Recensioni Tremende - Black Heart - Lista 2.3
Questa è la recensione dell'opera Black Heart di @HDSCreations
La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.
Let's go!
Grammatica/Ortografia/Sintassi. Il testo è costruito abbastanza bene e senza grossi strafalcioni. La punteggiatura non è sempre perfetta, ma in generale si capisce quello che vuoi dire. Ho notato una grande predilezione per i due punti, anche dove io ci avrei piazzato un bel punto fermo. Ma de gustibus non est disputandum, quindi non disputiamo. Anche qui rilevo una grande ricchezza di aggettivi, ma occhio a non esagerare, che è un attimo fa cadere le brache per la noia.
Il Parte prima con la data 1998, per dire che tutto inizia dal capitolo successivo che senso ha? Per me è uno spreco di spazio. Opinione personale.
Ogni tanto ci sono alcune espressioni inutilmente verbose.
Cap 4. "Appioppo a quella tavola di legno verniciata" No, il mio tempo è troppo prezioso per leggere così tanti termini solo per dire porta. Se vuoi obiettare che hai appena usato il termine nella frase precedente, controbatto dicendo di modificare quella successiva, perché scorra senza ripetizioni e senza ingorghi di parole inutili. Si, ho sorvolato il paragrafo precedente, quello in cui arrivi alla suddetta porta (detta con 5 parole, invece che con una). Ti sei dimenticato di descrivere le targhe con i numeri delle stanze, mancano nella serie di inutili dettagli. Si, sono sarcastica.
Cap 5. "...mi fa sentire alla stregua di un bambino la notte di Natale..." Veramente? Il problema qui, non è soltanto, l'eccesso di parole. Si tratta anche di un problema di registro. Tutto quanto è narrato dal punto di vista di Nick, uno che mi sembra, almeno all'inizio, parecchio sboccato e poi peggiora pure quando si rivela essere il cugino di Chuck Norris con pugni rotanti e quant'altro. Perdonami se la frase sopra riportata mi stride un po' con il personaggio.
Cap. 6. "...prima che ... raggiunga un livello d'allarme tale da apparire nelle prime pagine di cronaca..." Mmm, il livello d'allarme è davvero necessario? Io voto no.
Cap. 7 "... la scuote per un paio di secondi tanto da farla effettivamente trasalire, seppur in modo impercettibile, mentre si gratta il mento, e ribatte meditabonda." Non c'è bisogno che commenti, davvero.
Attenzione anche agli avverbi che appesantiscono tremendamente l'insieme. Sì, tremendamente l'ho messo apposta.
Cap. 4. "gli intimo freddamente,"
Cap 7. "Cindy, pesantemente sbronza...tira su col naso nervosamente..."
Ho trovato refusi sparsi qua e là, risolvibili con una bella rilettura.
Cap. 7 All'inizio c'è una è che dovrebbe essere una e.
Cap. 9. prive invece di privé
I ritagli di giornale/diario che metti all'inizio, quando li metti, vanno differenziati. L'ho capito alla terza rilettura che erano di un altro tempo rispetto a quello del capitolo, nonostante fosse segnalato all'inizio della storia. Quindi o li metti in corsivo, o metti una bella grechina che li separa anche visivamente dal resto del capitolo. Dai a una mano ai tuoi lettori rimbambiti come la sottoscritta, thanks!
Presentazione e sviluppo dei personaggi. Ah, i personaggi. Molto True Detective, quello vero, ovvero stagione numero uno. Purtroppo, meno figo.
Sono un po' perplessa, sui tuoi personaggi, a dire il vero.
Nick, nonostante i mille dettagli, le maniere forti, la moglie che te la raccomando, e il passato con abusi sessuali, mi si confonde con la tappezzeria, e questo è colpa, in parte, del fatto che spesso non si capisce bene cosa sta succedendo e nel non capire lui, per non sapere né leggere né scrivere, mi scompare sullo sfondo. Non riesco a figurarmelo bene, questo tizio. Vedo una pisola con delle dita intorno e basta. Tra l'altro non sembra molto sveglio. Sembra che giri a vuoto un po' troppo per essere avvincente. Capisco che non abbia lo straccio di un appiglio, ma porca miseria, non possiamo dire che sia una cima. Un altro elemento che gli compete e che non mi arriva del tutto, è la sua voce. Lui è l'io narrante, il punto di vista attraverso cui presenti gli eventi. Se dal principio c'è un certo cinismo e una voce piuttosto distinta, man mano si procede con i capitoli, questa peculiarità tende ad annacquarsi e scomparire come se il personaggio regredisse nella dimensione di macchietta e perdesse di unicità, confondendosi con lo sfondo.
