Il caso Twilight - Uno studio

Parto con una premessa.

Se non vi frega una sega della premessa saltate diretti a INIZIA A LEGGERE DA QUI.

Le opinioni sono una cosa del tutto personale. Le opinioni riguardo a qualsivolgia manifestazione artistica, sono ancora più personali e soprattutto non sono trasferibili, come gli assegni.

Prendete un libro che è piaciuto a tutti. Ma a tutti, tutti, tutti, tipo che cacchio ne so, Il Piccolo Principe. Bene, il fatto che sia piaciuto a tuttix3 non è assolutamente rilevante per voi. Potrebbe piacervi. O forse no. Non lo saprete finchè non lo sperimenterete direttamente. Solo allora saprete se vi è piaciuto o meno. Prima può ispirarvi, intrigarvi, incuriosirvi o esservi del tutto indifferente. Ma non potete sapere se vi piace o no.

Se volete avere un'opinione su qualcosa, la dovete sperimentare direttamente. Qualcosa, intendo di artistico, che stiamo parlando di arte in senso ampio, mica esperienze di vita, come darsi una martellata sul piede. Qualcosa che parla alle emozioni, al lato profondo di qualsiasi essere umano, alla sua pancia. Non è un caso che anche i cibi debbano essere assaggiati per sapere se ci piacciono. Come sopra possono intrigarvi, incuriosirvi, farvi venire l'acquolina in bocca, ma finchè non li avete ingeriti e sottoposti alle vostre papille gustative, non potete dire con sicurezza se vi piacciono o meno.

Il concetto, come vedete è piuttosto semplice.

Quindi se volete distruggere un'opera e dire che è una merda e che l'autore è un cazzone e altre amenità simili, abbiate almeno la decenza di averne usufruito prima, preferibilmente nella sua interezza o nella maggior parte. E poi magari di saper argomentare il motivo della vostra opinione. Non è che dovete fare la Critica della Ragion pura, ma, cazzo, almeno un motivo per le vostre invettive cercate di averlo, che poi finisce che urlate tanto e manco vi ricordate il motivo. E soprattutto, se qualcuno non la pensa come voi, non è in automatico un pirla. Ricordate che l'uniformità di pensiero, oltre che generare un piattume desolante, è caldamente consigliata dalle dittature, fate un po' voi.

E sì, le persone civili possono dialogare tra di loro, condividendo i rispettivi punti di vista, ascoltando quelli diversi dai propri e le ragioni che li sostengono, senza che la cosa diventi una crociata atta al convincimento del nemico.

Vi assicuro, e parlo per esperienza personale, che è possibile convivere pacificamente con qualcuno che non la pensa come voi. Qualcuno direbbe che è addirittura stimolante. Ma questa è chiaramente eresia.

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Twilight è una delle saghe che ha creato più rotolamenti di occhi nella scala Richter dei rotolamenti di occhi a livello mondiale, nei primi anni 2000 (o giù di lì). Io l'ho letta e ho visto i film, e no, non me ne vergogno. Non sono mica andata in giro ad affogare i gatti, porca l'oca.

Vi spiego come mi sono approcciata alla saga.

Quando ero più giovincella, andavo al cinema praticamente una volta a settimana. Lunedì sera, biglietto ridotto, amica di cinema: la proiezione della seconda serata era nostra. E niente, senza sapere da che parte saltasse fuori, una sera ci vediamoTwilight. Io arrivo sempre tardi sui fenomeni cinematografici/letterari/artistici e affini (e anche su tante altre cose, ma questa è un'altra storia) e quindi l'ho approcciato vergine da qualsiasi preconcetto. Per quel che ne sapevo, stavo andando a vedere un film fantasy/romantico o qualcosa del genere.

Risultato: una cascata di maroni colossale. Lento. Lento. E ancora lento.

Non contenta, esco dal cinema e siccome appartengo al partito, il libro è meglio del film (non è sempre vero, lo so!), penso tra me e me: leggo i libri che saranno sicuramente meglio. Allora vado in libreria, compro l'intera saga in inglese al prezzo di un solo libro in italiano (!), e inizio a leggere.

E niente. Ho capito come mai il film era così lento. Un grande question mark sulla mia fronte, o, se preferite, la goccia di Sailor Moon a lato faccia. Ma oramai li avevo lì, i libri, e me li sono letti.

