👁️ Mission Obliterated 👁️

Le recensioni di questo servizio sono finalizzate al solo scopo di aiutare l'autore, lo stile con cui sono scritte è semplice roleplay legato al personaggio, mai attacchi personali agli utenti.

Buonasera, piccole fiammelle tanto assoggettate alla vita. Vi siamo forse mancati? Non crucciatevi, la nostra mortifera presenza appesterà la vostra terra fino a quando la vostra mortale stirpe non avrà fine.

Siamo riusciti finalmente a completare la lettura dell'ultima storia di questa prima lista, Obliterated di Bloody95Wolf.

Ci siamo concessi di leggere quattro dei dieci corposi capitoli attualmente usciti, e ci scusiamo se il tutto ha richiesto più di un mese di tempo.

Ma iniziamo tempestivamente, per recuperare il tempo perduto.

Il primo campo è, naturalmente, la copertina.

Il soggetto ci pare praticamente perfetto, ben rappresenta, almeno per quanto abbiamo letto, lo spirito della storia. A dir la verità, però, ci sono due fattori che non ci convincono: il primo è l'effetto tridimensionale della foto, poiché, semplicemente, i suoi colori non si ritrovano bene nel titolo e per questo rende sgradevole, almeno ai nostri occhi, il complesso cromatico ( potrai perdonarci, ma siamo sensibilmente ossessionati dagli abbinamenti cromatici stessi, è una nostra grandissima pecca ).
Il secondo, invece, è il font utilizzato per la parola "Obliterated": lo troviamo, concedici il termine, inadatto al genere. Visto d'impatto, dà l'idea di un fantasy, o al più un horror, cozzando un po' con l'altro font che invece ci piace molto, così come il suo utilizzo per il nome d'autore assieme alle macchie di sangue.
Dunque, come ribadiremo forse altre volte all'interno del giudizio, si tratta di un lavoro con ottimo potenziale che deve essere unicamente limato e risistemato per poter esser reso in maniera perfetta.

ㅤ໑ 𝘀𝗶𝗻𝗼𝘀𝘀𝗶 ༊*·˚

Le nostre orbite antiche hanno per qualche secondo perduto la luce mentre un chiaro interrogativo prendeva spazio nella nostra mente. Un dubbio, più che altro.
Giovane animella, perché di fronte ad una costruzione tanto semplice quanto d'effetto, con poche informazioni ben dosate ed atte ad invogliare il lettore, ci inciampi in una così misera buca?
Abbiamo infatti individuato un unico inceppo: il primo periodo mostra una costruzione sintattica diversa rispetto agli altri due.
Il secondo e il terzo, infatti, sono per certi versi pronominali: viene rappresentato il soggetto e gli viene poi associata una relativa che lo distingua dagli altri.
La prima è invece una singola frase reggente che, dunque, nel complesso stona.
Un ottimo modo per correggerla sarebbe, in maniera semplice ed efficace, inserire un "che".
"Un abile assassino russo CHE si ritrova ad accettare un lavoro..."

ㅤ໑ 𝘁𝗿𝗮𝗺𝗮 ༊*·˚

Come abbiamo anticipato, la nostra lettura della trama si è limitata al capitolo quattro, per cui le nostre possono esser solamente speculazioni.
La storia si apre con un prolisso prologo in cui uno dei due protagonisti maschili, il mercenario ( perdonaci se non utilizzeremo il termine specifico da te segnalato, perché le lingue straniere non sono mai state il nostro forte ) Void, impegnato a parlare con il capo della polizia spagnolo ( ci pare ) in merito ad un criminale che deve esser da lui ucciso. Un ottimo modo per introdurre la freddezza e la professionalità del tuo assassino, che riflette e si impegna per non lasciare alcuna traccia che non sia volontaria.

Il suo obiettivo viene freddato con professionalità, poco dopo la scoperta da parte di Void delle dimissioni del suo capo, colui che lo ha addestrato e guidato.
La scena si sposta dunque qualche tempo più in là, quando il nostro Void, dopo corposi flashback che identificano e mettono chiarezza su un passato di abusi ricevuti dal padre ed incomprensioni durante la sua permanenza in un orfanotrofio, nel primo capitolo viene contattato dal suo nuovo capo per una missione che supera in priorità le precedenti a lui affidate: lo smantellamento di un cartello della droga locale dall'area di influenza incredibilmente alta, legato in evitabilmente anche alla Russia stessa, da cui sembra aver avuto inizio.

