🐺 Incompatible 🐺
Disclaimer:
Questa recensione è finalizzata al solo scopo di aiutare l'autore/l'autrice, lo stile con cui è scritta è semplice roleplay legato al personaggio, mai attacchi personali agli utenti.
Sono tornato, animelle. La mia padrona Lilith mi ha portato, con sommo dispiacere, a fare il vaccino diabolico. Ora che finalmente il maledetto farmaco ha finito di straziare le mie carni, posso tornare ai miei doveri.
_angel_of_dark_ oggi le mie zanne assaggeranno i tuoi succulenti stinchi, e c'è tanta carne da masticare.
Grammatica e lessico
La grammatica e la punteggiatura sono abbastanza buone, ma hai bisogno di lavorarci sopra in questa storia. Ci sono molti incisi mancati, d eufoniche di troppo e parecchie virgola che avrei messo in modo differente, come in questo caso:
Come vedi, ho messo una x rossa sui puntini di sospensione. Nelle storie scritte in terza persona con narratore onnisciente non è consigliato inserirle, perché si da l'impressione che il narratore sia coinvolto. Lo stile che meglio si presta a questo tipo di punteggiatura è la prima persona, poiché appunto il narratore coincide col protagonista.
Andiamo avanti. La prima cosa che si nota nei tuoi capitoli è il muro di testo che colpisce come uno schiaffo: sono tanti, sono massicci e non permettono al lettore di riposare e assimilare ciò che ha appena letto. Le pausa sono importanti non solo per gli occhi, ma anche per un buon ritmo di lettura che, in questo caso, diventa pesante da digerire. In rosso ho segnato dei punti buoni per dividere il testo: prendilo come esempio!
Quando si scrive in questo modo, spesso si incappa in periodi inutilmente complicati, come in questo caso:
Il ritmo di questa frase è irregolare e difficile da leggere in modo scorrevole, e come questa ne ho trovate molte altre. Tienilo a mente durante la revisione! La soluzione è impostare tutto in maniera differente, cambiare l'ordine dei pezzi:
"Precipitato nel caos, il regno di Dio gli ha infine voltato le spalle quando ha realizzato che, ciò che proclamavano "la loro fonte di vita", si era ormai ridotta a (attenzione alla d eufonica qui) un semplice ricordo del quale era messa sempre più in discussione l'attendibilità, e così fecero persino le creature originate dallo stesso sangue del Creatore".
Attenzione alla consecutio temporum! Anche se gli eventi si protraggono nel tempo presente, il verbo va sempre concordato con il tempo di narrazione.
Animella, sei piuttosto incostante col ritmo di scrittura. Passi da quello che a me piace chiamare "effetto telegramma" a periodi più lunghi e fluidi, come dovrebbero essere. Adotta lo stile che vuoi, ma mantienilo per tutto lo scritto o i miei infernali occhi bruceranno. In più, facendo periodi così brevi e spezzati, rallenti tantissimo il focus delle azioni, che risultano essere lente ed eccessivamente messe sotto i riflettori, quando basterebbe molto meno per rendere la stessa idea di movimento.
Le parti in corsivo dove esprimi i pensieri dei personaggi le leverei o le imposterei in modo diverso: sono i loro pensieri, non sarebbe quindi strano metterle in prima persona e far capire al lettore che è proprio lui/lei che parla.
Per quanto riguarda il lessico, l'ho trovato abbastanza variegato, se non per un abuso della stessa terminologia per descrivere gli angeli, soprattutto nel prologo. Capisco che sia stata una necessità, ma alla lunga stancano.
Trama
Animella, sarò schietto e sincero. L'origine della maggior parte dei problemi della tua storia sta in un unico elemento: il ritmo narrativo è lentissimo.
Andiamo con ordine. Inizierò col parlare dell'elemento più debole della tua storia, ovvero il prologo. Hai messo troppe, troppe informazioni, e lo hai fatto come farebbe una pagina di storia. Non è accattivante, non c'è uno stile narrativo, è un semplice dettare notizie del mondo. Il lettore si stanca molto facilmente e, devo dirtelo, è davvero molto noioso.