Non entro nel merito dei gusti personali, ricordo solo un sacco di ripetizioni, puntini di sopensione, lentezza letargica, il fiato di lui che pur mangiando animali crudi con pelo e interiora, incredibilmente profuma (!), e fondamentalmente una trama così sottile da stare insieme a malapena con la colla. Ma c'è qualcosa di addictive (traduciamolo con un bellissimo assuefacente, che mi piace) nella storia tra i due pinocchi.

Potete pensare che lui sia un manipolatore nato (o forse che ha solo la mentalità di un adolescente qualsiasi nato a inizio novecento da cui non è mai riuscito a staccarsi, chi lo sa), che lei sia una sciacquetta con la forza di volontà di un mollusco, ma qualcosa c'è che si appiccica, che spinge chi legge a prendere una posizione in merito. Fosse anche fastidio, e per molti lo è stato a diverse riprese, sta lì e pastura. Che piaccia o meno, non lascia indifferenti. E questo, già lo pone in una categoria a parte.

Lo stile di scrittura dei libri, tra l'altro, migliora un sacco man mano si procede nella lettura, (a parte il fiato di lui che continua inspiegabilmente a profumare), e il quarto volume ha una scorrevolezza che, finito il primo, sembrava non possibile. Quello incompiuto che descrive la stessa storia del primo dal punto di vista di Edward, e che se non ricordo male verrà pubblicato a breve, era nettamente superiore come qualità al suo gemello diverso. Un altro pianeta, sia come ritmo che come contenuto. Ma restando nella saga, diciamo "canonica", è innegabile che dalla metà del terzo libro in poi migliora il ritmo, la costruzione degli eventi, lo scenario in generale. La trama, ahimè, continua a restare il tallone da killer dell'intera vicenda. Eh sì, non è un dettaglio di secondaria importanza, lo ben so.

Ribadisco, senza entrare nel merito dei gusti personali, la domanda che resta è:

Come mai Twilight ha avuto così successo?

Non è una domanda retorica, e non ha come sottotitolo, visto che è una merda. Ci tengo a specificarlo. Primo perchè non credo sia una merda, secondo perchè se Wuthering Heights è entrato nella storia della letteratura come classico, beh, per quello che mi riguarda, l'asticella è bassa.

Non mi interessa sapere in quanti modi disprezzate Bella Swan o quante tonsille avete ingoiato nel sapere che Edward al sole risplende di glitter (soprattutto se siete fan di Ann Rice e Bram Stoker - I feel you).

La saga nella sua interezza ha venduto circa 120 milioni di copie, e no, non è poco. Harry Potter, per fare due confronti spiccioli, ne ha venduto circa 400 (milioni), ma sono 7 libri; le sfumature circa 125, sempre milioni, con 3 volumi. Parliamo di cifre di tutto rispetto, mica scoreggine. Per fare un paragone con qualcosa di più "contemporaneo", la saga di After ha venduto 11 milioni di copie cartacee (ignoro quanti libri siano, né mi interessa saperlo), e ha avuto circa 1 miliardo di letture online (anche se questo ci dice poco, perchè alcuni potrebbero esserselo letto 20 volte, altri averci cliccato per sbaglio, insomma non so quanto sia significativo questo dato; di sicuro è un numero alto).

Quindi, ripeto: quali sono gli elementi che sostengono il successo di Twilight?

Esistono un pacco di storie d'amore che non hanno avuto così tanto successo, e questa, che non è la più bella, né la più significativa, ha scalato le classifiche di vendita. Cerchiamo, almeno a spanne, di darci delle risposte, sui possibili motivi.

- L'amore totalizzante, o almeno quello che si pensa lo sia. In principio erano le favole e la maledetta frase finale: E vissero tutti felici e contenti. Ci si potrebbero scrivere un paio di tesi di laurea su quanto sia fuorviante quella frase. Primo quel tutti, non intende tutti tutti, ma tutti alcuni. Tipo il protagonista e la protagonista. E di solito, basta così. Matrigne, sorellastre e stronzi di turno fanno sempre una pessima fine, e tra l'altro, le favole ci fanno chiaramente capire che ben gli sta! Perchè nelle favole tutto è bianco o nero. Le sfumature di grigio, non le 50, non sono contemplate. Da qui l'idea platonica di trovare qualcuno che riesca a vederti dentro, a capirti in maniera ancestrale e si incastri con te, le tue caratteristiche e i tuoi difetti (ascelle puzzolenti e peli incarniti compresi) meglio di un pezzo di puzzle, fa ovviamente presa sulla psiche, femminile soprattutto (ciao, amiche stronze romantiche!), ma non è che neanche ai maschi gli fa schifo l'idea dell'anima gemella, sia chiaro. Almeno, non a tutti.

