Recensione Nevernight, Mai dimenticare
"Sarai una diceria. Un sussurro. Il pensiero che fa svegliare i bastardi di questo mondo madidi di sudore nell'illuminotte. L'ultima cosa che sarai mai, ragazza, è l'eroe di qualcuno."
Se siete degli insuperabili amanti del lieto fine, dell'ultima pagina di ogni libro dove i due protagonisti si baciano e dichiarano il proprio amore e disprezzate i racconti crudi e violenti, allora Nevernight non non è una storia che fa per voi.
Nevernight è una saga fantasy ideata dalla mente di Jay Kristoff.
Jay Kristoff è uno scrittore australiano, classe 1973, che attualmente vive a Melborne, autore di saghe fantasy e fantascientifiche come The Lotus War, Illuminae File scritto insieme a Amie Kaufman, Nevernight e tante altre. Le ultime due pubblicate in Italia dalla Mondadori.
In questo articolo andrò a recensire il primo capitolo della saga di Nevernight, Mai dimenticare, che si presenta a prima vista con una bella copertina, con un ottimo lavoro di grafica catturando di primo acchito anche l'occhio del lettore più distratto.
Il genere del racconto è puramente dark fantasy, in quanto l'universo di Nevernight è un mondo piuttosto oscuro, cinico, violento e il linguaggio usato, spesso e volentieri, passa dall'essere aulico, a diventare volgare e sboccato. In poche parole, se vi affezionate ad un personaggio quello sicuramente farà una brutta fine, un po' come in Game of Thrones.
Però questa storia si differenzia molto dalle altre opere dark fantasy, come Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco o Berserk, che fanno tipicamente riferimento ad un medioevo europeo, e all'epic fantasy, dove si fa in molti casi riferimento alla mitologia norrena, come nel caso del grande ed eterno maestro del fantasy J. R. R. Tolkien.
Nevernight Mai Dimenticare fa molto più riferimento alla cultura latina, rispetto alla cultura anglosassone+ principalmente usata nelle altre opere fantasy.
La storia si ambienta nella Repubblica di Itreya; quest'ultima è una chiara allusione a quella che fu la Repubblica romana, basta pensare anche all'assonanza tra il termine Itreya e Italia, dove all'inizio della storia vive la nostra protagonista, Mia Corvere.
Mia Corvere è una ragazzina che nella vita si è prefissata un unica missione: vendicarsi del console Scaeva, del Tribuno Remus e del Gran Cardinale Duomo, rei di aver messo a morte il padre Darius Corvere, di aver imprigionato sua madre Alinne e il fratellino più piccolo.
Mia è tenebris, ovvero una persona capace di controllare le ombre attorno a sé. Infatti lei viene sempre accompagnata da un gatto fatto d'ombre chiamato Messer Cortese, una sottospecie famiglio che si nutre delle paure della protagonista. Messer Cortese salvò Mia quando era solo una bambina e, non a caso permette ad ella di affrontare le difficoltà senza paura. Come vorrei anche io un animale fatto d'ombre, che si nutra di tutte le mie pippe mentali.
La nostra tenebris non è la classica protagonista femminile dal corpo statuario, ma viene rappresentata come una ragazzina pallida e piuttosto mingherlina. Non una gran bellezza, in poche parole, ma questo conta ben poco ai fini della trama.
Per vendicare la famiglia, il suo mentore Mercurio la indirizzerà verso la Chiesa Rossa, dove Mia imparerà ad essere un'eccellente assassina. La Chiesa Rossa è una scuola e setta di assassini con un proprio credo e culto, un richiamo alla setta ismailita dei Nazariti, dell'islam sciita. Se non addirittura, e qui rischio di sbilanciarmi molto, alla Confraternita Oscura della saga videoludica di "The Elder Scrolls".
Nella Chiesa Rossa lei stringerà molti legami, soprattutto con Tric visto che con lui condividerà il viaggio verso la stessa chiesa degli assassini. Legami che lei vivrà tra amore, odio e tradimenti.
Come ho già scritto: Nevernight non è un racconto candido e pulito, ma crudo, sporco e anche sessualmente esplicito. Quindi consiglio questo libro ad un pubblico più preparato a questo tipo di lettura, non a dei lettori piuttosto sensibili.
Per quanto io sia più abituato ad un medieval fantasy anglosassone, ho trovato la narrativa di Jay Kristoff piuttosto interessante e particolare, sinceramente gli darei 4 stelle su 5.
L'autore usa una scrittura che va da un linguaggio aulico ad uno irriverente, descrivendo perfettamente le scene di violenza e di sesso, usando un'ironia "macabra" che non guasta l'atmosfera del racconto.
Link articolo: https://heriksigurd.home.blog/2020/05/04/recensione-nevernight-mai-dimenticare-di-jay-kristoff/
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