Il discorso diretto e indiretto
"Ha detto che sarebbe andato a farsi fottere ma non prima di aver chiamato sua madre ed averla pregata di svegliarlo alle sette di mattina il giorno seguente per potersi presentare a colloquio con Pippo Baudo."
Sì, mi sono persa. E mi piaceva mettere così, una frase ad minchiam per aprire.
Il discorso indiretto è una di quelle cose che causa sempre infiniti grattacapi su cosa ci va prima, dopo e durante.
Andiamo per ordine e cerchiamo di capire cosa, come e perchè.
Per capire cos'è il discorso indiretto partiamo da quello diretto.
Il discorso diretto altro non è che la trasposizione in scrittura di quanto viene pronunciato dalla bocca di chicchesia.
Mario dice: "Sono stanco."
Si chiama diretto perchè le parole vengono riportate direttamente da chi le pronuncia così come gli escono dalla bocca. E la sua struttura è piuttosto rigida: X dice due punti aperte le virgolette blablabla punto/punto esclamativo/punto interrogativo chiuse le virgolette. Fine. Per quanto riguarda la punteggiatura nei dialoghi fate una bella ricerca su Google. Ci sono diverse pagine che spiegano la rava e la fava in maniera esaustiva e non è ciò di cui stiamo parlando in questo luogo e in questo lago. Ve lo dico nel caso vi fosse venuto il dubbio.
Apro una postilla sui verbi dichiarativi. Che quando leggo certe espressioni pindariche mi cappotto dalle risate. Il verbo dire ha davvero un enorme quantitativo di sinonimi. Ma in un testo, quando ne usate più di due/tre varianti, a me personalmente si arricciano le labbra come Miranda Priestly.
Perchè leggere dire, enunciare, proferire, discorrere, esprimersi, parlare- (v.) divulgare, enunciare, esprimere, informare, manifestare, proferire, pronunciare, pronunziare- (v.) affermare, annunciare, asserire, dichiarare, esporre, sostenere- (v.) comunicare, divulgare, esporre, manifestare, narrare, raccontare, riferire, riportare, rivelare- (v.) definire, nominare- (v.) considerare, giudicare, ritenere- (v.) celebrare, declamare, recitare- (v.) comandare, imporre, ingiungere, ordinare- (v.) consigliare, esortare, suggerire- (v.) esprimere, significare, simboleggiare fa venire il mal di mare.
Per favore. Usate meno sinonimi possibili. Se avete dubbi limitatevi a dire/chiedere/esclamare. Fine. Se ne volete usare altri, lo fate perchè volete dare alle parole del discorso diretto una sfumatura particolare. Ma ne dovete essere consapevoli. Sembra una fesseria. Non lo è.
Quindi è accettabile leggere:
"È colpa mia," ammise (disse). - Perchè questa è in effetti un'ammissione. Ma se aveste usato il verbo dire, nessuno vi avrebbe rincorso con la frusta, garantito. Ammettere dà quella certa sfumatura di colore che è sempre piacevole leggere. Dire è l'usato sicuro. E l'usato sicuro è preferibile ad alternative pirotecniche e campate totalmente per aria.
Molto meno accettabile è:
"Ho fame!" enunciò. - Ecco, enunciare in questo caso, conferisce alla frase un effetto grottesco.
La vedo già, l'alzata di scudi titanica a queste mie parole. Però usare un sinonimo altisonante di dire solo per far sapere al pubblico che al tuo protagonista serve cibo, fa un po' ridere i polli.
L'uso dei sinonimi del verbo dire va calibrato con grande cognizione di causa. Meglio usare cento volte dire che cento sinonimi ad minchiam. Occhio anche a certe alternative come enunciare, proferire, dichiarare, che hanno già di per sè certe accezioni altisonanti e magari in un teen fiction non sono proprio calzanti (ho fatto la rima, lo so). Equilibrio, signori. È tutta una questione di equilibrio. Sopra la follia, tra l'altro.
Nel dubbio provate a girare la frase al discorso indiretto.
Ha enunciato che aveva fame. Fa cagare anche a voi, vero? Ecco, appunto.
Ha dichiarato che aveva fame, è un po' borderline e io tenderei a evitarlo, sinceramente. È che il verbo dichiarativo sembra un pò troppo pomposo per il tipo di messaggio, capite? Dichiarare ha un sapore di ufficialità, fa intendere un annuncio di un certo peso, una comunicazione importante. Lo so che la fame è importante, ma non è che dichiarate di averla. Non siete mica alla dogana, santi numi.
Ha detto che aveva fame, suona molto meglio. Nel dubbio, optare per la semplicità è sempre la scelta migliore.
Aspetta un secondo. Ma come si fa a girare il discorso diretto in indiretto?