Quello che viene idealizzato (qui come altrove, che la Meyer non si è mica inventata nulla, sia chiaro!) senza alcuno spirito critico, è l'idea dell'amore perfetto rispetto a cui tutto il resto (e davvero tutto il resto, incluso il sè, che caratterizza l'identità più profonda di una persona), passa in secondo piano, e che giustifica qualsiasi annichilimento di tutte le dimensioni più profonde che compongono l'essenza di un'individuo, in quanto tale, all'altare appunto di questa idea: dalla negazione del sè per l'accettazione dell'altro, al valore di un individuo solo in funzione dell'amore dell'altro, a tutte le cose accessorie come amici e famiglia e progetti personali che perdono qualsivoglia valore di fronte a questa Araba Fenice, che è l'Ammore, con la A maiuscola e due emme.

Questa idea favolistica dell'amore sembra, per molti ragazzi e, a volte, ahimè, anche per molti adulti, il non plus ultra delle relazioni amorose e non si rendono conto che la volontà personale, e la libertà individuale ancora prima, giocano un ruolo non secondario nella qualità di una relazione. Perchè prima che parte di una coppia, siamo individui funzionanti in maniera indipendente, o almeno dovremmo, con i nostri desideri, le nostre preferenze e i nostri progetti. Ma non vorrei sconfinare nella psicologia, che tanto non sono capace. Il punto è che se questa lettura dell'amore perfetto si può giustificare/capire in un pre/adolescente che ha un senso critico ancora in formazione, e un'esperienza limitata, fa un pò ridere i polli negli adulti, che queste due cose già le dovrebbero avere e che fa sospettare la necessità di un intervento di sostegno psicologico giusto per capire, come mai una fantasia così palesemente irreale possa fare così presa su un individuo formato. Ma di nuovo sconfino nel psicologico, e come ripeto gneafò.

La verità è che nel mondo reale la gente puzza, ti svegli con i maroni girati senza sapere perché (e non è che serva sempre un motivo, diciamolo) e fare da mangiare ogni singolo giorno è una grandissima rottura di coglioni, soprattutto se dopo aver spadellato due ore, lui/lei ti dicono che non hanno fame o hanno già mangiato fuori. Ma leggere di una favola in cui questi problemi non ci sono, perchè semplicemente uno è assorto/assorbito dall'altro e tutte le sue preoccupazioni finiscono lì, parla al lato più irrazionale dell'essere umano che vorrebbe tutto semplice e lineare. La verità è che nulla è semplice e lineare, ma è sempre bello fantasticare, anche solo per la durata di un libro.

- L'idea di fondo è originale, o almeno è la rivisitazione di qualcosa di conosciuto in chiave originale e in un contesto facilmente riconoscibile. Potete sindacare quanto vi pare, l'idea di prendere la Bella e la Bestia (perchè Romeo e Giulietta è un'altra cosa, vacca boia!) e trasfonderli in una squinzia adolescente odorosa di sangue e un vampiro - soprattutto alla luce del ruolo tradizionalmente ricoperto dal vampiro nell'immaginario letterario collettivo - è originale. Anche i glitter per quanto vi vadano di traverso, sono originali, quindi mettevela via e non rompete la minchia. Prima risputate la tonsilla di cui sopra, che magari vi serve.

- Quel poco che succede, almeno all'inizio, comunque un briciolo di fondamento logico ce l'ha. Cioè, la squinzia si trasferisce e ovviamente le parte l'ormone per il tizio X che è bello per definizione (nulla di nuovo, il vampiro è bello per natura, se no chi se lo fila se è brutto come la peste e poi ti morsica pure?), e lui di contro, s'intriga a sua volta perchè il suo supermega potere di scannerizzatore di pensieri altrui con lei non funziona. Semplice, ma efficace. Cioè, se lui avesse potuto leggerle nel pensiero, col cacchio se la sarebbe filata. E invece no, e allora arriva la curiosità, e dove c'è la curiosità c'è spazio per tutto il resto. Primo, perchè lui non ha mai fatto cilecca, e secondo perchè, oggettivamente, sarà maschio, sarà vampiro, ma ciò non toglie che gli piaccia sapere tutti i cazzi degli altri. E quando non può, resta un briciolo interdetto. La miccia è accesa e può partire l'incendio.