L'uomo viene incaricato di raggiungere il nuovo Continente e di svolgere un lavoro preciso e pulito, che non impedisca tuttavia ai criminali di comprendere che qualcuno stia dando loro la caccia.
E' in tale occasione che Void chiede il supporto e l'aiuto di Fenice, una sua vecchia collega, per raggiungere discretamente l'America, ricordando anche i primi tempi trascorsi in sua compagnia.

Si prosegue poi con la prima parte del secondo capitolo, quella in cui Void inizia la sua missione, giunto in America, uccidendo dopo poco tempo il "pesce piccolo" Will Larson, un boss di basso carico del cartello, una sorta di primo biglietto da visita, nonostante sia certo che non arriverò a suscitare gli interessi dei membri più pericolosi. In tale occasione, ci viene presentato un nuovo squarcio del suo passato, del duro periodo di addestramento in Russia in cui ha affinato le sue capacità.

Ci viene poi presentato il secondo protagonista, Ward Casey, un giovane poliziotto afflitto dal disturbo meglio conosciuto come ADHD ( attention-deficit hyperactivity disorder, o Disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività ), colui che si è a lungo occupato del medesimo caso di droga affidato a Void ( tanto che abbiamo già letto dei riferimenti a lui nelle cartelle esaminate dal sicario ). Una personalità fresca e brillante che sembra nell'immediato non voler mollare affatto il caso in cui ha speso mesi di lavoro, nonostante il suo capo gli ordini di fare il contrario.

Nella seconda parte del secondo capitolo, invece, ci viene presentato l'omicidio, ben più complesso dei precedenti, di Michael Andersen, un pezzo grosso del cartello della droga, ben più complesso da isolare ed uccidere rispetto ai precedenti obiettivi di Void, tanto da costringere l'assassino a studiare per giorni le sue abitudini sino a scovare una scappatoia per riuscire a penetrare nella sua villa.
Un'operazione che ha successo, Void riesce ad uccidere l'uomo, ma viene colto in fallo da due delle sue guardie, trovandosi costretto ad ucciderle ma rimanendo ferito nel mentre dalle loro pistole.

Si ritrova così a scappare, lasciando dietro di sé minime tracce di sangue.

Il punto di vista torna dunque ad abbracciare Ward, richiamato sulla scena del delitto di Andersen da un collega per via della mancanza di personale. Ward riconosce immediatamente nella vittima quello stesso sporco individuo che tempo addietro era riuscito a portare in tribunale, prima che la mancanza di testimoni pronti ad opporsi a lui ed una provvidenziale corruzione del giudice facessero cadere le accuse. Il detective ricorda l'evento che in passato lo aveva portato ad occuparsi di quel caso, l'incontro con un giovane ragazzo finito in overdose a causa della droga venduta da Andersen e tagliata con materiali che la rendevano letale. Una volta cacciato dalla scena del delitto, dunque, Casey, avvertendo che potesse esserci una terza persona ( anche se pareva comunque sufficientemente ovvio, lo ammettiamo, essendo che ci sono tre morti senza l'arma del delitto, ci è parso di capire ) trova le scie di sangue lasciate da Void e lo raggiunge nella casa vicina in cui l'uomo si era rifugiato.

Qui, Void minaccia di ucciderlo, costringendo Casey ad esibirsi in un soliloquio forzato in cui cerca di mostrarsi per come è, innocuo e benevolo, nel tentativo di aiutarlo nelle operazioni. Dopo lunghi minuti di rischio puro, il sicario abbassa infine l'arma, accettando di farsi curare da Casey e seguendolo in un posto che possa esser ritenuto sicuro.

E qui la nostra lettura ha trovato la sua interruzione. Un peccato, lo ammettiamo, avremmo voluto far di più, ma ci avrebbe richiesto molto più tempo vista la prolissità dei capitoli e abbiamo preferito non farti attendere altri mesi perché riuscissimo a farti avere il tutto.

