Recensioni tremende - Diario di una coccinella - Lista 3.3

Questa è la recensione dell'opera Diario di una coccinella di C0cc1nella

La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.

Let's go!

Anche qui preambolo sul genere. Che genere è generale con sprazzi di romanticismo? Una previsione meteo? Lo dico e lo ripeto. Se nemmeno a voi che l'avete scritto, è ben chiaro che genere state scrivendo, difficilmente sarà chiaro ai lettori. Inoltre, rischiate di perdervi strada facendo perché non sapete su cosa focalizzarvi.

La narrativa generale è un container di opere – per lo più romanzi - dentro a cui si trovano vari generi e si usa come "etichetta" per distinguerla dalla letteratura "alta". Può essere di tutto. Veramente di tutto. Un minestrone, la misticanza, i pot-pourri. Tutto e il suo contrario. Per questo, come definizione di genere, lascia un po' il tempo che trova.

Anche Montalbano, per dire, in libreria lo trovate nel settore narrativa generale, ma sarete d'accordo con me che il genere è abbastanza chiaro e, sicuramente, non è un romanzo rosa. Quando io chiedo di indicare il genere al momento dell'iscrizione, chiedo lumi sulla tematica dominante del vostro testo. Oltretutto, ciascun genere ha le sue linee guida, che pur essendo convenzioni non assiomi scolpiti nella pietra, fanno da schema/mappa per noi poveri autori principianti. E sapere che genere state scrivendo, aiuta anche a definire il target di riferimento. Scusate se è poco.

Chiarezza, quindi. Diamine. Parolaccia.

Grammatica/Ortografia/Sintassi. Il testo è abbastanza semplice e scorrevole, e nel complesso risulta moderatamente gradevole.

Ci sono però una serie di cose stonate.

- Innanzitutto, ci sono ripetizioni come se non ci fosse un domani; parole di ogni categoria, ordine e grado che si rimpallano tra le frasi in maniera un po' casuale. Ora, io capisco che lo stile di una diario/blog/ resoconto di vita adolescenziale non toccherà punte di prosa pari al Manzoni (e meno male), tuttavia esiste un limite sottile, tra lo stile semplice e lo sbrodolo. Ecco, questo continuo rimpiattino di termini, fa sembrare tutto un po' sbrodolato. Oppure fa venire il forte sospetto che quanto scritto non sia mai stato riletto; anche questa, a ben pensare, è un'ipotesi più che plausibile. 

Cap. 4 Andare, andava, andata com'è andata. In poco meno di due frasi. Un record.

- Una delle prime perplessità che mi sono subito saltate agli occhi è il Lui, pronome alla terza singolare con addirittura la lettera maiuscola, per indicare l'oggetto del desiderio della protagonista. Lui, qui con la lettera maiuscola solo perché in inizio di frase, viene usato solitamente per indicare Dio in tutte le preghiere della liturgia cattolica annessi e connessi. Qui no. Dio ci fa un baffo, e con Lui, tutti i pronomi con la maiuscola usati in maniera pertinente. Mi avvalgo dell'aiuto da casa:

Cit. da Wikipedia: La "maiuscola reverenziale" è utilizzata ancora di frequente per i pronomi e aggettivi possessivi che si riferiscono a Dio, a persone o cose sacre, a persona di riguardo (pregare Dio e avere fiducia in Lui; mi rivolgo alla Sua attenzione, signor Presidente). L'uso moderno ha portato una diffusione nell'utilizzo soprattutto per quanto riguarda comunicazioni formali e corrispondenza commerciale (es. in merito alla richiesta da Lei inviata) estendendone l'adozione anche ai pronomi (es. colgo l'occasione per porgerLe cordiali saluti). La spiegazione dei grammatici risiede nel fatto che "la terza persona di cortesia, singolare e plurale, nell'uso scritto richiede l'iniziale maiuscola per evitare confusione con l'uso delle terze persone ordinarie, e che tale uso si estende alle forme degli aggettivi possessivi (Suo, Sua, Loro) e dimostrativi clitici (La, Li) e alle forme pronominali oblique (Le, Loro; rarissimo il plurale Glielo e simili)"[2].

E lo so, che potresti dirmi, ma Lui (lettera maiuscola) per lei (lettera minuscola) è una persona sacra/di riguardo. Va bene. Cioè, va bene, per modo di dire. Resta il fatto la scelta è un po' fuori luogo, fuori contesto e anche fuori registro. Come se uno all'Oktoberfest iniziasse a parlare in pentametri giambici. Forse, dato il contesto, nessuno se ne accorgerebbe. Io però non sono all'Oktoberfest, non mi piace la birra e il pentametro giambico, mi fa, quantomento, alzare un paio di sopracciglia. Più o meno come Lui. Avrei potuto accettare lui. Ma Lui? Se poi ci piazzi l'Uomo, l'Essere e quant'altro, siamo a un passo dall'apologia. Discutibile, ecco.