Il morto. Brontolone, puzzoso, ma ovviamente con l'intuizione che cambia la vita. Si, boh. Nulla di originale, ma funziona. Tra l'altro, a momenti non gli viene quasi neanche affibbiato un nome, tant'è che ho fatto una fatica boia a capire che gli epiteti ciccione e varie, e il nome stesso si riferiscono a lui. Il cognome poi forse è nominato tre volte. Difficile da cogliere e da tenere a mente. Più chiarezza sulle identità (anche quella del protagonista, il cui nome sembra quasi un segreto di stato da tanto poco viene nominato, ecccecccacccchio), please.
E poi ci sono tutt'un ciarpame di personaggi di contorno, in cui io, che sono vecchia e stanca, faccio un po' fatica a districarmi. E la madame di qua, e Darlene, e quella con il nome strano che muore ancora prima di comparire, e quell'altra che sembra il nome di un film, alzo bandiera bianca.
Ma poi dico, possibile che diciassette cadaveri (con incisioni varie, che non è esattamente un dettaglio di secondo piano) più un detective morto assassinato – con le stesse incisioni, per giunta - non smuovano una mezza, misera, pulciosa indagine? Mi sembra un po' tirata per i capelli, l'idea che la cosa passi così sottobanco. Oltretutto l'omicidio di un poliziotto, per quanto degradato e insignificante è sempre preso abbastanza seriamente, a meno che non l'abbiano fatto fuori altri poliziotti (e se fosse così, la mancanza di attenzione alla cosa sarebbe uno spoiler astronomico).
E la ex moglie del protagonista? Ma che senso ha? Io boh. A parte il contesto in cui avviene il matrimonio che un WTF ben oltre l'assurdo, questa compare sulla scena di tanto in tanto con scene talmente strampalate che mi chiedo cosa ci stia a fare. Francamente mi bastano le sue descrizioni per corrispondenza.
Anche Joanne, che, se non ho capito male, è la moglie del morto, ma che intrallazza con il vivo, compare sulla scena ad minchiam, secondo il mio parere. Le sue comparsate non sono giustificate dagli eventi, ma sono posizionate strategicamente da fuori, per ragioni che rimangono oscure. Tra l'altro con scene di scaramuccia con l'ex moglie che causa un WTF ancora più titanico. Ma che c'azzeccano queste due? È tutto troppo, troppo strano.
Esempio.
Nel capitolo in cui la ex-moglie stronza gli vomita addosso cattiverie con la figlioletta di mezzo, questa Joanne si materializza dal nulla a consolarlo. Ma perché? Ma come? Ma da dove? Sono vicini di casa? Me lo sono chiesto, perché altrimenti non mi so spiegare come. Io, comunque, non ci ho capito una cippa.
Descrizioni. Le descrizioni sono ricche. A volte pure troppo. Non è un male assoluto. Grazie al cielo non ti limiti solo ad una lista di aggettivi, ma usi delle immagini concrete (penso alla descrizione dell'ufficio dove il protagonista e il morto lavorano). Questo aiuta molto a visualizzare le cose descritte, e rende superfluo l'uso degli aggettivi che cercano di infilarsi a tradimento nella frase. Tra l'altro non è che ogni singolo oggetto o sensazione o stato d'animo o moto di stizza deve essere accompagnato da un aggettivo badante. Lascia che qualche sostantivo, ogni tanto, se la cavi da solo. Ma è un mio parere. Sono una gran cagacazzi con l'eccesso di aggettivi. È che mi ingolfano il cervello, come ho quando troppi vestiti nell'armadio e devo fare spazio.
Trama. Fin dall'inizio, ho fatto una discreta fatica a seguire le evoluzioni temporali degli eventi. Credo che si svolga tutto in maniera cronologicamente lineare, tuttavia a tratti c'è della lentezza, e personaggi molteplici, che entrano ed escono dalla scena, in mezzo a flashback e tutto quanto, e insomma è difficile da seguire. Non ti nascondo che ogni tanto ho abbandonato la lettura per fare una pausa, o per l'eccessiva lentezza, o perché gli eventi erano troppo nebulosi e non avevo la testa o la voglia o la pazienza di continuare a leggere e forzarmi la mano (un esempio è la sceneggiata del protagonista la prima volta che va dalla tizia con il nome di un film – Sinful Cindy? Sin city? Va beh...io ho le allitterazioni nella testa, ma anche te non scherzi!). Eppure, apprezzo il genere, nonostante l'atmosfera di fondo abbastanza sudicia e tutto il resto, ma qui devo fare tanta, troppa fatica.