Possiamo però intanto pronunciarci in merito: la trama ci piace. Ha un tocco di originalità che non guasta nel genere d'azione e ha approfondito bene le sue tematiche, ma se c'è qualcosa che propriamente non ci entusiasma, sono i flashback.
O meglio, non tanto i flashback in sé, quanto il loro inserimento, talvolta, apparentemente ingiustificato.

Ci spieghiamo meglio, sperando di non esser fraintesi.
Escludendo una mera preferenza personale, che ci vedrebbe favorire una backstory raccontata in maniera frammentaria, ben distribuita nel tempo, piuttosto che in blocco nel principio assoluto della storia, ci premuriamo di affermare che, la cosa che forse ci ha lasciati più perplessi, è il modo in cui sono stati introdotti.

Solitamente un flashback è indotto da un elemento che porta il personaggio a rivangarlo. Per fare un esempio, il flashback del primo incontro con Fenice è ben riuscito perché il "trigger" del ricordo è proprio rivedere la donna dopo molto tempo.
I rimanenti flashback che abbiamo incontrato, ad eccezione di quello di Casey ( ugualmente ben triggerato dal fatto d'aver rivisto l'uomo a cui si era opposto e il caso che rappresentava ), non sembrano avere un trigger preciso per quello specifico ricordo, sembrano molto gettati lì in maniera intenzionale per fornire l'informazione al lettore.

Con ciò, non diciamo che non vi sia altra soluzione se non quella di toglierli, quanto invece di inserire un trigger o un elemento che identifichi le ragioni dietro il riaffiorare di un ricordo preciso. Può essere il dolere di una cicatrice per via del freddo, per quanto riguarda i ricordi di quando era bambino, solo per fare un esempio.

Insomma, se vuoi dare immediatamente quelle informazioni sul personaggio, trova espedienti efficaci per non renderlo eccessivamente forzato agli occhi di un lettore, che potrebbe già trovare un po' insolita la scelta, specie se si presentano anche tre grossi flashback legati a momenti diversi della vita del personaggio in un solo capitolo.

Ricordiamo che l'arte dello show not tell è fondamentale per un autore, per cui questa potrebbe esser definita proprio una sfida con sé stessa per provare a trasmettere dal personaggio stesso quanto invece ha descritto in un flashback.
Giusto per fare un esempio, in merito agli abusi del padre, si potrebbe accennare alle medesime e sopracitate cicatrici della cinghiate sulla schiena.

" Durante il periodo più umido e freddo, le cicatrici sulla sua schiena pulsavano e dolevano, riportando alla sua mente dolorosi ricordi di cinghie schioccanti e di alcol, di un uomo che non poteva definirsi un padre e delle sue continue ingiurie. Dei suoi rancori verso un figlio che non aveva colpa di nulla, se non d'esser nato a discapito della madre".

Breve, lasci capire un frammento di cosa sia accaduto nel suo passato all'ignaro lettore, senza spiattellare in maniera diretta l'evento, in modo da concedere a chi segue la tua storia di adattarsi ed affezionarsi lentamente ai tuoi personaggi.
E' nei dettagli che vengono concessi qua e là, quelli che si apprezzano, come si suol dire, in una rilettura accurata, che davvero si nota la grandezza di un'opera. E' quando lasci velati indizi che si palesano alle orecchie di un lettore che le ricorda appena che chi ti segue viene spinto a proseguire, per divorare ogni briciola di pane che lasci sul cammino.

Prendilo ovviamente però per ciò che è, il mero consiglio di un essere un po' anziano e non troppo appassionato alle novità stilistiche .

ㅤ໑ 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 ༊*·˚

Non c'è moltissimo da dire sull'ambientazione, intesa come mondo di creazione dei personaggi ed ambiente in cui militano.
Dalla lettura emerge con facilità il fatto che ti sei con ogni probabilità informata a lungo prima di scrivere l'opera, così da studiare le dinamiche della polizia, del mondo della mafia, delle poche informazioni che si hanno delle organizzazioni mercenarie.
Non staremo dunque a soffermarci su questo punto, animella, il tuo lavoro è ottimo ma non è propriamente in questo campo che brilla per la sua originalità ( non inteso nel fatto che non sia originale, quanto nel fatto che non sia il suo maggior punto di forza ), punto in cui invece riteniamo sia la trama a far da padrona.

