Recensioni tremende - Gli eroi del Tramonto: la piaga di Lelion - Lista 4.2
Questa è la recensione dell'opera Gli eroi del tramonto: la piaga di Lelion di Arcayd
La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.
Let's go!
Ho trovato davvero molto gradevole la lettura di questa storia. Apprezzo il genere fantasy, anche se spesso fatico a stare dietro alle centordicimila trame che si aprono come le successioni di Fibonacci nel cavolo romanesco e io - che c'ho una certa età - mi perdo. Alcuni poi, fanno anche cagare, ma questo è un tratto comune a tutti i generi, non certo prerogativa del fantasy. Comunque. Gambe in spalla e che si cominci.
Grammatica/Ortografia/Sintassi. Il testo è scorrevole, la grammatica abbastanza buona, e salvo qualche tendenza alla ripetizione di alcune parole a caso nei vari capitoli (persino, anche, oste, termini del tutto casuali che ritornano e ritornano e ritornano), direi che la lettura procede piuttosto bene.
Ho notato una sovrabbondanza di avverbi in -mente, genuinamente, effettivamente, sufficientemente, infinitamente. Ecco, onestamente sono un tantino pesantelli, alla lunga. Mr Trick poi sembra amarli particolarmente e anche il musico non resta certo a guardare.
Ogni tanto ci sono delle frasi troppo lunghe che vanno di virgola in virgola e di parola di troppo in parola di troppo e io boh, vedi le successioni di Fibonacci di cui sopra, o i cerchi concentrici delle pozzangere trafitte dalle pietre, se preferisci questa immagine.
Cap. 1 "Il poveretto, incaricato di portare una lettera urgente a Città Nuova, aveva deciso di tagliare per la palude, salvo poi trovarsi davanti un territorio decisamente più insidioso di quanto aveva previsto." Troppe parole e un aveva che sarebbe meglio diventasse un avesse.
Cap 1. "Procedendo senza tregua per l'intera notte sono giunta quasi al limitare della Grande Palude, dove inizia a lasciare il passo a un alto bosco, che mi offre copertura e riparo." La frase introdotta da dove, dovrebbe essere introdotta da che, se vuoi mantenere come soggetto la Grande Palude appena menzionata. Se lasci dove, allora devi esplicitare il soggetto, perché se non lo fai resta sottointeso il rimando al soggetto della principale, che è la protagonista, e dubito che una bambina lasci il passo a un alto bosco, a meno che il bosco si muova e i due si incontrino per strada, cioè il bosco si incontrerebbe in se stesso o in una parte di se stesso... insomma hai capito. Spero.
Occhio all'abuso dei tre puntini di sospensione. Li ho trovati disseminati un po' in tutti i capitoli e personalmente non li trovo sempre centratissimi. Se da un lato comprendo la necessità di esprimere la pausa nei lunghi stream of consciousness dei personaggi, dall'altra ti chiedo anche di valutare se non ci sia un modo meno grezzo di esprimere l'incertezza, la pausa, il grattarsi il mento ortografico che vuoi veicolare. Sono una scorciatoia a triplo taglio e spesso, tagliano e basta. Oltretutto se qualcuno quando parla - anche in una conversazione generica - ci sono troppe pause di riflessione, il pathos e il ritmo se ne vanno a farsi un giro e a annegare la loro disperazione nell'alcol. A buon intenditore, buon intenditore. Punto.
Cap. 1 "O almeno fino a ora..." puntini di sospensione e musica d'atmosfera.
Cap. 10 "senza passare di qui e poi... (musica d'atmosfera) Temo di essermi perso." Tra l'altro, qui non capisco se "temo di essermi perso" faccia parte della frase o meno. Se sì, allora non ci va la lettera maiuscola; se no, forse è il caso di mettere un a capo chiaro, che indichi lo stacco e giustifichi la maiuscola. Per andare sul sicuro interponi dei verbi che descrivano una postura, qualcosa di chi sta parlando, tipo giocherella con la manica, guarda per aria, fa la giravolta; qualcosa che aiuti il lettore a capire che si sta cambiando frase.
Ho scoperto il termine rizomatico che mi era ignoto. Quindi grazie.
Ultima cosa. Il titolo. Dopo i due punti non ci va la lettera maiuscola.
Presentazione e sviluppo dei personaggi. I personaggi appaiono ben tratteggiati, e ciascuno ha la sua voce distintiva. La mia preferita è Agni, ci tengo a fartelo sapere. Siccome, come ho già detto, all'interno di questi lunghi monologi/stream of consciousness, ogni tanto ci sono dei pensieri che il personaggio fa tra sè e sè, ti chiedo se non sia meglio metterli in corsivo, giusto per far capire a chi legge, che il personaggio non sta parlando ad alta voce ed è anche fuori - temporaneamente - dal flusso di coscienza. Un esempio è quando Shin parla nella sua testa a Ulril.
