Questa è la mia recensione dell'opera Big Trouble scritta da Kaori2018
La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.
Let's go!
Lo so, sono in anticipo. Chissenefrega.
Credo che questa sarà una delle recensioni più corte della storia delle Recensioni Tremende. Perché? Perché la storia è scritta troppo bene perché io abbia da fare osservazioni. Troppe, perlomeno.
Infatti, essendo io una cagacazzi, qualcosa ho osservato e vado tosto ad esporlo. Non userò nemmeno le categorie classiche in cui di solito suddivido la recensione perché non ce n'è bisogno. Autore, se la cosa ti infastidisce, fammi sapere.
Da sistemare - secondo me
1. Nel capitolo 6, quando ricordi il momento in cui ti è stato comunicato il crollo del Ponte Morandi sistemerei i verbi in modo diverso.
La narrazione del ricordo - dopo una breve introduzione all'imperfetto sulla circostanza, "eravamo in pochi" - si gioca sul presente storico. La trovo un ottima scelta perchè dà l'impressione al lettore di essere dentro la scena raccontata.
"ricordo il senso di confusione.. non avevo pensato." Qui il trapassato prossimo avevo pensato stona, secondo me. Non si aggancia bene al presente storico e va a ripescare l'imperfetto circostanziale dell'inizio. Imperfetto che però, mette del distacco nella narrazione - cosa che da quello che leggo non c'è, non emotivamente perlomeno, anzi. Io ci sentirei meglio un passato prossimo, "ricordo ancora... nemmeno per un momento ho pensato che fosse uno scherzo," perchè è molto più fluido. E anche poi "avevamo continuato" lo cambierei nuovamente con il passato prossimo, per dare sempre l'idea di una vicinanza emotiva maggiore.
C'è un'altra frase che non mi torna più avanti nello stesso capitolo.
Cap 6 "Lascio la moto davanti al portone .. intanto c'è veramente poco movimento stasera." Intanto? Avversativo? Mmm, no, non ha senso. Forse volevi scrivere tanto, nel senso di tanto c'è poco movimento?
2. Ho delle perplessità sui numeri scritti sempre in cifre. In alcuni casi questo stile è accettato, in altri no. Percentuali e orari ok, in altri casi spesso la casa editrice ha l'ultima parola. Le unità di misura vanno bene anche come sigla, se si usa il numero, l'importante è mantenere l'omogeneità (si scrive 5 km non 5 chilometri). Ci sono un paio di occasioni intorno al capitolo 16/17 (eh sì, me lo sono letto tutto, quindi mo' ti becchi anche queste osservazioni extra! Tiè!) in cui mi scrivi 10 euro 20 euro e in questo caso è preferibile esplicitare il numero in lettere. Detto questo, ti segnalo un articolo che spiega le cose per bene (molto meglio di come le ho spiegate io, che ci vuole poco) e dà anche un consiglio libresco niente male alla fine: https://www.pennematte.it/2017/01/24/i-numeri-in-narrativa-cifre-o-lettere/
3. Il titolo per me è NO. Troppo piatto, generico, non solo non lascia il segno ma non da nemmeno indicazione vaga del genere di riferimento. Da rivedere assolutamente. È davvero anonimo. Ora, io, dopo essere uscita con questa genialata, ammetto di non avere una valida alterativa da proporre, o anche una non valida, sigh. L'uomo del treno starebbe bene, se non fosse che un titolo affine è già preso, lasciandoti con lo stoppino corto. Io ti butto lì una proposta indecente, fai un sondaggio tra i tuoi lettori e chiedi proposte alternative. Qualcosa uscirà.
4. Nel capitolo in cui Alberto fa il pippone a Gloria e Serena su quali pensa siano i motivi per cui i loschi ceffi gli vogliono fare le penne, le sue parti dialogate sono un po' troppo lunghe e olezzano un po' di infodumping. Siccome le due interlocutrici non capiscono una cippa, come probabilmente i lettori (me compresa) io personalmente, spezzerei il monologo con domande da persona che non ha capito un cacchio da parte delle due (che effettivamente si calano nella parte). In questo modo lo scambio risulta più fluido e dai modo a chi legge di entrare in questo argomento piuttosto ostico, passo per passo senza scaricargli addosso le info come se fossero un sacco della spazzatura.
5. Ho perso il conto di quante volte Gloria ripete di essere legata ad Alberto nel casino che si è creato. Credo che dopo la terza volta, l'affermazione inizi a puzzare di pesce. Dico per dire.