ㅤ໑ 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 ༊*·˚

E scivoliamo dunque verso i nostri personaggi, partendo proprio dai due protagonisti: Casey e Void. Quest'ultimo, principalmente per via del punto di vista a lungo detenuto nei primi capitoli, è quello che conosciamo meglio: un uomo che la vita ha temprato affinché non venisse condizionato dai suoi sentimenti, indurito da un passato di abusi ricevuti dal padre e dalla mancanza di affetto e comprensione, che hanno creato dissidi anche con i suoi coetanei in orfanotrofio.
Un soldato cresciuto ed addestrato sin da giovanissimo, che ha già partecipato in passato a delle missioni ad alto tasso di pericolosità. Non ricordiamo se fosse specificata la sua età, e forse va bene così, concede un maggiore alone di mistero, che tuttavia si sfalda un po' per il fatto che si sa sin da subito da cosa è causato. Manca un po' il pathos e il senso di curiosità che solitamente un personaggio di questo genere instilla, sarebbe stato interessante probabilmente approfondire la conoscenza del passato e dei particolari di Void ( ci riferiamo in particolare alla sua infanzia ) magari in concomitanza di come fa Casey ( sfortunatamente abbiamo letto troppe poche interazioni tra i due per stabilire cosa possa accadere, ma nel caso in cui Void si ritrovasse a raccontare, come è possibile che sia, ciò che lo ha reso così, il lettore si ritroverebbe a rivisitare un momento già letto e conosciuto, oppure a dover rimembrare eventi narrati nel primo capitolo e poi abbandonati). Detto ciò, è di certo un personaggio interessante, fedele a sé stesso, per quanto abbiamo visto, di cui non riusciamo propriamente a prevedere il tipo di rapporti che potrebbe intrattenere con un soggetto che, a quanto abbiamo avuto modo di intravedere, è il suo esatto opposto ( che in tal questione possa rientrare il fatto che siamo totalmente incapaci in ambito amoroso, ragione per cui abitualmente lo evitiamo con una certa sollecitudine? Ai posteri l'ardua sentenza )

Al contrario di Void, abbiamo avuto meno occasioni per intravedere la giovane e pura anima di Casey all'opera. I nostri occhi sono onnipresenti, sanno e leggono tutto, per cui sappiamo che ti sei largamente informata e hai studiato accuratamente per dipingere il disturbo di cui il personaggio soffre. Non avendo proseguito nella lettura ( purtroppo si tratta di una nostra mancanza che ci riconosciamo ), non possiamo ben definire come sia stato trattato ai nostri occhi. Forse è una fortuna, forse è una sfortuna, perché siamo fiscali all'inverosimile su tali argomenti, tanto da passare mesi e mesi sulla stesura di un personaggio anche solo prima di trovare il modo di dargli la luce. Ad ogni modo, la sua contrapposizione con Void è più che evidente, i loro caratteri anche solo dopo poche righe si comprende bene siano agli antipodi, e questo crea una "polar opposite couple" che spesso attira le simpatie comuni.
Ci è sembrato piuttosto realistico e naturale, cercando ovviamente di immedesimarci nelle idee e nei modi di fare di Casey, il suo modo di cercare di convincere Void a farsi aiutare e la sua intenzione di proseguire nelle indagini nonostante gli sia stato ordinato di abbandonarle.

Più di questo, sfortunatamente, non possiamo dire, ma il personaggio presenta un'ottima base di partenza per svilupparsi in maniera ottima.

Per quanto riguarda i personaggi secondari, abbiamo avuto solamente pochi, pochi scorci di loro. Presumiamo che i più importanti e ricorrenti saranno sicuramente il capo di Casey, quello di Void, forse Fenice, ma non sapremmo identificarli altri. Tutti soggetti che potrebbero sviluppare una loro profondità, ma che per il momento sono stati solamente introdotti.
Siamo tuttavia speranzosi che tu abbia dedicato loro il giusto sviluppo, all'incirca come hai fatto con i protagonisti.