Cap 4. "Dobbiamo proteggerla Ulril: non possiamo lasciarla sola." Se questo è un discorso diretto, mancano tutti i segni necessari. Se questo è un pensiero che avviene nella testa di Shin non si capisce perchè graficamente è uguale a tutto il resto. Risultato: confusione.
L'incontro tra Mr. Trick e il musico mi è sembrato un po' legnoso e lo stesso quello tra Shin e Ulril. sospetto anche chi sia il colpevole di questo legno e te lo svelo nella sezione Trama.
Descrizioni. Le descrizioni ci sono, sì, ma forse a causa della narrazione in prima persona (a cui arrivo nel punto successivo - sempre sezione Trama), restano troppo superficiali. Mi aspetto di più, molto di più. Un fantasy deve costruire da zero un universo nuovo nella testa del lettore e per questo ci vogliono particolari come se non ci fosse domani. Non devi essere timida. Devi scolpire le immagini via via procedi; in questo modo è come se ad ogni passo l'ambientazione prendesse vita, modello animazioni 3D superfighe. È vero, qualsiasi città con le mura chiare costruita su diversi livelli, sarà sempre e solo una pallida imitazione di Minas Tirith (colpa di Tolkien lo so, e pure di Peter Jackson!), ma cerchiamo di non fossilizzarci.
Però occhio, perché le descrizioni non devono essere uno sciorinare di aggettivi come se piovesse. Le immagini non passano per l'aggettivo. Bello, lucente, imponente, tozzo non vogliono dire nulla se non accompagnano un sostantivo. E il sostantivo può essere bello, lucente, imponente e tozzo, ma al quarto aggettivo, io ho già girato pagina e non ho capito nulla di quello che volevi descrivere. Ok, scherzavo, forse già al terzo. Ovviamente non mi ricordo il sostantivo di riferimento.
Quindi più carne al fuoco, perché mi sembra che manchi un po' di sostanza. La trama del testo (intesa come sinonimo di tessuto, non come successione di eventi) è un po' troppo sottile e secondo me va addensata un pochetto.
Trama. La trama c'è e procede. Abbastanza. I fili che muovono le azioni però mi sembrano ancora un pò troppo fini e vedo, lì, beffarda, in controluce, la sagoma dell'autore che muove i burattini per farli incontrare (ecco spiegato il legno), per farli muovere insieme, etc. etc. etc.. Non è una presenza troppo palese e ingombrante, ma è lì. Ed è di troppo. Voglio più sostanza nelle motivazioni che muovono le azioni dei personaggi. Motivi credibili però, perchè si spostano, dove si spostano, non, uno mi dice di andare a sinistra e io come un boccalone vado a sinistra. Più spina dorsale, diamine.
Tra l'altro nella sinossi si parla di morte improvvisa di un sovrano X che in dieci capitoli e cinque personaggi non viene nominata nemmeno per scherza. Si parla di un usurpatore, che in quanto tale ha un indice di gradimento altissimo tra il pubblico, ma chi questo usurpatore abbia usurpato non ci è dato saperlo.
Purtroppo, ma questa è una mia opinione personale, credo che la narrazione in prima persona non aiuti per niente; non è quella che riesce a esprimere a pieno le potenzialità di un romanzo fantasy e ti spiego il motivo:
- è limitata. In ogni capitolo c'è il punto di vista del personaggio e solo quello. Mentre una narrazione in terza persona aiuterebbe ad avere una visione d'insieme sulla scena, essere legato al punto di vista del personaggio può tagliare fuori un sacco di dettagli interessanti;
- è difficile da mantenere nel tempo. I personaggi hanno una voce propria e questo è già un ottimo punto di partenza. Si tratta però di riuscire a mantenere questa voce sempre distintiva e sempre viva di capitolo in capitolo, per tutto il capitolo, e può essere difficile mantenere il tono fedele al personaggio nel lungo periodo; il rischio è di mescolare i registri e lo scivolone non è dietro l'angolo, è direttamente nel mezzo della strada;
- è dispersivo. Ciascun personaggio ha il proprio arco narrativo e il proprio obiettivo che potrebbe o non potrebbe coincidere con i punti focali della trama. Con lo splittamento dei punti di vista, si rischia di annacquare il tema/problema principale, in sottotrame veicolate dal punto di vista e dagli interessi dei personaggi di scena di volta in volta;
- è difficile stabilire una gerarchia. Quando c'è un gruppo di personaggi principale diventa difficile stabilire la gerarchia, proprio perché il problema principale è spezzettato. Prendiamo il Signore degli Anelli (esempio a caso, ovviamente... ma anche no). La Compagnia dell'Anello a un certo punto viene dispersa e si creano tre grandi filoni. Frodo e l'anello, con seguito; Gandalf e Aragorn con seguito e Merry e Pippin con seguito. Ovviamente il gruppo gerarchicamente più importante è quello di Frodo, quello che ha LA missione con il LA maiuscolo. Tutto il resto del gruppo si muove:
a. per salvarsi la pelle, e
b. per consentire al gruppo di Frodo di portare a termine LA missione.
