggiamenti già ampiamente esibiti con i genitori, che sono due molluschi, talmente sono proni a ricevere qualsiasi insulto dalla figlia. Io boh.

E poi ci sono continui accenni a un drama precedente che ovviamente ci si guarda bene dal nominare. Non funziona. Se vuoi catturare la mia attenzione mi devi dare un dettaglio. Qualcosa a cui appoggiarmi e invece niente. Incubi attaccati al soffitto senza capo nè coda, genitori che sembrano i cartonati di beverly hills, lei che boh. Schizofrenia portami via. Una con così tanti sbalzi d'umore e incubi notturni dovrebbe andare da uno psicologo. O ha un disturbo post traumatico da stress oppure ha disturbi del comportamento che la mettono al limite della sfera autistica visto che quando parla non ha praticamente filtro. Comunque serve uno bravo.

E poi troppo troppo sottoparlato, commenti che non vengono dalla protagonista ma dall'autrice e boh. Sanno di diario più che di storia. Io li leverei tutti, perchè non servono alla storia. Sono solo pause inutili. Voglio azioni e sentimenti, non commenti di sottofondo e psicopatici burattinati, uffa. 

Quindi

Non so cosa dire. Mi accusano di non essere gentile, e non voglio infierire. Mi rendo conto da come scrivi che devi essere molto giovane, lo sento proprio nelle righe. Va bene, fidati che passa, fin troppo in fretta, mannaggia. Leggi quello che ti ho detto qui, dammi della stronza se vuoi (accetto sempre volentieri) e fatti due risate - comunque tra dieci anni ti sembrerà (molto) divertente, promesso. Continua a scrivere, perché da qualche parte bisogna partire e tu sei partita, quindi siamo già un passo avanti. Io ti raccomando, come faccio sempre, di leggere, di leggere tanto, tanto, tanto. Tanto. Tanto. Non smettere mai di leggere. Serve davvero, anzi, è necessario. E magari un giorno scriverai qualcosa ambientato ad Abbiategrasso invece che in un film americano. Che i film americani sinceramente hanno anche un po' rotto i maroni. Detto tra noi.

Fine.

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