- Lo scontro tra Eros e Thanatos, Amore e Morte, i grandi archetipi della letteratura, che ci avvince da secoli in ogni sua salsa. Lui si vuole fare uno spuntino con lei, ma è innamorato; lei, a quanto pare, ha un certo disprezzo per l'incolumità personale e è innamorata. L'eterna dicotomia amore/morte alla fine avvince anche i più scettici perchè siamo piccoli stronzetti curiosi, e vogliamo sapere se lei viene masticata oppure no. C'è un conflitto di fondo, come in ogni storia che si rispetti, un conflitto tra l'altro non trascurabile - visto che è in gioco la stessa vita della protagonista e lei sembra quella a cui la cosa stropiccia di meno, in assoluto - che crea aspettativa, che intriga, che ti spinge a voler scoprire se alla fine lui la addenta. Spoiler: no. Purtroppo.

- il triangolo no, non l'avevo considerato. Dove c'è conflitto tra due che si contendono uno/a si creano le fazioni, e vedere come va a finire è solo un'altra delle sfaccettuature di quella famosa curiosità di cui sopra, che ci tiene incollati per vedere chi avrà la meglio.

- il bene dell'altro, o almeno quello che si pensa lo sia. L'idea di annullarsi per l'altro fa parte di quella dimensione di amore perfetto per cui le cose quadrano quando tu ti annulli per me e io mi annullo per te. Ponendo però che la matematica non è un'opinione e 0x0 è semplicemente impossibile, se ci annulliamo entrambi non andiamo da nessuna parte; semplicemente smettiamo di esistere e diventiamo due ameba. Però è carino leggere di uno che pensa al tuo bene, alla tua anima e al tuo benessere. O almeno è carino se ti fermi all'astrazione del concetto. Se poi noti che non ti dice le cose, che prende le decisioni al posto tuo e che pensa sempre di sapere quello che è meglio per te, ecco, quello è meno carino. Però per capirlo devi passare dall'astrazione alla concretezza, e quando si sogna, il passo non è automatico.

- Il target. Non possiamo prescindere dal target nel considerare il successo della saga. Io sono un'adulta, ma mio nipote si è fumato tanti di quegli episodi di Peppa Pig, da farmeli uscire dagli occhi. Questo vuol dire che a me piace Peppa Pig? NO. Che Peppa Pig è un cartone del menga? Ehm. Ma che la suina fosse adatta al target di riferimento, beh quello è innegabile.

Edward e Bella sono centrati sul target young adult (che sarebbe un ossimoro, ma vabbè!). L'adolescenza è il momento della scoperta dell'altro, delle prime cotte, delle prime esperienze e questo facilita l'immedesimazione, quindi il successo. Se poi fai lei un po' sfigatella (anzi figa, ma che non sa di esserlo, duh) che va con il bonazzo di turno che (crediamoci) non si è mai sdivanato nessuno, apriti cielo.

Questo ultimo punto è cruciale. Perchè se è vero che a un'analisi un filo più approfondita, lui sembra uno psicopatico manipolatore che prende tutte le decisioni per la coppia - apparentemente per il bene di lei, che viene sottilmente lasciato intendere a più riprese, è incapace di intendere e di volere; lei, a sua volta, non è da meno - e faccio riferimento alla gravidanza da lei voluta e da lei portata a termine, e chissenefotte di quello che pensa lui, mentre per il resto si lascia portare in giro come una banderuola al vento.