In un gruppo di person,e ciascuna con il suo punto di vista, come si fa a capire chi è il gallo del pollaio? Lo so, io ho letto solo dieci capitoli e sicuramente più avanti le cose si sbrogliano per chiarire questo quesito, ma la mia preoccupazione è che il tipo di narrazione scelta non semplifichi affatto la faccenda. Faccenda il cui punto focale, tra l'altro, rimane troppo in sordina. Il buio si sta espandendo, ma non è che sembri proprio un gran problema per il momento e soprattutto a tre quarti dei personaggi non frega una cippa di questo buio. Non c'è un centro di gravità permanente che muove il sole e le alte stelle, o perlomeno non lo si percepisce con chiarezza. Anche questo è un problema
Questo non vuol dire che la narrazione in prima persona è sbagliata, o che tu non sia in grado di gestirla. Ti chiedo solo d riflettere se hai fatto bene le tue valutazioni prima di operare la tua scelta, per rendere al meglio la storia. Solo questo. La scelta è impegnativa, ma se tu sei consapevole dei rischi, sai come aggirarli e lo fai, tanto di cappello e buon lavoro.
Varie ed eventuali.
Cose che non mi so spiegare come:
Occhio alle concordanze tra verbi.
Cap. 1 "Se si trattasse di altri inseguitori, non credo di riuscire a seminarli." Questa frase mi crea dei problemi. Se nella principale vuoi tenere il presente + infinito allora devi mettere il presente anche nella subordinata. Se si tratta -> non credo di riuscire. Se nella subordinata vuoi tenere il congiuntivo imperfetto allora nella principale metti presente + condizionale presente. Se si trattasse -> non credo riuscirei. Così com'è, il rapporto di tempo suona sghembo.
Cap. 1 "Prendo un lungo respiro." Dov'è che lo prende?
Cap. 1 "D'altra parte, so bene che in mezzo a così tante persone sarà molto difficile tenermi nascosta." Non dovrebbe essere il contrario?
Cap. 5 "L'oste si propaga in un grosso sorriso." E io mi figuro l'oste che si allarga a dismisura che zia Marge, levati. Propagarsi vuol dire spargersi, diffondersi, estendersi. Capisco l'intenzione che c'è sotto di sfruttare una fetta del significato del verbo per trasporla in un contesto che non gli appartiene del tutto. Occhio però che fare questo tipo di operazione è come camminare su un campo minato, e prendere dei pali clamorosi è un attimo. Come dicevo altrove, il dizionario è il nostro migliore amico. Consultiamolo anche siamo certi di avere ragione. È sorprendente quante volte ci si sbagli. Sì, parlo per esperienza.
Ci sono piccoli depositi di infodumping qua e la.
Esempio, il messo del re nel primo capitolo. Se la cosa è rilvante (e so che potrebbe esserlo), l'informazione piazzatà così, è un pò telefonata. Dovresti renderla un pò più ambigua. Oppure il passato nella Gilda dei ladri di Mr. Trick, scodellato così come una frittata sul piatto da trangugiare in un boccone. Niente di troppo esteso, ma si creano comunque delle pause nella narrazione che spezzano il ritmo di lettura. Sono cose comunque interessanti, non voli pindarici ad minchiam ma mi sono chiesta se non si potessero intrecciare in maniera diversa, più armoniosa all'interno della narrazione.
Concludendo.
Come ho detto non ho trovato cose orrende, da farmi mettere le mani nei capelli. Le cose procedono, e sono anche interessanti, l'ho detto e lo ripeto senza vergogna. C'è una magrezza però, di fondo che va rimpolpata. Il testo al momento soffre di una lieve forma di anoressia letteraria. Tutto va reso più corposo, perchè al momento è un po' acqua fresca. Le descrizioni vanno rese più vivide, le interazioni e gli scambi vanno resi più dinamici e brillanti.
Quindi come punto di partenza, bene direi. Hai la tua struttura ossea definita.
Ora aggiungi più ciccia.
Ps.Il capitolo con il punto di domanda è molto buono.
Fine
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