🌺 The Space Opera

THE SPACE OPERA
Marjikka

La copertina colpisce subito. Wow! Uno spettacolo di colori spaziali: siamo già in un mondo magico. Su questa creazione nulla da dire, mi chiedo solo chi sia l'illustratore del disegno.

"The Space Opera": un titolo insolito. Mi chiedo cosa sia: il nome di una navicella spaziale? Un'opera teatrale nello spazio? Un teatro nello spazio? Un'opera d'arte fantascientifica? Ho mille domande e mille idee, ma nell'abstract non c'è nessun riferimento al significato del titolo. È una cosa interessante e mi chiedo quando nel testo troverò una risposta alle mie domande.

Sicuramente una cosa è certa: sto per imbarcarmi su qualche strano shuttle e sarò in viaggio verso un nuovo pianeta e nuovi orizzonti tra le stelle.

L'abstract è sicuramente la cosa più difficile da scrivere, me ne rendo conto, io continuo a modificare i miei cercando di trovare il modo migliore per riassumere il libro. Qui vedo che c'è stato una sforzo e devo dire che, anche se forse non è dei migliori (può essere reso ancora più accattivante a mio parere), è un buon riassunto: Nina è la nostra protagonista, una ragazza un po' menefreghista a cui paiono non importare questioni politiche e specificatamente "umane". La Terra è "acqua passata", per citare il testo, e a lei non sembra interessare ciò che il nostro pianeta era prima di essere distrutto e danneggiato.

La storia comincia con un interessantissimo prologo in cui un soggetto ancora sconosciuto - suppongo, da quanto letto nell'abstract, che si tratti del nonno di Nina - racconta in che modo la Terra sia stata "sottratta" agli umani. Non voglio riassumere la storia perché non sono qui per questo, ma posso dire che alla fine del capitolo mi sono posta un sacco di domande esistenziali. Il nostro pianeta lo stiamo totalmente distruggendo e se qualcuno come il Consiglio di Shunna Ra'a arrivasse da un momento all'altro sul pianeta con l'intenzione di salvarlo, io probabilmente sarei felice di consegnarlo in mani più sagge di quelle dello stupido essere umano. Allo stesso tempo però credo che il nostro pianeta sia potentissimo e non abbia bisogno di essere "salvato da noi". La Terra ha 4 miliardi di anni (se non sbaglio, dovrei ricontrollare), il che vuol dire che con un calcio potrebbe cacciare tutta l'umanità e risanarsi da sola. Non è il pianeta che dobbiamo salvare, ma la razza umana, che in queste condizioni non riuscirà a sopravvivere ancora per molto e visto quanto facciamo schifo come esseri viventi... non so se voglio salvarci.
Questo incipit mi ha fatto pensare a tutte queste cose e sono davvero felice di averlo letto perché ho avuto modo di elaborare un pensiero su cose che, specialmente in questo periodo storico, riguardano un po' tutti.

La grammatica è impeccabile, a volte nelle lunghe descrizioni la sintassi è un po' macchinosa, ma in generale la lettura è scorrevole e piacevole. Poi, sarò strana io, ma non ho trovato mezzo errore di battitura. Forse solo perché sono stanca ed è tardi, ma a me è davvero sembrata una storia curata nei minimi dettagli e priva di errori.

Ho iniziato il primo capitolo e dopo la prima pagina sono già andata in crisi. Nave Talelah Lakroa, Haeist, Thurania, Nina Björklund, Namuk sono i nomi di cose e persone super complicati che mi sono ritrovata a dover riconoscere. È un limite mio e non è assolutamente una critica alla scrittrice, ma è una semplice premessa: io faccio un sacco di fatica a memorizzare le cose e in un testo fatico a imparare i nomi dei protagonisti quando sono facili e pochi, figuriamoci quando sono tanti e complessi! Ammetto quindi che inizialmente questa cosa di leggere così tanti nomi fin dal principio mi ha creato un po' di disagio.

Nina, la nostra giovane protagonista un po' menefreghista, sta colloquiando distrattamente con un ansioso Tak Tak  (seppur strano, il nome della razza aliena lo trovo magnifico) originario di Takkan e nonostante la mia difficoltà con tutti questi nomi (ci farò l'abitudine) mi è piaciuta molto la descrizione di questo strambo alieno che gira per la galassia tutto nudo. Sì, tutto nudo, avete capito bene. La cosa bella è che attraverso queste descrizioni la nostra scrittrice ci illustra piano piano diversi aspetti di queste civiltà galattiche: uno di questi aspetti è che la nudità non è un problema per nessuno... l'universo dei miei sogni!

