Recensioni Tremende - Il ragazzo della mia migliore amica - Lista 4.1
Questa è la recensione dell'opera Il ragazzo della mia migliore amica di manustoriess
La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.
Let's go!
Grammatica/Ortografia/Sintassi. Non so da che parte cominciare. Veramente. A un certo punto avevo le mani nei capelli. Ci sono talmente tante cose da sistemare che in più di un'occasione mi sono chiesta se valesse davvero la pena segnalarle tutte.
Orsù, miei prodi iniziamo, chi arriva alla fine, vince.
- Il tempo verbale scelto va mantenuto. Non è che inizi con il passato remoto e poi ci ficchi a tradimento tempi a caso che cozzano con quello che c'è prima, dopo e durante. Abbi pietà dei tuoi lettori.
Prologo: "Mi aveva detto che .... ma dopo mezz'ora che sono rimasta lì..."
- Consecutio temporum: Ho appena scodellato un capitolo che spiega la rava e la fava, leggilo (faccio la marchetta), ma ti consiglio anche una buona grammatica, perché nel dubbio, carica. La concordanza dei tempi, come ho avuto modo di ripetere mille mila volte non è un'opinione. Prima si studiano le regole, poi si applicano. Questo è quanto. Ogni volta che si esce dai binari è una catastrofe.
Cap. 1 "e aspettò che lo levai anch'io..."
- Il significato delle parole non è un optional, non cambia a seconda del giorno o dell'ora. Nel dubbio si consulta un dizionario. A volte, anche prima del dubbio.
"Dopo poco mi arrivò un altro messaggio e, contro ogni prevenzione..." Mi spieghi che diavolo significa contro ogni prevenzione? Io boh.
- Le frasi sono oblunghe, stile stream of consciousness ma con un tripudio di dettagli assolutamente inutili. Mi spieghi che mi frega sapere che la protagonista si toglie le scarpe prima di buttarsi sul divano? E scendemmo dalla macchina e varcammo la porta, e poi ci separammo e poi ci ritrovammo... Ma cos'è, una storia o una telecronaca di calcio? Pietà. Tutto ovviamente presentato con costruzioni di una pesantezza titanica. Taglia, sfoltisci, leva cose che non servono (e sono davvero tante, ma tante tante tante, senza virgole). Elimina tutto il contorno di ciarpame inutile, azioni ovvie che non servono a nessuno e occupano solo spazio. Commenti di una ovvietà imbarazzante che ingolfano la lettura come il pane secco. Elenchi della spesa di azioni, una dopo l'altra, dopo l'altra, dopo l'altra. Serve una bombola d'ossigeno solo per arrivare alla fine di certi paragrafi, vedi il pippone sul metabolismo della protagonista e della sua amica, di cui francamente avrei fatto anche a meno.
Esempio: Cap. 1 "L'unico pomeriggio rilassante di questo nuovo anno stava per cominciare e nessuno poteva distogliermi dal mio obiettivo, ovvero finire quel giorno la prima stagione." E dal retro della mia testa è partita la ola del Chissenefrega!
E poi pronomi che non si sa a cosa si riferiscano (mi vennero in mente una quindicina di modi per uccidere una persona che non vedevo l'ora di provare – domanda: come si prova una persona? Perchè quel che messo lì dov'è, sembra legarsi a persona, più che ai modi, just sayin'; quando gli altri studenti avevano saputo che la loro sorellina – domanda: quante sorelline hanno tutti questi studenti?), singolari e plurali che non concordano (tendendo le orecchie ben tesi), costruzioni che non ti sai spiegare come (Essendo che non ci fu alcuna risposta... ma che cacchio è? Ma tu parli così nella vita reale? Me lo sono chiesto a più riprese e non ho trovato risposta.) A un certo punto ho dovuto smettere di fare la lista, perché avrei finito nel duemilaventicinque.