- Ora dimmi che male ti hanno fatto i tre puntini. Dimmelo. Perché per prima cosa sono tre. Non due, non uno. E poi vogliono, necessitano, esigono di avere uno spazio, prima del carattere successivo, a meno che questo carattere, non sia un segno grafico, come ad esempio un punto esclamativo, un punto interrogativo o le virgolette del discorso.
E invece...

Cap. 6 "Il motivo è..che Lui..."

- Altra cosa che ho notato: la parsimonia di virgole, soprattutto quando c'è una coordinata avversativa. Non è tecnicamente obbligatorio mettere la virgola davanti al ma, tuttavia è fortemente consigliato, per dare al testo il giusto respiro e fare una pausa prima di una frase che contrasta nel significato la precedente.

Cap. 5 "ha risposto dicendo che fa tutt'altro ma non ha specificato cosa."

- Ultima cosa. Non per importanza. L'ortografia non è un optional. Attenzione a virgole dimenticate, punti lasciati per strada, spazi mangiati da Pacman e via dicendo. Rendono il testo sciatto. Basta una rilettura, mica un turno in miniera.


Presentazione e sviluppo dei personaggi.
Personaggi, sostantivo plurale, mi sembra una parola grossa. A parte la protagonista, gli altri sono poco più che cartonati sullo sfondo.

Riassumo:

1. Coccinella ha una cotta per il professore e non ha idea di cosa voglia fare nella vita. E poi? Boh. Poche emozioni, pochi dettagli, poco di tutto. In compenso un sacco di accenni a paturnie, comprensibili per l'età, ma non troppo avvincenti da leggere.
2. Il professore, quest'entità astrale, pervasa di maiuscole, è elegantissimo, bellissimo, spiega benissimo, affascinantissimo, e tutte altre caratteristiche varie in -issimo. Non ha nemmeno un nome. Solo una maiuscola. D. (Dio? Si, me lo sono chiesto.)
3. Cate. Spigliata, sicura di sè, vuole andare a Londra. Fine.

E poi boh.
Un po' stringata come assemblea, mi viene da dire. Forse, se ci fosse un triangolo... ah no, i punti dopo l'uno, sono cartonati. Peccato.

Io mi dico, riflessione generica, piazzata qui a caso, ma non troppo. Ma questa protagonista è stata concepita dallo Spirito Santo? Non esistono più i genitori che rompono i maroni come una volta? Parliamo di un'adolescente, dopo tutto.

Descrizioni.
Thank you, next.


Trama. Abbiamo capito che la protagonista ha una cotta per il professore, ma porco becco, non succede veramente una cippa. E capisco, in una pagina di blog/diario non mi aspetto un procedere di trama come in un romanzo, ma qui rasentiamo il nulla. Non ci sto a sentire la giustificazione che le prime parti sono introduttive, perché se fin da subito non mi avvicini emotivamente alla protagonista, chi me lo fa fare di continuare? Non è che ci devono essere salti carpiati ed esplosioni rocambolesche della Statua di Libertà, ma almeno un guizzo, un singulto, un sussulto, un battito. Niente. Linea piatta. Non ci sono pipponi sentimentali, stream of consciousness o cose del genere, confessioni a cuore aperto, emozioni che corrono sulla pagina, a tratti magari melense, ma almeno autentiche. C'è il limbo dell'inconsistenza che si agita a mille. Non c'è appiglio con le emozioni della protagonista, perché rimane tutto in superficie. Troppo in superficie. Ok, lei è pseudo innamorata del professore, e quindi? Niente. Si siede su una sedia, figurativamente parlando, e se ne sta lì a languire. E la storia si trascina, stanca. Mi aspetto di più. Voglio di più. Qualche figura di merda atomica, vera però, non che succeda solo nella testa della protagonista. Qualche siparietto comico, visto il tono generale della narrazione. Qualche interazione che lasci un po' con il fiato sospeso. Qualcosa!
Però devo riconoscerti che, nonostante il nulla, c'è del ritmo. E il ritmo è sempre apprezzabile. anche sul nulla.

Varie ed eventuali

Sciorino il rosario:

cap3. "non mi volevo buttare giù dal letto..." Cos'è questo l'Harakiri della mattina? Che io sappia sono gli altri a buttarti giù dal letto, non è un'azione che uno compie volontariamente. Non in questi termini perlomeno. Almeno, così la vedo io.

cap 2. "bla bla." Dov'è il terzo bla? Lo pretendo.

Cap. 3 "E invece .." La e qui, è superflua.