Nina mi piace molto per come è stata descritta, fin da subito sembra una ragazzina insolente e anche un po' superficiale, ma ciò che la rende davvero speciale è il suo essere così "frizzante". È goffa e questo, oltre a farci sorridere un po', ci fa anche simpatizzare per lei. La cosa non è scontata, almeno per me, perché, non so come mai, ma spesso mi capita di odiare le protagoniste donne: le trovo tutte della galline saputelle, sono tutte uguali, personaggi piatti e senza un minimo di fantasia. Nina è solare e spiritosa, la adoro.

Ad un certo punto del primo capitolo la situazione si "movimenta" e iniziamo a correre assieme ad una Nina confusa che deve seguire il piano d'azione. Ero molto confusa anche io quando leggevo perché succedevano davvero tante cose tutte insieme e mi sono ritrovata in una situazione di caos generale. Credo che l'intento della scrittrice fosse proprio quello: confusione. Tutte le scene sono descritte in un modo tale che sembra di guardare un film. Non faccio fatica ad immaginare una sceneggiatura cinematografica.

Tutti i dialoghi della storia sono dei botta e risposta estremamente divertenti: a mio parere sono ciò che rendono questa storia speciale. Non è facile scrivere dei buoni dialoghi: esistono corsi universitari che insegnano a fare solo questo e in questa storia la scrittrice è davvero una maestra.

Haeist per adesso è il classico cattivo che ti fa innamorare, ma ciò non toglie che sia spietato. Lo amo e lo odio allo stesso tempo e quando un personaggio è in grado di suscitare in me queste emozioni, lo reputo ben scritto. Sono sicura che ne vedrò delle belle. Aleggia un velo di mistero su di lui e muoio dalla voglia di capire chi è, qual è il suo passato e come funziona la sua mente. Sicuramente è il personaggio che preferisco insieme a Nina e sono curiosa di vedere cosa succederà tra loro due. Qualcosa mi dice che i due non sono semplici nemici: quel ballo è stato fin troppo fraintendibile.

Nel terzo capitolo viene descritto un particolare pianeta simile alla Terra: Dystòpia. Sono stata attratta innanzitutto dal titolo. Precisamente, come alcuni di voi sanno, io mi sto laureando in filosofia e il nome "distopia", che deriva dal greco, in filosofia politica ha un significato ben preciso: è una profezia, una visione del futuro principalmente negativa.
Il pianeta descritto nel libro, per adesso, mi sembra particolarmente florido e non ha nulla di negativo e mi chiedo quale sia il "segreto" che sta dietro la scelta di questo nome con un significato così oscuro.

Di Dystòpia la cosa che più mi è piaciuta è il Carnevale, la festa degli umani per eccellenza. Se ci penso, tutt'ora, nella nostra cultura occidentale, il carnevale con i suoi colori è un po' il simbolo della felicità, della gioia, della tradizione, ma anche della magia e del mistero. Le maschere rappresentano qualcosa di misterioso e intrigante e la scelta di questa festa come simbolo degli umani l'ho trovata azzeccatissima.

La storia è ancora agli inizi, ma ha tutti i presupposti per potersi sviluppare in maniera interessante. Personalmente il genere distopico e fantascientifico non è quello che preferisco, perché non riesco mai ad immedesimarmi del tutto in quello che succede, ma questa storia è decisamente ben scritta, è un prodotto di qualità e per gli amanti del genere è sicuramente emozionante.

Grandissimo punto a favore, oltre a quelli che ho già elencato, è il fatto che questa storia faccia riflettere. Offre decine di spunti per sviluppare un pensiero sulla società odierna. Mi ha fatto pensare a quanto siano stupide alcune nostre usanze, a quanto siamo stupidi noi esseri umani e quanto dovremmo tutti quanti impegnarci di più per migliorare le nostre condizioni e salvarci la pelle. Sarebbe bello se arrivassero degli alieni a salvarci, ma la verità è che ognuno si salva da solo, quindi dovremmo semplicemente rimboccarci le maniche e lavorare duro.

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