Menzione speciale sulla punteggiatura. Ma su che pianeta hai trovato la forma:
"Discorso diretto (punto)." Verbo dichiarativo che inizia nuova frase con lettera maiuscola?
Dove? Perché questa cosa, a parte farmi sputare un polmone ogni volta che la vedo, non sta né in cielo né in terra. Il verbo dichiarativo si deve legare – anche visivamente – al discorso diretto. E se c'è di mezzo un punto, c'ha poco da dichiarare visto che non si può legare. Quindi se c'è il punto passi alla frase sucessiva, punto. Appunto.
Puoi mettere o meno la virgola all'interno delle virgolette/caporali, questo è a discrezione della casa editrice; puoi dichiarare dopo un punto esclamativo/interrogativo, ma:
1. Lo fai con la lettera minuscola.
2. Se nel discorso diretto chiudi la frase con un punto, allora non dichiari più una fava. Il punto ha chiuso ogni necessità di dichiarazione.
Esempio: "Vieni" mi disse. OK
"Vieni," mi disse. OK
"Vieni!" esclamò. OK
"Vieni?" mi chiese. OK
"Vieni." Mi disse.
E io:
Presentazione e sviluppo dei personaggi. Stereotipi e dove trovarli. È vero, è una teen fiction e ci si deve aspettare il buono, il brutto e il cattivo, ma qui, tutti quanti, senza eccezione, sono dei cartonati senza un dito di profondità psicologica, che si illuminano secondo la necessità dell'autore di farli muovere sulla scena, stile teatro dei burattini. E si può sapere che diavolo hanno tutti contro il nuovo arrivato, se appunto, è un nuovo arrivato e nessuno lo conosce? Misteri della fede.
Lei, la protagonista, sì ci sto, ma forse no, ma forse boh. Ma mi spieghi qual è lo scopo della vita di questa ragazza? Perché a me sembra un essere assolutamente inetto senza scopo né motivazione collocata alla cazzo di cane nel mezzo del nome (cit. colta).
Questa ragazza fa sembrare Bella Swan, Anna Karenina, non so se mi spiego. E non si sente all'altezza e è timida (sì, e poi si semistrombazza il tizio alla festa di sconosciuti dopo quanto? una settimana che si conoscono? Timidezza che esce da ogni poro, proprio!), e tutti vogliono arrivare ai fratelli (forse più che timida, soffre di manie di persecuzione, mi è venuto da pensare), se non fosse che:
- la sorella maggiore sta dall'altra parte dell'America e quindi chissenefrega di lei – perché mai degli adolescenti dovrebbero voler arrivare a qualcuno che non è nel loro immediato raggio di attenzione, questo me lo devi spiegare per bene;
- i gemelli sono ancora a scuola. Quindi perché un pinco pallino qualunque non dovrebbe provare a interagire direttamente con loro visto che questa ha la profondità emotiva di un cucchiaino da tè? (cit, supercolta).
La noia, l'abbandono, il niente (cit. musicale).
L'amica, Noëlle, che a un certo punto diventa Naomi, ma va bene lo stesso (e poi diventa anche la terza ragazza, la biondina francese e tutta un'altra serie di perifrasi ad minchiam che servono solo a creare confusione), compare a intermittenza (da un gennaio/febbraio di un anno X) per mandare avanti la trama a calci (ma forse no, perché la trama in realtà non procede affatto, in quanto inesistente - flash forward!), e di lei sappiamo che ha un perfetto metabolismo. Come questo sia rilevante ai fini della trama, non me lo so spiegare, e detto tra noi, non me ne frega una cippa.
I gemelli, sospetto creati come Fred e George Weasley wannabes (ma va beh, soprassiedo), sono di un piattume irritante. Esistono solo per dare fastidio e non in senso simpatico. Non so se il tuo intento fosse renderli gradevoli. Se lo era, non è riuscito. Sono sempre di traverso, non hanno mezza personalità in due. Uno è biondo e uno e moro, ma fatico a ricordare chi è chi, perché detto tra me e te, non ricordo nemmeno i loro nomi. Danno ordini alla protagonista, si comportano da scimmioni con il tizio che è cattivo, perchè sì, e via dicendo in una serie di comparsate che ti viene voglia di cancellarli con la gomma ogni volta che spuntano nel capitolo. Passo.