Ci sono delle parti che funzionano. Non è che si fa fatica e basta. Uno su tutti è la visione delle videocassette con l'identità del mandante (Io sono tuo padre, cit.) che è un bel momento di frizzantezza nella generale piattezza altrove riscontrata.
Varie ed eventuali
Ci sono alcuni passaggi che mi hanno causato la formazione di molteplici punti di domanda nella testa.
Ti faccio qualche esempio:
- L'incipit. "Da due settimane, lascio l'ufficio più tardi del dovuto... voler mollare." Perché da due settimane? Cosa è successo di significativo nelle ultime due settimane da cambiare il corso di una convivenza penosa lunga due anni? Perché mi sembra che si stiano sui maroni a vicenda anche dopo che uno dei due è morto. E voglio un motivo a prova di bomba per cui uno dei due si mette in pericolo per l'altro. Soprattutto se l'altro è morto.
- La scena dei due tizi al diner con il bigliettino della mafia, l'ho trovata un po' oscura. Forse l'episodio sarà significativo più in là, ma in quel momento sembra solo appiccicato con la gomma da masticare nel capitolo.
- L'andirivieni dalle prostitute ha un chè di nebuloso. Mi sembra molto strascicato e sono riuscita a cavare pochi dettagli significativi, forse perché annacquati da figure di scagnozzi stereotipati e situazioni al limite del grottesco, che distolgono l'attenzione da quello che conta davvero.
- Kate e Joanne, la prima volta (Cap. 1). Lui è appena uscito dalla casa del morto, ma poi arriva una tizia che suona alla casa da dove lui è uscito, dove tecnicamente dovrebbe esserci la vedova, ma poi sembra che a rispondere sia la ex moglie non la vedova. Insomma, le cose, e i punti di vista sembrano piuttosto contorte e io sono arrivata alla fine del paragrafo alquanto confusa. Piccola postilla: ma il tizio non riconosce neanche sua figlia? Soprassediamo.
- Cap. 8. "Gli addetti i traslochi... nella speranza di sparire da quella casa..." Perché è quella se ci sono tutti dentro? Quella indica qualcosa di lontano da chi parla, di solito.
- Cap. 8. "Non eri tu che la desiderava più di chiunque tra noi?" Chiunque chi? In quanti l'hanno fatta questa figlia di cui si parla? In quindici?
- Cap 9. "Il diario di Scott, a tal proposito, offre poche informazioni quanto nulla..." WTF? Che vuol dire?
- La scena del ritrovamento della chiave dietro la mattonella, dietro l'armadietto mi ha ricordato il fantastico mondo di Amelié. Sì, l'ho apprezzato.
Concludendo.
La storia è scritta bene, nonostante tutto. Ha tutti gli elementi giusti per essere molto avvincente. Però, per il mio parere, il mio gusto e tutto quello che mi concerne è piatta, a tratti scialba, e non mi riferisco all'ambiente descritto. Non mi prende fino in fondo, e non è solo una questione di imprecisioni tecniche, laddove te le ho segnalate – imprecisioni, che tra l'altro sono comunque facilmente sistemabili.
I personaggi non mi "parlano". Non mi sento coinvolta dalle loro vicende emotive, non c'è il gancio che mi tiene incollata alla pagina. Anzi, vado oltre, non mi frega proprio niente di quello che gli succede e non mi frega una cippa di chi è l'assassino. Un po' perché fatico a seguirne le vicende e ancora prima, a monte, il loro modo di ragionare, e un po', perché quello che succede, e parlo proprio degli eventi in sé, è troppo fosco. Faccio fatica a seguire gli accadimenti, a dare loro la giusta gerarchia, e quindi la giusta attenzione ai fatti. Quindi, per sintetizzare, questa storia ha tutti gli elementi per essere avvincente, ma non mi avvince.
Credo che la responsabilità maggiore ricada sul modo in cui sono presentati gli eventi. Non sento l'odore della suspance, quanto piuttosto un lento incedere di decadenza che mi fa dire (o meglio sbuffare), e adesso cosa è successo ancora? con un tono misto tra l'annoiato e il dubbioso, invece di farmi stare in bilico sulla sedia, in attesa del prossimo colpo di scena.
Quindi.
Io che sono io, e arrivo fino a un certo punto, procederei così:
- Stabilirei una gerarchia tra rivelazioni importanti e meno importanti.
- Rileggerei tutto e alleggerirei la struttura delle frasi.
Capisco che essendo un thriller devi giocare su qualche depistaggio per infoiare il lettore, e spingerlo a sbavare per saperne di più. Fa parte del gioco e lo accetto. Occhio, però a non rendere tutto piatto, altrimenti il soufflé si siede!
Fine
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