Cap. 3 "... lo chiama proprio così, "Domani abbiamo..." Così come? Devi dirmi subito come lo chiama, non mettermi la frase per esteso. Oppure non dire lo chiama così, usa un'altro dichiaratico. Ci sono un sacco di opzioni possibili.
Cap. 3 "Sì però..." No. Sì virgola però, diavolo boia. "Sì, però..."

Cap. 4 "Noi non siamo in coppia." Noi non siamo una coppia. La prima, nonostante non sia formalmente errata, suona parecchio spigolosa.
Cap. 4 "vado a fare un account..." Fare un account? Con la carta e le forbici, intendi? Creare è il termine che si usa in questi casi, aprire uno dei pochi sinonimi accettati nel contesto. Tutto il resto è noia, cit.
Cap. 5 "durante le lezioni di Lui" Mai sentito parlare dell'uso dei pronomi possessivi?
Cap. 5 "riprende come prima..." Se riprende è ovvio che torni come prima... altrimenti non riprenderebbe, o no?
Cap. 5 "ci ha fatto vedere delle foto di lui da giovane..." Niente, a te i pronomi possessivi ti stanno proprio sui maroni.

Cap 5. "gli ho piacciato..." Lo so che non sta né in cielo né in terra, ma come neologismo mi piace un sacco. Pollice in su.

Cap. 5 "e poi gli ho scritto a quel tipo che non so se è Lui." Ti prego, rileggila. Ti prego. Molto gergale. Troppo, direi.
Cap. 6 "Praticamente se piove viene in macchina se c'è il sole viene pedalando." Chiara visione dell'ovvio. Grazie, Sherlock.
Cap. 6 "Ha pedalato fin lì della scalinata." Qui c'è qualquadra che non cosa.
Cap. 7 "Qualsiasi cosa Lui dica è per me interessante." Costruzione un po' inusuale, direi.
Cap. 7 "l'ha poi presa..." Idem con patate.
Cap. 8 "ha detto:"Adesso.." Uff... "...ha detto: spazio "virgolette, bla bla bla..."
Cap. 9 "Forse quei calzoni sarebbero sembrati eccessivi anche a Morticia Addams." Sorvolo sul termine calzoni che ho sentito usare soltanto al mio professore di musica delle medie, in tutta la mia vita. Morticia Addams non metterebbe mai i pantaloni, dai. L'esempio non calza.
Cap. 9 "avevo come l'impressione di sembrare..." Fiumi di parole, prima o poi...
Cap. 9 "Ok, bene, facciamo così" Senza punti e via, che noi siamo ribelli dentro.
cap 9 "Beh alla fine è partito... l'appello." Pietà! Una virgola, un punto, un punto e virgola, insomma una pausa, per favore in questo periodo più lungo della vedovanza della regina Vittoria. Abbiamo capito che ti piace come si muove e come parla, e come spiega e come respira e come esiste, ma al nono capitolo, la cosa mi è arrivata alle ginocchia.

E poi al capitolo 10 un guizzo sui fumetti... Eureka... ah no, è passato, ciao. Peccato, poteva essere interessante, perché non è saltato fuori prima? Opinione personale.

Concludendo. Secondo me, quanto ho letto manca di sostanza. Non è nulla di più di quello che potrei leggere su un mio diario delle superiori, forma terribile inclusa. Forma terribile, che nonostante tutto è centrata sul genere, e quindi almeno in parte la giustifico. La differenza è che nel diario delle superiori c'è la mia vita e quindi non ho bisogno di fare sforzo per cercare il coinvolgimento emotivo. Qui invece, leggendo da terzo incomodo che sta alla finestra, resto tiepida. C'è stile e ritmo, ma manca la ciccia e non solo come fatti che accadono, ma anche come emozione che mi prende lo stomaco. Meh. Sì, forse dopo arriva, ma quanto vuoi mettere alla prova la pazienza del lettore? Mi manca l'appiglio, un pò di contesto, il corpo della narrazione e quelle poche cose che vengono narrate risultano anche un tantino slegate. Va bene, la mente dell'adolescente è volatile e volubile, ma non me lo devi rendere alla lettera. Va bene anche svolazzare di qua e di là con gli argomenti, ma ci deve essere un filo rosso che sta sotto e tiene tutto insieme (si chiama coesione del testo, se non ricordo male). Ci vuole più ciccia e più colla. Confido in Pablo, che mi sembra, dal poco che ho sbirciato, l'unico in grado di stupirmi. Si, ho sbirciato. Adoro gli spoiler, sono fatta così.

Mi rendo conto di non avere grandi suggerimenti da proporre, ma questo testo, pur con i lati positivi che ti ho evidenziato, ha la peculiarità di essere senza infamia nè lode. Sta nel mezzo, come gli ignavi. E invece dovrebbe prendere posizione. Una qualsiasi va bene, basta che esca dal limbo.

Fine

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