L'altro, il Romeo de noiarti, tutto muscoli e niente cervello (una presentazione che davvero lo rende estremamente accattivante), ha addosso un'onta irreparabile innominata, ma continuamente rivangata, senza tuttavia aggiungerne dettagli, che (sia mai!) la potrebbero rendere quantomeno intrigante. Tale onta lo rende lo stronzo di facciata, ma poi non sarà veramente stronzo e prima va con l'amica, ma poi alla fine - ma in realtà all'inizio - con la protagonista. Tutto chiaro, no? No. Cercasi disperatamente una bussola. Domanda: ma questo tizio ha una paresi facciale che fa sempre il "sorrisetto" che oltretutto vuol dire qualsiasi cosa, o è lei che non riesce a decodificare un'altra espressione facciale? Dilemma: personaggio monofaccia o protagonista mononeurone?
E via così, con altri personaggi di contorno talmente insulsi da non essere degni nemmeno di un commento acido.
Simpatie e antipatie si accendono con l'interruttore a seconda di dove servono (vedi il padre di lei, con il tizio stronzo vero), gli eventi si susseguono assolutamente casuali e si alternano senza concatenazione logica (vedi le due amiche che si trovano agli armadietti, ma poi sono sulle scale), focus su eventi che dovrebbero far procedere la trama, ma che vengono taciuti misteriosamente assassinati dai miei uomini (cit) (vedi lei che salta addosso allo stronzo due volte, e viene interrotta dagli scimmioni, ma poi quando i due passano la sera del ballo insieme - e lo sa il cielo cosa succede - nemmeno un bif).
Lui, lei, l'altro e anche l'altra. Il triangolo no, non l'avevo considerato (cit), soprattutto perchè è un quadrato, o forse sono due triangoli rettangoli, non lo so. Triangolo/quadrato che per più di dieci capitoli non compare nemmeno per fare cucù. Considerato che dovrebbe essere il nodo centrale della faccenda (lo dice il titolo, mica uno che passa per la strada), direi che c'è qualquadra che non cosa. Non puoi intitolare una cosa Piantare l'insalata e poi parlare di pomodori. Thank u, next.
Ultima cosa, forse. I licei americani fanno molto figo. Ma la vita nei licei americani è una cosa, la vita nei licei americani vista nei film, è un'altra. Sarebbe come pensare che gli italiani in vacanza sono quelli di Vanzina. Ci sono anche loro, certo, ma non è che sono tutti così. Quanta ricerca hai fatto per documentare la cosa ad un livello almeno verosimile? Lascio lì la domanda per la meditazione personale.
E mi collego a quanto detto in apertura e anche qui sopra, perché sì, parlavo di stereotipi, nel caso non fosse chiaro.
Il personaggio stereotipato non è un personaggio brutto/negativo/piatto a prescindere. E credo inoltre, che l'originalità sia molto sopravvalutata, l'ho già detto in un altro capitolo. Quindi, anche se non farò i salti di gioia leggendo dell'ennesima cheerleader stronza, bionda e con il corpo da strafiga, la cosa, se presentata in maniera consona dal punto di vista psicologico, mi potrebbe anche andare bene. Perchè la cheerleader stronza, bionda con il corpo da strafiga esce dal cartonato e diventa un'entità tridimensionale. Certo, è un modellino che ho già visto un triliardo di volte, ma magari, dico magari, c'è un dettaglio che gli dà carattere. O forse no, è solo visto e rivisto, ma riesce a stare in piedi da solo. C'è una ragione per cui i remake film/libri/cartoni dei grandi classici vanno sempre alla grande. Io so che guarderò l'ennesima riedizione di Orgoglio e Pregiudizio anche se conosco a memoria le precedenti ventordicimila. So che lo farò e non me ne vergogno.