È anche vero che, come già accennato, difficilemente un ragazzino/a adolescente ha gli strumenti o l'esperienza per decodificare la stortura e il profondo egocentrismo di entrambi i personaggi, che non si confrontano per niente e non costruiscono un rapporto sulla base di un dialogo paritario, ma impongono man mano all'altro/a la decisione di turno come buona e giusta, "perchè lo dico io", come infanti non ancora temperati dalla vita. Tutto viene annacquato dall'ideale di amore che c'è in testa, ma che non ha appiglio alcuno con la realtà, e su qualsiasi nota stonata che può risultare a un ascolto più attento, viene passata una mano di Chanteclair (anche sulla fiatella di lui, che per lei sarà pure profumata, ma io non riesco a non pensare che odori di cadavere in decomposizione) e tanti saluti. In superficie tutto è perfetto, lei è la Cenerentola che riesce ad acchiappare il principe; in profondità... non proprio. Ma questo probabilmente lo registri dopo un po', quando il libro lo hai già comprato, o quando hai modo di affinare il senso critico.

Se qualcuno adora la saga, buon per lui. Io l'ho letta, l'ho trovata carina e l'ho riposta in libreria senza troppi stropicciamenti. Credo di non averla mai riletta, e di non averne mai sentito il bisogno. Siamo seri, anche a me l'idea di trovare qualcuno che mi ami alla follia, intriga, e intriga parecchio e non mi sento certo Wonderwoman, inutile negarlo - e infatti non lo nego, anzi. Probabilmente però non dureremmo molto se lui iniziasse a prendere due decisioni significative al mio posto senza consultarmi, e lo manderei allegramente a funghi, ma questa sono io. Oppure lo terrei come scopamico, ma no, qui non è contemplato. Perchè Edward è un gentiluomo e deve fare la cosa giusta. Secondo i suoi canoni, ovviamente. Perchè la cosa giusta nel 1910 (in che anno è nato lui?) era sposarsi e fare famiglia. E quindi avanti tutta.

D'altra parte, però, è anche vero, che esistono un triliardo di Bella Swan al mondo. Gente che vuole che gli venga detto cosa deve fare. Perchè decidere e esporsi costa fatica, fatica mentale soprattutto, e non tutti sono disposti a farla. Mentre lasciare che altri facciano il lavoro duro di decidere e lasciare loro la responsabilità di qualcosa che non vogliamo affrontare, è tanto più semplice (anche se probabilmente molto meno soddisfacente), e comunque, in caso, possiamo sempre lamentarci.

Capisco ogni signolo motivo per cui la saga è stata massacrata, come capisco il motivo dell'appeal che ha avuto. Più o meno è, stavolta sì, come Romeo e Giulietta. L'amore che sfida e vince tutto. E di fronte a quello soprassiedi appunto sulle manipolazioni, sul fatto che lei molli la tua famiglia senza spiegazione alcuna, e su tante altre cose che, se ti ci fermi a pensare, ti dici WTDF? Perchè sognare è bello e soprattutto non affronta davvero le questioni quotidiane in tutte le loro immancabili spine.

I film, anche, hanno fatto la loro parte. Prendi due belli, o forse tre, non importa quanto siano monoespressione, li sbatti un po' a destra e sinistra e il gioco è fatto. E se non credete che un film possa fare la differenza, vi ricordo la trilogia su Sissi di Romy Schneider che ha cambiato la percezione dell'imperatrice d'Austria nell'immaginario collettivo dagli anni sessanta in poi. Che non è proprio la bella favoletta bucolica che ci è stata propinata. Nella realtà, lui l'ha vista, ha deciso di sposarla schifando la di lei sorella (questo è vero) e lei, Sissi appunto (sedicenne, tra l'altro), non ha potuto dire bif. Romanticismo a badilate, proprio! Sì, c'era dell'affetto, almeno all'inizio, ma Sissi era frigida, insofferente alla rigida vita di corte, anoressica e fissata con il fitness, mentre lui, cresciuto alla corte asburgica era austero e consapevole dei doveri della sua posizione e da lì non si è smosso di una virgola. Se vi leggete una biografia a caso di Elisabetta di Baviera, scoprirete che non era certo la celestiale fanciulla che Romy Schneider interpretava, anzi. Eppure tutti con gli occhi a cuoricino davanti  alla serie.

E quindi?

Quindi sì, Twilight ha tante cose che fanno storcere il naso,  ma davvero così tante rispetto ad altri libri? E non parlo delle sfumature, o di quello che è venuto dopo, che si sa, non c'è limite al peggio. No, guardo prima.