Prima di tutto la definizione. Il discorso indiretto è la trasposizione ad opera di qualcuno delle parole di qualcun altro (o le parole dello stesso locutore riferite in un momento diverso a quando sono state o verranno pronunciate).
Due punti e virgolette vengono giustiziati e spariscono dalla circolazione e si operano una serie di aggiustamenti che ora andiamo a vedere nel dettaglio.
- IL TEMPO VERBALE
I tempi verbali da tenere in considerazione sono due: quello della reggente e quello del discorso diretto (la frase tra virgolette) che diventerà la nostra subordinata oggettiva nel discorso indiretto.
Pippo dice: "Vado al mare."
Pippo dice = reggente
"Vado al mare." = discorso diretto/subordinata oggettiva
Il tempo della reggente resta sempre uguale.
Pippo dice: "Vado al mare." => Pippo dice che va al mare.
Pippo disse: "Vado al mare." =>Pippo disse che andava al mare
Inoltre:
1. quando il verbo della reggente è al presente o al futuro non si ha alcun cambiamento dei tempi verbali nel passaggio dal discorso diretto al discorso indiretto:
Pippo dice: "Vado al mare." => Pippo dice che va al mare.
Pippo dirà: "Vado al mare." => Pippo dirà che va al mare.
2. quando il verbo della reggente è al passato, si procede in questo modo:
a. se il verbo della subordinata/discorso diretto è al presente⇒ il presente diventa imperfetto:
Pippo disse/ha detto/aveva detto: "Vado al mare." =>Pippo disse/ha detto/aveva detto che andava al mare
b. se il verbo della subordinata/discorso diretto è al futuro⇒ il futuro diventa condizionale passato:
Pippo disse/ha detto/aveva detto: "Andrò al mare." =>Pippo disse /ha detto/ aveva detto che sarebbe andato al mare
c. se il verbo della subordinata/discorso diretto è al passato (prossimo/remoto) ⇒ il passato diventa trapassato prossimo:
Pippo disse/ha detto/aveva detto: "Andai/Sono andato al mare." =>Pippo disse/ha detto/aveva detto che era andato al mare.
Attenzione!
Se il verbo della subordinata non ha una relazione temporale con quello della reggente, il passato remoto non cambia.
Simone aggiunse: "Pensai subito a uno scherzo." => Simone aggiunse che pensò subito a uno scherzo
PS: La vedete ancora la pericolosa somiglianza di alcune situazioni con quanto già esposto nel capitolo sulla consecutio temporum? Questo perchè la lingua è un sistema organico non un sistema di mattoncini Lego che si possono combinare a piacimento, tanto non cambia una cippa. In molte situazioni di discorso indiretto, si ricalcano le stesse relazioni di tempo regolate dalla consecutio tra quando viene pronunciata la frase (reggente) e quando avviene quanto riportato dal discorso indiretto(subordinata) in un rapporto che può essere di anteriorità/posteriorità/contemporaneità. Lo so, il mondo è piccolo. E anche la grammatica, quando la conosci, si ridimensiona una cifra e da un T-rex diventa una gallina! Dico, per dire.
INFOGRAPHICS - REGGENTE AL PASSATO
Consideriamo un secondo l'infographics qui sopra e tutti quei casi spinosi che - guarda caso - vengono dimenticati quando si riassumono le regole della concordanza dei tempi al discorso indiretto.
Se da una parte, è vero che la stragrande maggioranza delle comunicazioni sono coperte dai casi sopra esposti, è anche vero che quando ci si avventura nel campo delle supposizioni, e si suppone cosa qualcun'altro potrebbe dire in determinate circostanze, riportare la supposizione in un ipotetico (dacchè si sta supponendo cosa un altro direbbe in determinate circostanze ipotetiche e quindi è comunque un riassunto concentrato di aria fritta, ma va beh!) discorso indiretto causa sempre grandissime frittate di zucchine.
Orsù addentriamoci in questo intricato polpettone, paghiamo l'obolo al congiuntivo e affini e poi tanti saluti a casa.
Come sopra specificato, parliamo del caso in cui la reggente è al tempo passato (passato prossimo/remoto/trapassato prossimo/trapassato remoto), visto che è l'unico caso che comporta varie ed eventuali variazioni.
d. Se il tempo del discorso diretto è il condizionale semplice, il discorso indiretto avrà il condizionale passato.
Pippo disse/ha detto/aveva detto: "Mi piacerebbe andare al mare." =>Pippo disse/ha detto/aveva detto che gli sarebbe piaciuto andare al mare.
e. Se il tempo del discorso diretto è il congiuntivo presente, il discorso indiretto avrà il congiuntivo passato.