Il problema sorge quando lo stereotipo vuole stare in piedi in quanto tale. Sono una cheerleader bionda e quindi sono stronza. Perché? Perché sì. Perché sì, un paio di palle, mi viene da dire. Lo stereotipo non è la ragione ultima, è il contorno, porco becco.
Descrizioni.
Uff. Il biondo, il moro e il rosso a strisce verdi. E giuro se trovo un altro bello bello in modo assurdo che ha gli occhi verdi, non rispondo più di me stessa. Ma poi verde come? Verde scuro, chiaro, oliva? Smeraldo? Erba? Verde come? Secondo me i maschi delle opere di Wattpad vivono in un pianeta a parte perché sulla terra non esistono così tante persone con gli occhi verdi.
Per il resto, sorvolo sulle descrizioni che fanno dei voli pindarici talmente assurdi da mandarmi in stato catatonico alla seconda parola (vedi la protagonista che davanti allo specchio, si autoparagona a una tossica). Passo.
Io boh. Proprio boh. Non so che altro dire. Boh.
Sono veramente affranta.
Trama. Cos'è una trama? Me lo sono chiesta a diverse riprese. Qui sembra che le cose accadano a causa di una gelida manina (cit) che muove i cartonati di volta in volta a seconda del bisogno.
Ho una grande/enorme/mastodontica perplessità sul titolo perché, se, come se ne desume, la protagonista finirà con il tizio che insulta per tre quarti del tempo e con cui ha dei trascorsi continuamente citati, ma mai approfonditi, è anche vero che, almeno nei primi dieci capitoli, la storia va nella direzione diametralmente opposta.
Lei appunto, lo insulta a ogni piè sospinto, e amoreggia con un altro.
[Faccio una postilla sul primo incontro con l'altro perché merita.
Lei lo nota in campo durante i provini del basket. I fratelli e l'amica dovrebbero essere lì a guardare i giocatori – i gemelli, tecnicamente stanno guardando i probabili nuovi compagni, e l'amica, il probabile futuro ragazzo. E invece no. Siccome nessuno sa farsi i cazzi propri e hanno probabilmente anche dei disturbi della personalità, guardano solo chi sta fissando la protagonista – che, tra parentesi, non ci voleva nemmeno venire a 'sti cacchio di provini quindi chi diavolo dovrebbe avere voglia di guardare? Credibilità cercasi. Ah, e poi i fratelli, al secondo giorno di scuola, sanno già nome e cognome del tizio che la loro sorella si troverà a fissare. Senti, io li voglio per l'oroscopo del prossimo anno, che questi sono veggenti e Paolo Fox non ne prende una neanche con il mirino.]
Proseguiamo.
Dei noiosissimi spoiler intra-racconto (che ci stanno veramente come una cacca d'uccello sul tuo vestito preferito, lascia che te lo dica - check infodumping, please), ci avvertono che questo figo figo in modo assurdo con cui lei amoreggia (che ha ovviamente gli occhi verdi, ma che ve lo dico a fare, è ovvio), è anche stronzo stronzo stronzo in modo assurdo, e mannaggia a me se prima gliel'ho quasi data un paio di volte, ma poi me la sono tenuta perchè io valgo, o forse no. Va beh, io, lettrice, che mi reputo una persona di intelligenza medio alta, non ci capisco un cacchio e mi viene il leggero sospetto che tu ti stia prendendo gioco di me. O forse che il titolo sia messo a caso. Peccato il mega spoiler in partenza che di nuovo affossa tutta l'aspettativa. A no, l'aspettativa è già morta alla prima consecutio impallinata. Come non detto.