ㅤ໑ 𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗰𝗼, 𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘀𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 ༊*·˚

Forse arriviamo qui al punto maggiormente dolente della storia, perché di cose da segnalare ne abbiamo trovate diverse, come avrai tu stessa notato.
E premettiamo anche che la spropositata lunghezza dei capitoli ( specialmente del prologo, che per quanto è lungo potrebbe tranquillamente esser definito un capitolo vero e proprio, in quanto supponiamo superi la definizione di introduzione propriamente detta ) ha un po' funto da deterrente per i nostri occhi.
La storia ci ha interessati, ma la sua lunghezza alle volte ci ha scoraggiati, spingendoci a rimandare la lettura ad un momento in cui avremmo avuto sufficiente tempo da potergli dedicare senza doverci interrompere. Come abbiamo già altre volte specificato, sventuratamente wattpad non è una piattaforma che dona grande merito ai capitoli particolarmente lunghi, al contrario di un cartaceo in cui invece è più "normale".

Detto ciò, passando agli errori propriamente detti, li suddivideremo in alcune categorie di diversa natura: punteggiatura, costruzione delle frasi, ripetizioni, sintassi e logica.

Ma partiamo dalla prima categoria, in realtà non compresa tra le precedenti, perché più semplice da risolvere: alle volte tendi ad utilizzare termini imprecisi o impropri all'interno della tua opera, verbi che non accolgono il significato sperato nella loro gamma di spiegazioni, formule incomplete o che significano altro, così come sono poste. Pensiamo di averti notificato ogni errore in merito che abbiamo riscontrato all'interno della tua storia, ma per sicurezza ti consigliamo di rileggere correttamente un'altra volta e magari far rileggere ad una terza persona che possa scovare ciò in cui noi abbiamo mancato. Ti capiamo, animella, siamo i primi a volte ad arrivare ad inventare neologismi addirittura quando scriviamo, presi dalla foga, ma è davvero una pessima abitudine che per altro al liceo ci ha portato non poche rogne ( cosa credevate, che alla nostra potenza angelica fosse stato risparmiato il peso della scuola?).

Secondariamente, scivoliamo nel periglioso ambito della punteggiatura: abbiamo notato, con non poca confusione, che nel tuo scritto abbondano in maniera considerevole le virgole ( difatti i tuoi periodi sono spesso molto lunghi e pesanti, collegati solamente da asindeti ), ma mancano nei punti in cui sono più necessarie.
Difetto facilmente ricollegabile alla sovrabbondanza di gerundi, di cui parleremo a breve, spesso ti porta ad erroracci anche di pessimo genere, come virgole che separano il soggetto dal suo verbo, o il verbo dai suoi complementi. Ricorda sempre la sacra regola della grammatica: una frase può essere divisa solamente da un inciso, quindi al suo interno si deve trovare sempre un numero pari di virgole. Zero, due, quattro e così via. Se se ne trovano in numero dispari, o si tratta di un elenco, o c'è qualcosa che non va. Rileggendo il testo ad alta voce spesso questo impiccio si toglie, perché vien naturale correggere laddove sorge l'errore. Per fare la prova del nove e capire se l'inciso è stato messo correttamente, prova sempre a toglierlo, semplicemente. Un inciso si definisce tale solamente se, una volta rimosso, lascia il significato della frase invariato. O meglio, se la frase continua ad avere un significato logico e sintattico, e pertanto risulta indipendente, anche senza l'inciso, che arriva al più a fornire più dettagli in merito ma non è fondamentale a fini sintattici.
Molto spesso, altrettanto, sono proprio gli incisi a mancare, lasciando lunghe frasi prive di pausa o più confusionarie a causa della sequela di termini che non sempre sono di immediata "rimessa in ordine" nella mente del lettore.
Ti consigliamo inoltre di spezzare maggiormente i periodi, a volte sin troppo ridondanti nella loro lunghezza, specialmente per il modo in cui sono costruiti. Come diceva sempre la grande saggezza celestiale da cui abbiamo appreso l'arte della scrittura " quando un periodo supera le tre o le quattro righe, spesso può esser frammentato". In tal modo, spesso e volentieri, aiuta anche a ricostruire un migliore ordine interno.