6. Ogni tanto c'è del casuale scarico di info (piccoli brufoletti di infodumping), non propriamente pertinenti al racconto, nei pensieri sul posto fisico in cui si trova, sui vari accrocchi tecnologici di cui Gloria è più o meno esperta e su altre cose varie ed eventuali. Non sono quasi mai sopra le righe, non diventano mai presenza ingombrante, ma occhio che l'eccesso di questi piccoli brufoletti potrebbe risultare fastidioso. Piuttosto infiltra le stesse info in dialoghi causali, così fornisci colore e ritmo.
Cosa mi è piaciuto
Che dire? È scritto bene, davvero bene. La forma è molto curata, si capisce che parli di qualcosa che conosci perché nonostante le info supertecniche (di cui io ammetto candidamente di non capire un cazzo) c'è una fluidità nella spiegazione per cui anche un profano non si perde per strada - o almeno non troppo. Diventa lampante il motivo per cui, quando si scrive, il primo consiglio che si riceve è "scrivi di qualcosa che conosci". Si vede, si sente, si annusa tra le parole e non ti trovi a leggere di uno che ha una villastra con piscina di seicentordici mila metri quadri e poi è disoccupato. Come se l'Imu a lui gli facesse un baffo. Scritto da uno che non ha mai presentato un fottutissimo 730, ovviamente! Eccheccazz.
Mi è piaciuto da morire il modo in cui hai intessuto Genova come personaggio di sfondo nella narrazione; tutti i dettagli sui luoghi, che danno al lettore l'impressione di essere esattamente nel luogo che stai descrivendo. Io a Genova non ci sono mai stata (ci dovrò venire fosse solo per scofanarmi infiniti chilogrammi di pesto che io metterei anche nelle briosche), ma dopo avere letto la tua storia, mi è sembrato di passeggiare per le strade, entrare nei bar e andare sulle spiagge frequentate dalla gente che ci vive. Chapeau.
I personaggi sono tutti ben inquadrati, tutti ben calibrati, ciascuno tridimensionale in maniera credibile, sfaccettata e riconoscibile (Dave a un certo punto mi viene un po' su per una gamba, ma è sempre coerente con sé stesso), e finalmente una protagonista donna a cui piace il sesso e guarda i porno! Mi è partita la hola. Non perché guardi i porno in sé e le piaccia il sesso (anche se sembra sempre di pisciare in chiesa ogni volta che si fa un'affermazione del genere), ma perché il dettaglio la rende estremamente reale, e non la solita protagonista angelicata che espelle le scorie attraverso la traspirazione notturna. Mi sono piaciuti i lati oscuri di ciascun personaggio che li fa sembrare reali (lei che è supersfrontata, però nella situazione di pericolo se la fa, comprensibilmente, addosso, l'altro superperfettino poi lavora non proprio legalmente, bello bello vedere delle zone grigie assolutamente umane e non i soliti parallelepipedi di marmo solo buoni o solo cattivi!), mi sono piaciute le descrizioni, dei luoghi, dei dettagli. Mi è piaciuto il ritmo, soprattutto all'inizio (cioè vogliamo parlare del tuo incipit fatto con i controcazzi? Complimenti, davvero!), molto incalzante, molto serrato come si addice a un thriller. Verso la fine ogni tanto lo stesso ritmo di cui sopra, tende un po' a sedersi, ma mai in maniera preoccupante (valuta la rimozione chirurgica di quanto segnalato al punto sei e lascia solo l'azione nuda e cruda, pensieri pochi e spicci - del resto è una situazione di tensione crescente non è che uno si mette a pensare al senso della vita, non troppo almeno).
Mi è piaciuta la fine, fuori dai soliti schemi e vissero tutti felici e contenti bacino bacino, eppure così calibrata e coerente con tutto quello che è successo prima. La trama ovviamente avvincente, sostenuta da motivazioni che non sembrano calci in culo dell'autore per farla procedere. Che altro ti devo dire? È scritto bene. Mi devo ripetere ancora? È inutile vivisezionarlo perchè funziona e funziona bene. Qui c'è bisogno di passare al livello successivo. Non so come sei messa a numero di parole, ma indicativamente devi essere tra le 50k e 60k, che non è male, sbaglio?
Quindi riassumo.
Cambia il titolo, trovati un editore e fallo pubblicare. Non so cosa tu stia aspettando ancora! Inserire parolaccia a caso qui.
Fine.
Ps. E poi facci uscire un film.
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