L'infodumping - Approfondimento


Immaginatevi una sera, dopo una lunga giornata di fastidi. Siete sul divano, sotto il piumone. State guardando un film avvincente, del genere che più vi avvince (appunto) e siete giunti al climax, il punto più alto dell'intera durata della pellicola.

Facciamo che ci sono due personaggi sullo schermo, e il tizio strano sta dicendo all'altro tizio meno strano, che ne so - che è suo padre, ad esempio. Ecco, giusto un secondo prima di questa rivelazione, che è il plot twist dei plot twist (a meno che tu non conosca le lingue straniere, in particolare quelle germaniche, ma questo è un altro discorso), mentre sei sul bordo del divano con le mani incastonate nel piumone e le dita che hanno scavato i cuscini del divano e il tizio strano sta dicendo, "Tizio meno strano, io sono tuo -",  l'immagine si ferma, e sul fermo immagine, entra un simpatico signore con la barba e gli occhiali che inizia a raccontarti che il tizio strano è alto n centimetri e pesa n kg, che sul pianeta XY ciò equivale a p unità di misura, e considerando la pressione dell'atmosfera questo può essere considerato un vantaggio o uno svantaggio, ma se si scontra con un individuo di peso uguale, inferiore o superiore, allora le conseguenze possono essere buone o cattive a seconda di come ci siamo alzati la mattina. Inoltre a questo tizio strano, che sta per rivelare il plot twist dei plot twist all'altro tizio meno strano, piacciono i broccoli e quando era piccolo faceva sogni premonitori in cui cadeva nel vuoto. Tutto molto interessante, ma per un motivo neanche troppo oscuro ti viene voglia di tirare un badile al simpatico signore che sta interrompendo la rivelazione delle rivelazioni, se non altro per toglierlo di mezzo.

Questo è l'infodumping  se lo dite in inglese o infodump se lo dite in italiano.

Io userò l'inglese perchè la forma in -ing ha il significato intrinseco dell'azione nel suo svolgersi, e secondo me rende meglio l'idea. E poi preferisco l'inglese, che diamine.

Scomponiamo il termine e otteniamo il significato del termine papale papale:

- info, sta ovviamente per informazioni;

- to dump, +ing = dumping, significa molte cose, tra cui scaricare/buttare, inteso di rifiuti, o anche fare la cacca. L'immagine che il verbo to dump evoca è proprio quello di prendere qualcosa e di scaricartelo addosso, modello Ice Bucket Challenge. Non devi esserci per forza tu sotto, sia chiaro. La semplice azione di svuotare qualcosa in modo che cada dall'alto perpendicolarmente verso il terreno copre il significato del temine dumping.

Quindi il termine infodumping, inteso come tecnica di scrittura, indica quelle parti di narrazione/descrizione che interrompono l'azione principale per fornire informazioni in blocco, in maniera non funzionale alla trama.

Spesso l'interruzione è fatta dall'autore che si intromette nella scena, interrompendone il ritmo, per dire cose che potrebbe (e dovrebbe) dire in altro modo e in altro momento, in maniera più gradevole e facendo procedere la narrazione. Invece no, si fa una pausa ed entra Alberto Angela con lo spiegone su cose a caso.

Esempio:

"Il sabato esco spesso con la mia amica Maria e andiamo al centro commerciale. Maria ha quindici anni, i capelli biondi e lisci e gli occhi azzurri. E' alta 1.60 e pesa 58 kg. Indossa vestiti poco aderenti e adora il nero, ed è una fortuna perchè la sua famiglia, essendo parte di una setta religiosa particolarmente conservatrice non le permette di indossare nessun altro colore."

Ecco qui un mucchio di informazioni, probabilmente inutili, che più che descrivere il personaggio sembrano una segnalazione di un ricercato dalla polizia.

La domanda è: serve conoscere ogni riga della carta d'identità di Maria? Probabilmente no. Serve sapere che fa parte di una setta religiosa? Dipende. Se questo particolare è rilevante per lo svolgimento della trama, allora va svelato, (nella maniera più opportuna, e non piazzato di punto in bianco in mezzo a una scena come una sberla), altrimenti può tranquillamene restare nella testa dell'autore e nessuno ne sentirà la mancanza. Tra l'altro chi parla non è Maria, quindi è ragionevole pensare che lei non sia la protagonista, quindi il fatto che faccia parte di una setta è ancora meno interessante, a meno che Maria non abbia una relazione sentimentale con la protagonista ostacolata dalla setta di cui fa parte, insomma, avete capito. Prospettiva, signori, prospettiva. Le informazioni sono rilevanti o meno a seconda della trama, e sta all'autore intesserle nella trama in maniera armonica e non scaricarle con la pala sul lettore.

A volte sono i personaggi stessi a fare infodumping - anche se il più delle volte non sono loro a parlare, ma - di nuovo - l'autore, che si camuffa da personaggio e, rendendosi conto di non avere fornito il becco di un dettaglio su trame e tramini fino alla penultima pagina, fa fare uno spiegone/polpettone al malcapitato di turno.

L'infodumping è un abile trasformista e assume molte facce. Non solo è il polpettone di info che ti vengono cacciate in gola al primo angolo utile, è anche la sottolineatura dell'ovvio, ovvero quando una persona dice a un'altra qualcosa, di cui questa è già perfettamente a conoscenza.