Esempio:

- Romeo e Giulietta si incontrano, innamorano, sposano, copulano e si ammazzano nell'arco di cinque giorni. Avete letto bene, cinque giorni, cioè meno di una settimana. Senza pensare che magari, e dico magari, parlando con le rispettive famiglie, avrebbero potuto vivere felici e contenti sanando la faida con un bel matrimonio di convenienza. E invece no. Bagno di sangue splatter, e poi, solo poi, sanamento della faida. Prima non si poteva - ma questo è più realistico, in effetti. Qualcuno ha ventilato anche l'ipotesi che Shakespeare volesse fare la parodia dell'amore irrazionale con questi due. Mi sto informando a riguardo, e devo dire che a pelle, come interpretazione, ci può anche stare. Eresia!!!

- Catherine e Heathcliff. Ho già manifestato il mio profondo disprezzo per questi due cretini, a più riprese. Lei vapida come pochi, lui collerico che non gli basta sputtanare una vita, ne sputtana quattro, cinque, sei, sette. Bravo scemo! Se questo è l'ideale d'amore, io preferisco fare da sola.

- Fermina e Florentino. Lui praticamente è l'incarnazione dello stalker. Non so come altro descriverlo, visto che la piantona per tutta la vita, riproponendosi appena seppellito il marito di lei. A.I.U.T.O.

E lo so, anche la qualità della scrittura fa la differenza e questi qui sopra, sicuramente, sapevano scrivere. Però, ogni tanto, mi chiedo se questa saga, quella di Twilight intendo, non la si denigri un po' per partito preso.

Perchè è vero come modello di donna, Bella Swan fa un pò cascare le palle, ma è vero che per una squinzia come lei, ci sono anche Hermione Granger, Ginny Weasley, Elizabeth Bennet, Eowyn e tante altre. Ci sono scienziate, filosofe, ricercatrici, imprenditrici, artiste, autrici e via dicendo, reali, da cui prendere spunto, se solo si vuole; gente che non si è fatta mettere i piedi in testa solo perchè aveva la vagina in fiamme. Sarebbe problematico se non ci fossero alternative, ma le alternative ci sono, e ce ne sono parecchie.

C'è poi da riconoscere che molti si lasciano ispirare da modelli che sentono affini al proprio modo di essere e alla propria personalità e, come ripeto, è pieno il mondo che di gente che non aspetta altro che sentirsi dire cosa deve fare. È un fatto, mica me lo sono inventato, giuro. Una persona remissiva non si farà sconvolgere la vita da un'eroina assertiva e non credo che una assertiva si lasci sconvolgere da una che si fa trascinare a destra e sinistra a ogni piè sospinto senza protestare.

Sono modelli, certo. Ma di modelli a cui ispirarsi, è pieno il mondo, e ce n'è di ogni varietà, e non siamo noi a stabilire da chi uno/a - diverso/a da noi - debba farsi ispirare. Questo significa che se uno/a aspira a essere un/a Bella Swan nella sua vita e ha valutato altri modelli senza trovarne ispirazione, chi siamo noi per criticare? Capisco volersi assicurare che uno sia consapevole di cosa potrebbe essere/diventare, ma se dopo le valutazioni del caso, la sua scelta è quella, chi siamo noi per decretare che no, quella non è una scelta giusta e un'altra XY è migliore? Non ci renderebbe forse, la nostra presa di posizione, fin troppo simili a quell'Edward che tanto ci ostiniamo a criticare?

Dibattete. Se volete. Il mio intento è puramente provocatorio.

Per finire due postille sui libri:

1. Io non ho ancora capito come lei resti incinta trombando praticamente con un bastoncino Findus. No, non spiegatemelo, davvero. Preferisco rimanere con il dubbio, che già penso al Chilly verde e non è piacevole.

2. New Moon secondo me è il libro peggiore di tutti ( e anche il film), ma le pagine bianche con i nomi dei mesi che passano, per segnalare il vuoto cosmico nella vita di Bella per me sono brillanti. Una metacomunicazione a livelli cosmici. Non so se l'idea è originale o è stata ripresa da qualche altro scrittore/ice, ma giuro, mi sono genuflessa al genio.

Fine.

P.S. Per me l'immortalità è una maledizione cosmica. Non mi spiego come sti cazzo di vampiri riescano a non morire di noia. Voglio dire, a una certa, anche basta!











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