Pippo disse/ha detto/aveva detto: "Penso che vadano al mare." =>Pippo disse/ha detto/aveva detto che era indifferente che andasse al mare. (Notate che entrambi i tempi del discorso diretto vengono variati come già illustrato? Il presente diventa imperfetto e il congiuntivo presente diventa congiuntivo passato.)
f. Se il tempo del discorso diretto è il congiuntivo passato , il discorso indiretto avrà il congiuntivo trapassato.
Pippo disse/ha detto/aveva detto: "Penso che siano andati al mare." =>Pippo disse/ha detto/aveva detto che pensava (che) fossero andati al mare.
Ovviamente le costruzioni (d), ma soprattutto la (e) e la (f) sono più complesse, perchè il congiuntivo si usa soprattutto nelle subordinate (vedi capitolo sul congiuntivo), e quindi ogni mattoncino, va girato sulla faccia giusta per non dire cose che fanno accopponare la pelle. Calma e gesso. Come avete visto ogni tempo segue le sue regole, e si modifica come da esempi.
Poi se uno vuole fare il difficilino, vi metto anche il discorso diretto con il congiuntivo, così state sereni!
Pippo esclamò: "Che la smetta una buona volta!" => Pippo esclamò che la smettesse una buona volta!
g. Se il tempo del discorso diretto è l'imperativo, il discorso indiretto avrà o di+infinito o il congiuntivo imperfetto
Pippo esclamò: "Smettila una buona volta!" => Pippo esclamò di smetterla/che la smettesse una buona volta!
Altri tempi/modi verbali:
- I tempi indefiniti si traspongono pari pari, perchè a loro non gli frega una cippa.
Pippo disse: "Andando al mare ho visto il tramonto." => Pippo disse che andando al mare aveva visto il tramonto (I tempi finiti si modificano come da regola, quelli indefiniti come detto, non gli frega una cippa!)
- il periodo ipotetico del primo e secondo tipo, diventano, nel discorso indiretto, del terzo tipo; quello del terzo tipo resta (!) invariato. Quindi per riassumere: il periodo ipotetico nel discorso indiretto diventa tutto del terzo tipo.
I tipo: Pippo disse: "Se andrai al mare vedrai il tramonto." => Pippo disse che se fosse andato al mare avrebbe visto il tramonto
II tipo: Pippo disse: "Se andassi al mare vedresti il tramonto." => Pippo disse che se fosse andato al mare avrebbe visto il tramonto
III tipo: Pippo disse: "Se fossi andato al mare avresti il tramonto." => Pippo disse che se fosse andato al mare avrebbe visto il tramonto
L'appiattimento di significato che si verifica in questo caso può essere stemperato dal contesto o da altri dettagli temporali/ circostanziali forniti all'interno della frase/paragrafo che possono aiutare a capire di che tipo di supposizione si tratti.
- le interrogative indirette le vediamo in un capitolo a parte. Sayonara.
I PRONOMI PERSONALI
I pronomi personali e possessivi di prima e seconda persona diventano di terza persona;
- le forme verbali di prima e seconda persona diventano di terza persona:
Pippo dice a Giovanni: "Vorrei il tuo metabolismo." → Pippo dice a Giovanni che vorrebbe il suo metablismo.
Pippo dice: "Vorrei essere più alto." → Pippo dice che vorrebbe essere più alto.
I DETTAGLI CIRCOSTANZIALI
I dettagli circostanziali (sono io a chiamarli così, non troverete questa indicazione altrove), sono tutte le parole di contorno ovvero gli avverbi di tempo e luogo, i dimostrativi e tutte quelle parti magnetiche del discorso che vanno dietro alla circostanza in cui la frase viene enunciata;
- questo diventa → quello;
- qui diventa → lì;
- ora diventa → allora;
- oggi diventa → quel giorno;
- ieri diventa → il giorno prima;
- fa diventa → prima
- domani diventa → il giorno dopo.
Pippo disse: "Leggo questo libro." → Pippo disse che leggeva quel libro.
Pippo disse: "L'ho visto oggi." → Pipo disse che l'aveva visto quel giorno.
La trasformazione degli indicatori temporali (ora, oggi, ieri ecc.) non è necessaria quando la frase è al presente.
.....................................................................................................................................................
Questo è un riassunto riassuntivo e riassumente (e probabilmente lacunoso) di come di passa dal discorso diretto a quello indiretto. Ovviametne se siete madrelingua italiani, anche l'orecchio vi aiuta a capire cosa funziona e cosa no; se non siete madrelingua... Buona fortuna! La grammatica italiana è abbastanza ostica, ma nulla è impossibile ai soggetti pensanti dotati di buona volontà.
In rete ci sono davvero un sacco di risorse. Se qualcosa non vi è chiaro, approfondite, cercate di capire il perchè e il percome. L'ho detto e lo ripeterò fino allo sfinimento. Al giorno d'oggi, l'ignoranza è una scelta.
Chi ha orecchie... sente!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top