Esempio:

Dialogo tra due amici che si conoscono da mille anni: "Tu sai che ho lasciato la scuola a sedici anni perchè volevo fare il cantante, ma quando sono arrivato a New York sono entrato in un brutto giro da cui mi sono liberato solo di recente."

A cosa serve specificare una cosa del genere? Sembra un'informazione telefonata, messa lì solo a beneficio del lettore nel modo più palese possibile - come quando passa il tipo che ti piace e per fare colpo inizi a parlare a voce alta di qualcosa di strafigo che hai fatto (!). Se i due che parlano sono amici sul serio, allora amico A sta facendo ad amico B il riassunto della sua vita, quando amico B è già al corrente dei fatti. Amico B potrebbe dire, "Ciccio, che cosa me lo dici a fare? Io c'ero!"

Perchè l'infodumping non va bene?

L'infodumping non funziona perchè spezza il ritmo della narrazione e quando il ritmo si spezza, l'attenzione del lettore va letteralmente a funghi. Se l'attenzione viene meno, perchè altrove impegnata, cala l'interesse, il coinvolgimento nella storia e la voglia di saperne di più. Immaginate questa scena: state facendo qualcosa di piacevole, ma venite continuamente disturbati. Suona il campanello. Poi il cellulare. Poi un famigliare richiede la vostra attenzione. Poi dovete andare in bagno. Alla lunga queste continue interferenze vi fanno abbandonare l'attività a cui vi state dedicando. Se vi piace davvero molto, forse riproverete in un momento più favorevole. Se invece siete coinvolti solo tiepidamente è probabile che la abbandoniate per non riprenderla. Traete voi le vostre conclusioni, soprattutto se le interruzioni avvengono nelle prime pagine di un libro.

Postilla in media res: l'infodumping è una vera e propria tecnica di scrittura e non è sbagliato a prescindere. Nei testi scientifici è molto utilizzata ed è consona, perchè i dati vanno esposti in maniera chiara e concisa. Anche a pacchi. Chi legge un testo tecnico/scientifico è alla ricerca di informazioni su un argomento e con questo metodo espositivo gli vengono fornite nel modo più chiaro e diretto possibile. In narrativa, invece, le cose sono diverse.

Esempio che sa di eccezione: L'ispettore Fazio, personaggio ricorrente nelle storie del commissario Montalbano è un amante dell'infodumping, o come dice il protagonista, ha il complesso dell'anagrafe.

Ogni volta che si sta considerando un sospettato o un testimone, Fazio ne sciorina i dati della carta d'identità vale a dire data di nascita, indirizzo, stato civile, parentele e quant'altro. Ciò manda in bestia il commissario e contribuisce a dare colore a tutta la narrazione. In questo caso l'infodumping non è a livello narrativo, ma veicola la caratteristica di un personaggio. Ribadisco, questa è un'eccezione. Quindi per cominciare, evitatelo come la peste nera. Perchè un utilizzo del genere presuppone una grande consapevolezza sull'uso del mezzo linguistico ed è un attimo passare dalla cognizione di causa al delirio di onnipotenza.

Quindi l'infodumping è da evitare sempre e a tutti i costi, giusto?

In linea di massima, sì. Non ci deve essere nella versione finale. E il motivo è piuttosto semplice: non serve. E si sa: in un testo tutto quello che non serve, va sfrondato.

Se siete all'inizio della storia non serve spiattellare vita, morte e miracoli dei personaggi. Primo perchè, chissenefrega; secondo perchè ammazzate il pathos, il ritmo e la suspance e terzo perchè avete tutto il tempo e il modo per far emergere i dettagli fondamentali durante la narrazione senza ingolfare il lettore alla prima pagina.

Quindi: se avete fatto bene il lavoro di costruzione delle scene e dei personaggi, quando arrivate alla fine, non vi troverete a dover gestire buchi narrativi o descrittivi e quindi non dovrete tapparli con spiegoni/pipponi macroscopici.

Il consiglio come sempre è rileggete, rileggete, rileggete. Poi fate rileggere ad altri. Magari non a parenti o amici che sono pronti a dire che siete bellissimi anche se avete un brufolo grande come una palla da ping pong in fronte.

Non tutti i mali vengono per nuocere

L'infodumping è un peccato che tutti abbiamo commesso. E, appurato che va eliminato dalla versione finale della storia, è anche vero che strada facendo potrebbe avere i suoi lati positivi.

Attraverso l'infodumping, spesso emergono dettagli di background che vi possono aiutare a tratteggiare meglio i personaggi. Può essere una riserva utile di dettagli in corso d'opera. Sciorinate tutto quello che vi passa per la testa e poi lo archiviate in un file a parte sui vari personaggi e le relative backstories.

Esempio: al lettore non serve sapere che Arturo, il vostro protagonista, in quinta elementare è stato morso sulle chiappe da un cane e da allora ne ha un terrore ancestrale. Serve a voi, perchè grazie a questa informazione, riuscite a descrivere in maniera credibile la reazione di Arturo quando si trova vicino a un cane.

Il passaggio è sottile, ma fa una grande differenza, soprattutto sul risultato finale.





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