E poi i fatti, ma davvero ne vogliamo parlare? Non succede nulla che non sia o un elenco minuzioso di attività di importanza minore dello zero, ovvero entro in casa, chiudo la porta, mi tolgo le scarpe, mi tolgo le calze... WTDF? Yes, it stands for What the double fuck? Ma chissenefotte di tutte queste azioni inutili! O dei pipponi a caso, sul metabolismo, sul non bere e guidare, sul sono molto timida e non parlo con la gente, ma la dò al primo che incontro. Si va di infodumping in infodumping. Tu vuoi la morte del lettore, dillo. E poi quando si esce dalla spirale ovale di sfilze di cose a caso, ecco che gli eventi, che dovrebbero trattenere una parvenza di ciccia ai fini della trama, sanno di telefonato, che Ambra in confronto era un'esperta di improvvisazione. Tu muovi le pedine dove ti servono, perchè questi personaggi sono privi di vita propria. E poi fatti che si ripetono, tipo i fratelli e quell'altro che si incazzano ogni volta che lei si apparta con il suo pseudo ragazzo, giri a vuoto nei corridoi della scuola, paturnie, dialoghi insulsi e via dicendo. Non c'è un filo di coinvolgimento emotivo, l'encefalogramma di questa storia è piatto.
Varie ed eventuali
Ci sono cose che non mi so spiegare come.
Cap. 4 "se solo non fossi stata sicura si star vivendo quel momento, molto probabilmente penserei di sognarlo..." Lo sento nelle orecchie il Fly, you fool di Gandalf. Mai fool fu più giustamente pronunciato, mannaggia a me.
Cap 4. "aprii il cassetto della scrivania in legno dipinto di umidi..." WTF?
cap4 "... di certo non potevo aspettare che si sarebbero asciugati..." Le relazioni temporali a noi ci fanno un baffo. Sì, a noi ci è messo apposta.
Cap. 5 "il lunedì seguente mi svegliai più euforica di sempre." Le relazioni temporali a noi ci fanno un baffo. Sì, a noi ci è messo apposta. - parte 2.
Cap. 5 "Cinque giorni antecedenti alla prima partita ..." È la seconda recensione in cui trovo l'uso ad minchiam di antecedente. Ma perché non usate prima come tutti i cristiani normali, non lo capisco. Antecedente non ci sta con questa costruzione. Se lo sviluppiamo nel suo significato di participio presente, ossia che precede/precedono si nota subito. Cinque giorni che precedono (al) la prima partita non va. Ci vuole, Nei cinque giorni che precedono/antecedenti (al)la prima partita, se proprio siamo attaccati con l'attack a quel maledetto antecedenti. Ma se proprio ci siamo attaccati, usiamolo almeno come si deve, porco becco.
Cap. 5 "si poteva dire che eravamo una coppia [..] nonostante non piacesse[...]e anche mio padre non lo trovava molto simpatico". E il congiuntivo se ne andò a funghi. Se proprio vuoi tenere l'ultimo imperfetto, metti un punto e crea una nuova frase sull'opinione del padre.
Cap 5. "non mi dispiaceva certo, mi faceva piacere..." Come dire se non è zuppa è pan bagnato – parte 1.
Cap 5 " ... per dirigermi in palestra .. dove avevo un'ora di allenamento prima di pranzo. [...] dopo allenamento era ora di pranzo." Rivelazioni a sorpresa.
Cap 6. "La vita di certo non si fermava lì, continuava." Se non è zuppa è pan bagnato – parte 2
Cap 6 "non era mia intenzione il comportamento assunto" Ma questo come stracaspita parla?
Cap 7 Entra in scena un anello mai nominato prima... o era una battuta? Chissenefrega.
Cap 7 "anche se il suo fiato che puzzava di alcol non tanto." Tre cose che non tornano in undici parole. Record?
Cap 7 "mi venne in mente di strozzarmi con la prima cosa che mi capitava a tiro". Cosa sia questa cosa non è dato sapere, visto che non viene citata e fino a un secondo prima la tizia stava limonando come se non ci fosse domani. Forse si è strozzata con la lingua di lui. La butto lì. L'ipotesi, non la lingua.