Volevi mettere tutto in chiaro per partire in quarta con la trama, lo capisco, ma non funziona. Gli scrittori più esperti costruiscono il world building pezzo dopo pezzo intrecciandolo con la trama, attraverso descrizioni, dialoghi o espedienti narrativi alternativi. Il mio consiglio è di prendere tutte le informazioni del prologo e frammentarle nei capitoli, oppure di dargli una nuova forma: potrebbe essere un mentore che spiega all'allievo, per esempio.
Allo stesso modo del prologo, tendi a inserire cenni di storia, del mondo o dei personaggi, in modo troppo invasivo e massiccio. La narrazione subisce un brusco arresto, la trama rallenta di colpo, e il tutto diventa estremamente pesante da leggere. Qui, in particolare, c'è un intero paragrafo che blocca il fluire della narrazione. Come ho detto sopra, queste informazioni devono essere dosate e inserite nei dialoghi, nelle descrizioni, o con altri espedienti narrativi, o il tutto si riduce a una semplice lezione di storia o lunghe digressioni che non mandano avanti la trama.
Prima di passare al cuore del filone narrativo, un ultimo appunto: i nomi. La tua storia ruota intorno agli angeli che abitano il mondo norreno, e tu gli hai chiamati con nomi inglesi? Voi umani prendete sempre alla leggera la scelta dei nomi, quando invece sono specchio della cultura dei personaggi stessi. Leggerli cozza così tanto con il mondo di appartenenza che ululo sdegnato! Se puoi, accetta il mio consiglio: usa nomi in latino, norreno o islandese (la lingua più vicina all'antico norreno).
Il plot, in generale, ha un filo logico e ha senso di esistere: in tal senso, hai fatto un ottimo world building e hai definito le gerarchie angeliche in modo molto minuzioso. Ho notato che alcune parti sono ridondanti, ovvero spieghi cose già dette, inoltre presta molta attenzione alla coerenza del tuo mondo: come fanno degli angeli a conoscere Qui, Quo e Qua? Sii sempre fedele alla cultura che hai costruito!
Personaggi
In generale, i tuoi personaggi mi piacciono: sono scritti bene, hanno un carattere ben distinguibile e, cosa più importante, le loro azioni e la loro psicologia sono giustificati. Il problema, come ho già detto, è l'esposizione: le descrizioni fisiche, le introspezioni, i pensieri, sono tutti esposti in massa non appena il personaggio viene introdotto, e questo non va bene.
Oltre che a peggiorare la fluidità già compromessa della narrazione, levi la curiosità del lettore nel volere scoprire il personaggio gradualmente. In tal senso, per alleggerire il tutto, gli aggettivi sono tuoi amici: se attribuisci qualità alle azioni compiute, puoi inserire frammenti di descrizioni in modo più naturale e scorrevole (i suoi occhi azzurri guardarono in alto).
Un ultimo appunto. Va bene rispettare i modi dei personaggi, ma attenzione a non esagerare. La regina, per esempio, viene trattata da Lex come una persona qualunque e lei glielo lascia fare, addirittura deve giustificarsi con i suoi sottoposti; non traspare il suo rango superiore, non sembra nemmeno una regina a tratti (cose che, se succedessero al mio padrone Asmodeo, volerebbero teste a destra e a manca). Sono questi particolari che rendono una storia verosimile.
In parole povere, mortale, ecco il mio consiglio: hai un ottimo potenziale e idee solide, ma nella tua prossima revisione devi concentrarti sull'esposizione. Segui i miei suggerimenti e ne verrà fuori una gran bella storia pronta da azzannare, come io ti ho azzannato gli stinchi.
Ora sono stanco, e fa caldo. Mi ritiro nelle stanze dei miei padroni, dove i dannati ci sventolano con palme e ci offrono freschi drink.
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