Cosa non mi è piaciuto
E ora, per assecondare la caratteristica più palese del mio segno zodiacale, ossia l'equilibrio, mi trovo a esporre una serie di letture che ho fruito e che una volta passate mi hanno fatto rimpiangere il tempo investito.
Anche qui, preciso, sono pareri personali. Se trovate in lista il vostro libro preferito, mi dispiace. No, non è vero, non me ne frega niente. Sono gusti, di cosa dovrei scusarmi?
1. Cime Tempestose. Ma quanto mi sono rimasti sui maroni questi due? Potrei non finire mai di dire quanto. E saranno passati almeno vent'anni da quando l'ho letto, forse anche di più. Lei una stronza viziata che ti viene voglia di scuoterla ogni tre righe e lui, ragazzi, aiuto. Come questa possa passare come una grande storia d'amore, io come Tiziano, non me lo so spiegare e nel dubbio passo. Per me questo è l'esempio per antonomasia di amore malato e malsano. Lui pur di vendicarsi di lei, sputtana tre intere generazioni. Bene, bravo, e quindi? Che cazzo hai guadagnato con questo stracciamento di maroni generale? Per me è un no grande come una casa e oltre.
2. Il Codice da Vinci. Hype pazzesco, sembrava si fosse reincarnato Shakespeare. Mi ricordo ancora il viaggio in aereo del capitolo precedente, in cui 3 passeggeri su 4 lo sfoggiavano come accessorio di bordo. E poi arrivo a destinazione e lo trovo. Cosa fai, vuoi non leggerlo? Decantato come il libro dei libri, che cara la mia Bibbia levate de torno, lo leggo, arrivo alla fine e sprenfete, stessa identica reazione di quando pesti una merda. La banalità delle banalità che i film americani con il monologone spiegone di dieci minuti a venti dalla fine, in confronto sembrano teatro d'avanguardia. E secondo me, fino a tre quarti, il libro non era nemmeno malaccio. Nulla di eccelso, ma nemmeno lo schifo totale. Dopo averlo finito, mi sono tenuta lontano da tutto quanto portasse il nome Dan Brown, come la peste. Per dire.
3. Va dove ti porta il cuore. Altro libro super pompato di hype che poi si è rivelato essere per i miei gusti personali, una scoreggina incolore. Al tempo sembrava dovesse piacere per forza a tutti e io giravo con un punto di domanda in faccia. Sono riuscita con piacere a dimenticarlo quasi completamente, e quello che ricordo, lo ricordo con fastidio e noia. Io boh.
4. Il gattopardo. Ragazzi. Solo due parole. Due. Due coglioni. Sento la polvere che mi ricopre al solo nominarlo, mi entra nelle narici e mi strozza da dentro.
5. La lentezza. Non solo un titolo, ma un'espressione esistenziale. Ho vinto questo libro a una pesca (e già qui un campanellino d'allarme avrebbe dovuto suonare nella mia testolina, invece niente), l'ho portato in vacanza e pur di non vederlo più, l'ho casualmente dimenticato nel cassetto di un B&B da qualche parte in UK. Tremendo, non so come altro definirlo. Ricordo ancora il fastidio fisico (non scherzo), provocatomi dal niente che succede man mano scorri le pagine. Come un tale libro sia arrivato in stampa, io nella mia ignoranza, non me lo so davvero spiegare. E nemmeno voglio.
6. Brisingir. C'era una volta un ragazzo di sedici anni che scrisse un best seller, poi divennero due, poi s'inventò una trilogia, poi quando i libri divennero quattro ci si rese conto che aveva rotto le palle. Eragorn era iniziato benino, poteva essere interessante, ben inquadrato, ma quando arrivi al terzo libro e invece di tirare i remi in barca continui ad aprire parentesi allora c'è qualquadra che non cosa. Il problema, non è il numero dei libri, ovviamente. Il problema è non avere un arco narrativo definito che faccia succedere le cose in maniera sensata e che, se le porta avanti, è perchè c'è una buona ragione per farlo e questa ragione porterà poi all'epilogo con i fuochi d'artificio. Invece qui, si è confermato il sospetto che già era nato nel secondo libro che le cose procedessero un pò ad minchiam. Mollato a metà, mai più ripreso e mai più rimpianto.
7. Stupid and contagious. Kurt perdonali perchè non sanno quello che fanno. Chick lit becera in cui i due protagonisti fanno a gara per contendersi lo scettro del più odioso. Vince lei, devo ammetterlo. Lei che apre sistematicamente la posta di lui perchè il postino la mette nella sua buca delle lettere. E gli fotte pure dieci dollari che erano in una delle missive mal posizionate. Ma stai bene? Da evitare. Penso questo sia sul podio dei peggiori in assoluto.
8. La montagna incantata. Oddio, mi pesa il petto al solo ricordo. Di norma cerco sempre di finire i libri che inizio, perchè non si sa mai, c'è il colpo di genio, il barlume di intuito, la sorpresa detro l'angolo, o forse perchè sono una buona anima che cerca sempre di dare il beneficio del dubbio (sì, si parafrasa con cogliona, in altre lingue), e niente. Non ce l'ho fatta. Ne ho letto solo tre quarti e poi ho invocato pietà.
Mi fermo, non me ne ricordo altri. Tendo ad espellere i libri brutti dalla memoria per non occupare spazio inutile. E no, non ho messo Cinquanta sfumature di qualsiasi colore perchè pur essendo oggettivamente brutto (voglio dire ci sono copia incolla di dialoghi che si ripetono qua e la, echecaccchio), l'ho letto solo a pezzi e quando scadeva nello schifo letterario, passavo avanti di due tre quattro dieci pagine. Praticamente di tre, ne ho letto uno.
Mi fermo, ma sono aperta alla condivisione dei libri brutti che avete avuto la sfortuna o il dispiacere di leggere. Non vedo l'ora di farmi due risate.
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