E qui ho dovuto alzare bandiera bianca. Davvero. Mi è venuto l'esaurimento.
Devo dirlo. Di solito cerco di controllarmi, e non essere troppo stronza nelle mie esternazioni, ma qui credo si sia passato il limite. La forma è talmente sciatta e non curata, che mi sento personalmente insultata. Ma non perché sono io, persona XY in quanto tale. Io, lettrice anonima e disinteressata, mi sento davvero offesa, oltre che pigliata platealmente per il culo. Come è possibile presentare un testo così trasandato, prosaico, a tratti scomposto e pretendere che venga accettato senza dire bif?
Ma che opinione hai dei tuoi lettori?
Ho letto spesso cose che non stanno in piedi, ma qui siamo davvero oltre. Non è solo per la trama inesistente o per la forma a tratti violentemente sgrammaticata. Perché le consecutio sbagliate, i soggetti singolari e plurali che non concordano, i termini usati senza cognizione del loro significato, e compagnia bella, vanno oltre un uso orale scorretto.
Il congiuntivo è usato spesso anche nella maniera giusta (direi un 50/50), i tempi sovente concordano come dovrebbero e c'è una certa padronanza degli strumenti linguistici che non giustificano la scadenza del risultato finale.
Questo è il punto cruciale della faccenda. Avresti potuto fare di meglio, hai dimostrato di essere in grado di farlo e volontariamente non l'hai fatto.
C'è una disattenzione di fondo al testo che indica un totale menefreghismo sulla qualità finale, e questo, io personalmente, faccio fatica a perdonarlo. E ripeto, non parlo di refusi o errorini di distrazione - che sono comprensibili (anche se ugualmente non piacevoli, chiaro). Il volume del problema è ben più ampio.
Pensa, probabilmente con una rilettura avresti rimediato tu stessa a molti di questi problemi. Sulla trama c'è da lavorare di più, ma nulla che non si possa risolvere con letture intensive di altre opere e con l'ampliamento del proprio bagaglio letterario.
Ma alla sciatteria e all'intenzionale trascuratezza non so davvero che antidoto proporre. Qui c'è proprio una stesura a cazzo presentata paro paro com'è stata partorita dalla testa, senza troppe riflessioni, e senza prendersi la briga di darle almeno una forma decente, tanto chissenefrega.
Bene, a me frega.
E mi girano i maroni a elica a leggere una cosa così poco curata. Il mio tempo vale ben più di questo e di un prodotto che il suo stesso autore, per primo, non si cura di presentare al meglio.
Per me è no. Su tutta la linea.
Anzi, d'ora in poi credo che sarò più selettiva nella scelta delle opere da recensire. Io voglio essere d'aiuto concreto, per quanto possibile. Non diventeremo tutti autori pubblicati, ma questo non giustifica un lavoro sciatto.
Se voi autori, per primi, avete una pessima opinione di quello che fate (ed è la qualità del vostro testo a dirlo, non importa quanto vi affanniate a negarlo. Una cosa fatta col culo, denota disinteresse totale e questo è un fatto), allora perchè venite qui e pretendete che io vi dia le dritte per sistemare un casino a cui voi stessi non vi siete presi la briga di dare una forma?
Non sono mica la fata Turchina, porco becco!
***
Metto una postilla qui, perchè la speranza è l'ultima a morire.
Sì, puoi fare qualcosa per rimediare. Con la volontà si smuovono i monti, dicono. Riguarda il testo e correggilo. Donagli quella cura e quell'attenzione che avresti dovuto dargli fin dal principio. Come ho detto, gli strumenti li padroneggi e con questa premessa, sei già molto più avvantaggiata di altri. Lavoraci, faticaci e miglioralo. Puoi farlo.
La domanda è: vuoi?
Fine
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top