Si passi quindi al secondo grande "problema" che mina molto più di altri la scorrevolezza, : il numero a dir poco spaventoso di gerundi. La tua sembra una vera e propria avversione per le proposizioni esplicite, che invece sono teoricamente la base dei periodi. I gerundi dovrebbero esser considerati modi per alleggerire le frasi con troppe esplicite, non il contrario.
Sventura vuole che il gerundio, per altro, a differenza di altri modi indefiniti, non abbia una sola interpretazione. Come il latino ci ricorda, tre sono le possibili interpretazioni di un gerundio: finale, temporale e causale. Un grande insieme di verbi coniugati in questo modo arriva a creare confusione ( a volte persino tra i soggetti della frase, come una volta ti ho fatto notare persino in riga ), specialmente se la sistemazione delle virgole e delle congiunzioni coordinanti e subordinanti non è esattamente al bacio. Ti consigliamo, dopo aver eventualmente accorciato come ti abbiamo indicato i periodi, di provare a sostituire un sufficiente numero di gerundi ( specialmente quelli che non sono inseribili in un inciso ) con delle frasi esplicite, che arricchiscono anche lo stile di scrittura rendendolo maggiormente articolato.

In terza posizione, ma non per minor importanza, risiede l'argomento "ripetizioni", nettamente ricorrente all'interno della storia. Non solamente di verbi, ma spesso anche di nomi, aggettivi, avverbi, radici dei medesimi, che non sono maggiormente perdonabili. Spesso e volentieri, per altro, si tratta di casi in cui la ripetizione non è neppure necessaria: cambiando la sistemazione della frase, quest'ultima può rimanere invariata anche citando solo una volta l'elemento preso in questione, eliminando alla radice anche l'eventuale problema dei sinonimi da trovare che non stonino con il contesto.

Infine, come ultima macrocategoria abbiamo i problemi sintattici e di logica nella frase. E tra questi annoveriamo per primi i tempi dei flashback: in una storia narrata al passato remoto, gli eventi del flashback, per quanto momentanei ( e dunque tali da richieder a logica il passato prossimo o remoto ) devono egualmente esser trattati con un trapassato prossimo, in quanto sono trapassati, ovvero proprio anteriori ad un tempo già passato di per sé. E' un errore che ti abbiamo fatto notare già all'interno del libro, e che speriamo tu abbia corretto anche negli altri casi in cui si è ripresentato e non ti è stato segnalato!
Secondariamente, attenta alla costruzione troppo arzigogolata o piena di alcune frasi: gonfiandola troppo, rischi di creare incomprensioni, oppure di perderti persino alcuni verbi ( come il periodo in cui erano presenti due subordinate senza la principale a cui potessero appigliarsi ). Solitamente quest'ultimo genere di errori si risolve con una semplice ed attenta rilettura, che speriamo seguirà la lettura di questa recensione.

Per il resto, la storia ha grandi e solide basi a cui affidarsi, deve solo iniziare un lento processo di affinamento e limatura che le permetta di raggiungere con maggiore facilità il cuore e l'interesse di un lettore che, sventuratamente, di fronte ad una lettura un po' incespicosa raramente si spinge ad andare avanti.

ㅤ໑ 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 ༊*·˚

Non potremo mai perdonarci il madornale ritardo compiuto per questa recensione, ma speriamo che ti sia stata utile, seppur forse non si sia realizzata nella maniera interamente positiva in cui avresti sperato.

Non disperare, tuttavia, le braccia della morte sono ancora lontane dal raggiungere il tuo corpo che per qualche tempo potrà ancora giovare del calore della vita.

Il premio che abbiamo selezionato per te è un Safari di una settimana per due persone, affiancati da San Francesco che vi accompagnerà a conoscere da vicino i lupi e gli animali della Foresta Divina. È severamente vietato dare loro da mangiare.

Potrai ritirarlo presso

Centro Miracoli del Paradiso
Viale delle Nuvole, Città degli Angeli,
n. 0
CAP 00000

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